sabato 14 gennaio 2017

Roma: la Chiesa di S.Giovanni a Porta Latina


Poco all'interno delle Mura Aureliane, nell'estremità del Celio in prossimità di Porta Latina, sorge la Chiesa di S.Giovanni a Porta Latina, una delle più antiche chiese basilicali di Roma, costruita alla fine del V secolo al tempo di papa Gelasio.

Mura Aureliane, Porta Latina e Tempietto di S.Giovanni in Oleo
Il bollo di una tegola usata per la costruzione del tetto indica il periodo di fabbricazione sotto Teodorico (495/526).
Una tegola del tetto è stata trasformata in leggìio.

Secondo quello che ci tramanda Tertulliano, scrittore romano e apologeta cristiano vissuto nel II secolo, S.Giovanni Evangelista avrebbe subito il martirio a pochi passi dal luogo dove fu costruita la chiesa, nel luogo in cui sorge il Tempietto di S.Giovanni in Oleo (al quale ho da poco dedicato un post).
Tertulliano racconta che S.Giovanni fu immerso in olio bollente, e uscitone incolume, fu esiliato a Patmos.

La chiesa fu restaurata nell' VIII secolo da papa Adriano I, subì poi dei rifacimenti nel XII secolo e venne riconsacrata nel 1190 da papa Celestino III, che traslò qui le reliquie di S.Gordiano e S.Epimaco.

Precede la facciata della chiesa un sagrato posto al suo livello originale, con un pozzo fiancheggiato da colonne con capitelli a foglie del IV secolo.

sagrato della chiesa
pozzo nel sagrato della chiesa
La margella del pozzo dell' VIII secolo è decorata con racemi sovrapposti che corrono orizzontalmente.
Sull'orlo del pozzo vi è un'iscrizione in latino con formula battesimale e nome dell'incisore Stefano.

decorazione a racemi e iscrizione del pozzo
Fino a poco tempo fa gli faceva ombra un enorme e secolare cedro del Libano (il legno con il quale si costruivano le croci per crocifiggere i condannati e con il quale era costruito il tavolo dell'Ultima Cena), oggi sostituito da uno più giovane.

facciata della chiesa
La facciata presenta tre finestre centinate.
Sulla sinistra della facciata si erge il campanile romanico del XII secolo, a sei piani con sei ordini di trifore. 

finestre centinate della facciata della chiesa
campanile della Chiesa di S.Giovanni a Porta Latina
Introduce alla chiesa un portico a quattro colonne di cipollino, di granito bigio, di granito rosso e di marmo bianco scanalato, con tre capitelli ionici e uno dorico.

portico della chiesa
colonne del portico della chiesa
colonnato del portico
Sotto il portico, sul pavimento e sulle pareti, trovano la loro collocazione lastre paleocristiane, lapidi e frammenti romani.

frammento marmoreo con Apollo ed Ercole in lotta ( parte alta) e lastre romane infissi sulla base del campanile sotto il portico
lastra romana infissa nel portico
resto altomedievale infisso nel portico
pavimento del portico con lastra iscritta
pavimento del portico con lastra iscritta
E' qui presente anche la cuspide originale del vicino Tempietto di S.Giovanni in Oleo, lì sostituito da una copia nel 1967.

pinnacolo del Tempietto di S.Giovanni in Oleo nel portico della chiesa
pinnacolo del Tempietto di S.Giovanni in Oleo
Degli affreschi che ricoprivano parte della facciata e il portico rimangono solo pochi lacerti sulle pareti del portico.
Si può individuare forse nel frammento d'affresco più esteso una folla che ascolta una predica del Battista.

lacerto di affresco nel portico
Sopra al portale si trova la rappresentazione di un busto del Redentore a monocromo nero, affrescato su un finto bugnato.

busto del Redentore affrescato sopra il portale d'ingresso della chiesa
Si entra nella chiesa tramite un unico portale con cornice a mosaico in porfido rosso e verde.

portale d'ingresso
particolare della cornice cosmatesca del portale della chiesa
L'interno della chiesa è diviso in tre navate da da due file di cinque colonne in marmi di spoglio differenti: due in pavonazzetto con scanalature, due  in cipollino, tre in granito grigio e tre in granito rosso.

navata centrale della Chiesa di S.Giovanni a Porta Latina
navata laterale destra
Le colonne, che provengono forse dal Tempio di Diana, hanno capitelli ionici (due del I secolo e gli altri del IV secolo adattati), e sorreggono archi semicircolari.

colonne di spoglio che separano le navate della chiesa
Nel sottotetto sopra il presbiterio furono scoperti nel 1905 gli affreschi medievali che caratterizzano la decorazione della navata centrale.

Il ciclo d'affreschi rappresentano il passaggio tra l'influenza dell'arte bizantina e quella del Cavallini.

affreschi medievali della chiesa
affreschi medievali della chiesa
Le 46 figurazioni dell'Antico e del Nuovo Testamento, dalla creazione del mondo alla gloria apocalittica della Nuova Gerusalemme, sono opera di più artisti del XII secolo.

Gli affreschi della navata sono disposti su tre zone: iniziano dalla parete destra e continuano in senso anulare.

particolare degli affreschi
particolare degli affreschi
Sopra l'altare è raffigurato il Libro sigillato (l'indice dei segreti nascosti di Dio presente nell'Apocalisse).
Ai lati vi sono due angeli e dietro i simboli dei quattro Evangelisti.
Sotto vi erano raffigurati gli Evangelisti, ma oggi rimane solo la rappresentazione di S.Giovanni.

affreschi del sottotetto dell'abside
Ai lati della tribuna sono raffigurati i 24 Senior dell'Apocalisse che offrono corone d'oro.

affreschi laterali della tribuna con i 24 Senior dell'Apocalisse
affreschi laterali della tribuna con i 24 Senior dell'Apocalisse
L'affresco del catino absidale è opera di Federico Zuccari, ed è stato riscoperto nei recenti restauri  della chiesa.
Fu commissionato al pittore manierista nel 1566 dal cardinale Alessandro Crivelli, ma se ne era perso il ricordo perché nel 1940 lo si volle preservare dai possibili bombardamenti ricoprendolo di uno strato di malta.

affresco del catino absidale (Federico Zuccari)
Nella navata destra vi sono resti di affreschi che sono stati identificati con le Storie di S.Elisabetta o le Storie di Anna e Gioacchino.

Nel pastoforio destro, uno degli ambienti rettangolari gemelli posti ai lati dell'abside, presenti nelle chiese paleocristiane e altomedievali, è stato ritrovato un avanzo di velario carolingio.

pastoforio destro
resti di affresco carolingio (pastoforio destro)
resti di affresco carolingio (pastoforio destro)
Madonna col Bambino (pastoforio destro)
pastoforio sinistro
L'abside, semicircolare all'interno e semiesagonale all'esterno, ha finestre a tutto sesto chiuse da lastre di onice giallo-miele.

abside
finestra con lastra in onice dell'abside
Qui si trovano avanzi del pavimento cosmatesco, l'opus alexandrinum a motivi geometrici.

presbiterio
pavimento del presbiterio in opus alexandrinum
Il gradino del presbiterio presenta una decorazione con racemi e testine.

decorazione del gradino del presbiterio
L'altare è moderno.
Il paliotto è costituito da un frammento di pluteo preromanico del IX secolo, con la raffigurazione centrale di un arbusto con tralci laterali.

paliotto dell'altare con pluteo preromanico
Nella predella dell'altare è stato invece inserito l'antico titolo della basilica, rinvenuto durante i restauri.

predella dell'altare con titolo della chiesa
Dietro l'altare si trova un Crocifisso in legno con le statue lignee della Madonna e S.Giovanni, artigianato della Val Gardena.

gruppo ligneo nell'abside
Lungo le navate laterali si aprono monofore a tutto sesto.

Il tetto in legno a capriate è moderno, come moderno è anche il pavimento (quello originale del XII secolo si trova a circa mezzo metro più in basso).

tetto a capriate della chiesa
Un ammodernamento baroccheggiante venne apportato tra il XVI e il XVII secolo, ma nel 1940/1941 venne riportata alle sue sembianze originali: furono riaperte le arcate del portico che erano state tamponate, come anche le finestre del presbiterio e le trifore del campanile.

Nel 1669 il cardinale Cesare Rasponi coprì con un soffitto piano quello a capriate della chiesa, e commissionò a Paolo Gismondi la decorazione del riquadro centrale con una Gloria di S.Giovanni Evangelista, e alcune tele tra le finestre della navata centrale che avevano come soggetto il Santo titolare della chiesa.
Durante il restauro degli anni '40 che riportò la chiesa alle sue origini stilistiche, fu rimosso anche il soffitto settecentesco e l'opera del Gismondi andò perduta (se  ne conserva solo il disegno al Museo del Louvre a Parigi), e sparirono anche i dipinti tra le finestre.

Nel 1580/1581 Michel de Montaigne, sul giornale da lui redatto Journal du Voyage en Italie, scriveva:
"...durante la messa si sposavano uomini con uomini, attenendosi alle stesse cerimonie che usiamo noi per le nozze: si comunicavano insieme, leggevano il medesimo vangelo nuziale e poi dormivano e abitavano assieme."
Il filosofo si riferiva ad un episodio che nel 1578 aveva visto la Chiesa di S.Giovanni a Porta Latina protagonista di un fatto di cronaca.
Uomini di nazionalità portoghese erano stati qui arrestati con l'accusa di sodomia e condannati a morte.
Furono messi al rogo otto degli undici indagati per essere omosessuali e aver celebrato (con qualche secolo in anticipo!), il rito del matrimonio tra persone dello stesso stesso.


www.sangiovanniaportalatina.it
Orario:  7.30/12.30   15.00/19.00

CONCLUSIONI
In un angolo tranquillo e suggestivo di Roma, nel punto in cui l'antica Via Latina usciva dalle Mura Aureliane per condurre in Campania fino a Capua, sorge da secoli questa chiesa interessante per il suo ciclo medievali di affreschi, che sono affiorati dal restauro effettuato nel secolo scorso, e che testimoniano un periodo  artistico che poco si ritrova in questa città.
Peccato che la flebile luce di un pomeriggio autunnale che filtra dalle finestre, non permetta di apprezzare a pieno le pitture, poste tra l'altro non troppo vicine all'osservatore.


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