domenica 9 dicembre 2018

Napoli "da gustare"


Napoli è tra le città italiane quella che più delle altre viene ricordata per la sua gastronomia, dagli stranieri e da noi Italiani..." 'a pizza", "spaghetti c'a pummarola 'n coppa", " 'A genuvese" (pasta condita con carne e cipolla che non ha niente a che fare con Genova), " 'o babà", " 'e sfugliatelle" (ricce o frolle), " 'a pastiera"...solo per citare i piatti più conosciuti, senza dimenticare poi " 'na tazzulella 'e cafè"!

moke e cuccumelle (caffettiere napoletane)
La cucina napoletana è una cucina antica quanto la storia della città.
Dall'uso del garum, condimento romano, potrebbe derivare l'uso della colatura d'alici aggiunta ad alcuni piatti napoletani, il nome della "pizza" potrebbe derivare dal temine latino "pinsere" (="schiacciare"),  mentre il nome degli "struffoli", le classiche palline fritte coperte di miele tipiche del periodo natalizio, verrebbe dal termine greco stróngylos (="di forma tondeggiante").
La cucina napoletana si è arricchita nel tempo delle influenze provenienti dalla cultura delle dominazioni che si sono succedute nei secoli.
Con la dominazione francese e poi spagnola la cucina partenopea ha subito una scissione dovuta alla diversa preparazione dei piatti: quelli più ricchi d'ingredienti delle classi dominanti (sartù di riso, timballi,...), e quelli più poveri di materie prime tipici del popolo ("pasta e fasule",
" 'a frittata 'e maccarune"...).
Anche alcune parole di uso comune nella gastronomia napoletana prendono origine da parole francesi: i crocchè di patate (da "croquettes" = "crocchetta"), il ragù (da "ragoûter" = "risvegliare l'appetito" con piatti di carne stufata), il gattò (da "gateau" = "torta")
Inoltre il territorio campano circostante e il mare sul quale la città affaccia hanno potuto fornire  prodotti di grande qualità, che hanno aggiunto valore ai piatti qui elaborati.
Ma ciò che ha potuto far evolvere maggiormente la proposta gastronomica di Napoli è stata la fantasia dei suoi abitanti.
Anche durante una pur breve visita di Napoli ci si può accorgere della vasta proposta culinaria che la città offre, e degustare ciò che di più tipico trattorie, pizzerie, ristoranti, pasticcerie hanno da proporre...ce n'è per tutti i gusti e tutte le tasche, per chi ha fretta e per chi ha tempo di sedersi ad un tavolo e gustare con tutta calma le specialità del posto.
Ecco quindi quello che è stato il nostro piccolo tour enogastronomico iniziando da un must partenopeo: la PIZZA, in quella che a Napoli è considerata la via del cibo: Via dei Tribunali.
Si tramanda che la classica "Pizza Margherita" sia stata inventata nel 1889 dalla Pizzeria Brandi localizzata nei Quartieri Spagnoli (Salita di S.Anna di Palazzo 2).

targa commemorativa della "Pizza Margherita"
Fu infatti Raffaele Esposito, chiamato alla residenza estiva reale di Capodimonte per preparare le sue rinomate pizze, a creare per la Regina Margherita di Savoia la pizza con mozzarella, pomodoro e basilico (ingredienti che tra l'altro hanno i colori della bandiera italiana.
Per rendere omaggio alla regina il pizzaiolo chiamò la sua invenzione culinaria "Margherita".

Pizzeria Brandi
il forno della Pizzeria Brandi


ANTICA PIZZERIA GINO SORBILLO
Via dei Tribunali 32
www.sorbillo.it

Antica Pizzeria Gino Sorbillo
La famiglia Sorbillo ha segnato la storia della pizza a Napoli.
Era infatti il 1935 quando i nonni di Gino Sorbillo, Luigi e Carolina, aprirono il loro locale in Via dei Tribunali.
Ebbero 21 figli, tutti pizzaioli.
Oggi il nipote Gino, che si è "fatto le ossa" in cucina e poi ha preso in mano l'attività di questo locale condotto per molti anni dalla zia Esterina (la primogenita dei tanti figli della coppia), è divenuto una celebrità nel mondo della pizza napoletana.
Anche durante la nostra visita è apparso sulla porta del locale ripreso da telecamera mostrando un piatto di pasta.

Gino Sorbillo
Data la notorietà del locale, e l'impossibilità di prenotazioni, l'attesa per poter accede ad un tavolo è impressionante: durante l'ora di punta si deve attendere anche oltre un'ora e mezza.
Davanti all'ingresso sostano le persone che si sono iscritte sul foglio della lista d'attesa, e non si allontanano molto perché il microfono dal quale si attende di essere chiamati funziona molto male!

Quando finalmente si pensa di aver sentito il proprio nome e scavalcato la folla in attesa, si può accedere all'interno del locale diviso in più sale su due piani.
A parte la grande e luminosa S posta sulla parete di fondo della sala principale, niente caratterizza l'ambiente, se non i numerosi tavoli (ho letto che a volte possono essere servite 1200/1300 pizze al giorno!).

sala d'ingresso dell'Antica Pizzeria Gino Sorbillo
sala d'ingresso dell'Antica Pizzeria Gino Sorbillo
un'altra sala dell'Antica Pizzeria Gino Sorbillo
Per fortuna da questo momento in poi vi è un'accelerazione di percorso: si aspetta ben poco per le ordinazioni e pochissimo per l'arrivo delle pizze.

Il servizio è spartano: i piatti vengono serviti direttamente sui tavoli in marmo, bicchieri in plastica e tovaglioli di carta con impresso tutto ciò che serve a ricordare il locale, un menù vecchio stile dove sono elencate le pizze, molte delle quali portano il nome dei numerosi componenti della famiglia di pizzaioli.


Le pizze sono sottili, con cornicione non esageratamente alto, la qualità degli ingredienti attenta, una buona digeribilità.

Pizza Umberto (con pomodorini gialli e rossi del Piennolo)
Pizza Elena (con carciofini pugliesi)
GIUDIZIO: Dopo tanta attesa e tanta notorietà, mi aspettavo qualcosa di più, ma comunque nel complesso un'ottima pizza.
Ottimo rapporto qualità/prezzo.
                                                                           
                                                                                  😋

PIZZERIA ANTONIO E GIGI SORBILLO
Via dei Tribunali 38
https://www.facebook.com/pizzeriaantonioegigisorbillo/timeline

Pizzeria Antonio e Gigi Sorbillo
Proseguiamo per pochi metri per questa strada gremita di turisti e troviamo un'altra pizzeria della famiglia Sorbillo, è quella dei cugini di Gino Sorbillo: Antonio e Gigi, figli di altri due fratelli della numerosa famiglia di pizzaioli.

Qui non si prendono i nomi di chi vuole entrare e gustare la loro pizza...basta mettersi in fila, ma anche qui abbiamo atteso parecchio, e sotto un sole cocente, visto che non si può abbandonare la "posizione" guadagnata!


sala della Pizzeria Antonio e Gigi Sorbillo
Anche in questo locale regna la "semplicità".

forno della Pizzeria Antonio e Gigi Sorbillo
All'ingresso si trova la bocca del forno, e per ingannare il tempo si può osservare il lavoro dei pizzaioli...ma anche di coloro che servono ai tavoli: non si prendono i soldi con le stesse mani che aggiungono il prosciutto o altro sulle pizze appena cotte!
E soprattutto davanti a chi sta per entrare e consumare!
Eravamo affamati e quindi abbiamo preso una semplicissima margherita dove non venisse aggiunto nulla!

Pizza Margherita
GIUDIZIO: La pizza è buona, peccato che manchino quelle norme igieniche essenziali ad un esercizio di ristorazione.

                                                                                     😋


L'ANTICA PIZZERIA "DA MICHELE"
Via Cesare Sarsale 1
http://www.damichele.net/

L'Antica Pizzeria "da Michele"
Continuando il nostro tour alla ricerca della vera pizza napoletana ci siamo recati in quello che è stato definito il "tempio sacro della pizza".

Anche qui una famiglia di maestri pizzaioli porta avanti da cinque generazioni questa attività.
E' infatti nel 1870 che Michele Condurro dà inizio alla storia di questo locale, e la sua arte è stata poi ereditata dai suoi figli e dai suoi nipoti.

forno dell'Antica Pizzeria "da Michele"
L'attuale sede della pizzeria si trova alle porte di Forcella dal 1930.
Il locale è formato da tre sale arredate in maniera semplice, spartana, con piastrelle bianche alle pareti, tavoli con ripiani in marmo allineati a formare tavoli comuni e bicchieri di plastica.

sala d'ingresso della pizzeria

In menù solo due tipi di pizza: "Marinara" e "Margherita".

pizza "Margherita"
Ma per poter assaggiare queste loro specialità bisogna fare i conti non con "l'oste", ma con la propria pazienza: aspettatevi spasmodiche attese.
Un membro del personale distribuisce i numeri sulla soglia del locale, ma se vi pare che ci siano da aspettare pochi numeri, è quasi certamente un'illusione: probabilmente il vostro turno fa parte di un blocchetto successivo a quello che in quel momento stanno chiamando, e quindi ci sono più di cento numeri davanti al vostro.
Noi abbiamo aspettato due ore prima di poterci accomodare al tavolo...e quando ci eravamo illusi di poter finalmente ordinare la nostra pizza, ci è stato detto che a quell'ora vi era il cambio del personale e che dovevamo aspettare ancora!
Alla fine ci era passata la fame e di conseguenza quella che poteva essere la pizza più buona del mondo aveva perso il "gusto" dell'assaggio!

GIUDIZIO
Penso che la nomea di un locale non si può basare solo su foto dei proprietari con i vip del momento o sul fatto di essere stata la location di un film come "Eat, pray, love" con Julia Roberts.
Un locale deve offrire quello standard di "ristorazione" rivolto a "ristorare" e non a sfinire.
D'accordo, non ci ha obbligato nessuno a restare in fila così a lungo, ma non ci aspettavamo di dover attendere anche il cambio del personale.
In ogni caso il rapporto qualità/prezzo è ottimo.


                                            😋
Continuiamo il nostro tour di degustazione con alcuni indirizzi di RISTORANTI.

SEA FRONT DI MARTINO PASTA BAR
Piazza Municipio 1
081 1849 6282

Sea Front Di Martino Pasta Bar
Partiamo proprio con un ristorante che celebra la pasta, la pasta di Gragnano del pastificio Di Martino, che vanta 126 formati di pasta secca.
Questo locale dal format innovativo si trova davanti al Maschio Angioino, e come recita il nome "davanti al mare".

E' ubicato al piano ammezzato del suo store dove oltre ai tanti tipi di pasta prodotti dal marchio Di Martino, si possono acquistare anche tutto ciò che ruota intorno all'universo "pasta": confezioni regalo in latta, grembiuli, piatti in ceramica...

logo Di Martino e suoi prodotti
Si può definire un bar ristorante con cucina a vista: gli ospiti si possono accomodare intorno ad un bancone ad U che racchiude una cucina dove due esperti chef si occupano di cucinare ognuno per 12 coperti.
Sono infatti solo 24 i posti a disposizione (due tavoli per due persone sono collocati vicino alle vetrate).

bancone e chef al lavoro
bancone e chef al lavoro
bancone e chef al lavoro
Aspettando di essere serviti si può osservare gli chef al lavoro e carpire i segreti della loro arte ponendo loro domande (ed avendo risposte esaustive e simpatiche).

Le ricette del ristorante sono state ideate da Peppe Guida, con la collaborazione del capo brigata Pierpaolo Giorgio, esecutore dei piatti da noi degustati.

lo chef Pierpaolo Giorgio
lo chef Pierpaolo Giorgio
lo chef Pierpaolo Giorgio
impiattamento
impiattamento
impiattamento
Le proposte del menù sono circa 15, tutte a base di pasta naturalmente!
Anche un dolce prevede come ingrediente protagonista la pasta.
Noi abbiamo optato per la degustazione "a mano libera" (5 portate) dove lo chef era libero di proporci i suoi piatti, con abbinamento di calici di vino suggeriti dalla sommelier.

Pasta e fagioli "del giorno prima" ripassata con nduja
Linguine aglio, olio e colatura di alici
"Orzo" al pesto (cotto come un risotto) con sugo ai tre pomodorini
Pasta con crudo di pesce
Candele spezzate con Genovese di anatra all'arancia
La nostra è risultata un'ottima scelta, ed abbiamo anche potuto testare una pasta con pesce crudo ancora da inserire in menù.

I piatti sono studiati ad hoc per poter assaggiare la cucina partenopea (spaghetti al pomodoro chiamati qui la "Devozione", pasta e fagioli, pasta Genovese), ma anche piatti innovativi dove si sposano molto bene la qualità della pasta con le ottime materie prime usate, elaborati da mani sapienti e creative.
Quindi un "bravo!" allo chef.

pre-dessert:una forchettata di "Devozione"
"Past-iera" scomposta con conchiglione di pasta
E per finire lo chef ci ha anche preparato un caffè con la moka monodose, accompagnato da dolcetti serviti in una scatola, che se non degustati al tavolo divenivano un pensiero da portarsi a casa e prolungare il piacere di un'ottima cena.

caffè con moka e pasticcini
scatola di latta con piccola pasticceria
L'ambiente è molto chic e ricercato.
La mise en place è minimalista e ricercata: le posate cambiano stile e materiale ad ogni portata.
Taralli napoletani e grissini trovano posto in un contenitore originale.

taralli, grissini e degustazione di olio con pane
Il maitre gentilissimo ed attento ad ogni esigenza, molto preparata la sommelier.
Abbiamo avuto la fortuna di capitare in una serata in cui era presente con un suo ospite americano anche il Signor Di Marino, e con lui abbiamo avuto una piacevole conversazione.

sull'estrema destra della foto il Signor Di Martino
E per chi ha fretta e vuole comunque soddisfare la sua voglia di pasta, all'ora di pranzo il locale propone la "Devozione": spaghetti al pomodoro (130gr) da passeggio, con una fetta di pane sul fondo del contenitore d'asporto che lo contiene, per poter fare la "scarpetta".

GIUDIZIO: Questo tipo di format, accattivante e particolare, e se vogliamo anche didattico, ha incontrato i nostri gusti gastronomici e la voglia di sperimentare cose nuove.
Un ottimo indirizzo da consigliare ai "pastalover" ma anche a chi è in cerca di novità non banali ed eseguite con maestria.

                                                                                       😋

CIBARE'
Via Medina 62
081 5510901
/www.cibarenapoli.it

Cibarè
Cibarè è un ristorante della zona centrale, che da pochi mesi si è affacciato sulla scena dell'offerta culinaria partenopea.
Il locale si compone di due piccole sale poste su due piani.
Noi abbiamo cenato in quella principale, con arredamento moderno ed elegante: tavoli in legno e legno alle pareti, mise en place con runner nero che richiama il colore delle sedute, e qualche tocco di rosso per ravvivare l'ambiente.
Alle pareti sono appese vedute di Napoli realizzate dal pittore olandese naturalizzato italiano Gaspar van Wittel (padre dell'architetto Luigi Vanvitelli), mentre in sottofondo si ascolta musica napoletana.

sala principale di Cibarè
Il ristorante è sottotitolato "Regno delle due Cucine" in quanto vuole riportare in chiave moderna ed innovativa i piatti dell'epoca borbonica.
Per questo ha unito i profumi della tradizione napoletana con cotture e preparazioni innovative.
Ottime le materie prime e la freschezza del pesce.

Carpaccio di salmone
Tartare di tonno su vellutata di pomodoro
Baccalà cotto al vapore con arance
Tagliata di calamaro alla brace
Torta Caprese
Cannolo scomposto
Accurata la presentazione dei piatti.
Il personale è gentile e discreto.
Un ottimo rapporto qualità/prezzo.

GIUDIZIO: Un locale che abbiamo apprezzato per la preparazione dei suoi piatti senza sbavature e senza quella voluta voglia di sorprendere a tutti i costi che a volte i nuovi ristoranti ricercano.
Un indirizzo da consigliarvi.

                                                                                            😋


'A FIGLIA D' 'O MARENARO
Via Foria 180/182
081 440827
www.afigliadomarenaro.it

A' figlia d' 'o marenaro
Se avete voglia dei prodotti del mare recatevi in questo locale posto davanti all'Orto Botanico con un'ampia scelta di piatti di pesce, crostacei e molluschi.

ingresso del ristorante
cucina del ristorante
E' un ristorante con molti coperti, anche all'aperto dove è un po' più chiassoso.
Noi abbiamo optato per una sala interna, ben arredata con predominanza dei colori blu e oro.

una sala interna
Sapevamo che la specialità del ristorante è la zuppa di cozze, ma ci siamo sbagliati ed abbiamo ordinato l'impepata di cozze...poco male, visto che anche questo piatto era ottimo.
Molto buoni anche i paccheri con l'astice.

Impepata di cozze
Risotto alla pescatora
paccheri con 1/2 astice
GIUDIZIO: Un buon ristorante dove levarsi la voglia di pesce declinato in tutte le sue forme.
Il servizio è attento e celere.

                                                                                       😋

IL RISTORANTINO DELL'AVVOCATO
Via S.Lucia 115/117
081 0320047
www.ilristorantinodellavvocato.it

Ristorantino dell'Avvocato
Abbiamo prenotato un tavolo in questo piccolo ristorante per una serata di fine ottobre, e pensavamo di cenere all'interno del locale, ma arrivati sul posto ci è stato detto che ci avevano assegnato un tavolo all'esterno sul marciapiede, perché era stata prenotata l'intera sala già tempo.
Avrebbero dovuto avvertirci al momento della prenotazione...e se poi avesse piovuto? dove ci avrebbero sistemato?
La cosa ci ha disturbato non poco...ma abbiamo accettato ugualmente di accomodarci.
La scelta di restare si è rivelata comunque vincente, visto che dopo questo primo approccio non troppo felice, la serata è continuata in maniera gradevole.

sala del ristorante vista dall'ingresso
Il personale si è dimostrato infatti attento, professionale e disponibile, trovando il tempo di soffermarsi sulla descrizione dei piatti e raccontandoci anche alcune curiosità nonostante il locale fosse affollato.

mise en place
Abbiamo optato per il Menù Tradizione, un insieme di piatti che univano la cucina tradizionale con la giusta innovazione.
Piatti interessanti e ben realizzati che ci hanno lasciato piacevolmente soddisfatti.

Cappuccino di seppie e cornetto ai cereali
calamari e gambero cotti a bassa temperatura con gelato al cetriolo
Baccalà su letto di friarielli (broccoletti romani o cime di rapa)
Candele spezzate in salsa di "Genovese tre carni e tre cipolle"
Anatra
pre-dessert con sorbetto di anguria 
Variazioni di cioccolato
Anche il vino propostoci da un tablet è risultato un giusto abbinamento.

vino IL PRELIMINARE Cantine del Notaio
Ah dimenticavo! Il locale prende questo nome dal proprietario, Raffaele Cardillo, un avvocato che ha pensato bene di mettersi ai fornelli.


GIUDIZIO: Non posso che consigliarvi questo ristorante...magari chiedete conferma della preferenza del vostro tavolo.

                                                                                    😋
ROSOLINO CORNER
Via Nazario Sauro 1
081 764 6528
www.rosolinocorner.it

Rosolino Corner
Percorrendo il lungomare partenopeo s'incontrano numerosi ristoranti...noi ci siamo fermati a Rosolino Corner, che deve il suo nome alla famiglia dei proprietari e dal fatto che si trova ubicato all'angolo tra due strade.

vetrate del ristorante
L'ambiente, nel quale domina il colore bianco, appare subito moderno ed elegante.
Si nota l'attenzione ai dettagli che rendono la sala accogliente.
Grandi vetrate permettono una vista sul golfo di Napoli.
Al centro della sala un bancone bar e sul fondo la cucina a vista.

sala di Rosolino Corner
bancone bar di Rosolino Corner
soppalco con tavoli
I tavoli ben apparecchiati sono distribuiti su due piani e il ristorante offre nella bella stagione anche qualche tavolo all'aperto.

mise en place
cucina a vista
La cucina proposta in questo locale è mediterranea contemporanea, creativa e ricercata.

Mise en bouche
Tartare di ricciola, mango e lime
Tartare di tonno con zenzero marinato all'aceto di lampone e lime
Rombo in crosta di mais, agretti e menta
secondo di pesce

L'impiattamento è curato.
Buoni anche i diversi tipi di pane.
Il personale è professionale e cordiale.

pane e pizza
GIUDIZIO
Sicuramente Rosolino Corner è un indirizzo consigliabile per una cena romantica in cui si vuole trovare oltre la qualità dei piatti la raffinatezza del locale dove degustarli.
Un ottimo locale che vale la pena provare.


                                                                                      😋


ETTO
Via Santa Maria di Costantinopoli 102

081 19320967

Etto
Se tra la visita di un museo e di una chiesa del centro storico avete bisogno di una pausa e magari non sapete bene cosa vi andrebbe di mangiare, questo è l'indirizzo giusto dove poter trovare tanti tipi diversi di piatti, dal tradizionale partenopeo all'orientale, dal sostanzioso a quello povero di calorie.
Basta scegliere con gli occhi e "soppesare" il proprio appetito.

E' infatti questo un "ristorante a peso", dove paghi secondo quanto pesa il contenuto del tuo piatto (2,50€/etto).
La scelta è quindi al buffet.
Prima di accomodarsi al tavolo bisogna prendere una card che servirà a memorizzare il peso dei piatti.
L'acqua e il pane sono compresi nel prezzo.

la card e la nostra scelta
Sul bancone posto nella seconda sala del locale vi sono esposte le pietanze, alcune su piccoli fornelletti elettrici per tenerle in caldo.
Volendo c'è anche la possibilità di riscaldare il piatto in fornelletti a microonde.
Composto il piatto si passa a pesarlo.

sala del buffet
cucina a vista e buffet
bilancia per pesare il vostro piatto
L'arredamento è quasi totalmente bianco, con tavoli in legno chiaro.
L'ambiente è accogliente e il personale molto cortese.

sala del ristorante Etto
GIUDIZIO: Lo consiglio per una pausa pranzo sfiziosa e calibrata.
Nella buona stagione è possibile anche mangiare all'aperto sul marciapiede all'ombra degli ombrelloni.


                                                                                  😋
Passiamo ora alle Pasticcerie e i Caffè più famosi della città che abbiamo avuto modo di visitare.
Pintauro (Via Toledo 275) la piccola bottega dove è nata la sfogliatella (1785)

PASTICCERIA GIOVANNI SCATURCHIO
Piazza S.Domenico Maggiore 19
/www.scaturchio.it

Pasticceria Scaturchio
A Napoli questa pasticceria del centro storico è considerata un'istituzione.

Ha la sua sede storica sulla piazza dove sorge la Chiesa di S.Domenico Maggiore, all'interno del Palazzo dei Duchi di Casa Calenda, progettato da Luigi Vanvitelli.
Questo locale è stato aperto nel 1905.

esposizione di specialità della Pasticceria Scaturchio
babà e sfogliatelle della Pasticceria Scaturchio
La famiglia dei fratelli Scaturchio (Giovanni, Francesco e Rosa), proveniva dalla Calabria e venne a Napoli per far conoscere la sua arte pasticcera...e vi riuscì egregiamente.
Francesco, uno dei fratelli Scaturcio, si era specializzato nella lavorazione del cioccolato.
Essendosi innamorato di Anna Fougez, diva del Cafè Chantant, le dedicò un medaglione di cioccolato fondente ripieno di una ganache fatta di ricotta, cioccolato fondente, nocciola e un mélange di liquori che permettevano a questo dolce di conservarsi anche per quattro mesi (fino a quel momento non si era mai realizzato un prodotto capace di conservarsi così a lungo).
A questa specialità venne dato il nome di "Ministeriale".
Il motivo di tale nome deriva da un aneddoto: Francesco, dato il grande successo avuto dalla sua preparazione dolciaria, volle che per questa specialità divenisse fornitore della Real Casa, ma le procedure per ottenerlo erano complicate e lunghe, passando da un ministero all'altro.
Per questo un giorno Francesco esclamò: "Questo è un affare ministeriale", e d'allora fu questo il nome con cui venivano chiamati questi dolcetti, che li potete ancora degustare in due formati (a seconda della vostra golosità!).
i due formati di Ministeriali
Questa pasticceria non è famosa solo per i Ministeriali, ma anche per le altre specialità dolciarie napoletane come le sfogliatelle e i babà, e non solo.

Ministeriale
le specialità della Pasticceria Scaturchio
A proposito di babà, un'altra invenzione di questo locale è stato il "Babà Vesuvio", un grande babà a forma del vulcano che rende ogni cartolina di Napoli riconoscibile, realizzato e presentato a Parigi in occasione del G7 del 1994.
Lo potete vedere in mostra nelle vetrine del locale.

Babà Vesuvio della Pasticceria Scaturchio
GIUDIZIO: Dopo aver assaggiato i loro ministeriali e i loro babà non potrete che lasciare a malincuore questa pasticceria.

                                                                                           😋

GRAN CAFFE' GAMBRINUS
Via Chiaia 1 / Piazza Plebiscito 42
http://grancaffegambrinus.com/

Il Gran Caffè Gambrinus è il Caffè più antico di Napoli ed è membro dell'Associazione Culturale Locali Storici d'Italia.

Gran Caffè Gambrinus
Fu aperto nel 1860 al pian terreno della Foresteria del Real Palazzo (oggi Palazzo della Prefettura), in una delle piazze più importanti della città, dove si trovano il Palazzo Reale, il Teatro S.Carlo e la Chiesa di S.Francesco da Paola con il suo colonnato, copia di quello realizzato dal Bernini a Roma per la Basilica Vaticana.

Palazzo della Prefettura e Gran Caffè Gambrinus
vista su Piazza Plebiscito e su Palazzo Salerno (oggi sede del Commando Militare Regionale)
Nasce come caffetteria e per questo venne inizialmente chiamato Gran Caffè, divenendo all'epoca il Fornitore della Real Casa dei Savoia.

bancone del Gran Caffè Gambrinus
vetrina delle specialità del Gran Caffè Gambrinus
Il locale prese invece il nome di Gran Caffè Gambrinus, in onore del re delle Fiandre Gambrinus che inventò la birra, nel 1890 quando venne decorato con gli stucchi di Bocchetta, i marmi di Jenny e Fiore, le tappezzerie di Porcelli, i bassorilievi di Cepparulo e gli affreschi alle pareti di paesaggisti napoletani.

ingresso alla Sala da Tè
avanti Sala da Tè
prima Sala da Tè
in fondo alla terza sala c'è uno specchio che amplifica la prospettiva
le altre sale del Gran Caffè Gambrinus
Questo ambiente dalle forme neoclassiche e con decorazioni liberty fu il punto di ritrovo di artisti, politici, scrittori.
Si ricordano le presenze di Benedetto Croce, Matilde Serao (che qui fondò il quotidiano Il Mattino), i fratelli De Filippo, Totò, Eduardo Scarpetta, Oscar Wilde, Jean-Paul Sartre, Ernest Hemingway, Gabriele D'Annunzio (che su uno dei tavolini del caffè scrisse nel 1892 la canzone napoletana " 'A  vucchella"), Enrico De Nicola, Giorgio De Chirico, Carducci e l'Imperatrice Sissi (si ricorda che volle assaggiare il gelato alla violetta).
Divenne poi un Cafè Chantant.
Nel 1938 fu chiuso per volere del prefetto perché considerato un luogo d'incontro degli antifascisti.
Nel dopoguerra alcune sale furono cedute al Banco di Napoli.
Fu infine recuperato e restaurato negli anni '70.

La location è molto bella ma per quel che mi riguarda sono stata molto delusa per vari motivi.
Abbiamo consumato due aperitivi al tavolo nella prima sala interna, e pur non essendo affollato, abbiamo aspettato parecchio tempo.
Ci hanno portato gli aperitivi accompagnati da arachidi e tarallini, che non eccedevano né per freschezza né per bontà.
Dopo parecchi minuti, ci hanno servito qualche pizzetta e crocchetta, anche queste di pessima qualità!

Aperitivo al Gran Caffè Gambrinus
Il personale lento e svogliato era più impegnato a spazzare i resti dei bicchieri che uno di loro aveva rotto che a servire i tavoli.
E poi che brutto il tappeto rosso della sala tutto costellato di macchie nere!

GIUDIZIO: Questo locale con storia, nome e riconoscimenti ha tradito le nostre aspettative.
Un aperitivo al Caffè Greco a Roma, anch'esso Locale Storico d'Italia, è davvero un'altra esperienza: gentilezza, signorilità, qualità, presentazione e varietà delle tartine e degli stuzzichini che accompagnano aperitivi artisticamente preparati...e il costo è lo stesso! 
Magari visitatelo e prendete un caffè al bancone.

una tazza di caffè al Caffè Gambrinus

                                          😋

IL VERO BAR DEL PROFESSORE
Piazza Trieste e Trento 46
https://www.ilverobardelprofessore.com/

Il Vero Bar del Professore
Nella piazza considerata il salotto buono di Napoli si trova, a due passi da quello precedente, un altro locale famoso per l'arte di preparare una tazzina di caffè e per i suoi 63 modi di proporla. 

bancone de Il Vero Bar del Professore
Tra le sue proposte si ricordano il Croccantino, il Kinder, il Black & White, il Cialdino, il Caffè Savoia, il Napolitano (dal nome del Presidente della Repubblica a cui è stato dedicato), il Totò, il Peppino, il Malafemmena, i gusti finocchietto, basilico, prezzemolo, cioccolato, limone, mandarino, ricotta, e quello più famoso Nocciolato.

Nocciolato
Questo piccolo Caffè dall'ambiente semplice, prende il nome dal suo proprietario, il Professore di Conservatorio Raffaele Ferrieri.

Il Vero Bar del Professore
ATTENZIONE: dalla parte opposta della piazza si trova un altro Caffè chiamato "del Professore", ma non è l'originale, anche se qui viene proposta la versione di caffè alla nocciola!


                                                                                     😋 

LEOPOLDO CAFEBAR
Via Benedetto Croce 30/31

http://www.leopoldoinfante.it

Leopoldo Cafebar
Questo locale del centro storico posto sul Decumano Inferiore (una delle tre strade di progettazione urbanistica greca oggi comunemente chiamato Spaccanapoli), è una delle sedi del tarallificio e pasticceria che prende il nome dal suo fondatore Leopoldo Infante (1940).

Il tarallo 'nzogna e pepe (sugna e pepe), è una delle specialità che si possono qui acquistare, insieme ad altri tipi, salati o dolci, che alla ricetta base hanno aggiunto altri ingredienti per diversificare l'offerta.

Ci sono molte ipotesi sull'etimologia del nome "tarallo", ma forse il supporre che derivi dalla parola greca "daratos" (= sorta di pane) è quella più credibile.
I taralli erano originariamente un alimento per i ceti più poveri.
Sono nati dall'esigenza dei fornai di recuperare gli avanzi di pasta di pane, che insaporivano con la sugna, un grasso con un aroma particolare (ricavato solo dalla zona surrenale del maiale), e con il pepe.
Poi i cosiddetti "tarallari" li vendevano per strada portandoli in spalla in ceste di vimini.
L'ultimo tarallaro di Napoli fu Fortunato Bisaccia a cui Pino Daniele ha dedicato una canzone.  
          Le mandorle poi furono aggiunte alla ricetta nell'Ottocento.

CURIOSITÀ: originariamente i taralli venivano inzuppati nell'acqua di mare.

taralli e dolci di Leopoldo Cafebar
esposizione dei prodotti Leopoldo Cafebar
Ma in questo cafebar si possono degustare anche i dolci della gastronomia napoletana e concedersi una pausa sorseggiando un caffè.
Una loro specialità sono i "babasoni", bicchieroni di plastica in cui i babà sono alternati con crema.

sfogliatella frolla, babà e caffè al Leopoldo Cafebar
L'ambiente moderno-barocco in bianco e nero denota una certa ricercatezza.
Il servizio è veloce e attento.  

bancone di Leopoldo Cafebar

                                       😋

E per chi va di fretta e non ha tempo di sedersi per sconfiggere la fame e vuole tacitare quel languorino che a volte ci assale, esistono in questa città dalle mille sfaccettature gli street food tipicamente partenopei...


PASSIONE DI SOFI'
Via Toledo 206
Via Benedetto Croce 42
http://www.passionedisofi.com

Passione di Sofì (Via Toledo 206)
Questa friggitoria fa parte di quei locali take away (ma si può anche consumare le sue offerte culinarie ai tavoli messi a disposizione), nei quali sopperire con qualche sfizio gastronomico alla nostra mancanza di tempo.
Il nome del locale ricorda Sofì, una popolana che aveva rubato il cuore (e anche lo stomaco) di Ferdinando di Borbone, il re "Lazzarone" (così chiamato perché amava percorrere il Quartiere S.Lucia e passare il tempo con i pescatori che qui abitavano).
E Sofì (che sembra fosse divenuta l'amante del re), sapeva conquistare il sovrano con i suoi manicaretti.
E' un indirizzo specializzato nel fritto napoletano composto da ciurilli (fiori di zucca), calzoni, filoncini, verdure pastellate, montanare (pizza fritta o al forno), crostoncini di ricotta, arancini, crocchè, zeppoline, frittatine, polenta fritta, pesce fritto  e mix di mare, di terra, o di terra e mare.

"cuoppo" mix di terra e mantanara
fritti napoletani di Passione di Sofì
Passione Sofì di Via Toledo: scala per salire alla saletta del piano superiore
I fritti vengono calati dall'alto in panieri (come è uso a Napoli calare con questo rudimentale montacarichi qualsiasi cosa dai piani alti dei caseggiati), e l'ambientazione del piccolo locale riproduce il folclore delle strade partenepee.

panieri con i "cuoppi"
I fritti poi vengono racchiusi nei cosiddetti "cuoppi", cartocci di carta paglia.

GIUDIZIO
Non ci si può aspettare ricette stellate ma i suoi prodotti rappresentano una buona alternativa al solito panino o tramezzino.


CONCLUSIONI
La gastronomia di Napoli non si può dire che non accontenti le gole e le tasche di tutti...c'è ne infatti per tutti i gusti!
Personalmente abbiamo voluto assaggiare quello che ad una prima visita della città viene indicato da provare sulle guide cartacee e in rete, e ricercare anche quello che solitamente ci attendiamo da un ristorante.
Le nostre aspettative, tranne che pochi casi, non sono state deluse, anche se probabilmente un napoletano doc vi indicherebbe locali meno turistici che rappresentano la vera cucina napoletana, ricca di tradizione.
Ma da parte nostra ci saranno altre occasioni per sperimentare la verace cucina partenopea e segnalarvi gli indirizzi che più ci hanno entusiasmato...alla prossima dunque.



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