domenica 9 luglio 2017

Ferrara: Palazzo Schifanoia, "delizia" estense


Palazzo Schifanoia è l'unica "delizia" costruita alla fine del Trecento nella cerchia delle mura cittadine dagli Estensi, signori della città di Ferrara.
Tra la fine del Medioevo e Rinascimento, erano chiamate "delizie" quei luoghi immersi nella quiete dei giardini, creati per il riposo e il divertimento, fatti per accogliere una corte in continuo movimento.
Qui si veniva per leggere e studiare, ma anche per partecipare a rappresentazioni teatrali, a balli e a ricevimenti.
Tra la città e la campagna, se ne contavano 53.
Come dice il nome, Palazzo Schifanoia era il luogo dove "schivar la noia", o "schifare la noia", e in particolare il tedio degli impegni politici del duca.

Palazzo Schifanoia venne eretto per volere del marchese Alberto V d'Este, signore di Ferrara, nel 1385.
Quest'area verdeggiante della città all'epoca si trovava a ridosso dell'antico corso del Po.

giardino di Palazzo Schifanoia
Originariamente l'edificio a pianta quadrangolare era ad un solo piano, e corrispondeva al corpo di fabbrica più basso alla sinistra del portale.
Lo stesso Alberto V fece aggiungere nel 1391 un altro fabbricato, conferendo all'edificio uno sviluppo lineare.

facciata di Palazzo Schifanoia
Borso d'Este, ultimo marchese di Ferrara e primo duca di Ferrara, Modena e Reggio, figlio illegittimo di Niccolò III d'Este, fece sopraelevare il palazzo tra il 1465 e il 1469, conferendogli più o meno le forme attuali.
L'architetto che si occupò della trasformazione borsiana fu Pietro Benvenuti degli Ordini.

Palazzo Schifanoia
L'aspetto esterno del palazzo era invece diverso da come appare oggi: la facciata era dipinta con affresco a finti marmi colorati, e aveva un coronamento merlato dipinto.

Nello spazio aperto antistante venivano organizzate rappresentazioni teatrali, di cui la facciata diveniva un ideale scenario.

Il bellissimo portale in marmo, forse opera di Giacomo da Milano e Antonio di Gregorio, è sormontato da una delle armi di Borso d'Este, l'Unicorno.

portale monumentale di Palazzo Schifanoia
particolare del portale di Palazzo Schifanoia
Un altro portale meno monumentale si apre più a est dell'edificio.

altro ingresso a Palazzo Schifanoia
ingresso al giardino di Palazzo Schifanoia
Nel 1493 Ercole I d'Este, fratellastro di Borso d'Este e suo successore, incaricò l'architetto Biagio Rossetti di costruire un prolungamento di 7 m verso est dell'edificio, per creare un nuovo ambiente.
Fu anche sostituito il coronamento merlato con un cornicione in cotto, con metope recanti a rilievo l'impresa ducale del Diamante.

Varcato il portale si entra in un atrio ottocentesco che ospita la statua di Borso d'Este, come quella che sormonta la cosiddetta Colonna di Borso d'Este davanti al Palazzo Ducale (oggi Palazzo Comunale).
Sono copie realizzate da Giacomo Zilocchi nel 1927.
Quelle originali furono distrutte nel 1796 dalla furia giacobina.

Borso d'Este (Giacomo Zilocchi)
Colonna di Borso d'Este
Sono qui anche esposti alcuni forzieri del XVI secolo.

forzieri del XVI secolo
Lo scalone ottocentesco conduce al piano nobile del palazzo, che doveva ospitare gli appartamenti ducali e una grande salone di rappresentanza per ricevere ambasciatori e delegazioni.

E' il cosiddetto Salone dei Mesi ad accoglierci, ricco di decorazioni pittoriche riscoperte nel 1821 e ritornate poi a farci rivivere i fasti dell'epoca rinascimentale.

Salone dei Mesi
Il salone misura 25m di lunghezza, 11m di larghezza e 7m d'altezza.


Il ciclo pittorico che ricopre l'intero perimetro della sala con i suoi 525mq, fu commissionato a diversi artisti della scuola ferrarese (la cosiddetta "Officina ferrarese"), tra i quali Francesco del Cossa, Ercole de' Roberti, Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza e un pittore anonimo conosciuto come "Maestro degli occhi spalancati".



Le pitture dovevano esaltare le attività di governo del duca, e celebrare la sua casata in chiave mitologica e astrologica, in previsione della sua imminente nomina a duca di Ferrara, assegnatagli da papa Paolo II (1470).

Pellegrino Prisciani, bibliotecario di corte, umanista, storiografo, astronomo e astrologo, collaborò con le sue conoscenze alla creazione del ciclo.
Le fonti delle quali si avvalse furono probabilmente l'Astronomicon di Manilio (astronomo latino del I secolo), il Picatrix (trattato di magia medievale), e gli scritti in latino dell'astronomo persiano Albumasar (IX secolo).

Ognuno dei dodici scomparti di cui è composto il ciclo pittorico è dedicato ad un mese dell'anno, ma solo sette sono ancora ben conservati.

Gli scomparti vanno letti da destra verso sinistra, vale a dire in senso antiorario.

Sono divisi da ventidue paraste dipinte poggianti su una finta balaustra decorata con putti.

putti decorati sulla finta balaustra
La finta architettura sembra reggere il soffitto in legno.

soffitto in legno del Salone dei Mesi

Il singolo scomparto va letto invece dall'alto verso il basso.
Ogni scomparso è infatti diviso in tre fasce:

- livello superiore: Trionfi degli dei ovvero dei Pianeti/divinità
- livello intermedio: Segni zodiacali e Decani
- livello inferiore: Virtù e buon governo di Borso e le attività dell'uomo nei
  diversi mesi dell'anno.

I Decani sono le 36 divinità della tradizione araba che avevano il compito di trasportare i pianeti e di inviare i demoni nel mondo.
Rappresentavano le 36 decadi in cui era diviso (tre per mese) il calendario astrologico.
In origine non era quello attuale l'accesso alla sala, ma bensì l'ingresso era posto sulla parete nord (il segno della porta è ancora visibile), raggiungibile percorrendo una grande scala esterna, crollata nel XVIII secolo.

Quindi per leggere correttamente il ciclo di affreschi che decorano le pareti della sala, bisogna porsi difronte alla parete sud (entrando andare sulla destra), dove iniziava la sequenza con i mesi di Gennaio (con il Trionfo di Giunone e il segno dell'Acquario) e di Febbraio (con il Trionfo di Nettuno e il segno dei Pesci).

parete sud del Salone dei Mesi
Gennaio (quel che resta!)
Febbraio (quel che resta!)
Su questo lato della sala la decorazione pittorica è quasi completamente perduta.

Ma andiamo con ordine.

ricostruzione dell'angolo sud-ovest della sala (Maurizio Bonora)
La porzione in alto a destra della parete sud doveva essere occupata da una scena in cui si distinguono una figura in piedi (Paolo II o l'Imperatore Federico III) e una seduta (Borso d'Este).

L'Imperatore Federico III concede a Borso d'Este il titolo di duca di Reggio e Modena o Il Papa Paolo III concede a Borso d'Este il titolo di duca di Ferrara (ricostruzione di Maurizio Bonora)
Si tratterebbe quindi della rappresentazione dell'Investitura di Borso d'Este a duca di Ferrara (1471) o dell'Investitura a duca di Reggio e Modena (1452).

Nel registro sottostante sono rappresentati cortigiani di spalle che assistono alla scena.

cortigiani assistono all'investitura di Borso d'Este (ricostruzione di Maurizio Bonora)
L'artista contemporaneo Maurizio Bonora ha ricostruito, con le sue conoscenze delle pitture dell'epoca rinascimentale ferrarese, la possibile rappresentazione della scena raffigurata in questa porzione di parete.

studi per la ricostruzione della scena
Al centro della stessa parete, tra i comparti di Gennaio e Febbraio, si trovava un camino (andato perduto), circondato da vedute urbane e scene cortesi.

parete sud del Salone dei Mesi con segno del camino, vedute urbane e di scene cortesi
veduta urbana con il Castello estense di Ferrara
parete sud: scena cortese
parete sud: scena cortese
La parete sud si conclude con un frammento nella parte bassa ancora leggibile: è rappresentato un gruppo di cavalieri.

Parete sud: cavalieri
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Sulla parete est si trovano i mesi di Marzo, Aprile e Maggio.

parete est
Sul livello alto del comparto dedicato a Marzo, dipinto da Francesco del Cossa, è raffigurato il Trionfo di Minerva, seduta su un trono che vene trainato da unicorni (= simbolo di purezza).

Marzo (Francesco del Cossa)
Marzo: Trionfo di Minerva (Francesco del Cossa)
La dea della giustizia e della sapienza, è anche protettrice delle arti e dei mestieri femminili: l'affiancano infatti donne intente a filare, tessere e ricamare, e un gruppo di sapienti.

Marzo: donne che filano, tessono e ricamano
Nella fascia centrale vi è dipinto il segno dell'Ariete con i suoi tre Decani:

- "vir niger"= costellazione di Perseo
- donna = costellazione di Cassiopea
- giovane = costellazione di Enioco.

Marzo: il segno dell'Ariete
Marzo: Enioco
Nella fascia inferiore Borso d'Este è raffigurato tre volte (come in ogni scomparto).

Marzo: fascia inferiore
Sull'architrave di una scena che lo ritrae vi è la scritta IUSTICIA che allude al suo buon governo in fatto di giustizia.

particolare di Marzo: Borso d'Este amministra la giustizia
Al di sopra dell'architrave vi è dipinto un rilievo con il profilo di Borso d'Este.

particolare di Marzo: rilievo con il profilo di Borso d'Este
In un'altra scena di Marzo il duca parte per la caccia.

particolare di Marzo: Borso d'Este parte per la caccia
particolare di Marzo: Borso d'Este parte per la caccia
 L'attività umana da svolgersi nel mese di Marzo è la potatura.

Marzo: la potatura
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Nella fascia alta del comparto di Aprile, dipinto da Francesco del Cossa, è rappresentato il Trionfo di Venere, dove la dea è trainata dai cigni e Marte incatenato è inginocchiato davanti a lei.

Aprile (Francesco del Cossa)
Aprile: Trionfo di Venere
L'affiancano giovani in atteggiamento amoroso e le Tre Grazie.
I conigli più volte rappresentati sono simbolo di fecondità.

particolare di Aprile: giovani in atteggiamenti amorosi e conigli
Nella fascia intermedia è dipinto il segno del Toro con i suoi tre Decani:

- la donna con il bambino = costellazione delle Pleiadi
- uomo con la chiave = Sirio della costellazione del Cane
- uomo dai denti di cinghiale accompagnato da un leone e da un cavallo =
  costellazione Iadi o Aldebaran.

Aprile: segno del Toro
Aprile: Pleiadi
 Nel registro inferiore Borso D'Este dà una moneta al buffone Scoccola.

Aprile: registro inferiore
 particolare di Aprile: Borso d'Este dà una moneta al buffone Scoccola
In un'altra scena sono rappresentati i il duca, i giudici e dame appoggiate alla finestra intenti ad assistere al Palio di S.Giorgio.

particolare di Aprile: il Palio di S.Giorgio
particolare di Aprile: Borso d'Este e i giudici assistono al Palio di S.Giorgio, le dame si appoggiano alle finestre
E' anche raffigurato il ritorno dalla caccia.

particolare di Aprile: Borso d'Este ritorna dalla caccia
Dall'orlo inferiore del comparto sporge un paggio con falcone.

particolare di Aprile: un paggio con falcone sporge dal comparto
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Nella fascia superiore del mese di Maggio, opera di Francesco del Cossa e bottega, è raffigurato il Trionfo di Apollo sul carro trainato da cavalli e guidato da Aurora, sua sorella gemella.

Maggio (Francesco del Cossa e bottega)
Il carro è circondato dalle nove Muse, da Pegaso, la Fonte Castalia, sparvieri, la pelle di Pitone posata su uno sgabello (elementi legati alla divinità e al suoi luoghi di culto), umanisti e numerosi bambini.

Maggio: Trionfo di Apollo con Aurora
Nella fascia centrale è dipinto il segno dei Gemelli con i suoi tre Decani:

- non identificabile = costellazione dell'Auriga
- Apollo ed Ercole = stelle di Castore e Polluce
- arciere = Apollo.

Maggio: segno dei Gemelli
Restano raffigurati nella fascia inferiore solo la scena di una falciatura e un cavallo.
Questi frammenti della decorazione sono gli unici scampati all'apertura di una porta nel XVIII secolo.

Maggio: frammenti della decorazione inferiore
Maggio: cavallo
Maggio: la falciatura
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Sulla parete nord, dopo una raffigurazione di cavalieri portabandiera, vennero dipinti i mesi di Giugno e Luglio, uno scomparto con figurazione architettonica, i mesi di Agosto e Settembre, e una veduta con architetture.

Salone dei Mesi: parete nord
parete nord: cavalieri portabandiera
Nella fascia superiore di Giugno, dipinto dal "Maestro degli occhi spalancati", appare il Trionfo di Mercurio, protettore del commercio, su un carro trainato da aquile.

Giugno (Maestro degli occhi spalancati)
La divinità è circondata da mercanti che contrattano, mentre sulla sinistra vi sono un lupo e una scimmia (simboli della mercatura).

Giugno: Trionfo di Mercurio
Sulla destra della scena vi è una rappresentazione tratta dalle Metamorfosi di Ovidio: Io viene trasformata in giovenca da Giunone, mentre Argo viene decapitato da Mercurio su incarico di Giove per liberare Io.

Nella parte centrale è raffigurato il segno del Cancro con i suoi tre Decani:

- Orione
- due donne = quella seduta è Iside
- Conopo (nocchiere di Argo) = Argo.

Giugno: segno del Cancro
Giugno: Argo
Sullo sfondo della fascia inferiore viene rappresentata la vita in un borgo sul fiume e forse la "delizia" di Belriguardo.

Giugno: fascia inferiore
Nella scena a sinistra della fascia Borso inginocchiato riceve da Agostino Villa, Giudice dei Savi, il titolo di Signore di Ferrara.

Giugno: Borso riceve da Agostino Villa, Giudice dei Savi, il titolo di Signore di Ferrara
particolare di Giugno: Borso riceve da Agostino Villa, Giudice dei Savi, il titolo di Signore di Ferrara
particolare di Giugno: corteo
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La fascia superiore del comparto di Luglio, opera del "Maestro degli occhi spalancati", è dedicata al Trionfo di Giove che divide il carro trainato da leoni con Cibele, dea della Terra.

Luglio (Maestro degli occhi spalancati)
Compaiono nella scena il sacrificio di Attis, un gruppo di sacerdoti, un corteo nuziale (forse quello di Bianca d'Este, sorella di Borso, con Galeotto della Mirandola) e lo spaccato di una chiesa con frati.

Luglio: Trionfo di Giove
Luglio: corteo nuziale
Nella fascia intermedia è rappresentato il segno del Leone con i suoi tre Decani:
- figura in abito talare su un albero = costellazione dell'Idra
- Regulus
- Boote = costellazione dell'Orsa.

Luglio: segno del Leone
Luglio: costellazione dell'Idra
Il quadro inferiore è dominato da un'architettura classica che incornicia Borso con personaggi che potrebbero essere ambasciatori.

Luglio: fascia inferiore
particolare di Luglio: Borso riceve ambasciatori
Sulla destra compare il duca con cavalieri, mentre a sinistra è rappresentata la lavorazione della canapa.

particolare di Luglio: la lavorazione della canapa
Forse nello sfondo s'individuano il Monastero di Sant'Antonio in Polesine e la Chiesa di S.Giorgio fuori le mura.
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Segue il mese di Agosto, dipinto da Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza.

Agosto (Gherardo di Andrea Fiorini da Vicenza)
Nella sua fascia superiore è dipinto il Trionfo di Cerere su un carro trainato da draghi alati, attorniata da figure che lavorano i campi e mercanti.

Agosto: Trionfo di Cerere
Nello sfondo vi è una città ed è rappresentato il Ratto di Proserpina (figlia di Cerere), tra la disperazione delle sue damigelle.

particolare di Agosto: mercanti e Ratto di Proserpina
Nella fascia centrale si trova il segno zodiacale della Vergine con i suoi tre Decani:

- Proserpina
- ?
- figura orante = Iside.

Agosto: Vergine
Nella fascia inferiore Borso D'Este riceve ambasciatori, e riparte per la caccia.

Agosto: riquadro inferiore
particolare di Agosto: Borso riceve ambasciatori
 Sullo sfondo sono stati dipinti edifici rinascimentali.

particolare di Agosto: edifici rinascimentali
A sinistra del riquadro è rappresentata la trebbiatura.

particolare di Agosto: la trebbiatura
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Il mese di Settembre è stato dipinto da Ercole dè Roberti.

Settembre (Ercole dè Roberti)
Nella fascia superiore si trova il Trionfo di Vulcano su un carro trainato da scimmie.

Settembre: Trionfo di Vulcano
Sulla sinistra del riquadro è rappresentata la fucina di Vulcano con i Ciclopi.

Lo scudo di Enea con Romolo e Remo allattati dalla lupa rimanda alla scena sulla destra: l'amore dei genitori di Enea, Marte e la ninfa Ylia (o Venere).

particolare di Settembre: l'amore di Marte e Ylia (o Venere)
Nella fascia centrale il segno della Bilancia con i suoi tre Decani:

- suonatore di flauto
- Engonasin (padre di Callisto) = costellazione dell'Orsa maggiore
- due personaggi = costellazione del Centauro.

Settembre: Bilancia
particolare di Settembre: suonatore di flauto
particolare di Settembre: costellazione del Centauro
Nel riquadro inferiore sono illustrati momenti della vita di Borso d'Este: riceve ambasciatori, è a cavallo con il suo seguito...

Settembre: riquadro inferiore
particolare di Settembre: Borso a cavallo
particolare di Settembre: Borso riceve ambasciatori
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Sulla sinistra della parete nord la decorazione è pervenuta molto danneggiata.
Qui si trovava l'antico accesso al salone dal giardino.

porzione sinistra della parete nord ex ingresso al salone
Si intravedono vedute cittadine tra le quali una cinta muraria che dovrebbe corrispondere al tratto sud-ovest della città.

particolare della parete nord: cinta muraria
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Sulla parete ovest (quella dalla quale siamo entrati), vi erano rappresentati i mesi di Ottobre, Novembre e Dicembre (oggi quasi scomparsi).

Salone deio Mesi: parete ovest
Ottobre era dedicato allo Scorpione con il Trionfo di Marte, Novembre era dedicato al Sagittario con il Trionfo di Diana e Dicembre era dedicato al Capricorno con il Trionfo di Vesta.

L'accesso murato sulla destra della parete (nel mese di Ottobre), permetteva di entrare nella cappella privata del duca, che venne distrutta nell'Ottocento per far spazio al nuovo scalone.

Gli scuri delle finestre della sala erano posti al suo interno, per rendere unitario il ciclo pittorico: l'anta era dipinta da entrambe i lati.
In questo modo se l'anta era aperta, si poteva vedere la replica dell'affresco del muro che andava a coprire, se invece era chiusa aggiungeva altri elementi decorativi al ciclo, che risultava così ininterrotto.
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Dal Salone dei Mesi si può accedere direttamente alla Sala delle Virtù chiamata anche per le sue decorazioni Sala degli Stucchi.

Sala delle Virtù
La sala fungeva sia da anticamera degli appartamenti privati del duca che come sala delle udienze.

La porzione alta delle pareti con fregio e il soffitto a lacunari in legno e stucco policromi e dorati della sala sono opera di Domenico di Paris (seconda metà del XV secolo).

soffitto a lacunari della Sala delle Virtù
soffitto a lacunari della Sala delle Virtù
Il fregio è suddiviso in riquadri con una decorazione a festoni, putti e ghirlande.

riquadri del fregio della Sala delle Virtù
Al centro del riquadro si trova lo scudo araldico degli Estensi (l'aquila imperiale bicipite e i gigli di Francia), e le imprese del duca (l'Unicorno, il Paraduro, il Battesimo e il Fuoco).

scudo estense:gigli di Francia e aquila bicipite imperiale
arma di Borso d'Este: il Fuoco
arma di Borso d'Este: l'Unicorno
Alternati ai riquadri vi sono le raffigurazioni delle Virtù teologali e cardinali, rappresentate sedute in trono.

Virtù cardinale: Prudenza
Virtù teologale: Fede
Virtù teologale: Speranza
Virtù cardinale: Fortezza
Virtù cardinale: Temperanza
Virtù teologale: Carità
Manca la virtù cardinale della Giustizia, esercitata da Borso d'Este e rappresentata nell'adiacente Salone dei Mesi.


Palazzo Schifanoia alla morte di Borso d'Este passò al fratellastro Ercole I, e poi al fratello Sigismondo che affidò al Bastianino la realizzazione di alcune decorazioni interne ed esterne.

Successivamente il palazzo passò ad Alfonso I d'Este (figlio di Ercole I) e poi a Francesco d'Este (figlio di Alfonso I e di Lucrezia Borgia).

Nel 1598 gli Estensi abbandonarono Ferrara e il palazzo passò a Marfisa d'Este figlia di Francesco d'Este e di una sua amante.

Dopo essere stato proprietà della famiglia Cybo, duchi di Massa e Carrara, passò alla famiglia Tassoni che fece demolire la loggia trecentesca che collegava il palazzo al giardino e lo scalone d'onore realizzato da Borso per accedere al Salone dei Mesi.

Il palazzo fu subaffittato in seguito ad una manifattura di tabacchi che ricoprì con intonaci bianchi le pareti del Salone dei Mesi.

Fu solo nel 1821 che Giuseppe Saroni riscoprì gli affreschi.
In seguito ai restauri il palazzo ospita le collezioni dei Musei Civici d'Arte Antica.

ATTENZIONE: dopo i danni subiti per il terremoto che ha colpito Ferrara nel 2012 l'ala del palazzo che ospitava il museo è momentaneamente chiusa.


 http://www.artecultura.fe.it/159/museo-schifanoia
 http://www.ferraraterraeacqua.it

Orario:   martedì/domenica   9.30/19.00
Costo:    3€
ATTENZIONE: nel biglietto è incluso l'ingresso al Museo Lapidario

CONCLUSIONI
Palazzo Schifanoia è uno di quei luoghi magici da non mancare nella visita di Ferrara.
Per la sua estensione è uno dei cicli pittorici più importanti eseguiti nel Rinascimento e testimonianza storica della scuola ferrarese di quell'epoca.
E' un luogo in cui gli occhi non si stancherebbero mai di osservare i minimi particolari delle scene rappresentate sulle pareti di questo palazzo, che ancor oggi risulta una "delizia" per chi vi si reca a visitarlo.


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