mercoledì 15 agosto 2018

Roma: i sotterranei e il Mitreo di S.Prisca


Sotto le chiese si trovano molto spesso ipogei che raccontano la storia del luogo, e in particolare a Roma, dove ogni volta che si buca il terreno vengono alla luce dei veri tesori archeologici, spesso in maniera fortuita mentre altre volte per ricercare ciò che testi antichi indicano esserci stato in epoche passate.

Nel caso della Chiesa di S.Prisca, antica chiesa di Roma posta sull'Aventino, furono i Padri Agostiniani a voler scavare alla ricerca della chiesa paleocristiana, il cui titulus "Aquilae et Priscillae" viene citato nel sinodo romano del 499 d.C.
Vennero così condotti i primi scavi nel 1934/1935 sotto l'abside della chiesa e nel giardino limitrofo, che portarono alla scoperta di alcune strutture di edifici romani e di un Mitreo costruito sotto un edificio più antico.

pianta area archeologica di S.Prisca
sezione dell'area archeologica di S.Prisca
alzato e sezione dell'area archeologica di S.Prisca
La chiesa paleocristiana non fu trovata allora, e neanche durante le altre due campagne di scavi condotte da M.J.Vermaseren e C.C.van Essen nel 1952 e nel 1966, ma si potè indagare un ampio complesso di edifici di epoca romana, utilizzati anche in parte in epoca medievale, che occupano gran parte dei sotterranei della chiesa, e probabilmente si estendono anche nelle zone non ancora scavate.

dedica di ringraziamento a coloro che hanno permesso la realizzazione degli scavi
Nel sottosuolo del giardino adiacente al lato destro della chiesa si sono trovati blocchi di tufo e peperino di strutture murarie di epoca tardo-repubblicana con rifacimenti di età tardo-antica.

ingresso agli scavi
Da un ingresso adiacente alla Sagrestia della chiesa si può accedere e visitare il sito archeologico vero e proprio.

percorso di visita dei sotterranei
Fino a pochi anni fa si riteneva che il complesso di edifici di I secolo d.C. ritrovati in quest'area (alcuni bolli laterizi risalgono al 95 d.C.),  appartenessero alla Domus Privata Traiani, ovvero all'abitazione di Traiano prima di divenire imperatore.
Dopo aver collocato il sito piuttosto sotto Piazza del Tempio di Diana (non distante da qui), si attribuiscono questi resti romani alla casa di Lucio Licinio Sura.
Lucio Licinio Sura, politico, tre volte console, amico e consigliere di Traiano, generale e legato dell'imperatore nelle guerre daciche (e per questo raffigurato alla destra di Traiano  sulla Colonna Traiana), in quest'area dell'Aventino aveva costruito infatti la sua dimora, oltre alle cosiddette Thermae Suranae.
Colonna Traiana: Traiano e Licio Licinio Sura
Dopo aver disceso una scala ci si trova in un ambiente di una domus che venne ingrandita in epoca traianea con la costruzione di quello che si pensa sia stato un ninfeo semicircolare.

ambiente della domus con ninfeo
In epoca medievale il ninfeo divenne un frantoio come testimoniano le macine del XIV secolo con scodelle in maiolica inserite nel fondo delle vasche.

ninfeo romano/frantoio medievale
vasche e macine del frantoio posto nel ninfeo
macine del frantoio medievale posto nel ninfeo
In questo ambiente è messo in evidenza anche un lacerto a mosaico a grandi tessere.

pavimento a mosaico con grandi tessere
Alle pareti di questo primo ambiente sono stati appesi i frammenti di reperti trovati negli scavi.

frammento di decorazione ritrovato nello scavo
Dopo aver indossato il caschetto antinfortunistico, si procede nella visita degli ambienti successivi.
Nell'ambiente successivo  sono riuniti alcuni elementi decorativi pertinenti l'area di scavo e, inglobati nella muratura, alcuni rocchi di colonne scanalate in peperino (diametro 90 cm), utilizzati nella costruzione delle fondazioni del lato meridionale della chiesa, e che si pensa provengano dal non lontano Tempio di Diana.

passaggio all'ambiente successivo con colonne
rocchi di colonne scanalate
elementi architettonici e decorativi
elementi architettonici e decorativi
Poco oltre si giunge nella cripta della chiesa, posta sotto l'area presbiteriale.

Cripta della Chiesa di S.Prisca
La cripta costruita nel XII secolo, era collegata alla chiesa tramite tre scale.

una delle tre scale della cripta
una delle tre scale della cripta
I due ambienti di cui si compone, l'aula che contiene l'altare in marmi policromi e un lungo e stretto vestibolo, sono perpendicolari tra loro, e sono coperti ognuno da una volte a botte.

vestibolo
vestibolo



soffitto a botte affrescato del vestibolo con lo stemma del cardinale Benedetto Giustiniani (che commissionò gli affreschi)
soffitto a botte affrescato dell'aula
soffitto a botte affrescato dell'aula (Padre Eterno)
altare policromo della cripta con le reliquie di S.Prisca
 La cripta venne interamente affrescata nel Seicento con scene della Vita di S.Pietro e di S.Prisca.
Si attribuisce l'opera ad Anastasio Fontebuoni.

affresco della cripta: Predica di S.Pietro
affresco della cripta: Benedizione di S.Pietro
affresco della cripta con scena della Vita di S.Pietro
Come vuole la tradizione S.Pietro venne ospitato nella domus dei coniugi ebrei convertiti al cristianesimo, Aquila e Priscilla (o Prisca), quando nel 42/43 d.C. venne a Roma.
Aquila era un fabbricante e commerciante di tende proveniente dal Ponto che a Roma aveva sposato Priscilla (o Prisca).
La casa romana di Aquila e Prisca divenne un luogo di riunione per i primi Cristiani, mentre in quelle che possedevano a Corinto e a Efeso (dove si erano rifugiati dopo l'espulsione dei Giudei da Roma per volere di Claudio nel 49/50 d.C.), ospitarono S.Paolo (come citato negli Atti degli Apostoli). Nella lettera di S.Paolo ai Romani scritta ad Efeso, l'Apostolo li saluta in quanto i coniugi erano già tornati a Roma.
Furono forse uccisi per decapitazione e sepolti nelle Catacombe di Priscilla sulla Via Salaria e le loro reliquie furono poi traslate nel IX secolo nella Chiesa dei Santi Quattro Coronati al Celio.
Si tramanda, come viene illustrato in un riquadro affrescato della cripta, che fu S.Pietro a battezzare S.Prisca.
Nella Chiesa di S.Prisca viene conservato un capitello dorico cavo dell'epoca degli Antonini (quindi del II secolo d.C. e perciò posteriore all'epoca in cui visse S.Pietro), sul quale secondo la tradizione si svolse il Battesimo, come appare dipinto in questo affresco .

Battesimo di S.Prisca
capitello- fonte batesimale di S.Pietro conservata nella Chiesa di S.Prisca

Da una porta posta sulla parete destra della cripta si accede al vestibolo del Mitreo.

Mitreo
Il Mitreo, posto subito dopo l'abside della chiesa sovrastante, fu costruito alla fine del II secolo nel quadriportico di un edificio più antico di I secolo d.C. già trasformato in abitazione.
Questo luogo di culto rimase in funzione sino al IV secolo quando subì una devastazione, forse ad opera dei Cristiani che, su una domus a due navate (appartenuta per tradizione ad Aquila e Prisca, i due coniugi ebrei convertitisi al cristianesimo, di cui ho parlato precedentemente), costruirono un ecclesia domestica divenuta poi un titulus paleocristiano.

Il Mitreo è orientato verso Est.


Il vestibolo che precede il Mitreo è un piccolo ambiente (6m x 4m) che fu aggiunto in un secondo tempo all'aula del Mitreo, facendolo divenire un ambiente lungo 17m. e largo 4.50 m.

ingresso nel vestibolo del Mitreo
Un angolo e due lati di questo ambiente sono occupati da un bancone.
Nell'angolo opposto dell'ambiente si trova un piccolo pozzetto di scolo intonacato di rosso, forse la fossa sanguinis, usata per sacrificare animali di piccole dimensioni (dei quali si sono trovate le ossa), che rievocavano l'uccisione del toro da parte di Mitra.

pozzetto di scolo (fossa sanguinis) e scultura con figura anguipede (Leontocephalus)
Al di sopra di questo pozzetto vi sono i resti di una scultura in stucco colorato molto danneggiata, nel quale si può solo identificare un parte di coscia avvolta dalle spire di un serpente e un frammento di figura anguipede.
Potrebbe trattarsi di Leontocephalus, una raffigurazione mostruosa alata, con la testa di leone e con il corpo avvolto da un serpente, che rappresenta il Tempo (un Chronos mitraico).

Due nicchie, poste una davanti all'altra, segnano il passaggio nell'aula del Mitreo vera e propria, un'ambiente stretto e lungo coperto da una volta a botte.

In queste nicchie, quella di destra con intonaco di color ocra e quella di sinistra di color viola scuro, erano poste due statue di dadofori, due portatori di fiaccole chiamati Cautes e Cautopates, che rappresentavano rispettivamente il giorno e la notte.
Cautes aveva la fiaccola rivolta verso l'alto a raffigurare la luce del giorno, mentre Cautopates rivolgeva la fiaccola verso il basso, rappresentando l'assenza di luce.
nicchia vuota che ospitava Cautopates
nicchia con Cautes
Nel Mitreo di S.Prisca è stata ritrovata nel 1953 solo la statua di Cautes, probabilmente riadattata da una statua di Mercurio.

Il pavimento dell'aula del Mitreo è ancora quello originale.

pavimento originale del Mitreo
 Accanto alle pareti lunghe dell'aula corrono due podi in muratura dove si sdraiavano i fedeli.
Sulla risega esterna dei podi venivano poggiati il cibo e le lucerne per rischiarare il corridoio ma nello stesso tempo lasciavano nella penombra i fedeli.

aula del Mitreo con i podi
A circa metà del podio destro si trova un recipente in coccio inglobato in una nicchietta della muratura.

nicchietta del podio con recipiente inglobato
In fondo all'aula si trovava l'altare e dietro a questo una nicchia intonacata a pomice (speleum), a voler raffigurare la grotta nella quale Mitra aveva ucciso il toro.

altare e nicchia del Mitreo
Mitra è stranamente raffigurato nudo vestito solo con un mantello rosso svolazzante (di solito è vestito con una corta tunica e un berretto frigio).

altare e nicchia del Mitreo
In questo rappresentazione scultorea in stucco dell'uccisione del toro è presente solo il cane, mentre mancano il serpente e lo scorpione.
La coda del toro presenta una terminazione a forma di spiga di grano.

Mitra che uccide il toro, il cane e Saturno
Davanti a Mitra si trova una figura velata sdraiata su un fianco, realizzata con cocci di anfore stuccati, che rappresenterebbe Saturno, la versione latina di Crono, il più giovane dei Titani e padre di di alcune divinità olimpiche, tra le quali Zeus.

Sull'esterno sinistro della nicchia è stato ritrovato un'iscrizione a graffito in latino che riporta queste parole:
"NATUS
PRIMA LUCE
DUOBUS AUGG[USTIS]  CO[N] S[ULIBUS]
SEVERO ET ANTON[INO]
XII K[ALENDAS]  DECEM[BRES]
DIES SATURNI
LUNA XVIII"
 ovvero:
"Nato nella luce primordiale sotto il consolato dei due augusti Settimio Severo e Antonino Caracalla il 20 novembre (dodici giorni prima delle calende di dicembre) nel giorno di sabato (giorno di Saturno) diciottesimo giorno dopo la luna nuova".
foto dell'iscrizione a graffito
Secondo gli studiosi quest'iscrizione sarebbe stata realizzata da un fedele che dichiarava di essere nato il 20 novembre 202 d.C. (o fosse la data della sua iniziazione), ma si pensa anche che questa sarebbe la data d'innaugurazione del Mitreo.
Mitra stesso sarebbe nato il 20 novembre, corrispondente in Persia, patria del mitraismo, alla festa del Mitrankama.
Ma l'iscrizione è soprattutto importante per stabilire l'esistenza di questo Mitreo sicuramente nel 202 d.C.

Nella parte bassa della nicchia si trova un'altra iscrizione, ritrovata rotta in tre pezzi.
L'iscrizione riporta che un uomo conosciuto fondò il Mitreo a seguito di un sogno:
"DEO SOLI INVICTO MITHRE
QUOD SAEPE NUMINI EIUS
EX AUDITO GRATIAM C...".
iscrizione posta sotto la nicchia del Mitreo
Le pareti laterali dell'aula, alle spalle dei podi, mostrano due strati sovrapposti di pitture che rappresentano più o meno le stesse scene, realizzate a vent'anni l'una dall'altra (200 e 220 d.C.).

riproduzione delle pitture parietali del Mitreo
Sulla parete destra, nella parte più vicina all'altare, si trovano raffigurati i sette gradi d'iniziazione, rappresentati da figure umane accompagnate dalle corrispettive scritte con frasi che iniziano tutte con la parola persiana "NAMA" (="ONORE"), seguita dal nome del grado d'iniziazione, dalla parola "TUTELA" (="SOTTO LA PROTEZIONE")  e infine dal nome del corrispettivo pianeta protettore, così
"NAMA LEONIBUS, TUTELA IOVIS" 
significherebbe "Onore ai Leoni, sotto la protezione di Giove".

I sette gradi d'iniziazione erano, dal più basso al più alto:
il CORAX (il Corvo) protetto da Mercurio, il NYMPHUS (lo Sposo) protetto da Venere, il MILES (il Soldato) protetto da Marte, il LEO (il Leone) protetto da Giove, il PERSES (il Persiano) protetto dalla Luna, l'HELIODROMUS (il Corriere del Sole) protetto dal Sole e il PATER (il Padre) protetto da Saturno.

parete destra: i sette gradi d'iniziazione
parete destra: i sette gradi d'iniziazione
Sempre sulla stessa parete (dopo la tamponatura dell'ingresso del Mitreo originale), è poi rappresentata una processione di Leones (fedeli appartenenti al quarto grado d'iniziazione), accompagnati dal loro proprio nome, che rivolti verso l'altare portano offerte (un toro, un gallo, un cratere, un montone e un maiale) verso una figura seduta (il Pater, il grado più alto d'iniziazione).

parete destra: processione di Leones con offerte
Sulla parete sinistra la processione continua verso una scena di banchetto in cui, affiancati da due figure di cui una con la maschera da Corvo, stanno banchettando Mitra e Sol Invictus.

parete sinistra: processione dei Leones verso il banchetto di Mitra e Sol Invictus
parete sinistra: scena del banchetto tra Mitra e Sol Invictus
parete sinistra: scena del banchetto tra Mitra e Sol Invictus
parete sinistra: scena del banchetto tra Mitra e Sol Invictus
Anche queste raffigurazioni pittoriche sono accompagnate nella parte superiore da scritte.
Tra queste una recita:
"ET NOS SERUASTI (A)ETERNALI SANGUINE FUSO"
che può essere tradotta con le parole
"Tu ci hai salvati con lo spargimento del Sangue eterno"
che si riferisce al taurobolio, l'uccisione del toro.

Un'altra frase:
"ACCIPE THURICREMOS, PATER ACCIPE SANCTE LEONES, PER QUOS THURA DAMUS, PER QUOS CONSUMIMOR IPSI"
può essere tradotta
"Accetta amichevolmente, Santo Padre, i Leoni che bruciano l'incenso, attraverso essi noi spargiamo l'incenso, attraverso essi anche noi finiremo".

iscrizione con la frase "ACCIPE THURICREMOS, PATER ACCIPE SANCTE LEONES, PER QUOS THURA DAMUS, PER QUOS CONSUMIMOR IPSI"
Sempre lungo la parete sinistra si aprono due passaggi che collegano l'aula con tre ambienti:
- quello vicino all'altare era forse l'Apparatorium, una sorta di Sagrestia, dove venivano conservati gli arredi, le lucerne e i vestiti degli adepti

Apparatorium
- quello a sinistra era probabilmente un ambiente dedicato al rito d'iniziazione

ambiente delle iniziazioni
- quello centrale era il Caelus, dove avveniva il rito di purificazione (una lustratio simile al Battesimo), si pensa con l'acqua che sarebbe stata conservata in un dolium interrato nel pavimento.
In questa stanza oltre a dei podi vi era sul fondo anche una nicchia affrescata con sette cerchi concentrici, corrispondenti ai sette pianeti allora conosciuti, e probabilmente vi erano anche affissi i 12 segni zodiacali (come si dedurrebbe dai fori nel cerchio).

ingresso al Caelus
nicchia con i sette cerchi concentrici e dolium per la lustratio
Proviene da questi ambienti un pannello in opus sectile con tarsie di calcare e di marmi raffigurante il Sol Invictus, conservata all'ultimo piano del Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo.

Sol Invictus (Museo Nazionale Romano di Palazzo Massimo - Roma)
Negli scavi furono anche ritrovate due teste in stucco: una raffigurava Serapide, mentre l'altra Venere.
Inoltre è stato rinvenuto anche vasellame da mensa decorato.

Fu anche trovata una tabula in bronzo che nel 22 a.C. il popolo di Clunia (Spagna) aveva offerto a Caio Mario Pudente Corneliano per la sua opera di governatore.


Orario: SU PRENOTAZIONE al numero 06 39967700
             II e IV sabato del mese       visita guidata ore 10.00     durata 1 ora
 https://www.coopculture.it/heritage.cfm?id=55
Costo: 5,50€

CONCLUSIONI
Abbiamo visitato i sotterranei della Chiesa di S.Prisca alcuni anni fa, prima che venissero fatti i restauri.
Oggi, durante la nostra nuova visita, abbiamo ritrovato quelle testimonianze dell'origine antica di questo sito ancora più interessanti: la cripta mostra i suoi affreschi molto più nitidamente, e il mitreo ha certamente un'illuminazione che meglio lo valorizza e lo rende ancora più affascinante e misterioso.
Il Mitreo di S.Prisca è davvero tra i più interessanti da noi visitati (e credetemi ne abbiamo visti numerosi), soprattutto per le sue pitture, che anche se ormai poco visibili, testimoniano quel poco che si sà su questo culto misterico.



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