Se Piazza Duomo è stata da sempre il centro religioso di Pisa, Piazza dei Cavalieri è stata a partire dal Medioevo certamente il centro politico della città.Piazza dei Cavalieri era anticamente chiamata Piazza degli Anziani per la presenza in questo spazio del Palazzo degli Anziani, e Piazza delle Sette Vie perché convergevano in essa sette vie della città (oggi le vie che sboccano sulla piazza si sono ridotte a cinque).
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| Piazza dei Cavalieri |
Durante il potere dei Medici la piazza divenne il quartier generale dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, ordine fondato da Cosimo I de' Medici che ne divenne il primo Gran Maestro. Per dotare l'Ordine di strutture adeguate Cosimo I si rivolse a Giorgio Vasari che trasformò le strutture medievali già esistenti in palazzi e uniformò le facciate di questi che affacciavano sulla piazza. L'opera del Vasari continuò ad essere realizzata anche dopo la sua morte e quella di Cosimo I con Ferdinando I de' Medici.
Dal 1846 il Palazzo della Carovana è divenuto la sede della Scuola Normale Superiore e anche altri palazzi della piazza sono passati in suo possesso divenendo sedi di facoltà universitarie.
La piazza, che fa parte del quartiere Santa Maria, è ancora circondata da edifici storici e chiese. Partendo da Nord, in senso orario troviamo: il Palazzo dell'Orologio, il Palazzo della Carovana, la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, il Palazzo della Canonica, il Palazzo dei Dodici, il Palazzo dell'Università, il Collegio Puteano e la Chiesa di San Rocco.
Quello che oggi viene chiamato Palazzo dell'Orologio ha avuto nei secoli altri nomi a seconda dell'uso che se è fatto: Palazzo del Capitano del Popolo, Palazzo di Giustizia e Palazzotto dei Cavalieri o Palazzotto del Buonomo. Venne chiamato Palazzo dell'Orologio dal 1696, da quando fu posto sulla sua facciata l'orologio proveniente dal fronte della vicina Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri, e costruita al di sopra di esso la torretta campanaria.
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| Palazzo dell'Orologio |
L'orologio, munito di una sola lancetta per scandire solo le ore, era rimasto sulla facciata della chiesa per soli quattro anni per i pericoli d'incendio che potevano verificarsi per la sua accensione. Fu poi spostato sul campanile della chiesa ma anche lì vi rimase per poco tempo.
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| orologio del Palazzo dell'Orologio |
Quello che oggi si percepisce come un palazzo costituito da un'unica facciata (la sezione centrale retta e i corpi laterali obliqui), nel Medioevo era costituito infatti da due corpi distinti separati da Via Dalmazia. I due corpi erano appartenuti alla famiglia Gualandi e furono collegati da un cavalcavia, e raccordati da un voltone detto Arcone dei Gualandi, nel Quattrocento.
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| ingresso a Piazza dei Cavalieri attraverso l'arcone del Palazzo dell'Orologio |
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| Arcone dei Gualandi |
Il corpo a sinistra era una casa-torre del XIV secolo che venne poi chiamata Palazzotto del Capitano, mentre nel corpo destro vi venne inglobata una torre dell'XI/XII secolo chiamata Torre della Muda o Torre della Fame.
Del Palazzo del popolo sono riemersi sotto l'intonaco della facciata i pilastri di sostegno di una loggia medievale a due luci.
La Torre della Muda era così chiamata perché forse si ospitavano in essa le aquile del Comune a "mudare", cioè a fare la muta delle penne, o metaforicamente il nome si riferiva ad uno spazio angusto dove si scontavano le pene debilitando il corpo.
La torre quadrangolare (8m X 8m) di quattro piani (h 21m) venne poi chiamata Torre della Fame quando venne riconosciuta, dai particolari narrati da Dante Alighieri nella Commedia, come il luogo di prigionia del conte Ugolino della Gherardesca, dei suoi figli Guaddo e Uguccione, e dei suoi nipoti Anselmo e Nino.
Il conte e Capitano del Popolo Ugolino della Ghirardesca (esponente di una casata di tradizioni ghibelline, ma apparso di volta in volta vicino alla linea ghibellina del Comune o guelfa dei Visconti), fu deposto da una congiura attuata dalle maggiori famiglie ghibelline della città guidate dall'arcivescovo di Pisa Ruggieri degli Ubaldini. Il conte Ugolino era stato rinchiuso nella torre da luglio 1288 a marzo dell'anno successivo quando morì di inedia insieme ai suoi famigliari. Il conte fu l'ultimo a morire, dopo essersi sfamato con i corpi dei suoi discendenti.
Dante parla del conte Ugolino nella seconda zona del IX cerchio dell'Inferno (canto XXXIII), nel girone dove i peccatori, traditori della patria, sono imprigionati nel ghiaccio: l'arcivescovo Ruggieri è conficcato nel ghiaccio del lago Cocito con il teschio roso dal conte Ugolino che espia la colpa di tradimento per le sue azioni politiche (e non morali per essersi nutrito con i corpi dei figli).
Il palazzo della famiglia della Gherardesca fu demolito e sull'area venne sparso sale (ancor oggi al suo posto sul Lungarno Gambacorti vi è un'area non edificata). Le spoglie del conte sono conservate nella Chiesa di San Francesco.
Fu il granduca Ferdinando I a voler oscurare la Torre della Fame per le vicende che l'avevano legata al conte Ugolino della Gherardesca. La torre, che mantenne funzioni di prigione fino al 1353, e che in seguito divenne una cava di materiali di riuso, venne riscoperta solo all'inizio del Novecento.
Sin dal Cinquecento i due corpi di fabbrica vennero messi a disposizione dell'Ordine di Santo Stefano. Qui vi venne posta l'Infermeria dell'ordine cavalleresco e da qui il nome di "Buonomo" preso del palazzo: il "buonomo" era una figura dei cavalieri preposta alla direzione dell'Ospedale dell'Ordine. L'edificio fungeva anche da residenza del priore e da carcere (piano superiore).
La facciata unica venne realizzata tra il 1603 e il 1608 su progetto di Cosimo Pugliani (forse prendendo spunto da un progetto del defunto Giorgio Vasari).
Facciata e voltone vennero decorate ad affresco da Filippo Paladini, Lorenzo Paladini e Giovanni Stefano Marucelli (1607/1608): quattro fasce di riquadri con figure allegoriche e paesi che glorificavano il potere mediceo e l'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano sulla facciata, e con grottesche sull'arcone.
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| Arcone dei Gualandi decorato con grottesche |
Purtroppo della decorazione rimangono poche tracce. Decorava la facciata anche uno stemma mediceo-stefanesco (oggi perduto) realizzato nel 1607 da Gino Lorenzi.Il palazzo venne acquistato nei primi del Novecento da Alberto della Gherardesca che volle costruire una quadrifora al piano nobile e arredare il palazzo in stile neogotico.
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| quadrifora del Palazzo dell'Orologio |
Successivamente il Palazzo dell'Orologio è stato acquistato dalla Scuola Normale Superiore e collegato tramite un tunnel sotterraneo al Palazzo della Carovana. Oggi il palazzo ospita la biblioteca della scuola.
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Alla destra del Palazzo dell'Orologio si trova il Palazzo della Carovana.
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| Palazzo della Carovana |
Il palazzo era già stato chiamato Palazzo degli Anziani perché aveva ospitato per un po' di tempo (prima della conquista fiorentina della città) la magistratura della repubblica Pisana (1254/1406) composta da 12 membri con mandato bimestrale che qui conducevano vita comunitaria. Il palazzo divenne poi collegio dei priori, di nuovo degli anziani con l'indipendenza e poi ospitò il commissario ducale.
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| iscrizione affissa sulla facciata laterale del Palazzo della Carovana |
Costituivano l'insieme del palazzo alcuni edifici medievali comprendenti torri e case-torri (si sono contati 11 corpi di fabbrica). Resti medievali del palazzo si possono ancora vedere sul suo lato destro (Sud-Est) costituiti da un grande arcone su pilastri in conci, e sul lato sinistro (Nord-Ovest) costituiti da coppie di bifore su colonnina inquadrate da archi a tutto sesto, appartenute a una casa a due piani.
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| resti medievali (bifore) sul lato Nord-Ovest del Palazzo della Carovana |
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resti medievali (arcone) sul lato Sud-Est del Palazzo della Carovana
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Su richiesta di Cosimo I de Medici l'insieme di più edifici fu ristrutturato e unificato da Giorgio Vasari (1562/1567), per ospitarvi i membri dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano di cui Cosimo I era il fondatore e Gran Maestro.
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Palazzo della Carovana
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Il palazzo prese da questo momento il nome di Palazzo della Carovana in quanto la "carovana" era il servizio marittimo che i cavalieri erano tenuti ad intraprendere dopo il triennio di soggiorno a palazzo dove erano tenuti corsi di geografia, aritmetica, cartografia e duello.
La facciata del palazzo per uniformare le antiche strutture è d'ispirazione fiorentina. Le finestre sono incorniciate in pietra grigio-verde.
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facciata del Palazzo della Carovana
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La decorazione a graffito fu progettata da Giorgio Vasari con il supporto di alcuni letterati fiorentini e presenta un programma iconografico con virtù civili, militari e religiose dei Cavalieri e azioni di Cosimo I come Gran Maestro o duca.
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| decorazione a graffito della facciata di Palazzo della Carovana |
Al pian terreno sono raffigurati i Segni zodiacali (Scorpione, Leone, Toro, Gemelli, Bilancia, Sagittario, Pesci e Ariete, che rappresentano eventi della biografia di Cosimo I connessi con il governo di Pisa), circondati da grottesche.
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| particolare della decorazione del pian terreno del palazzo (Segni zodiacali) |
Al primo piano sono raffigurate le Arti Liberali (Filosofia, Pittura, Musica, Poesia, Geometria o Architettura, Retorica, che sono gli attributi del buon cavaliere), alternate a mezze figure femminili alate (che rappresentano la Logica).
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| particolare della decorazione del I piano del palazzo (Arti Liberali) |
I graffiti del secondo piano (piano nobile) sono dedicati al duca e alle azioni di governo in territorio pisano. Sei Divinità (Plutone, Minerva, Marte, Ercole, Venere, Nettuno) si alternano a tre "Imprese" (Il falcone che tiene tra gli artigli lo scudo di Santo Stefano = longevità e continuità - con la scritta SEMPER, La tartaruga con la vela = prontezza e prudenza - con la scritta FESTINA LENTE, Il Capricorno = ascendente di Cosimo I - con la scritta FIDEM FATI VIRTUTE SEQUEMUR = "Proseguiremo con la virtù ciò che promette il destino").
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| particolare della decorazione del II piano del palazzo (Divinità e "Imprese") |
La decorazione prosegue al terzo piano con la raffigurazione delle Virtù (Prudenza, Temperanza, Fortezza, Fama, Giustizia, Carità) e di Divinità fluviali. Sotto le finestre sono raffigurati Ignudi con Trofei.
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| particolare della decorazione del III piano del palazzo (Virtù, Divinità fluviali, Ignudi con Trofei) |
Anche la decorazione scultorea fu progettata dal Vasari.
Lo stemma centrale con le Armi medicee con bisanti e la Croce di Santo Stefano sorretta dalla Religione e dalla Giustizia fu realizzato da Stoldo Lorenzi su disegno del Vasari (1562).
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| stemma con armi medicee (Stoldo Lorenzi) del Palazzo della Carovana |
Gli stemmi angolari dell'Ordine con teste di Capricorno (segno zodiacale di Cosimo I) furono realizzati da Giovanni Facelli sempre su disegno del Vasari.
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| stemma dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano (Giovanni Facelli) sul Palazzo della Carovana |
Tra le finestre del II e III piano fu posta una galleria di busti dei Granduchi di Toscana. Fu il granduca Ferdinando I de Medici a commissionare l'esecuzione di quello del padre Cosimo I, del fratello Francesco e il proprio (Ferdinando I), realizzati da Ridolfo Sirigatti. Gli altri tre busti scolpiti successivamente rappresentano Cosimo II (di Pietro Tacca), Ferdinando II (di Giovanni Battista Foggini) e Cosimo III (di Giovanni Battista Foggini).
Lo scalone a doppia rampa in marmo attuale fu realizzato nel 1821 su disegno di Giuseppe Marchelli n sostituzione di quello voluto dal Vasari che si era deteriorato. Due lesene inquadrano l'arco d'ingresso al piano terra.
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| scalone a doppia rampa del Palazzo della Carovana |
L'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano fu soppresso nel 1809 con un decreto imperiale napoleonico. Il Palazzo della Carovana venne svuotato degli arredi e divenne l'alloggio per le truppe francesi e per i paggi di Elisa Bonaparte granduchessa di Toscana. Per un decreto imperiale fu anche istituita la Scuola Normale Superiore (1810) per formare giovani da reclutare nei ranghi dello Stato come leali funzionari. Oggi il palazzo è la sede della Scuola Normale Superiore di Pisa che prepara i futuri insegnanti.
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Davanti all'ingresso del Palazzo della Carovana si trovano il Monumento a Cosimo I e la cosiddetta Fontana del Gobbo, commissionati da Ferdinando I de Medici per glorificare le opere idrauliche operate dal padre e la sua costruzione dell'acquedotto.
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| Monumento a Cosimo I e Fontana del Gobbo (Pietro Francavilla) |
Il Monumento a Cosimo I fu realizzato da Pietro Francavilla tra il 1594 e il 1596..jpg) |
| Monumento a Cosimo I e Fontana del Gobbo (Pietro Francavilla) |
Cosimo I è raffigurato in armatura e poggia il piede su un delfino, simbolo del dominio sui mari di Firenze e dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. Sul monumento sono scolpiti lo stemma mediceo-stefaniano e la Croce di Santo Stefano.
La Fontana del Gobbo (1594/1600) è sempre stata realizzata da Pietro Francavilla su disegno di Giambologna. E' così chiamata per la figura di un uomo gobbo alla base della fontana che guarda i due sottostanti bacini retti da figure mostruose.
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| Monumento a Cosimo I e Fontana del Gobbo (Pietro Francavilla) |
________Alla destra del Palazzo della Carovana sorge la Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.
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| Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri |
La Chiesa dei Santo Stefano dei Cavalieri era la chiesa conventuale dell'Ordine di vocazione religiosa cavalleresca fondato da Cosimo I. Qui si svolgevano i festeggiamenti di imprese militari, l'entrata a Pisa del granduca e gran maestro, i funerali dei cavalieri, e il Capitolo Generale dell'Ordine.
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Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri
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Anche la chiesa fu progettata da Giorgio Vasari e realizzata tra il 1563 e il 1572 sfruttando parti della medievale Chiesa di San Sebastiano alle Fabbriche Maggiori.
Dopo la morte di Vasari la realizzazione della facciata venne invece affidata a Don Giovanni de' Medici, il figlio naturale di Cosimo I.
La facciata in marmo bianco di Carrara è divisa in due ordini sovrapposti.
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facciata della Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri
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Il primo ordine presenta colonne affiancate a lesene con capitelli corinzi e specchiature in marmo nero di Portovenere che racchiudono lastre ottagonali in mischio rosso. Il portale centrale è sormontato dal motto IN HOC SIGNO VINCES e da un timpano spezzato dalla Croce di Santo Stefano.
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| portale della Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri |
Il secondo ordine presenta lesene con capitelli composti, ai lati finestre rettangolari ornate di drappi e al centro lo stemma mediceo-stefanesco.
La facciata è affiancata da due corpi laterali aggiunti nel Seicento che erano adibiti a deposito e spogliatoio dei cavalieri. Furono congiunti alla chiesa nell'Ottocento.
La facciata è decorata con graffiti che raffigurano le Virtù dell'Ordine di Santo Stefano e le Imprese dei Medici. I due stendardi in marmo di Carrara rappresentano lo stemma della famiglia Medici e l'Ordine di Santo Stefano.
Sulla destra del corpo di fabbrica si trova il campanile realizzato da Giovanni Fancelli nel 1572 e poi nel XVII secolo rielaborato da Giovanni Battista Foggini.
La chiesa (chiusa durante la nostra visita) è a navata unica. Presenta un altare barocco, due organi, un soffitto ligneo (1603), sei tavole che illustrano la Storia dell'Ordine, cinque tavole sulla Storia di Santo Stefano, due pale raffiguranti la Natività e il Martirio di Santo Stefano di Agnolo Bronzino e Giorgio Vasari, bandiere e fanali di navi appesi alle pareti, frammenti lignei di una nave da parata dell'Ordine cavalleresco.
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Sul lato Nord della piazza sorge il Palazzo della Canonica, tra le attuali Via Ulisse Dini e Via San Frediano.
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| Palazzo della Canonica |
Il palazzo fu progettato da Giorgio Vasari per volontà di Cosimo I, e realizzato da Davide Fortini tra il 1566 e il 1594, per ospitare i cavalieri sacerdoti che ufficiavano nella vicina Chiesa di Santo Stefano dei Cavalieri.
Il palazzo di tre piani nasce dallo sfruttamento delle preesistenti costruzioni medievali (torri e case-torri) dove in precedenza erano alloggiati dei soldati.
Originariamente il palazzo era diviso in unità abitative indipendenti, ognuna su tre piani e accessibili dal duplice loggiato posteriore che permetteva anche l'accesso ai singoli quartieri. Sul retro del palazzo vi erano anche orti e alberi da frutta.
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| facciata del Palazzo della Canonica |
La facciata del palazzo appare sobria. Un portale a bugnato in pietra serena, affiancato da lesene e sormontato da un balcone con finestra che presenta un timpano spezzato, si apre al centro della facciata. Ai lati dell'ingresso vi sono panche in pietra. Al pian terreno vi sono 10 finestre e su ognuno dei due piani superiori si aprono 11 finestre incorniciate da pietra.
Il palazzo appartenne ai cavalieri sino al 1859 anno della soppressione dell'Ordine, e poi passò alla Regione Toscana che lo adibì a uffici del Genio Civile. Durante la nostra visita l'edificio era in restauro, e ospiterà la biblioteca e i laboratori della Scuola Normale Superiore.
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Nell'angolo Sud-Ovest della piazza si trova il Palazzo dei Dodici.
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| Palazzo dei Dodici |
L'originale palazzo fu costruito nel XIV secolo per ospitare la nuova Camera del Comune che perse la sua funzione pubblica con la dominazione fiorentina (1603). L'edificio passò quindi ad ospitare la cancelleria e l'archivio della Magistratura degli Anziani.
Nel 1603 il nuovo palazzo fu progettato da Pietro Francavilla per volere del Collegio dei Priori. L'architetto che seguì i lavori fu Raffaello di Zanobi di Pagno.
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| Palazzo dei Dodici |
Il collegio ne aveva preso possesso nel 1509 quando dovettero abbandonare quello che verrà poi chiamato Palazzo della Carovana.
Era questo l'unico palazzo della piazza che non apparteneva originariamente all'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, e fu Cosimo III de Medici che nel 1691 volle dare all'Ordine tutti gli edifici della piazza e offrì al Collegio dei Priori il Palazzo Gambacorti. Fu così che il palazzo divenne la sede del Consiglio dei Dodici, il più alto organo di di governo dell'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano sulle questioni militari. Il Consiglio dei Dodici giudicava sia i cavalieri che coloro che commettevano reati all'interno della piazza.
Per questo sulla facciata si trova lo stemma stefaniano dell'Ordine e la scritta EQUESTRI IURI DICUNDO per la sua funzione di Tribunale svolta dal Collegio dei Dodici. Un'altra scritta sul cornicione è dedicata al Granduca Ferdinando I de Medici, accompagnata dalla data 1603.
La decorazione in pietra e marmorea del palazzo fu affidata a Leonardo Bitossi, che fece uso di materiale di riuso.
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| facciata del Palazzo dei Dodici |
La facciata presenta un portale incorniciato da due colonne doriche e da un architrave. Ai lati della facciata vi è una coppia di paraste a bugnato. La finestra mediana del piano nobile è dotata di un balcone e di timpano triangolare con stemma mediceo-stefaniano.
Durante il periodo napoleonico nel palazzo vi fu istallato l'ufficio della Cancelleria e nel 1817 tornò ad essere sede del Consiglio dell'Ordine fino al 1859, anno in cui passò prima al Regno di Sardegna e poi al Regno d'Italia. Tra il 1865 e il 1939 fu la sede della Provincia di Pisa. Dal 1939 il palazzo è sede della Fondazione "Istituzione dei Cavalieri di Santo Stefano" e ospita anche il Museo Storico dell'Ordine di Santo Stefano.
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A completare il lato Ovest della piazza venne costruito tra il 1595 e il 1598 il Palazzo dell'Università, così oggi chiamato perché proprietà dell'Università di Pisa.
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| Palazzo dell'Università |
Il palazzo faceva parte del blocco di case a schiera a tre piani che includeva anche il Collegio Puteano e la chiesa di San Rocco. Originariamente il palazzo era composto da due case.
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| Palazzo dell'Università tra il Palazzo dei Dodici (a sinistra) e il Collegio Puteano (a destra) |
Durante il Seicento ebbe funzioni abitative e una delle due case ospitò la casa dell'Auditore, il funzionario che affiancava gli organi collegiali dell'Ordine. Nel 1691 le due case ospitarono la sede della Cancelleria e dello Scrittorio e l'ufficio del cassiere dei Cavalieri.
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Al centro del lato Ovest della piazza si trova il Collegio Puteano, un edificio che confina con la Chiesa di San Rocco (a destra) e col palazzo che ospita oggi ambienti dell'Università di Pisa (a sinistra).
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| Collegio Puteano |
Originariamente era costituito da due case che successivamente vennero unite (1595/1598), erette dall'Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano con il contributo della Compagnia di San Rocco.
Il nome "Puteano" deriva da "Puteo", cognome latinizzato di Carlo Antonio dal Pozzo, arcivescovo di Pisa che nel 1604 prese il palazzo in affitto perpetuo per ospitarvi gli studenti provenienti da Biella (sua città natale) iscritti allo Studio di Pisa (come veniva chiamata allora la scuola universitaria di Pisa).
E' l'ultimo degli antichi edifici universitari pisani. Nel 1930 ospitava ancora 5 studenti biellesi e 15 normalisti di Lettere e Filosofia. In epoca fascista divenne il Collegio Mussolini di Scienze Corporative, un convitto di studenti di dottrine politiche, economiche e giuridiche. Poi divenne la sede provvisoria di allievi e professori esiliati dal Palazzo della Carovana. Nel 1945 divenne il Collegio Mazzini e poi la foresteria della Scuola Normale Superiore. Oggi è anche la sede del Centro di Ricerca Matematica Ennio De Giorgi.
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| facciata del Collegio Puteano |
L'edificio si articola su tre piani più le cantine. Nella parte centrale è posto l'arco che incornicia l'ingresso preceduto da una scalinata.
Nella parte superiore della facciata rimangono frammenti della decorazione ad affresco (Angeli, Trofei, Stemmi) che ornava il palazzo, realizzata da Michelangelo Cinganelli nel 1604. Tra le decorazioni della facciata spicca lo stemma Dal Pozzo con grifi, pozzi e aquile imperiali, realizzato in marmo. La decorazione inferiore è invece più recente.
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A chiudere il giro della piazza vi è la piccola Chiesa di San Rocco, adiacente al Collegio Puteano.
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| Chiesa di San Rocco tra il Collegio Puteano (a sinistra) e il Palazzo dell'Orologio (a destra) |
L'area dell'attuale chiesa era originariamente occupata dall'antica Chiesa di San Pietro in Cortevecchia che passò nel 1578 alla Compagnia di San Rocco (di cui si può ancora vedere lo stemma sopra il portale della facciata). La chiesa fu ampliata e prese il nome di Chiesa di San Rocco.
Nel Seicento la facciata fu inglobata dall'architetto Cosimo Pugliani in quella di un palazzetto simile a quelli adiacenti (Palazzo della Canonica e Collegio Puteano), che costituivano un blocco di edifici a schiera.
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| facciata della Chiesa di San Rocco |
I due piani sovrastanti alla chiesa (oggi ad uso del Centro di Ricerca Matematica Ennio De Giorgi) vennero adibiti ad Oratorio della Compagnia di San Rocco.
Un monumentale portone ligneo della seconda metà del Settecento introduce nell'interno della chiesa ad aula unica sormontata da volta a botte scandita da lunette. Sulla volta è raffigurato San Rocco che guarisce gli appestati (opera attribuita a Francesco Venturi), mentre le pareti sono decorazioni e altari seicenteschi e settecenteschi.
La Chiesa di San Rocco è ancor oggi collegata alla Chiesa di San Sisto, e il suo oratorio appartiene alla Parrocchia di questa chiesa.
CURIOSITA': Sulla facciata della Chiesa di San Rocco vi è un'iscrizione che menziona il Gioco del Mazzascudo, gioco medievale precursore del Gioco del Ponte, competizione di due squadre che ancor oggi (ultimo sabato di giugno) si affrontano spingendo un carrello su rotaie durante una rievocazione storica sul Ponte di Mezzo. Il Gioco del Mazzascudo si teneva invece nella Piazza delle Sette Vie, l'odierna Piazza dei Cavalieri. Il gioco fu disputato l'ultima volta nel 1406.
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CONCLUSIONI Piazza dei Cavalieri è uno dei siti più caratteristici della città di Pisa, ricco di storia e di peculiarità che la rendono un punto di attrazione turistica, anche perché posizionata vicino alla Piazza dei Miracoli. Nelle nostre visite in città non abbiamo mai visitato gli interni dei prestigiosi palazzi che ancora oggi sono molto importanti anche sotto il profilo culturale. C'é infatti la possibilità di partecipare a visite guidate gratuite in date e orari prestabiliti in alcuni degli edifici che circondano la piazza, a cura del personale della Scuola Normale Superiore. Ecco il link da consultare per la registrazione, insieme al calendario dedicato alle visite
https://piazzadeicavalieri.sns.it/prenotazioni/
Nella nostra ipotetica futura visita di Pisa lo terremo presente per approfondire la conoscenza di questi edifici.