Alle porte di Vicenza, alle pendici del Monte Berico e a poche centinaia di metri dalla più famosa
Villa Capra detta "La Rotonda", sorge
Villa Valmarana ai Nani.
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Villa Valmarana ai Nani |
La casa originale, costituita dall'edificio chiamato Palazzina, fu fatta costruire nel 1669 dal giurista Giovanni Maria Bertolo, colui che fonderà la Biblioteca Bertoliana, affidando il progetto a Baldassarre Longhena (allievo di Vincenzo Scamozzi e molto attivo a Venezia, dove realizzò il suo capolavoro, la Chiesa della Salute).
Alla
Palazzina si aggiunsero nel 1720 una barchessa e le scuderie.
Alla sua morte Giovanni Maria Bertolo lasciò la proprietà alla figlia Giulia, monaca del Monastero di Ognissanti a Padova.
La villa venne messa all'asta e acquistata nel 1715 da Giustino Valmarana, il quale chiamò nel 1736 Francesco Muttoni per ampliarla e porvi alcune modifiche.
L'architetto infatti trasformò la barchessa in
Foresteria per gli ospiti tamponando le arcate di questo edificio, fece realizzare i frontoni triangolari, le scalinate e le torrette su due lati della
Palazzina e sviluppò gli ingressi, realizzando un
arco trionfale dal quale entravano i carri con i cavalli.
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Palazzina e Foresteria |
Varcato quest'arco si viene accolti da aiuole di rose separate da vialetti in ghiaia.
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cancellata d'ingresso, portico e giardino |
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Palazzina e giardino anteriore con aiuole fiorite e rose |
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Palazzina e giardino anteriore con aiuole fiorite e rose |
Sulla sinistra si trova la
Foresteria con la biglietteria, mentre sul fondo del giardino vi è la cosiddetta
Palazzina.
Ed è da questo edificio che inizia il percorso di visita.
La
facciata principale della
Palazzina si presenta abbastanza semplice, sormontata dal frontone triangolare decorato da tre statue.
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facciata principale della Palazzina |
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frontone con statue della facciata principale della Palazzina |
Una stretta scala che si restringe man mano che si sale conduce ad una terrazza ampia come la facciata.
Si ha quindi accesso al piano nobile, entrando nella sala centrale che attraversa tutto l'edificio per concludersi con un'uscita sulla facciata posteriore della
Palazzina.
Questa sala centrale è affiancata da alcune sale: ad Est (sulla destra entrando) vi sono due ambienti di uguale dimensione, mentre a Ovest vi sono altre due stanze di dimensioni diverse separate da uno stretto corridoio che conduce alle scale chiuse in un corpo sporgente esternamente, sormontato da una piccola cupola.
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sulla destra: corpo delle scale sormontato da cupolino |
La villa, ancora oggi abitata dalla famiglia Valmarana, è celebre soprattutto per il ciclo di affreschi realizzato da Giambattista Tiepolo e dal figlio Giandomenico, si dice in soli quattro mesi.
E' l'unico luogo in cui si possono ammirare gli affreschi dei Tiepolo insieme.
Fu Giustino Valmarana che chiamò alla villa i due artisti nel 1757.
Tiepolo padre si occupò soprattutto di affrescare la
Palazzina, il figlio Giandomenico invece si occupò della decorazione pittorica della
Foresteria, tranne che della
Stanza dell'Olimpo opera del padre.
Gli affreschi furono staccati durante la seconda guerra mondiale per essere preservati, e furono rimessi in loco nel 1949.
Fu invece distrutto in parte dalle bombe il soffitto della
Sala dell'Eneide.
Si devono invece a Gerolamo Mengozzi Colonna i fregi e le quadrature che circondano gli affreschi nei due edifici.
I temi trattati nella decorazione pittorica della Palazzina sono tratti dai libri amati da Giustino Valmarana: l'Eneide, l'Iliade, la Gerusalemme Liberata e l'Orlando Furioso.
La sala centrale del piano nobile è chiamata
Sala di Ifigenia.
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Sala di Ifigenia |
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Sala di Ifigenia (ingresso Nord) |
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Sala di Ifigenia (ingresso Sud) |
Gerolamo Mengozzi Colonna ha dipinto colonne ioniche bianche che oltre a creare uno spazio illusorio, fungono da quinta teatrale.
Sulle pareti e sul soffitto della sala è raffigurato un dramma con lieto fine tratto da una tragedia di Euripide.
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parete orientatale della Sala di Ifigenia: il Sacrificio di Ifigenia |
Agamennone è pronto per partire con le sue navi per la guerra di Troia, ma non c'è vento per farle salpare.
Avendo il re ucciso la cerbiatta preferita di Diana, deve infatti subire la collera della dea.
Come detto dall'indovino Calcante, l'ira di Diana si placherà se Agamennone sacrificherà la figlia Ifigenia.
Quando il sacerdote è però pronto a pugnalare la ragazza, giungono su una nuvola due amorini con una cerbiatta da immolare al posto di Ifigenia.
L'uomo che sulla destra della scena si cela il volto con il mantello per non vedere il sacrificio è Agamennone.
Su un lato del soffitto è rappresenta Diana in compagnia delle sue ninfe.
Sull'altro lato del soffitto sono raffigurati Zefiro ed Eolo, il dio dei venti, intenti a soffiare per far muovere le navi.
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soffitto della Sala di Ifigenia: Eolo e Zefiro / Diana |
Sull'altra parete sono raffigurati i soldati che si preparano alla partenza con le navi.
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parete occidentale della Sala di Ifigenia |
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particolare della parete occidentale della Sala di Ifigenia: Soldati che si preparano alla partenza |
Un cane compare nella scena: è forse quello di Ulisse che saluta il suo padrone.
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particolare della parete occidentale della Sala di Ifigenia: un cane |
CURIOSITÀ: il personaggio con la barba dipinto sulla destra tra le colonne è forse
il ritratto del committente dell'affresco, Giustino Valmarana.
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particolare: forse Giustino Valmarana |
Sono raffigurati a monocromo sulle sovrapporte della sala le personificazioni dei
Quattro Fiumi più importanti della Terra corrispondenti ai
Quattro Continenti conosciuti all'epoca.
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Gange / Asia |
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Il Nilo / Africa |
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Mississipi / America |
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Tevere / Europa |
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Si accede quindi ad una delle sale laterali del piano nobile: la
Sala dell'Iliade.
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Sala dell'Iliade |
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Sala dell'Iliade |
Vengono narrate in questa sala gli episodi tratti dal primo libro dell'Iliade.
Nella prima scena Briseide, schiava amata da Achille, viene prelevata dalla sua tenda per essere condotta da Agamennone che l'ha pretesa.
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Agamennone pretende Briseide |
Nella seconda scena Achille vuole aggredire Agamennone per avergli tolto Briseide, ma viene trattenuto per i capelli da Minerva.
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a sinistra: Achille si scaglia contro Agamennone ma viene trattenuto da Minerva |
Nella terza scena Teti, dea del mare e madre di Achille, esce dalle onde insieme a una Nereide per consolare il figlio che piange seduto sulla riva del mare.
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Teti esce dall'acqua per consolare il figlio Achille |
Il paesaggio con veduta veneta è stato realizzato da Giandomenico Tiepolo.
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Paesaggio con veduta veneta (Giandomenico Tiepolo) |
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particolare del Paesaggio con veduta veneta (Giandomenico Tiepolo) |
Sul soffitto è raffigurata
Minerva.
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soffitto della Sala dell'Iliade: Minerva |
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soffitto della Sala dell'Iliade: Minerva |
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Segue la
Sala dell'Orlando Furioso.
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Sala dell'Orlando Furioso |
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Sala dell'Orlando Furioso |
Le scene qui raffigurate sono tratte dall'
Orlando Furioso di Ludovico Ariosto.
Nella prima scena è raffigurata la principessa Angelica che, rapita dai pirati e incatenata agli scogli, sta per essere divorata da un mostro marino, ma Ruggero sull'ippogrifo la viene a salvare.
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Angelica legata agli scogli viene liberata da Ruggero |
Nella seconda scena Angelica incontra il soldato moro Medoro ferito, e gli cura le ferite con erbe medicinali.
I due s'innamorano.
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Angelica cura le ferite di Medoro |
Nella terza scena sono raffigurati Angelica e Medoro ospitati da una coppia di contadini ai quali Medoro regala l'anello donato da Orlando ad Angelica come pegno d'amore.
Le raffigurazioni dei due contadini sono attribuite a Giandomenico Tiepolo.
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Angelica e Medoro accolti in una casa colonica |
Nella quarta scena Angelica e Medoro incidono i loro nomi sulla corteccia di un albero.
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Angelica incide il suo nome sulla corteccia di un albero |
Sul soffitto tra le nuvole Cupido guida un carro, ovvero la cieca Allegoria della passione amorosa.
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soffitto della Sala dell'Orlando Furioso |
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soffitto della Sala dell'Orlando Furioso: Cupido |
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La successiva sala è la
Sala dell'Eneide.
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Sala dell'Eneide |
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Sala dell'Eneide |
Le scene rappresentate nella sala sono tratte dall'
Eneide di Virgilio.
Nella prima scena sono raffigurati Enea e Acate sbarcati sulle coste dell'Africa dopo una tempesta.
A loro appare Venere, la madre di Enea, che si allontana con Cupido.
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Venere appare ad Achille dopo una tempesta |
Nella seconda scena Enea presenta alla regina cartaginese Didone il figlioletto Ascanio (Julo), di cui ha preso le sembianze Cupido (lo si riconosce dalle ali, le frecce e il cuore d'oro).
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Enea presenta Julo a Didone |
Nella terza scena Mercurio appare a Enea e lo sollecita a continuare il viaggio verso l'Italia dove Julo sposerà Lavinia e da loro discenderà la
gens Julia e quindi Giulio Cesare.
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Mercurio sollecita Enea a partire |
Nel quarto affresco della sala è dipinto a chiaroscuro Vulcano che prepara nella sua fucina le armi ad Enea alla presenza di Venere.
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Vulcano forgia le armi per Enea |
Il soffitto della sala, nel quale era raffigurato il
Trionfo di Venere, è andato distrutto durante i bombardamenti dell'ultimo conflitto mondiale, come ho già accennato.
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soffitto danneggiato della Sala dell'Eneide |
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foto dell'affresco che ricopriva il soffitto della Sala dell'Eneide: il Trionfo di Venere |
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L'ultima sala del percorso di visita nel piano nobile della
Palazzina è la
Sala della Gerusalemme Liberata.
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Sala della Gerusalemme Liberata |
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Sala della Gerusalemme Liberata |
Le scene che raffigurano gli affreschi di questa sala sono tratte dalla
Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, e i protagonisti sono Rinaldo, generale dell'esercito cristiano, e la maga Armida.
Nella prima scena Armida con il suo canto addormenta Rinaldo e lo porta nella sua dimora.
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Rinaldo addormentato viene rapito da Armida |
Qui Rinaldo colpito da un incantesimo s'innamora della maga.
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Rinaldo innamorato di Armida |
Ma giungono Carlo e Ubaldo, i soldati inviati da Goffredo di Buglione alla ricerca di Rinaldo.
Facendo specchiare Rinaldo in uno scudo magico i due soldati lo fanno rinsavire.
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Carlo e Ubaldo fanno specchiare Rinaldo nello scudo magico |
Infine nell'ultima scena Rinaldo abbandona Armida.
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Rinaldo abbandona Armida |
Sul soffitto è raffigurato il
Trionfo della virtù sul vizio.
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Trionfo della virtù sul vizio |
La decorazione di questa sala venne interrotta dal Tiepolo alla morte di Giustino Valmarana, pensando di non essere più ricompensato, ma nel testamento era stato lasciato scritto di elargire i soldi dovuti ai decoratori e quindi il Tiepolo tornerà per terminare la sua opera.
Terminata la visita della
Palazzina usciamo dall'ingresso Nord della
Sala di Ifigenia per recarci nel
giardino posteriore.
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giardino posteriore |
Anche su questo lato della
Palazzina si esci su una terrazza e tramite una scala si raggiunge il livello del giardino.
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giardino posteriore e Palazzina |
Voltandoci indietro si può notare che anche la facciata posteriore della
Palazzina è decorata con un timpano triangolare ornato da tre statue.
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facciata posteriore della Palazzina |
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facciata posteriore della Palazzina |
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timpano con statue e stemma Valmarana della facciata posteriore della Palazzina |
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scalinata e terrazza della facciata posteriore della Palazzina |
Davanti alla facciata posteriore della villa vi sono due "
carpinate" parallele, due tunnel ricoperti di carpini posti ai lati del giardino che permettono di passeggiare all'ombra.
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carpinata |
Sul fondo si trova un
ninfeo che chiude la prospettiva del giardino posteriore.
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Ninfeo con Tritone |
Il
ninfeo è sormontato da un timpano e in una nicchia, posta sopra ad una fontana a forma di delfino, è posta una statua raffigurante un
Tritone con una buccina (conchiglia) in mano.
Nel giardino posteriore si trova un cancello che permette di uscire direttamente sulla strada d'accesso alla villa.
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cancello del giardino posteriore (visto dal giardino) |
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cancello del giardino posteriore (visto dalla strada) |
Ritornando sui propri passi si passa esternamente sul lato occidentale della
Palazzina dove si trova un
giardino all'italiana con aiuole, vialetti, siepi di bosso e due esemplari di
Olea Fragrans.
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giardino all'italiana |
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giardino all'italiana |
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giardino all'italiana |
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giardino all'italiana |
Su questo versante occidentale della villa si trova una sorta di teatrino all'aperto, una
quinta scenica composta da una struttura verticale con affresco
en plain-air di Giandomenico Tiepolo e Gerolamo Mengozzi Colonna, e delimitata da un basso muretto.
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quinta scenica |
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fontana e affresco della quinta scenica |
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affresco della quinta scenica (Giandomenico Tiepolo e Gerolamo Mengozzi Colonna): due Tritoni attorcigliati sostenuti da tre Putti |
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affresco della quinta scenica (Giandomenico Tiepolo e Gerolamo Mengozzi Colonna): dama affacciata ad un balcone |
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affresco della quinta scenica (Giandomenico Tiepolo e Gerolamo Mengozzi Colonna): architetture |
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affresco della quinta scenica (Giandomenico Tiepolo e Gerolamo Mengozzi Colonna): architetture |
Di fronte alla
quinta scenica si trova un
pozzo dove veniva attinta l'acqua.
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pozzo |
Il giardino come lo vediamo oggi si deve ad Elena Garzadori, moglie di Gaetano Valmarana (figlio di Giustino), che lo fece realizzare a fine Settecento.
Altre sale affrescate si trovano nella
Foresteria.
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Foresteria |
L'attuale
Salone d'ingresso era originariamente un portico aperto costituito da sette archi decorati con sette teste raffiguranti i vizi capitali.
Il grande ambiente che serviva ad accogliere gli ospiti e dove si tenevano feste e riunioni, era originariamente più lungo, ma venne accorciato per crearvi ambienti di servizio.
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Foresteria e portico |
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arcate tamponate della Foresteria con teste dei sette peccati capitali |
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finestre con balaustre della facciata laterale della Foresteria |
Nel
Salone d'ingresso trova posto tra i ritratti della famiglia Valmarana anche quello che è considerato il
Ritratto di Andrea Palladio, realizzato da Giovan Battista Maganza nel 1576.
Il dipinto fu rubato nel 2014 ma fortunatamente fu ritrovato nel 2015.
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Salone d'ingresso della Foresteria |
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Ritratti della famigia Valmarana |
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Ritratto di Andrea Palladio (Giovan Battista Maganza - 1576) |
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Dal
Salone d'ingresso si può accedere alle stanze poste sul lato occidentale dell'edificio, disposte "a cannocchiale: da una si entra direttamente nelle altre due adiacenti.
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sale a cannocchiale della Foresteria |
Le sette stanze erano riservate agli ospiti della villa, ed erano state affrescate (tranne una) da Giandomenico Tiepolo.
La prima sala è la
Sala delle Cineserie.
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Sala delle Cineserie |
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Sala delle Cineserie |
Qui gli affreschi illustrano la moda del tempo per la Cina e i prodotti commerciali che Venezia importava da questa terra.
Su una parete è raffigurata una sacerdotessa che offre frutti alla dea della Luna.
Il pino dipinto nella scena esce fuori dal riquadro della cornice dando profondità alla raffigurazione.
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Sacerdotessa offre frutti alla dea della Luna |
In un altro affresco è rappresentata la passeggiata del Mandarino insieme ad alcune donne e a un nanetto di corte.
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La passeggiata del Mandarino |
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particolare de La passeggiata del Mandarino: un nanetto di corte |
E poi ancora l'incontro di un principe con un indovino.
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Principe a colloquio con un indovino |
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L'indovino |
In altre scene sono raffigurati i mercanti di stoffe preziose e di spezie.
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Mercante di stoffe |
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L'acquisto di spezie |
Sulle sovrapporte sono raffigurati uccelli sproporzionati: Giandomenico non era stato in Cina e dipinse scene di fantasia.
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La successiva sala è la
Sala dei Contadini.
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Sala dei Contadini |
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Sala dei Contadini |
Gli affreschi di questa sala illustrano la vita contadina quotidiana della campagna veneta.
In una scena è raffigurato il pranzo all'aperto e l'usanza delle donne di consumare i pasti in piedi.
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Pranzo contadino all'aperto |
In un'altra rappresentazione si vedono contadini riposarsi sotto gli alberi.
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Contadini si riposano sotto gli alberi |
Un'anziana contadina con una cesta di uova si riposa sgranando il rosario.
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Un'anziana contadina si riposa e prega |
In un'altra scena due contadine di spalle si recano al mercato a vendere i loro prodotti.
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Contadine che si recano al mercato |
Sulle sovrapporte sono raffigurati
Satiri e Faunesse.
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Satiro e Faunessa |
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Satiri |
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La sala seguente è chiamata
Sala delle Passeggiate.
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Sala delle Passeggiate |
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decorazione neogotica della Sala delle Passeggiate |
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particolare della decorazione neogotica della Sala delle Passeggiate |
In un ambiente neogotico sono raffigurate le passeggiate dei signori nella stagione estiva e invernale.
Una coppia si ripara dal sole passeggiando con un ombrello.
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Passeggiata sotto l'ombrello per ripararsi dal sole |
Una coppia di innamorati si scambia una lettera.
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Innamorati in vestiti tipici della Croazia |
Tre dame sono coperte da abiti pesanti per difendersi dal freddo.
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Passeggiata invernale di tre dame |
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Si passa quindi nell'unica sala della Foresteria affrescata da Giambattista Tiepolo: la
Sala degli Dei dell'Olimpo.
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Sala degli Dei dell'Olimpo |
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Sala degli Dei dell'Olimpo |
Al centro è la figura di Giove assiso su una nuvola con l'aquila, lo scettro e le frecce.
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Giove |
Ogni divinità è raffigurata con i suoi attributi.
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Marte, Venere e Cupido |
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Mercurio |
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Saturno |
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Apollo e Diana |
La sala è anche decorata sulle sovrapporte con raffigurazioni a monocromo.
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sovrapporta della Sala degli Dei dell'Olimpo |
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sovrapporta della Sala degli Dei dell'Olimpo: Mosè con le Tavole delle Leggi |
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sovrapporta della Sala degli Dei dell'Olimpo |
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La prossima sala è chiamata la
Sala del Carnevale.
Nel '900 questa sala era usata come sala da pranzo dalla famiglia Valmarana che aveva deciso di abitare nella
Foresteria.
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Sala del Carnevale |
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Sala del Carnevale |
La sala è così chiamata per tre quadri disegnati negli affreschi raffiguranti il Carnevale veneziano.
In uno di questi è raffigurato un ciarlatano accompagnato da un personaggio mezzo uomo e mezzo donna che suona il mandolino.
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Il Ciarlatano |
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particolare della scena Il Ciarlatano |
In un altro quadro è raffigurato un minuetto tra due tipiche maschere veneziane: Pantalone e Colombina.
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Minuetto di Pantalone e Colombina |
La sala è anche chiamata
Sala del Mondo Novo per il terzo quadro che raffigura un uomo che indica a delle persone di spalle vestite in maschera di guardare le immagini in movimento in un diorama (o lanterna magica, il precursore del cinema).
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Mondo Novo |
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particolare della scena del Mondo Novo |
Le due scale a
trompe l'oeil della sala sono state realizzate da Gerolamo Mengozzi Colonna.
Su una scala penzola una scimmietta, mentre sull'altra sta scendendo un servitore moro con un vassoio per servire la cioccolata: è Alì, il servo dei Tiepolo realmente esistito.
Si attribuisce a Giambattista Tiepolo la realizzazione pittorica di questo personaggio.
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trompe l'oeil di scala con scimmietta |
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trompe l'oeil di scala con il servo Moro Alì |
CURIOSITÀ: in questa sala si trova l'unica firma di Giandomenico Tiepolo e la data 1757 scritte nella parte destra della scena de "Il Ciarlatano" .
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firma e data sull'affresco (poco leggibile) |
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firma e data sull'affresco (evidenziata) |
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La penultima sala è la
Sala delle Architetture.
Questa stanza con architetture è attribuita ad Antonio Visentini.
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Sala delle Architetture |
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Sala delle Architetture |
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Sala delle Architetture |
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L'ultima sala visitabile è la
Sala dei Putti.
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Sala dei Putti |
All'interno di ovali circondati da arabesche sono raffigurati puttini che giocano.
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ovali con puttini che giocano |
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ovale con puttini che giocano |
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ovale con puttini che giocano |
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Usciti dalla foresteria e recandoci verso l'uscita della villa si passa sotto un
portico con attaccati all'unica parete i
fregi del Mausoleo di Marco e Agostino Barbarigo realizzato da Tullio e Pietro Lombardo nel 1488.
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fregi del Mausoleo Barbarigo (Tullio e Pietro Lombardo - 1488) |
Il mausoleo era posto nella
Chiesa di S.Maria della Carità a Venezia, edificio religioso demolito da Napoleone per ingrandire il
Museo dell'Accademia.
Accanto al portico vi è una terrazza con vista sulle
Scuderie, le quali negli anni '70 del secolo scorso divennero lo studio dell'architetto Carlo Scarpa.
Numerosi sono i personaggi illustri che visitarono la villa, da Johann Wolfgang Goethe (1786), alla Regina madre d'Inghilterra, da Albert Camus a Salvator Dalì, da Cesare Pavese ad Ignazio Silone, da Luchino Visconti a Cesare Zavattini e Frank Sinatra.
Ci furono anche due scrittori che imparentati con la famiglia Valmarana nei loro scritti fecero riferimento alla villa.
Antonio Fogazzaro sposò Margherita Valmarana ed abitò in una villa confinante a Villa Valmarana, che venne distrutta dai bombardamenti aerei del 1944 (oggi sostituita da Villa Ceschi).
Antonio Fogazzaro ambientò nella Palazzina il suo romanzo "Piccolo Mondo Moderno", chiamandola "Villa Diedo" e chiama la Sala del Carnevale la "Sala Darwiniana".
E' lui che appellò "Vallata del Silenzio" la vallata che si vede dalle finestre delle stanze della Foresteria.
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"Vallata del Silenzio" |
Guido Piovene era invece figlio di Stefania Valmarana e scrisse della villa in un'introduzione dal titolo "La Metamorfosi dei Sensi" sull'opera dei Tiepolo.
Inoltre Goffredo Parise s'ispirò al senatore Giustino Valmarana per il protagonista del suo romanzo "Il Prete bello".
Rimane da spiegare il perché la villa si chiami Villa Valmarana "
ai Nani".
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statue di Nani sul muro di recinzione |
Visitando il giardino della villa si nota che sul muro di recinzione vi sono diciassette statue di
Nani in pietra calcarea dei Monti Berici, alte 120cm.
Sono la riproduzione dei personaggi della Commedia dell'Arte: il magistrato, l'avvocato, il dottore, la filatrice, il turco, il guardiano del serraglio, il soldato, il re, il cavalier servente...
Eccoli!
Originariamente le statue dei
Nani erano sparse in giardino e furono poi messe sul muro alla fine del XVIII secolo.
L'esecutore di queste statue si pensa sia stato Francesco Uliaco, forse su disegni preparatori realizzati da Giandomenico Tiepolo.
Ma c'è anche una leggenda che spiega l'appellativo della villa e la presenza di queste statue.
Si narra infatti che qui vi fosse un antico castello nel quale viveva una principessa di nome Layana.
La principessa era nana ed era stata relegata tra le alte mura del castello circondata solo da servitori nani, per non farla soffrire per il suo stato fisico.
Un giorno però lei vide un cavaliere su un cavallo bianco il quale, quando si accorse che la principessa era nana, scappò.
Lei allora si buttò dalle mura del castello, e i suoi servitori nani rimasero pietrificati dal dolore.
Sul muro di cinta di
Villa Valmarana ai Nani si trovano anche statue di divinità femminili o ninfe.
https://www.villavalmarana.com/
Orari: 2 marzo/3 novembre 2019 tutti i giorni 10.00/18.00
4 novembre/1 marzo 2020 tutti i giorni 10.00/16.00
Costo: 10€
13€ ingresso + visita guidata (ogni domenica ore 10,30)
2,50€ Smart guide
CONCLUSIONI
Villa Valmarana ai Nani è un luogo un po' fatato che, tra leggenda e storia, regala al visitatore gioielli della storia dell'arte.
Al di là della bellezza degli affreschi che la villa ancora conserva, si può confrontare la pittura settecentesca nel suo evolversi, grazie alle mani a confronto di due generazioni di artisti, padre e figlio, Giambattista e Giandomenico Tiepolo, che qui hanno lasciato dei veri capolavori.
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