sabato 10 maggio 2014

Spoleto, capitale del ducato longobardo


I Longobardi, popolazione germanica, ruppero l'unità politica della penisola italiana nel VI secolo d.C.

Nel 571, col primo Duca Faroaldo I, Spoleto divenne la capitale del Ducato longobardo di Spoleto, costituendo la Longobardia Minor insieme al Ducato di Benevento.

La città di Spoleto fu occupata da Faroaldo, un ufficiale federato, con lo scopo di controllare la viabilità della via Flaminia e i collegamenti tra Roma e Ravenna.
 
Il Ducato tramonterà nel 774 passando sotto il controllo dei Franchi prima e della nobiltà pontificia poi: termina quindi dopo solo due secoli, quando Carlo Magno chiamato dal Papa, conquista tutta l'Italia centro-settentrionale.
Non è ancora certa la sede a Spoleto del palazzo ducale longobardo, e tanto meno la distribuzione nella città dei palazzi del potere: la Spoleto medievale ha inglobato e trasformato la città longobarda. 

Sono quindi poche le testimonianze in città di questo popolo, originariamente nomade, lasciate in monumenti ed abitazioni, tranne che per due edifici di culto, due veri gioielli.

Spoleto infatti è da poco annoverata con Campello del Clitunno (a pochi chilometri dalla città) nella lista del Patrimonio dell'Umanità per due capolavori di arte longobarda.

La chiesa di S.Salvatore e il Tempietto del Clitunno infatti fanno parte del sito seriale dell'UNESCO "Longobardi in Italia: i luoghi del potere", comprendente sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell'arte longobarda.


I sette siti sono:
- il Tempietto Longobardo a Cividale del Friuli (UD),
- il Complesso Monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia,
- il Castrum di Castelseprio-Torba (VA),
- il Tempietto del Clitunno a Campello (PG)
- la Basilica di S. Salvatore a Spoleto (PG)
- la Chiesa di Santa Sofia a Benevento,
- il Santuario Garganico di San Michele a Monte Sant’Angelo (FG).

I Longobardi, popolo di origine scandinava, quando arrivarono in Italia seppero assimilare la tradizione romana, la spiritualità del Cristianesimo e gli influssi bizantini.
Seppero anche integrarli con i valori germanici già acquisiti durante la loro migrazione e diedero vita ad una nuova cultura tra la fine del VII e l’VIII secolo.

E' ai Longobardi che si attribuisce un ruolo determinante nel passaggio tra la Classicità e il Medioevo.
La basilica di S.Salvatore è un edificio paleocristiano (IV/V secolo).

Basilica di S.Salvatore (entrata laterale)
Si trova fuori dalle mura cittadine, all'interno del cimitero, non lontana dalla chiesa di S.Ponziano.
E' considerata la chiesa più antica di Spoleto e una delle più antiche in Umbria.

Dedicata a S.Concordio (forse qui sepolto) e a Santa Senzia dalle virtù taumaturgiche, prese poi il nome di chiesa del Crocifisso ed infine di S.Salvatore per l'immagine di Cristo sull'altare maggiore.
Dopo un incendio fu restaurata nel medioevo, danneggiata per i terremoti, deturpata e restaurata.

facciata della basilica di S.Salvatore
La facciata, divisa in due piani, ha tre portali di marmo con motivi vegetali e mensole curvilinee.

portale centrale
decorazioni del portale






















Nell'architrave con decorazione a racemi, vi è una croce palmata con fiori e rosoncini.
Originariamente la facciata doveva essere stata preceduta da un portico.


Nella fascia superiore  vi sono tre finestre decorate con pilastrini, quelle laterali con timpano e quella centrale ad arco.

cupola e lanterna

La lanterna della cupola fu aggiunta nel 1700.

navata centrale (verso il presbiterio)
navata centrale (verso l'ingresso)
Di stile classico ha influssi orientali.

navata laterale
colonne corinzie delle navate


colonne della navata chiuse da muri
A pianta basilicale è a tre navate divise da colonne con capitelli corinzi e trabeazione con capitelli dorici sulle colonne del presbiterio.
Sopra il presbiterio s'innalza la cupola.

presbiterio e cupola
cupola ottagonale
Le parti più antiche sono l'abside semicircolare, il presbiterio sovrastato da cupola a 8 spicchi su quattro colonne angolari, la facciata ed elementi di reimpiego provenienti da un tempio romano dorico.

colonne con capitelli di spoglio
In una nicchia dell'abside si trova affrescata una croce monogrammata e gemmata (XI secolo), la più antica decorazione pittorica della basilica.

abside del presbiterio
affresco dell'abside
croce gemmata
 Altri frammenti di affreschi del XIII/XIV/XV secolo adornano le pareti e le absidi.

affreschi nell'abside della navata laterale
 Le absidi delle navate laterali erano impiegate un tempo come sacrestie.

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Non lontano da Spoleto, sulla via Flaminia a Campello sul Clitunno, si trovano le Fonti del Clitunno.

parco delle Fonti del Clitunno

“Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte
nume Clitumno! Sento in cuor l’antica
patria e aleggiarmi su l’accesa fronte
gl’Itali Iddii.”
          ODE ALLE FONTI DEL CLITUNNO - G. Carducci
 
Giosuè Carducci visita nel 1910 le fonti del Clitunno e viene ispirato a scrivere quest'ode.

Il passaggio del poeta è ricordato oggi da un cippo marmoreo con bassoirilievi  dello scultore Leonardo Bistolfi con uno scritto di Ugo Ojetti.

Gli imperatori Caligola e Onorio venivano a consultare l'oracolo qui presente.
Si pensava che nelle profondità delle acque ci fosse il dio Clitunno, e i“clitunnali” erano feste in onore del Dio che si tenevano in primavera.
Per questo rito si immergevano i buoi prima del sacrificio per renderli candidi.

Fonti del Clitunno
Qui sorgevano numerosi tempietti anche di altre divinità.
Anche durante l'antichità la zona era attrezzata per coloro che qui si recavano in villeggiatura: vi erano un albergo, un bagno pubblico e alcune ville.
Nel V secolo poi un terremoto fece diminuire la quantità delle acque del Clitunno.

Plinio il Giovane lo descriveva come un luogo coperto da “antichi e ombrosi cipressi ai cui piedi scaturisce una fonte che forma un laghetto”.
Virgilio invece cita le fonti nelle Georgiche.

George Byron, nella sua “Child Harold’s Pilgrimage”, le descrive come "il più lucente cristallo che mai abbia offerto rifugio a ninfa fluviale".

parco delle Fonti del Clitunno

Oggi il parco con un laghetto poco profondo, popolato di nasturzi acquatici, nontiscordardimé, cigni e anatre, salici e pioppi cipressini, è meta di turisti domenicali che cercano un po' di quiete e frescura.
Lo specchio d’acqua il cui perimetro è lungo circa 400 metri, ha una superficie di circa diecimila metri quadrati e in esso vi sono piccole isolette..

Orario:   1 gennaio/28 febbraio       10.00/13.00    14.00/16.30
               1 marzo/30 marzo               9.00/13.00    14.00/18.00
               1 aprile/15 aprile                 9.00/19.30
             16 aprile al 30 aprile             9.00/20.00
               1 maggio/31 agosto             8.30/20.00
               1 settembre/15 settembre    8.30/19.30
             16 settembre/30 settembre    9.00/19.30
               1 ottobre/1 novembre          9.00/13.00     14.00/18.00
               2 novembre/31 dicembre   10.00/13.00     14.00/16.30
               Festivi e prefestivi orario continuato
Costo:    3€

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Ad un chilometro circa dal parco si trova il Tempietto del Clitunno intitolato al S.Salvatore.

Tempietto del Clitunno (dalla strada che lo costeggia)
L'epoca della costruzione è incerta: forse il IV/V secolo, o forse il VII/VIII secolo o forse ancora il XII/XIII secolo.
Fu a lungo ritenuto un sacello romano.

Tempietto del Clitunno

Sicuramente furono usati per la sua costruzione alcuni elementi architettonici appartenuti a sacelli che sorgevano intorno alle vicine Fonti del Clitunno.

Nel Rinascimento si pensava che il Tempietto fosse un monumento dell'antichità classica.

Il Tempietto si trova su un rialzo sul fiume.

Tempietto
Tempietto






















 Ha la forma di edicola a timpano.
Il frontone è decorato con tralci d'acanto che racchiudono rosette, con al centro una croce palmata monogrammata, circondata da grappoli d'uva e gemme.

particolare di una colonna e della trabeazione
Poggia su un alto podio.
In facciata sono presenti pilastri d'angolo e quattro colonne corinzie.
Al di sopra poggia una trabeazione con dedica: "+SCS DEUS ANGELORUM QUI FEC(I)T RESURRECTIONEM+" (ovvero al "Dio degli Angeli").
Al di sotto è posto un piccolo portico con volta a botte.

frontone con scritta dedicatoria
ingresso al sacello
portico
































trabeazione dell'abside
abside del Tempietto







L'edificio è absidato e anche il retro presenta una ricca trabeazione.










Al tempietto si accedeva tramite due scalette laterali.

ingresso al Tempietto

uno degli ingressi laterali
Il sacello era anch'esso a botte e terminava con un'absidiola con antiche pitture, sormontata da un frontone in cui si inserisce un arco.

sacello del Tempietto
abside del Tempietto
L'edicola marmorea (di tipo siriaco) è decorata con racemi vegetali.
Una coroncina a foglie lanceolate racchiude un Chrismon (monogramma greco di Cristo: CHI-RHO).

particolare del frontone dell'edicola
particolare del frontone dell'edicola
Una piccola edicola-tabernacolo occupa lo spazio centrale dell'abside.

edicola/tabernacolo
Gli affreschi sono dell'VIII secolo, sono tra i più antichi in Umbria, e illustrano il Pantacreator, S.Pietro e S.Paolo, angeli e croce gemmata.

affresco VIII secolo - Pantacreator
S.Paolo
S.Pietro






















Questi dipinti ricordano quelli di una chiesa che si trova a Roma nel Foro, alle pendici del Palatino: S.Maria Antiqua.

affreschi nella chiesa di S.Maria Antiqua - Roma
Al di sotto del sacello si trova un piccolo ambiente con funzioni di cripta.

cripta

cripta con frammenti di affreschi





un ingresso al Tempietto visto dall'alto
Orario:  estate    giovedì/sabato  12.15/19.45
              inverno giovedì/sabato  12.15/17.45
              domenica e mercoledì a settimane alterne
Costo: 2€


CURIOSITA': Palladio prese spunto dall'architettura del Tempietto del Clitunno per alcune sue opere: Villa Foscari ("La Malcontenta") a Mira (Venezia), il Tempietto di Villa Maser a Marca (Treviso) e Villa Almerico Capra a Vicenza.

Villa Almerico Capra
Villa "La Malcontenta"
Tempietto di Villa Maser
CONCLUSIONI
La testimonianza dello stanziamento dei Longobardi nella città di Spoleto ci viene dalle tombe trovate nell'area limitrofa (Nocera Umbra e Castel Trosino), ricche di corredi funerari (armi, gioielli, suppellettili...) conservate nel Museo del Ducato di Spoleto (sale IV-V) sito nella Rocca albornoziana.
Se volete potete leggere il post che a essa ho dedicato: " Spoleto: la Rocca albornoziana".

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