sabato 10 maggio 2014

Spoleto: tra chiese e atmosfere spirituali


Dopo aver trattato il periodo romano, i suoi monumenti tramandatici dal tempo e quelli di memorariale conoscenza nel post "Spoletium: la Spoleto romana", questo post tratterà di siti e architetture dei periodi successivi.

Nel VI secolo in città giunsero gli Ostrogoti di Teodorico che bonificarono la valle, e poi Totila che distrusse la città.
Poi arrivarono i Longobardi che nel 576 con Faroaldo I istituirono il ducato di Spoleto.
Nel 774 la città fu un feudo dei Franchi, e caduto l'impero carolingio, i duchi di Spoleto Guido III (890) e il figlio Lamberto II (892) furono incoronati imperatori del Sacro Romano Impero dal Papa.

In età comunale i feudatari si trasferirono in città e costruirono alte torri, che portarono a soprannominare Spoleto "la città delle cento torri".

Il 20 luglio 1155 Spoleto fu attaccata dal Barbarossa che pretese il Fodrum, una tassa per non saccheggiare la città.
Accusata di aver pagato con moneta locale falsa, Spoleto fu rasa al suolo.

La città fu ricostruita e munita nel 1296 di una seconda cinta muraria.

In questo periodo si costruirono fuori le mura altre chiese romaniche (S.Pietro e S.Ponziano), che si aggiunsero a quelle in primo stile romanico sopravvissute alla distruzione (S.Salvatore, S.Eufemia, S.Gregorio Maggiore e l'antica Cattedrale S.Maria del Vescovado).



La chiesa di S.Eufemia si trova nel recinto del Palazzo arcivescovile.
La sua visione è possibile all'interno dell'itinerario di visita del Museo Diocesano.


abside della chiesa di S.Eufemia


La chiesa, originariamente costruita nel X secolo con annesso un monastero di monache benedettine, fu riedificata nel XII secolo in stile romanico con influssi longobardo-veneti (verticalismo interno e due matronei, unici in Umbria).
Su esempio della Cappella Palatina di Aquisgrana, la cappella originale era una cappella di palazzo.



La facciata a due spioventi presenta modanature orizzontali, una bifora e due monofore.
Il portale è a rincassi concentrici.

navata centrale e matronei di S.Eufemia













L'interno sconsacrato è a forma basilicale a tre navate con pilastri e colonne di spoglio.
Un nartece interno precede la navata centrale.

matroneo
abside
navata laterale






















L'altare maggiore ha un paliotto marmoreo del duecento e rilievi cosmateschi.
Sono raffigurati i simboli dei quattro Evangelisti e l'Agnus Dei.

altare maggiore





Uno dei pilastri, marmoreo e altomedievale, è finemente scolpito a motivi vegetali (VIII/IX secolo).








Sulla seconda colonna vi è affrescata Santa Lucia (XV secolo) mentre sul terzo pilastro una Santa martire.




Vi sono anche degli affreschi del XVXVI secolo. 
Nell'abside resti dell'affresco raffigurante Dio tra i cherubini.

affresco di S.Lucia su una colonna di S.Eufemia
affresco nel catino absidale
Il Museo Diocesano è collocato nell'Appartamento del Cardinale, ovvero l'ala di rappresentanza del Palazzo arcivescovile, con decorazioni settecentesche.
Comprende opere di pittura e scultura dal XIII al XVIII secolo.

affresco sulla facciata del Palazzo arcivescovile (via Saffi)
Nella sala Loccatelli (con volta decorata con allegorie e stemma del cardinale Francesco Loccatelli Orsini) vi sono tre croci sagomate, tavole del XIII/XV secolo e la Madonna con Bambino e angeli del Maestro della Madonna di Straus.

volta della sala Loccatelli
Croce (Christus Triumphans)
S.Cristina (XIV secolo)
S. Andrea (XV secolo)




















Madonna con Bambino e angeli - Maestro della Madonna di Straus
dossale Madonna con Bambino in trono (XIII secolo)
La sala Barberini (sala conferenze così chiamata per lo stemma della famiglia di cui faceva parte Papa Urbano VIII, Vincenzo Maffei Barberini, che era stato vescovo di Spoleto) conserva opere di S.De Magistris, P.Labruzzi, L.Baldi e B.Gagliardi.

sala Barberini
stemma con api dei Barberini


















Nella sala Orsini (o delle allegorie per il fascione decorativo con quattro figure allegoriche e stemmi dei porporati che come il cardinal Orsini restaurarono il palazzo) sono esposti dei fondi oro, tavole i cui fondali sono ricoperti di sottili foglie d'oro.

sala Orsini
un fondo oro
Nella sala Facchinetti troviamo la Madonna con il Bambino e i santi Montano e Bartolomeo di Filippino Lippi, la Natività di Domenico Beccafumi e l'Annunciazione di Andrea De Magistris.

Madonna con il Bambino - Filippino Lippi
particolare della Madonna con il Bambino - Filippino Lippi

Annunciazione - Andrea De Magistris
Natività - Domenico Beccafumi
Nella sala Sanvitale con decorazione ad architetture prospettiche sono esposte sculture policrome (XIV/XV secolo).

sala Sanvitale
Nella sala Ad Aqua (con soffitto ligneo fatto realizzare dal monsignor Vincenzo Dall'Acqua) trovano posto tra le tante opere il busto di Urbano VIII opera in bronzo del Bernini (un tempo conservato nel Duomo) e un busto di Filippo Neri in marmo di A.Algardi (un tempo nella chiesa di S.Filippo Neri).

soffitto in legno della sala Ad Aqua

Urbano VIII - Bernini
S.Filippo Neri - A.Algardi






















altare della Cappella Palatina






La Cappella del Cardinale (o Palatina) in stile barocco è decorata a tempera grassa con un'allegoria della Chiesa (F.Ruffini)


volta della Cappella Palatina
croce astile dipinta





Dalla cappella si accede alla sala Berengario con croci astili e paramenti liturgici e da qui nella chiesa di S.Eufemia.




 Orario:  mercoledì/domenica     11.00/13.00   15.00/18.00
Costo 6€






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La chiesa di S.Gregorio Maggiore si trova in Piazza Garibaldi.

Piazza Garibaldi con la chiesa i S.Gregorio Maggiore
Fu edificata in stile romanico nel 1079 su un edificio dedicato a S.Gregorio, martire nel 304 nell'anfiteatro romano di Spoleto.

facciata della chiesa di S.Gregorio Maggiore



La facciata ebbe due momenti di costruzione: sino alla trifora è del XII secolo, mentre la parte alta è stata elevata nel trecento.
Ha due spioventi con portale, trifora e tre nicchie ad ogiva con statue di santi.


Il portico a tre arcate è invece del cinquecento come anche la torre campanaria, che mantiene il basamento del XII secolo fatto da blocchi di spoglio di monumenti funerari.

Cappella degli Innocenti



















Sul lato sinistro del portico vi è la trecentesca Cappella degli Innocenti affrescata con scene della vita di Santa Abbondanza (sepolta in questa chiesa).

Fu questa santa, una matrona romana vedova, a riscattare con 35 denari d'oro i resti di S.Gregorio e a seppellirli in questo luogo insieme a quelli di altri martiri cristiani (forse diecimila!).
affreschi della Cappella degli Innocenti
affreschi della Cappella degli Innocenti
L'interno è a tre navate.
 
navata centrale della chiesa di S.Gregorio Maggiore
presbiterio soprelevato
Il presbiterio anch'esso a tre navatelle, è soprelevato sopra la cripta a cinque navate con colonne dai capitelli romanici e alto-medioevali.

cripta della chiesa di S.Gregorio Maggiore
particolare di colonna nella cripta
Il pavimento nell'abside è cosmatesco.

pavimento cosmatesco
Sono numerosi gli affreschi medievali venuti alla luce dopo il restauro che l'ha privata delle decorazioni barocche.

frammento di affresco
Nell'abside centrale Diaconi e Presbiteri entro clipei, S.Gregorio e altri Santi.

Diaconi e presbiteri (abside centrale)
Nel presbiterio l'affresco della Madonna con Bambino e angeli con Eva.

Madonna con Bambino e angeli con Eva

Un altro affresco raffigura San Ponziano, protettore della città, a cavallo.

S.Ponziano a cavallo
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Del XIII secolo sono via dell'Arrigo e la nuova Cattedrale.

La prima cattedrale S.Maria del Vescovado fu distrutta dal Barbarossa nel 1155.
Era stata costruita nel VIII/IX secolo su un preesistente edificio di culto cristiano dedicato al martire S.Primiano (di cui si conserva la cripta affrescata).

Duomo
Su di essa fu costruito il nuovo Duomo dedicato all'Assunta nel XII/XIII secolo in stile romanico-lombardo.

facciata del Duomo
La facciata è divisa orizzontalmente in tre ordini.
In quello inferiore si trova un portale romanico (XII/XIII secolo) arricchito da un'architrave d'ispirazione classica scolpito da Gregorio Melioranzio.

portale del Duomo
particolare dello stipite del portale






















Il portale è preceduto da un portico rinascimentale (1491) di Ambrogio da Milano e Pippo di Antonio da Firenze, fusione di uno stile rinascimentale toscano e lombardo.

portico del Duomo
portico del Duomo
Il portico è fiancheggiato da due pulpiti, dove venivano pronunciati i discorsi alle assemblee del popolo.
Sopra al portico vi sono un fregio e una balaustra.

balaustra del portico
uno dei pulpiti del portico






















Nella parte centrale della facciata vi è una galleria cieca con arcate ogivali con due telamoni, un rosone centrale e  quattro rosoncini.
Più in alto vi sono archetti con colonnine.

parte mediana della facciata con rosone e rosoncini
In quella mediana si trova il mosaico bizanteggiante del Redentore benedicente in trono con la Madonna e S.Giovanni Evangelista, opera di Solsterno (XII secolo).

parte superiore della facciata con mosaico e rosoncini
L'ordine superiore a coronamento triangolare, ha tre rosoncini e tre arcate ogivali.

La torre campanaria, costruita con materiali di spoglio in travertino nel XII secolo, ha una loggia del quattrocento e la guglia del cinquecento.

Duomo
torre del Duomo






















L'interno del Duomo è a pianta a croce latina a tre navate con colonne a capitelli corinzi ed abside semicircolare.

navata centrale del Duomo (verso l'altare)
navata centrale del Duomo (verso l'entrata)
Nel XVII secolo l'interno fu rinnovato per volere del cardinale Francesco Barberini in stile tardo-rinascimentale.
Si conservarono il pavimento cosmatesco (in porfido, pietra e serpentino) in gran parte del XII secolo, e l'abside.

pavimento della navata centrale
pavimento della navata laterale





















 

Gli altari delle cappelle laterali sono opera di Giuseppe Valadier come anche le decorazioni della cupola.

Altare di Valadier e Deposizione dalla Croce - D.Corvi
Morte di S.Andrea Avellino - A.Concioli


Visitazione - G.Alberti
cupola del Duomo

Cappella Eroli




Sono molte le opere d'arte conservate nel Duomo.
La prima cappella della navata destra, la cosiddetta Cappella Eroli, fu costruita dal vescovo Costantino Eroli nel XV secolo.
In essa nell'abside si trovano gli affreschi del Pinturicchio: Padre Eterno e angeli, Madonna con Bambino, il Battista e S. Stefano.
Nel paliotto dell'altare una Pietà sempre del Pinturicchio.

Madonna col Bambino, il Battista e S.Stefano - Pinturicchio (Cappella Eroli)
Padre Eterno e angeli - Pinturicchio (Cappela Eroli)
Adiacente è l'affrescata Cappella dell'Assunta fatta costruire dal vescovo Francesco Eroli (XVI secolo).

Cappella dell'Assunta
Nel braccio destro della crociera ci sono il monumento sepolcrale a Giuseppe Francesco Orsini (di Ambrogio da Milano), la tela di Annibale Carracci Madonna con Bambino e i S.S. Francesco Antonio e Dorotea e la tomba di fra' Filippo Lippi su disegno del figlio Filippino Lippi, voluta da Lorenzo il Magnifico e con epitaffio del Poliziano.

braccio destro della crociera
Madonna col Bambino e i S.S. Francesco Antonio e Dorotea (A.Carracci) e tomba di fra' Filippo Lippi
Cappella della Santissima Icona





Sotto l'organo si accede alla Cappella della Santissima Icona.
Qui viene conservata l'immagine della Madonna, dipinto bizantino del XII secolo attribuito a S.Luca.
Fu fatto dono a Spoleto dal Barbarossa in segno di pace dopo che aveva distrutto la città trent'anni prima(1185).


Madonna nella Cappella della santissima Icona
L'abside è decorata con affreschi di Filippo Lippi, rimasti incompiuti dall'artista perché morto due mesi prima  dell'ultimazione e terminati da fra' Diamante e da Pier Matteo d'Amelia.

abside con affreschi di Filippo Lippi
I temi trattati nel tamburo sono: l'Annunciazione, il Transito di Maria e la Natività (in questo affresco sono identificabili nel gruppo di uomini a sinistra tre artisti e Filippino Lippi, figlio dell'artista).

Annunciazione - Filippo Lippi
Transito di Maria - Filippino Lippi
Natività - Filippo Lippi
ritratto di tre artisti e di Filippino Lippi
Nel catino è affrescata l'Incoronazione di Maria.

Incoronazione di Maria - Filippino Lippi
L'altare maggiore è opera di Valadier.

Sulla sinistra dell'abside si trova la Cappella del Sacramento, ricca di stucchi, statue e dipinti ad olio.
Nella volta tele di Francesco Refini.

Cappella del Sacramento
volta della Cappella del Sacramento
Altra icona di grande importanza è la Croce di Alberto Sotio del 1187.
E' il prototipo della scuola romanica spoletina.
Un tempo era custodito nella chiesa dei S.S.Giovanni e Paolo.

Croce di A.Sotio
E' un dipinto su pergamena applicato su una croce in legno, uno dei primi Crocifissi dipinti su tavola sagomata.
L'icona rappresenta un Christus Triumphans che simboleggia il trionfo di Cristo sulla morte.

Nella Cappella delle Reliquie nella navata sinistra (sagrestia del XV secolo), adorna di armadi intarsiati e intagliati  e tavole dipinte con profeti e sibille, vengono conservati una Madonna con Bambino (XIV secolo), scultura policroma in legno del '300, e una lettera autografata di S.Francesco a fra' Leone.

Cappella delle Reliquie
lettera di S.Francesco a fra' Leone
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Piazza Duomo
Nella Piazza Duomo antistante la chiesa si trovano sulla destra la quattrocentesca casa Fabricolosi, casa Menotti (Centro di Documentazione del Festival dei Due mondi), un sedile in pietra e la vasca di una fontana costituita da un sarcofago romano del III secolo con scene di caccia.

casa Fabricolosi
Casa Menotti


sarcofago romano ora vasca di fontana in Piazza Duomo
Sul lato opposto della piazza si trovano la casa dell'Opera del Duomo (XV secolo) con conci bianchi e rossi, il piccolo Teatro Caio Melisso.

casa dell'Opera del Duomo
Teatro Caio Melisso
chiesa di S.Maria della Manna d'Oro



Segue l'ottagonale ex chiesa di S.Maria della Manna d'Oro, del XVI/XVII secolo che ricorda nella forma un tempio bramantesco.
Fu costruita per voto in seguito al Sacco di Roma del 1527.



Dalla Piazza Duomo sale la scalinata di Via dell'Arringo.
In epoca romana era un diverticolo del cardo Massimo.
La via viene chiamata così perché dal XII secolo vi si svolgevano le assemblee del popolo, costituendo "l'arengo".
Collegava anche i due antichi luoghi del potere: il Duomo e il Palazzo Comunale.

Via dell'Arringo
Salendo sulla sinistra si trova il cinquecentesco Palazzo Arroni
La facciata è caratterizzata da un bel portale, due ordini di finestre e una loggia.
Vi sono ancora frammenti di graffiti di trionfi marini attribuiti a Giulio Romano.

Palazzo Arroni
portale di Palazzo Arroni


loggia di Palazzo Arroni
Sulla destra invece si trova l'abside della chiesa di S.Eufemia.

abside della chiesa di S.Eufemia
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Scendendo una scalinata ai piedi del campanile del Duomo si giunge nella Piazza della Signoria.

Piazza della Signoria
Il nome della piazza si riferisce all'edificio trecentesco incompiuto, sostenuto da pilastri sovrapposti da archi, che si pensa sia stato costruito dal gonfaloniere Pietro Pianciani sopra la residenza podestarile.

palazzo trecentesco
palazzo trecentesco






















L'edificio rimase interrotto ai primi due piani.
Oggi gli ambienti al piano terra sono utilizzati per spettacoli teatrali (Teatrino delle Sei).
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La chiesa di S.Ponziano e il suo monastero sorgono fuori le mura, molto vicini alla chiesa del S.Salvatore.
monastero di S.Ponziano
chiesa di S.Ponziano








La chiesa è dedicata al martire spoletino, patrono della città, che visse sotto l'impero di Marco Aurelio e fu  martirizzato nel 175 d.C. al tempo delle "persecuzioni fabiane".










Ponziano, un giovane di una famiglia agiata, fu sottoposto per la sua fede a tortura e poi posto nell'anfiteatro di Spoleto con i leoni: si narra che gli animali rimasero indifferenti alla sua presenza e si fecero accarezzare.
Allora fu fatto camminare sui carboni ardenti, ma anche questa volta rimase illeso.
Lo segregarono senza cibo e acqua ma venne nutrito dagli angeli.
Venne infine decapitato sul Ponte Sanguinario che attraversava il torrente Tessino.
La sua testa rimbalzò tre volte e infine fece sgorgare l'acqua, nel sito dove fu eretta la chiesa a lui dedicata.
S.Ponziano è anche il patrono dei terremoti: la terra tremò durante il suo martirio e fu lui che profetizzò "Spoleto tremerà ma non crollerà".

CURIOSITA': La storia è simile a quella del martirio dell'apostolo S.Paolo, che fu decapitato a Roma, e si narra che anche la sua testa fece tre balzi facendo sgorgare tre fonti, dove fu poi costruita l'Abbazia delle Tre Fontane.
ingresso al monastero di S.Ponziano










Al monastero, ancora abitato da monache di clausura, si accede tramite un arco sul quale è raffigurato S.Ponziano a cavallo e armato.

S.Ponziano armato e a cavallo
La chiesa romanica dell'XI secolo venne poi rimaneggiata nel XII/XIII secolo.
La facciata è divisa orizzontalmente da archetti in due ordini.

facciata della chiesa di S.Ponziano
Il portale dall'architrave scolpito è affiancato da due leoni posti su urne romane.
Ha anche decorazioni cosmatesche.

portale della chiesa di S.Ponziano
leone in pietra del portale
decorazione cosmatesche del portone

Del rosone circondato dai quattro simboli degli evangelisti è rimasta solo la cornice.
La torre campanaria in origine era una torre d'avvistamento.

navata centrale della chiesa di S.Ponziano
La chiesa è a tre navate
Valadier ridisegnò l'interno nel XVIII secolo.

colonne e arcate della chiesa romanica originale
Un ambiente con colonne e capitelli dell'originale chiesa romanica conduce alla sottostante cripta a tre navate in tre file e cinque absidi.
Davanti alle tre absidi centrali vi sono sarcofagi dell'antico cimitero del sito.

absidi centrali con sarcofagi
Si trovano qui colonne di spoglio e due mete di circo romano.
Sono qui conservati tre sarcofagi dell'antico cimitero qui presente.

cripta con due mete di circo per colonne
L'abside destra conserva un affresco di un S.Michele che brilla per l'utilizzo fatto per affrescarlo di polvere d'oro e di lapislazzuli.

S.Michele
grata per le monache



Un altro affresco su una colonna è lucido per l'impiego fatto di cera d'api aggiunto all'impasto.


Una grata permette alle monache di clausura di presenziare alla Messa.


Misteriosi sono gli affreschi del XIV e XV secolo: Madonne con Bambino, due S.Sebastiano, S.Rocco (senza il cane)...
Alcuni hanno simboli e rappresentazioni dai particolari insoliti.

affreschi in un'abside
Abbiamo trovato un gentile signore che ci ha fatto notare in essi alcune anomalie e raccontato l'interpretazione degli studiosi...

...in un'abside si ritrova la Trinità, con il Cristo in croce che non sovrappone le gambe e la colomba dello Spirito Santo che non vola, ma si è posata sulla croce vicino alla testa del Redentore...unico dipinto che la rappresenti in questi termini.

Trinità
...ci sono molti simboli ebraici: stelle di David adornano l'arco dell'abside destra; prevalenza del colore giallo imposto agli Ebrei: le figure hanno capelli biondi e vestiti gialli; la raffigurazione di un S.Gerolamo senza leone e con lunghi capelli è forse un rabbino.

S.Girolamo
...una colonna vicino all'altare è montata al contrario (simbolo dell'anticristo o del demonio?) ed il capitello è poggiato in una buca stronbata del pavimento.

colonna montata al contrario
...nell'abside sinistra sono raffigurati uno di fronte all'altro due fanciulli con segni di tortura, con vessillo crociato e scudo con raffigurazioni di tenaglie, chiodi, martello, pane azzimo e una coppa contenente sangue.
Gli studiosi hanno riconosciuto nel fanciullo Simonino da Trento che scomparso il giovedì Santo fu ritrovato straziato nello scantinato di un Ebreo la domenica di Pasqua. Si ipotizzò un omicidio rituale ebraico...propaganda antisemitica e contro l'usura.

un S.Simonino
...e un'altreo S.Simonino






















E ancora...perché nell'ombelico dei fanciulli rappresentati si notano in uno un occhio e in nell'altro un triangolo?
E gli angeli della volta di un'abside centrale perché hanno in fronte triangoli rossi?

angeli con triangolo rosso
Insomma è questo un sito pieno di mistero e fascino!

CURIOSITA': S.Ponziano è festeggiato il 14 gennaio.
In questo giorno non bisogna tagliare il pane col coltello: sarebbe rinnovare il suo martirio.

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chiesa di S.Pietro
La chiesa di S.Pietro sorge fuori le mura, ai piedi del Monteluco.
La chiesa è uno dei più significativi esempi di stile tardo-romanico in Umbria.

chiesa di S.Pietro dal giardino di  Palazzo Leti
Fu il vescovo Achilleo che la fece costruire nel 419 in occasione del trasporto delle reliquie delle catene di S.Pietro da Roma.
Fu poi ricostruita nel XII/XIII secolo.
Venne incendiata dai ghibellini.
Fu usata dai vescovi spoletini come luogo di sepoltura.

Si accede alla chiesa tramite una (non molto curata!) scalinata del 1600.

scalinata d'accesso alla chiesa
facciata della chiesa di S.Pietro
Nella facciata lo spazio è spartito orizzontalmente da cornici e verticalmente da lesene.
La facciata presenta tre portali fiancheggiati da animali in pietra.
Quello centrale è adorno di motivi vegetali dell'albero della vita.
E' sormontato da una lunetta e da due aquile.

Vi sono anche tre rosoni: la cornice di quello centrale è ornato con medaglioni cosmateschi e con i simboli degli Evangelisti.

I bassorilievi dei riquadri riportano scene tratte dai testi sacri, dalla favolistica morolaggiante medievale e da bestiari toscani.
Artisti locali hanno descritto figure allegoriche, la lotta tra il bene e il male, la psicostasi (pesatura dell'anima) nella morte del giusto e nella morte del peccatore impenitente e satira della vita monastica.
E' una sorta di catechismo a "fumetti" con intento moralistico, per la popolazione medievale che non sapeva leggere.

decorazioni musive
decorazioni musive


iscrizione commemorativa in una lunetta a mosaico sopra il portale
portale a motivi vegetali
decorazioni sopra il portale






















L'interno è a tre navate e in stile barocco, con cupola ellittica.
Al momento della nostra visita la chiesa era chiusa, anche se un cartello diceva che era orario d'entrata.
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Costruita tra il XIII e il XIV secolo è la chiesa di S.Domenico, in stile gotico.

chiesa di S.Domenico
facciata della chiesa di S.Domenico
Esternamente è caratterizzata dall'alternanza di conci di pietra bianca e rosa.
La facciata è semplice e sul fianco destro è presente un portale gotico.

portale gotico della chiesa di S.Domenico
Addossata al transetto destro si trova la torre campanaria con loggia del '500.

torre campanaria della chiesa di S.Domenico
L'interno è a croce latina a unica alta navata, con travature del tetto visibili.
Subì una trasformazione in stile barocco tra il XVII e il XVIII secolo, ma venne poi riportata alle sue originali decorazioni.

navata della chiesa di S.Domenico
L'abside è quadrata con tre finestre gotiche e un crocefisso dipinto del trecento.
Sono numerosi gli affreschi votivi (XIV/XV secolo) alle pareti.

A destra del presbiterio vi è la cappella di S.Maria Maddalena con affreschi del quattrocento, con un ciclo iconografico misterioso che narra lo sbarco della Santa a Marsiglia e la conversione del Principe e della Principessa del luogo.
Sulla parete di fondo una grande Crocefissione.

Cappella di S. Maria Maddalena - Crocefissione
Cappella di S.Maria Maddalena
Cappella di S. Maria Maddalena


Cappella di S.Maria Maddalena
Nella cappella Benedetti di Montevecchio un reliquiario d'argento conserva un chiodo della Santa Croce portato a Spoleto da S.Gregorio.La leggenda narra che Sant'Elena tornando dalla Terra Santa con le reliquie della Santa Croce sacrificò un chiodo gettandolo nel mare per placare una tempesta.
Nel XV secolo l'eremita lo trovò sulle rive dell'adriatico e lo portò a Monteluco.
Quando l'eremita morì un fabbro provò a fondere il chiodo e non riuscendoci lo gettò via: il suo braccio si paralizzò.
Solo con l'intervento del vescovo il fabbro riacquistò l'uso del braccio.

Cappella Benedetti di Montevecchio
Nella chiesa si conservano una Madonna con Bambino e quattro Sante (transetto destro) una tela di Giovanni Lanfranco e un Trionfo di San Tommaso d'Aquino, affresco del quattrocento posto in una nicchia.

Trionfo di San Tommaso d'Aquino
Madonna con Bambino e Quattro Sante - G.Lanfranco
Sulla parete sinistra della chiesa si apre la seicentesca cappella di S.Pietro Martire.
Sulla stessa parete si trova S.Pietro Martire, una tela del Maestro di Fossa e un affresco raffigurante una Pietà.

Cappella di S.Pietro Martire
Pietà
S.Pietro Martire - Maestro di Fossa























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Monteluco, il monte contrapposto al colle Sant'Elia sul quale sorge Spoleto e collegato ad esso dal Ponte delle Torri, è sempre stato un lucus, un Bosco sacro a Giove.


A difendere la sua sacralità i romani lasciarono i due cippi della Lex Luci Spoletina (già citati parlando del Museo Archeologico Nazionale).
Con essi si sancivano le regole e le pene per la profanazione di questo luogo.


Su questo monte ricoperto di lecci, trovarono rifugio nel V secolo monaci anacoreti provenienti dalla Siria.
Il primo di loro fu Sant'Isacco di Antiochia.

Le caverne del monte divennero i loro eremi e l'accesso al monte fu vietato alle donne.
Loro punto di riferimento fu il convento di S.Giuliano, che divenne in seguito dei benedettini.

"Nil iucundius vidi valle mea spoletana"
 "non vidi mai nulla di più bello della mia valle spoletana"
queste parole furono dette da S.Francesco che nel 1218 fondò sulla cima del monte un convento francescano.

Anche laici costruirono cappelle e chiesette sul monte dove si ritiravano in eremitaggio.
Nel 1547 il vescovo Pietro Vigili fondò così la Congregazione dei Padri Eremiti di Monteluco, che aveva come casa madre l'Eremo delle Grazie.

Monteluco e Eremo delle Grazie
...ed è in questo eremo, trasformato in residenza d'epoca, che abbiamo pensato di fermarci e di ritrovare un po' di quella pace e spiritualità che tanti hanno trovato su questo monte.

ALBERGO                   RESIDENZA D'EPOCA EREMO DELLE GRAZIE
                                    www.eremodellegrazie.it
                                    località Monteluco 13
                                    0743 49624
                                    329 0745251
                                    camera Gelsumino 145€
                                    colazione inclusa

GIUDIZIO
...e quale periodo migliore che durante le festività di Pasqua?


Salita la strada che con vari tornanti si inerpica verso la sommità di Monteluco, si giunge in questo eremo che il vescovo Sanvitale nel XVI secolo e il cardinale Cybo nel XVII secolo decorarono e ampliarono trasformandolo in una residenza.

Basta varcare il cancello della proprietà per avvertire un atmosfera di serenità...

"...CHE SOL NE' BOSCHI E' PACE..."
...sono le parole che Michelangelo, scrisse in una lettera al Vasari nel 1556, quando si rifugiò su questo monte sapendo che le truppe spagnole, con a capo il duca d'Alba, si dirigevano verso Roma.

Questa è una frase ricorrente nella residenza, e la sera è scritta su un bigliettino accompagnato da un cioccolatino, per augurare la buonanotte!

esterno dell'eremo
La gentile accoglienza della Signora Valeria infatti è ciò che abbiamo apprezzato sin dal primo momento arrivando di questo posto incantato.
Il fascino degli ambienti poi ci hanno trasportato in un'altra epoca.

terrazza dell'eremo
panorama sulla valle spoletina
Dalla grande terrazza da dove si può ammirare uno spettacolare panorama sulla vallata spoletina, e dove abbiamo potuto approfittare del bel tempo per pranzare e consumare la prima colazione, si entra negli ambienti adibiti all'accoglienza, tra i quali una sala bar, una sala da pranzo e una cappelletta affrescata.
sala bar
sala da pranzo
volta della cappelletta affrescata
affresco della cappelletta (XV secolo)
cappelletta


















Al primo piano si trovano le camere, le antiche cellette con i nomi dei frati, dalle piccole porticine in legno e dall'antico arredamento.

targa sopra la porta della camera


La nostra camera era la Fra Gelsumino.

Aveva sopra la porta d'entrata la scritta "PIU' NEL SILENZIO L'ANIMA E' DIVINA".








Divisa in due piccoli ambienti da un arco dipinto, accoglieva in uno due letti singoli e nell'altro un angolo con scrittoio.

camera Fra Gelsumino
camera Fra Gelsumino
In questa camera hanno dormito Papa Pio XII (Pacelli) e Paolo VI (Montini), e il presidente della Repubblica tedesca Veisecher.

Il bagno con doccia, era luminoso e nella sua essenzialità comodo.

Sul piano delle camere si trovavano anche altri ambienti: un'antica biblioteca (lo studiolo del Cardinale Cybo) con boiserie dipinta, un salotto con camino e un lungo corridoio arredato con alcuni mobili monastici antichi e oggetti d'arte.

antica biblioteca
antica biblioteca

antica biblioteca



salotto
galleria delle camere
biblioteca

saletta del primo piano
anticamera della suite del Cardinale
Abbiamo potuto visitare anche la chiesa S.Maria delle Grazie adiacente e comunicante con l'eremo, che custodisce una Pietà, formato ridotto di quella di Michelangelo, probabilmente della scuola del grande maestro.

facciata della chiesa
interno della chiesa
"piccola" Pietà



















Una grotta, oggi trasformata in preziosa cantina, è stata abitata in passato da un anacoreta.

grotta dell'anacoreta/cantina
Il tempo ancora non lo permetteva, ma avremmo potuto rilassarci nella piscina della residenza, con una bella vista su Spoleto.
Immerso nel verde del bosco questo è davvero il posto giusto per trovare tranquillità e potersi rilassare.

piscina dell'eremo
Il pranzo di Pasqua è stato un po' come passarlo in famiglia, con gli amici e famigliari dei proprietari e altri ospiti con i quali far conoscenza.
Gli ottimi piatti umbri della tradizione pasquale hanno reso poi ancor più piacevole quest'occasione di festa.

antipasto pasquale
agnello in fricassea e carciofi fritti
La colazione ci ha regalato un momento di dolce ricordo
infantile con la sorpresa di buone frittelle di mele. 

colazione in terrazza
terrazza

colazione pasquale



Tutto questo ha contribuito al nostro gradito soggiorno e al desiderio di ritornarci presto.

CONCLUSIONI
L'Umbria è certamente tra le regioni italiane quella più spirituale, per la presenza di chiese, eremi e capolavori di architettura religiosa.
I grandi personaggi, che tra realtà e leggenda, hanno fatto la storia della Chiesa, hanno trovato in Spoleto e dintorni l'ambiente giusto per questa spiritualità.

Alla descrizione da me fatta delle chiese spoletine manca però un piccolo gioiello: la chiesa di S.Salvatore, elencata nella lista del Patrimonio dell'Umanità dell'Unesco, alla quale dedicherò un post a parte.

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