Dall'alba dei tempi, l'uomo ha usato la tecnica del graffito per lasciare una traccia di sé: nel Paleolitico incideva disegni magici o religiosi sulle pareti delle caverne (la sua era una concezione magica dell'esistenza).
Gli Etruschi e i Greci usavano il graffito per decorare gli oggetti in bronzo (specchi e ciste) e vasi, come anche si continuò a fare in epoca medievale.
Nel Rinascimento erano le facciate o i cortili delle dimore ad essere "sgraffiate".
Mentre nella Roma medievale erano le case torri a rappresentare il
potere delle famiglie dominanti, nella Roma rinascimentale furono i
palazzi dalle facciate istoriate a dar mostra del proprio prestigio
familiare.
Mentre nel XIX secolo il graffito (riproposto dall'
Art Nouveau e dal
Liberty), era usato per propaganda politica, oggi i graffiti (nati dall'esigenza delle
gang giovanili di "marcare il territorio" soprattutto nelle periferie delle nostre città), sono divenuti una presenza, più o meno accettabile, della cosiddetta
street art.
A Roma, a partire dagli anni '20 del Cinquecento, molte facciate di case e palazzi furono decorate a graffito con arabeschi, disegni a grottesche o con finti rilievi a chiaroscuro di soggetto soprattutto classico, con una tecnica che prevedeva un'esecuzione molto veloce, che necessitava di una grande padronanza del disegno perché non consentiva ritocchi.
Le facciate venivano coperte dai muratori con una sorta di colla, composta da una parte di calce fina
e due parti di sabbia mischiata a carbone di legno; sulla colla ancora umida veniva poi stesa una mano di 2/3 mm di intonachino di calce e sabbia bianca.
Con l'uso dello spolvero venivano riportati poi dagli artisti i contorni dei disegni preparatori dei bozzetti, e con l'uso di ferri appuntiti veniva asportato l'intonachino, consentendo la lettura dei disegni.
Potevano essere usati anche più strati di intonaco di colori differenti per avere un effetto a chiaroscuro.
A decorare le facciate delle residenze romane vennero chiamati artisti prestigiosi quali Daniele da Volterra, Polidoro da Caravaggio (allievo di Raffaello), Maturino da Firenze, Benvenuto Cellini, Perin del Vaga, Cherubino Alberti, Giulio Bonasone, il Parmigianino e i fratelli Zuccari.
Purtroppo già nel Settecento molte di queste opere a graffito, esposte alle intemperie, erano andate perse, ma rimangono numerose riproduzioni cinquecentesche che ne testimoniano la loro esecuzione e quanto andassero in voga durante il Rinascimento e il Manierismo.
Questa moda decadrà a Roma solo col Barocco, quando si affermerà invece l'illusionismo prospettico, ma nuovamente ritornerà nell'Ottocento.
Nonostante che la maggior parte dei graffiti rinascimentali siano andati persi, basta porre un po' d'attenzione, passeggiando col naso all'insù per le strade del centro, per scoprirne ancora molti, che ci riportano magicamente indietro nel tempo.
Per non perdersi troppo, raccoglierò per Rioni i palazzi, le case e i cortili rimasti ancora in parte o ben decorati.
RIONE TREVI
Casa dell'Ospedale di S.Giacomo
- Via dei Modelli
|
Casa dell'Ospedale di S.Giacomo |
All'angolo tra
Via dei Modelli e
Piazza Scanderbeg, si trova un edificio sul quale si trova raffigurato uno stemma seicentesco.
|
stemma sulla facciata della Casa dell'Ospedale di S.Giacomo |
RIONE PONTE
PALAZZO MILESI
- Via della maschera d'Oro 7
|
Palazzo Milesi |
Via della Maschera d'Oro prende il nome dalla raffigurazione di un giovane che si nasconde dietro ad una maschera d'oro, posto al centro della facciata di questo palazzo costruito nel XVI secolo, che il letterato Giovanni Antonio Milesi fece decorare dal suo conterraneo Polidoro da Caravaggio e da Maturino da Firenze.
|
raffigurazione di un giovane nascosto da una maschera d'oro sulla facciata di Palazzo Milesi |
Secondo Giorgio Vasari, questa fu l'ultima facciata istoriata da Polidoro da Caravaggio prima che fuggisse dalla città a causa del Sacco di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527.
Tra vasi, eroti, busti e trofei, sono raffigurati soggetti presi dalla mitologia e dalla storia antica quali il "
Ratto delle Sabine" e le "
Leggi di Numa Pompilio".
|
decorazione della facciata di Palazzo Milesi |
Tra i personaggi ritratti tra le finestre del primo piano è rappresentato anche
Catone Uticense.
|
ritratti di personaggi storici |
|
ritratti di personaggi storici |
Il fregio a monocromo a
grisaille posto più in basso nella facciata, sopra le botteghe del palazzo, raffigura il
Mito di Niobe, tratto dal IV libro delle "
Metamorfosi" di Ovidio, con episodi in sequenza che vedono protagonista la regina tebana Niobe e i suoi numerosi figli.
Partendo da sinistra:
- un corteo di Tebani che portano doni e fanno sacrifici alla dea Latona
|
corteo di Tebani che portano doni a Latona |
- Niobe che ordina con un gesto della mano di porre ai suoi piedi i doni riservati
a Latona, dopo aver aver proferito un empio discorso contro la dea
|
Niobe ordina di porre ai suoi piedi i doni riservati a Latona |
- l'adorazione di una statua dorata
|
adorazione d una statua d'oro (Latona o Niobe) |
- Latona chiede ai suoi due figli (Apollo e Diana) di vendicarla
|
Latona chiede ai figli Apollo e Diana di vendicarla |
- Apollo uccide i sette figli maschi di Niobe mentre Diana uccide le figlie davanti
a Niobe
- Niobe stringe la figlia più piccola coprendola con un mantello.
|
Apollo uccide i figli maschi di Niobe |
|
Diana uccide le figlie di Niobe |
La facciata del palazzo è stata restaurata nel 2006, ricostruendo anche la loggetta dell'ultimo livello, descritta dal Vasari.
|
loggetta ricostruita all'ultimo livello del palazzo |
PALAZZETTO ISTORIATO DEI LANCELLOTTI
- Via della Maschera d'Oro 5
|
Palazzetto istoriato dei Lancellotti |
Accanto a
Palazzo Milesi si trova un altro palazzo istoriato con incisioni monocrome, la cui decorazione viene attribuita a Jacopo Ripanda.
|
facciata del Palazzetto istoriato dei Lancellotti |
|
decorazione ed ingresso del Palazzetto istoriato dei Lancellotti |
Al pian terreno sono rappresentati eroti ed elementi vegetali.
|
fregio con eroti ed elementi vegetali |
Il fregio del primo piano è decorato con figure femminili con ceste di frutta e cornucopie.
|
fregio con figure femminili con cesti di frutta e cornucopie |
Il secondo piano presenta invece alcune figure marine fantastiche, mentre a livello del terzo piano sono raffigurati dei draghi e, tra le finestre, episodi della
Storia di Roma.
|
dal basso: fregio con figure marine fantastiche - scene con episodi della Storia di Roma - draghi |
|
dal basso: fregio con figure marine fantastiche - scene con episodi della Storia di Roma - draghi |
Nell'angolo con
Vicolo di S.Simeone il palazzo presenta una colonna tortile con base antica in granito.
|
colonna tortile del palazzo all'angolo con Vicolo di S.Simeone |
PALAZZO GADDI CESI
- Via della Maschera d'Oro 21
|
Palazzo Cesi |
Anche se la sua decorazione è andata purtroppo perduta, il lungo palazzo che nella stessa via fronteggia quelli appena descritti, era stato decorato splendidamente da Polidoro da Caravaggio e da Maturino da Firenze, come testimonia una riproduzione della facciata conservata al
Museo Albertina di Vienna.
Gli affreschi a chiaroscuro, che riproducevano scene di sacrificio, di storia romana, di guerra e di caccia, figure allegoriche e lo sbarco di genti orientali nel Lazio, furono infatti ricoperti con vernice.
Erano anche riprodotti gli stemmi di Clemente VII Medici, quello della famiglia Gaddi proprietaria del palazzo e quello della famiglia Gomez da cui Caterina, prima moglie di Luigi Gaddi, proveniva.
|
iscrizione che ricorda Federico Cesi fondatore dell'Accademia dei Lincei |
In questo palazzo nacque Federico Cesi fondatore in questo stesso palazzo dell'
Accademia dei Lincei, e amico di Galileo Galilei, uno dei primi soci dell'accademia.
_______
PALAZZO ALTEMPS è un altro palazzo che aveva sulla sua facciata di
Piazza di Sant'Apollinare una decorazione a graffito.
|
Palazzo Altemps |
I graffiti eseguiti da Polidoro da Caravaggio e da Maturino da Firenze (1513/1517), oggi sono del tutto scomparsi.
CASA DELL'OSPIZIO DI SANTA MARIA DELL'ANIMA
- Via dei Banchi Nuovi 15/16A
|
Casa dell'Ospizio di Santa Maria dell'Anima |
Più recente delle altre è la decorazione della facciata di questa casa, effettuata nell'Ottocento.
|
decorazione della facciata della Casa dell'Ospizio di Santa Maria dell'Anima |
PALAZZETTO SANDER (poi OSPIZIO TEUTONICO)
- Via Santa Maria dell'Anima 65
|
Palazzetto Sander |
Questo palazzetto venne fatto costruire nel 1508 da Giovanni Sander di Nordhausendal, notaio sassone e membro del Tribunale della Sacra Rota, per accogliere i pellegrini connazionali.
|
facciata di Palazzetto Sander con distico latino |
Il distico scritto in latino sulla facciata, oltre a riportare il nome del proprietario ("JO(HANNES) SANDER NORTHUSANUS ROTAE NOTARIUS FEC(IT)"), augura vita eterna alla casa.
|
nome del proprietario dell'edificio sull'architrave dell'ingresso del palazzo |
La facciata realizzata nell'Ottocento, ripropone quella che doveva essere stata dipinta nel XVI secolo.
Dell'originale
infatti se ne è trovato sono un frammento durante un recente restauro
che ha integrato anche la decorazione più recente.
L'edificio è oggi proprietà del Pontifico Istituto Teutonico, che sovraintede all'adiacente Chiesa di Santa Maria dell'Anima.
TORRE E PALAZZO MILLINI
- Via di Tor Millina
|
Torre e Palazzo Millini |
Questo palazzo a due piani, costruito da Pietro Millini, affiancava una torre gentilizia del XIII sulla cui sommità è ancora scritto a grandi lettere il nome della famiglia a cui apparteneva.
|
Torre Millina |
|
decorazione dei beccatelli della Torre Millina |
Palazzo e torre furono decorati a monocromi da Perin del Vaga nel 1491, in occasione del matrimonio tra Mario Millini e Ginevra Cybo, nipote di Papa Innocenzo VIII.
|
decorazione della facciata del palazzo su Via di Tor Millina |
La decorazione a graffiti a monocromo riproduce candelabri, girali, cornucopie, bucrani e stemmi, tra i quali quello di Sisto IV.
|
stemma sulla facciata del palazzo |
Palazzo e torre, eretti tra l'altro sui resti dello Stadio di Domiziano, sono stati da poco restaurati.
EDIFICIO ISTORIATO A VIA DI TOR MILLINA
- Via di Tor Millina 25
|
Edificio istoriato di Via di Tor Millina |
Sempre lungo Via di Tor Millina sorge un altro edificio cinquecentesco istoriato con grottesche, satiri, figure alate e stemmi.
|
particolari della facciata istoriata |
|
particolari della facciata istoriata |
CASA CON LO STEMMA DI INNOCENZO VIII
- Vicolo delle Vacche 26
|
Casa con lo stemma di Innocenzo VIII |
Tra le finestre del primo piano di questa casa quattrocentesca si trova lo stemma di Papa Innocenzo VIII Cybo.
|
stemma di Innocenzo VIII |
CASA CELLINI
- Vicolo Cellini 31
|
Casa Cellini |
Questo vicolo, che anticamente era chiamato con il nome ritenuto poi indecente di "
Vicolo Calabraga" (in questo vicolo lavoravano e abitavano alcune prostitute), prese poi il nome di "
Vicolo Cellini" in onore dell'orafo Benvenuto Cellini che qui aveva il suo laboratorio.
Inoltre, la casa dalla facciata a graffito posta lungo il vicolo, sembra essere stata disegnata dallo stesso artista.
|
facciata di Casa Cellini |
Il pian terreno è decorato con finte bugne.
Al di sopra corre un fregio con grifi e putti.
Tra le finestre centinate del primo piano, in un clipeo sorretto da sirene, è raffigurato un combattimento di cavalieri.
Segue sopra un fregio con girali e mascheroni.
Infine al secondo piano sono raffigurati trofei e festoni.
|
fregio grifi e putti di Casa Cellini |
|
trofei e festoni nella facciata di Casa Cellini |
|
clipeo con combattimento di cavalieri (quasi del tutto scomparso!) sulla facciata di Casa Cellini |
CASA DELL'OSPEDALE DI S.GIACOMO
- Vicolo del Curato
|
Casa dell'Ospedale di S.Giacomo in Vicolo del Curato |
Uno stemma è dipinto su una casa di proprietà dell'
Ospedale di S.Giacomo.
|
stemma sulla Casa dell'Ospedale di S.Giacomo in Vicolo del Curato |
RIONE PARIONE
PALAZZO MASSIMO ISTORIATO
- Piazza de' Massimi
|
Palazzo Massimo Istoriato |
La famiglia Massimo è considerata la più antica dinastia d'Europa, vantando di derivare dalla
gens Flavia, che ebbe tra i suoi personaggi più illustri Quinto Fabio Massimo il Temporeggiatore, colui che salvò la Repubblica da Annibale. Questa famiglia costruì sui resti dell'
Odeon (il teatro coperto deputato alle competizioni musicali e di poesia eretto da Domiziano nell'86 d.C.), la cosiddetta
"Insula Massimi".
|
Palazzo Massimo alle Colonne |
L'insieme di costruzioni era composto dalla
"domus antiqua", chiamata anche "
del portico"( fatta costruire da Pietro Massimo, occupata e bruciata dai Lanzichenecchi nel 1527 e fatta poi ricostruire nel 1532 dalla famiglia a Baldassarre Peruzzi col nome di
Palazzo Massimo alle Colonne), e dalla "
domus nova" o
Palazzo Massimo Istoriato, che risulta oggi la parte più antica.
|
cortile interno di Palazzo Massimo Istoriato |
Su
Piazza de' Massimi, dalla quale partivano i corrieri di posta (i Massimo erano infatti Sovrintendenti delle Poste Pontefice), il palazzo aveva la sua facciata originale, con portale rinascimentale e due porte ad arco ribassato sulle quali si legge la scritta "CAMILLIS MAXIMUS" e "RESTITUIT AD MDCCCLXXVII".
|
portale rinascimentale e porte ad arco ribassato del Palazzo Massimo Istoriato |
Nel 1523 Domenico de' Massimi, in occasione delle nozze tra il figlio Angelo Massimo e Antonietta Planca degli Incoronati, fece decorare la facciata ad affresco monocromatico, con 12
Scene storiche e bibliche.
|
una foto del palazzo quando la decorazione era più leggibile |
Le scene sono illustrate tra le finestre, in tre fasce sovrapposte con un andamento narrativo serpentino.
Gli esperti sono concordi nel pensare che due delle principali scene sono prese dalle "
Storie di Giuditta": la "
Decapitazione di Oloferne" e "
L'occultamento della testa di Oloferne", poste in posizione centrale tra le finestre del secondo piano.
|
"Decapitazione di Oloferne" |
Sempre in questo registro si è voluto individuare "
Ester davanti ad Assuero" (dalle
Storie di Ester) o "
Il primo incontro tra Giuditta e Oloferne" (dal
le Storie di Giuditta), e "
Giuditta mostra la testa di Oloferne".
|
"Ester davanti ad Assuero" (dalle Storie di Ester) o "Il primo incontro tra Giuditta e Oloferne" (dalle Storie di Giuditta) |
|
"Giuditta mostra la testa di Oloferne" |
Nel registro più alto (II scena) si è voluto individuare lo "
Sposalizio della Vergine", mentre le altre raffigurazioni sono ispirate alla "
Vita di Ester" oppure sono sempre prese dalle
Storie di Giuditta: "
Dialogo tra Oloferne e Achior", "
Giuditta conforta il popolo di Betulia", "
Giuditta raccolta in preghiera" "
Giuditta esce con la sua serva dalle porte di Betulia".
|
"Sposalizio della Vergine" (oppure "Giuditta conforta il popolo di Betulia") |
|
"Dialogo tra Oloferne e Achior" |
|
"Giuditta raccolta in preghiera"
|
|
"Giuditta esce con la sua serva dalle porte di Betulia". |
Tra un piano e l'altro corrono dei fregi.
Nel fregio più in alto (tra il secondo e il terzo piano), sono rappresentate
Scene belliche.
|
fregio superiore: Scene belliche ("Assiri in fuga")
|
|
fregio superiore: Scene belliche |
|
fregio superiore: Scene belliche |
Le scene rappresentate nel fregio tra il secondo e il primo piano sono invece: "
Il popolo di Betulia armato scende dal monte e si getta sull'accampamento assiro", "
Il servo di Oloferne scosta le cortine per svegliare il suo comandante e scopre l'omicidio".
|
"Il popolo di Betulia armato scende dal monte e si getta sull'accampamento assiro", |
Le decorazioni del primo piano sono andate quasi tutte perdute
Sotto la cornice marcapiano si può individuare una
Vittoria alata.
|
Vittoria alata |
Ai lati delle scene e al pian terreno sono dipinti mattoncini.
Non è ancora stato accertato l'artista che eseguì questo lavoro: c'è chi dice un allievo di Daniele da Volterra, chi Polidoro da Caravaggio, e si è individuata una firma durante il restauro effettuato da Luigi Fontana del 1877, che l'attribuirebbe a Nicolò Furlano (come viene riportato nella lapide murata nella facciata del palazzo).
|
lapide del restauro del palazzo |
Davanti alla facciata del palazzo si erge dal 1950 una colonna di cipollino con capitello corinzio ricostruita, appartenuta all'
Odeon di Domiziano.
|
colonna dell'Odeon |
Non molti sanno che nel 1467, al pian terreno di questo palazzo, venne istallata la prima stamperia romana di Arnold Pannartz e Conrad Schweynheim, e che il primo libro ad essere stampato fu l'"
Epistolarum ad familiares" di Marco Tullio Cicerone.
LOCANDA DEI TRE RE
- Via del Pellegrino 64/65
|
Locanda dei Tre Re |
In passato
Via del Pellegrino, via lungo la quale si trova questa casa cinquecentesca, era percorsa dai numerosi pellegrini che si recavano alla
Basilica di S.Pietro.
|
decorazione della facciata della Locanda dei Tre Re |
Si presume che, essendo affrescata con tre medaglioni nei quali sono raffigurate tre teste coronate, pubblicizzasse la presenza di una locanda: la "
Locanda Tre Re Magi".
|
clipeo con testa coronata |
|
particolare della decorazione e di un clipeo |
|
particolare della decorazione e di un clipeo |
CASA IN VIA DEL PELLEGRINO
- Via del Pellegrino 66/67
|
Casa graffita in Via del Pellegrino 66/67(a destra) |
Adiacente a quella appena descritta si trova un'altra casa dipinta, opera presumibilmente di Daniele da Volterra (detto il Braghettone), allievo di Michelangelo.
La facciata cinquecentesca è decorata con
Scene di Storia Romana e delle figure.
|
particolare della facciata della Casa in Via del Pellegrino 66/67 |
|
particolare della facciata della Casa in Via del Pellegrino 66/67 |
CASA IN VIA DEL PELLEGRINO
- Via del Pellegrino 116
|
Casa in Via del Pellegrino 116 |
Tra le finestre dell'ultimo piano di questa casa cinquecentesca si trova, un po' nascosto dalle persiane aperte, un lacerto della sua antica decorazione pittorica.
|
decorazione della Casa in Via del Pellegrino 116 |
CASA A VICOLO DEI SAVELLI
- Vicolo dei Savelli 11
|
Casa a Vicolo dei Savelli |
Anche la facciata della casa del Cinquecento che si trova lungo Vicolo Savelli era riccamente istoriata.
|
facciata della Casa in Vicolo dei Savelli |
Il vicolo faceva parte dell'area sulla quale la famiglia Savelli aveva alcune proprietà, ma lo stemma con tre gigli e una colonna si riferisce ad altre famiglie nobili romane.
|
particolare della decorazione della Casa in Vicolo dei Savelli |
|
particolare della decorazione con stemma della Casa in Vicolo dei Savelli |
EDIFICIO A VICOLO DEL GOVERNO VECCHIO
- Vicolo del Governo Vecchio 52
|
Edificio a Vicolo del Governo Vecchio |
Questo edificio quattrocentesco con loggia terminale, posto d'angolo tra
Via del Governo Vecchio e
Vicolo dell'Arco della Chiesa Nuova, presenta una decorazione a graffito con bugne diamantate e fregi marcapiano.
|
decorazione a bugne diamantate della facciata dell'Edificio a Vicolo del Governo Vecchio |
|
fregio marcapiano dell'Edificio a Vicolo del Governo Vecchio |
PALAZZO AMEDEI
- Via della Fossa 14/17
|
Palazzo Amedei |
Questa casa rinascimentale, costruita per la famiglia Amedei, è decorata con disegni che riproducono bugne con effetto tridimensionale.
|
decorazione a finte bugne della facciata del Palazzo Amadei |
Lungo il marcapiano corre un fregio a graffito.
|
fregio a graffito della facciata del Palazzo Amedei |
STALLE DEL PALAZZO ORSINI PIO RIGHETTI
- Via del Biscione 89
Si pensa che questo edificio cinquecentesco dalla facciata a graffito, abbia ospitato le stalle del
Palazzo Orsini Pio Righetti, costruito difronte nel 1450, sulle rovine del
Teatro di Pompeo.
|
stalle del Palazzo Orsini Pio Righetti |
Infatti, una greca con teste di cavalli fa parte della decorazione.
|
greca con teste di cavalli |
RIONE REGOLA
CASA DI PIETRO PAOLO FRANCISCI della "ZECCA" o CHIAVICA DI PONTE
- Via di Monserrato 2
|
Casa di Pietro Paolo Francisci |
Questa casa prende il nome del suo proprietario, responsabile della
Zecca pontificia sotto il pontificato di Paolo II (1464/1471).
|
facciata della Casa di Pietro Paolo Francisci su Via dei Pellegrini |
|
decorazione dell'altana della Casa i Pietro Paolo Francisci |
|
lacerti della decorazione della facciata |
Il fregio che ricopriva la sua facciata, opera di Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze, illustrava scene correlate con l'eroina Clelia, la giovane romana che nel tentativo di scappare dal campo nemico del re etrusco Porsenna, attraversò il Tevere nel punto in cui fu costruita questa casa.
|
lacerti di decorazione sulla facciata di Via di Monserrato |
Questo edificio ospitò Eleonora del Portogallo, che nel 1462 sposò l'Imperatore d'Austria Federico III.
A ricordo di questo avvenimento venne murato sul fianco destro della casa un rilievo con l'aquila bicipite degli Asburgo, che dopo il 1870 venne rimossa in quanto simbolo della dominazione austriaca.
Oggi il reperto che riporta la sigla AEIOU (= "AUSTRAE EST IMPERARE ORBI UNIVERSO" = "Spetta all'Austria governare il mondo"), si trova nel cortile della
Chiesa di S.Maria dell'Anima.
PALAZZETTO LANCIA
- Via S.Salvatore in Campo
|
Palazzetto Lancia |
Questa palazzetto quattrocentesco appartenne ad Alessandro Lancia, come riporta l'architrave del portale d'ingresso.
|
portale d'ingresso del Palazzetto Lancia |
Probabilmente il palazzetto sorge sui resti del
Tempio di Nettuno.
|
fregio della facciata del Palazzetto Lancia |
|
fregio della facciata del Palazzetto Lancia |
Al primo piano, tra due finestre a tutto sesto, vi è dipinto lo stemma con i sei gigli dei Farnese, a voler testimoniare che il proprietario era un cortigiano di Papa Paolo III Farnese.
|
stemma Farnese sulla facciata del Palazzetto Lancia |
PALAZZO RICCI
- Piazza Ricci / Via Giulia 146
|
facciata di Palazzo Ricci su Via Giulia |
Costruito agli inizi del Cinquecento da Nanni di Baccio Bigio per la famiglia Calcagni, il palazzo passò ai Del Bene, che nel 1525 fecero decorare a Polidoro da Caravaggio e a Maturino da Firenze la facciata ad L su
Piazza Ricci.
|
facciata ad L di Palazzo Ricci su Piazza de' Ricci |
I due artisti rappresentarono episodi della
Storia Romana:
- a pian terreno la "
Continenza di Scipione", la "
Cattura di Muzio Scevola",
"
Muzio Scevola davanti a Porsenna"
|
Episodi della Vita di Muzio Scevola |
|
Episodi della Vita di Muzio Scevola |
|
Episodi della Vita di Muzio Scevola |
|
Episodi della Vita di Muzio Scevola |
- sopra al portale "
Prigionieri e Trofei"
|
Prigionieri e trofei |
- sulle finestre del primo piano il "
Tevere", la "
Lupa con Romolo e Remo",
"
Faustolo e la moglie", "
Romolo che traccia il solco della Roma quadrata
mentre i suoi compagni costruiscono la nuova città"
|
il Tevere, Romolo e Remo con la lupa, Faustolo e la moglie |
|
Romolo che traccia il solco della Roma quadrata mentre i suoi compagni costruiscono la nuova città |
- tra le finestre del primo piano "
Cesare", un "
Profeta" e "
Marco Furio Camillo"
(ormai irriconoscibili), e tra le finestre dell'ultimo piano "
Trofei".
|
ultimo piano: Trofei |
|
ultimo piano: Trofei |
Il palazzo è stato anche la residenza di Costanza Farnese, figlia naturale di papa Paolo III, e si racconta che qui tra i due avvenissero rapporti incestuosi, a parere anche del poeta Pietro Aretino che diceva: "a' figli di tua figlia padre e nonno" .
Non molti sanno che in questo palazzo dimorò nel 1555 anche Monsignor Della Casa, segretario di Stato di Paolo III, e che qui scrisse il suo celebre "
Galateo".
Il nome del palazzo deriva dal Cardinale Giulio Ricci che l'acquistò nel 1577.
Per questo le finestre ad arco del secondo piano avevano ai lati gli
stemmi dipinti dei Farnese e dei Ricci (un sole affiancato da un riccio), aggiunte da Luigi Fontana nel XIX secolo insieme a
grottesche (con i modelli delle incisioni fatte nel Seicento), a livello del secondo e terzo piano.
In un recente restauro le aggiunte ottocentesche sono state rimosse, lasciando solo quelle rinascimentali.
CASA IN VIA DI MONSERRATO
- Via di Monserrato 14
|
Casa in Via di Monserrato |
La facciata di questo edificio cinquecentesco è purtroppo molto rovinata e poco leggibile.
|
pian terreno della Casa in Via di Monserrato |
|
lacerti di decorazione della Casa in Via di Monserrato |
CORTILE DEL PALAZZO CAPPONI ANTONELLI
- Via di Monserrato 34
|
Palazzo Capponi Antonelli |
Il palazzo cinquecentesco apparteneva alla famiglia Casali, e aveva la facciata su
Via di Monserrato probabilmente decorata a graffito, anche se oggi appare con un prospetto tardo manieristico realizzato nel 1840.
|
cortile di Palazzo Capponi Antonelli |
|
loggia murata con decorazione a graffito |
Nel cortile però sono rimasti i resti del palazzo cinquecentesco, con loggia con colonne ioniche (oggi murata), sopra la quale rimangono lacerti dell'antica decorazione a graffito.
|
decorazione a graffito del cortile |
|
particolare della decorazione |
|
particolare della decorazione |
CASA IN VIA DEI GIUBBONARI
- Via dei Giubbonari 47
|
Casa in Via dei Giubbonari |
Anche sulla via che un tempo era popolata dagli artigiani che cucivano giubbe, si trova una casa rinascimentale istoriata a graffiti, con una figura femminile tra le finestre del primo piano, sormontata da un clipeo con testa maschile.
|
decorazione della facciata della Casa in Via dei Giubbonari |
Secondo il Vasari, Jacopo Strozzi commissionò a Baldassarre Peruzzi la costruzione di questa sua proprietà.
|
particolar della decorazione della facciata della Casa in Via dei Giubbonari |
RIONE SANT'EUSTACHIO
PALAZZETTO DI TIZIO DA SPOLETO
- Piazza Sant'Eustachio
|
Palazzetto di Tizio da Spoleto |
Il Palazzetto che su
Piazza Sant'Eustachio fa angolo con
Via della Palombella, venne costruito nella seconda metà del Cinquecento e appartenne a Tizio da Spoleto, maestro di camera del Cardinale Alessandro Farnese, che divenne papa col nome di Paolo III.
E' un edificio a due piani, con marcapiani decorati a stucco, cornicione a mensole con fascia decorata e con finestre architravate e decorate con festoni, volute e gigli (simbolo della famiglia Farnese).
|
architrave di una finestra |
|
decorazione del cornicione |
Nel 1560 la facciata venne decorata da Federico Zuccari con
Scene della Vita di Sant'Eustachio: la "
Conversione", il "
Battesimo" e "
Martirio".
|
Palazzetto di Tizio da Spoleto: Conversione di Sant'Eustachio (in alto) - stemma mediceo affiancato da Fortezza e Giustizia (in basso) |
Il generale romano Placido (che prese poi il nome di Eustachio), durante una battuta di caccia al cervo, vide sul palco di un animale una croce e la voce di Cristo che gli chiedeva perché lo stesse perseguitando.
Dopo questo episodio l'uomo si convertì al Cristianesimo, e dopo molte peripezie che misero a dura prova la sua fede, subì il martirio durante il regno di Adriano.
|
Palazzetto di Tizio da Spoleto (facciata di Via della Palombella) |
|
resti della decorazione del Palazzetto di Tizio da Spoleto |
Sono anche state raffigurate al centro della facciata la "
Fortezza" (a sinistra) e la "
Giustizia" (a destra), e lo stemma de' Medici riferito a Pio IV (al secolo Angelo Medici), salito al soglio pontificio nel 1560.
PROPRIETÀ DELL'OSPEDALE DI S.GIACOMO
- Via degli Spagnoli 48
|
Proprietà dell'Ospedale di S.Giacomo a Via degli Spagnoli |
Sulla facciata dell'edificio uno stemma cinquecentesco.
|
stemma sulla facciata di una Proprietà dell'Ospedale di S.Giacomo |
RIONE SANT'ANGELO
EDIFICIO ISTORIATO A PIAZZA COSTAGUTI
- Piazza Costaguti
|
Edificio istoriato in Piazza Costaguti |
Sopra e sotto le finestre ad arco dell'ultimo piano dell'edificio e lungo la muratura laterale, si può ancora vedere parte della sua decorazione cinquecentesca.
|
decorazioni della facciata |
CORTILE DI PALAZZO COSTAGUTI
- Piazza Mattei 10
|
Palazzo Costaguti |
Il palazzo fu costruito da Costanzo Patrizi, tesoriere di Paolo III Farnese, ma venne acquistato nel 1578 dalla famiglia Costaguti, banchieri di origini genovesi.
|
ingresso di Palazzo Costaguti |
Il palazzo era considerato dal Vasari uno dei cinque palazzi più ricchi di Roma.
Al suo interno hanno lavorato artisti importanti quali il Cavalier d'Arpino, i fratelli Federico e Taddeo Zuccari, il Domenichino, il Guercino, il Pomarancio, Giovanni Lanfranco, l'Allegrini, Pier Francesco Mola, Giovanni Francesco Romanelli.
Il Cardinal Vincenzo Costaguti infatti era il fondatore dell'
Accademia di S.Luca.
|
cortile del Palazzo Costaguti |
Il restauro operato nel 1997 ha portato alla luce resti della decorazione dei prospetti interni del cortile, scomparsa sotto l'ultima tinteggiatura del Novecento e gli altri tre strati precedenti.
Sembra che la decorazione, per fasce intorno e sopra le aperture del cortile, si debba ad artisti della scuola di Polidoro da Caravaggio.
Sopra l'arcone d'ingresso vi sono tre figure femminili e sagome di donne dai cui corpi germogliano tralci e radici.
|
prospetto del cortile sopra l'arcone d'ingresso |
|
figure femminili |
Sul lato destro del cortile vi sono raffigurati un
Ercole con clava e una battaglia.
|
Ercole |
Sul lato sinistro invece si notano decorazioni verticali con fiocchi e ghirlande che incorniciano le finestre,
Mercurio e Venere, lo stemma dei Costaguti e una finta finestra.
|
prospetto sinistro del cortile |
|
Mercurio e Venere |
|
finta finestra |
|
stemma dei Costaguti |
RIONE TRASTEVERE
CASA A VIA DEL MORO
- Via del Moro 62
La facciata a punta di diamante di questo edificio cinquecentesco, è decorata anche con uno stemma di una spada all'interno di un clipeo, da mostri che lo affiancano, e da girali.
|
edificio a Via del Moro |
RIONE BORGO
EDIFICIO DI VICOLO DEL CAMPANILE
- Via del Campanile 4
|
Edificio di Vicolo del Campanile |
La facciata di questo edificio quattrocentesco, posto a pochi passi dalla
Chiesa di S.Maria in Trasportina (dal cui campanile prende il nome il vicolo in cui si trova la casa), fu decorato da Giulio Romano nel 1520.
|
facciata dell'Edificio di Vicolo del Campanile |
La casa, su tre piani e dalle finestre centinate, presenta a pianterreno un graffito a finto bugnato, mentre tra le finestre del primo piano le scene rappresentate illustrano un guardiano di vacche addormentate assalito dal dio Mercurio, e quattro re daci prigionieri davanti a trofei.
|
decorazione della facciata dell'Edificio di Vicolo del Campanile |
Tra il primo e il secondo piano corre un fregio nel quale si può difficilmente individuare tra due leoni affrontati un emblema de' Medici: tre piume di struzzo e un anello a punte di diamante.
Al secondo piano è raffigurato Argo con tre vacche e figure femminili mitologiche.
Nel fregio più in alto vasi con frutta e leoni alati, e più in alto ancora, teste di leoni.
|
decorazione del fregio con leoni alati |
Questa casa è nota per essere stata anche l'abitazione del famoso boia pontificio Mastro Titta, il cui vero nome era Giovan Battista Bugatti e che abitualmente svolgeva il mestiere di ombrellaio.
_______
In Rione Borgo vi erano altri palazzi che avevano un tempo la facciata istoriata, ma che purtroppo è andata perduta nei secoli per rifacimenti in stili più moderni o ampliamenti.
Tra questi vi era
PALAZZO DELLA ROVERE o PALAZZO DEI PENITENZIERI (
Via della Conciliazione 33), costruito da Baccio Pontelli (1480/1490) per il Cardinale Domenico della Rovere (Cardinale di S.Clemente e nipote di Sisto IV).
|
Palazzo dei Penitenzieri |
I graffiti cinquecenteschi ricoprivano tutta la facciata del palazzo che si affacciava su
Piazza Scossacavalli, la piazza sostituita da
Via della Conciliazione.
Oggi il palazzo è la sede dell'
Ordine del Sacro Sepolcro di Gerusalemme.
Altro palazzo che un tempo appariva decorato con graffiti eseguiti nel 1519 da Polidoro da Caravaggio era
PALAZZO CASTELLESI o PALAZZO GIRAUD TORLONIA (
Via della Conciliazione 30), eretto nel 1498 su progetto attribuito al Bramante o ad Andrea Bregno per il Cardinale Adriano Castellesi.
|
Palazzo Giraud Torlonia |
La decorazione a graffito fu fatta eseguire da re Enrico VII che ebbe in dono il palazzo dal cardinale.
Passato ai Torlonia, dopo essere stato concesso o acquistato da altre famiglie o cardinali, il palazzo perderà i graffiti della sua facciata.
RIONE COLONNA
CASA DELL'OSPEDALE DI S.GIACOMO A VIA FRATTINA
- Via Frattina 62
|
Casa dell'Ospedale di S.Giacomo a Via Frattina |
Sulla facciata di questa casa, appartenuta all'
Ospedale di S.Giacomo, è rimasto uno stemma seicentesco.
|
stemma sulla facciata |
EDIFICIO ISTORIATO A VIA DEI DUE MACELLI
- Via dei Due Macelli 31
|
Edificio istoriato a Via dei Due Macelli |
Le decorazioni delle due facciate di questo edificio d'angolo sono ottocentesche, e ripropongono disegni del repertorio classico: grottesche, maschere, girali, putti...
|
decorazione della facciata dell'edificio |
|
decorazione con maschera dell'ultimo piano dell'edificio |
|
particolare della decorazione |
|
particolare della decorazione |
CAMPO MARZIO
EDIFICIO ISTORIATO A VIA CRISPI
- Via Francesco Crispi 89
|
Edificio istoriato a Via Francesco Crispi |
Questo edificio è stato decorato nel 1890, come riportato sulla facciata.
Tra festoni e animali fantastici sono raffigurati in clipei i ritratti di tre artisti famosi: Raffaello, Michelangelo e Tiziano.
|
decorazione della facciata con ritratto di Raffaello |
|
decorazione della facciata coi ritratti di Michelangelo e Tiziano |
CONCLUSIONI
Spesso si passeggia per le vie e i vicoli di Roma senza accorgersi che, solo alzando lo sguardo verso le facciate dei palazzi, si possono scorgere ancora le loro antiche decorazioni.
Esse ci raccontano la vita di quel luogo e quella dei personaggi che in quelle dimore hanno abitato.
E' affascinante scoprire il lato rinascimentale di questa città, testimone dell'arte romana antica e di quel barocco che prepotentemente ha ricoperto molto del patrimonio artistico precedente.
2 commenti:
è un viaggio strabiliante, non solo attraverso l'arte e la storia ma anche tra le false convinzioni che il viaggio debba essere esotico, in luoghi lontani, tra cose in fondo estranee. Così, invece, sperimentiamo anche un metodo diverso, anche se difficile e impegnativo, opposto al pricipio di distrazione di massa che sono i tour moderni, anche quelli definiti intelligenti, perché siamo indotti a concentrarci nel nostro passato e, di conseguenza in noi stessi. Basta alzare gli occhi, è vero. E per questo semplice gesto dovrebbe essere uno strumento di insegnamento adottabile nelle scuole, al posto della inutile e dispendiosa gita di fine anno. Non so come dire grazie all'autrice, a Raffaella.
Grazie per le sue riflessioni e per i complimenti!
Uno dei motivi che mi spingono a scrivere questo blog è condividere le tante sfacciettature dell'arte.
Posta un commento