martedì 7 novembre 2023

Chefchaouen, la perla blu del Marocco


Nel Nord del Marocco, a 600 m sul livello del mare, incastonata tra le montagne del Rif, sorge una città marocchina nota per essere una star di Instagram...il suo nome è Chefchaouen.

Chefchaouen

Il nome di questa città è di origine tarifit (lingua berbera parlata nel Rif): "chef" significa "guarda" mentre "echaouen" significa "le corna"...quindi "guarda le corna", riferendosi alle due cime montuose (Kelaa e Meggou) che dominano la zona.

Chefchaouen è stata fondata nel XV secolo (1471) dai Berberi. 

Chefchaouen

Moulay Ali Ben Rachid, fondatore della città, costruì qui una kasbah per combattere le invasioni iberiche: Tangeri e Asilah erano cadute in mano dei Portoghesi, e lo sceriffo dichiarò guerra ai Cristiani iberici. 

kasbah

kasbah di Chefchaouen

Prima la kasbah fu costruita sulla riva sinistra del Ras El Ma, la principale sorgente idrica della città che sgorga direttamente dalla montagna. La kasbah fu costruita come caserma militare e residenza del principe. Poi la kasbah fu spostata sulla riva destra della sorgente.

pianta della kasbah

ingresso della kasbah

scala d'ingresso alla kasbah

La kasbah comprendeva la residenza (nell'angolo Nord-Est), le scuderie, una prigione, 11 torri.

edifici della kasbah

edifici della kasbah

una delle torri

una delle torri

La torre principale, costruita nel XVI secolo e chiamata Torre Portoghese perché costruita dai prigionieri portoghesi, è a pianta quadrata ed è costituita da tre piani. Il pian terreno è coperto da quattro cupole, il primo piano è composto da due ambienti divisi da un pilastrino, mentre il secondo piano ha una terrazza con parapetto merlato.

Torre portoghese

Torre portoghese

ultimo piano della Torre portoghese

ambienti della Torre portoghese

Si possono visitare anche le tetre prigioni.

ingresso alle prigioni

prigioni

prigioni

prigioni

prigioni

Le costruzioni erano delimitate da giardini oggi piantumati con aranci, palme e banani.

giardini della kasbah

giardini della kasbah

giardini della kasbah

giardini della kasbah

giardini della kasbah

Oggi nei locali al piano terra della zona residenziale, nelle salette intorno al cortile con fontana, è allestito un piccolo Museo Etnografico, che al momento della nostra visita era stato provvisoriamente allestito con una mostra dedicata al restauro, con utensili utilizzati dagli artigiani sistemati come nella realtà di una bottega.

edificio residenziale/Museo Etnografico

ingresso

cortile

primo piano del palazzo

fontana

bottega di mosaicista

realizzazione di decorazione con stucco

intaglio e scultura del legno

allestimento di bottega di intagliatore

allestimento di bottega di stuccatore

Dopo l'arrivo degli Spagnoli (1920) la kasbah fu trasformata in un hotel e e in un giardino andaluso. Negli anni '50 divenne un souk e infine fu trasformata in museo nel 1985.

Orari: 9.00/18.00

Costo: 60 MAD

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All'esterno delle mura della kasbah vi sono giardini pubblici.

giardino esterno alle mura della kasbah

giardino esterno alle mura della kasbah

giardino esterno alle mura della kasbah

giardino esterno alle mura della kasbah

parco giochi lungo le mura esterne della kasbah

Dal lato delle mura con l'ingresso della kasbah si trova la Outa El Hammam, una grande piazza (4000 mq) acciottolata con fontana, che un tempo era il campo di allenamento dei cavalieri e combattenti.

Outa El Hammam

Outa El Hammam

Outa El Hammam

Outa El Hammam

 Outa El Hammam con la Grande Moschea e la kasbah

ristoranti nella Outa El Hammam

Il nome della piazza deriva dalla parola "outa" che significa cortile e dalla presenza del primo hammam pubblico. Oggi questa piazza pedonale è circondata su te lati da tigli, ristoranti e caffè, ed è divenuta il cuore della città. Al centro della piazza si erge un grande cedro.

Accanto alla kasbah venne edificata nel XV secolo anche una Grande MoscheaIl  minareto ottagonale fu costruito nel XVII secolo. L'ingresso principale è stato realizzato invece nel XX secolo.

Grande Moschea

minareto della Grande Moschea

ingresso alla Grande Moschea

Ai piedi della kasbah, nella parte alta della vallata verso Sud-Ovest, venne realizzata una Medina d'influenza andalusa: a Chefchaouen si rifugiarono infatti i Mori e gli Ebrei espulsi dalla Spagna dai Re Cattolici (1494).

Questa città dalle influenze amazigh (ovvero del popolo berbero), andaluse e arabe, è stata interdetta per lungo tempo agli stranieri (fino al 1920) perché considerata una città santa "El-Madina es-Sahiha"), per le sue 20 moschee, i suoi 17 mausolei e le sue 11 zaouias (agglomerati di marabuti , luoghi di culto, scuola, monastero e/o mausoleo, che si strutturano come confraternite Sufi).

Moschea Bab El-Suk (costruita dai residenti del vicino Souk - 1908)


Moschea Bab El-Suk 

minareto della Moschea Al-Andalus (costruita dagli Andalusi - 1540/1560)

minareto della Moschea Rif Al-Andalus (costruita dagli Andalusi tra il 1540 e il 1560)

Moschea Rif Al-Andalus

particolare della Moschea Rif Al-Andalus

Zaouia Al-Isaouia (costruita nel 1876 - terza di questo tipo costruita a Chefchaouen)

Zaouia Al Darkaouia (fondata nel 1806)

Zaouia El Ajjebia (costruita nel 1903 dai seguaci di Shaykh Ahmed Ben Ajjba che morì nel 1809)

Zaouia Al-Isaouia (seconda di questo tipo realizzata nel 1835)

Oggi invece Chefchaouen è la meta di tantissimi turisti per il colore che la caratterizza. Le sue case infatti hanno facciate colorate di blu, declinato in tutte le sue nuance: indaco, lavanda, turchese, cobalto e azzurro.

...in blu

...in blu

...in blu

...in blu

...in blu

porte...in blu

ingressi privati...in blu

...in blu

porta...in blu

...in blu

completamente...in blu!

...in blu

...in blu

scalinata...in blu

...in blu

...in blu

...in blu

Si pensa che gli abitanti di Chefchaouen abbiano iniziato a dipingere le proprie case di blu perché il colore blu sembra sia repellente alle zanzare, o forse perché simbolo del legame con Dio nell'Ebraismo (il blu è il colore del cielo e quindi riporta al Paradiso), o forse ancora perché evoca l'acqua della sorgente di Ras El Ma.

Qualsiasi sia il motivo della colorazione blu della città, è stata questa una caratteristica che ha attirato fotografi, influencers, vacanzieri e turisti a visitare questa cittadina. 

El-Asri  (uno dei vicoli più "instagrammati")

scalinata blu...con prove di colore

Girando per le stradine della Medina, bisogna attendere ad ogni vicolo dove tutti vogliono cogliere con telefoni e macchine fotografiche i particolari più fotogenici delle facciate, che oltre ad essere dipinte in blu sono ricche di particolari: porte ad arco, finestre a grata, piccoli balconi, vasi di fiori, tetti con tegole ocra.

particolari ...in blu

contrasto ocra/blu

...tutto blu

Lungo le vie, anch'esse lastricate in blu, non mancano numerosi negozietti e botteghe artigianali che offrono i prodotti locali.

negozi 

negozi

negozi della Medina

negozi della Medina

negozi della Medina

negozi della Medina

libreria

pasticceria

E c'è anche chi vende colori.

...la via dei colori

Percorrendo le vie della Medina ci si mescolerà tra i suoi abitanti intenti alle loro mansioni quotidiane, come quella di portare il pane a cuocere nell'antico forno comune Rif Al-Andalus costruito durante il Regno diel Principe Mohammed Ben Raschid (1540/1560).

forno Rif Al-Andalus

ingresso del forno pubblico

Elementi fondamentali di ogni Medina sono le fontane addossate ai muri o poste al centro di piazzette. Una fontana molto decorata si trova in Zanka Al-Hauta, una tranquilla piazzetta pavimentata circondata da un portico con poche attività commerciali.

fontana pubblica

fontana Al-Mdaqa

 Zanka Al-Hauta

Zanka Al-Hauta


fontana di Zanka Al-Hauta

fontana di Zanka Al-Hauta

Danno accesso alla Medina sette porte
Una di queste è Bab El Zoco il cui nome è associato al mercato organizzato fuori dalla porta ogni lunedì. 

facciata interna di Bab El Zoco

facciata esterna di Bab El Zoco

fuori da Bab El Zoco

Una delle principali porte della Medina è Bab El Onsar, una struttura fortificata costruita nel XVI secolo sul lato Nord-orientale della Medina, vicino ai lavatoi sul torrente Fouara.

Bab El Onsar

Bab El Onsar

Infine non mancherete di notare i gatti sonnolenti che trovano qualsiasi posto adatto ad addormentarsi non curanti dei turisti pronti ad immortalarli nelle foto ricordo.

gatti a Chefchaouen

gatti a Chefchaouen

gatto a Chefchaouen

Al di fuori della Medina, a poca distanza dalla kasbah, si trova una zona dove un tempo, grazie alla presenza di un corso d'acqua (Ras El Maa) e dalla sua canalizzazione, si trovavano i mulini.

canalizzazione d'acqua

mulino

Qui sorge anche il cosiddetto Ponte dei Portoghesi, un ponte che attraversa la piccola valle verde Sabbanin, costruito dai Portoghesi che nel XV/XVI secolo avevano attaccato le coste del Marocco, ed erano stati fatti prigionieri.  

Ponte dei Portoghesi

A ridosso delle mura, vicino alla zona Nord-orientale della Medina, si trova un angolo verde con le piccole cascatelle d'acqua formate dal Ras El-Maa (l'unica fonte potabile della città).

Mas El-Maa

Qui le donne di Chefchaouen lavavano i panni nelle acque del torrente, e ancor oggi i lavatoi adiacenti sono usati a questo scopo.

lavatoio

lavatoio

Ras El Maa

lavatoio

Dalla zona dei lavatoi si può iniziare la salita della scala che conduce alla Moschea Bouzaafar, detta anche Moschea SpagnolaIl cammino dura circa 40 minuti.

salita verso la Moschea Bouzaafar

salita verso la Moschea Bouzaafar

panorama verso la città dal sentiero che porta alla Moschea Bouzaafar

pecore lungo il cammino

donna che scende in città per vedere i suoi prodotti della terra

riproduzione della Moschea Bouzaafar

La moschea è bianca con particolari in mattoni, fu costruita negli anni '20 del secolo scorso, ma non è mai stata utilizzata. 

Moschea Bouzaafar

Moschea Bouzaafar

Moschea Bouzaafar

Moschea Bouzaafar

Moschea Bouzaafar

minareto della Moschea Bouzaafar

Dall'altura dove si trova la moschea si può godere di uno straordinario panorama sulla città.

panorama dalla Moschea Bouzaafar

panorama dalla Moschea Bouzaafar

Anche al di fuori della Medina gli abitanti di Chefchaouen hanno cercato di continuare a dipingere le facciate delle case e quello che le circonda nelle tonalità del blu, ma man mano che ci si allontana a predominare nell'ambiente è il verde dei siti naturali che circondano la città.

...a Chefchaouen anche i sassi sono blu!

CONCLUSIONI                                                                                                                         Chefchaouen è stata riconosciuta "Comunità emblematica della Dieta Mediterranea" nel 2010 dall'Unesco, per la produzione del suo olio di oliva, il suo formaggio di capra, il suo miele, i suoi fichi secchi e la sua gelatina d'uva (samet). Quindi oltre a consigliarvi di visitare questa città per la sua particolare colorazione, la sua Storia e la i suoi siti turistici, vi suggerisco anche le ottime materie prime che vanno a comporre i piatti realizzati nelle sue cucine. 

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