giovedì 2 ottobre 2014

Roma: i Musei Capitolini (Appartamento dei Conservatori)


I Musei Capitolini sono il primo museo pubblico creato nel mondo: nel 1471 il Papa Sisto IV donò un gruppo di statue in bronzo al Popolo romano, e le statue vennero collocate sulla facciata e nel cortile del Palazzo dei Conservatori, divenendo fruibili a tutti i cittadini.

Le statue che provenivano dal Laterano erano: la Lupa Capitolina, lo Spinario, il Camillo, e la testa di Costantino con la mano e il globo

A queste prime statue iniziarono ad aggiungersene altre: Pio V donò tutte quelle sculture che venivano considerate di tema pagano, che si trovavano in Vaticano.

Nel 1654 venne poi costruito il Palazzo Nuovo e si poterono collocare in maniera più adeguata le collezioni, che vennero aperte al pubblico nel 1734 da Clemente XII.

Con l'acquisizione delle collezioni private delle famiglie Sacchetti e Pio, Benedetto XIV aprì la Pinacoteca Capitolina.

Nel 1876 venne costruito tra il Palazzo dei Conservatori e il Palazzo Caffarelli, nel cosiddetto Giardino Romano, un padiglione ottagonale, per sistemare i nuovi reperti venuti alla luce.
Il padiglione poi venne smontato e lo spazio riadibito a giardino.
Recentemente al suo posto è stata progettata, dall'architetto Carlo Aymonino, una grande aula con copertura in vetro.

E' stato aperto al pubblico anche il Tabularium, collegandolo agli altri edifici tramite una Galleria di Congiunzione (Galleria Lapidaria), passante sotto la Piazza del Campidoglio.
Venne acquisito il Palazzo Clementino (Medagliere Clementino) e risistemato il Palazzo Caffarelli.  

L'ingresso ai Musei Capitolini avviene dal Palazzo dei Conservatori, nella michelangiolesca Piazza del Campidoglio, sede dell'amministrazione civile sin dal medioevo.

Piazza del Campidoglio
Il Palazzo dei Conservatori, fatto costruire da Papa Nicolò V al Rossellino nella metà del quattrocento, era la sede dell'omonima magistratura elettiva cittadina.
A metà del cinquecento a Michelangelo Buonarroti fu affidato il progetto di risistemazione della piazza e della facciata del palazzo.

Palazzo dei Conservatori
Michelangelo aggiunge alla facciata un portico con grandi paraste di ordine corinzio e colonne di ordine ionico, finestre guelfe e un cornicione con balaustra e statue.
Al centro della piazza, con pavimentazione anch'essa disegnata dal maestro viene posizionata la statua equestre di Marco Aurelio, che occupava allora il posto dell'attuale obelisco al Laterano.

Ma Michelangelo non vide compiuta la sua opera, e alla sua morte si occupò di realizzare il progetto michelangiolesco Giacomo della Porta.

Varcato l'ingresso al museo e dopo i dovuti controlli, ci si trova in un cortile con due portici contrapposti.

cortile del Palazzo dei Conservatori
Sono posizionati sulla sinistra i rilievi che facevano parte del Tempio del divino Adriano (in Piazza di Pietra), raffiguranti le Province dell'Impero e trofei.

Sulla destra invece i resti della statua colossale di Costantino, trovata nella Basilica di Massenzio. Alcune parti della statua in posizione seduta erano in marmo, mentre il resto era in bronzo, per un'altezza complessiva di 12m.

Sotto il portico in fondo al cortile trovano spazio la statua della Dea Roma e quelle dei Barbari Prigionieri.

(Nella foto la copia del David di Michelangelo al centro del cortile fa parte di una mostra temporanea sull'artista)
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Si sale ora lo scalone del palazzo, dove trovano spazio rilievi che decoravano alcuni monumenti pubblici.

primo pianerottolo dello scalone
Sul primo pianerottolo si trovano tre rilievi delle imprese di Marco Aurelio, del II secolo d.C. provenienti da un arco trionfale: 
- il Trionfo, ovvero la "Vittoria Imperiale",

rilievo da monumento onorario di Marco Aurelio: Trionfo
- la Sottomissione dei Germani, ovvero la "Clemenza Imperiale",

rilievo da monumento onorario di Marco Aurelio: Sottomissione dei Germani
- il Sacrificio a Giove Capitolino, ovvero la "Religiosità Imperiale".

rilievo da un monumento onorario di Marco Aurelio: Sacrificio a Giove Capitolino
Altri tre rilievi raffigurano invece Adriano, uno su ogni ripiano dello scalone.
A questo ripiano, l'Adventus di Adriano, proveniente da un arco onorario di piazza Sciarra: Adriano entra in Roma accolto dal Senato e dal popolo.

Adventus di Adriano
Al primo piano (il piano nobile), le volte dello scalone sono impreziosite con stucchi: Glorificazione di Roma e scene del Vecchio e Nuovo Testamento.

stucchi sulle volte dello scalone
stucchi nelle volte dello scalone
Apoteosi dell'Imperatrice Sabina






Qui anche un rilievo proveniente dall'Arco del Portogallo (via del Corso), che raffigura Adriano su un podio mentre elargisce pane ai bambini durante una cerimonia.





























All'ultimo ripiano del palazzo invece l'ultimo rilievo dell'Apoteosi dell'Imperatrice Sabina (moglie di Adriano), sempre dall'Arco del Portogallo.





Sempre su questo pianerottolo si fronteggiano due pannelli in marmi colorati lavorati ad intarsio (opus sectile), raffiguranti due tigri che aggrediscono dei vitelli, provenienti dall'Esquilino dalla Basilica di Giunio Basso, console del IV secolo d.C.

opus sectile: Tigre che assale un vitello
opus sectile: Tigre che assale un vitello
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Al primo piano l'Appartamento dei Conservatori occupa con le sue nove sale parte del piano nobile.

ingresso all'Appartamento dei Conservatori
In queste sale di rappesentanza si riuniva il Consiglio Pubblico e il Consiglio Segreto.
In tempi più recenti (1957) qui si è firmato il Trattato di Roma con il quale si è istituita la Comunità Economica Europea.

La prima grande sala che si visita è la Sala degli Orazi e dei Curiazi, decorata da grandi affreschi eseguiti dal Cavalier d'Arpino nel XVI secolo.
Dipinti come se fossero arazzi, illustrano episodi della storia dell'antica Roma narrati da Tito Livio nella sua "Ab Urbe condita libri".

Il Ratto delle Sabine
Combattimento tra Orazi e Curiazi
Ritrovamento della lupa con Romolo e Remo
Fanno parte del ciclo anche gli affreschi "Numa Pompilio istituisce il culto delle Vestali e dei sacerdoti", "Battaglia di Tullo Ostilio contro i Valenti e i Fidenati" e "Romolo traccia il solco della Roma quadrata".

Sotto gli affreschi corre un fregio in finto marmo e con medaglioni  di episodi storici.

Lungo i lati corti della sala vi sono due grandi statue di pontefici:
la statua in marmo di Urbano VIII opera del Bernini, e la statua in bronzo di Innocenzo X di Alessandro Algardi.

Urbano VIII - Bernini
Innocenzo X - A.Algardi






















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La seconda sala è la Sala dei Capitani.

Sala dei Capitani
Sala dei Capitani






















Affreschi del cinquecento di Tommaso Laurenti narrano episodi di coraggio e di valore del primo periodo della repubblica.

Muzio Scevola davanti a Porsenna
Orazio Coclite al Ponte Sublicio
Battaglia del lago Regillo
Appartiene anche al ciclo d'affreschi della sala "La Giustizia di Bruto".
Statue e ritratti di capitani di milizie pontificie corrono lungo le pareti.

Sala dei Capitani
Sul soffitto a cassettoni tele dipinte illustrano la "Gerusalemme Liberata"(T.Tasso).

soffitto a cassettoni della Sala dei Capitani
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La Sala di Annibale ha decorazioni del primo decennio del '500 eseguite da Jacopo Ripanda.

Sala di Annibale
Gli affreschi illustrano alcuni episodi delle Guerre Puniche.

Annibale in Italia
Trionfo di Roma sulla Sicilia
Gli altri affreschi raffigurano una "Battaglia navale" e le "Trattative di pace tra Lutazio Catulo e Amilcare".
Negli angoli della sala vi sono pilastri con candelabri a grottesche.
Il sottostante fregio ha nicchie con busti di generali.

pilastri angolari e fregio con busti della Sala di Annibale
busti del fregio
Il soffitto ligneo di questa sala è il più antico del palazzo.
Vi è raffigurata la Lupa Capitolina.

soffitto a cassettoni della Sala di Annibale
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La Cappella del palazzo del '500 è dedicata alla Vergine e ai SS Pietro e Paolo, protettori di Roma.
Fu decorata con stucchi dorati da Jacopo Rocchetti e Michele Alberti.

Cappella
I due Santi protettori sono raffigurati sulla volta a stucchi.
Compaiono anche i dipinti dei quattro Evangelisti e di altri Santi.

volta della Cappella
Madonna in Gloria con i SS Pietro e Paolo - Marcello Venusti






Sopra l'altare è raffigurata la Madonna in Gloria tra i SS Pietro e Paolo di Marcello Venusti (XVI sec.).
Nella tela i due Santi chiedono la protezione della città di Roma alla Vergine.




Il paliotto dell'altare ha intarsi marmorei colorati.

paliotto d'atare della Cappella
Sulla parete sinistra vi è un affresco staccato di Madonna con Bambino e angeli (di Andrea di Assisi), proveniente dalla loggia del palazzo.

Madonna con Bambino e Angeli - Andrea di Assisi (XV sec.)
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La Sala degli Arazzi prende il nome dagli arazzi commissionati alla manifattura romana di San Michele a Ripa e riproducenti alcuni dei capolavori d'arte conservati nel palazzo (Rubens, Poussin...), di episodi storici e leggendari di Roma antica:

Camillo e il maestro di Falerii
Romolo e Remo


La Vestale Tuccia
La sala è anche chiamata Sala del Trono, in quanto nel XVIII secolo vi era collocato il trono per la visite del Papa.

Un fregio ad affresco illustra scene della vita di Scipione l'Africano e riproduce statue antiche (Laocoonte, Apollo del Belvedere ed Ercole).

fregio con il Laocoonte
fregio con Ercole
Lo zoccolo delle pareti è in finto marmo.
Il soffitto ligneo a cassettoni è intagliato e dorato.

soffitto a cassettoni della Sala degli Arazzi
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La Sala dei Trionfi prende il nome dal fregio raffigurante il trionfo di Lucio Emilio Paolo su Perseo, re di Macedonia.
L'affresco è stato dipinto da Michele Alberti e Jacopo Rocchetti nel XVI secolo.
Il soffitto a cassettoni è di Flaminio Bolonger.

fregio con Trionfo di Lucio Emilio Paolo
fregio con Trionfo di Lucio Emilio Paolo
soffitto ligneo della Sala dei Trionfi
Trovano posto in questa sala lo Spinario, statua in bronzo di giovinetto intento a togliersi una spina dal piede (I secolo a.C.), il Camillo, statua in bronzo di giovinetto addetto ad un culto (I secolo d.C.), il Bruto Capitolino statua in bronzo del IV/III secolo a.C. e il Cratere di Mitridate V Eupatore, vaso in bronzo proveniente dalla Villa di Nerone ad Anzio (II/I secolo a.C.).

Spinario
particolare dello Spinario
Spinario
Cratere di Mitridate V Eupatore



Camillo
La tela Vittoria di Alessandro su Dario è di Pietro da Cortona. 

Vittoria di Alessandro su Dario - Pietro da Cortona
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Segue la Sala della Lupa, un tempo era una loggia aperta verso la città.

Sala della Lupa
Lupa Capitolina
Al centro della sala si trova dal XVI secolo il simbolo di Roma: la Lupa Capitolina, la rappresentazione in bronzo di una lupa del V secolo a.C. o forse dagli ultimi studi sul Carbonio 14 risalente al Medioevo.
Alla lupa vennero aggiunti Romolo e Remo solo nel 1471.


particolare della Lupa Capitolina















Romolo e Remo

Lupa Capitolina





Gli affreschi pittorici di Jacopo Ripanda sono quasi scomparsi.

Trionfo di Lucio Emilio Paolo
Campagna contro i Tolostobogi























Al loro posto sono state inseriti i frammenti dei Fasti Consolari e dei Fasti Trionfalii (i nomi dei magistrati e dei trionfatori dalla fondazione della repubblica all'età di Augusto), posti un tempo nel foro Romano su un arco dedicato ad Augusto (19 a.C.).

Fasti Consolari e Fasti Trionfalii
Il soffitto è a cassettoni mentre il pavimento è un mosaico antico.

pavimento a mosaico della Sala della Lupa
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anatre della Sala delle Oche






La Sala delle Oche prende il nome da due anatre in bronzo di età romana(interpretate tradizioalmente come oche), che ricordano l'episodio, tra storia e leggenda, che le vide protagoniste: era il 390 a.C. ed era console Marco Manlio quando le oche sventarono con il loro starnazzare il tentativo dei Galli Senoni di entrare in Roma (Sacco di Roma).

un'anatra/oca









La sala è decorata con un fregio che raffigura scene di giochi del '500, paesaggi
reali e fantastici, trofei d'armi e di fiori e frutta, grottesche.

Oltre a stucchi dorati, pregevole è il soffitto "color dell'aria" e rosoni dorati, vasi e scudi.



soffitto "color dell'aria"
Sono esposti in questa piccola sala il Busto di Medusa del Bernini (esposto a Berlino durante la nostra visita), che ritrae in realtà Costanza Piccolomini Bonarelli, il Busto di Michelangelo Bonarroti (esposto nella mostra temporanea a lui dedicata e non fotografabile), e un piccolo vaso a forma di Iside (posto nella foto tra le due anatre/oche).

a volte, bisogna accontentarsi!
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La Sala delle Aquile prende chiaramente il nome da due aquile in marmo romane di età imperiale, poste su colonne di marmo cipollino.


Aquila in marmo
Aquila in marmo
Il soffitto ligneo del '500 con rosoni dorati e paesaggi dipinti, reca la scritta SPQR.

soffitto ligneo e fregio della Sala delle Aquile
Corre sulle pareti un fregio che raffigura vedute di Roma, medaglioni ovali nei quali sono rappresentate storie di Roma dell'età repubblicana, e grottesche.

fregio con Veduta del Colosseo
fregio con Veduta del Campidoglio
Diana Efesina






E' esposta in questa sala la copia della statuetta in marmo e bronzo del culto di Artemide ad Efeso (o Diana Efesina), con simboli di fertilità e teste di animali.













Qui finisce il primo nucleo del museo delle opere esposte nell'Appartamento del Palazzo de Conservatori.
La visita continua poi a questo piano con le altre sale del Museo del Palazzo dei Conservatori, al secondo piano la Pinacoteca Capitolina, il Palazzo Clementino Caffarelli e il Medagliere Capitolino.
Poi riscesi al piano terra si percorre la Galleria Lapidaria sotterranea con accesso al Tabularium e sbocco nel Palazzo Nuovo.

www.museicapitolini.org
Orario:  martedì/domenica  9.00/20.00
Costo:   9,50€            8,50€  per i residenti a Roma
             11,50€          Musei Capitolini + Centrale Montemartini (valido 7 giorni)
             10,50€          Musei Capitolini + Centrale Montemartini (valido 7 giorni)
                                  per i residenti a Roma
             5€                 audioguida


CONCLUSIONE
Siamo quindi arrivati solo al primo step di una serie espositiva molto ampia che riguarderà i miei prossimi post.
Per chi vuole visitare con calma e attentamente i musei, consiglio di dedicarci gran parte della giornata, sarebbe un peccato uscire da questo sito senza aver apprezzato in toto tutte le sue opere.
Dalla terrazza della Caffetteria del secondo piano si possono fare belle foto dei tetti di Roma e rilassarsi prima di continuare la visita.



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