sabato 20 febbraio 2016

L'Abbazia di Farfa e il suo borgo


L'Abbazia di Farfa, che prende il nome dal fiume che attraversa la valle dove sorge, si trova nel Lazio, nella Sabina in provincia di Rieti, a circa 40 km da Roma.

L'abbazia si contraddistinse per le sue grandissime ricchezze: arrivò a possedere una vastissima porzione dell'Italia centrale, divenendo un piccolo stato con il suo esercito, le sue scuole, gli ospizi per i pellegrini, le officine ed una farmacia che distribuiva medicine gratuitamente agli indigenti.
Possedeva, tra i possedimenti in Sabina, nell'Umbria e nelle Marche, 132 castelli, due città (Alatri e Civitavecchia), 7 porti, 16 fortezze, 8 miniere, 7 saline, 82 mulini, 14 villaggi, 315 borghi, 683 chiese e cenobi, e 14 ville.


La badia sorse sopra un complesso di epoca romana che comprendeva forse il Santuario della dea Vacuna (divinità del riposo dei contadini presso gli antichi Sabini) e una villa (dell'epoca dell'imperatore Commodo).

Fu fondata nel V secolo da San Lorenzo Siro, venuto in Italia dalla Siria durante le persecuzioni degli eretici ariani.

Durante l'epoca longobarda la fiorente abbazia cadde in rovina.
Fu Tommaso di Moriana nel VII secolo a edificare un complesso monastico dopo aver trovato il luogo descrittogli dalla Madonna durante una visione.

Nell' VIII secolo l'abbazia godette della protezione del Duca di Spoleto Faroaldo II.

Nel IX secolo divenne un'abbazia imperiale, svincolata dal controllo pontificio, e sotto il patrocinio di Carlo Magno, che la visitò una settimana prima di recarsi a Roma per la sua incoronazione, e che le donò un ampio privilegio d'immunità.
A quei tempi l'abbazia possedeva infatti una nave esentata dai dazi nei porti dell'impero carolingio.

La Basilica carolingia, i cui resti sono stati identificati una prima volta nel 1927 e poi nel 1959 durante i lavori di rinnovamento del pavimento dell'attuale basilica, era composta da un coro o abside quadrato affiancato da due campanili (uno è scomparso), da un presbiterio, una navata ed un'abside rotonda (che rimase poi fuori dal perimetro della nuova basilica).

Il muro perimetrale a lesene del campanile è tipico dell'architettura carolingia (mentre le trifore della parte superiore sono state fatte in un periodo successivo).
Nella parte inferiore del campanile si trovava l'Oratorio del Salvatore.

campanile dell'Abbazia di Farfa
La basilica carolingia possedeva un ciborio in onice e oggetti preziosi tra i quali un cofanetto in oro e gemme donato da Carlo Magno, una croce d'oro con pietre preziose lunga un metro, due croci d'oro con reliquie della Croce, quattordici calici d'argento, due corone d'oro e argento e quattro sigilli in oro.

Sotto il pavimento della basilica carolingia sono venuti alla luce resti di mura e di torri, e tarsie in marmo prezioso dell'antica pavimentazione.
Dalla demolizione dell'altare seicentesco è riapparso l'altare carolingio.

pavimento della basilica carolingia nel transetto
pavimento della basilica carolingia nel transetto
La decadenza dell'impero e le scorrerie dei Saraceni, portarono al declino dell'abbazia, che resistette al loro assedio per sette anni prima di essere abbandonata dai monaci, e depredata e incendiata dagli assalitori.

I monaci in fuga si divisero in tre gruppi: un gruppo riparò a Santa Vittoria di Matenano nelle Marche, un gruppo fu trucidato a Rieti e il terzo gruppo si spostò a Roma prima di fare rientro a Farfa, dove vennero completati nel 913 i lavori di restauro della basilica.

chiesa abbaziale di Farfa
Dopo un periodo nel quale le potenti famiglie romane s'insediarono nei possedimenti dell'abbazia, e si giunse ad avere anche tre abati in lotta tra loro, il complesso monastico venne riformato secondo il modello dell'abbazia benedettina di Cluny (999). 

Durante l'epoca delle lotte per le investiture l'Abbazia di Farfa si schierò in favore di Enrico IV contro i Papi.
Per questo si pensò di spostare in un luogo più sicuro l'abbazia, scegliendo il monte Acuziano, dove però l'edificio monastico non fu mai completato (ne rimangono i cosiddetti ruderi di S.Martino davanti all'abitato di Fara Sabina).

Ruderi di S.Martino
Nel 1122 con il Concordato di Worms l'Abbazia di Farfa passò sotto l'autorità pontificia e ricominciò un nuovo periodo di decadenza.

Nel XIV secolo l'abate venne interdetto e scomunicato per non aver pagato le decime all Camera Apostolica.
Venne così posto a capo dell'abbazia un abate commendatario.
Il primo abate commendatario fu Carbone Tomacelli, cardinal nepote di Bonifacio IX.

Tra i responsabili dell'abbazia ci furono poi gli Orsini, che costruirono e nel 1496 consacrarono l'attuale basilica, i Della Rovere, i Farnese, e i Barberini che riordinarono il borgo adattandolo all'accoglienza delle due fiere che dal 1477 si tenevano due volte l'anno (l'8 settembre festa della Natività della Vergine e il 25 marzo festa dell'Annunciazione).

Le fiere duravano otto giorni, e i proventi ricavati dai monaci erano divisi tra la mensa abbaziale e conventuale.

laboratorio tessile
laboratorio di ceramica
Le botteghe del borgo venivano infatti cedute in enfiteusi o date in locazione ai mercanti che esponevano al piano terra delle case a schiera del borgo le loro mercanzie, mentre usavano il piano superiore come magazzino ed alloggio.
Inoltre le merci venivano tassate in entrata e in uscita secondo una tabella con 92 categorie merceologiche.

botteghe del borgo
botteghe del borgo
Le vie del borgo prendevano il nome dalle merci che vi si vendevano o dalla provenienza dei mercanti (che giungevano anche dalla Provenza).
Vi erano locande ed osterie, e venne costruita nel 1573 una fontana ad uso dei mercanti dal Cardinal Alessandro Farnese.

fontana fatta costruire dal Cardinal Alessandro Farnese
iscrizione dedicatoria della fontana
Nel 1639 a Palazzo Barberini a Roma venne rappresentato, musicato da Marco Marazzoli e messo in scena da Gianlorenzo Bernini, un intermezzo dal titolo "Fiera di Farfa" all'interno del melodramma "Chi soffre speri".

Nel 1798 l'Abbazia di Farfa subì il saccheggio dei Francesi e nel 1861 venne confiscata dallo Stato italiano che la vendette a privati.
Dal 1921 l'abbazia, dopo che la famiglia Volpi di Misurata donò la sua parte ai monaci, appartiene ai Benedettini della Basilica di S.Paolo fuori le mura di Roma.

Si entra nel cortile che precede la basilica consacrata alla Vergine, attraversando un portale romanico del XIV secolo con aggiunte gotiche, ornato da fregi floreali ed ovuli.

portale romanico d'ingresso
Nella lunetta del portale vi è un affresco quattrocentesco con rappresentazione della Madonna adorante il Bambino con due Santi e un monaco inginocchiato, e si nota sullo sfondo l'abbazia.

lunetta del portale romanico con Madonna adorante il Bambino con due Santi e un monaco inginocchiato
La facciata della chiesa abbaziale a salienti, è aperta da tre portali e da tre rosoni.

cortile davanti alla chiesa abbaziale
facciata della chiesa abbaziale
Il portale centrale è decorato con frammenti di edifici più antichi.
Nella lunetta è raffigurata la Madonna col Bambino, incoronata da due angeli tra S.Benedetto e S.Scolastica.

portale centrale della chiesa abbaziale
lunetta del portale centrale con Madonna col Bambino, incoronata da due angeli tra S.Benedetto e S.Scolastica
decorazioni del portale centrale della chiesa abbaziale
Sui pilastri che dividono la facciata in tre parti, si trovano dei leoni in pietra accovacciati.
Nella muratura della facciata sono stati utilizzati frammenti di sarcofaghi paleocristiani.

rosone centrale e frammenti di sarcofaghi paleocristiani nella muratura della facciata della chiesa
La chiesa a croce latina è divisa in tre navate da colonne marmoree e da archi a tutto sesto.
Sul grande arco vi è rappresentata l'Annunciazione e nei pilastri S.Benedetto e S.Scolastica.

navata centrale della chiesa - nel grande arco: Annunciazione
colonne della navata laterale destra
Nella parete di controfacciata vi è dipinto un Giudizio Universale di Henrik Van Der Broek (1561).

Giudizio Universale (controfacciata) e stemma Orsini nel soffitto
Il soffitto a cassettoni dorato è del 1494 e presenta lo stemma della famiglia Orsini.

Tra le finestre della navata maggiore vi sono dipinti gli Apostoli.
Sotto le finestre sono raffigurati i Dottori greci e latini, mentre negli ovali sopra le colonne i Padri Benedettini.

Apostoli, Dottori greci e latini e Padri Benedettini
Nei lunotti delle navate laterali sono state dipinte scene della vita di Ester e di Giuditta dai collaboratori di Orazio Gentileschi.

scena con Giuditta in un lunetto della navata laterale

Nell'abside poligonale con finestre gotiche e nelle navate laterali vi sono affreschi del XVI/XVII secolo: Storie della Vergine, Santi e Storie bibliche.

abside con coro ligneo
Il coro ligneo dell'abside è seicentesco.
L'altare maggiore è di epoca carolingia e il baldacchino che lo sovrasta, sorretto da quattro colonne in marmo verde, è opera recente.

Nel soffitto del coro e del transetto i fratelli Zuccari dipinsero grottesche di gusto rinascimentale.

grottesche sul soffitto del transetto
Sulla parete del transetto alla destra dell'abside è affrescata la figura di un abate: S.Lorenzo Siro.

Posta sulla destra dell'abside si trova la cosiddetta Madonna di Farfa, di autore ignoto del XIII secolo, ricoperta da una lamina di ottone sbalzato (XIX), che lascia scoperti solo i volti.

Madonna di Farfa
Nelle tre cappelle laterali sinistre lavorarono alla decorazione pittorica Orazio Gentileschi e i suoi allievi: nella prima cappella S.Orsola, nella seconda Madonna con Bambino e nella terza Crocifissione di S.Pietro.

Madonna col Bambino
Nella prima cappella laterale destra trova posto una Crocifissione.

Crocifissione
Terminata la visita della chiesa si può essere accompagnati all'interno del monastero per visitare gli annessi conventuali.

ingresso al monastero dell'Abbazia di Farfa
cortile d'ingresso del monastero
Dal cortile d'ingresso al monastero s'accede ai resti del coro quadrato della basilica carolingia e al campanile dove sono conservati affreschi medievali di scuola romana del XI secolo.

Chiostrino Longobardo
Si visita poi il Chiostrino Longobardo con bifora romanica del XIII secolo, il refettorio monastico con affreschi del XVII secolo e il Chiostro Grande costruito nel XVI secolo da Alessandro Farnese nipote di Paolo III.
Qui si può vedere nell'ingresso dell'abside rotonda della basilica carolingia, un sarcofago romano del II secolo d.C. con scene di battaglia tra Romani e Barbari.

Si può anche visitare la biblioteca statale che conserva sui suoi scaffali 45.000 volumi, incunaboli e preziosi codici.
Durante il medioevo la biblioteca di Farfa era una delle più ricche d'Europa.
Vi è qui conservato uno dei primi libri stampati in Italia : il "De Civitate Dei" di Sant'Agostino (1464).
Nel suo scriptorium la Minuscola Romana venne trasformata nella Romanesca Farfense.

Il piccolo museo espone alcuni antichi frammenti archeologici, mosaici, sculture e le illustrazioni realizzate da Emanele Luzzati delle scene del Chronicon Pharphense, la storia dell'Abbazia di Farfa scritta da Gregorio da Catino nel XII secolo, in cui si narra come S.Lorenzo Siro abbia liberato la valle da un drago dall'alito pestilenziale!

Si può anche accedere all'erboristeria dei monaci per acquistare i loro prodotti.

All'interno del convento non è possibile scattare foto.

www.abbaziadifarfa.it
Orario:  visite guidate di 1 h
              10.00/13.00   15.30/17.30
              martedì chiuso
Costo:    4€


Il borgo di Farfa sembra essersi fermato nel suo remoto passato: si respira un'atmosfera rilassata, circondati da negozi artigianali e di prodotti locali che ricordano quelli venduti secoli fa nelle stesse botteghe.

botteghe del borgo di Farfa
case del borgo di Farfa
via principale del borgo di Farfa
Vi sono due porte che delimitano la via principale del borgo: la Porta Montopoli e la Porta Toffia.

Porta Montopoli (fronte esterno)
Porta Montopoli (fronte interno)
Porta Toffia (fronte esterno)
Una solitaria torre ricorda il suo passato fortificato.

torre di Farfa

Nei pressi della Porta Montopoli, su un grande spiazzo dove i bambini del posto tirano qualche calcio ad un pallone, si trova una delle due fontane del borgo, con lo stemma dell'Abbazia di Farfa.

fontana vicina a Porta Montopoli
L'altra fontana, già citata, costruita da Alessandro Farnese, si trova invece di fronte all'ingresso della chiesa abbaziale, più vicina a Porta Toffia...
...e il borgo è tutto qui!


CONCLUSIONI
La magia di un luogo spesso è legata al suo passato e alla volontà di mantenerne vivido il ricordo.
Il borgo e l'Abbazia di Farfa sembrano essere luoghi dove il tempo non sia trascorso.
Serenità e pace sembrano circondare ogni edificio.
E il tempo sembra trascorrere lento, lontano dal caos e dalla vita frenetica che pervade le città.
Una vera oasi di tranquillità.

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