Una delle più insigni biblioteche al mondo si trova a Firenze, è la Biblioteca Medicea Laurenziana.
Questa biblioteca prese il nome di "Medicea" perché nacque per conservare la raccolta di manoscritti della famiglia de' Medici, e "Laurenziana" perché è parte integrante del complesso monastico della Basilica di S.Lorenzo.
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facciata della Basilica di S.Lorenzo (a sinistra: ingresso al Chiostro dei Canonici e alla Biblioteca Medicea Laurenziana)
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La costruzione della biblioteca fu voluta da papa Clemente VII, al secolo Giulio di Giuliano de' Medici. Egli affidò l'incarico di progettarla e realizzala a Michelangelo che vi lavorò dal 1524 al 1534.
Michelangelo infatti nel 1534 partì per Roma, lasciando la biblioteca priva di quelle decorazioni e arredi che comunque aveva progettato.
La biblioteca venne portata a termine per volere di Cosimo I de' Medici e aperta al pubblico l'11 giugno 1571, anniversario del granduca.
La Biblioteca Medicea Laurenziana, primo edificio progettato come biblioteca laica, è anche l'unica biblioteca progettata da Michelangelo.
Si accede alla biblioteca attraversando il Chiostro dei Canonici, il chiostro principale della Basilica di S.Lorenzo, e salendo una scala che conduce al loggiato supeiore.
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Chiostro dei Canonici della Basilica di S.Lorenzo
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L'aspetto attuale del Chiostro dei Canonici, usato per secoli anche come cimitero, si deve al restauro (1457/1462) di Antonio Manetti Ciaccheri, allievo del Brunelleschi.
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Chiostro dei Canonici (con veduta sulla cupola del Duomo e il Campanile di Giotto)
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Il chiostro, tenuto a giardino, è costituito da un doppio loggiato con arcate a tutto sesto sorrette da colonne ioniche al piano inferiore, e da un loggiato architravato al piano superiore.
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loggiato superiore del chiostro
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loggiato superiore del chiostro |
Lungo le pareti del loggiato inferiore si trovano numerose lapidi, una Madonna col Bambino in stucco scolpita alla maniera di Desiderio da Settignano (1513), con cornice in terracotta invetriata, la statua del vescovo di Como Paolo Giovio (storico e collezionista), opera di Francesco da Sangallo (1560), l'ingresso della Cappella del Capitolo dei Canonici (con porta tamponata) e l'accesso alla Cripta della basilica.
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lapidi del chiostro
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Statua del vescovo Paolo Giovio (Francesco da Sangallo - 1560)
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In fondo al braccio destro del chiostro si trova la scala che conduce al loggiato superiore.
La Biblioteca Medicea Laurenziana occupa infatti il braccio occidentale della Canonica, tra i due chiostri del complesso della basilica.
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loggiato superiore del chiostro: facciata esterna della Biblioteca Medicea Laurenziana (a sinistra la Sala di Lettura e a destra il Ricetto) |
Qui si apre la porta del cosiddetto Ricetto o Vestibolo, uno spazio quadrato alto e stretto che tramite una scala, che occupa quasi l'intero ambiente, permette di salire alla Libreria o Sala di Lettura.
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Ricetto
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Quel che colpisce è la verticalità dell'ambiente, opposta all'orizzontalità della Sala di Lettura che si andrà a scoprire dopo.
Le pareti con intonaco bianco, disegnate come un'architettura esterna, sono scandite in tre ordini da doppie colonne incastonate nel muro, poggianti su mensole a voluta (tipiche dell'architettura di Michelangelo).
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ripartizione architettonica a tre ordini del Ricetto
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finte finestre ad edicola
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mensole a voluta che sostengono le doppie colonne del Ricetto
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Le finestre hanno un'edicola timpanata incorniciata da lesene rastremate verso il basso.
Michelangelo aveva pensato per il Ricetto ad una copertura a lucernario, ma il papa la giudicò troppo rischiosa, e per questo l'artista dovette optare per l'apertura di finestre nell'ordine superiore per poter dare luce all'ambiente.
Il Ricetto fu terminato agli inizi del Novecento con la facciata esterna e l'apertura di finte finestre.
Il soffitto a capriate fu poi coperto con un telo dipinto da Giacomo Lolli ad imitazione di quello in legno che si trova nella Sala di Lettura.
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soffitto del Ricetto
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soffitto del Ricetto (Giacomo Lolli)
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La
scala venne prima realizzata a due rampe tradizionali, e solo successivamente fu sostituita dalla struttura a pontile tripartita con scala centrale a gradini ellittici.
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scala del Ricetto
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scala del Ricetto
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Le due scale laterali s'interrompono sul pianerottolo intermedio, convergendo nella rampa centrale.
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rampa centrale della scala
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rampa centrale e laterale della scala
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Nel progetto di Michelangelo la scala doveva essere realizzata in legno di noce, ma venne poi costruita in pietra serena nel 1556 da Bartolomeo Ammannati.
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particolare dei gradini della rampa centrale
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pianerottolo intermedio della scala
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particolare dei gradini della rampa centrale
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gradini ellittici della rampa centrale
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balaustra che separa le tre rampe della scala
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Salita la scala del Ricetto e attraversando il portale sormontato da un'iscrizione che ricorda papa Clemente VII, ideatore della biblioteca, si entra nella Sala di Lettura o come veniva chiamata in passato Libreria.
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iscrizione sul portale della biblioteca
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Inizialmente nel progetto si prevedeva la costruzione di due sale, una per i testi greci e una per i testi latini, ma poi prevalse l'idea di una sola sala.
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ingresso alla Sala di Lettura
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Sala di Lettura
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La sala è scandata da un ordine architettonico gigante con due ordini diversi di aperture: finestre con mensole che reggono l'architrave e finestre a cartella cieche, separate da paraste in pietra serena a capitello dorico.
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particolari architettonici della Sala di Lettura |
Le vetrate delle finestre, realizzate per ultime (1556), sono opera di maestranze fiamminghe su disegni dei cartoni dipinti in ambiente vasariano.
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finestre con vetrate fiamminghe
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Sono raffigurati, insieme a grottesche, gli emblemi araldici medicei di Clemente VII e di Cosimo I.
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vetrata con grottesche e stemma di papa Clemente VII
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vetrata con stemma mediceo
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vetrata con stemma mediceo |
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vetrata con stemma mediceo |
La sala è coperta da un
soffitto in legno intagliato tra il 1549 e il 1550 da Giovanni Battista del Tasso e Antonio di Marco di Giano detto il "Carota", su disegno di Michelangelo.
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soffitto della Sala di Lettura
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Sono raffigurati coppie di delfini, festoni e crani di stambecco (insegna di Cosimo I).
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particolare del soffitto
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Lo stesso disegno lo ritroviamo nel pavimento in cotto bianco e rosso ad intarsio, opera di Santi Buglioni su disegno del Tribolo (1548).
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pavimento della biblioteca parzialmente coperto da passatoie
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particolare del pavimento: cranio di stambecco
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particolare del pavimento
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particolare del pavimento
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particolare del pavimento
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particolare del pavimento: anelli diamantati e festone con la scritta SEMPER
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Sulle due pareti lunghe della sala sono allineati su due file 88
plutei (banchi), opera di Giovanni Battista del Cinque e Ciapino su disegno di Michelangelo.
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plutei
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plutei
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plutei
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Michelangelo, avendo tenuto presente la corretta postura di chi era intento a leggere, progettò dei banchi che fungessero sia da tavoli per la consultazione che da contenitori dei manoscritti stessi, che posti orizzontalmente sul pianale di fronte alla seduta, erano assicurati ai banchi tramite una catenella, per evitare il furto dei preziosi libri.
Ai lati dei plutei, su una tabella lignea, erano elencati i titoli delle opere che il banco conteneva, secondo l'ordinazione dello scibile (Patristica, Astronomia, Retorica, Filosofia, Storia, Grammatica, Poesia e Geografia).
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tabella ai lati dei plutei
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Questa modalità di consultazione durò sino al Novecento.
In fondo alla Sala di Lettura avrebbe dovuto essere costruita, ma non fu mai realizzata, la cosiddetta "Pichola Libreria" o "Libreria Segreta", un ambiente trapezoidale in cui conservare i libri più preziosi. Sul timpano del portale che immette negli ambienti in fondo alla Sala di Lettura vi è un'iscrizione che ricorda Cosimo I, fautore del completamento della costruzione della Biblioteca Medicea Laurenziana.
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ingresso agli ambienti in fondo alla Sala di Lettura
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iscrizione sul timpano dell'ingresso agli ambienti in fondo alla Sala di Lettura
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Nei primi decenni dell'Ottocento fu realizzata accanto e con accesso dalla Sala di Lettura, la cosiddetta Tribuna d'Elci, una rotonda neoclassica progettata dall'architetto Pasquale Poccianti, al fine di ospitare la collezione donata nel 1818 dal conte fiorentino Angelo Maria d'Elci, bibliografo e letterato.
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Tribuna d'Elci
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Tribuna d'Elci |
La tribuna raccoglieva volumi dal XV al XIX secolo: rilegati in pelle rossa le edizioni quattrocentesche e in verde le edizioni dei secoli successivi.
Per potere accedere a questo nuovo ambiente furono chiuse alcune finestre della Sala di Lettura e questo comportò l'entrata di una minore luce nella biblioteca.
Le pareti sono bicrome con colonne, il pavimento è in cotto e la cupola presenta un lucernario. Il portale d'accesso è simile a quello del Palazzo dei Conservatori a Roma.
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colonne della Tribuna d'Elci
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pavimento della Tribuna d'Elci |
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cupola cassettonata e con lucernario della Tribuna d'Elci |
La tribuna fu inaugurata nel 1841 e fu adibita a sala di lettura sino agli anni '70 dello scorso secolo. Oggi la sala è usata per lezioni, innaugurazioni, incontri.
La collezione libraria medicea ebbe inizio con Cosimo il Vecchio: a lui appartenevano i 63 manoscritti iniziali, poi il figlio Piero de' Medici e poi il nipote Lorenzo il Magnifico arricchirono con preziosi apporti la già importante raccolta.
Cosimo il Vecchio, uno degli uomini più ricchi del suo tempo, si circondò di letterati e umanisti, avendo capito l'importanza di utilizzare le arti come strumento di affermazione politica. Egli fondò la prima biblioteca pubblica nel Convento di S.Marco e fondò l' "Accademia Neoplatonica" dove potevano discutere e scambiarsi idee gli umanisti.
Numerosi manoscritti furono copiati dagli umanisti Pico della Mirandola, Poggio Bracciolini, Marsilio Ficino.
Quando i Medici furono cacciati da Firenze il patrimonio librario della famiglia fu confiscato dalla signoria e poi venduto ai frati domenicani di della Basilica di S.Marco. Successivamente Leone X trasferì la biblioteca familiare a Roma a Palazzo Madama, finchè il cugino Clemente VII la riportò a Firenze.
Alla biblioteca pervenne anche il patrimonio della Biblioteca Palatina di Palazzo Pitti con Anna Maria Luisa de' Medici, ultima discendente femminile della casata.
All'apertura della biblioteca si potevano contare 300 manoscritti. raccolti con la collaborazione degli umanisti dell'epoca.
Oggi la Biblioteca Medicea Laurenziana vanta 11.000 manoscritti, 566 incunamboli, 1681 cinquecentine, 120.000 edizioni a stampa, 43 Ostraka e 2.500 papiri (la maggior collezione italiana).
Fanno parte di questo importante patrimonio bibliografico la più completa raccolta di opere di Virgilio appartenuta al console Turcio Rufo Asterio (494 d.C.), il Codice Squarcialupi unica fonte della musica profana tra il '300 e il '400, la Bibbia Amiantina (VII/VIII sec.) copia del più antico manoscritto completo della Bibbia detta "Vulgata" tradotta dal greco antico e dall'ebraico da S.Girolamo, il manoscritto autografo della Vita del Cellini, la documentazione più antica delle tragedie di Eschilo e Sofocle (Pluteo 32.9), due codici medicei di Tacito (unica fonte di ciò che resta degli Annali e delle Storie), il Trattato di Architettura Civile e Militare di Francesco di Giorgio Martini (1484), la copia dall'originale del Decameron di Boccaccio...
ATTENZIONE: A causa dell'emergenza per il COVID-19 orari e modalità di visita possono essere modificati. Consultate quindi il sito per aggiornamenti.
www.bmlonline.it
Orario: lunedì/venerdì 10.00 - 11.00 - 12.00 solo visite accompagnate di 1 ora Costo: 9€
CONCLUSIONI La visita del complesso della Basilica di S.Lorenzo sarebbe incompleta se si tralasciasse la Biblioteca Medicea Laurenziana, sia per il suo interesse storico e artistico, sia per l'importanza a livello mondiale del suo patrimonio librario consultabile. Inoltre costituisce una tappa rilevante nel percorso di conoscenza della storia della famiglia de' Medici, e dell'importanza che questa famiglia ha rappresentato e rappresenta tutt'oggi a livello culturale per Firenze e per il mondo.
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