martedì 18 marzo 2025

Marocco: Lixus, la città più antica del Marocco


A 4 km a Nord-Est della cittadina costiera di Larache, sulla riva destra del fiume Loukkos, si trova uno dei siti archeologici più interessanti del Marocco: Lixus.

foto aerea del sito archeologico di Lixus


Come il più ben noto sito antico di
Volubilis, Lixus è un luogo caratterizzato da quattro momenti storici e culturali diversi: l'epoca fenicia, l'epoca mauretana, l'epoca romana e l'epoca islamica.

cronologia di Lixus

I Greci avevano situato a Lixus, sull'Oceano Atlantico e dove il sole tramonta eternamente, alla frontiera tra il mondo dei mortali e il mondo degli dei, il mitologico Giardino delle Esperidi, In questo giardino cresceva l'albero delle mele d'oro (frutti dell'immortalità), sorvegliato dal drago Ladone (mostro con 100 teste) e dalle tre Esperidi, le ninfe della Sera e della Notte . Qui Ercole come undicesima fatica combatté il titano Anteo (gigante invincibile e re e protettore della terra africana, che qui aveva il suo palazzo) e ingannò il gigante Atlante (padre delle tre ninfe), chiedendogli di raccogliere per lui i pomi d'oro in cambio di reggere il peso del cielo, e poi scappò con i frutti lasciando Atlante con il suo fardello.
copia di una scultura in bronzo trovata a Lixus: Combattimento tra Ercole e Anteo (Museo Archeologico di Tetouan - epoca romana)

Secondo la tradizione Lixus fu fondata dai navigatori fenici nel 1100 a.C. (prima di Cartagine e di Cadice). Nella sua Historia Naturalis Plinio il Vecchio racconta che i Fenici fondarono su un'isola dell'estuario del fiume Loukkos un tempio dedicato al dio Melqart (identificato come Ercole).

estuario del fiume Loukkos

Tuttavia, le ricerche archeologiche effettuate finora non permettono di posporre testimonianze più antiche dell'VIII secolo a.C. (graffiti punici su due vasi dell'VIII/VII secolo a.C.). Da una tavoletta scritta in punico sono accertate le frequentazioni cartaginesi dal VII secolo a.C. 

collo di oinochoe punico (epoca punica - Museo Archeologico di Tetouan)

anelli da naso (epoca punica - Museo Archeologico di Tetouan)

stele punica con personaggio in piedi (epoca punica - Museo Archeologico di Tetouan)

versatoio per il vino a collo di cigno (Museo di Storia e Civiltà di Rabat - VII/VI sec.a.C.)

Da mercato fenicio sulla costa atlantica, ben presto Lixus fenicia, o come veniva chiamata "Maqqom Chemech" = "Luogo del sole" (nome noto da monete puniche ritrovate), si sviluppò in centro urbano.

In epoca fenicia Lixus era una delle metropoli più grandi del Mediterraneo occidentale (14 ettari di superficie). 

Lixus è quindi da considerare la più antica città del Marocco.

Gli oggetti di lusso di quest'epoca rinvenuti sul sito, importati da tutte le regioni del Mediterraneo (Fenicia, Grecia, Cipro...), testimoniano la ricchezza degli abitanti di quest'epoca. Questi oggetti venivano scambiati con altrettanti prodotti pregiati: avorio, pelli di leone o di pantera, piume e gusci di uova di struzzo. Lixus divenne uno scalo lungo la rotta del Sudan sulla via Sahariana dell'oro e centro commerciale per la salatura del pesce e la produzione di garum (salsa di pesce).

Tra il VI secolo a.C. e il 40 d.C. (arrivo dei Romani) si pone l'epoca mauretana di Lixus, di cui non si hanno molte informazioni. In ogni caso in questo periodo la città non fu mai abbandonata completamente, e vennero costruiti palazzi ed edifici pubblici (cinta muraria, templi, curia). Da una casa di epoca mauretana, distrutta al momento della conquista romana, proviene la raffigurazione in bronzo di Teseo e il Minotauro, conservata al Museo di Storia e Civiltà di Rabat.

Teseo e il Minotauro (Museo di Storia e Civiltà di Rabat - II/I sec.a.C.)

Chousor era il protettore di Lixus, della pesca e delle costruzioni navali, divinità orientale  raffigurata con un cappello conico decorato e dotato di un lungo cordone terminante con un medaglione (effigiato su monete del II secolo a.C.)

Chousor (da una moneta del II sec. a.C.)

Lixus fu presa dalle legioni romane di Claudio tra il 40 e il 45 d.C. La città raggiunge il suo apogeo e la sua massima estensione, divenendo una colonia romana posta sulla via che congiungeva Tingis (l'attuale Tangeri) a Sala (l'attuale Rabat), nella provincia romana della Mauritania Tingitana. In questo periodo furono sviluppate le fabbriche di garum e il quartiere di Lixus adibito a questa produzione divenne il più grande di tutto il Mediterraneo. Furono anche realizzati alcuni edifici pubblici (terme, templi, basiliche, anfiteatro e cinta muraria) e belle dimore.

Sono stati rinvenuti durante gli scavi alcuni oggetti di epoca romana, in parte conservati nel Centro d'Interpretazione del Patrimonio di Lixus, alcuni nel Museo Archeologico di Tetouan e altri nel Museo di Storia e Civiltà di Rabat. 

Una maschera in bronzo del dio Oceano, proveniente probabilmente da un tempio dedicato al dio del Mare, è esposta nel Museo di Storia e Civiltà di Rabat (una copia della stessa è conservata nel Museo Archeologico di Tetouan). 

maschera del dio Oceano (I sec. d.C. - Museo di Storia e Civiltà di Rabat)

Nel Museo Archeologico di Tetouan, oltre ai mosaici che decoravano le case a peristilio di epoca romana (di cui si parlerà più avanti), sono conservati della stessa epoca reperti in bronzo, in marmo, argento, osso e ceramica.

piede in marmo e gamba in bronzo di statue (Museo Archeologico di Tetouan - epoca romana)

reperti provenienti da Lixus di epoca romana (Museo Archeologico di Tetouan)

appliques in bronzo e bottoni in osso (Museo Archeologico di Tetouan - epoca romana)

vasi in vetro di epoca romana (Museo Archeologico di Tetouan)

vasi in argento di epoca romana  (Museo Archeologico di Tetouan III sec.d.C.)


parti in bronzo di mobili (Museo di Storia e Civiltà di Rabat - epoca romana)

Dopo la riduzione dell'Impero Romano voluta da Diocleziano, la città continuò ad essere occupata dai legionari romani fino al IV secolo, e una parte del complesso industriale funzionò sino all'inizio del V secolo. 

Una comunità cristiana visse nella città sino all'arrivo dei mussulmani che occuparono il sito sino al XIV secolo. La città in questa fase viene chiamata Tchemich ("soleggiata"). Risalgono a quest'epoca una moschea, fossi di scarico e reperti archeologici, soprattutto ceramiche.

lampade in terracotta (Museo Archeologico di Tetouan - XIII sec.)

A Sud-Ovest del quartiere palaziale vi sono i resti di modeste abitazioni risalenti al IV secolo, sorte sopra ad abitazioni romane.

case del IV secolo d.C.

Il sito di Lixus fu identificato nel 1845 e i primi scavi vennero fatti nel 1889. fu scavato di nuovo tra il 1948 e il 1969, e poi più recentemente. Si stima che le rovine della città occupino una superficie di 75 ettari e che ne siano state scavate solo il 20%.

Il percorso di visita inizia con il piccolo e moderno museo. si prosegue quindi visitando prima il complesso industriale nella parte bassa della città vicino al fiume, per poi risalire la china della collina attraversando il quartiere residenziale, il quartiere dell'anfiteatro, sino a giungere al complesso palaziale posto sull'acropoli. 

Dopo aver oltrepassato due tombe a cassettoni di epoca mauretana della Necropoli Ovest, (nelle quali sono state trovate ossa, elementi in ceramica di importazione tra cui una kylix a figure rosse di tradizione greca e bastoni), si può varcate la soglia del Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio e farsi un'idea di cosa si andrà a visitare e delle varie epoche che si sono susseguite nella storia del sito. Molti reperti non sono qui conservati, ma bensì nel Museo Archeologico di Tetouan.

tomba di epoca mauretana (350/250 a. C.)

tomba di epoca mauretana (350/250 a. C.)

tomba di epoca mauretana (350/250 a. C.)

tomba di epoca mauretana (350/250 a.C.)

tomba di epoca mauretana (350/250 a.C.)

Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio 


Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio 

Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio 

Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio 

Lixus Centro d'Interpretazione del Patrimonio 

oggetti di epoca mauretana provenienti dagli scavi di Lixus

lucerna e stoviglie in ceramica di epoca romana provenienti dagli scavi di Lixus

oggetti in bronzo di epoca romana provenienti dagli scavi di Lixus

oggetti in osso, vetro e pietra di epoca romana provenienti dagli scavi di Lixus

monete di epoca mauretana (a sinistra) e di epoca romana (a destra)

oggetti di epoca islamica provenienti dagli scavi di Lixus

Usciti dal Centro d'Interpretazione del Patrimonio si percorrono pochi metri per giungere nel complesso industriale.

sentiero verso la città bassa

Questo complesso era specializzato nella salatura del pesce e della produzione del garum. Si pensa che in passato quest'area del sito fosse posta in una laguna salmastra (meno all'interno che oggi), vicino al porto fluviale.

complesso industriale

E' costituito da 10 edifici allineati lungo un'antica strada, ed è stato in esercizio tra il regno di Giuba II (epoca mauretana) e il III/IV secolo (fine epoca romana).

pianta del complesso industriale

complesso industriale

strada che percorreva il complesso industriale

strada che percorreva il complesso industriale

complesso industriale

Il tonno, proveniente dal Golfo di Guinea e diretto verso il Mediterraneo, passava davanti alle coste marocchine tra aprile e giugno e nelle 147 vasche  (capacità totale di 1000 ) per la salatura ritrovate, veniva salato, fatto a pezzi ed esportato in recipienti di terracotta.

vasche per la salatura del pesce

vasche per la salatura del pesce

vasche per la salatura del pesce

vasche per la salatura del pesce

vasche per la salatura del pesce
 

rotte di esportazione da Lixus del tonno sotto sale

Il garum era una salsa molto apprezzata nella gastronomia romana e veniva inizialmente consumata quotidianamente nelle case degli aristocratici perché prodotto di lusso. Poi il suo consumo venne democratizzato con lo sviluppo della sua produzione. Il garum veniva prodotto alternando acciughe e interiora di pesce a strati di sale, e lasciando fermentare al sole il tutto per tre mesi. Il liquido che si formava in superficie veniva spillato e messo in anfore, mentre la pasta che rimaneva sul fondo costituiva il condimento per i poveri. Il garum assomigliava alla nostra "colatura di alici" e aveva un sapore tra carne e pesce (il quinto sapore, cioè l'umami).

cisterne nella zona della produzione del garum

cisterne nella zona della produzione del garum

cisterne nella zona della produzione del garum

zona della produzione del garum

In epoca romana Lixus (con una capacità media di 1 milione di litri di garum per campagna di pesca) era il più grande complesso industriale del Mediterraneo.

anfore per la conservazione e l'esportazione di garum, olio e vino (Museo Archeologico di Tetouan - epoca preromana e romana)

Dalle scritte in latino sulle anfore per il trasporto e l'esportazione dei prodotti, si è visto che a Lixus, oltre al garum si produceva anche muria, un sottoprodotto della salagione del pesce (meno caro del garum) probabilmente ottenuto dalle viscere e dal sangue del tonno.

Nell'area paludosa dell'estuario del fiume Loukkos, vicino al sito archeologico di Lixus, sono ancora presenti delle saline.

saline di Larache

In questo complesso industriale vi erano anche due cisterne interrate e tunnel sotterranei che giungevano sino al fiume in modo che l'acqua potesse rinnovarsi durante l'alta marea e si potesse immagazzinare acqua di mare.

Si pensa che in epoca fenicia qui venisse anche trattata la porpora (estratta dalle ghiandole mucose dei murici), che serviva a tingere di rosso le stoffe di lana e di lino.

Una leggenda narra che il dio fenicio Melqart mandò il suo cane sulle coste del Libano alla ricerca di un dono prezioso da offrire alla nereide Tiro. Il cane tornò con il muso rosso sangue, ma non era ferito...portava infatti in bocca i resti di un mollusco (un murex) che con la saliva del cane, una volta essiccato era di un rosso vivace. La ninfa accettò di sposare il dio a patto che le confezionasse un vestito di quel colore. Nacque così il cosiddetto color "porpora di Tiro" per il quale i Fenici erano rinomati produttori.

Dopo aver attraversato il complesso industriale si svolta verso sinistra e si risale il sentiero che porta al quartiere dell'anfiteatro.

quartiere dell'Anfiteatro

quartiere dell'Anfiteatro

Quello di Lixus è l'unico anfiteatro/teatro in Marocco risalente al periodo romano.

Anfiteatro/teatro

Costruito come teatro nel I secolo d.C. (40/120 d.C.) fu poi trasformato in anfiteatro per il combattimento nell'arena di gladiatori a volte anche con fiere. Fu abbandonato agli inizi del V secolo d.C. La cavea posta a Nord, con gradini in muratura, è addossata alla collina e disposta a emiciclo intorno ad un'arena circolare con diametro di 32 m, e una profondità di 3,60 m. 

arena dell'anfiteatro/teatro

Si pensa che la cavea avesse la capienza di 400 posti a sedere. I posti riservati delle prime file erano indicati da lettere incise su blocchi di pietra.

cavea dell'anfiteatro/teatro

Un edificio facente parte dell'anfiteatro/teatro fu trasformato nel III secolo d.C. in stabilimento termale pubblico. Fu smantellato per questo motivo anche il muro del palcoscenico e il materiale ricavato fu utilizzato per la costruzione delle terme.

pianta del complesso termale

complesso termale

complesso termale

Il complesso termale è composto da un Apodyterium (vestibolo spogliatoio), un Frigidarium (sala fredda), un Tepidarium (sala tiepida), un Calidarium (sala calda), un Laconicum (sala calda senza piscina), piccole piscine trasformate poi in sale di riposo, una cisterna e un patio con impluvium. Non mancavano decorazioni in marmo e pitture murali (sale calde). Rimangono pochi resti del praefurnium per il riscaldamento dell'ipocausto.

Apodyterium

cisterna e patio con  impluvium 

sala di riposo delle terme

Tepidarium

Frigidarium 

Il Frigidarium è ancora ornato da un mosaico geometrico nel cui centro in passato vi era un medaglione raffigurante il dio Oceano rappresentato con chele di granchio in testa, ma purtroppo è stato vandalizzato da un uomo che lo considerava idolatria.

mosaico del Frigidarium mancante di medaglione

mosaico del Frigidarium mancante di medaglione

riproduzione del medaglione del dio Oceano che era raffigurato nel mosaico

Alla fine del III secolo d.C. l'area fu abbandonata e trasformata in cimitero.

Salendo ancora verso la sommità della collina, poco sopra l'anfiteatro, si trova un edificio detto comunemente Basilica i cui resti risalgono al I secolo d.C.

Basilica

Basilica

Basilica

Basilica

Dall'area della Basilica proviene una parte di un trono votivo raffigurante una Sfinge, risalente al IV/III secolo a.C. che ha fatto supporre che in questa sezione del sito ci fosse un tempio.

Sfinge (IV/III sec a.C. - Museo di Storia e Civiltà di Rabat)

Proseguendo il percorso di visita che ci conduce sulla cima della collina, si possono vedere le cosiddette mura ellenistiche, risalenti al II secolo a.C. Nonostante il nome non si tratta di una cinta muraria: s'ignora la funzione di questo tratto di muro costituito da blocchi di pietra squadrata incastrati l'uno nell'altro, unico nel suo genere nel Mediterraneo Occidentale. Probabilmente faceva parte di un edificio religioso di cui rimane solo il muro Ovest e l'angolo Sud-Ovest.

mura ellenistiche (II sec. a.C.)

mura ellenistiche (II sec. a.C.)

angolo Sud-Ovest delle mura ellenistiche (II sec. a.C.)

mura ellenistiche (II sec. a.C.)

mura ellenistiche (II sec. a.C.)

E proprio accanto a questo tratto di mura si trova iquartiere residenziale di Lixus, posto sulla sommità della collina, in un'area protetta dalle inondazioni e dall'odore dei liquami di pesce, oltre che da queste antiche mura.

quartiere residenziale di Lixus

quartiere residenziale di Lixus

quartiere residenziale di Lixus

quartiere residenziale di Lixus

quartiere residenziale di Lixus

Il quartiere ospitava grandi case romane a peristilio riccamente decorate con mosaici geometrici o figurati e con pitture murali; erano dotate di terme private, e arredate con oggetti di valore artistico. Sono appartenute ai proprietari delle fabbriche di salatura e delle fattorie che sorgevano intorno alla città.

Da queste case provengono i mosaici di un'eccellente qualità tecnica e artistica scoperti negli anni '50 e conservati oggi nel Museo Archeologico di Tetouan (se volete vederli dovete quindi percorrere circa 100 km dal sito archeologico perché posti nella città che all'epoca degli scavi degli anni '50, era la capitale del Protettorato spagnolo ... eppure oggi nell'edificio del Centro d'Interpretazione del Patrimonio posto all'ingresso del sito archeologico lo spazio per il loro allestimento non mancherebbe!). Questi mosaici sono datati II/III secolo d.C.

Alcune case sono state distrutte a causa del crollo del muro che sosteneva i terrazzamenti su cui erano poste. Nel sito archeologico di Lixus sono state scavate tre case: due sono poste in quest'area (Casa di Helios e Casa di Marte e Rea Silvia), mentre la terza casa (Casa delle Tre Grazie) è posta nella parte bassa della collina, ai margini del sito. Alle case è stato dato il nome dalle raffigurazioni dei mosaici in esse ritrovati.

Vicino alle mura ellenistiche si trova la Casa di Marte e Rea Silvia.

pianta Casa di Marte e Rea Silvia (1-peristilio 2-camere con mosaico 3-sala fredda mosaicata delle terme private 4-riserva d'acqua 5-botteghe)

peristilio della Casa di Marte e Rea Silvia

peristilio della Casa di Marte e Rea Silvia

Casa di Marte e Rea Silvia

Casa di Marte e Rea Silvia

Casa di Marte e Rea Silvia

La casa prende nome dal primo mosaico scoperto a Lixus: il mosaico di Marte e Rea Silvia.

mosaico di Marte e Rea Silvia (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del mosaico di Marte e Rea Silvia (Museo Archeologico di Tetouan)

Il mosaico, che ornava uno dei quattro ambienti che affacciavano sul peristilio, è conservato solo per poco più della metà perché il resto è stato distrutto dall'istallazione di un muro che ha diviso la casa. In un medaglione è raffigurato il dio della guerra che si avvicina a Rea Silvia (la madre di Romolo e Remo), nuda e dormiente. Intorno alla raffigurazione vi è un decoro a disegni geometrici.

Dalle terme private di questa casa proviene anche il mosaico raffigurante Venere e Adone conservato al Museo Archeologico di Tetouan. Nel mosaico sono raffigurati Venere, Adone, quattro Amorini con ghirlande e corone di fiori, tre uccelli e una ricca vegetazione.

mosaico di Venere e Adone (Museo Archeologico di Tetouan)

Nella stessa camera dove si trovava il mosaico di Venere e Adone, a fare da continuazione a questo, vi era un mosaico a disegni geometrici dai colori molto vivi.

mosaico a disegni geometrici (Museo Archeologico di Tetouan)

Alla sommità del versante Nord della collina si trova la Casa di Helios, gravemente danneggiata dall'erosione. 

In questa casa, a Sud-Est del peristilio, fu trovato un mosaico (5,80 X 3,20 m) che in parte (3/4 del mosaico) è conservato nel giardino del Museo Archeologico di Tetouan. Le sue tessere sono formate da vari materiali: calcare, marmo (per le tessere bianche e rosa pallido), gres, scisto (per le tessere nere e blu), terracotta (per le tessere ocra rosso e giallo), pasta di vetro (per le tessere blu turchese e verde). Sono state usate tessere più piccole per realizzare le figure, mentre per il disegno geometrico tessere più grandi.

mosaico della Casa di Helios (Museo Archeologico di Tetouan)

Il mosaico raffigurava un personaggio (Helios, personificazione divina del Sole) che conduceva un carro trainato da quattro cavalli (oggi ne rimangono solo due). Agli angoli del mosaico erano raffigurate le personificazioni dei Venti (ne rimangono solo due).

particolare del mosaico della Casa di Helios (Museo Archeologico di Tetouan)

La terza casa di epoca romana rinvenuta a Lixus (che come già accennato non si trova in questo quartiere ma bensì nella parte bassa della città), è la Casa delle Tre Grazie.

La casa fu sventrata dai lavori per la realizzazione della strada Larache-Tangeri (1954). Tre ambienti dei cinque che si sono salvati, presentavano mosaici pavimentali del II secolo d.C. 

Anche questa casa prende nome da un mosaico pavimentale raffigurante le Tre Grazie. Il mosaico (4,18 X 2,91 m) ritrae le tre Grazie che si tengono per mano formando un girotondo nel riquadro centrale. Agli angoli del mosaico sono rappresentati quattro busti femminili che simboleggiano le Quattro Stagioni  (in basso Inverno e Autunno, in alto Primavera e estate) e tutt'intorno al motivo figurato vi sono disegni geometrici.

mosaico le Tre Grazie (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del mosaico le Tre Grazie (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del mosaico le Tre Grazie (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del mosaico le Tre Grazie (Museo Archeologico di Tetouan)

Un altro mosaico proveniente da questa casa raffigura Dioniso bambino e il suo corteo. Dioniso monta su un asino (o mulo), preceduto da un Satiro che regge un bastone (pedum) e le briglie dell'animale, e seguito da una Baccante con tirso e tamburello.

mosaico Dioniso bambino con corteo (Museo Archeologico di Tetouan)

mosaico Dioniso bambino con corteo (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del disegno geometrico del mosaico Dioniso bambino con corteo (Museo Archeologico di Tetouan)

Il terzo mosaico proveniente dalla Casa delle Tre Grazie raffigura un Combattimento di galli assistito da due Amorini

mosaico Combattimento di galli assistito da due Amorini (Museo Archeologico di Tetouan)

particolare del mosaico Combattimento di galli assistito da due Amorini (Museo Archeologico di Tetouan)

I due personaggi alati raffigurati nell'ottagono centrale, identificati come due amorini, sono accompagnati dai loro nomi: Cytherius e Paphius (che prendono origine dai nomi di due centri di culto dedicati a Venere: Pathos e Cythere). Tra i due personaggi è raffigurata una borsa che rappresenta la vincita in palio per il combattimento dei due galli.
 
Probabilmente questo mosaico ricopriva il pavimento di un ambiente delle terme private della Casa delle Tre Grazie: le indagini effettuate al di sotto del mosaico hanno rivelato la presenza di un ipocausto.

Alla sommità della collina si trova il cosiddetto complesso palaziale


Fino a qualche tempo fa gli studiosi avevano pensato che quest'area del sito fosse l'acropoli della città con templi di diverse epoche. 
In realtà il complesso palaziale è un insieme architetturale composto da un palazzo e i suoi annessi, di un tempio, di terme con palestra, di una villa d'epoca medievale e di una moschea. Le vestigia rappresentano quindi tutte le epoche di frequentazione del sito sino al XIV secolo, data in cui Lixus fu abbandonata e sostituita dalla nuova città di Larache. 

Complesso palaziale

Nella parte più settentrionale di quest'area si trovava il cosiddetto edificio H, identificato un tempo come il tempio più antico dell'acropoli. Si tratta in realtà dei resti di un emiciclo (20m di diametro) con colonne che in un secondo tempo è stato identificato come la palestra delle adiacenti terme pubbliche (metà del I secolo d.C.).

resti dell'Edificio H (sfondo della foto)

resti delle Terme pubbliche

resti delle Terme pubbliche

I resti più antichi del palazzo risalgono al regno di Juba II e di suo figlio Tolomeo, ma il quartiere fu trasformato e riorganizzato in epoca romana (40/50 d.C.).

ricostruzione del complesso palaziale

ricostruzione del complesso palaziale di Juba II

Il complesso a carattere palaziale posto sul versante Sud della collina, è di grandi dimensioni (7000 mq). 
Partendo da Nord-Est si trovavano un atrio corinzio, poi un patio rettangolare a cielo aperto, una sala delle udienze absidata, un emiciclo con colonne

atrio corinzio e patio rettangolare

emiciclo con colonne

emiciclo con colonne

sala delle udienze absidata

sala delle udienze absidata

Ad Est dell'atrio corinzio vi era un edificio la cui funzione era forse quella di Biblioteca.

probabile Biblioteca

probabile Biblioteca

Nella parte centrale del palazzo si trovava una sala di rappresentanza a pianta cruciforme, dotata a Nord di due piccole entrate laterali e di una porta più grande centrale. Questa sala era posta al centro di un giardino circondato da portici.

zona centrale del palazzo

giardino circondato da portici e sala di rappresentanza (al centro)

portico del giardino con sala di rappresentanza

giardino circondato da portici e sala di rappresentanza (al centro)

colonne del portico

Ad Ovest del peristilio della sala di rappresentanza si trovavano gli appartamenti che costituivano la parte privata del palazzo. Un criptoportico correva lungo il lato Ovest a delimitare la parte privata. 

area degli Appartamenti privati del palazzo

area degli Appartamenti privati del palazzo

area degli Appartamenti privati del palazzo

area degli Appartamenti privati del palazzo

area del criptoportico

Il palazzo fu tagliato nella sua parte settentrionale da mura del periodo del basso impero (cinta muraria tardiva).

resti della cinta muraria tardiva

Accanto al palazzo si trovano i resti di una costruzione, identificata inizialmente come basilica cristiana, ma poi come una moschea

Moschea (XIV sec.)

La sua pianta è rettangolare (10 X 30m) e la parte absidale (circa 1,80 di diametro) dell'edificio poteva contenere il mihrab. Rimangono i resti anche di un possibile minareto. E' presente anche un collettore collegato a una cisterna d'acqua per le abluzioni.  La presenza di questa moschea testimonia la presenza di una comunità islamica importante tra l'VIII e il XIV secolo.

pianta della moschea

Sempre in questo quartiere fu costruita nel XIV secolo una casa a patio mussulmana.

pianta della casa a patio mussulmana

area della casa mussulmana

Da alcuni testi si apprende che in epoca islamica Lixus fu la residenza di un principe idrisside.

Dopo il XIV secolo Lixus rimase disabitata, i suoi abitanti si trasferirono dall'altra parte del fiume e nacque la cittadina di Larache, il cui nome deriva dall'arabo El-Arrais che significa "Luogo ricco di giardini".

Larache (sullo sfondo della foto)


Orari:  marzo/ottobre          9.00/19.00     
           novembre/febbraio   9.00/18.00
Costo: 60 MAD

CONCLUSIONI                                                                                                                           Se per notorietà il sito archeologico di Lixus è secondo in Marocco a quello di Volubilis, direi che per importanza ognuno dei due eccelle a suo modo. Crocevia di tutte le antiche civiltà del Mediterraneo che si sono susseguite durante i secoli, Lixus ha riportato alla luce reperti interessanti di ogni epoca. E' sicuramente un luogo da visitare e da scoprire, e costituisce il pretesto per visitare i musei che conservano ciò che è riemerso durante gli scavi qui effettuati.

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