martedì 2 ottobre 2018

Casertavecchia, borgo medievale


Tra i Monti Tifatini sorge un pittoresco borgo medievale: Casertavecchia.

via del borgo antico
Silenziose stradine acciottolate, case in pietra ravvivate da vasi di fiori, antichi edifici ed echi di storia, rendono questo borgo pedonalizzato un luogo dove potersi catapultare nel passato.

via del borgo antico
Casertavecchia è una frazione di Caserta, dalla quale dista solo 10 km.
Posta a 400 m sul livello del mare e nascosta dalle montagne ha rappresentato in passato un valido rifugio per la popolazione della piana di Caserta.

via del borgo antico
Il suo nome originale Casam Hirtam deriverebbe dalle parole latine: "Casa" = villaggio e "Hirta" = posto in alto.
Le sue origini sono poco note.
Nell'VIII secolo fu una roccaforte longobarda.

Risale all'epoca longobarda la costruzione del Castello (861 circa).

Castello di Casertavecchia
Inizialmente il castello, con planimetria di forma quasi ellittica, aveva una funzione di residenza fortificata, per poi assumere l'aspetto di un vero castello sotto le successive dominazioni normanna e sveva.

ruderi del castello
Il castello, costruito sul punto più alto del colle, era circondato da un fossato.
Numerose torri angolari a pianta quadrata in muratura a sacco correvano lungo il suo perimetro (oggi rimangono pochi ruderi).
Rimane solo una torre di fronte al palazzo.

torre delle mura del castello
In epoca normanna vennero rafforzate le primitive mura fortificate.

In epoca sveva (1240 circa) venne costruito il Mastio o Torre dei Falchi, una torre circolare con paramento in blocchi di tufo squadrato a vista, poggiate su uno zoccolo di blocchi poligonali in calcare.

Mastio del castello
Il mastio, che si sviluppa su tre livelli, è alto 30m e un diametro di 19,14m.
Questo mastio era tra i più grandi in Europa: era secondo per diametro alla torre della città provenzale di Aigues Mortes.
mastio e resti di mura
Il primo livello del mastio era accessibile dall'esterno tramite un ponte levatoio aereo che lo collegava al castello.
Un secondo ponte levatoio si trovava ad un altro livello.
La sala superiore comunica con quella d'ingresso tramite una scala ricavata nello spessore (ben quattro metri) della muratura.
Il terrazzo che ricopriva il mastio era munito di merli di coronamento.

resti del ponte levatoio mobile su un'apertura del mastio
Federico II fu un assiduo frequentatore del castello.
Il castello continuò ad essere abitato in epoca angioina e aragonese.
Nel Settecento fu acquistato da Carlo di Borbone.
Dell'antico castello rimangono oggi il cortile ellittico e parte della facciata con una finestra a bifora della sala del primo piano.

ruderi del castello
facciata del castello
bifora nella facciata del castello
ATTENZIONE: Il Castello è normalmente chiuso al pubblico tranne che in certe manifestazioni.
 
CURIOSITÀ: si racconta che il castello nasconda un antico tesoro custodito da una gallina dai pulcini d'oro.
La storia documentata di Casertavecchia inizia nel 879 quando venne ceduta al conte Pandonolfo di Capua (dalla Historia Langobardorum Beneventanorum del monaco benedettino Erchemperto).
Divenne sede vescovile nel X secolo quando il clero e la popolazione della pianura per sfuggire alle incursioni saracene si rifugiarono qui.
Nel 1062 Casertavecchia passò ai Normanni: fu infatti occupata da Riccardo I conte di Aversa.
Il primo conte normanno di Caserta fu Roberto I conte di Lauro dei Sanseverino (1163). 
Risale a quest'epoca la costruzione della Duomo dedicato al Santo dei Longobardi, S.Michele Arcangelo.

Duomo di S.Michele Arcangelo
Come si può apprendere dalle tre iscrizioni poste sui tre portali della facciata ovest della chiesa, il duomo venne costruito a partire dal 1113, all'epoca del vescovo Rainulfo, continuato dal vescovo Nicola, terminata nel 1153 dal vescovo Giovanni, che lo rivestì di marmo.
Sull'architrave si nomina anche il nome dell'architetto: Erugo.
iscrizione sul portale laterale sinistro
iscrizione sul portale laterale destro
Nel duomo, sorto su una precedente chiesa longobarda, si fondano (come nelle chiese di Amalfi, Gaeta e Sessa Aurunca), elementi dello stile longobardo, siculo-arabo, romanico-pugliese e benedettino di Montecassino.
prospetto del Duomo
La chiesa a croce latina presenta una facciata in muratura tufacea grigio-ocra a salienti tipicamente longobarda: sono presenti tre portali che introducono nelle tre navate interne in cui la basilica è divisa, e la navata centrale è più elevata di quelle laterali di 8m.

Duomo affiancato dal campanile
I portali sono in marmo bianco di Luni.
Strutture zoomorfe sostengono la ghiera aggettante decorata con palmette e fuoriescono a mensola: il portale sinistro poggia su due centauri, il portale centrale poggia su due leoni ed è decorato con un toro, il portale destro poggia su due animali simili a cavalli.

portale laterale sinistro con centauri
ghiera del portale centrale con leoni e toro - leoni stilofori della monofora centrale
particolare del portale centrale: leone che trattiene un moro tra le zampe
particolare del portale centrale: leone
portale laterale destro con animali simili a cavalli
Nella facciata sono presenti due monofore sottolineate da cornici in marmo bianco: una è posta sopra al portale sinistro e l'altra sul portale centrale (con ghiera che ricade su colonnine sostenute da mensole a forma di leoni stilofori che trattengono con le zampe un maiale e un montone).
Al posto della monofora sopra il portale destro si trova invece un oculo.

monofora della facciata principale
oculo della facciata principale
La facciata termina con un timpano decorato con archetti pensili (elemento architettonico lombardo), sormontati da archetti ciechi intrecciati a formare ogive che poggiano su sei colonnine di marmo bianco (elementi arabi-normanni).

timpano con archetti della facciata ovest del Duomo

La facciata sud, sulla quale si aprono un altro ingresso e alcune monofore a ferro di cavallo, presenta una decorazione a losanghe marmoree.

facciata meridionale e transetto sormontato dalla cupola
oculo della facciata meridionale
decorazione a losanghe della muratura della facciata meridionale
Anche il portale del lato meridionale della chiesa è decorato da una ghiera poggiante su mensole zoomorfe.

portale della facciata meridionale
ghiera del portale della facciata meridionale
La facciata nord invece ha decorazioni ellittiche.
La facciata meridionale del transetto presenta finestre a ferro di cavallo, archetti pensili e un timpano con archetti su colonnine.

facciata meridionale del transetto
Su tutte le facciate corre una cornice ad archetti pensili.
La policromia delle facciate è resa dall'accostamento di pietre di colori differenti.

cornice del transetto ad archetti pensili
La cupola è nascosta da un tiburio ottagonale voluto dal vescovo Stabile (1207/1216).
Il tiburio presenta una decorazione con riflessi siciliani.

cupola del Duomo
Due ordini sovrapposti di archi intrecciati formano un finto loggiato: l'ordine inferiore è decorato con tarsie floreali e geometriche mentre quello superiore presenta alcune sculture zoomorfe e antropomorfiche.
Il paramento murario della parte superiore è formato da scacchiera di blocchi bianchi e neri.
Il tiburio termina con un elemento conico coperto da tegole.

decorazioni della cupola del Duomo
Nella zona dietro all'abside della chiesa si trova l'ingresso al giardino del Duomo.

ingresso al giardino del Duomo

Il campanile risale al 1234 e fu costruito, come riporta una lapide posta sul suo lato sinistro, per volere del vescovo Andrea.

campanile del Duomo
iscrizione che ricorda la costruzione del campanile
Il campanile presenta influenze gotiche: i due piani traforati da bifore, posti su una base quadrata con archetti ciechi intrecciati, sorreggono la cella campanaria ottagonale decorata con archi e torri cilindriche angolari.

archetti ciechi intrecciati del campanile
bifora del campanile
bifora e cella campanaria con archetti intrecciati e torri cilindriche angolari
Il campanile, alto 30m e largo 5m., terminava in origine con una una struttura piramidale andata perduta nel Seicento a causa di un fulmine.

campanile
Lo decorano alcuni elementi antichi di reimpiego: una statua acefala di Venere, una testina di sfinge e un rilievo con armi.

sfinge posta sul campanile
Sotto l'arco acuto voltato a lacunari del campanile, che sormonta la via d'accesso alla Piazza Vescovado, vi sono affisse quattro lapidi che ricordano le quattro visite di Benedetto XIII.

arco voltato a lacunari del campanile
arco acuto che scavalca la strada
Il Duomo ha una pianta a croce latina.

pianta del Duomo
L'interno della chiesa è stato portato al suo aspetto medievale agli inizi del Novecento, eliminando le decorazioni a stucco barocche, ma gli affreschi parietali della scuola del Cavallini erano già stati distrutti, come sono anche scomparsi i dipinti della volta e gran parte della pavimentazione a mosaico.

navata centrale del Duomo
La chiesa è lunga 46m ed è divisa in tre navate da 18 colonne differenti tra loro provenienti da edifici di epoca romana.

colonne tra la navata centrale e la navata sinistra
colonne diverse nel Duomo
colonne tra la navata centrale e la navata destra
Le colonne hanno capitelli corinzi, tranne una che presenta un capitello ionico.
La diversa altezza delle colonne è compensata da un pulvino.
Due colonne sono in marmo bianco, mentre le altre 16 sono in marmo cipollino grigio.
Gli archi tra le colonne sono a tutto sesto e presentano una decorazione dovuta all'accostamento di pietra lavica di varie tonalità.

colonne in marmo cipollino grigio
La zona del transetto e dell'altare è sopraelevata rispetto a quella delle navate ed è costituita da tre absidi affiancate (quella centrale è più profonda).

abside del braccio sinistro del transetto
Nell'abside del braccio sinistro del transetto è posta la statua di S.Michele Arcangelo realizzata in pietra del Gargano (XVI secolo).

statua di S.Michele Arcangelo (XVI sec.) nell'abside del braccio sinistro del transetto
L'ingresso al transetto è sormontato da un arco trionfale a sesto acuto sorretto da semicolonne realizzate con fusti antichi sovrapposti.

arco trionfale d'accesso al transetto
accesso al transetto sinistro dalla navata laterale sinistra
L'altare maggiore è stato realizzato con alcuni amboni antichi decorati a mosaico quando nel Novecento è stato smantellato l'altare barocco (ora posto nella Cappella del Rosario), che aveva sostituito quello originale.

altare maggiore
Il Crocifisso ligneo (1649) posto sull'altare era collocato precedentemente in una cappella barocca della navata sinistra, oggi non più esistente.

Crocifisso
Il pavimento della chiesa è costituito da lastroni di pietra calcarea tranne che nella zona davanti all'altare dove si è conservato un tappeto musivo di gusto siculo-mussulmano.

pavimento a mosaico del transetto
pavimento a mosaico del transetto
pavimento a mosaico del transetto
 Sono rimasti 8 riquadri con raffigurate, tra elementi cosmateschi, figure zoomorfe e un'aquila sveva.

particolare del mosaico con aquila sveva
particolare del mosaico con figure zoomorfe
particolare del mosaico con figure zoomorfe
La copertura a capriate delle navate è lignea, mentre la zona del transetto è coperta da volte a crociera costolonate in tufo di gusto arabo.

copertura a capriate lignee della navata centrale
volte a crociera costolonate del transetto
Di fronte all'abside si trova una cupola a ombrello a 32 spicchi, con tamburo ottagonale decorato con una finta loggetta su 24 colonnine di marmo.

cupola ad ombrello
A sinistra dell'ingresso della chiesa si trova un'acquasantiera del XVI secolo che ha come base un leone, considerato il custode di questo luogo di culto.

acquasantiera (XVI sec.)
Sull'altro lato dell'ingresso un'altra acquasantiera è costituita da un agnello e da un capitello.

acquasantiera con agnello e capitello
Spesso si legge che le acquasantiere di questa chiesa hanno come base due leoni, ma come potete vedere nella foto qui sopra la scultura di questa acquasantiera non rappresenta proprio un leone!
Ho scoperto infine che l'altro leone è stato rubato!

La cappella in stile gotico posta nella prima campata della navata destra, è stata probabilmente aggiunta in un secondo tempo alla struttura.

Cappella gotica
Cappella gotica
La cappella contiene oggi il fonte battesimale del XII secolo ed era decorata da affreschi trecenteschi, di cui rimangono solo tracce.

fonte battesimale (XII sec.)
Sono ormai poco visibili gli affreschi che decoravano anticamente la cappella.

quel che resta degli affreschi della cappella gotica
resti della decorazione pittorica della cappella
Sulla sinistra della cappella entro una nicchia è posta una scultura in pietra di tufo dipinto che raffigura una Maria SS. Regina col Bambino (X sec.).

Maria SS.Regina (X sec.)
Sull'ultimo pilastro della navata destra, vicino al transetto, si trova l'affresco  della Madonna delle Grazie di scuola senese di tardo Trecento.

Madonna delle Grazie (scuola senese - XIV sec.)
Sul muro sinistro della controfacciata è murata la lapide tombale di Ludovico Alois che manca del monumento a cui apparteneva.

lapide tombale di Ludovico Alois
Sul muro della navata sinistra poggia la tomba di Ortensio Giaquinto, signore del borgo morto nel 1590, con raffigurazione del defunto posta sul coperchio inclinato della cassa.
Nell'iscrizione sottostante si apprende che il monumento cinquecentesco fu voluto dal fratello Alberico.

Tomba di Ortensio Giaquinto
iscrizione della Tomba di Ortensio Giaquinto
Dalla navata sinistra s'accede alla Cappella del Rosario, costruita sotto il vescovo Schinosi nel XVII secolo.
Madonna del Rosario (autore ignoto - XVIII sec.)
L'altare è decorato a intarsi marmorei.
Realizzato in epoca barocca per sostituire l'altare maggiore originale è poi stato sistemato in questa cappella all'inizio del Novecento.
Il dipinto settecentesco di autore ignoto posto sopra l'altare raffigura la Madonna del Rosario.
Nel dipinto s'identificano S.Domenico, S.Caterina da Siena e Pio V.
La tela è inquadrata da finte colonne affrescate che sorreggono un finto architrave.

resti degli affreschi della Cappella del Rosario
resti degli affreschi della Cappella del Rosario
Rimane solo questa delle cappelle barocche che correvano nella navata sinistra (le altre furono demolite nel Novecento).
Rimangono poche tracce degli affreschi che in passato decoravano la cappella.

resti di affreschi della cupola della Cappella del Rosario
Nel lato sinistro della cappella è murato una lastra marmorea con bassorilievo, forse facente parte di un ciborio trecentesco, usata oggi per contenere gli Oli Santi.

lastra marmorea per gli Oli Santi
Nella navata centrale, addossato alle colonne che separano questa navata da quella laterale destra, si trova il pulpito costruito sotto il vescovo Gentile (1604/1616).

pulpito
pulpito
pulpito
Il pulpito è stato realizzato assemblando gli amboni a mosaico del 1213.
Lo sostengono cinque colonne in cipollino con capitelli differenti (un capitello presenta la figura di un uomo nudo con barba e altre raffigurazioni).

decorazione a mosaico degli amboni che costituiscono il pulpito
decorazione a rilievo del pulpito raffigurante i simboli di S.Luca e S.Marco a fianco dell'Agnus Dei
decorazione a mosaico degli amboni che costituiscono il pulpito
particolare del capitello figurato
particolare del capitello figurato
Lungo la scaletta del pulpito sono stati scolpiti un Ebreo seminudo avvolto dalle spirali di un serpente e il Profeta Geremia.

Ebreo avvolto dalle spire di un serpente
Profeta Geremia
Vicino al pulpito si trova il cero pasquale realizzato intorno al 1300.

cero pasquale (1300 circa)
Ai piedi della prima colonna della navata laterale destra vicino al transetto si trovano scolpiti un cucciolo di leone e una testa di serpente con le sembianze umane.

cucciolo di leone
testa di serpente
Nel braccio destro del transetto si trova la tomba del vescovo Giacomo Martono in marmo, stucco e materiale di reimpiego (XIV secolo).

braccio destro del transetto con la tomba del vescovo Giacomo Martono
tomba del vescovo Giacomo Martono
Il sarcofago, sul quale è raffigurato il vescovo a bassorilievo, è sorretto da quattro colonnine tortili e da quattro semicolonnine.

sarcofago della tomba del vescovo Giacomo Martono
gisant della tomba del vescovo Giacomo Martono
Frontalmente il sarcofago presenta i bassorilievi (un tempo policromi) di Cristo, la Madonna e S.Giovanni, separati da figure di Angeli.

bassorilievi: Madonna, Cristo, S.Giovanni e due Angeli
Sulle due testate laterali sono raffigurati S.Giacomo e S.Pietro.

fronte laterale del sarcofago con raffigurato S.Giacomo
S.Giacomo
Si attribuiscono alla scuola di Simone Martini gli affreschi all'interno e all'esterno del baldacchino che sormonta la tomba.
Nella lunetta è raffigurata una Crocifissione, mentre nei pennacchi è rappresentata un'Annunciazione.

lunetta: Crocifissione
pennacchi: Annunciazione
pennacchi: Annunciazione



Nel frontone appuntito (vimperga) sono dipinti Cristo e Santi all'interno di tondi.
Un Agnus Dei è raffigurato nell'intradosso della volta interna del baldacchino.

Cristo e Santi 
Agnus Dei
 Due tondi con teste realizzate a monocromo occupano i timpani laterali del baldacchino.

testa a monocromo sul timpano laterale del baldacchino
Il baldacchino in stucco dipinto è sorretto da due colonne scanalate antiche in marmo e da due semicolonne in tufo.

colonne e colonnine della tomba del vescovo Giacomo Martono
Sempre nel braccio destro del transetto si trova la lapide di Marco Antonio Alois, sulla quale appaiono due stemmi nobiliari con leone rampante e giglio di Francia (XVI secolo). 

lapide di Marco Antonio Alois (in alto)
Sotto questa lapide si trova una lapide che ricorda che qui vi era l'altare della famiglia Crauso.

ricordo dell'altare della famiglia Crauso

Nel braccio sinistro del transetto si trova la tomba di Francesco De La Rath.

Tomba di Francesco De La Rath
Il conte morì a 41 anni nel 1359 e il monumento funebre nel quale è ritratto lo fecero costruire la moglie e i figli.
La sua famiglia di origine spagnola era scesa in Italia al seguito della duchessa Violante d'Aragona, moglie di Roberto d'Angiò.
Diego De La Rath (citato anche in una novella del Decamerone di Boccaccio), era stato poi nominato conte di Caserta.

gisant, Madonna, Cristo e S.Giovanni
Oltre la figura del gisant a tutto tondo sono raffigurati a bassorilievo la Madonna, Gesù e S.Giovanni.

Virtù: Fede, Carità e Fortezza
La cassa poggia su tre statue frontali che rappresentano le Virtù (Fede, Carità e Fortezza) ed è incorniciata da un baldacchino gotico sorretto da colonne tortili e con arco trilobato.

colonne tortili
Anche lungo il pavimento della navata centrale si trovano lastre marmoree funerarie.
Una è la tomba di Giacomo Celliano, medico morto nel 1542 che aveva lasciato il divieto della sepoltura in questa tomba alle donne della famiglia per evitare che la tomba finisse in mano di altre casate.

Tomba di Giacomo Cellani
L'altra lapide copre la tomba del vescovo Antonio Falangola, originariamente posta nella Cappella del Rosario.

Tomba del vescovo Antonio Falangola

Orario: inverno  9.00/13.00  15.30/18.00
             estate     9.00/13.00  15.30/22.30

Nel Duecento a Casa Hirta ebbe inizio la breve dominazione sveva con Riccardo di Lauro che aveva sposato Violante, figlia naturale di Federico II di Svevia.
Suo figlio Corradello fu imprigionato a Castel del Monte dai d'Angiò e Casa Hirta passò ai nuovi padroni angioini che erano solo interessati a sfruttarne le risorse.
Con la successiva dominazione aragonese (1442) Casa Hirta continuò a perdere d'importanza e s'avvio verso la decadenza: rimasero solo il vescovo e il seminario.

Nella Piazza del Vescovado, dove sorge il Duomo, si trova il Palazzo Vescovile, decorato con archi e finestre del XIII secolo.

Palazzo Vescovile
Di fronte al Duomo sorge il Seminario con portale in marmo cipollino sormontato dallo stemma del vescovo Diodato Gentile.
Oggi l'edificio è stato trasformato in ristorante.

ingresso del Palazzo del Seminario
Per volere di Gregorio XVI nel 1842 il Seminario fu trasferito a Caserta e il complesso trasformato in convento.

stemma del vescovo Gentile
A fianco al Duomo si trova la Casa della Canonica, fatta costruire nel 1600 dal vescovo Schinosi per collegare il Duomo con il Palazzo Vescovile .

Casa della Canonica
Il portale centrale è adornato con colonne di marmo.
Oggi la Canonica è abitata dal parroco.

Nel XVI secolo il conte Giulio Antonio Acquaviva trasferì la sua residenza comitale in pianura (dove sorge l'attuale Caserta).
Dopo l'avvento dei Borboni e la costruzione della Reggia di Caserta la residenza episcopale fu trasferita a Caserta e nel 1842 anche il vescovado fu trasferito.

Dietro il fianco destro del Duomo sorge la Chiesa dell'Annunziata, probabilmente costruita nel XIII/XIV secolo in stile gotico, ma rielaborata in forme barocche nel XVI secolo.

Chiesa dell'Annunziata
Ridotta in macerie (erano rimasti solo la facciata e il campanile) è stata restaurata.

La facciata, preceduta da un portico ad unica arcata a tutto sesto, presenta un rosone, tre monofore ogivali e un arco gotico affrescato con portale in pietra aggiunto in un momento successivo (1737).

rosone e monofore della Chiesa dell'Annunziata
monofore ogivali
portico, arco ogivale e portale barocco della chiesa
stemma sul portale della Chiesa dell'Annunziata
Sulla destra si trova il suo campanile a tre livelli.

campanile e portico della Chiesa dell'Annunziata
campanile della Chiesa dell'Annunziata
L'interno (che non abbiamo potuto visitare perché chiuso al momento della nostra visita), è ad unica navata, con presbiterio preceduto da arco trionfale ogivale.

Oggi la chiesa è sconsacrata ma in passato era l'oratorio dell'Ospedale.
All'Ospedale erano annessi la Casa "degli esposti" (i neonati abbandonati) e il Monte dei maritaggi, un'istituzione che offriva la dote alle ragazze povere, orfane e virtuose della città.


CONCLUSIONI
La visita di Casertavecchia è un tuffo nel medioevo, un luogo in cui ci si può immerge completamente nell'atmosfera di un'epoca passata.
Le stradine che si diramano dall'asse principale del borgo regalano quella tranquillità interrotta solamente dal suono delle campane.
A Casertavecchia il tempo sembra essersi fermato!
E' per questo che Casertavecchia è stata una location ideale per Pier Paolo Pasolini per girare nel 1971 "Il Decameron".
Anche durante la nostra visita, nel cortile di una casa, si girava una scena di matrimonio tratta dal bestseller "L'amica geniale" di Elena Ferrante, che apparirà in una serie televisiva.
E cosa dire del panorama che da quassù si può ammirare?

panorama sulla piana di Caserta dal castello di Casertavecchia


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