sabato 13 gennaio 2018

Mantova: Palazzo S.Sebastiano e il Museo della Città


Tra il 1506 e il 1508 venne costruito, nella parte meridionale di Mantova, un palazzo chiamato Palazzo S.Sebastiano per la vicinanza al Tempio di S.Sebastiano, chiesa fatta erigere, su disegno di Leon Battista Alberti, da Ludovico II Gonzaga.
Il committente del palazzo fu il marchese Francesco II Gonzaga, figlio di Ludovico II e marito di Isabella D'Este.

Questo palazzo doveva essere un luogo di riposo, di svago e di ozio per il suo proprietario, e per questo venne scelta questa collocazione: era un'area tranquilla e poco popolata, appena all'interno delle mura meridionali, collegata tramite la Porta Pusterla e un ponte all'isola del Te, dove i Gonzaga avevano costruito qualche anno prima le stalle per i loro amati cavalli, e dove si svolgevano battute di caccia.

Inoltre il palazzo doveva avere una sala abbastanza grande per contenere nove grandi tele di Andrea Mantegna: i Trionfi di Cesare.

Palazzo S.Sebastiano (facciata meridionale)
Si occuparono della costruzione del palazzo Gerolamo Arcari e Bernardino Ghisolfo.
Tra gli artisti che presero parte alla decorazione del palazzo (fregi, finti marmi, imprese araldiche, paesaggi, vedute e anche quadri) si ricordano Lorenzo Leonbruno, Matteo e Lorenzo Costa, Dosso Dossi.

modellino di Palazzo S.Sebastiano (nell'atrio del palazzo)
Palazzo S.Sebastiano ha la forma di un parallelepipedo allungato (50m X 8m).
Le pareti esterne erano decorate a mattoni bianchi e rossi e sormontate da un cornicione dipinto.

lacerti della decorazione a mattoni bianchi e rossi della facciata esterna di Palazzo S.Sebastiano
Sul lato settentrionale vi è una loggia che affacciava originariamente sul giardino.

modellino di Palazzo S.Sebastiano (nell'atrio del palazzo)
Originariamente al pian terreno vi erano quattro sale con soffitto a volta: la "Camera del Sole" e la "Camera del Crogiolo" (con imprese gonzagesche), la "Camera del Porcospino" (con l’arma del re di Francia), e la "Camera dell’Imperatore" (con l'arma dell'Imperatore) andata distrutta.

Al piano superiore fu poi costruito un grande salone atto a conservare i Trionfi di Cesare del Mantegna.
Aveva un soffitto a cassettoni dipinti con l'impresa del Crogiolo (Vincenzo II Gonzaga trasferì questo soffitto a Palazzo Ducale nel 1601 per decorare due ambienti del suo nuovo appartamento).

A questo piano, alle testate del Salone dei Trionfi, vi erano poi due ambienti da una parte ed un ambiente dall'altra.

Francesco II Gonzaga passò gli ultimi anni della sua vita a Palazzo S.Sebastiano (1512/1519).
Dopo la sua morte, avvenuta tra queste mura, il palazzo passò ai rami cadetti dei Gonzaga.
Il palazzo venne poi abitato solo da ospiti in visita, per poi essere abbandonato.
Il Governo austriaco lo trasformò in prigione, poi in caserma.                                          Le lavandaie stendevano i panni sotto il suo porticato.
Venne trasformato poi in lazzaretto, ospedale, bagni pubblici, scuola e in circolo ricreativo, subendo durante queste trasformazioni degrado e abbandono.
Nel Novecento una parte dell'edificio, insieme a Porta Pusterla, fu abbattuta; i giardini furono ridotti e al loro posto sorsero edifici condominiali.
Dopo un attento restauro nel 2005 il palazzo ospita il Museo della Città ed espone opere d'arte provenienti dalle Collezioni Civiche (prima al Museo Patrio).
ingresso a Palazzo S.Sebastiano e al Museo della Città
La descrizione delle sale del palazzo si fonderà quindi con la descrizione del museo allestito in esse.

Oltrepassato l'atrio d'ingresso, dove si trova la biglietteria, si esce nella Loggia dei Marmi, dove inizia il percorso museale con la sezione "La città e l'acqua".

Loggia dei Marmi
La storia di Mantova, fondata circa nel V secolo a.C.,  è infatti molto legata all'acqua, per ragioni commerciali e di difesa.
Per ragioni difensive, la città venne circondata interamente da quattro laghi (Lago Superiore, Lago di Mezzo, Lago Inferiore e Lago Paiolo), grazie all'intervento di Alberto Pitentino sulle acque del Mincio nel 1189.
il Rio
In età comunale venne realizzato il Rio, un canale che attraversa la città collegando il Lago Superiore con il Lago Inferiore.
Era questa una via commerciale che raggiungeva le pescherie, le macellerie e le oreficerie, e forniva acqua alla città.
Il Lago Paiolo venne poi bonificato dagli Austriaci nel 1750.

Sono esposti sotto la loggia reperti lapidei provenienti da monumenti o edifici legati all'acqua: lapidi commemorative di costruzioni o restauri, i due grandi altorilievi di Sant'Alessio (ricavato da una cornice di trabeazione di un edificio romano) e S.Paolo poste un tempo sul bastione fortificato della città, e le statue del Redentore e degli Apostoli poste un tempo sul Ponte dei Mulini.

Redentore e Apostoli (dal Ponte dei Mulini)
Sant'Alessio
retro dell'altorilievo di Sant'Alessio


S.Paolo
lapide commemorativa in latino della costruzione del Ponte dei Mulini (1190)
lapide commemorativa dei restauri del Ponte dei Mulini
in alto: lapide dell'acquisto del Mulino Bigarello (1618) / in basso: tavola con rappresentazioni topografiche del territorio mantovano
lapide commemorativa dei restauri del Ponte dei mulini (1747)
La loggia è costituita da sette archi poggianti su colonne corinzie.
Originariamente la loggia era affrescata ed era aperta (fu poi chiusa da un muro nel 1910).
Sotto la loggia, posta sul lato settentrionale dell'edificio, si svolgevano feste, banchetti e rappresentazioni teatrali.

arcate della loggia
La loggia s'affacciava su un cortile e sul giardino, che in origine si estendeva sino alla Casa del Mantegna, e nel quale vi erano una fontana, labirinti di siepi, cedri e aranci.
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Si entra quindi nei locali del piano terra del palazzo,destinati ad accogliere gli ospiti.

La Camera del Porcospino era un ambiente di rappresentanza con volta a padiglione.

volta della Camera del Porcospino
Al centro della volta di trova una cornice circolare all'interno della quale è raffigurata l'impresa del porcospino.

impresa del Porcospino
E' questo un omaggio al re di Francia Luigi XII che aveva adottato l'impresa dell'istrice coronata con il motto "COMINUS ET EMINUS".
Nelle lunette lungo la parte alta delle pareti, all'impresa del porcospino si alternano altre imprese gonzagesche.

lunette della Camera del Porcospino con imprese araldiche
La sezione xdel museo rappresentata in questa camera e in quella successiva è "Emblematica gentilizia. L'Araldica".
Attraverso l'araldica si può conoscere la storia, l'evoluzione, gli imparentamenti, le concessioni imperiali, gli elementi distintivi delle famiglie aristocratiche.
Sono qui raccolti alcuni stemmi nobiliari in pietra.

stemmi araldici lapidei: a sinistra: stemma di Antonio de Grado / a destra: stemma di Nicolò Adelardi
architrave di camino con putti alati reggistemma e impresa gonzagesca del Monte Olimpo
coppie di cimieri araldici
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Si passa poi alla Camera del Crogiolo.

volta della Camera del Crogiolo
La sala prende il nome dall'impresa del Crogiolo rappresentata al centro della volta a padiglione.

impresa del Crogiolo
L'impresa del Crogiolo venne assunta da Francesco II Gonzaga dopo la battaglia di Fornovo del 1495 nella quale furono sconfitti i Francesi.
Francesco II era al comando dell'esercito veneziano vittorioso ma venne accusato da Venezia di tradimento per non aver inseguito l'esercito francese.
Per questo nel motto che accompagna il corpo dell'impresa si legge: "PROBASTI ME DOMINE, ET COGNOVISTI" ovvero "Signore, mi hai messo alla prova e hai saputo di che materia sono fatto".

Dalla raffigurazione centrale del Crogiolo scendono fiammelle sino alla metà delle pareti.

fiammelle e lunette
Nelle lunette delle pareti, tra festoni di frutta e fiori, legati da nastri, alternate al Crogiolo sono raffigurate altre imprese legate ad Isabella d'Este, moglie di Francesco II Gonzaga: la A Fiammeggiante, il Candelabro, il motto "NEC SPE NEC METU", l'Alfa e l'Omega, le Pause, la sigla IS, il numero XVII.

imprese di Isabella d'Este: (da sinistra) le Pause, il Candelabro
Anche in questa sala sono esposti stemmi araldici lapidei.

stemma di Caterina Grossi Boccalli
stemma di Francesco Rami
stemma di Giovanni Pigozzi
stemma ignoto
stemmi parlanti della famiglia Olivi
stemma ignoto
stemma ignoto
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Saliti al primo piano tramite l'unico scalone dell'edificio posto nel settore ovest, si accede alla grande Sala dei Trionfi (30m di lunghezza), dove appunto erano conservate le nove tele dei Trionfi di Cesare di Andrea Mantegna, oggi all' Hampton Court Palace di Londra. 

Sala dei Trofei
Le tele erano poste sulla parete meridionale a gruppi di tre.
La parete settentrionale si apriva con nove finestre che illuminavano la sala.
Sui lati corti della sala vi erano due tele di Lorenzo Costa: il Sacrificio di Ercole (andato disperso) e La nomina di Federico a comandante generale delle forze papali (oggi alla Galleria Nazionale di Praga).

Il ricco soffitto in legno dorato decorato con l'impresa del Crogiolo che copriva la sala, in origine alta 7m (nel Seicento venne costruito un soppalco per creare l'ambiente del piano superiore), fu trasferito da Vincenzo I in due ambienti (Stanza del Crogiolo e Stanza di Giuditta), dei suoi nuovi appartamenti a Palazzo Ducale.

soffitto con l'impresa del Crogiolo oggi a Palazzo Ducale (Stanza di Giuditta)
soffitto con l'impresa del Crogiolo oggi a Palazzo Ducale (Stanza del Crogiolo)
In questa sala Luigi Gonzaga di Castiglione (divenuto poi Santo), cedette la primogenitura al fratello Rodolfo (1585).

La sezione museale di questa sala è "La Città e il Principe".
Durante il Rinascimento i Gonzaga avevano creato un percorso urbano ideale che dal Palazzo Ducale (posto a settentrione), passava per Palazzo S.Sebastiano e arrivava a Palazzo Te (posto nella zona meridionale di Mantova), toccando gli edifici più importanti della città.
Nella sala sono esposte alcune opere provenienti dai più importanti edifici cittadini, posizionati anche qui come nel percorso dei principi, dal nord della città verso il sud, non dimenticando però reperti provenienti dagli edifici delle altre zone di Mantova.
stemma di Gianfrancesco Gonzaga (forse dal Palazzo Ducale - XV sec.)
stemma di Gianfrancesco Gonzaga (forse dal Palazzo Ducale - XV sec.)
stemma raffigurante l'arma del Podestà Gabriele Ginori (Palazzo del Podestà - 1494)
Virgilio in cattedra (Maestro Campionese - XIII sec. - prima sull'arengario del Palazzo della Ragione e poi in una sala di giustizia)
capitello (facciata della Basilica di Sant'Andrea - XV sec. - ambito di Luca Fancelli)
capitello (facciata della Basilica di Sant'Andrea - XV sec. - ambito di Luca Fancelli)
capitello (facciata della Basilica di Sant'Andrea - XV sec. - ambito di Luca Fancelli)
capitello (facciata della Basilica di Sant'Andrea - XV sec. - ambito di Luca Fancelli)
Vergine Annunciata (Palazzo di Via Frattini)
Angelo annunciante (Palazzo di Via Frattini)
S.Pietro (Palazzo di Via Frattini)
Evangelista (Palazzo di Via Frattini)
S.Paolo (Palazzo di Via Frattini)
mensola a voluta (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
pluteo con putti e impresa del Sole (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
pluteo con putti e impresa del Sole (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
pluteo con stemma gonzagesco (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
retro dei plutei (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
peduccio pensile con scritta AB OLYMPO (XV sec. - Casa del Mantegna)
stemmi con cimieri gonzageschi (XV sec. - Tempio di S.Sebastiano)
i tre busti di Virgilio, Federico II Gonzaga e Battista Spagnoli, posti su Porta Nuova (XVI sec. - Arco Casa Fiera)
Federico II Gonzaga  (XVI sec. - Arco Casa Fiera)
Virgilio (XVI sec. - Arco Casa Fiera)
Battista Spagnoli (XVI sec. - Arco Casa Fiera)
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La prossima sala è chiamata la Camera dei Brevi, una delle imprese gonzagesche.

Camera dei Brevi
Per "brevi" s'intendevano quei piccoli biglietti con messaggi scritti su pergamena o carta.
Al centro della volta a padiglione della sala sono rappresentati in un oculo dei "brevi" che sembrano lanciati dal cielo, e sono poi rappresentati lungo la volta, come se mostrassero un lato giallo e un lato azzurro (colori araldici degli Este e quindi di Isabella).
Probabilmente questa sala che affacciava sul Lago Paiolo che un tempo circondava l'isola del Te, venne decorata dopo la morte di Federico II (1519), visto che venne aggiunta e costruita sul cammino di ronda quando l'edificio centrale era già stato terminato.

oculo con impresa dei Brevi
"brevi" sulla volta
Questa sala appartiene alla sezione museale "Il Culto dell'Antico".
La famiglia Gonzaga aveva un vero culto per l'arte antica o all'antica, concretizzato  nell'acquisto di opere d'arte, e commissionata ad artisti famosi. 
Molti pezzi delle collezioni gonzagesche furono vendute, altre depredate o disperse, ma durante la dominazione austriaca l'imperatrice Maria Teresa d'Austria volle raccogliere a Mantova quelle opere gonzagesche rimaste nei loro palazzi, provenienti anche dal Palazzo Ducale di Sabbioneta e da Villa della Favorita.
 Quindi in questa sala sono esposti alcuni pezzi di quelle famose collezioni statuarie.

reperti antichi esposti nella sala
reperti antichi esposti nella sala
sedia antica detta "trono di Virgilio"
sfinge con testa femminile (I sec.a.C. del tipo greco di V se.a.C.)
sfinge con testa maschile (I sec.a.C. del tipo greco di V se.a.C.)

Artemide/Diana del tipo del Louvre (da tipo greco del V sec.)
Venere del tipo Anadiomede (del tipo rodio del II sec.a.C.)
torso maschile (del tipo greco del V/VI sec. a.C.)
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La Camera delle Frecce prende il nome dall'impresa delle Frecce raffigurata in un oculo al centro della volta a padiglione della sala.

Camera delle Frecce
Le frecce sono accompagnate dal motto "NON SON TALES MYS AMORES" ovvero "Non son tali i miei amori", scritto sul nastro che le lega.

impresa delle Frecce
La volta è poi cosparsa da frecce, sino alle lunette nelle quali compaiono raffigurate, alternate all'impresa delle Frecce, altre imprese appartenute a Francesco II Gonzaga e Isabella d'Este: la Tortorina, le mani in Fede, il Cane Alano, le Ali, la Cervetta, la Museruola, il Guanto.
Sono tutte imprese legate alle virtù dell'amore e della fedeltà coniugale.

volta della sala cosparsa di frecce e lunette con imprese di Francesco II Gonzaga e di Isabella D'Este
da sinistra: impresa della Frecce, delle mani in Fede, delle Frecce, della Tortorina
da sinistra: impresa delle Ali, delle Frecce, dell'Alano bianco, delle Frecce
impresa delle Frecce in una lunetta
In questa sala la sezione museale è "La Rinascita dell'Antico".
Grazie ad artisti come Andrea Mantegna, Leon Battista Alberti e Giulio Romano, chiamati dai Gonzaga tra il XV e il XVII secolo a corte per dare con il loro contributo artistico, che si ispirava ai fasti classici antichi, la città di Mantova poteva essere paragonata ad una nuova Roma.
In questa stanza sono esposti alcuni esempi di gusto classico e antiquario.

materiale esposto nella sala
Cupido dormiente con due serpenti (XVI sec.)
Virgilio con la Syrinx (1540 - collaboratore di Giulio Romano - affresco strappato da un palazzo mantovano)
riproduzione del disegno di Giulio Romano "Augusto e la Sibilla" di cui Virgilio con la Syrinx faceva parte
busto di Francesco II Gonzaga (Giulio Romano) e busto di Battista Spagnoli
Ratto di Europa (XVII sec.)
Capra Amaltea (XVII sec.)
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L'ultimo ambiente da visitare del primo piano è una piccola sala dove sono esposti nove affreschi strappati: sono le riproduzioni più piccole e abbastanza fedeli dei Trionfi di Cesare del Mantegna, realizzate alla fine del Cinquecento da Ludovico Dondi per il palazzo in Via Mazzini dei Petrozzani, una famiglia importante di Mantova.
I dipinti furono realizzati quando ancora erano presenti a Mantova le tele del Mantegna.
Queste copie vennero ritrovate nel 1926 e strappate e riportate su pannelli nel 1938/1939.

affreschi strappati dei Trionfi di Cesare di Ludovico Dondi
Le tele raffigurano il trionfo di Giulio Cesare dopo le vittorie conseguite nelle Gallie.
Le nove tele sono:

- Trombettieri e portatori di insegne 

Trombettieri e portatori di insegne
- Carri trionfali, trofei e macchine belliche 

Carri trionfali, trofei e macchine belliche 
- Carro con trofei e portatori di bottino 

Carro con trofei e portatori di bottino
- Portatori di vasi, tori sacrificali e trombettieri 

Portatori di vasi, tori sacrificali e trombettieri
- Trombettieri, tori sacrificali ed elefanti 

Trombettieri, tori sacrificali ed elefanti
 - Portatori di corsaletti, di trofei e di armature 

Portatori di corsaletti, di trofei e di armature
 - Prigionieri, buffoni e un portainsegna 

Prigionieri, buffoni e un portainsegna
 - Musici e portainsegne 

Musici e portainsegne
 - Giulio Cesare sul carro trionfale

Giulio Cesare sul carro trionfale
Andrea Mantegna realizzò a tempera le nove tele dei Trionfi di Cesare tra il 1486 e il 1492 e furono vendute nel 1627 al re d'Inghilterra Carlo I Stuart per ragioni economiche.
Oggi sono conservate nel Hampton Court Palace a Londra.
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Percorrendo lo Scalone Est si sale ora al secondo piano.

scalone est
scalone est
Questa scala è abbastanza recente: fu costruita nel 1883 quando in Palazzo S.Sebastiano venne allestito un lazzaretto.
Per poter costruire la scala e far salire le lettighe, si sventrò la Sala dell'Imperatore collocata al pian terreno, una sala al primo piano e una al secondo.
Lungo i muri della scala si possono ancora vedere le decorazioni della Sala degli Imperatori: lunette all'interno delle quali erano stati raffigurate imprese gonzagesche alternate da profili classici.

profilo classico in una lunetta dell'ex Sala dell' Imperatore
profilo classico in una lunetta dell'ex Sala dell' Imperatore
profilo classico di una lunetta dell'ex Sala dell'Imperatore
impresa gonzagesca e profilo classico in lunette dell'ex Sala dell'Imperatore
parete dell'ex Sala dell'Imperatore
Della sala sventrata al secondo piano, risalente al 1640, rimangono invece alcune decorazioni con vedute di città e paesaggi marini.

paesaggio marino dello Scalone Est (ex sala seicentesca al secondo piano)
vedute di città dello Scalone Est (ex sala seicentesca al secondo piano)
vedute di città dello Scalone Est (ex sala seicentesca al secondo piano)
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Il salone del secondo piano viene chiamato Sala dei Trionfi Superiore.

Sala dei Trofei Superiore
Questo salone venne creato nel 1640 soppalcando il sottostante salone che conteneva le tele dei Trionfi di Cesare.
La decorazione parietale di questa sala vede sui lati lunghi un motivo a grandi volute su paesaggi, mentre sul lato corto orientale un motivo a festoni e pergolati.

decorazione delle pareti della sala
decorazione delle pareti della sala
decorazione delle pareti della sala
Qui si trova l'ultima sezione museale: "Esempi di pittura a Mantova tra '400 e '500".
Sono raccolte in questa sala opere di quel periodo della storia dell'arte in cui Andrea Mantegna ha fatto scuola, ma non mancano anche opere che hanno risentito dell'influenza di artisti lombardo-veneti e emiliani.
Occasio e Poenitentia (affresco della scuola del Mantegna - 1490/1510)
Adorazione dei Pastori (forse di Baldassarre Carrari - 1490)
Ritratto di Teofilo Folenghi (anonimo cinquecentesco)
Madonna del latte (Vincenzo Foppa - 1490)
Madonna col Bambino in trono e devoto (Gianfrancesco Caroto - 1513)
Cristo cade sotto la croce (Francesco Bonsignori - 1500/1510)
Madonna col Bambino in trono e Santi (Antonio da Pavia - 1490)
Beata Osanna Andreasi (Francesco Bonsignori - 1519)
Beata Maddalena Coppini (Antonio da Pavia - 1490)
Madonna della Vittoria (calco di Antonio Ruggeri dall'originale del Mantegna - 1797)
particolare della Madonna della Vittoria (calco di Antonio Ruggeri dall'originale del Mantegna - 1797)
particolare della Madonna della Vittoria (calco di Antonio Ruggeri dall'originale del Mantegna - 1797)
particolare della Madonna della Vittoria (calco di Antonio Ruggeri dall'originale del Mantegna - 1797)
fregio con girali d'acanto, leoni e imprese gonzagesche (1490/1510)
fregio a grottesche
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Riscendendo fino al piano terra tramite lo Scalone Est, si giunge alla Camera del Sole.

volta della Camera del Sole
Al centro della volta a padiglione si trova rappresentata l'impresa del Sole con il motto "PAR UN DESIR", assunta da Ludovico Gonzaga, padre di Francesco II, dopo la battaglia di Caravaggio (1448).

impresa del Sole
Nelle lunette della sala sono rappresentati tronfi con strumenti musicali a corda e a fiato.
La musica era molto amata da Isabella D'Este.

lunetta con strumento a corda
lunetta con strumenti a corda e a fiato
E qui finisce la visita del palazzo e del museo.


http://www.palazzote.it/index.php/it/san-sebastiano
Orario: lunedì                       13.00/17.30
            martedì/domenica     10.00/17.30
Costo: 12€   (Tempio di S.Sebastiano + Palazzo Te + Palazzo S.Sebastiano)
            biglietto compreso nella MANTOVA CARD
            GRATIS il lunedì successivo alla prima domenica del mese


CONCLUSIONI
Palazzo S.Sebastiano costituisce un'importante tappa di visita per conoscere la città dei Gonzaga, i suoi membri più famosi e la loro passione per l'arte antica.
Inoltre bisogna riservare del tempo alla visita di questo palazzo per capire la storia di Mantova attraverso le opere d'arte che un tempo abbellivano i suoi palazzi pubblici e privati, le sue chiese, la sua corte.


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