Sulla collina del
Vomero, uno dei quartieri collinosi di Napoli, si trova uno dei complessi monumentali religiosi più importanti della città: la
Certosa di S.Martino, al cui interno è oggi ospitato il
Museo Nazionale di S.Martino.
La
Certosa di S.Martino è la seconda certosa costruita in Campania, dopo la
Certosa di Padula costruita 19 anni prima.
Nel 1325 Carlo d'Angiò duca di Calabria volle far erigere sul Colle di Sant'Erasmo un monastero per i monaci certosini.
Per la realizzazione di quest'opera venne chiamato l'architetto e capomastro della corte angioina Tino da Camaino.
Alla morte dell'architetto, gli successe il suo allievo Attanasio Primario.
Di questa prima fase gotica della certosa rimangono i sotterranei gotici (chiusi al pubblico), e alcuni archetti in stile catalano del Refettorio.
Anche se i primi 13 certosini si erano trasferiti nel monastero nel 1337, la
Certosa di S.Martino venne consacrata nel 1368, quando regnava Giovanna d'Angiò.
Nel XVI secolo la certosa venne dedicata a S.Martino di Tours.
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Certosa di S.Martino (vista dal centro storico) |
Una fase di ampliamento della certosa si ebbe nel 1581 ad opera di Giovanni Antonio Dosio, a cui si devono la costruzione del
Chiostro dei Procuratori, le nuove celle intorno al
Chiostro Grande, delle
cappelle della Chiesa, del
Coro, della
Sacrestia, la
Cappella del Tesoro Nuovo e il
Refettorio.
Sono di questo periodo le decorazioni delle sale da parte di illustri artisti: il Cavalier d'Arpino, il fratello Bernardino, Belisario Corenzio, Giovanni Baglione, Lazzaro Tavarone, Andrea Lilli, Avanzino Nucci, Pietro Bernini, Michelangelo Naccherino e Giovan Battista Caccini.
Successivamente i lavori venero affidati a Giovanni Giacomo di Conforto che realizzerà la cisterna del Chiostro Grande.
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Quarto del Priore |
Nel 1623 subentra alla definitiva trasformazione della certosa in stile barocco Cosimo Fanzago che vi lavorerà fino al 1656, e al quale si devono la decorazione della facciata e degli interni della
Chiesa e degli ambienti annessi, e l'
Appartamento del Priore.
A lui si devono anche le opere scultoree dei busti del porticato e alcune statue della balaustra del
Chiostro Grande, e il
Cimitero dei certosini posto al suo interno.
Lavorarono al certosa in questo periodo Massimo Stanzione, Luca
Giordano, Jusepe de Ribera, Battistello Caracciolo, Paolo Finoglio,
Guido Reni e Giovanni Lanfranco.
Nel 1723 è Nicola Tagliacozzi Canale che interviene nell'opera della certosa per realizzare la decorazione orientaleggiante di alcuni ambienti del Quarto del Priore, che vengono affrescati da Crescenzo Gamba e Domenico Antonio Vaccaro.
Gli artisti che collaborano in questo periodo alla decorazione della certosa sono Francesco Solimena e Francesco De Mura.
Nel 1799 i Certosini vennero cacciati e l'Ordine soppresso dai Francesi, che occuparono la certosa.
I Certosini rientrarono poi per un breve periodo (1804/1812), per poi lasciare definitivamente il sito ai militari che lo trasformarono in
Casa degli Invalidi di Guerra (fino al 1831).
Divenuta proprietà dello Stato, nel 1866 venne allestito tra queste mura il
Museo Nazionale di S.Martino.
La
Certosa di S.Martino si trova vicino a
Castel Sant'Elmo, e sul piazzale antistante l'entrata al complesso monastico si può ammirare un bellissimo panorama sul
Vesuvio e sulla città partenopea.
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piazzale antistante la Certosa di S.Martino dal quale ammirare la città |
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Castel Sant'Elmo |
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il Vesuvio e il centro storico di Napoli |
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Spaccanapoli con il Complesso della Basilica di S.Chiara |
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centro storico di Napoli |
La
Certosa di S.Martino si estende su un'area di 28.000mq distribuita su quattro livelli, metà dei quali sono superfici coperte mentre la restante metà è suddivisa in chiostri, giardini e cortili.
La facciata del complesso monumentale su
Piazza S.Martino è scandita da lesene ed ha uno zoccolo in peperino.
Al piano terra si trovano l'ingresso principale della certosa, l'ingresso al museo, altri accessi a locali del monumento e gli ingressi di due esercizi commerciali.
Al primo piano oltre una serie di finestre incorniciate da piperno, si trovano quattro balconi sostenuti da mensole, le cui finestre sono sormontate da timpani spezzati.
La regola della clausura dei monaci vietava l'entrata nella
Certosa delle donne, perciò si costruì una chiesa esterna a loro destinata: la
Chiesa delle Donne, sulla sinistra della facciata del complesso monumentale.
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piazzale antistante la Certosa di S.Martino con Chiesa delle Donne |
La facciata della chiesa è tripartita da lesene in piperno con capitelli dorici.
Sopra il marcapiano si trova il timpano.
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facciata della Certosa di S.Martino con ingresso principale |
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balconi della facciata della Certosa di S.Martino |
Sul portale della chiesa realizzata nel 1590 da Giovanni Antonio Dosio, vi è un bassorilievo in stucco settecentesco che raffigura
S.Bruno in preghiera nel deserto di Chartreuse (era denominata "Chartreuse", luogo poco abitato e per questo detto il "deserto", posto ai piedi delle Alpi vicino Grenoble, dove fu costruito il primo monastero certosino).
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facciata della Chiesa delle Donne con bassorilievo di S.Bruno in preghiera nel deserto di Chartreuse |
La chiesa aveva anche un giardino, il cosiddetto
Giardino delle Donne, dove le dame potevano sostare e ristorarsi.
Nel muro di recinzione del piccolo spazio all'aperto si trova una nicchia affrescata.
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Giardino delle Donne |
ATTENZIONE: La chiesa è aperta solo il venerdì dalle 14.30 alle 16.30 e il sabato dalle 9.30 alle 13.30 e con biglietto del museo.
Sulla destra della
Chiesa delle Donne si trova l'
ingresso alla
Certosa, su quale un altorilievo raffigura
S.Martino di Tours che divide il suo mantello con un povero (è una copia, l'originale si trova nel museo).
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ingresso della Certosa di S.Martino |
Dietro il portale d'ingresso, sormontato da uno stemma angioino, vi è un
androne il cui soffitto è affrescato con la raffigurazione di
S.Bruno di Colonia, il monaco fondatore dell'Ordine certosino.
Oggi questo ingresso funge da uscita del museo.
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androne d'ingresso con stemma angioino sul portale |
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soffitto androne: S.Bruno di Colonia |
L'ingresso al museo si trova sulla destra del l'ingresso principale della certosa.
Oltrepassata la biglietteria si giunge all'ampio
cortile monumentale, realizzato da Giovanni Antonio Dosio e poi da Cosimo Fanzago.
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Cortile monumentale (visto da Castel Sant'Elmo) |
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cortile monumentale visto dall'androne d'ingresso |
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cortile monumentale |
Entrati in questo spazio aperto e volgendosi di 180° si può subito notare lo sperone della sagoma stellata dell'imponente
Castel Sant'Elmo.
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Castel Sant'Elmo visto dal cortile monumentale della Certosa |
Sulla nostra destra ritroviamo l'
androne dell'ingresso principale della
Certosa, mentre sulla nostra sinistra vi è l'ingresso al
Chiostro Piccolo.
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ingresso principale e androne visti dal cortile monumentale |
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ingresso al Chiostro Piccolo dal cortile monumentale |
Sul cortile affaccia anche la facciata della
Chiesa della
Certosa, realizzata tra 1325 e il 1368 (di cui rimangono solo le volte a crociera della navata e gli archi ogivali del pronao realizzato in tufo e piperno), ma modificata nei secoli successivi.
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Chiesa della Certosa (vista da Castel Sant'Elmo) |
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facciata della Chiesa della Certosa |
Giovan Antonio Dosio alla fine del Cinquecento trasformò il
pronao che precede l'ingresso della chiesa da cinque a tre arcate per ricavare due cappelle: la
Cappella del Rosario (a destra) e la
Cappella di S.Giuseppe (a sinistra).
Inoltre le due navatelle della chiesa gotica furono trasformate in cappelle.
Cosimo Fanzago invece abbellì la facciata con marmo bianco e bardiglio e aggiunse la serliana.
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pronao della Chiesa della Certosa con cancellata in ferro battuto del XVII secolo
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La parte alta della facciata fu realizzata da Nicola Tagliacozzi Canale.
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parte alta della facciata della Chiesa della Certosa (Nicola Tagliacozzi Canale) |
Sopra al portale d'ingresso si trova il
busto di papa Pio V (o del
Vescovo S.Martino) realizzato alla fine del Cinquecento da un ignoto artista napoletano (forse Felice de Felice).
Decorano l'interno del pronao alcuni affreschi.
Sopra il portale due
Angeli reggenti lo stemma CART (=Cartusia) realizzati dal Cavalier d'Arpino.
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busto di papa Pio V (artista anonimo di fine '500)/ Angeli reggenti lo stemma CART (Cavalier d'Arpino)
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Il
portone in legno è del XVII secolo ed è decorato con figure intagliate di
Santi.
Sulla stessa parete vi sono ai lati dell'ingresso quattro riquadri:
- a sinistra in alto:
Carlo duca di Calabria offre la chiesa al vescovo S.Martino (Giovanni Baglione - 1591)
- a sinistra in basso:
Bruno di Colonia vede miracolosamente Raimondo Diocres condannato all'Inferno (Belisario Corenzio - 1632)
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in alto: Carlo duca di Calabria offre la chiesa al vescovo S.Martino (Giovanni Baglione - 1591) / in basso: Bruno di Colonia vede miracolosamente Raimondo Diocres condannato all'Inferno (Belisario Corenzio - 1632) |
- a destra in alto:
La regina Giovanna I offre la custodia della chiesa a S.Bruno (Belisario Corenzio - 1632)
- a destra in basso:
Il sogno di Sant'Ugo che indica il luogo di Cartusia (Belisario Corenzio - 1632).
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in alto: La regina Giovanna I offre la custodia della chiesa a S.Bruno (Belisario Corenzio - 1632) / in basso: Il sogno di Sant'Ugo che indica il luogo di Cartusia (Belisario Corenzio - 1632). |
Sulla parete sinistra del pronao invece si trovano:
- in alto:
Storie di Martiri certosini (Micco Spadaro - 1651/1656)
-in basso:
Distruzione di una certosa in Inghilterra (Micco Spadaro - 1651/1656)
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in alto: Storie di Martiri certosini (Micco Spadaro - 1651/1656)/in basso: Distruzione di una certosa in Inghilterra (Micco Spadaro - 1651/1656) |
Sulla parete destra del pronao si trovano:
- in alto e in basso:
Storie di supplizi inflitti ai Certosini d'Inghilterra da re Enrico VIII Tudor (Micco Spadaro - 1651/1656).
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in alto e in basso: Storie di supplizi inflitti ai Certosini d'Inghilterra da re Enrico VIII Tudor (Micco Spadaro - 1651/1656) |
Purtroppo non si può accedere alla navata della chiesa, che con i suoi stucchi, tarsie e affreschi rappresenta un capolavoro del barocco e del Settecento napoletano.
Si può solo sostare sull'ingresso.
L'abside si può attraversare durante la visita degli ambienti annessi alla chiesa (ingresso dal Chiostro Grande).
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navata della chiesa |
Il bellissimo
pavimento in marmi policromi intagliati, progettato da Cosimo Fanzago e dal certosino Bonaventura Presti, deve essere infatti restaurato e messo in sicurezza.
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pavimento della navata della chiesa |
Sono stati usati per questo capolavoro il broccatello di Spagna, il bardiglio, l'onice di S.Gesualdo, la fiamma di Blesia, il verde di Calabria, il bianco di Carrara, l'alpujarras, il rosso di Francia, il giallo di Siena, il diaspro di Sicilia e il nero del Belgio.
La
volta, che ha conservato la sua struttura trecentesca, fu dipinta con un'
Ascensione di Cristo e con Angeli e Santi da Giovanni Lanfranco tra il 1637 e il 1640.
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affreschi della volta della chiesa (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi della volta della chiesa (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi della volta della chiesa: Ascensione di Cristo (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi della volta della chiesa: Angeli e Santi (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi della volta della chiesa (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi della volta della chiesa (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
Nelle mezze lunette accanto ai sei finestroni l'artista ha invece dipinto gli
Apostoli.
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affreschi delle mezze lunette accanto ai finestroni della chiesa: Apostoli (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi delle mezze lunette accanto ai finestroni della chiesa: Apostoli (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi delle mezze lunette accanto ai finestroni della chiesa: Apostoli (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
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affreschi delle mezze lunette accanto ai finestroni della chiesa: Apostoli (Giovanni Lanfranco - 1637/1640) |
In controfacciata invece le due mezze lunette accanto alla finestra raffigurano la
Vocazione degli Apostoli Pietro e Andrea e la
Prima Apparizione di Cristo ai Discepoli sul Lago di Tiberiade.
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affreschi delle mezze lunette accanto ai finestroni della chiesa (Giovanni Lanfranco - 1637/1640): Vocazione degli Apostoli Pietro e Andrea (a sinistra) / Prima Apparizione di Cristo agli Apostoli sul Lago di Tiberiade (a destra) |
La navata è affiancata da otto cappelle, che chiaramente dovendo sostare all'ingresso della chiesa, non è possibile ammirare.
A destra della navata si trovano la già citata
Cappella del Rosario, la
Cappella di Sant'Ugo, la
Cappella del Battista e la
Cappella di S.Martino.
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cappelle lato destro della navata |
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Cappella di Sant'Ugo |
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Cappella S.Martino |
A sinistra della navata si trovano la già citata
Cappella S.Giuseppe, la
Cappella S.Gennaro, la
Cappella S.Bruno, la
Cappella dell'Assunta e la
Cappella S.Nicola.
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cappelle lato sinistro della navata |
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Cappella di S.Gennaro |
Cosimo Fanzago ha realizzato le statue di
S.Giovanni Battista e di
S.Girolamo che si trovano in controfacciata, i
putti sulle arcate delle cappelle, le
balaustre della
Cappella di S.Bruno e della
Cappella del Battista, e i
festoni di frutta sui pilastri.
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S.Giovanni Battista (Cosimo Fanzago) |
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S.Girolamo (Cosimo Fanzago) |
Sempre nella controfacciata, sopra al portone d'ingresso, si trova una
Deposizione di Massimo Stanzione, affiancata da un
Mosè e da un
Elia, opere di Jusepe de Ribera.
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controfacciata |
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in alto: Mosè (Jusepe de Ribera) / in basso: S.Girolamo (Cosimo Fanzago) |
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in alto: Elia (Jusepe de Ribera) / in basso: S.Giovanni Battista (Cosimo Fanzago) |
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al centro: Deposizione (Massimo Stanzione) |
Nicola Tagliacozzi Canale ha disegnato la
balaustra marmorea, con pietre dure e bronzo dorato, che delimita il presbiterio.
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balaustra del presbiterio e altare maggiore |
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balaustra |
Francesco Solimina ha disegnato l'
altare maggiore a doppia facciata, mai realizzato: quello presente nella chiesa è infatti il modello in legno e stucchi (Giacomo Colombo) e
Angeli in cartapesta (Giovanni Sanmartino).
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altare maggiore |
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altra facciata dell'altare |
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Angelo dell'altare (Giovanni Sanmartino) |
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Angelo dell'altare (Giovanni Sanmartino) |
Francesco Solimena ha dipinto nella portella del tabernacolo un
Cristo risorto.
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tabernacolo dell'altare maggiore: Cristo risorto (Francesco Solimena) |
Il pavimento marmoreo riccamente intagliato dell'abside è settecentesco.
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pavimento marmoreo dell'abside |
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pavimento marmoreo dell'abside |
Nell'abside si trova un
coro ligneo seicentesco realizzato da Orazio De Orio.
In una nicchia tra gli stalli è collocata la statua dell'
Immacolata, opera di Gennaro Monte (1682).
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stalli del coro ligneo (Orazio De Orio - XVII sec.) |
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Immacolata (Gennaro Monte - 1682) |
Sotto il coro fu costruita una stanza che funzionava da cassa armonica: si può vedere da una lastra traforata del pavimento.
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lastra del pavimento dalla quale s'intravede la sottostante stanza con funzione di cassa armonica |
Opera di un ignoto manierista è il
leggio intagliato (fine XVI secolo).
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leggio (XVI sec.) |
Nella parete di fondo dell'abside vi sono entro nicchie due statue: la
Vita Attiva di Pietro Bernini e la
Vita Contemplativa di Giovan Battista Caccini.
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Vita Attiva (Pietro Bernini) |
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Vita Contemplativa (Giovan Battista Caccini) |
Nella volta il Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari hanno dipinto
Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento con
Evangelisti,
Dottori della Chiesa,
Profeti e
Santi Certosini (1591/1596).
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volta dell'abside (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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volta dell'abside (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento/ Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
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particolare della volta dell'abside con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento / Evangelisti / Dottori della Chiesa / Profeti / Santi Certosini (Cavalier d'Arpino e Bernardino Cesari) |
La lunetta con la
Crocifissione è opera di Giovanni Lanfranco.
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Crocifissione (Giovanni Lanfranco) |
Sulle pareti sono posti alcuni dipinti: la
Lavanda dei piedi del Battistello Caracciolo (1682), la
Comunione degli Apostoli di Jusepe de Ribera (1651), l'
Adorazione dei Pastori di Guido Reni (1641), l'
Ultima Cena della scuola di Paolo Veronese (fine XVI secolo), e
Preparativi per l'Ultima Cena di Massimo Stanzione (1639).
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Lavanda dei piedi (Battistello Caracciolo - 1682) |
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Comunione degli Apostoli (Jusepe de Ribera - 1651) |
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Adorazione dei Pastori (Guido Reni - 1641) |
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Ultima Cena (scuola di Paolo Veronese - fine XVI sec.) |
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Preparativi per l'Ultima Cena (Massimo Stanzione - 1639) |
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La visita prosegue nel
Chiostro Piccolo detto anche
Chiostro dei Procuratori.
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Chiostro dei Procuratori |
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Chiostro dei Procuratori |
Il chiostro fu realizzato da Giovanni Antonio Dosio alla fine del '500 dove prima vi era un orto.
Il pavimento del chiostro in cotto e maioliche è stato realizzato da Giuseppe Massa.
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Chiostro dei Procuratori (visto dall'alto del Castel Sant'Elmo) |
I portici e le logge sono stati costruiti con piperno e marmi.
Alle pareti dei portici sono appesi stemmi, iscrizioni e rilievi provenienti dagli antichi rioni della città.
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stemmi dei rioni di Napoli |
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stemmi dei rioni di Napoli |
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stemmi dei rioni di Napoli |
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stemmi dei rioni di Napoli |
Al centro del chiostro si trova un
pozzo seicentesco in piperno decorato con mascheroni e due colonnine doriche che sorreggono un architrave, opera di Felice de Felice.
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pozzo del Chiostro dei Procuratori (Felice de Felice - XVII sec.) |
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Dal
Chiostro dei Procuratori parte il cosiddetto
Corridoio del Fanzago, un corridoio a L che collega il chiostro appena visitato con il
Chiostro Grande, passando davanti agli ingressi del
Refettorio e delle
Cucine, e nel secondo tratto arriva sino al
Quarto del Priore.
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ingresso al Corridoio del Fanzago dal Chiostro dei Procuratori |
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Corridoio del Fanzago |
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Corridoio del Fanzago: uscita verso il Chiostro Grande |
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Corridoio del Fanzago: l'ingresso al Refettorio (a destra) e l'ingresso alle Cucine (a sinistra) |
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tratto del Corridoio del Fanzago che conduce al Quarto del Priore |
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pavimento in cotto, marmo e piperno del Corridoio del Fanzago |
Percorrendo il corridoio sulla sinistra s'incontra l'ingresso al
Refettorio (che si può guardare solo dalla soglia).
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ingresso al Refettorio |
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Refettorio |
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Refettorio |
Accanto all'ingresso si vedono degli archetti in stile catalano originari del Trecento, usati probabilmente come passavivande.
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resti delle strutture gotiche nella parete del Refettorio sul Corridoio del Fanzago |
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resti delle strutture gotiche nella parete del Refettorio sul Corridoio del Fanzago |
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resti delle strutture gotiche nella parete del Refettorio sul Corridoio del Fanzago |
In questo ambiente realizzato nel 1724 da Nicola Tagliacozzi Canale i monaci si riunivano durante le feste religiose più importanti.
L'arredo e il pavimento in cotto e maioliche risalgono al XVIII secolo.
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sedute lignee del Refettorio |
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pulpito del Refettorio |
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pavimento in cotto e maioliche del Refettorio |
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pavimento in cotto e maioliche del Refettorio |
Sulla parete di fondo si trova la tela con la raffigurazione delle
Nozze di Cana, opera di Nicola Malinconico (1724).
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Nozze di Cana (Nicola Malinconico - 1724) |
Dal
Refettorio si poteva accedere al
Chiostrino (purtroppo non accessibile nella visita) realizzato nella seconda metà del '500.
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Chiostrino |
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Di fronte all'ingresso del
Refettorio si trova l'ingresso alle
Cucine.
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resti delle strutture delle Cucine |
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vano cilindrico con scala a chiocciola delle ex Cucine |
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scala a chiocciola delle Cucine |
Le
Cucine erano costituite da ambienti intercomunicanti dove si trovavano piani di cottura con grandi cappe, forni, dispense con soppalchi in legno, spazi di servizio all'aperto e al coperto.
Oggi nelle ex
Cucine è allestita la
Sezione Presepiale del
Museo della Certosa di S.Martino, al quale dedicherò un post a parte.
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Al termine del corridoio si giunge al
Chiostro Grande, splendido esempio dell'arte napoletana seicentesca.
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Chiostro Grande (visto da Castel Sant'Elmo) |
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Chiostro Grande |
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Chiostro Grande |
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Chiostro Grande |
Il chiostro trecentesco fu riedificato alla fine del Cinquecento da Giovanni Antonio Dosio, che morirà prima di poter vedere realizzato il suo progetto.
La costruzione del chiostro sarà continuata da Giovanni Giacomo Conforto e portata poi al termine da Cosimo Fanzago.
Il chiostro in marmo bianco e piperno presenta 15 arcate su ognuno dei quattro lati, e sono 64 le colonne in stile dorico-toscano su cui poggiano (negli angoli del chiostro vi sono quattro colonne binate).
Sulle colonne sono poste mezze lesene.
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arcate del Chiostro Grande |
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arcate del Chiostro Grande |
Il pavimento a disegni geometrici dei corridoi, opera di Cosimo Fanzago, è in marmo bianco e nero.
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pavimento dei corridoi del Chiostro Grande |
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pavinemto dei corridoi del Chiostro Grande |
Sul chiostro affacciavano le
celle dei monaci.
La piccola apertura accanto alle porte serviva per passare i pasti ai monaci.
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celle dei monaci lungo i corridoi del Chiostro Grande |
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ingresso e finestrella passavivande di una cella dei monaci lungo un corridoio del Chiostro Grande |
Le porte angolari del chiostro sono decorate con festoni di fiori e di frutta.
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porte angolari del chiostro |
Nelle sovrapporte Fanzago inserì i busti scolpiti di sette Santi:
Sant'Ugo,
S.Bruno, il
cardinale Nicolò Albergati,
S.Gennaro,
S.Altelmo, il
beato Landuino e
S.Martino.
I busti di
S.Martino e di
S.Gennaro vennero realizzati da Antonio Vaccaro, mentre gli altri sono opera dello stesso Fanzago.
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S.Ugo e il cardinale Nicolò Albergati (Cosimo Fanzago) |
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Beato Landuino (Cosimo Fanzago) e S.Martino (Antonio Vaccaro) |
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S.Antelmo e S.Bruno (Cosimo Fanzago) |
Il piano superiore è delimitato da una balaustra ornata da coppe di marmo bianco e da sfere di marmo di Carrara.
Su basamenti in bardiglio poggiano inoltre otto statue in marmo: la
Vergine col Bambino,
Cristo Risorto,
S.Pietro,
S.Paolo,
S.Giovanni Battista,
S.Martino,
S.Bruno e
S.Lucia.
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S.Bruno (Cosimo Fanzago) |
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Vergine col Bambino (attr.Pietro Bernini e Cosimo Fanzago) |
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S.Pietro (Cosimo Fanzago) |
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S.Paolo (Giovan Battista Caccini e Cosimo Fanzago) |
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S.Giovanni Battista (Giovan Battista Caccini e Cosimo Fanzago) |
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S.Martino (Cosimo Fanzago) |
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Cristo Risorto (Michelangelo Naccherini e Cosimo Fanzago) |
Fanzago rifinì e completò alcune di esse: il S.Giovanni Battista e il S.Paolo di Giovan Battista Caccini, il Cristo Risorto di Michelangelo Naccherino e la Vergine col Bambino attribuita a Pietro Bernini.
Una statua di I secolo a.C. invece fu restaurata e trasformata dal Fanzago in S.Lucia.
Felice de Felice ha realizzato su disegno di Giovan Antonio Dosio il
pozzo ottagonale posto al centro del chiostro, posto sopra la grande cisterna che assicurava l'acqua necessaria a tutto il complesso monastico.
Il pozzo è decorato con figure simboliche e mascheroni.
Le colonne doriche sorreggono un fastigio con tre piccoli obelischi in breccia rosa del Gargano.
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pozzo del Chiostro Grande |
All'interno del giardino vi sono alcuni alberi e piante tra le quali alcuni esemplari di camelie giapponesi del '700 (simbolo di Resurrezione).
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giardino del Chiostro Grande |
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giardino del Chiostro Grande |
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giardino del Chiostro Grande |
All'interno del chiostro si trova anche un piccolo
cimitero dei Certosini, racchiuso da una balaustra sulla quale poggiano alcuni teschi e ossa in marmo.
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Cimitero dei Certosini |
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Cimitero dei Certosini |
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teschi che decorano la balaustra di recinzione del Cimitero dei Certosini |
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teschio che decora la balaustra di recinzione del Cimitero dei Certosini |
All'interno del cimitero si trova una
croce angioina dedicata al priore don Pedro de Villa Mayna (morto nel 1363).
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colonna tortile con croce angioina del Cimitero dei Certosini |
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colonna tortile con croce angioina del Cimitero dei Certosini |
Nel
Chiostro Grande sono presenti sulle pareti un
orologio meccanico a ore italiche (posto sotto al campanile a vela) e un
orologio verticale solare scandiva la data (linee rosse) e le ore (linee blu) dei monaci.
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orologio a ore italiche |
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orologio verticale |
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Tramite una breve scala dal
Chiostro Grande si può accedere agli ambienti, posti uno di seguito all'altro, e in comunicazione con la chiesa:
Parlatorio,
Passaggetto, Sala Capitolare, Abside della Chiesa, Sacrestia, Passaggetto e
Cappella del Tesoro Nuovo.
Il primo ambiente è il
Parlatorio, dove i monaci vivevano i loro momenti comunitari: ricevevano le visite di coloro che vivevano fuori dalla certosa.
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ingresso al Parlatorio |
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Parlatorio |
L'ambiente è stato affrescato nel 1596 da Avanzino Nucci.
Nella volta l'artista ha dipinto la
Discesa dello Spirito Santo.
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Discesa dello Spirito Santo (Avanzino Nucci - 1596) |
Sulle parti superiori delle pareti due episodi della
Pesca Miracolosa, la
Resurrezione e l'
Incredulità di S.Tommaso, affiancati da
Profeti.
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Pesca Miracolosa / Profeti (Avanzino Nucci - 1596) |
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Pesca Miracolosa / Profeti (Avanzino Nucci - 1596) |
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Incredulità di S.Tommaso/ Profeti (Avanzino Nucci - 1596) |
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Resurrezione/ Profeti (Avanzino Nucci - 1596) |
Nelle parti inferiori delle pareti vi sono raffigurate le
Storie della Vita di S.Bruno: la
Richiesta del Santo a Sant'Ugo vescovo di Grenoble di concedergli un romitaggio, l'
Apparizione del San Romualdo a Ruggero il Normanno,
Ruggero il Normanno ringrazia il Santo nelle campagne di Squilace, e
S.Bruno inginocchiato davanti a Urbano II.
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Richiesta del Santo a Sant'Ugo vescovo di Grenoble di concedergli un romitaggio (Avanzino Nucci - 1596) |
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Apparizione del Santo a Ruggero il Normanno (Avanzino Nucci - 1596) |
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Ruggero il Normanno ringrazia il Santo nelle campagne di Sqilace / negli angoli: Santi priori dell'Ordine Certosino (Avanzino Nucci - 1596) |
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S.Bruno inginocchiato davanti a Urbano II (Avanzino Nucci - 1596) |
Negli angoli della sala sono stati raffigurati
Santi priori dell'Ordine Certosino.
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Segue il
Passaggetto posto tra il
Parlatorio e la
Sala Capitolare.
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Passaggetto |
La volta è stata affrescata da Bernardino Cesari (fratello del Cavalier d'Arpino) con
Storie dell'infanzia di Gesù e
Virtù (1593).
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volta del Passaggetto: Storie dell'infanzia di Gesù / Virtù (Bernardino Cesari - 1593) |
Sulle pareti vi sono alcuni dipinti: la
Flagellazione di Cristo (Bernardino Cesari),
Predica di S.Giovanni Battista nel deserto (Massimo Stanzione),
Visitazione (Flaminio Torelli),
Presentazione al Tempio (Flaminio Torelli).
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in alto: Flagellazione di Cristo (Bernardino Cesari) / in basso: Predica di S.Giovanni Battista nel deserto (Massimo Stanzione) |
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Visitazione (Flaminio Torelli - 1588) |
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Presentazione al Tempio (Flaminio Torelli - 1588) |
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Segue la
Sala Capitolare decorata con opere settecentesche.
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Sala Capitolare |
Sul soffitto Belisario Corenzio ha dipinto temi evangelici tra i quali la
Cacciata dei profanatori del Tempio e il
Figliol prodigo.
Corenzio ha anche dipinto
Virtù e
Santi certosini.
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soffitto della Sala Capitolare |
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particolare del soffitto Sala Capitolare: Cacciata dei Profanatori dal Tempio (Belisario Corenzio - 1624) |
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particolare del soffitto Sala Capitolare: Figliol prodigo (Belisario Corenzio - 1624) |
Nel lunettone Belisario Corenzio ha dipinto
Cristo e l'adultera.
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Cristo e l'adultera (Belisario Corenzio - 1624) |
Nelle 10 piccole lunette Paolo Finoglio ha raffigurato
Santi fondatori (o ispiratori) di Ordini religiosi (1620/1626):
S.Benedetto (Benedettini),
S.Bruno (Certosini),
S.Bernardo (Cistercensi),
S.Francesco d'Assisi (Francescani),
S.Francesco di Paola (Frati minori),
Sant'Agostino (Agostiniani),
S.Domenico (Domenicani),
S.Romualdo (Camaldolesi),
Profeta Elia (Carmelitani),
S.Basilio (Basiliani).
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lunette: Santi fondatori di Ordini religiosi (Paolo Finoglio - 1620/1626) / volta: Virtù e Santi certosini (Belisario Corenzio (1624) |
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lunette: Santi fondatori di Ordini religiosi (Paolo Finoglio - 1620/1626) / volta: Virtù e Santi certosini (Belisario Corenzio (1624) |
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lunette: Santi fondatori di Ordini religiosi (Paolo Finoglio - 1620/1626) / volta: Virtù e Santi certosini (Belisario Corenzio (1624) |
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lunette: Santi fondatori di Ordini religiosi (Paolo Finoglio - 1620/1626) /volta: Virtù e Santi certosini (Belisario Corenzio (1624) |
Le opere alle pareti sono: l'
Apparizione della Madonna che dà la regola a S.Bruno (Simon Vouet),
Circoncisione (Paolo Finoglio),
Adorazione dei Magi (Battistello Caracciolo),
Adorazione dei Pastori (Massimo Stanzione).
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Circoncisione (Paolo Finoglio - 1626) |
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Apparizione della Madonna che dà la regola a S.Bruno (Simon Vouet - 1625) |
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Adorazione dei Pastori (Massimo Stanzione - 1626) |
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Adorazione dei Magi (Battistello Caracciolo - 1626) |
Ai lati dell'arco Battistello Caracciolo ha dipinto
S.Giovanni Battista e
S.Martino vescovo.
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S.Martino vescovo (Battistello Caracciolo) |
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S.Giovanni Battista (Battistello Caracciolo) |
Sull'ingresso verso l'abside Francesco de Mura ha raffigurato
Gesù tra i Dottori.
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Gesù tra i Dottori (Francesco de Mura - 1739) |
Il
coro ligneo fu realizzato da Orazio De Orio con intagli di Carlo Bruschetta nel 1627.
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stalli del coro (Orazio De Orio / Carlo Bruschetta - 1627) |
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particolare degli stalli del coro (Orazio De Orio / Carlo Bruschetta - 1627) |
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particolare degli stalli del coro (Orazio De Orio / Carlo Bruschetta - 1627) |
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Da una porta della
Sala Capitolare si può accedere al
Coro dei Conversi.
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Coro dei Conversi |
I conversi erano i fratelli che non celebravano Messa, ma si occupavano dei servizi della certosa.
Il dipinto sull'altare che raffigura
S.Michele Arcangelo è opera di Fracanzano (1635).
Sulle pareti vi sono addossati 26
stalli con pannelli in legni intarsiati, opera di Giovan Francesco d'Arezzo (1520).
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stalli lignei intarsiati (Giovan Francesco d'Arezzo - 1520) |
Sono raffigurati
S.Ugo,
S.Giovanni Battista,
S.Bruno,
S.Girolamo,
nature morte e
prospettive.
Questi stalli erano stati eseguiti per il
Coro dei Padri, e furono qui trasferiti nel Seicento.
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particolare degli stalli (Giovan Francesco d'Arezzo - 1520) |
Sulle pareti Micco Spadaro ha affrescato in alto
Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento e in basso nove finti arazzi gonfiati dal vento con
Storie dei Certosini.
Nella volta l'artista ha dipinto
Paesaggi.
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volta del Coro dei Conversi (Micco Spadaro - 1638/1642): Paesaggi |
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in alto: Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento / in basso: Storie dei Certosini (Micco Spadaro - 1638/1642) |
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Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento (Micco Spadaro - 1638/1642) |
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Annunciazione (Micco Spadaro - 1638/1642) |
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Episodi del Vecchio e del Nuovo Testamento (Micco Spadaro - 1638/1642) |
Nel 1631 Cosimo Fanzago ha realizzato il
lavamano in marmo e bardiglio e i
medaglioni monocromi a finto stucco presenti in questa sala.
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lavamano (Cosimo Fanzago - 1631) |
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Continuando la visita, dalla
Sala Capitolare si accede all'abside della chiesa (già descritta in precedenza), e da qui si entra in
Sagrestia.
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Sagrestia |
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Sagrestia |
Le pareti, al di sotto delle finestre, sono occupate da
armadi con intarsi in legno tridimensionali, con raffigurazioni delle
Storie della Sacra Scrittura e
Storie dell'Apocalisse nel registro superiore e con
prospettive architettoniche nel registro inferiore.
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armadi lignei intarsiati (Enrico di Utrecht, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante e Teodoro de Vogel - 1598) |
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armadi lignei intarsiati (Enrico di Utrecht, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante e Teodoro de Vogel - 1598) |
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armadi lignei intarsiati (Enrico di Utrecht, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante e Teodoro de Vogel - 1598) |
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armadi lignei intarsiati (Enrico di Utrecht, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante e Teodoro de Vogel - 1598) |
Quest'opera d'ebanisteria è stata realizzata nel 1598 da Enrico di Utrecht, Lorenzo Ducha, Teodoro de Vogel (intarsiatori), Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante (intagliatori).
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particolare degli armadi lignei: Prospettiva architettonica (Enrico di Utrecht, Lorenzo Ducha, Teodoro de Vogel, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante - 1598) |
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particolare degli armadi lignei: Prospettiva architettonica (Enrico di Utrecht, Lorenzo Ducha, Teodoro de Vogel, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante - 1598) |
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particolare degli armadi lignei: Prospettiva architettonica (Enrico di Utrecht, Lorenzo Ducha, Teodoro de Vogel, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante - 1598) |
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particolare degli armadi lignei: Storie delle Sacre Scritture e Storie dell'Apocalisse (Enrico di Utrecht, Lorenzo Ducha, Teodoro de Vogel, Nunzio Ferrero, Giovanni Battista Vigilante - 1598) |
Tra i finestroni posti nelle parti superiori delle pareti vi sono alcune tele realizzate nel 1594 da Lazzaro Tavarone che ha raffigurato
Sibille,
Profeti nelle lunette e
Storie della Passione nelle tele.
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in alto: Sibilla / in basso: Storie della Passione (Lazzaro Tavarone - 1594) |
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in alto: Sibilla / in basso: Storie della Passione (Lazzaro Tavarone - 1594) |
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in alto: Sibilla / in basso: Storie della Passione (Lazzaro Tavarone - 1594) |
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in alto: Profeta / in basso: Storie della Passione (Lazzaro Tavarone - 1594) |
Le due pareti frontali sono state decorate da tele: da un lato in alto con una
Crocifissione, opera del Cavalier d'Arpino, affiancata da
colonnati in prospettiva di Viviano Codazzi, e in basso da una
Negazione di S.Pietro di autore ignoto, mentre dall'altra sull'arcone con un
Ecce Homo di Massimo Stanzione e Viviano Codazzi.
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in alto: Crocifissione (Cavalier d'Arpino - 1592/1593) / in basso: Negazione di S.Pietro (autore ignoto caravaggesco) / colonnati in prospettiva (Viviano Codazzi) |
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Ecce Homo (Massimo Stanzione e Viviano Codazzi - 1644) |
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particolare dell'Ecce Homo (Massimo Stanzione e Viviano Codazzi - 1644) |
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particolare dell'Ecce Homo (Massimo Stanzione e Viviano Codazzi - 1644) |
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particolare dell'Ecce Homo (Massimo Stanzione e Viviano Codazzi - 1644) |
Il Cavalier d'Arpino ha affrescato il soffitto della
Sagrestia con
Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento, Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture.
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volta della Sagrestia |
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volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
|
particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
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particolare della volta della Sagrestia: Storie della Passione di Cristo, Virtù, Putti
con i simboli della Passione di Cristo, Storie del Vecchio Testamento,
Allegorie delle Virtù e Personaggi delle sacre Scritture (Cavalier d'Arpino - 1596/1597) |
_____
Dalla
Sagrestia si accede ad un
Passetto, la cui volta fu affrescata da Massimo Stanzione con piccoli riquadri con
Storie dell'Antico Testamento, Evangelisti e
Storie di Cristo.
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volta del Passetto: Storie dell'Antico Testamento, Evangelisti e Storie di Cristo (Massimo Stanzione - 1644)
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Sulle pareti gli
Angeli reggisimboli e le
Virtù sono opera di Paolo De Matteis.
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Angeli reggisimboli (Paolo De Matteis - XVII sec.) |
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Virtù (Paolo De Matteis - XVII sec.) |
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Virtù (Paolo De Matteis - XVII sec.) |
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Virtù (Paolo De Matteis - XVII sec.) |
Sulle pareti vi sono i dipinti di Luca Giordano
Vocazione di Pietro e Andrea e
Vocazione di Matteo, e di Andrea Malinconico l'
Uscita del popolo ebreo dall'Egitto.
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Vocazione di Pietro e Andrea (Luca Giordano - 1653/1660) |
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Vocazione di Matteo (Luca Giordano - 1653/1660) |
Il
lavabo del XVII secolo, posto in un piccolo vano, è di manifattura napoletana.
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vano del Passetto con lavabo (Manifattura napoletana - XVII sec.) |
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lavabo (Manifattura napoletana - XVII sec.) |
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L'ultimo di questa infilata di ambienti è la
Cappella del Tesoro Nuovo.
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Cappella del Tesoro Nuovo |
La cappella presenta un bel
pavimento in marmi intarsiati.
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pavimento della Cappella del Tesoro |
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pavimento della Cappella del Tesoro |
Sulla volta Luca Giordano ha affrescato il
Trionfo di Giuditta (1703/1704).
Ai quattro angoli dell'affresco vi sono raffigurate quattro eroine del
Vecchio Testamento:
Termutide,
Debora,
Seila e
Giaele.
Nei sottarchi l'artista ha rappresentato
Puttini e
Figure Allegoriche.
L'artista aveva quasi settant'anni e questa fu l'ultima sua opera.
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volta della Cappella del Tesoro: Trionfo di Giuditta (Luca Giordano - 1703/1704) |
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volta della Cappella del Tesoro: Trionfo di Giuditta (Luca Giordano - 1703/1704) |
Sull'ingresso ha affrescato il
Sacrificio di Aronne.
Sulla calottina absidale
Mosè e il serpente di bronzo.
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calottina absidale della Cappella del Tesoro: Mosè e il serpente di bronzo (Luca Giordano - 1703/1704) |
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sopra l'ingresso della Cappella del Tesoro: Sacrificio di Aronne (Luca Giordano - 1703/1704) |
Sulla parete sinistra vi è
Abramo e Isacco salgono il Monte e la
Fornace di Nabucodonosor.
Sulla parete destra ha raffigurato l'
Acqua scaturisce dalla rupe e la
Raccolta della Manna.
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parete destra della Cappella del Tesoro: Raccolta della Manna / L'Acqua scaturisce dalla montagna (Luca Giordano - 1703/1704) |
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parete sinistra della Cappella del Tesoro: Abramo e Isacco salgono il Monte / Fornace di Nabucodonosor (Luca Giordano - 1703/1704) |
Il settecentesco
altarino di ametista, lapislazzuli e corniola, opera di Giovanni Selino, è sormontato dalla pala della
Pietà di Jusepe de Ribera (1637).
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altare della Cappella del Tesoro (Giovanni Selino - 1610) |
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Pietà (Jusepe de Ribera - 1637) |
La cappella è arredata con
mobili lignei intagliati realizzati da Gennaro Monte (1691).
Negli armadi si trovano vuoti
reliquiari in rame dorato ed ebano, opera di Biagio Monte (1691).
Tutto il tesoro costituito da statue, candelabri, oggetti liturgici, ostensori e reliquiari (400 quintali d'argento, oro e pietre dure!), furono nel 1794 requisiti e fatti fondere per volere di re Ferdinando IV, bisognoso di fondi per fronteggiare i nemici francesi alle porte della città.
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armadi lignei (Gennaro Monte - 1691) |
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armadi lignei (Gennaro Monte - 1691) |
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reliquiari negli armadi della Cappella del Tesoro |
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A questo punto della visita si torna sui propri passi sino al Chiostro dei Procuratori per accedere, attraverso l'Androne delle Carrozze al Quarto del Priore, dove sono raccolte le opere superstiti della famosa Quadreria della Certosa di S.Martino e alle opere scultoree qui esposte, alla Sezione navale del museo, alla Spezieria/Farmacia e ai Giardini della Certosa.
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Androne delle Carrozze |
Il
Quarto del Priore e le sue opere lo descriverò nel post dedicato al
Museo della Certosa di S.Martino, insieme alle
Sezione navale e, come già detto, alla
Sezione presepiale.
Nella
Spezieria/Farmacia della certosa, creata nel 1699, venivano realizzate le medicine dei monaci non rivolte solo alle esigenze della comunità monacale, ma anche agli estranei.
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Farmacia/Spezieria adibita oggi a sala del restauro |
Quando abbiamo visitato la
Certosa di S.Martino quest'ambiente rettangolare era occupato dalle opere d'arte del complesso monastico da restaurare, e quindi non visitabile.
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opere in restauro |
Sulla volta della
Farmacia si trova un affresco dove Paolo De Matteis ha raffigurato
S.Bruno che intercede presso la Vergine per l'umanità inferma (1699).
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S.Bruno che intercede presso la Vergine perl'umanità inferma (Paolo De Matteis - 1699) |
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Attraversato l'
Androne delle Carrozze si può uscire all'aperto per poter ammirare il panorama verso il Golfo di Napoli e molti dei monumenti cittadini, e per poter passeggiare nei
Giardini della Certosa (7 ettari di superficie).
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Terrazza dei Giardini pensili della Certosa di S.Martino |
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panorama dalla terrazza dei Giardini pensili della Certosa di S.Martino: il Vesuvio, il Porto e Castel Nuovo |
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panorama dalla terrazza dei Giardini pensili della Certosa di S.Martino: la cupola della Basilica di S.Francesco da Paola e la collina di Pizzofalcone |
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panorama dalla terrazza dei Giardini pensili della Certosa di S.Martino: il Porto, il Castel Nuovo e la Galleria Umberto I |
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panorama dalla terrazza dei Giardini pensili della Certosa di S.Martino: Mergellina e Capri |
I giardini sono divisi in tre livelli: in quello alto si trovava l'antico
Erbario della farmacia dei monaci certosini, in quello intermedio
il Giardino o Orto pensile del Priore, e in quello inferiore le
vigne dei monaci.
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Giardini della Certosa di S.Martino |
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Giardini della Certosa di S.Martino |
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Giardini della Certosa di S.Martino |
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Giardini della Certosa di S.Martino |
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Giardini della Certosa di S.Martino |
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pergolato nel Giardino del Priore |
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pergolato nel Giardino del Priore |
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Giardino del Priore |
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pergolato dei giardini con panorama sulla città |
Infatti oltre alle medicine e al pane migliore della città, i monaci producevano anche il vino.
La
scala a calicò che dal
Quarto del Priore scende sino al
Giardino pensile del Priore, fu realizzata da Cosimo Fanzago.
E' formata da una doppia rampa che si ricongiunge e nuovamente si separa formando giochi di spirali.
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scala a calicò (Cosimo Fanzago) |
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scala a calicò (Cosimo Fanzago) |
Ma la visita non si conclude qui...le aree della certosa propriamente museali da noi visitate sono descritte nel post "Napoli: Museo Nazionale di S.Martino".
http://www.polomusealecampania.beniculturali.it/index.php/certosa-e-museo
Orari: giovedì/martedì 8.30/19.30 (mercoledì CHIUSO)
domenica e i giorni festivi chiusura alle 17.00
ATTENZIONE Ci sono alcune sezioni visitabili solo con apertura programmata
Costo: 6€
Visitare la
Certosa di S.Martino e le varie sezioni del museo allestito al suo interno non è molto facile.
Infatti solo alcune parti sono sempre aperte:
la
Chiesa senza accesso alla navata ed ambienti annessi (coro, parlatorio, capitolo e sacrestia), i
Chiostri, i
Giardini (i giardini chiudono un’ora prima del tramonto), la
Sezione Presepiale, il
Quarto del Priore (fino alla loggia), l'
Androne delle Carrozze, la
Spezieria e la
Sezione Navale (fino alle ore 14.00)
mentre
alcune sezioni sono visitabili solo con apertura programmata:
Ore 10:30: Itinerario certosino
Museo dell'Opera della Certosa e
prolungamento del Quarto del Priore
Ore 11:30:
Sezione teatrale
Ore 12:30: Itinerario storico
Immagini e memorie della Città e del Regno
Ore 15:30: Itinerario vedute della città
Ottocento napoletano e Collezione Alisio
Ore 16:30: Itinerario storico
Immagini e memorie della Città e del Regno
CONCLUSIONI
La
Certosa di S.Martino è uno scrigno di opere d'arte.
Anche se per questioni di tempo non siamo riusciti a vedere con una sola visita tutto ciò che questa certosa offre, credo che sia importante dal punto di vista culturale e artistico avere la possibilità di conoscere questo sito di Napoli.
Forse per poterlo visitare interamente meriterebbe un'intera giornata, ma Napoli offre moltissimi luoghi interessanti e bisogna purtroppo, non vivendo in questa città, distribuire il tempo a disposizione.
La posizione in cui è posta la certosa inoltre offre la possibilità di ammirare panorami spettacolari sulla città partenopea e sul golfo su cui s'affaccia.
2 commenti:
Complimenti per il contributo. Avere la possibilità di leggere gli elementi descrittivi e con anche un supporto fotografico è fondamentale. Sono un utente wikipedia che sta riformulando il catalogo della pittura napoletana del 600, ed i tuoi blog sono molto utili per capire ciò che si racconta. Ancora grazie e complimenti per ciò che offri.
Grazie Emanuele per il tuo commento, è sempre piacevole avere riscontri positivi sul proprio operato...e tu hai centrato il mio intento: con la pubblicazione di molte fotografie, cerco di dare un aiuto alla comprensione del contenuto dei miei post.
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