mercoledì 8 agosto 2018

Roma: la Basilica di S.Saba


La Basilica minore di S.Saba si trova sull'Aventino Minore o "Piccolo Aventino", che in epoca romana insieme all'Aventino Maggiore prendeva il nome di Remurius, il "colle di Remo".
Remo infatti si era piazzato su questa parte del colle per avvistare più uccelli del fratello Romolo (che aveva invece scelto il colle Palatino), nella disputa per la fondazione di Roma.
Anticamente il Piccolo Aventino faceva parte della XII Regio Augustea, mentre oggi è la basilica che ha dato il nome all'intero rione istituito nel 1921.
Sul Piccolo Aventino avevano costruito  la loro abitazione in epoca romana il poeta Ennio, Cassio Longino e Cornificia, avevano i loro giardini Asinio Pollone e Celonia Fabia, e forse anche Adriano, prima di divenire imperatore aveva qui la sua dimora.
Si pensa che, proprio dove poi sorse la Basilica di S.Saba, vi fosse anche la Caserma della IV Coorte dei Vigili.

Proprio sui resti di questi edifici romani aveva la sua abitazione nel VI secolo Santa Silvia, moglie di Gordiano, un membro dell'antica Gens senatoria degli Anicii, e madre di S.Gregorio Magno.
Da qui S.Silvia, consapevole della gracilità di Gregorio, mandava ogni giorno al figlio, che si trovava nel Monastero di Sant'Andrea Apostolo (sorto nella casa paterna del Celio sul Clivio Scauro), una zuppa di legumi cotta in una tazza d'argento, in ricordo della passata ricchezza (che S.Gregorio donò poi a un povero).
"Ex qua domo cotidie pia mater mittebat ad clivum Scauri scutellam leguminum".
E' nella casa materna che tra il 590 e il 591 Gregorio Magno si spense. 
Dove si trovava la casa di Santa Silvia sorse forse un oratorio (ma non se ne sono trovate molte tracce).
Si sa invece che alla fine del VI secolo, per volere di papa Martino I, vi si stabilirono alcuni monaci greci basiliani che provenivano dalla Palestina, spinti dall'invasione persiana e poi araba di quella regione.
I monaci scelsero il nome di Cella Nova per il loro cenobio in ricordo della loro congregazione monastica a Gerusalemme chiamato Laura Nova.
Dedicarono il cenacolo a S.Saba Archimandrita, capo di tutti gli anacoreti in Palestina e del monachesimo orientale.
I monaci avevano portato con loro il corpo di S.Saba che venne qui sepolto, ma restituito all'eremo di Mar Saba in Palestina (fondato dal Santo), dopo il Concilio Vaticano II del 1962/1965 (per testimoniare lo spirito ecumenico della Chiesa).
Dell'antico oratorio si conservano negli ambienti attigui alla sagrestia alcuni frammenti di affreschi staccati.

frammento di affresco raffigurante un'aquila (VIII sec.)
frammento di affresco (IX sec.)
frammenti di affresco con motivi vegetali e figure umane (VIII sec.)
Vi sono anche sono quelli che raffigurano sette teste di Santi, tra i quali si riconoscono S.Sebastiano, S.Lorenzo diacono, S.Stefano, S.Pietro d’Alessandria, un vescovo e due sacerdoti (oggi quattro conservati nei locali attigui alla Sagrestia).

Santo (VIII sec.)
testa di Santo (VIII sec.)
testa di Santo (VIII sec.)
testa di Santo (VIII sec.)
testa di Santo (VIII sec.)
Altri frammenti di affreschi, tra i quali anche un velario appeso e una teoria di diciotto Apostoli, Santi e monaci (di cui rimangono solo la parte inferiore con i piedi e le scritte dei nomi) rimangono in situ (nei sotterranei non accessibili al pubblico).

Tra il VII e l'VIII secolo il pavimento fu rialzato di 65cm e vi fu costruita sopra una chiesa a forma basilicale con abside semicircolare, e il sotto pavimento venne adibito a sepoltura (circa 120 tombe dalle iscrizioni in greco o latino a volte poco comprensibili).
Il primo dato certo riguardante questo antico luogo di culto risale al 768 quando qui venne imprigionato dai Longobardi di Desiderio l'Antipapa Costantino II, prima di essere accecato e abbandonato a sé stesso.
All'VIII secolo risalgono i frammenti di affreschi con scene tratte dal Nuovo Testamento: Pietro salvato dalle acque (con scritta in greco "Qui il Signore sul mare tende la mano a Pietro") e la Guarigione del paralitico (con scritta in greco "evtha o K(urio)s iasato ton [para]lut[ikon]" ossia "Qui il Signore ha salvato il paralitico").

Guarigione del paralitico / a sinistra del riquadro:parte della scritta con i nomi di Giovanni e Giacomo (VIII sec.)
frammento di affresco con scena della Trasfigurazione sul Monte Tabor con la scritta del nome Giovanni (che salì sul monte con Gesù, Pietro e Giacomo) / in alto è raffigurata una biga
frammento di affresco dei riquadri con scene del Nuovo Testamento con iscrizioni in greco (quella più in basso - "Signore salvaci!" - riguarda la scena della Tempesta nei quali gli Apostoli si rivolgono al Signore per chiedere di essere salvati)
Nel IX secolo era considerato il monastero più importante della città, e svolgeva attività diplomatiche tra Oriente e Occidente, soprattutto con Costantinopoli.
Già a quell'epoca forse il monastero dipendeva da Montecassino: sotto la chiesa è stato ritrovato un affresco del X secolo che ritrae sette teste di monaci Benedettini (conservati nei locali attigui alla Sagrestia).

sette teste di Monaci Benedettini (IX sec.)
A quest'epoca  appartiene anche il frammento che raffigura un solo monaco accompagnato da attrezzi da lavoro (pennello, spatola. trapano, squadra), un certo Martinus monachus magister, colui che probabilmente realizzò la decorazione.

Nel 1145 papa Lucio II assegnò il monastero ai Cluniacensi, poi passò ai canonici regolari, ai Cistercensi per volere di papa Giulio II e infine papa Gregorio XIII lo affidò al Collegio Germanico Ungarico, retto dai Gesuiti.
Nel 1932/1933 furono eseguiti da Antonio Muñoz alcuni restauri che hanno riportato la basilica al suo antico aspetto.
La chiesa a pianta basilicale come appare oggi fu costruita nel XII/XIII secolo sopra quella precedente.

pianta della Basilica di S.Saba
prospetto della Basilica di S.Saba
Per accedere alla basilica si attraversa un protiro del XIII posto in cima a una scalinata (moderna, creata per l'abbassamento urbanistico del terreno).

scalinata d'accesso al protiro
Delle due colonne ioniche in marmo porino che sorreggevano in origine il protiro solo una è rimasta in sede, mentre dell'altra perduta è rimasto solo il capitello incassato nel muro.

protiro con colonna superstite sulla destra
Il portale, inquadrato in un arco con volta a botte e affiancato da due pilastrini con capitelli incassati nel muro, è decorato con una lunetta affrescata che raffigura S.Saba e Sant'Andrea (patrono della Chiesa di Costantinopoli).
La lunetta è incorniciata da un arco marmoreo con cornice musiva e raffigurazione dell'Agnus Dei.

portale del protiro
lunetta del protiro con S.Saba e Sant'Andrea
Si entra tramite antichi battenti in legno nella corte sulla quale s'affaccia la basilica.

battenti in legno del protiro
ingresso verso il cortile e la basilica
protiro visto dal cortile della basilica
cortile interno
L'antica facciata è stata nascosta da un portico e da una galleria con loggiato sovrastante, realizzati dal cardinale Francesco Piccolomini (il futuro papa Pio III) nel 1463.

facciata con portico e loggiato
Il portico era sorretto in origine da due colonne in porfido con leoni stilofori e quattro colonne di giallo antico, con capitelli compositi.
Fu Pio VI a sostituire le colonne con i sei pilastri in laterizio (forse le sei colonne furono riutilizzate per la Biblioteca Vaticana).

pilastri in laterizio del portico
Sotto il portico si aprivano tre archi poi murati e sostituiti da un unico accesso alla basilica, costituito da un portale incorniciato da una cornice in marmo con decorazione musiva a stelle e rombi, con tessere in oro, rosse e blu.

portale d'ingresso alla basilica
Lungo la cornice in marmo corre un'iscrizione con la data e la firma dell'esecutore dell'opera: Jacopo di Lorenzo di Cosma 1205.
Si legge infatti:
 "Ad honorem Domini nostri IHV XPI, Anno VII pontificatus Domini Innocenti III PP, hoc opus Domino Iohanne abbate iubente factum est, per manus Magistri Iacobi".
decorazione musiva cosmatesca del portale con scritta che riporta l'artista e l'anno di esecuzione
decorazione musiva cosmatesca del portale con scritta che riporta l'artista e l'anno di esecuzione
Sopra al portale si trova un affresco che rappresenta la Vergine affiancata da S.Saba e Sant'Andrea, probabilmente fatto realizzare da Gregorio XIII per il Giubileo del 1575.

affresco sopra il portale d'ingresso: la Vergine col Bambino affiancata da S.Saba e Sant'Andrea
Sotto al portico si trovava anche l'affresco racchiuso in una lunetta, staccato e oggi conservato nella Sagrestia, raffigurante la Dormizione della Madonna (XIV sec.).

Dormizione della Madonna (XIV sec.)
Il loggiato poggia su colonne con capitelli ionici.
Nel XVIII gli erano stati murati e poi nel XX secolo furono riaperti.

loggiato della facciata
Tra il portico e il loggiato si trova un piano aperto in origine da due monofore e due bifore, successivamente murate e sostituite da cinque finestre per l'abbassamento del pavimento della loggia.

finestre tra il portico e il loggiato della facciata: monofora e bifora murate, e nuove aperture
Sulla facciata della basilica, come anche sul pavimento del portico, trovano posto alcuni stemmi del cardinale Francesco Piccolomini.

stemma del cardinale Francesco Piccolomini sopra ad una finestra murata della facciata
stemma del cardinale Francesco Piccolomini sopra il pavimento del portico
Dietro a questa facciata si può vedere la punta del timpano della navata centrale della facciata originale e il campanile.

timpano della facciata originale e campanile
Il campanile quadrato del XII secolo è posizionato sull'estremità sinistra della facciata vicino alla navata centrale.
Presenta monofore e un cappuccio piramidale con tegole.
In origine era più alto, ma fu abbassato per problemi di stabilità.

L'esterno della basilica presenta un rivestimento in laterizio decorato nelle parti alte con una cornice a denti di cane in cotto, visibile soprattutto sulle tre absidi.

abside della basilica con cornice a denti di cane
Sotto il portico con copertura in legno si trovano alcuni reperti archeologici di epoca romana e medievale ritrovati negli scavi sotto la basilica e nell'area adiacente.

portico con copertura in legno ed esposizione di reperti archeologici
Oltre a frammenti marmorei di fregi e tegole con bolli di fabbrica appesi alle pareti, sono qui conservati tre sarcofagi strigilati, di cui il più grande è decorato con la scena della dextrarum iunctio (era forse un sarcofago destinato ad una coppia coniugale).

reperti archeologici
reperti archeologici (architrave della porta di epoca domizianea)
reperti archeologici

reperti archeologici
rilievo romano
reperti archeologici
tegola con bollo
tegola con bollo
sarcofago strigilato
sarcofago strigilato
particolare di un sarcofago strigilato
sarcofago strigilato bisomo
particolare del sarcofago con dextrarum iunctio con alle spalle Giunone pronuba
particolare della decorazione laterale del sarcofago bisomo
particolare della decorazione laterale del sarcofago bisomo
I due frammenti medievali, un uomo con bastone e un cavaliere con falcone, appartenevano probabilmente alla decorazione della facciata della chiesa dell'VIII secolo. 

cavaliere con falcone (VIII sec.)
uomo con bastone (VIII sec.)
La scala posta sotto il portico conduce nei sotterranei (normalmente chiusi al pubblico).
Come si può vedere la chiesa aveva in origine tre aperture che furono tamponate per aprirvi un solo ingresso, e una parte di cortina lasciata scoperta lascia intravedere l'antica decorazione a finti mattoni.

decorazione a finti mattoni della facciata dell'antica basilica (in alto) e arco d'ingresso tamponato

L'interno della chiesa è a forma basilicale.

navata centrale della basilica
L'aula basilicale è divisa in tre navate da 14 colonne di spoglio (provenienti da antichi edifici), per la maggior parte con capitelli ionici: tre sono in granito rosa di Assuan, tre in marmo imezio (del Monte Imetto vicino Atene), tre in marmo grigio antico (dell'Algeria), tre in granito grigio (dell'Egitto), una in marmo rosa (dell'isola di Chio in Grecia), una in marmo cipollino (di Eubea in Grecia).

colonne di spoglio della basilica
colonne di spoglio della basilica
capitello ionico di una colonna

La navata centrale, larga il doppio di quelle laterali, occupa la larghezza dell'oratorio sottostante.
Il cleristorio della navata centrale ha 8 finestre per lato.

cleristorio della navata centrale
La basilica è coperta da un soffitto a capriate.

soffitto ligneo a capriate
Lungo le pareti, appena al di sotto del soffitto a capriate,  corre un fregio con motivi decorativi fitomorfi, Profeti e stemmi del cardinale Francesco Piccolomini, che fece realizzare il fregio nel XV secolo.

cornice affrescata della navata centrale
cornice affrescata della navata centrale
             Le tre navate in stile orientale terminano con ognuna un'abside.

Il catino absidale centrale, fatto decorare da Gregorio XIII nel 1575 in occasione del Giubileo, ha un affresco che ripropone forse il mosaico del VIII secolo andato perduto.


L'affresco è diviso in fasce orizzontali:
- nella parte alta Cristo tra Sant'Andrea e S.Saba

Cristo tra S.Saba e Sant'Andrea (XVI sec.)
- nella fascia sottostante l'Agnello mistico e una teoria di agnelli (che rappresentano gli Apostoli)

Agnello mistico e teoria di agnelli
- nella fascia più in basso la Vergine in trono col Bambino e i dodici Apostoli

Vergine in trono col Bambino
 

- nella fascia inferiore sono raffigurati Gregorio XIII e alcuni dei Santi venerati da S.Saba: S.Michele Arcangelo, Sant'Andrea, S.Giovanni Battista, Sant'Agostino, Santa Silvia (o S.Barbara).

fascia superiore: Apostoli / fascia inferiore: Gregorio XIII, Sant'Andrea e S. Michele Arcangelo
fascia superiore: Apostoli / fascia inferiore: S.Giovanni Battista, Sant'Agostino e Santa Silvia (o S.Barbara)

Al centro della fascia inferiore è raffigurata una Crocifissione tra la Vergine e S.Giovanni (XIV secolo).

Crocifissione (XIV sec.)
Nell''arco trionfale è stato dipinto nel 1463 un'Annunciazione.

arco trionfale: Annunciazione (XV sec.)
Nel '900  il ciborio, l'altare maggiore e la cattedra furono ricostruiti con pezzi antichi ritrovati.  
 
Il ciborio originale è stato infatti distrutto.

ciborio
Quello attuale ha quattro colonne corinzie di marmo nero venato di bianco, con capitelli in marmo serpentino.
Piccole colonne ioniche sostengono il baldacchino ottagonale conico sormontato da una piccola edicola a forma conica. 

Sotto l'altare maggiore è conservata una reliquia di S.Saba (un braccio).

altare maggiore con reliquia
Dietro l'altare si trova la cattedra episcopale, decorata con due leoni scolpiti e da un disco cosmatesco.

cattedra con decorazione cosmatesca e leoni
Come leggìo si è utilizzato un pezzo di architrave che si pensa abbia decorato l'oratorio di VII secolo.

leggio
Il presbiterio è rialzato, e sotto si trova la cripta semicircolare, accessibile tramite due scalette ai lati dell'altare.
La cripta, chiusa al pubblico, era un tempo rivestita di marmi e affrescata (rimangono solo poche tracce).

Una colonna ritorta senza capitello funge da candelabro pasquale.

candelabro pasquale
Nella navata laterale destra si trovano due finestre ad arco tamponate con resti di affresco nel sottarco.

finestra tamponata della navata destra
finestra tamponata della navata destra
Lungo la parete di questa navata hanno trovato posto due plutei di marmo e quattro colonnine tortili   della schola cantorum, qui collocata dopo i restauri del secolo scorso che l'hanno rimossa dalla navata centrale.
I plutei sono divisi in otto riquadri rettangolari: quattro di serpentino e quattro di porfido. 

plutei della schola cantorum
pluteo della schola cantorum
colonnine tortili della schola cantorum
pluteo della schola cantorum
Un'iscrizione riporta:
"Magister Bassalectus me fecit qui sit benedictus"
che attribuisce a Pietro Vassalletto l'opera.
E' anche raffigurato un viso con pupille fatte con pietre nere.

Nell'abside di questa navata, con l'altare dedicato alla Madonna, si trova il fonte battesimale, a forma di tulipano e sormontato da una scultura in bronzo che raffigura il Battesimo di Cristo.
Accanto al fonte battesimale si trova il candelabro battesimale costituito da una colonnina tortile.

cappella della Madonna
fonte battesimale con statuetta in bronzo del Battesimo di Cristo e candelabro battesimale

Il pavimento della basilica è cosmatesco (XIII secolo), e presenta una quinconce con cinque grandi dischi di marmo: uno in granito grigio e quattro in porfido.

pavimento cosmatesco della basilica
 E' stato rimesso in sito nel '900 eliminando le lastre tombali.

pavimento cosmatesco dell'ingresso
pavimento cosmatesco dell'ingresso
disco in granito grigio nel pavimento cosmatesco della quinconce
disco in porfido nel pavimento cosmatesco della quinconce
pavimento cosmatesco

L'altare dell'abside della navata sinistra è dedicato al SS.Sacramento.

navata laterale sinistra
cappella del SS.Sacramento
Alla fine della navata, vicino all'ingresso della basilica, è stato ricavato il campanile, al quale si può accedere tramite una stretta porticina.


Parallelamente alla navata laterale sinistra si trova quella che viene chiamata "quarta navata".

navata laterale sinistra e "quarta navata"
Era forse originariamente nell'XI secolo un portico con volte a crociera, che metteva in comunicazione la chiesa e il monastero (che in quell'epoca era qui posizionato).
Questo portico fu tamponato e decorato con affreschi nel XIII secolo.

volte tamponate e volte a crociera dell'antico portico/"quarta navata"
colonna scanalata che sorregge un'arcata dell'antico portico/"quarta navata" (oggi la campata è occupata dall'organo)
colonna della "quarta navata"
Si attribuiscono gli affreschi della "quarta navata" al Maestro di S.Saba (altri pensano siano opera di Jacopo Turriti):

- S.Nicola di Bari e le tre zitelle

S.Nicola di Bari e le tre zitelle (XIII sec.)
particolare dell'affresco S.Nicola di Bari e le tre zitelle (XIII sec.)

- S.Gregorio Magno in trono tra due Santi (forse S.Benedetto e un Santo vescovo)

S.Gregorio Magno tra due Santi (XIII sec.)
particolare dell'affresco S.Gregorio Magno tra due Santi (XIII sec.)

- Vergine col Bambino tra  S.Saba e Sant'Andrea.

Vergine in trono col Bambino tra S.Saba e Sant'Andrea (XIII sec.)
particolare dell'affresco Vergine in trono col Bambino tra S.Saba e Sant'Andrea (XIII sec.)

Sulla controfacciata si possono notare tre finestre tamponate per erigere la facciata cinquecentesca.

finestre tamponate della controfacciata
E' appeso sulla controfacciata il dipinto settecentesco di anonimo romano raffigurante l'Apparizione della Madonna col Bambino a Sant'Ignazio di Loyola.

Apparizione della Madonna col Bambino a Sant'Ignazio di Loyola (anonimo romano - XVIII sec.)

Ci sono vicino all'ingresso tre lapidi con inscrizioni antiche.
Una di queste menziona l'abate Giovanni ed è datata 1320.

lapide che menziona l'abate Giovanni (1320)
lapide antica
lapide antica
Mentre il monastero antico si trovava alla sinistra della chiesa (oltre la "quarta navata"), il convento attuale si trova sulla destra della basilica.
Dagli ambienti attigui alla Sagrestia si può vedere l'edificio conventuale attorno alle strutture del  chiostro antico rimodernate.

convento attuale intorno alle strutture del chiostro antico rimodernato
La basilica ha anche un ingresso secondario che si trova in un giardino alle spalle della costruzione (Piazza Bernini), che tramite gli ambienti attigui alla Sagrestia dà accesso alla chiesa.

giardino dell'entrata secondaria su Piazza Bernini

Orario: feriali    8.00/12.00  16.00/19.30
             festivi   9.30/13.00  16.00/19.30

CONCLUSIONI
La Basilica di S.Saba, pur essendo posizionata abbastanza vicino al centro storico e ai più importanti monumenti della Roma antica, ha mantenuto nei secoli un'atmosfera di pace e di tranquillità.
A tutto questo forse ha contribuito il fatto che, posta sulle pendici orientali dell'Aventino, il colle più meridionale dell'Urbe, si è trovata in piena campagna sino all'inizio del '900.
Salire le scale che conducono al protiro è un po' come immergersi in un'altra epoca.
Entrati nel cortile poi s'inizia sin da subito a capire l'importanza artistica e storica del luogo, che nonostante le innumerevoli  modifiche subite ha conservato elementi architettonici ed artistici di ogni epoca passata.
E' quindi una basilica molto affascinante e interessante da visitare.


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