giovedì 1 dicembre 2022

Fes el-Jdid, la Medina Nuova di Fez

Se Fes el Badi è considerata la "Vecchia Medina" di Fez, Fes el-Jdid è considerata la "Nuova Medina" della città, in quanto realizzata più recentemente della prima.

Fes el-Jdid risale infatti al periodo merinide della città: fu fondata dal sultano Abu Yusuf Ya'qub nel 1276 come ampliamento di quella che divenne la capitale del Marocco fino all'insediamento del governo a Rabat da parte dei Francesi.

Il nuovo ampliamento della città, circondato da una doppia cinta muraria, divenne quindi la residenza della nuova dinastia e venne quindi qui costruito il Dar al-Makhzen, ovvero il Palazzo del Sultano, divenuto poi l'attuale Palazzo Reale (uno dei più grandi e più antichi del Marocco).

ingresso principale del Palazzo Reale (Dar al-Makhzen)

Il Dar el-Makhzen fu ingrandito e restaurato sotto la dinastia alaouita in stile moresco.

Oggi l'area occupata dal palazzo è di 80 ettari (pari a 100 campi di calcio) e comprende numerosi palazzi, piazze d'armi, un serraglio, una moschea, una koubba, una medersa (scuola coranica fondata dai merinidi nel 1320) e i Giardini di Lalla Mina.

ingresso secondario del Palazzo Reale

Come ogni Palazzo Reale in Marocco, questa residenza non è aperta al pubblico, ed è possibile ammirare e fotografare solo le sue sette porte d'ingresso. 

le 7 porte dell'ingresso principale del Palazzo Reale (Dar al-Makhzen)

Queste porte, poste sul lato Sud-Ovest del palazzo, furono realizzate nel 1967/1971 sotto il regno di Sua Maestà il Re Hassan II. 

Le porte sono sette come i giorni della settimana e come i livelli della monarchia.

L'ingresso al palazzo è decorato con mosaici, con archi in gesso con muqarnas, legno di cedro intagliato, nicchie decorate con zelliges e colonne bianche con capitelli stilizzati. 

decorazione dell'ingresso principale del Palazzo Reale

L'ingresso centrale è sormontato da un arco ogivale più alto di quelli laterali, decorato con tegole verdi verniciate sormontate da un fregio di piastrelle verdi e bianche.

porte centrali dell'ingresso del Palazzo Reale

Le porte, disposte simmetricamente, sono di bronzo ricoperto di placche di rame, decorate con motivi geometrici. Sono munite di grandi batacchi. 

porta del Palazzo Reale

Questo ingresso del palazzo si affaccia su Place des Alaouites, una piazza realizzata negli anni '60 dello scorso secolo.

Place des Alouites

Il Protettorato francese realizzò qualche anno prima (nel 1924) Rue des Merinides, chiamata prima Rue Boukheississat, che segnava l'antico confine settentrionale del Mellah e il Palazzo Reale.

Rue des Merinides

case e botteghe lungo Rue des Merinides

Rue des Merinides

Rue des Merinides: Palazzo Reale (a sinistra) e Mellah (a destra)

La strada costeggia da un lato il Palazzo Reale e dall'altro il Mellah, il quartiere ebraico.

Mellah

Il nome di questo quartiere (come tutti i quartieri ebraici delle città imperiali marocchine) significa "sale", in quanto in questa zona vi era una fonte di acqua salina e la presenza di un magazzino di sale.

Il Mellah di Fez, posto nella zona Sud di Fes el-Jdid, è il più antico quartiere ebraico strutturato del Marocco (1438).

Gli Ebrei si stabilirono in questo quartiere tra il XIV e il XV secolo, anche se una delle più grandi e antiche comunità ebraiche del Marocco viveva in città (nella zona Nord-Est di Fes el Bali) sin dalla sua sua fondazione (VIII secolo). Gli Ebrei di Fez vennero trasferiti entro le mura fortificate di Fes el-Jdid e accanto al Palazzo Reale per una questione di sicurezza.

Sembra che a metà del Cinquecento il quartiere fosse abitato da 4000 persone.

L'ingresso storico del quartiere è la Bab el-Mellah, posta sulla strada principale del Mellah.La porta si trova all'interno di una grande torre a bastione (borj).

Bab el-Mellah

interno del borj della Bab el-Mellah

La strada principale del Mellah è Derb al-Souq, che divide il quartiere in Mellah Superiore e Mellah Inferiore.

Derb al-Souq

Derb al-Souq

Derb al-Souq

Derb al-Souq

Nel Mellah Superiore viveva la borghesia ebraica, soprattutto di origine sefardite. Qui si trovavano dimore lussuose come la Casa di Ben Simhon

Il Mellah Inferiore, è invece più antico e più povero del Mellah Superiore. Qui si trovano più laboratori, il mattatoio, le sinagoghe più antiche del quartiere ebraico e il cimitero che occupa l'angolo Sud-Ovest del Mellah ed è costituito da più di 12.000 pietre tombali bianche.

Nel XIX secolo vi erano 15 sinagoghe. Oggi le più importanti sono la Sinagoga Ibn Danan, una delle sinagoghe più grandi del Nord-Africa, costruita alla fine del 1600 e proprietà di un'antica famiglia di rabbini (i Danan), la Sinagoga Habarim con piccolo museo annesso e la Sinagoga Slat al-Fassiyin la più antica del quartiere (XIII/XV sec.), posta vicino alla porta Bab el-Mellah.

Le alte case del quartiere, che risalgono soprattutto al XVIII e XIX secolo, si distinguono da quelle arabe perché sono attaccate una all'altra: lo spazio dove costruirle era infatti limitato. Le case presentano facciate decorate e intagliate, con grate o persiane alle finestre. Un'altra caratteristica sono i balconi in  legno e ferro battuto.  

facciate delle case nel Mellah

balconi delle case nel Mellah

Nel XX secolo il Mellah si spopolò e i suoi abitanti si stabilirono nella Ville Nouvelle, a Casablanca o emigrarono in Israele, Francia o Canada. Oggi in questo quartiere vivono famiglie mussulmane provenienti dalle campagne circostanti.

Per la realizzazione di Rue des Medinides venne sacrificato il bastione merinide che collegava il bastione alouita Aguedal alla porta Bab al-Amer (o Bab Lamer).

Bab el-Amer

Bab el-Amer era l'ingresso Sud-Ovest di Fes el-Jdid. Dell'originale porta rimangono sono i mosaici che decorano l'arco.

Bab el-Amer

decorazione della Bab el-Amer

Era questa una delle cinque porte della cinta muraria costruita nel 1276 dai Merinidi. 

Le mura della doppia cinta muraria che racchiudeva Fes el-Jdid erano state realizzate in argilla, terra battuta e calce. I muri erano alti 7m e spessi 2m. Ogni 25m il muro era alternato a torri.

Bab el-Amer si può letteralmente tradurre come "Porta dell'ordine": il suo nome faceva riferimento alla caserma della guardia cittadina, formata da arcieri siriani del sultano, un tempo qui ubicata. Il nome di questo quartiere era Hims, e venne poi trasformato nel XVI secolo nel quartiere ebraico del Mellah.

Nella forma Bab Lamer, ovvero "Porta della peste", si fa riferimento invece al fatto che la porta fu murata in occasione di un'epidemia di peste.

All'interno di questa porta fu realizzato un cimitero spostato quando venne realizzata l'attuale Place des Alouites. Vicino alla porta passava l'acquedotto, demolito anch'esso insieme alla cinta muraria in occasione del nuovo assetto di quest'area di Fes el-Jdid.

Un'altra porta che si trova vicino al Mellah, sulla Rue des Merinides, è la Bab Sammarine, realizzata nel XIII secolo.

Bab Sammarine

Inizialmente fu chiamata Bab Ouyoune Sanhaja, ovvero "Fonti del Sanhja". Il suo nome attuale si riferisce alla corporazione dei maniscalchi che si trovava qui vicino.

Questa porta a due archi, affiancata da due torri (borjs), appartiene al muro di cinta più interno di Fes el-Jdid e costituiva originariamente (prima cioè della realizzazione del Mellah), l'ingresso meridionale della città.

facciata esterna di Bab Sammarine con i due borjs

Il grande arco della facciata esterna presenta una decorazione ad archi ciechi polilobati ed è avvolto da una fascia con decorazioni ad intrecci geometrici.

Era coperta da volte e aveva un ingresso piegato, ma fu rimaneggiata nel XX secolo (1924) per facilitare la circolazione dei veicoli, e il suo ingresso è divenuto dritto.

interno della Bab Sammarine

interno della Bab Sammarine

Dalla Bab Sammarine parte la Grande Rue de Fes el-Jdid l'arteria della "Medina Nuova".

Grande Rue de Fes e-Jdid

Lungo questa strada si alternano botteghe (che vendono soprattutto tessuti d'arredamento, stoffe per le djellaba e i caftani) e localini...e tutt'intorno un brulichio di gente chiassosa.

Sulla Grande Rue Fes el-Jdid si trova la Moschea al-Hamra o "Moschea Rossa"

minareto della Moschea al-Hamra

Questa moschea di epoca merinide (XIV secolo) ha un minareto decorato con motivi moreschi, una fascia di piastrelle a motivi geometrici e merli decorati con piastrelle.

Un'altra moschea di quest'area di Fes el-Jdid è la Moschea al Beida o "Moschea Bianca" dal sottile minareto imbiancato e dalla semplice decorazione.

Alla fine di questa strada si giunge all'estremità settentrionale di Fes el-Jdid e al Piccolo Mechouar, (o Vecchio Mechouar), l'area fortificata dove si trovano sul lato Sud l'ingresso Nord-Ovest del Palazzo Reale (accesso al parco) e di fronte a questo, sul lato Nord la Bab Dekkakin.

Piccolo Mechouar (sul fondo l'ingresso al Palazzo Reale)

La Bab Dekkakin è oggi così chiamata perché un tempo vi erano alcune panchine lungo i lati della porta per coloro che aspettavano un'udienza a palazzo. 

Bab Dekkakin

La porta è stata anche chiamata Bab es-Seba, ovvero "Porta del Leone".

Questa porta, realizzata in pietra e mattoni, costituiva l'ingresso principale settentrionale della città, e con il suo ingresso piegato e affiancata da due coppie di torri quadrate (quelle orientali più alte), aveva funzioni difensive.

Bab Dekkakin affiancata da torri

L'arco della porta originale è quello a sinistra, il passaggio centrale venne aperto nel 1884, mentre l'arco a destra venne creato per simmetria.

La facciata esterna, che affaccia sul Grande Mechouar, è decorata con piastrelle con motivi arabescati.

Fino al XX secolo annessa a questa porta vi era una prigione.

Questa porta era nota anche come "Porta del Principe Portoghese" in quanto nelle segrete di questa porta venne tenuto prigioniero l'infante portoghese, il principe Ferdinando, dato in ostaggio ai Merinidi dopo la resa dei Portoghesi nella battaglia sulla spiaggia di Tangeri (1437). 

Il principe Ferdinando, chiamato poi il Santo Principe, dopo le mancate promesse per il suo riscatto da parte della sua famiglia, fu tenuto prigioniero per alcuni anni in condizioni pessime, fino a quando morì nel 1443.Il suo cadavere nudo ed eviscerato fu esposto a testa in giù sui merli delle mura per quattro giorni e poi la sua bara posta sull'arco di questa porta.

La porta dava accesso al ponte fortificato sull'Oued Fes, che divenne poi un mechouar, ovvero un cortile interno del palazzo.

Un passaggio sul lato Ovest del cortile permette di accedere all'area in cui scorreva l'acqua del fiume che attraversa Fez e di vedere i resti delle fortificazioni adiacenti che comprendevano un acquedotto.

letto del'Oud Fes e acquedotto

L'acquedotto correva da Bab Seba a Bab Segma. L'acqua, prelevata dal wadi Fez veniva rialzata da una grande noria costruita nel 1286.

resti delle costruzioni adiacenti al Vecchio Mechouar

letto del'Oud Fes

Questo acquedotto forniva acqua ai padiglioni e ai giardini circostanti e più tardi, quando a fine Ottocento venne realizzata la cosiddetta Dar al-Makina, la fabbrica di armi e munizioni annessa al Palazzo del Sultano, fornì la forza motrice a questa attività.

Fu il Sultano Moulay el Hassan a decidere di fabbricare e riparare armi e munizioni in loco, per non dipendere più dalle potenze europee. La realizzazione di questa fabbrica si deve ad una missione di ufficiali italiani. 

Dopo 27 anni di attività la "Makina" si trasformò in una fabbrica di tappeti ed oggi è ridotta a un edificio fatiscente.

Sul Lato Ovest del Piccolo Mechouar si trova l'ingresso al Quartiere Moulay Abdellah

Quartiere Moullay Abdellah

Durante il Protettorato Francese il Quartiere Moulay Abdellah divenne il quartiere a luci rosse.

In questo quartiere si trovano due importanti moschee.

La Grande Moschea o Jama el-Kbir o "Moschea principale del Venerdì di Fes el-Jdid" è stata fondata nel 1276 ca. ed è stata terminata nel 1278. E' la più antica moschea di Fes el-Jdid e la quarta "Moschea del Venerdì" fondata a Fez.

Grande Moschea 

Gli abitanti di Fes el-Jdid si riunivano qui per la preghiera del Venerdì di mezzogiorno ed è per questo che è conosciuta anche come "Moschea del Venerdì".

La moschea, a pianta rettangolare (2000mq), fu finanziata in parte dalla produzione di olio di olive di Meknes e costruita dai prigionieri cristiani catturati in Spagna.

Sull'angolo Nord-Ovest s'innalza il suo minareto con torre più piccola in sommità. 

minareto della Grande Moschea 

Le facciate del minareto sono decorate con motivi a forma di rombo (sebka) scolpiti nel mattone. Il lato orientale è l'unico che presenta finestre.

In alto il minareto è decorato con una fascia in mosaico con motivi geometrici a forma di stelle poligonali. La fascia termina con merli a denti di sega ricoperti anch'essi da mosaici. Il minareto termina con una cupoletta sormontata da quattro sfere di bronzo di diametro decrescente.

Questa moschea è collegata con il Dar al Makhzen (Palazzo Reale). Accanto alla moschea furono realizzati una medersa (scuola coranica) oggi in disuso, un santuario e nel XIX secolo una necropoli nella quale riposano alcuni regnanti del Marocco.

L'altra moschea di questo quartiere è la Moschea di Moulay Abdellah, costruita nel XVIII secolo. Anch'essa comprende una medersa, un mausoleo e una necropoli dove fu sepolto il sultano che fondò questa moschea e che da lui ha preso il nome.

Il suo minareto, alto 25m, è caratterizzato da quattro fasce verticali di ceramica verde.

Sul lato Est del Piccolo Mechouar si trovano due aperture, una delle quali conduce a Fes el Badi (la Medina Vecchia).

ingresso al Piccolo Mechouar

Lungo la strada che congiunge le due Medine di Fez (l'Avenue Moulay Hassan), si trova il parco Jnan Sbil (del quale ho parlato in un post già pubblicato), all'interno del quale si possono vedere le mura e i bastioni di Fes el-Jdid.

bastione e fortificazioni di Fes el-Jdid in Jnan Sbil

CONCLUSIONI                                                                                                                      Pur essendo meno antica di Fes el Bali, Fes el-Jdid è parte integrante della storia di Fez. I tre quartieri che costituiscono la sua trama urbanistica e la presenza del Palazzo Reale invitano infatti a scoprire quest'area della città.



Nessun commento:

Posta un commento