lunedì 15 febbraio 2016

Roma: il Museo Boncompagni Ludovisi per le arti decorative, il costume e la moda


Nel Seicento nell'area tra Porta Pinciana e Porta Salaria (sostituita dall'attuale Piazza Fiume), venne fatta costruire dal Cardinal Ludovico Ludovisi Villa Ludovisia, circondata da un parco.

Alla fine del Seicento le famiglie Ludovisi e Boncompagni si unirono.

Nel 1887 la proprietà appartenuta alla famiglia Boncompagni Ludovisi in quest'area fu lottizzata e la villa venne distrutta, per essere sostituita da un nuovo quartiere residenziale, con villini destinati all'aristocrazia e ad una ricca borghesia.

Villino Ludovisi (veduta facciata esterna)
Nel 1891 Luigi Boncompagni Ludovisi affidò a Giovanni Battista Giovenale il progetto di una nuova residenza, signorile anche se di più piccole dimensioni, nel nuovo quartiere che prendeva nome dalla sua illustre famiglia.

Il villino, con annessi un piccolo giardino e una dependance sul retro, fu realizzato nello stile eclettico tipicamente romano del barocchetto, dove muratura e stucco sostituirono la cortina in laterizi e i marmi tipici del barocco.

Vllino Ludovisi (facciata sul giardino)
Esternamente il villino presenta elementi barocchi (come le lesene, i timpani delle finestre, le cornici marcapiano) e liberty.
Le decorazioni floreali della balaustra sovrastante la bow-window, della ringhiera del terrazzo e dei fregi delle finestre sono tipicamente liberty.

Sulla facciata interna si apre un portale con scalone degradante sul giardino, sormontato al primo piano da una loggia con colonne.
All'estremità di questa facciata si trova una bow-window.

ringhiera in stile liberty del terrazzo che corona il villino
 balaustra della bow-window in stile liberty
fontana addossata alla facciata rivolta sul giardino
La facciata opposta è caratterizzata da un vestibolo voltato, una galleria carrabile dove ad un'estremità si apre il portale monumentale esterno del villino, e sotto il quale si apre, preceduto da una breve scala, il portale che introduce nell'atrio della residenza.

facciata sulla strada ed entrata monumentale del villino
portale esterno del villino
portale d'accesso all'atrio del villino
Originariamente il piano interrato e il piano ammezzato erano adibiti ai servizi e alla servitù, mentre la famiglia occupava il primo piano.

Negli anni '30 il villino venne ristrutturato da Andrea Boncompagni Ludovisi e dalla sua seconda moglie, Alice Blanceflor.

Andrea Boncompagni Ludovisi

Alice Blanceflor Boncompagni Ludovisi de Bildt





Il primo piano divenne il piano di rappresentanza, mentre il secondo piano rappresentò la zona notte.

Questa residenza venne frequentata da aristocratici, diplomatici, dignitari ecclesiastici, e ospitò anche Re Gustavo di Svezia (il padre della principessa Alice Blanceflor era un diplomatico svedese).

Nel 1972 la principessa Alice Blanceflor donò allo Stato il villino (insieme a mobili, quadri, arazzi di manifattura fiamminga del Seicento e a ceramiche), con la promessa che divenisse un museo delle arti decorative, del costume e della moda del periodo moderno.

E così nel 1995 la residenza aristocratica divenne uno dei poli museali della Galleria Nazionale di Arte Moderna.

Il primo piano, che  ha mantenuto nel tempo il suo aspetto, è arredato con con elementi seicenteschi e ottocenteschi in stile Decò, mentre il secondo piano, divenuto museo, raccoglie dipinti e oggetti art nouveau di uso comune quotidiano che avevano acquisito negli anni Venti un valore estetico, e che sono rappresentativi di quel lusso della società italiana prima della prima guerra mondiale.
Nelle sale del museo sono inoltre esposti abiti e accessori donati dal 1996 da alcuni stilisti italiani.

La visita del museo incomincia nell'atrio dove si aprono le quattro sale del piano di rappresentanza.

In quest'ambiente si trovano appese alle pareti due marine di A.Manglard (XVIII secolo).
L'arredamento è composto da due consolle rocaille in legno intagliato e dorato (XVIII secolo), sulle quali poggiano due vasi di porfido rosso e bronzo dorato (XIX secolo).
Una colonna di granito rosso, posta tra due porte, è sormontata da un busto-ritratto virile bronzeo  (XIX secolo).

vetrina dell'atrio con porcellane
Nelle quattro vetrine incassate nelle pareti sono esposte le collezioni di porcellane dei Principi Boncompagni: esemplari della Manifattura Meissen, statuette della Konigliche Porzelan Manufactur di Berlino e piatti cinesi (XVIII secolo).

vetrina dell'Atrio
vetrina dell'Atrio






















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Sulla destra dell'atrio si trova la cosiddetta Sala di Papa Boncompagni.

Sala di Papa Boncompagni
Dopo la ristrutturazione degli anni '30 questa sala divenne la sala da pranzo della residenza.
Oggi è presentata come uno studiolo immaginario di Papa Gregorio XIII Boncompagni, di cui se ne può vedere il ritratto sopra la grande mensola in marmo cipollino (XVII secolo).
Un arazzo era posto un tempo sopra la mensola.

ritratto di Papa Gregorio XIII Boncompagni
Sulla parete sinistra è invece appeso il ritratto di un altro illustre membro della famiglia, il Cardinal Boncompagni.

Ritratto del Cardinal Boncompagni (XVI sec.) - scrivania i legno (XVII sec.) -  riproduzione in bronzo della Colonna Traiana (XIX sec.) - seggiolone in cuoio (XVII sec.)
Al di sotto del ritratto vi è un seggiolone in cuoio (XVII secolo) e una scrivania in legno (XVII secolo), sulla quale poggiano una riproduzione della Colonna Traiana (XIX) ed un mappamondo con incisioni a specchio (1632).

mappamondo (1632)
Una fontanella in stile eclettico occupa la parete di fondo della sala insieme ad una specchiera.

fontanella e specchiera
Le sei applique in bronzo dorato con cariatidi di questo ambiente sono francesi e del periodo della Restaurazione.

Le sovrapporte sono costituite da due nature morte con pesci napoletane del Seicento.

Natura morta con pesci (XVII sec.)
Le grate in ferro battuto e dorato che coprono i termosifoni hanno disegni in stile liberty.
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Si passa quindi a visitare il Salone delle Vedute di Villa Ludovisi.

Salone delle Vedute
Di stile tardo barocco è la finta balaustra rappresentata sul soffitto insieme a vasi di fiori e stemmi della famiglia Boncompagni.
Al centro del soffitto la volta celeste.

soffitto con finta balaustra del Salone delle Vedute
La decorazione delle pareti realizzata a tempera con paesaggi a "trompe-l'oeil" presenta una riquadratura architettonica costituita da colonne binate, pilastri, balaustre marmoree e raffigurazioni di viali alberati in prospettiva.

Le pareti restituiscono l'immagine del parco dell'antica e distrutta Villa Ludovisi.

camino in marmo, consolle in ferro battuto e statuette di fauni musici nel Salone delle Vedute
Decorano l'ambiente un camino in marmo, due consolle in ferro battuto di stile eclettico (XIX secolo) sulle quali poggiano due statuette in bronzo rappresentanti fauni musici (XIX secolo), due specchiere in legno intagliato e dorato stile Luigi XV, una consolle in legno intagliato e dorato in stile tardo barocco sulla quale poggiano due candelabri in porfido e bronzo con rappresentazioni di figure femminili, due stipi in legno laccato e intarsiato decorato con cineserie su fondo nero (XIX secolo) e lampade in stile Decò.

consolle in legno e specchiera
candelabri con figure femminili


fauno musico
stipo laccato con cineserie e abiti da sera (smoking di Angelo Litrico)
Sono presenti in questo salone due ritratti di donne: uno è quello della Principessa Alice Blanceflor (Philip de Làszlò) e l'altro è quello di sua madre Alexandra Keiller (Christian Myer Ross).

Principessa Alice Blanceflor (Philip de Làszlò)
Alexandra Keiller (Christian Myer Ross)
Un salotto settecentesco con divano e poltrone "bergere" in damasco giallo completano l'arredo. 

salotto e poltrone "bergere" nel Salone delle Vedute
Già in questo salone sono presenti gli abiti della Collezione di Alta Moda donati al museo da grandi stilisti italiani: Gattinoni, Litrico, Raffaella Curiel, Fausto Sarli, Marella Ferrero, Lorenzo Riva, Renato Balestra, Valentino.

Collezione d'abiti di Alta Moda nel Salone delle Vedute
abiti d'Alta Moda
abito d'Alta Moda




abito d'Alta Moda
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Eccoci ora a visitare quello che in origine era un salotto, la cosiddetta Sala della Culla.

Sala della Culla
La sala, dedicata alla famiglia reale italiana, prende il nome dalla monumentale culla in bronzo, argento e oro, con decorazione allegorica, commissionata  dal comune di Roma allo scultore Giulio Monteverde e donata ai sovrani Emanuele ed Elena in occasione della nascita della loro primogenita Jolanda (1901).
Lo Stato la riacquistò nel 1995.

culla dei Principi Reali
Nella sala si trova il ritratto in bronzo della Regina Margherita.

Ritratto della Regina Margherita
La carta da parati della sala con uccelli e racemi è francese (XIX secolo).
Alle pareti sono appese quattro applique del XVIII secolo.

carta da parati della Sala della Culla
carta da parati della Sala della Culla


applique della Sala della Culla
Un orologio da parete richiama gli elementi decorativi della carta da parati e delle applique.

Il camino marmoreo in stile liberty è provvisto di alari in bronzo con volute e uccelli (stile Luigi XV).

camino, alari e orologio della Sala della Culla
Due candelabri in bronzo con decorazioni che richiamano l'arte egizia (XIX secolo), sono posti sul ripiano del camino insieme ad un orologio da tavolo in legno dorato, intagliato e dipinto rococò.
Sopra il camino si trova una specchiera anch'essa rococò.

consolle in legno dorato della Sala della Culla
Un altro elemento dell'arredamento di questa sala è una consolle in legno intagliato e dorato decorata con un medaglione con testa femminile, posizionata vicino al camino.
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La visita del primo piano del museo si conclude con la Sala degli Arazzi, dedicata alle mostre temporanee.

Sala degli Arazzi
La sala prende il nome dai cinque arazzi con scene silvestri e animali di manifattura fiamminga (XVI secolo).
Durante la nostra visita gli arazzi seicenteschi avevano lasciato il posto ad una serie di arazzi moderni italiani nell'ambito di una mostra temporanea.

La sala di forma rettangolare con finta volta a specchio, termina verso il giardino con un una bow-window con soffitto a cassettoni.

bow-window con soffitto a cassettoni della Sala degli Arazzi
Il pavimento in marmo ha un disegno neo-seicentesco.
Il camino è in marmo africano.

pavimento e camino in marmo
Tra le tre finestre vi sono consolle in legno intagliato e dorato in stile rocaille (XVIII secolo).

consolle in stile rocaille
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La visita prosegue al piano superiore.

Una sala accoglie in parte il Ciclo della Primavera: quattro delle diciotto tele che Galileo Chini realizzò per decorare il salone d'onore della Biennale di Venezia del 1914, dedicato allo scultore croato Ivan Metrovi.


I pannelli sono realizzati a tempera con rilievi a stucco ricoperti da fogli dorati e argentei.

pannelli della Primavera (G.Chini)
In questo ciclo sono espressi i temi del liberty italiano, ispirati dai motivi decorativi di Klimt.
E' espressa un'iconografia floreale insieme a triangoli e a poche figure femminili.

figura femminile nella Primavera
figura femminile nella Primavera


figura femminile nella Primavera
figura femminile nella Primavera
particolare dei motivi a triangolo della Primavera (G.Chini)
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Sono stati raccolti nel corridoio e nella veranda del villino opere che descrivono il periodo tra la fine del XIX secolo e la prima guerra mondiale, attraverso ritratti femminili dell'epoca della Belle Epoque.

sala Belle Epoque
Signora Dall'Oppio (Lionne)
Nella cabina (Arturo Noci)
La visita (Camillo Innocenti)
Sera d'estate (Camillo Innocenti)
Donna dal ventaglio (Richard Emile Miller)
Ma non mancano i ritratti che denotano l'emergere di nuove categorie sociali.

Ritratto (Passaglia)
Il giornalista Augusto Mazzucchetti (Bazzano)
L'arredamento posto in questi ambienti è di stile eclettico.

panca (Eugenio Quarti)
tavolo in legno intagliato
Torciera (Alessandro Mazzucotelli)

Anche nell'attigua sala i ritratti esposti sono del periodo della Belle Epoque.

La Contessa Daisy De Rabilant Franceschetti di Malgrà (Giacomo Grosso)
Ritratto di Giovane donna (Edoardo Gelli)
Autoritratto (Virginia Tomescu Scrocco)
In chiesa (Camillo Innocenti)
Ritratto di mia moglie (Philip De Làszlò)
Ritratto in rosso (Pilade Bertieri)
Nella vetrina vasi di Olga Modigliani, una sedia di Vincenzo Cadorin e una sedia di Ernesto Basile.

vetrina della sala Belle Epoque
sedia (Ernesto Basile)
sedia (Vincenzo Cadorin)






















Completa questa sala la scultura in bronzo Pagina triste di Amleto Cataldi.

Pagina Triste (Amleto Cataldi)
E poi ancora abiti dell'epoca.

abito da sposa
abito Belle Epoque






















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La sala Ciambellotti e il Modernismo a Roma è dedicata all'opera del pittore, scultore, ceramista e grafico Duilio Ciambellotti che istituì una scuola di arti e mestieri.

Sala Ciambellotti e il Modernismo a Roma
La sua vetrata istoriata Visione eroica o I Guerrieri (Vetreria Picchiarini) vinse il primo premio alla Mostra della Vetrata artistica (1912).

Visione eroica o I Guerrieri (Duilio Ciambellotti - Vetreria Picchiarini)
particolare della Visione eroica o I Guerrieri (Duilio Ciambellotti - Vetreria Picchiarini)
Vasi e oggetti della vetrina sono di artisti della cerchia di Ciambellotti.
Tra le opere più interessanti il tappeto Smirne e le sculture Il pane e La carrozza.

vetrina della Sala Ciambellotti e il Modernismo a Roma
tappeto Smirne e oggetti e vasi di artisti della cerchia di Ciambellotti
al centro della vetrina la scultura Il Pane
Realizzato per l'Esposizione Universale del 1911 è il dipinto Grande veduta di Roma dall'Ara Coeli di Umberto Principe.

Grande veduta di Roma dall'Ara Coeli (Umberto Principe)
Di Vittorio Grassi è la poltrona azzurra e il dipinto Ascensione.

Ascensione (V.Grassi)
poltrona azzurra (V.Grassi)






Di Ciambellotti è invece il Manifesto con le Aquile imperiali realizzato per celebrare il cinquantesimo dell'unità d'Italia.

Manifesto con le Aquile imperiali (D.Ciambellotti)
Gli abiti esposti nella sala sono della Sartoria Giuseppe Paradisi (1919/1925).

abiti della Sartoria Giuseppe Paradisi
abiti della Sartoria Giuseppe Paradisi






















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Nella successiva sala Tra Futurismo e Decò sono raccolti opere e oggetti che hanno segnato gli anni tra il 1909 e 1915 (con lo stile Futurista) e quelli dallo scoppio della prima guerra mondiale agli anni Trenta (caratterizzati dalla contaminazione con lo stile Decò).

sala Tra Futurismo e Decò
sala Tra Futurismo e Decò
Nelle vetrine sono esposte opere d'arte decorativa tra le quali il tappeto I pellicani di Enrico Prampolini.

vetrina della sala Tra Futurismo e Decò
vetrina della Sala Tra Futurismo e Decò
tappeto con I pellicani (E.Prampolini)
Troviamo qui opere di Giacomo Balla (La Biondobruna - Linea di Velocità), di Antonio Berti (Ritratto della Principessa Marina Ruspoli), di Mancioli (due danzatrici).

Linea di Velocità (G.Balla)
La Biondobruna (G. Balla)
Ritratto della Principessa Marina Ruspoli (A.Berti)
Viene rappresentata la mondanità come nel Ritratto di Arturo Campanile (Leonetta Cecchi Pieraccini), il Ritratto del fotografo Gustavo Bonaventura (Oskar Brazda) e il dipinto Maschere (Gian Emilio Malerba).

Ritratto di Arturo Campanile (Leonetta Cecchi Pieraccini)
Ritratto del fotografo Gustavo Bonaventura(O. Brazda)
Maschere (G,.Malerba)
Altre opere esposte sono: Figura di donna (Antonio Donghi), Grata con gallo (Umberto Bellotto), Levriere (Nicola D'Antino), Il pellicano distratto (Enrico Prampolini).

Figura di donna (A.Donghi)
Grata con gallo (U.Bellotto)
Levriere (N.D'Antino)
Il pellicano distratto (E.Prampolini)
Nei tavoli-vetrina sono esposti accessori d'abbigliamento del periodo.

accessori d'abbigliamento
accessori d'abbigliamento
Gli abiti stile Charleston sono della Sartoria Antonelli e della Sartoria Giuseppe Paradisi.


abiti sartoriali
abiti sartoriali






















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L'esposizione museale continua in quell'ambiente adibito a stanza da bagno dopo la ristrutturazione del villino del 1932, ed è per questo che la sala viene dedicata a Gli Anni Trenta.

sala Gli Anni Trenta
L'elegante stanza da bagno fatta costruire da Andrea Boncompagni, dove predominano i colori giallo e verde, è ricoperta di marmi.

stanza da bagno
stanza da bagno


Le opere appese alle pareti di questa sala illustrano la moda delle signore dell'epoca attraverso il loro abbigliamento.

Le Amiche (Giorgio de Chirico)
Fattoressa d'Anghiari (Gianni Vagnetti) e tappeto di Rolando Monti
Signorina (Giannino Marchig)
Gerani (Pasquarosa Bertoletti Marcelli)
Arredi e abiti ricoprono il periodo che va dal 1930 al 1940.

vestaglie Anni Trenta
accessori degli Anni Trenta
lingerie degli Anni Trenta
abiti da sera di Sartoria romana
abito da sposa e abiti garden della Sartoria Paradisi


Vaso bianco-verde (Manifattura Cantagalli di Firenze)
Figura in piedi (A.Torresini)
poltrona (A.Marcucci)
poltrona esagonale (G.Chessa)
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Sono raccolti nell'ambiente denominato Piccolo Atelier della Moda le collezioni dei cappelli del museo (da fine Ottocento agli Anni '70), insieme ad alcuni accessori d'abbigliamento che completavano la mise delle signore (guanti, borse, scarpe, ventagli, ombrelli...), e  riviste di moda.

Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Collezione di cappelli e accessori d'abbigliamento
Sono anche esposti figurini d'alta moda e foto d'epoca.

figurini e foto d'epoca dell'atelier Fernanda Gattinoni e dell'atelier Sorelle Fontana
figurini e foto d'epoca dell'atelier Fausto Sarli
figurini e foto d'epoca dell'atelier Angelo Litrico
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Si conclude la visita nell'ambiente denominato La Palma dell'eleganza, dedicato ad una donna di grande bellezza, eleganza, cultura e raffinatezza, Palma Bucarelli, direttrice della Galleria Nazionale d'Arte Moderna dal 1941 al 1975.

ritratto di Palma Bucarelli
In questa sala sono esposti solo alcuni degli abiti che lei stessa ha donato al museo nel 1996.

abiti appartenuti a Palma Bucarelli
accessori di Palma Bucarelli con ricordi e testimonianze della sua vita
accessori di Palma Bucarelli con ricordi e testimonianze della sua vita
Sono qui raccolte anche foto che la ritraggono durate le manifestazioni eleganti a cui partecipava e alcuni giornali che hanno parlato del suo charme e delle sue capacità lavorative.

accessori di Palma Bucarelli con ricordi e testimonianze della sua vita

accessori di Palma Bucarelli con ricordi e testimonianze della sua vita
Questa sala costituisce oltre ad un doveroso omaggio ad un'eccellenza della cultura italiana, un trait d'union tra moda e valore artistico, tra il Museo Boncompagni e la Galleria Nazionale d'Arte Moderna, polo di cui fa parte.




www.museoboncompagni.beniculturali.it
Orario: martedì/domenica
             visite accompagnate       9.30-11.00-12.30-14.30-16.00-17.00
Costo: GRATIS

CONCLUSIONI
Come non rimanere affascinati da questo museo sconosciuto ai più, che con eleganza mette in mostra l'arte e i costumi di una società moderna italiana in continuo divenire, ritratta da artisti e testimoniata dall'arte della quotidianità.
Una testimonianza dovuta a quelle Arti, a volte considerate a torto minori, che hanno fatto e fanno grande il nostro Paese.
                             

3 commenti:

Titano ha detto...

Uno scrigno di eleganza e cultura dove di respira l'aria di un'epoca dimenticata ma assolutamente affascinante

Titano ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Titano ha detto...

Da vedere e rivedere più volte

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