Continua la mia passeggiata nel Foro Romano, più precisamente nella parte occidentale del sito.
Nell'altro post ero arrivata a descrivere il Tempio di Antonino e Faustina, e procedendo dall'ingresso posto su Via dei Fori Imperiali, continuerò la mia narrazione dai resti della Basilica Fulvia-Emilia.
Basilica Fulvio-Emilia (sulla sinistra un arco d'ingreso) |
Basilica Fulvia-Emilia |
Sotto una tettoia si trovano i resti del primo impianto della basilica. un muro di fondazione e dei basamenti delle colonne in blocchi di tufo (una basilica a tre navate).
resti in tufo della primitiva Basilica Flavia-Emilia |
Aveva una facciata con un portico a due piani con 16 arcate su pilastri con semicolonne, sostituito da un portico a colonne di granito (solo tre sono rimaste), costruito dopo l'incendio del 410 durante il sacco di Roma di Alarico.
le tre colonne che rimangono del porticato della Basilica Flavia-Emilia del V secolo d.C. |
colonne del portico davanti alla Basilica Flavia-Emilia |
Tabernae novae |
Nell'angolo nord-est della basilica sono stati posizionati i calchi di frammenti del fregio con soggetti inerenti l'origine di Roma, che era collocato all'interno dell'edificio (I secolo d.C.).
calco di un frammento del fregio della Basilica Flavia-Emilia |
calco di un frammento del fregio della Basilica Flavia-Emilia |
Ne rimane un'iscrizione.
iscrzione dedicatoria al Divino Lucio |
Accanto alla gradinata della Basilica Flavia-Emilia si trova ancora il basamento circolare in marmo del Sacello di Venere Cloacina.
Un recinto circolare conteneva due simulacri che rappresentavano due aspetti della stessa divinità: Cloacina e Venere.
Sacello di Venere Cloacina |
Questo era il luogo dove si svolsero le purificazioni col mirto (pianta sacra a Venere) degli eserciti dei Romani e dei Sabini dopo la guerra successiva al "Ratto delle Sabine".
Avvenne qui anche la leggendaria uccisione di Virginia da parte del padre perché non cadesse nelle mani del decemviro Appio Claudio.
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Questo spazio consacrato dagli auguri, prima quadrangolare e poi circolare, era posizionato secondo i quattro punti cardinali e veniva per questo usato come orologio solare.
Sulle gradinate che lo circondavano i cittadini potevano assistere alle assemblee popolari.
Alla fine del secolo scorso venne alla luce una pavimentazione in marmo nero, separato dalla pavimentazione in travertino di epoca augustea da una transenna in marmo bianco: il Lapis Niger (sito attualmente coperto perché in restauro).
Questo luogo poteva essere collegato con la morte di Romolo per mano dei Senatori, o essere la tomba del pastore Faustolo che trovò Romolo e Remo e li allevò insieme alla moglie Acca Laurentia, o quella di Osto Ostilio, nonno di Tullo Ostilio terzo re di Roma.
Sotto alla pavimentazione si trovò un complesso monumentale arcaico databile VI secolo a.C.: un altare a tre ante, un tronco di colonna (che sosteneva forse una statua) e un cippo iscritto.
Solo una frase di questo è comprensibile:
"Chiunque violerà questo luogo sia consacrato agli dei infernali".
calco del cippo del santuario sotto il Lapis Niger (Museo Nazionale Romano - Terme di Diocleziano) |
ricostruzione del santuario sotto il Lapis Niger (Museo Nazionale Romano- Terme di Diocleziano) |
Fu succesivamente restaurata da Domiziano e da Diocleziano
Curia Iulia (a destra) |
Curia, Chiesa dei Ss Luca e Martina e Foro di Cesare |
Oggi questo sito è occupato dalla chiesa dei Ss Luca e Martina costruita nel VII secolo da Papa Onorio I.
chiesa dei Ss Luca e Martina |
Nel XX secolo la chiesa fu sconsacrata e riportata alle sembianze del restauro dioclezianeo.
Curia vista lateralmente dalla Basilica Flavia-Emilia |
La facciata principale era adornata nella metà inferiore da lastre marmoree, e nella parte superiore da un bugnato di stucco che imitava il marmo.
In questa facciata si aprono una porta e tre finestre.
Curia |
porta in bronzo della Curia |
All'interno il pavimento marmoreo ad intarsio è in parte originale e in parte ricostruito con marmi antichi policromi.
Il soffitto ligneo è stato ricostruito.
Le pareti, ricoperte di marmi, hanno nicchie inquadrate da colonnine che contenevano statue.
Rimangono alcuni lacerti delle pitture bizantine che furono fatte quando la Curia fu trasformata in chiesa.
I tre bassi e larghi gradini dei lati lunghi della sala erano destinati a sostenere i seggi dei senatori (300).
Sul fondo della sala tra due porte si trova il basamento che accoglieva la presidenza e forse l'altare e la statua della Vittoria proveniente da Taranto, postavi da Ottaviano, e fatta distruggere come simbolo pagano da Costanzo II nel 357 d.C. per insistenza di S.Ambrogio.
Sono esposti nella Curia i plutei, rilievi che rappresentano scene relative al principato di Traiano (il condono dei debiti fiscali ai cittadini e l'istituzione degli alimenta, i prestiti agricoli a basso interesse per il sostentamento dei fanciulli poveri), raffigurate nel Foro.
La Curia non è attualmente visitabile.
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Alla destra della Curia fu eretto nel 203 d.C. l'Arco di Settimio Severo.
Arco di Settimio Severo (oggi con i lavori di restauro) |
Arco di Settimio Severo (ad agosto prima dei lavori di restauro) |
Arco di Settimio Severo |
iscrizione dedicatoria sull'attico dell'Arco di Settimio Severo |
Nel fornice centrale passava la Via Sacra.
uno dei fornici minori |
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Tra la Curia, l'Arco di Settimio Severo e la Piazza del Foro vi sono alcuni basamenti di monumenti onorari:
- una base con dedica di Massenzio a Marte scalpellata dopo la battaglia di
Ponte Milvio (vicina al Lapis Niger)
- una base per la statua equestre di Costanzo II (accanto all'Arco di Settimio
Severo)
- una base con iscrizione dedicatoria ad Arcadio, Onorio e Teodosio, per la
vittoria contro i Goti di Alarico (vicina al Lapis Niger)
- una base marmorea di colonna onoraria scolpita sulle quattro facce con
iscrizione che ricorda il decimo anniversario dei Cesari della Tetrarchia (verso
l'Arco di Settimio Severo).
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Vicino al pilone meridionale dell'Arco di Settimio Severo si trova un monumento tradizionalmente chiamato Volcanal, il luogo sacro contenente l'ara dedicata da Tito Tazio, re dei Sabini, al dio Vulcano.
Volcanal/Ara di Saturno |
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Accanto al cosiddetto Volcanal (più probabile quindi Ara di Saturno), tra l'Arco di Settimio Severo e il Tempio della Concordia, sorge un nucleo circolare di mattoni: l'Umbilicus Urbis (o Mundus luogo sacro dedicato a Proserpina e Dite), il centro ideale della città (omphalos).
Umbilicus Urbis |
ingresso all'Umbilicus Urbis |
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Tra il Tempio di Saturno e l'Ara di Saturno, simmetricamente all'Umbilicus Urbis, si trovano i resti del Miliarum Aureum, il "miliario d'oro".
base del Miliarum Aureum |
Erano qui scritte le distanze tra Roma (a partire dalle porte delle Mura Serviane) e le principali città romane, calcolate in miglia.
Della costruzione, costituita da una grande colonna (con un diametro di 1,30m) rivestita di bronzo dorato e da una base in marmo bianco decorata con palmette, non rimane poi molto.
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Costeggiando la salita che dal Foro porta al Campidoglio, eccoci al Tempio di Saturno.
Tempio di Saturno |
Dopo quello dedicato a Giove Capitolino è il più antico tempio costruito in epoca repubblicana.
podio del Tempio di Saturno |
Del tempio rimangono otto colonne di granito grigio con capitelli in marmo bianchi e il frontone principale sul quale un'iscrizione ricorda il restauro compiuto dopo un incendio (IV secolo d.C.).
Tempio di Saturno |
Tempio di Saturno |
base del podio del Tempio di Saturno |
Originariamente nel tempio infatti venivano conservati il tesoro e gli archivi di Stato (spostati poi in un edificio a ridosso del Tabularium) e la bilancia che serviva a pesare il metallo da trasformare in moneta.
Al tempio erano dedicati i Saturnali, la festa di fine anno celebrata il 17 dicembre.
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Tra il Tabularium e il Tempio di Saturno si trova un portico che forma un angolo ottuso, con dodici colonne in marmo cipollino (cinque rifatte in epoca moderna), con capitelli in stile corinzio con rappresentati dei trofei: il Portico dei Consenti.
Portico dei Consenti |
Sotto il porticato si trovano sette tabernae.
Portico dei Consenti |
Il portico costruito nel III/II secolo a.C., restaurato dai flavi e poi dal prefetto della città Vettio Agorio Protestato nel 367 d.C., è stato ricostruito nel XIX secolo con i materiali ritrovati in sito.
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Alla destra del Portico dei Consenti, apoggiato ai muri di sostruzione del Tabularium, si trova il Tempio di Vespasiano e Tito.
Tempio di Vespasiano e Tito (in primo piano) |
Tempio di Vespasiano e Tito |
Lo si è potuto dedurre dalla trascrizione da parte di un pellegrino in epoca medievale (VIII secolo d.C.) della dedica dell'architrave, che a quei tempi era ancora integra come il tempio.
Il tempio era costituito da una cella, contenente le statue dei due imperatori, preceduta da sei colonne, più due su ogni lato lungo.
Di queste colonne corinzie ne restano in loco solo tre.
Rimane anche un frammento di architrave con fregio con strumenti sacrificali.
Alcuni frammenti dela decorazione del tempio sono esposti nella Galleria del Tabularium dei Musei Capitolini.
trabeazione del Tempio di Vespasiano e Tito (Musei Capitolini) |
A nord del Tempio di Vespasiano e Tito si trova il Tempio della Concordia.
resti del Tempio della Concordia (angolo sinistro in basso della foto) |
Fu poi restaurato da Opinio nel 121 a.C. e da Tiberio tra il 7 e il 10 d.C.
podio del Tempio della Concordia |
La cella era preceduta da un colonnato esastilo.
Il tempio era riccamente adornato di pitture e sculture greche, frutto di donazioni, soprattutto dovute a Livia, moglie di Augusto.
Parte della trabeazione si trova nel Tabularium dei Musei Capitolini.
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Chiudeva il fondo del Foro la facciata del Tabularium, l'edificio costruito a ridosso del Campidoglio che ha fatto poi da sostruttura al Palazzo Senatorio.
Tabularium |
galleria del Tabularium |
Esso custodiva gli archivi di Stato e fu costruito per ordine del Senato dall'architetto Lucio Cornelio nel 79 a.C.
La sua facciata sul Foro era costituita da un basamento di tufo e peperino, con ambienti illuminati da piccole fnestrelle, sul quale poggiavano dieci arcate, di cui oggi se ne possono ancora vedere tre.
Semicolonne doriche di peperino con capitelli, fregio, e architrave, inquadravano ogni arcata.
Dietro le arcate correva una galleria: fu usata come magazzino del sale durante il medioevo.
Al piano superiore (quasi totalmente perduto), vi era un portico con colonne corinzie in travertino.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
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Al limitare del Foro (infatti si trova al di fuori del sito archeologico del Foro/Palatino), alle spalle dell'Arco di Settimio Severo, sotto la chiesa di San Giuseppe dei Falegnami, si trovano i resti della parte più antica del Carcer Tullianum, anche detto in epoca medievale Carcere Mamertino, da un piccolo tempio che si trovava nelle vicinanze dedicato al dio sabino Mamers (Marte).
Il Carcer Tullianum prende invece il nome da Servio Tullio, ma senbra sia stato costruito da Anco Marzio.
Chiesa di S.Giuseppe dei falegnami e ingresso al Carcere Mamertino |
Si poteva accedere ad esso solo attraverso una botola nel soffitto.
botola d'accesso al Carcere Mamertino |
Fu la prima prigione di Stato di Roma: il carcere era il luogo di detenzione dei rivoltosi e dei nemici di Roma, condannati a morte per strangolamento, decapitazione o per fame, dopo aver seguito in catene il trionfo del vincitore romano (Vercingetorige, Giugurta, Ponzio, i partecipanti delle rivolte di Caio Gracco e di Catilina).
disegno delle costruzioni sovrapposte del carcere e della chiesa |
Tullianum |
Inizialmente per questa sorgente che sgorgava dal pavimento, era un luogo di culto (V secolo a.C.), e poi in età repubblicana venne ridimensionato e inglobato nel Carcer che venne costruito sopra.
sorgente nel Tullianum |
lapide in ricordo della prigionia di S.Pietro e S.Paolo |
altare nel Carcere Mamertino dedicato ai due Apostoli |
impronta sul muro della testa di S.Pietro spintonato dai carcerieri |
La visita multimediale con audioguida del sito non è molto interessante dal punto di vista archeologico, ma piuttosto indirizzata alla fede.
Orario: inverno 9.00/17.00
estate 9.00/19.00
partenza della visita ogni 20'
Costo: 3€ solo ingresso
5€ con audioguida
Durata: 30' circa
CONCLUSIONI
Questa è la descrizione degli antichi monumenti presenti nel Foro occidentale.
Come nel resto del Foro è difficile cogliere la cronologia dei siti che sono stati oggetto di restauri nelle varie epoche.
Sarebbe interessante, visitando il sito acheologico, avere una piantina con percorsi diversi secondo le epoche che hanno segnato la storia di Roma, per poter apprezzare meglio lo sviluppo della città antica.
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