Napoli, città con il maggior numero di edifici sacri al mondo (si contano quasi 500 chiese barocche), per la sua sacralità è una città da visitare anche nelle sue viscere.
Sotto la collina di
Capodimonte, nel
Rione Sanità, un tempo area posta al di fuori delle mura cittadine, si trovano ben nove antiche aree di sepoltura.
Tra queste le Catacombe di S.Gennaro, riaperte al pubblico nel 2006.
Sono l'area archeologica più conosciuta ed importante della zona, e sono anche le catacombe più grandi dell'Italia meridionale.
L'ingresso delle
Catacombe di S.Gennaro si trova accanto alla
Basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio.
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Basilica dell'Incoronata del Buon Consiglio |
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ingresso alla biglietteria delle Catacombe di S.Gennaro |
Per accedere al sito si percorre in discesa una scala posta nei nei giardini della chiesa.
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ingresso dalla Catacomba Superiore delle Catacombe di S.Gennaro |
Le
Catacombe di San Gennaro sono disposte su due
livelli non sovrapposti: la
Catacomba Inferiore e la
Catacomba Superiore.
Sono caratterizzate da ambienti molto ampi, rispetto a quelli delle catacombe di Roma.
Questo è stato possibile perché scavate nel tufo napoletano, materiale facilmente lavorabile, ma nello stesso tempo resistente.
La
catacomba esplorata si estende per 5800mq e presenta 3.000 sepolture (più di 2000 loculi e più di 500 arcosoli).
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cubicula e loculi lungo i corridoi della catacomba |
Il nucleo più antico antico delle
catacombe risale al II
secolo e si trova nelle cosiddette
Catacombe Inferiori.
Era forse questo il sepolcro di una famiglia gentilizia romana che successivamente donò questi spazi alla comunità cristiana.
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Catacomba Superiore |
Ma il percorso di visita ha inizio scendendo nella
Catacomba Superiore, dove si è subito immersi in questa antica città dei morti: gallerie,
cubicula con arcosoli per le persone più facoltose, loculi a parete negli ambulacri più periferici o scavati nel suolo (le
formae, le sepolture più umili).
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una forma |
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cubiculum con arcosoli e formae |
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formae, loculi e arcosoli |
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arcosolio dipinto con figura maschile e tralci d'uva |
Un'architettura scavata, non costruita, decorata con affreschi e mosaici.
La
Catacomba Superiore è costituita da un sepolcreto del III secolo che conserva pitture delle preesistenze pagane (II secolo), le prime pitture cristiane dell'Italia meridionale di III secolo in stile pompeiano ("
Vestibolo Superiore"), e pitture dell'epoca bizantina (IX secolo).
Tra i
cubicula più interessanti per le decorazioni è quello della
Famiglia di Theotecnus.
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arcosolio con la Famiglia di Theotecnus (VI sec.) |
In un affresco del VI secolo che decora un arcosolio sono raffigurati i tre membri di questa facoltosa famiglia: al centro la figlia
Nonnosa, la prima ad essere morta a soli due anni e 10 mesi, a destra il padre
Theotecnus morto a 65 anni, a sinistra la madre
Ilaritas morta a 45, che indossa abiti scuri da vedova perché scomparsa per ultima.
La particolarità di questo affresco è di essere composto da tre strati sovrapposti: alla morte di ogni componente della famiglia, l'affresco veniva ridipinto.
Inoltre la ricchezza delle vesti e i gioielli con i quali sono raffigurati i personaggi, suggeriscono che questa fosse una famiglia agiata.
Il fondo di questo cubicolo è stato sfondato per far posto all'arcosolio dove è raffigurato il defunto
Proculus, che come i membri della
famiglia di Theotecnus, ha lineamenti e color della pelle nordafricani.
Sempre nella
Catacomba Superiore si trova
la più antica raffigurazione di S.Gennaro (V secolo), anche lui con la carnagione un po' scura, identificato con la scritta "Sancto Martyri Januario", dipinto in un arcosolio insieme ad una donna di nome
Cominia e a sua figlia
Nicaziola.
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Ritratto di S.Gennaro tra Cominia e Nicaziola (V sec.) |
Interessanti anche gli arcosoli del V/VI secolo nei quali vennero dipinte le possibili diaconesse
Bitalia orante, e
Cerula raffigurata con due Vangeli aperti (appannaggio solo dei vescovi), affiancata da
S.Paolo e
S.Pietro (ormai irriconoscibile).
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cubiculum con arcosolio di Cerula (V/VI sec.) |
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arcosolio di Cerula con S.Pietro (V/VI sec.) |
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arcosolio decorato con figura di S.Pietro nel cubiculum di Cerula (V/VI sec.) |
In un altro
cubiculum si trovano due arcosoli del VI secolo posti uno di fronte all'altro: in uno sono raffigurati
S.Pietro e S.Gennaro con una corona tra le mani, nell'altro
S.Paolo e il defunto Lorenzo.
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cubiculum con raffigurazioni di S.Gennaro e S.Pietro e di S.Paolo col defunto Lorenzo (VI sec.) |
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S.Gennaro e S.Pietro (VI sec.) |
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S.Paolo col defunto Lorenzo (VI sec.) |
Nella
Catacomba Superiore si trova anche la cosiddetta
Basilica dei Vescovi, realizzata agli inizi del VI secolo nell'area antistante la
Cripta dei Vescovi.
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Basilica dei Vescovi |
All'inizio la
Basilica dei Vescovi era solo una piccola aula di culto con l'altare situato in
corrispondenza del sottostante
Oratorio di San Gennaro.
Divenuta incapace di accogliere il crescente numero di
fedeli, la basilica venne ampliata nel corso del
VI secolo, fino a comprendere l'intero ambulacro centrale.
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ingresso alla Basilica adiecta |
Il nuovo spazio di culto a tre navate, lungo più di 50 m e
largo 12 m, chiamato
Basilica adiecta,
o
Basilica maior, era caratterizzato da una
triplice arcata al centro e da una "edicola della Croce", una nicchia
con una
Croce a svastica, simbolo del sole nascente, e dall'acronimo "IC XC" del nome di Cristo Cristo in greco e dalla parola greca "NIKA" a significare "
Gesù Cristo vince".
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Basilica adiecta |
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triplice arcata della Basilica adiecta |
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nicchia con Croce a svastica con le scriite "IC XC" e "NIKA" |
Questa basilica è decorata con dipinti che vanno dal IV al VI secolo.
Nella volta sono raffigurati in clipei i busti dei primi vescovi.
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soffitto affrescato della Basilica adiecta |
La
Cripta dei Vescovi, posta su lato occidentale della basilica, racchiudeva le sepolture di quattordici presuli partenopei del V e VI secolo.
In questo
cubiculum si trovano 10 loculi e 8 arcosoli, posti in due ordini sovrapposti.
Alcuni vescovi erano raffigurati in clipei
negli arcosoli, a mosaico o ad affresco.
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ingresso della Cripta dei Vescovi |
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Cripta dei Vescovi |
Tra gli altri erano qui sepolti
Quodvultdeus (nome che significava "Quello che Dio vuole") vescovo di Cartagine, cacciato dal re vandalo Genserico e giunto a Napoli dove morì (qui raffigurato con la carnagione scura e con un codice decorato da una croce e dai quattro simboli dei Viventi dell'Apocalisse),
Giovanni I il vescovo che traslò i resti di S.Gennaro nella catacomba (arcosolio di fondo del
cubiculum), e il vescovo
Giovanni II.
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Cripta dei Vescovi: arcosolio con l'immagine di Giovanni I |
Nel IX secolo il vescovo Giovanni IV traslò le spoglie dei vescovi qui sepolti nella basilica dentro le mura detta
Stefania, che si trasformerà poi nel
Duomo.
L'espansione della
Catacomba Superiore avvenne a cominciare del V secolo a seguito della traslazione delle reliquie di S.Gennaro in questa catacomba, che da lui poi prese il nome.
La catacomba infatti divenne un luogo di pellegrinaggio e un luogo ambito di sepoltura.
Da qui la necessità di scavare altre gallerie e
cubicula per dar modo di essere seppelliti più vicino possibile al Santo.
S.Gennaro, nato forse nel 272 e divenuto vescovo di Benevento, fu arrestato per la sua fede cristiana e decapitato a Pozzuoli nel 305.
La sua nutrice Eusebia raccolse il suo sangue in tre ampolle (che ancor oggi si liquefa tre volte l'anno), e insieme al cranio furono condotte a Napoli.
Il resto del corpo del Santo fu sepolto nell'Agro Marciano.
Nel V secolo il vescovi Giovanni I portò i resti del Santo a Napoli e li fece seppellire in questa catacomba.
Il principe longobardo Sicone I durante l'assedio che pose a Napoli nell'831, trafugò le spoglie di S.Gennaro e le portò a Benevento, dove rimasero fino al 1156.
Da qui passarono poi al santuario di Montevergine (Avellino) e poi dimenticate per due secoli.
Infine nel 1497, dopo essere state ritrovate casualmente sotto l'altare maggiore, furono riportate a Napoli e riunite alle altre sue reliquie poste nella Cappella del Succorpo del Duomo, grazie all'opera dell'arcivescovo Alessandro Carafa e del cardinale Oliviero.
S.Gennaro è divenuto patrono di Napoli nel 472, ed è stato invocato in occasioni di pestilenze
(come durante l'epidemia di peste del 1527) o durante un'eruzione del Vesuvio (1631).
La
tomba di S.Gennaro fu ritrovata durante gli scavi del 1969 in
cubiculum sotto la
Basilica dei Vescovi grazie allo studio di un'omelia dell'VIII secolo e da un brano del "
Chronicon Episcoporum Neapolitanorum", la più antica fonte della storia della chiesa di Napoli, scritta nel IX secolo.
La
tomba di S.Gennaro è stata scavata nel tufo e si trovava in un
cubiculum ad un livello inferiore rispetto alla basilica, il cui ingresso venne murato.
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Tomba di S.Gennaro |
La tomba era circondata da affreschi in triplice strato: lo strato del IX secolo raffigurava
S.Gennaro con i suoi compagni di passione
Eutichete, Proculo, Sosso, Festo e Desiderio (questi affreschi staccati sono esposti nella
Catacomba Inferiore), mentre nello strato del VI secolo
S.Gennaro è raffigurato tra il
Vesuvio e il
Monte Somma.
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S.Gennaro (IX sec.) |
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Sossio e Festo (IX sec.) |
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Desiderio e Acuzio (IX sec.) |
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Eutichete e Proculo (IX sec.) |
Il ciclo di pitture paleocristiane della volta a botte del cosiddetto
"
Vestibolo Superiore", l'ambiente che introduce nella
Catacomba Inferiore, rappresenta un passaggio tra il Paganesimo e il
Cristianesimo, una sorta di catechismo per cristianizzare i nuovi
arrivati.
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"Vestibolo Superiore" (con ponteggi per il restauro) |
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arcosoli e volta affrescati in stile pompeiano del "Vestibolo Superiore" |
Negli affreschi della volta sono raffigurati in stile pompeiano i
melograni e
Amorini, insieme ad
Adamo ed Eva, a
Davide e Golia, alle
Tre donne che lavano le pietre nel fiume per la costruzione della torre, ad un Cristo pantocratore...
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particolare della volta del "Vestibolo Superiore": quadrature e Amorini |
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particolare della volta del "Vestibolo Superiore": Adamo ed Eva |
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particolare della volta del "Vestibolo Superiore": Davide e Golia |
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particolare della volta del "Vestibolo Superiore": le Tre donne che lavano le pietre al fiume e costruiscono la torre |
CURIOSITÀ: quest'ultima è una rara raffigurazione tratta dalla
"Terza Visione del Pastore di Erma", scritto nel II secolo in greco.
Le tre donne impersonificano le Virtù della
Fede,
Speranza e
Carità e le pietre che vengono lavate al fiume sono i cristiani che con il battesimo costruiscono la
Chiesa dei credenti (nella raffigurazione allegorica rappresentata dalla torre).
Qui, nella cosiddetta "zona greca", in un arcosolio polisomo detto "siracusano", si trova scavata una
sepoltura infantile.
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arcosolio "siracusano" con sepoltura infantile |
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Si passa quindi nella cosiddetta
Catacomba Inferiore, scavata intorno alla
Basilica di Sant'Agrippino.
Questa "basilichetta" fu realizzata per contenere le spoglie del sesto vescovo di Napoli e primo patrono della città, Sant'Agrippino, portate in questa catacomba nel III secolo.
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Basilica di Sant'Agrippino |
Per realizzare la "
basilichetta", nella quale ancor oggi viene in certe occasioni celebrata la Messa, furono abbattute alcune stanze del sepolcreto di II secolo.
Questo antico luogo cultuale a navata unica presenta un'abside soprelevata con cattedra scavata nel tufo.
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abside della Basilica di Sant'Agrippino con resti della cattedra |
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Basilica di Sant'Agrippino |
L'altare, in parte scavato nel tufo e in parte costruito in mattoni, reca un foro dove erano poste le reliquie di S.Agrippino per poter essere viste e toccate dai fedeli.
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altare della Basilica di Sant'Agrippino |
Sulla parete meridionale un affresco altomedievale raffigura un un
vescovo e un
monaco orientale.
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Basilica di Sant'Agrippino: vescovo e monaco orientale |
Attorno alla
"
basilichetta", secondo una struttura a reticolato, si è sviluppata al
Catacomba Inferiore, che presenta soffitti alti anche più di 6 m.ed è divisa in tre grandi ambulacri.
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Galleria centrale della Catacomba Inferiore con resti di affresco sulla parete |
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Galleria centrale della Catacomba Inferiore |
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Galleria laterale della Catacomba Inferiore |
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cubicula della Catacomba Inferiore |
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fine dell'ambulacro minore |
L'ambulacro massimo era in origine ricoperto da affreschi (s'intravede oggi solo una figura che potrebbe essere
Mosè, Cristo o
S.Pietro) e medaglioni con tralci di vite.
Anche la volta del cosiddetto "
Vestibolo Inferiore" reca resti di affreschi.
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resti di affreschi nella volta del "Vestibolo Inferiore" |
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resti di affreschi nella volta del "Vestibolo Inferiore" |
Uno degli
interventi attuati nell'alto-medioevo è rappresentato dalla
realizzazione di due edicole di cui non se conosce la funzione.
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edicola della Catacomba Inferiore |
Una di queste edicole scavate nei piloni dell'ambulacro centrale è detta "
Edicola
delle Vergini" per l’affresco dell'XI secolo con le cinque Sante
(
Caterina, Agata, Eugenia, Giuliana e
Margherita) che ne decora le
pareti.
Nel catino absidale è poi raffigurato il
busto di Cristo.
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Edicola delle Vergini (VIII/IX sec.) |
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particolare dell'Edicola delle Vergini (VIII/IX sec.): Caterina, Agata, Eugenia, Giuliana e Margherita / busto di Cristo (catino)
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Nelle
Catacombe Inferiori si trova anche una
vasca battesimale voluta nel 762 dal vescovo Paolo II che si rifugiò in questa catacomba durante le lotte iconoclaste, e voleva realizzare in questo luogo il suo
Episcopio.
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fonte battesimale (VIII sec.) |
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fonte battesimale (VIII sec.) |
In origine la
vasca battesimale ad immersione era ricoperta di marmi.
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fonte battesimale (VIII sec.) |
Nel IX/X secolo nelle Catacombe di S.Gennaro vennero sepolti alcuni duchi napoletani, tra i quali Cesario Console di Napoli (nel 878), il duca vescovo Stefano e Stefano III.
Poi le spoglie dei Santi qui seppelliti furono portate al sicuro all'interno della città, e per la catacomba iniziò un periodo di decadenza e di abbandono (XIII/XIV secolo).
Riutilizzata nel 1600 come cimitero per i nobili, fu nuovamente abbandonata. Nel XVIII secolo le catacombe divennero un tappa dei viaggiatori del Gran Tour.
Durante la seconda guerra mondiale questo luogo sotterraneo fu trasformato in rifugio antiaereo.
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Catacombe di S.Gennaro viste dall'esterno |
La visita delle Catacombe di S.Gennaro ha termine nella Basilica di S.Gennaro Extra Moenia, la chiesa dall'architettura paleocristiana che è la più antica dedicata al santo patrono di Napoli.
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Basilica di S.Gennaro Extra Moenia |
La basilica costruita nel V/VI secolo ha subito nei secoli varie trasformazioni: fu ristrutturata in epoca aragonese e nel XVIII secolo assunse un aspetto barocco.
Durante il periodo fascista fu riportata alle sue forme essenziali.
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iscrizione che commemora i restauri dell'epoca fascista |
Fu utilizzata come ospedale per malati di peste e poi come ospizio dei poveri e infine come deposito dell'
Ospedale S.Gennaro dei Poveri, all'interno del quale la basilica si trova.
Il soffitto a capriate andò a sostituire nel 1892 la volta.
Oggi, dopo il suo recupero e la sua riapertura (2008), è adibita a eventi e mostre.
La basilica a tre navate presenta un'abside semicircolare paleocristiana, sostenuta da due colonne corinzie.
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abside con colonne corinzie |
Testimonianza dell'arte catalana sono gli archi modanati e i pilastri.
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arcate modanate in piperno |
http://www.catacombedinapoli.it/it/luoghi/catacombe-di-san-gennaro-napoli
Orari: lunedì/sabato 10.00/17.00
domenica 10.00/14.00
Costo: 9€
ATTENZIONE: il biglietto è valido 12 mesi per poter visitare anche le
Catacombe di S.Gaudioso.
CONCLUSIONI
Porta S.Gennaro, la porta più antica di Napoli, veniva attraversata dai pellegrini che, dopo aver percorso il cosiddetto "Miglio Sacro", arrivavano sulla
tomba di S.Gennaro.
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Porta S.Gennaro |
Ancor oggi, grazie alla cooperativa "La Paranza" che gestisce sia le
Catacombe di S.Gennaro che le
Catacombe di S.Gaudioso, si può ripercorrere quel "Miglio Sacro" attraversando il
Rione Sanità, che un tempo costituiva la cosiddetta "Valle dei Morti" posta fuori dalle mura cittadine.
Il percorso all'interno delle catacombe è un viaggio nella storia della città che qui s'intreccia con la storia del suo Santo protettore.
Un'esperienza interessante ed affascinante, che vivamente vi consiglio.
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