mercoledì 14 aprile 2021

Firenze: la Basilica di S.Croce, il Pantheon delle glorie italiane

..."Ma più beata che in un tempio accolte

serbi l'itale glorie,..." (Dei Sepolcri" 180/181)

Così Ugo Foscolo definì la Basilica di S.Croce nel suo carme scritto nel 1806.

Visitata da Madame de Stael, François-René de Chateaubriand, George Byron, Stendhal, Alphonse de Lamartine, la Basilica di S.Croce è divenuto il luogo designato al culto della memoria, atto a sollecitare pensieri morali, civili e artistici.

Marie-Henri Beyle, meglio noto come Stendhal, visitò Firenze nel 1817 e dopo essere uscito dalla Basilica di S.Croce ebbe un malore per la troppa concentrazione di memoria racchiusa in questa chiesa, quella che oggi passa come Sindrome di Stendhal:

"Lì, a destra della porta, è la tomba di Michelangiolo; più avanti, ecco la tomba di Alfieri, di Canova … Scorgo quindi la tomba di Machiavelli: e di fronte a Michelangiolo, riposa Galileo. Quali uomini! …Quale stupenda accolta! La mia emozione è così profonda, che giunge quasi fino alla pietà.… tutto ciò parla vivamente al mio animo. …Ero già in una sorta di estasi, per l’idea di essere a Firenze, e la vicinanza dei grandi uomini di cui avevo visto le tombe. Assorto nella contemplazione della bellezza sublime, la vedevo da vicino, per così dire la toccavo. Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere".

Dalla sua costruzione sino al Quattrocento la basilica era divenuta il sepolcro delle famiglie del quartiere: i Bardi, i Peruzzi, gli Alberti...

Vi furono sepolti francescani che avevano ricoperto ruoli importanti nell'Ordine, poi laici che avevano dedicato la vita al servizio della città.

Poi costruirono i monumenti ai Cancellieri Leonardo Bruni e Carlo Marsuppini a spese del governo cittadino, e via via s'innalzarono i sepolcri delle glorie fiorentine. 

Durante il Risorgimento divenne uno di quei luoghi dove affermare l'identità italiana.

Il 12 giugno 1861 venne celebrato un funerale simbolico a Cavour.

Con Regio decreto il 5 settembre 1861 si autorizzava la tumulazione nella basilica di uomini "altamente benemeriti della patria".

Si arrivò a ospitare nella basilica 15.000 salme. Una commissione esaminava le richieste di tumulazione e infine dovevano essere approvate dal Granduca.

 L'ultima persona sepolta nella basilica fu il filosofo Giovanni Gentile (1944).

Negli anni '60 dello scorso secolo vi fu uno sfoltimento delle tombe con la rimozione di gran parte delle sepolture aristocratiche ottocentesche (oggi poste sotto la loggetta del Chiostro Grande).

Oggi rimangono 276 tombe di marmo con rilievi e stemmi intarsiati sul pavimento, e i monumenti funebri e i cenotafi di personaggi illustri. 



 


Ecco alcune tombe terragne poste sul pavimento delle navate della basilica.


a sinistra: Tomba terragna di Giuliano Verrocchio / a destra: Tomba terragna Tornielli

Tomba terragna di Galileo di Giovanni di Galileo (dottore in medicina - XV sec.)

Tomba terragna di Jacopo da Bisticci

al centro: Tomba terragna di Domenico Biordo degli Ubertini
 
a destra: Tomba Cavalcanti

Tomba terragna Manetti

Tomba terragna de Puteo

Tomba terragna Berti

Tomba terragna Giannotti

Tomba terragna Giugni

Tomba terragna De Pannocchia Riccomanni

a sinistra: Tomba terragna Leonardi /al centro: Tomba terragna Ciliamoco / a destra: Tomba terragna Brandolini

La descrizione dei monumenti funebri dei personaggi illustri disposti lungo le navate della basilica inizia dal punto d'incontro tra il transetto sinistro e la navata sinistra (dato che il percorso di visita inizia dal portale del fianco sinistro della basilica).
 

ingresso laterale del fianco sinistro della basilica

monumenti e altari della navata sinistra

Qui troviamo il Monumento funebre di Luigi Cherubini.

Cenotafio di Luigi Cherubini (Odoardo Fantacchiotti - 1869)
 Sarebbe meglio dire il cenotafio del maestro e compositore fiorentino che morì a Parigi nel 1842 e per questo riposa nel Cimitero di Pére Lachaise.

Tomba di Luigi Cherubini (Cimitero di Pére Lachaise - Parigi)

Il monumento in marmo nella basilica fu realizzato da Odoardo Fantacchiotti nel 1869. La figura femminile allegorica dell'Armonia incorona il genio che mostra il ritratto di Luigi Cherubini.

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Vicino all'ultimo pilastro della navata sinistra si trova il Cenotafio di Leon Battista Alberti

Cenotafio di Leon Battista Alberti (Lorenzo Bartolini - 1851)

Il monumento celebrativo neoclassico realizzato da Lorenzo Bartolini, iniziato nel 1838 e collocato nella basilica nel 1851, rappresenta l'Apoteosi di Leon Battista Alberti: l'architetto, accolto da un angelo che sostiene una fiaccola accesa, si protende verso la divinità in atto di riconoscenza. L'architetto è accompagnato da un angelo custode ai cui piedi si trovano alcuni libri sui quali si fonda la fama dell'Alberti.

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Segue nella settima campata il Monumento funebre di Raffaello Morghen, il quale insegnò nella città incisione e xilografia all'Accademia delle Belle Arti. 

Monumento funebre di Raffaello Morghen (Odoardo Fantacchioni - 1855)

Anche in questo caso si tratta del cenotafio dell'incisore morto a Firenze l'8 aprile 1833 e sepolto nella Chiesa di S.Martino a Montughi. 

Questo monumento funebre ad edicola, fatto realizzare a spese degli allievi di Morghen e sistemato nella basilica nel 1855, è sempre opera di Odoardo Fantacchioni.

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Dopo l'altare si trova un Monumento onorario a Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Paolo dal Pozzo Toscanelli.

Monumento onorario a Cristoforo Colombo, Amerigo Vespucci e Paolo dal Pozzo Toscanelli

E una grande lapide muraria ottocentesca in cui sono stati effigiati i ritratti di Paolo dal Pozzo Toscanelli, navigatore delle stelle in quanto astronomo e cosmografo, e di Amerigo Vespucci. Nel riquadro centrale tra i ritratti dei due navigatori è effigiata una caravella a vele spiegate accompagnata dal verso dantesco " l'acqua ch'io rendo giammai non si corse" e dai nomi di Cristoforo Colombo e Giovanni Caboto.

Gli stemmi scolpiti del monumento sono quelli di altri otto navigatori fiorentini: Giovanni de Marignolli, Francesco Balducci Pegolotti, Benedetto Dei, Giovanni da Empoli, Andrea Corsali, Giovanni da Verrazzamo, Filippo Sassetti, Francesco Carletti.

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Subito dopo si trova il Monumento funebre di Carlo Marsuppini, scolpito nel Quattrocento da Desiderio da Settignano.

Monumento funebre di Carlo Marsuppini (Desiderio da Settignano - 1453/1455)

Il filosofo, scrittore, umanista, amico di Cosimo de' Medici e precettore dei figli Giovanni e Piero, e professore dello Studio fiorentino, Carlo Marsuppini fu anche cancelliere della Repubblica fiorentina e per onorarlo furono presenti al suo funerale (27 aprile 1453) oltre alla città e ai rappresentanti di Arezzo (città di cui i Marsuppini erano originari), anche il papa, il re di Francia e il Duca di Milano. L'orazione funebre in latino fu di Matteo Palmieri e il cancelliere venne incoronato con il serto d'alloro (onore tributato fino ad allora solo a Coluccio Salutati e al suo predecessore Leonardo Bruni).

E' un monumento ad arcosolio che ripete lo stesso schema compositivo del Monumento funebre di Leonardo Bruni, posto di fronte a questo nella navata destra della basilica, ovvero a glorificazione laica del defunto.

La base del monumento è decorata con un fregio composto da ghirlande, festoni e una coppa con fiori. 

Due pilastri scanalati con capitelli corinzi sorreggono una trabeazione con fregio e un arco a tutto sesto. Alla base dei pilastri due putti reggono scudi araldici.

Un sarcofago dal profilo curvilineo, copertura decorata con girali e poggiante su zampe leonine e una conchiglia, è posto su un secondo zoccolo decorato con un fregio in cui sono raffigurati un vaso con fiori e racemi.

Sul catafalco, adornato da un tessuto damascato con fiore di cardo, è ritratto il defunto vestito con un lucco e con un mazzocchio appoggiato da un lato, incoronato con l'alloro e stringente una sua opera letteraria.

particolare del Monumento funebre di Carlo Marsuppini (Desiderio da Settignano - 1453/1455)

La parete retrostante è tripartita da lesene e specchiature in marmo rosso. Nella lunetta sono raffigurati la Madonna col Bambino tra due busti di Angeli. Due fanciulli scolpiti a tutto tondo sulla cornice reggono sulle spalle una ghirlanda. Sulla sommità del monumento è scolpita un'ampolla con il fuoco. Avvolge il monumento una decorazione ad affresco che simula un tendaggio

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Superato il portale dell'ingresso laterale si trova il Monumento a Vittorio Fossombroni.

Monumento funebre di Vittorio Fossombroni (Lorenzo Bartolini / Pasquale Romanelli - 1850)

Il monumento ottocentesco dedicato allo statista, matematico, ingegnere idraulico, morto nel 1844 è stato realizzato grazie a fondi pubblici. Il Granduca Leopoldo II ne ordinò l'esecuzione a Lorenzo Bartolini. Le statue furono perà realizzate in marmo da Pasquale Romanelli dopo la morte di Bartolini.

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Tra il quinto e il quarto altare si trova il Monumento funebre di Angelo Tavanzio (o Tavanti), uno dei più grandi statisti e giuristi della fine del '700, che ricoprì anche il ruolo di Direttore del Consiglio delle Finanze del Granducato.

Monumento funebre di Angelo Tavanzio

Alla destra del monumento è posta un Cristo in Pietà, opera di Agnolo di Cosimo detto il Bronzino facente parte inizialmente di un tabernacolo posto sul terzo pilastro della navata sinistra, commissionato da Giovanni Battista della Fonte.

Cristo in Pietà (Agnolo di Cosimo detto il Bronzino - 1569)

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Davanti al quinto altare si trova la Tomba terragna di Lorenzo Ghiberti e del figlio Vittorio.

Tomba di Lorenzo e Vittorio Ghiberti

L'architetto, scultore ed orafo (a lui si deve la Porta del Paradiso del Battistero), aveva già predisposto la sua sepoltura nella basilica. Egli morì nel 1455.

Sulla lastra tombale si legge l'epigrafe 

"QUI E' SEPOLTO LORENZO GHIBERTI ARTEFICE DEL CUI CARO SAPERE ATTESTANO LE PORTE INSUPERATE DEL BATTISTERO" 

"QUI E' PURE VITTORIO DI LORENZO GHIBERTI AIUTO DEGNISSIMO DEL PADRE AUTORE DEL MERAVIGLIOSO ORNAMENTO INTORNO ALLA PORTA DI ANDREA DA PISA".
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Continuando lungo la parete s'incontra (in alto) il Ricordo a Donatello realizzato da Urbano Lucchesi voluto dall'Accademia del disegno, composto da un busto raffgurante Donatello su sfondo oro e da una targa retta da un putto con la scritta:

"A DONATELLO NELL’ARTE RINASCENTE SCULTORE SOVRANO IL COLLEGIO ACCADEMICO FIORENTINO DEI PROFESSORI DI BELLE ARTI MDCCCLXXXXV".

in alto: Ricordo di Donatello (Urbano Lucchesi - 1893/1895) / in basso: Tomba di Carlo Botta (1900/1903)

Sotto il ricordo a Donatello si trova la Tomba di Carlo Botta, storico e politico morto a Parigi nel 1837, la cui salma fu qui traslata agli inizi del '900.

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Superato il quarto altare si trovano la lapide e il busto di Padre Eugenio Barsanti che insieme a Felice Matteucci inventò il motore a scoppio. Le sue spoglie furono traslate nella Basilica di S.Croce dalla Chiesa di S.Giovannino degli Scolopi nel 1954.

lapide e busto di Padre Eugenio Barsanti (Leone Tommasi)

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Subito dopo si trova il Monumento funebre di Giovanni Lami, l'ecclesiastico che fu direttore della Biblioteca Riccardiana, professore di storia ecclesiastica e teologo granducale.

Monumento funebre di Giovanni Lami (Innocenzo Spinazzi - 1752/1755)

Il monumento è la prima opera dello scultore del periodo rococò Innocenzo Spinazzi.

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Accanto a quest'ultimo monumento si trovano la Targa commemorativa di Raffaello Sanzio (in alto), posta in occasione del quarto centenario della morte del grande pittore, e la targa commemorativa di Guglielmo Marconi, posta nel primo centenario della sua importante invenzione, la radio.

in alto: Targa commemorativa di Raffaello Sanzio (1520-1920) / in basso: Targa commemorativa di Guglielmo Marconi (1895-1995)

Targa commemorativa di Raffaello Sanzio

Raffaello riposa nel Pantheon di Roma mentre Marconi è sepolto nella villa paterna a Sasso Marconi.

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Dopo il terzo altare si trova la Targa commemorativa di Antonio Meucci, inventore del telefono (il cosiddetto "telettrofono"), che come la scritta ricorda è "lo strumento che annulla oggi ogni distanza tra uomini e popoli".

Targa commemorativa di Antonio Meucci

Sopra questa targa si trova la Targa commemorativa di Leonardo da Vinci, affissa nel quarto centenario della morte del grande artista e scienziato che fu sepolto nella Collegiale di Saint-Florentin ad Amboise in Francia, e quando poi questo luogo di culto fu distrutto dagli ugonotti la sua salma venne dispersa. Successivamente i suoi presunti resti vennero ricomposti nella Cappella di Saint-Hubert nel castello reale della stessa cittadina sulla Loira, presso la casa in cui visse gli ultimi anni di vita.

in alto: Targa commemorativa di Leonardo da Vinci

Cappella di Saint-Hubert (Castello di Amboise)
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Accanto a queste due targhe si trova il Monumento funebre di Pompeo Giuseppe Mulazzo Signorini, giureconsulto e politico.

Monumento funebre di Pompeo Giuseppe Mulazzo Signorini (Stefano Ricci - 1812/1817)

Il monumento con statua raffigurante la Filosofia seduta, fu realizzato da Stefano Ricci.

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Accanto al monumento vi è la Targa commemorativa di Enrico Fermi, il fisico insignito con il Premio Nobel "CHE OFFRI' AL MONDO NUOVE FORZE ED ENERGIE" come recita la targa, sepolto a Chicago negli Stati Uniti dove morì nel 1954.

Targa commemorativa di Enrico Fermi

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Dopo il secondo altare si trova il Monumento funebre di Galileo Galilei.

"...chi vide/sotto l’etereo padiglion rotarsi / più mondi, e il Sole irradiarli immoto, / onde all’Anglo che tanta ala vi stese  / sgombrò primo le vie del firmamento

                                                                          (Dei Sepolcri - Ugo Foscolo)

Monumento funebre di Galileo Galilei (Giulio Foggini, Vincenzo Foggini, Girolamo Ticciati - 1737)

Galileo, uno dei più importanti scienziati della storia, venne processato nel 1633 per eresia a causa dei suoi studi sul moto della Terra intorno al Sole, e anche se sconfessò pubblicamente le proprie scoperte, non gli fu inizialmente permesso di essere sepolto cristianamente nella basilica come egli avrebbe voluto e dove erano sepolti i suoi genitori e parte della sua famiglia. Morto nel 1642, dopo aver trascorso gli ultimi anni a Firenze sotto la protezione di Cosimo II de' Medici, fu tumulato inizialmente nella Cappella del Noviziato sotto il campanile della basilica (a fianco della Cappella Medici), per poi essere traslato nel 1737 nel monumento voluto dal granduca Giangastone de' Medici.

Il 12 marzo alle ore 6 del pomeriggio, nel giorno e nell'ora in cui due secoli prima erano stati tumulati nella basilica i resti di Michelangelo (nel monumento funebre posto dirimpetto a quello di Galileo), furono deposti i resti di Galileo e di Viviani, una sorta di continuità ideale tra le maggiori glorie toscane.

CURIOSITA': Michelangelo morì qualche giorno prima della nascita di Galileo.

CURIOSITA': in questa occasione furono asportate tre dita, una vertebra e un dente di Galileo: queste reliquie laiche sono oggi conservate nel Museo Galileo e all'Università di Padova dove Galileo insegnò.

Il monumento progettato da Giulio Foggini fu finanziato dagli eredi di Vincenzo Viviani, il matematico del granduca di Toscana che entrò a far parte della cerchia dei discepoli di Galileo a sedici anni e che riposa insieme al maestro. Nella tomba è sepolta anche una donna, forse Virginia la figlia primogenita di Galileo, che prese molto giovane i voti col nome di Suor Maria Celeste e che morì a 34 anni.

Il busto di Galileo con cannocchiale è stato realizzato da Giovan Battista Foggini.

Le due figure femminili raffigurano l'Astronomia (opera di Vincenzo Foggini) e la Geometria (opera di Girolamo Ticciati), campi in cui Galileo fu capace di grande scoperte (il piano inclinato, la caduta dei gravi, le macchie solari, Giove con le quattro lune intitolate ai Medici...).

epigrafe sul Monumento funebre di Galileo Galilei

Attribuiti a Mariotto di Nardo sono gli affreschi trecenteschi che compaiono dietro al monumento funebre.

Crocifissione (attr.Mariotto di Nardo - XIV sec.)

Apostoli e Ascensione / dettaglio di Noli me tangere: Maddalena (attr.Mariotto di Nardo - XIV sec.)

E ritornando ai già citati Sepolcri, Ugo Fscolo dedicherà a Galileo questi versi:

"...vide                                                                                                                                      sotto l'etereo padiglion rotarsi                                                                                                 più mondi, e il Sole irradïarli immoto,
onde all'Anglo che tanta ala vi stese                                                                                   sgombrò primo le vie del firmamento;
".

CURIOSITA': Il papa che scomunicò Galileo Galilei fu Urbano VIII Barberini. Il nipote cardinal Francesco Barberini poi sconsigliò la sepoltura nella basilica. La famiglia Barberini è sepolta in parte nella basilica: nella settima campata della navata sinistra vi è infatti la lastra tombale di Taddeo Barberini e dei suoi discendenti, riconoscibile dalle tre api dello stemma araldico della casata. Galileo fu riabilitato dalla Chiesa solo nel 1992 da papa Giovanni Paolo II. 

Lastra tombale di Taddeo Barberini e discendenti

Ai piedi del Monumento funebre di Galileo Galilei si trova la lapide funeraria di Andrea Rigogli, provveditore dell'Opera di S.Croce che fu incaricato sovraintendere alla realizzazione del sepolcro di Galileo e di trasferire i resti dalla Cappella del Noviziato

Lapide funeraria di Andrea Rigogli

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L'ultimo monumento della navata sinistra, posto tra il primo altare e la controfacciata, è il  Cenotafio di Vincenzo di Filicaja, poeta che venne inumato inizialmente nella Chiesa di S.Pier Maggiore a Firenze e poi quando la chiesa fu abbattuta venne eretto nella Basilica di S.Croce questo monumento in suo ricordo.


Al di sopra del cenotafio vi sono frammenti di affreschi della prima metà del XV secolo raffiguranti Santi.

Santi (XV sec.)

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Eccoci quindi davanti alla controfacciata.

controfacciata: ingresso navata sinistra
 
controfacciata: ingresso navata destra

Nascosto dall'ingresso della navata sinistra si trova il Monumento funebre di Pio Fantoni, matematico e ingegnere che si occupò delle opere di bonifica della Toscana granducale.

Dopo l'ingresso laterale sinistro si trova il Monumento funebre di Giovanni Targioni Tozzetti, medico e naturalista italiano del '700, capostipite di una famiglia di naturalisti, allievo di Pier Antonio Micheli cui successe come custode dell'Orto Botanico.

Monumento funebre di Giovanni Targioni Tozzetti

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Tra il semipilastro e l'ingresso principale della basilica si trova il Monumento funebre di Gino Capponi, storico, pedagogista, senatore e presidente del Consiglio del Granducato di Toscana.

Monumento funebre di Gino Capponi (Antonio Bortone - 1884)
Davanti al sarcofago la figura allegorica della Fama, scolpita da Antonio Bortone, onora il defunto.

CURIOSITA': Gino Capponi fu amico di Giacomo Leopardi che gli dedicò la Palinodia al marchese Gino Capponi compresa nei suoi Canti.

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A sinistra del Monumento funebre di Gino Capponi si trova la Targa in ricordo a Niccolò Tommaseo, linguista, scrittore e patriota italiano.

Targa a ricordo di Niccolò Tommaseo
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Subito dopo il portale della navata centrale una targa ricorda la notte di Natale del 1966, notte in cui papa Paolo VI volle stare vicino agli alluvionati. L'acqua dell'Arno nella Basilica di S.Croce raggiunse in quell'occasione l'altezza di 5 metri.

Accanto alla targa troviamo il Monumento funebre di Giovanni Battista Niccolini, drammaturgo e socio dell'Accademia della Crusca.

Monumento funebre di Giovanni Niccolini (Pio Fedi - 1870/1883)

La statua che adorna il monumento rappresenta la Libertà della Poesia ed è stata realizzata da Pio Fedi. Questa statua fu d'ispirazione alla famosa Statua della Libertà di Friedric Auguste Bartholdi realizzata insieme ad Alexandre Gustave Eiffel, ma probabilmente la scultura del Fedi ebbe come ispirazione la statua della Legge Nuova di Camillo Pacetti posta sulla facciata del Duomo di Milano.
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Chiudono la serie di monumenti della controfacciata il Monumento funebre di Antonio Targioni Tozzetti, chimico e botanico, nipote di Giovanni il cui monumento funebre abbiamo appena incontrato qualche metro più in là, e la Memoria di Gustavo Modena, attore e patriota.

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Il percorso continua nella navata destra.

E' il Monumento funebre di Francesco Buonarroti, bisnipote di Michelangelo, architetto e cavaliere gerosolimitano. La sua epigrafe fu dettata dal fratello Michelangelo il giovane, mentre il monumento fu progettato da lui stesso.

Dopo il primo altare si trova il Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti.

"...colui che nuovo Olimpo/ alzò in Roma a’ Celesti;"           

                                                                                         (Dei Sepolcri - Ugo Foscolo)

Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti

Si racconta che Michelangelo scelse questo luogo di sepoltura perché attraverso le porte della basilica avrebbe potuto vedere la cupola del Brunelleschi.

Michelangelo morì a Roma nel 1564 e fu sepolto nella Chiesa dei Santissimi Apostoli. Il nipote Leonardo dovette trafugare la sua salma per poterla riportare a Firenze

Il monumento fu commissionato a Giorgio Vasari e venne costruito tra il 1564 e il 1574. Cosimo I donò i marmi per realizzarlo.

Un sarcofago in marmo mischio è contornato da tre figure allegoriche: Pittura (opera di Battista Lorenzi), Scultura (opera di Valerio Cioli) e Architettura (opera attribuita a Battista Lorenzi o a Giovanni dell'Opera).

particolare del Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti: Pittura (Battista Lorenzi)

particolare del Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti: Scultura (Valerio Cioli)

particolare del Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti: Architettura (Battista Lorenzi o Giovanni dell'Opera)

Sopra il sarcofago è posto il busto di Michelangelo (opera di Battista Lorenzi), tratto dalla maschera funebre dell'artista presa da Daniele da Volterra, amico di Michelangelo che gli rimase vicino sino agli ultimi giorni di vita. 

busto di Michelangelo (Battista Lorenzi) / ai lati: stemma dell'Accademia del Disegno

Ai lati del busto si trova lo stemma dell'Accademia del Disegno di cui Michelangelo era stato nominato console.

Lo stemma della casata è posto ai due angoli superiori del fronte marmoreo. 

fronte marmoreo del Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti

Giovan Battista Naldini è l'artefice degli affreschi che adornano la parte superiore come un baldacchino. E' anche raffigurata una Pietà.

affreschi del Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti (Giovan Battista Naldini)

CURIOSITA': sull'iscrizione in latino che accompagna il monumento è riportato il doppio cognome della famiglia di Michelangelo: Buonarroti Simoni (Simone si ritiene il capostipite della casata vissuto nel XIII secolo).

iscrizione sul Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti

Sempre sull'iscrizione si legge che Michelangelo morì a 88 anni, 11 mesi e 15 giorni (il 18 febbraio 1564).

CURIOSITA': nella basilica sono stati sepolti più di 60 Buonarroti che vi furono sepolti fino all'estinzione della famiglia (1858).

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Sul pilastro davanti al Monumento funebre di Michelangelo Buonarroti si trova la Tomba di Francesco Nori, capo del banco mediceo, il quale morì salvando la vita a Lorenzo il Magnifico nella Congiura dei Pazzi.

Tomba di Francesco Nori / Madonna del Latte (Antonio Rossellino - dopo 1478)

Il monumento si compone di una tomba terragna, un'acquasantiera, un candelabro a due braccia e una mandorla incorniciata da cherubini e contenente la cosiddetta Madonna del Latte, una Madonna col Bambino seduta su un trono di nubi.

La Madonna del Latte è stata realizzata da Antonio Rossellino dopo il 1478.

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Tra il secondo e il terzo altare si trova il Cenotafio di Dante.

Cenotafio di Dante (Stefano Ricci - 1829)

Bisogna parlare infatti di cenotafio e non di monumento funebre perché il grande Dante Alighieri, essendo stato esiliato da Firenze nel 1302 per le sue attività politiche, morì a Ravenna nel 1321 a causa della malaria. Dante riposa in una cappellina vicino al chiostro della Chiesa di S.Francesco, anche se la città di Firenze avrebbe voluto indietro la salma. Firenze fornisce tutti gli anni l'olio toscano per alimentare la lucerna che illumina il sepolcro a Ravenna (se volete avere qualche notizia in più sul luogo che conserva le spoglie di Dante potete leggere il post che ho dedicato all'argomento: http://iviaggidiraffaella.blogspot.com/2019/05/ravenna-la-tomba-di-dante.html).

Tomba di Dante a Ravenna

lampada votiva della tomba di Dante a Ravenna alimentata con olio toscano

Un manifesto firmato anche da Gino Capponi e Vittorio Fossombroni (anch'essi sepolti nella basilica), apparso sulla Gazzetta di Firenze nel 1818, diede il via alla raccolta dei fondi per finanziare la costruzione del monumento in onore di Dante e riappacificarsi con il grande poeta. 

Cenotafio di Dante: Dante / Italia / Poesia (Stefano Ricci - 1829)

Il monumento venne realizzato da Stefano Ricci nel 1829.                                                  Dante vestito come si usava nell'antica Roma, è seduto e assume un atteggiamento pensoso. Italia e Poesia sono le figure allegoriche scolpite che compongono il monumento.

iscrizione sul Cenotafio di Dante
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Tra il terzo e il quarto altare si trova il Monumento Funebre di Vittorio Alfieri, poeta e tragediografo.

Monumento funebre di Vittorio Alfieri (Canova - 1804/1810)

Alfieri diceva che trovasse ispirazione nella Basilica di S.Croce, perché i sepolcri dei giganti della storia gli infondevano un profondo senso i pace.

Il monumento di gusto neoclassico è stato realizzato da Antonio Canova tra il 1804 e il 1810 per volere di Louise di Stolberg-Gedern, moglie di Carlo Edoardo Stuart (pretendente al trono d'Inghilterra), nota come contessa d'Albany, che fu compagna di vita del poeta per 20 anni e si trova sepolta anch'essa nella Basilica di S.Croce.

particolare del Monumento funebre di Vittorio Alfieri: la Patria piangente (Canova - 1804/1810)

Sopra ad un alto basamento ovale si erge il sarcofago decorato con il profilo del poeta. La figura scolpita che piange il poeta raffigura la Patria piangente. Le maschere tragiche che decorano il sarcofago fanno riferimento al genere letterario che Alfieri prediligeva.

CURIOSITA': Stendhal dopo aver visitato la basilica nel 1811 a proposito del Monumento funebre di Vittorio Alfieri scrisse: "Finché esisterà Canova si potrà comprare l'immortalità".
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Affissa alla parete si trova poi una lapide in memoria di Cesare Alfieri marchese di Sostegno, politico e diplomatico, Consigliere di Stato, Senatore e Presidente del Senato, parente di Vittorio Alfieri. Piemontese di nascita, morì a Firenze (all'epoca capitale d'Italia) nel 1869.

lapide in memoria di Cesare Alfieri marchese di Sostegno
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Al lato del quarto altare si trova la Targa in memoria di Giosuè Carducci, poeta, scrittore e critico letterario, tumulato nella Certosa di Bologna.

Targa in memoria di Giosuè Carducci
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Segue il Monumento funebre di Niccolò Macchiavelli, filosofo, scrittore, politico e diplomatico, considerato il fondatore della politica moderna.

"...quel grande / che, temprando lo scettro a’ regnatori, / gli allòr ne sfronda, ed alle genti svela / di che lagrime grondi e di che sangue;".                                                                                                

                                                                                         (Dei Sepolcri - Ugo Foscolo)

Monumento funebre di Niccolò Macchiavelli (Innocenzo Spinazzi - 1787)

Morì nel 1527 e vene sepolto nella tomba di famiglia nella Basilica di S.Croce.

Il monumento venne poi realizzato nel 1787, ed è opera di Innocenzo Spinazzi. Seduta su un sarcofago è raffigurata la Diplomazia.

particolare del Monumento funebre di Niccolò Macchiavelli: Diplomazia (Innocenzo Spinazzi - 1787)

Sulla lastra del basamento è scritto in latino: "TANTO NOMINI NULLUM PAR ELOGIUM" ovvero "A tanto nome, nessun elogio è adeguato".
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A destra del monumento si trova il busto del Cenotafio di Pier Antonio Micheli, botanico e micologo.

Cenotafio di Pier Antonio Micheli

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Dopo il quinto altare si trova il Monumento di Luigi Lanzi, gesuita, archeologo e storico.

Monumento di Luigi Lanzi (Giuseppe Belli - 1810)
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Accanto si trovava un tempo la Tomba della famiglia Cavalcanti, per la quale fu realizzato intorno al 1435 da Donatello il tabernacolo a bassorilievo in pietra serena con dorature noto come l'Annunciazione Cavalcanti.

Annunciazione Cavalcanti (Donatello - 1435 ca.)

Un'edicola rinascimentale funge da palcoscenico alla scena del Vangelo: la Vergine è sorpresa, mentre l'Angelo inginocchiato la osserva. L'Angelo e la Vergine sono scolpiti a grandezza naturale.

particolare dell'Annunciazione Cavalcanti: Vergine e Angelo (Donatello - 1435 ca.)

particolare della cimasa dell'Annunciazione Cavalcanti: Putti (Donatello - 1435 ca.)

I due Putti sdraiati sulla cimasa furono ritrovati nel 1884.

La Cappella Cavalcanti fu demolita durante i lavori di rinnovamento della basilica nel 1566.

Degli affreschi che decoravano la parete realizzati da Alessandro del Barbiere nel Cinquecento rimangono solo pochi frammenti.

affreschi (Alessandro del Barbiere - XVI sec.)

Sepolcro di Benedetto Cavalcanti (vescovo di Rapolla - 1374)
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Oltrepassato il passaggio per accedere ai chiostri, si trova il Monumento funebre di Leonardo Bruni, politico, scrittore, umanista e Cancelliere della Repubblica fiorentina.

Monumento funebre di Leonardo Bruni (Bernardo Rosselino - 1444/1450)

Leonardo Bruni era chiamato anche Aretino perché nato ad Arezzo. Arguto, forbito, di grande personalità, traduttore dal greco e storico di Firenze. Morì improvvisamente nel 1444 e voleva essere sepolto sotto una lastra in marmo con solo iscritto il nome. Fu la Repubblica fiorentina a commissionare il monumento, prototipo del sepolcro rinascimentale, a Bernardo Rossellino.

Il monumento è composto da un arcosolio. Sulla base è scolpito un fregio con Putti danzanti, festoni, teste leonine. Il sarcofago è sorretto da zampe leonine e presenta cornici modanate.

Carlo Marsuppini, di cui abbiamo incontrato già il monumento funebre nella navata sinistra, proprio dirimpetto a questo, dettò l'iscrizione in latino retta nel monumento da due vittorie alate o Angeli:  

                                                                                                                                              "DA QUANDO LEONARDO HA LASCIATO LA VITA LA STORIA E' IN LUTTO, L'ELOQUENZA E' MUTA E SI RACCONTA CHE LE MUSE SIA GRECHE SIA LATINE NON SIANO RIUSCITE A TRATTENERE LE LACRIME".

particolare del Monumento funebre di Leonardo Bruni: iscrizione, sarcofago e catafalco con giacente (Bernardo Rosselino - 1446/1450)

Sopra il sarcofago è posto il catafalco retto da aquile. La statua giacente del cancelliere tiene tra le mani la copia delle sue Historie Florentini Populi ("Storie di Firenze" in 12 libri, dalle origini romane al Quattrocento). La sua testa è coronata di alloro.

La parete dietro il catafalco è tripartita da lesene e specchiature in marmo rosso. Due pilastri scanalati con capitelli corinzi, una trabeazione con fregio e un arco a tutto sesto incorniciano il monumento e corrono dietro la nicchia.

Nel medaglione della lunetta è raffigurata una Madonna cl Bambino retta da due Angeli. I due Putti posti sulla sommità del monumento reggono lo stemma dei Bruni effigiato entro una ghirlanda.

Questo monumento quattrocentesco è la sintesi ideale tra architettura, scultura e pittura propria della cultura umanistica.

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Segue il Monumento funebre di Gioacchino Rossini, compositore italiano. 

Monumento funebre di Gioacchino Rossini (Giuseppe Cassioli - 1900)

Tra le sue numerose opere si ricordano Il Barbiere di Siviglia, L'Italiana in Algeri, La Gazza Ladra, Il Guglielmo Tell e Cenerentola.

Rossini venne inizialmente sepolto nel Cimitero di Père Lachaise a Parigi, essendo morto a Passy nel 1868. Venne poi traslato in Italia nel 1887 e sepolto nella Basilica di S.Croce

Cappella Rossini (Cimitero di Père Lachaise - Parigi)

Firenze fu l'ultima residenza italiana di Rossini prima di emigrare definitivamente in Francia.

Il monumento in marmo e decorato con dorature, che recupera le linee e i temi quattrocenteschi, è opera di Giuseppe Cassioli.

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Dopo il sesto altare troviamo il Monumento funebre di Ugo Foscolo, poeta e scrittore, morto nel 1827 a Londra, che aveva tanto desiderato di essere sepolto nella Basilica di S.Croce vicino a Michelangelo e a Galilei.

Monumento funebre di Ugo Foscolo (Antonio Berti - 1934)

Foscolo era morto in povertà ed era stato sepolto nel cimitero di Chiswich. Fu rimpatriato grazie ad una raccolta di denaro. Fu portato in Italia in treno ed esposto nel Palazzo Comunale di Pistoia per cinque giorni. Giunse a Firenze il 24 giugno 1871. Dopo 10 anni fu indetto un concorso per realizzare la sua sepoltura, vinto da Zulimo Rossellini. L'opera in stile neoclassico non fu però mai posta nella basilica, rifiutata perché l'artista non aveva mai voluto prendere la tessera del partito fascista (per questo l'opera fu posta prima in un garage e poi nel Cortile delle tragedie all'Università di Pavia). Al suo posto fu posta nella basilica la statua scolpita da Antonio Berti nel 1934.

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statua di Ugo Foscolo (Antonio Berti - 1934)

Sul piedistallo della statua che ritrae il poeta sono scolpite le Tre Grazie in riferimento al suo componimento poetico "Le Grazie".

particolate del piedistallo del Monumento funebre di Ugo Foscolo: le Tre Grazie (Antonio Berti - 1934)

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Sull'ultimo pilastro della navata destra, posto di fronte al già visitato Cenotafio di Luigi Cherubini, è posto il Monumento funebre del conte Giovanni Vincenzo degli Alberti, diplomatico nominato conte palatino da Francesco I nel 1758.

Monumento funebre del conte Giovanni Vincenzo degli Alberti

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Chiude la carrellata delle sepolture di uomini illustri nella basilica il Monumento funebre del principe Neri Corsini junior, posto all'angolo con il transetto destro. 

Monumento funebre del principe Neri Corsini junior (Odoardo Fantacchioni - 1860)

Il principe, che ricoprì importanti cariche politiche, morì a Londra nel 1859 perché aveva contratto il vaiolo.

Il suo monumento venne commissionato a Odoardo Fantacchiotti dal Governo Provvisorio della Toscana.

Oltre ai monumenti funebri, ai cenotafi, alle targhe in memoria e alle tombe terragne davanti ai quali sostare, ricordare e meditare, nella cripta, luogo deputato inizialmente alle sepolture di religiosi, sono stati tumulati i caduti delle guerre italiane. La cripta accolse il Famedio dei Caduti della Grande Guerra (1934/1937), il Sacrario dei Caduti per la rivoluzione fascista (1934), il Sacrario dei Legionari d'Africa e i Caduti in Spagna (1938). Nel 1955 poi i resti dei Martiri dei volontari fascisti furono traslate in altri cimiteri.  

Altre sepolture davanti alle quali sostare si trovano nel Chiostro, come il Cenotafio di Florence Nightingale, fondatrice della moderna scuola infermieristica nata a Firenze e sepolta nel cimitero di East Wellow (Hampshire), il cui monumento fu voluto dalla comunità angloamericana locale, il Cenotafio di Giuseppe La Farina, scrittore e patriota italiano sepolto a Messina, la Lapide a Stanislao Bechi, colonnello italiano, combattente della I e II Guerra d'Indipendenza, diede il suo appoggio all'insurrezione polacca e venne  fucilato dai Russi nel 1863, o il Monumento funebre di Girolamo Segato, cartografo, naturalista ed egittologo.

Cenotafio di Florence Nightingale (1913)

Cenotafio di Giuseppe La Farina (Michele Auteri Pomar - 1877)

Lapide a Stanislao Bechi
 
a destra: Monumento funebre di Girolamo Segato (scuola di Lorenzo Bartolini - XIX sec.)

Dato il momento di emergenza Covid-19, vi invito a consultare il sito per orari e biglietti.

http://www.santacroceopera.it

CONCLUSIONI                                                                                                                        Pur essendo una chiesa cattolica, nella Basilica di S.Croce vi sono state sepolte persone che in vita non sono state credenti. Qui coesistono l'identità religiosa e laica italiana. E' un luogo quindi dove si sono volute raccogliere le memorie storiche italiane al di là dei propri credi, per testimoniare la grandezza delle menti che hanno fatto grande nei secoli la nostra nazione. 


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Gentile Raffaella,
grazie per l'ottimo contributo a una migliore conoscenza di Santa Croce. Le chiedo se sa di qualche pubblicazione che riporti tutte le iscrizioni poste a commento delle varie figure sepolte o ricordate nella Basilica.
Questo il mio e-mail: fabio-stoppani@alice.it

Raffaella ha detto...

Grazie Fabio per il commento. Mi dispiace non conosco nessuna pubblicazione di questo genere sulla Basilica di Santa Croce.

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