sabato 2 aprile 2016

Roma: il Casino Nobile di Villa Torlonia


Dopo aver dedicato un post a Villa Torlonia, al suo parco e in generale agli edifici che vi sono stati costruiti nel tempo, qui racconterò la visita al Casino Nobile, la costruzione principale della villa.
 
Casino Nobile
Il Casino Nobile, restaurato da pochi anni e riportato ai suoi splendori, offre un'idea dei fasti della famiglia Torlonia in una delle sue residenze romane.
Dopo l'acquisto nel 1797 di questa vigna dalla famiglia Colonna che ne era proprietaria, il marchese Giovanni Colonna avviò lavori che portassero a trasformare la tenuta agricola in residenza sfarzosa.
 
I lavori di ristrutturazione e ampliamento riguardarono anche un edificio già presente nella villa: nel 1673 infatti, il Cardinal Benedetto Pamphilj aveva fatto costruire da Carlo Fontana, in questa tenuta di sua proprietà, una residenza di conforto.

prospetto sud-occidentale del Casino Nobile
Giuseppe Valadier, incaricato del progetto, lo ampliò con terrazzi, ali colonnate e avancorpi (1802/1806).

Mascherone per fontana (XIX secolo - decorava la facciata settentrionale del Casino Nobile)
Fu poi Alessandro Raffaele, figlio di Giuseppe Torlonia, a portare avanti i lavori di abbellimento della residenza, incaricando l'architetto e pittore Giovan Battista Caretti (1832).

La facciata principale dell'edificio divenne quella verso Via Nomentana, per dare più visibilità dall'esterno alla residenza.
Si accedeva al palazzo tramite una scalinata ornata di statue antiche.

scalinata del Casino Nobile
Vennero quindi sostituite le ali porticate laterali con portici dalle colonne doriche.

portico del lato occidentale del Casino Nobile
portico del Casino Nobile
avancorpo del portico con colonne doriche
Inoltre venne aggiunto un pronao, d'impronta palladiana, sulla facciata: un basamento a finto bugnato di travertino al pianterreno, con portico che consentiva l'accesso alle carrozze, e al piano superiore, un loggiato con dieci colonne ioniche in marmo di Carrara che sorreggono un timpano.

pronao della facciata principale
pronao visto lateralmente
decorazioni del soffitto del pronao
Opera di Rinaldo Rinaldi (allievo del Canova), il timpano ha un altorilievo in terracotta che raffigura il Trionfo di Bacco  su un carro trainato da tigri.

timpano del pronao
Oggi l'interno del Casino Nobile, di per se un gioiellino architettonico, dopo un attento restauro ospita un museo che raccoglie le sculture rinvenute nel parco della villa o che decoravano i suoi edifici.

Entriamo quindi nell'edificio.

Il piano terra e il piano nobile avevano funzioni di rappresentanza per ospitare i nobili durante i ricevimenti (l'uso abitativo era limitato), nel seminterrato vi erano le cucine, mentre al secondo piano dormiva la servitù.

Il piano terra ruota con i suoi ambienti comunicanti tra loro, intorno alla centrale Sala da ballo (che originariamente, nel progetto portato a termine da Giuseppe Valadier, era la Salle à manger).

atrio/bookshop del Casino Nobile
La visita ha inizio nell'atrio dove sono poste una base moderna con frammento di sarcofago del III secolo d.C., opera del XVIII secolo della bottega Cavaceppi, e una base moderna composta da un'ara antica del II/III secolo d.C.
Le due basi erano un tempo posizionate nel parco della villa.

base moderna con frammento di sarcofago (sarcofago III secolo d.C. - opera del XVIII secolo della bottega Cavaceppi)
base moderna composta da un'ara antica (II/III secolo d.C.)
Dopo aver oltrepasssato il bookshop allestito nell'atrio, si entra nell'Ingresso di forma ellittica, con dodici colonne in marmo.
Le pareti di questo ambiente sono dipinte a finto marmo fior di pesco.

Ingresso
Sul soffitto, decorato a stucco, sono rappresentati gli stemmi della famiglia Torlonia tra figure allegoriche della Fama.

decorazione a stucco del soffitto dell'Ingresso con stemma Torlonia
Il pavimento, in marmo di Carrara e bardiglio, imita nel disegno il soffitto.

pavimento dell'Ingresso
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Dall'Ingresso si accede a destra al Vestibolo A .

Vestibolo A
Le pareti di questo ambiente hanno un rivestimento che imita il marmo giallo antico.
Nel soffitto cassettonato le decorazioni a stucco riproducono fogli d'acanto e rosette.

soffitto del Vestibolo A
particolare degli stucchi del Vestibolo A
Nel Vestibolo A, simmetrico al Vestibolo B dell'altra ala del pian terreno, sono esposte alcune sculture:

- Pandora e Pudicitia, due copie di B.Cavaceppi (XVIII secolo) delle due statue romane antiche conservate ai Musei Capitolini, che con le altre due statue del Fauno e dell'Amazzone (conservate nel Vestibolo B), erano poste sull'ingresso monumentale su Via Nomentana di Villa Torlonia (oggi sostituite da copie).

Pandora (B.Cavaceppi - copia in marmo del XVIII secolo dell'originale romana di Villa Adriana oggi ai Musei Capitolini)
Pudicitia (B.Cavaceppi - copia in marmo del XVIII secolo della Pudicitia Capitolina del II secolo d.C.)
- il busto di Caracalla, calco in gesso dal busto antico in porfido conservato ai Musei Capitolini, opera di B.Cavaceppi (XVIII secolo), posto prima in una delle nicchie della Tribuna con Fontana della villa.

busto di Caracalla (copia in gesso dell'Atelier Cavaceppi dell'originale conservato ai Musei Capitolini)
- il busto di Adriano in marmo di Carrara, prima posto sulla balaustra del Casino dei Principi della villa.

busto di Adriano (testa del XVIII secolo dell'Atelier Cavaceppi copia dell'originale del III sec.d.C)
- una testa virile in gesso eseguita dall'Atelier Cavaceppi riproducente probabilmente l'erma del filosofo Antistene (V/IV secolo a.C.).

Testa virile (copia in gesso del XVIII secolo dell'Atelier Cavaceppi forse dell'erma di Antistene)
Queste sculture, insieme al resto della Collezione Cavaceppi, furono acquistate da Giovanni Torlonia dallo sculture e restauratore Bartolomeo Cavaceppi nel 1800.

Ritornati nell'Ingresso, si passa a sinistra di questo nel secondo vestibolo, il cosiddetto Vestibolo B, simmetrico e gemello nella struttura a quello visitato in precedenza.

Vestibolo B
L'ambiente ha pareti che imitano la breccia corallina e soffitto a cassettoni con stucchi in parte dorati, con puttini, girali e rosoncini.

soffitto del Vestibolo B
particolari del soffitto del Vestibolo B
Sono esposte nel Vestibolo B le altre due statue che in origine si trovavano sui Propilei dell'ingresso alla villa su Via Nomentana:

- il Fauno  di B. Cavaceppi (XVIII secolo) in marmo di Carrara, è la copia del cosiddetto "Fauno bianco" del II secolo, che era a sua volta la copia di un originale in bronzo di epoca tardo ellenistica.

Fauno (copia B. Cavaceppi di un originale di II sec.d.C.- XVIII secolo)
- l'Amazzone, opera in marmo di Carrara di B.Cavaceppi (XVIII secolo), di tipo "Amazzone Mattei" (questa già copia dell'originale in bronzo di V secolo a.C.), conservata ai Musei Capitolini.

Amazzone ((copia di B. Cavaceppi dell'"Amazzone Mattei" - XVIII secolo)
E' esposto in questo ambiente anche il frontone di edicola con simboli di Fortuna  (I/II secolo d.C.), proveniente dal Mausoleo di Claudia Semne (sulla Via Appia), moglie di Marcus Ulpius Crotoniensis, liberto dell'imperatore Traiano.
Andato ad adornare un edificio della villa e scomparso nel 1909 per l'ampliamento della Via Nomentana, il frontone è di recente stato ritrovato nei magazzini del Teatro della villa.

frontone di edicola con simboli di Fortuna (I/II sec.d.C. - dal Mausoleo di Caudia Semne)
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Proseguendo in senso orario la visita del pian terreno intorno alla sala centrale, si accede al Bagno, un ambiente d'ispirazione rinascimentale (la cosiddetta "stufa").

decorazioni pittoriche e stucchi del Bagno
L'ambiente è diviso da colonne antiche in alabastro con capitelli compositi in marmo.

parete di fondo del Bagno
Sulla parete di fondo, dietro le colonne, era posizionata una vasca da bagno in alabastro.

Le pitture sono eseguite con la tecnica ad olio su muro. 
Le grottesche sul fondo rosso delle pareti e della volta sono opere di Giovan Battista Caretti.

grottesche su fondo rosso (G.B.Caretti)
grottesche della volta
volta del Bagno
stemma dei Torlonia al centro della volta
Tra le grottesche i riquadri che riportano scene mitologiche a tema acquatico o erotico, con divinità femminili, sono di Pietro Paoletti.

Il fiume Nilo (P.Paoletti)
Nettuno (P.Paoletti)
Pan e Siringa (P.Paoletti)
Leda e il cigno (P.Paoletti)


Diana e Callisto (P.Paoletti)
Il ratto di Europa (P.Paoletti)
Venere e Cupido (P.Paoletti)


Nascita di Venere (P.Paoletti)
Sulla parete di fondo Paoletti ha rappresentata Galatea.

Galatea (P.Paoletti)
Qui, sulla volta dietro le colonne, è raffigurato Ila rapito dalle Ninfe.

Ila rapito dalle Ninfe
Annamaria Torlonia, la figlia di Alessandro che ereditò la villa, fece trasformare il Bagno in Cappella: le pareti vennero così ricoperte da stoffe da parati.
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La prossima sala che si visita è la Biblioteca.

Biblioteca
Solo il soffitto dipinto a cassettoni monocromi si è conservato.

soffitto con decorazione a cassettoni monocroma della Biblioteca
Nel riquadro centrale Pietro Paoletti ha rappresentato Dante che con Virgilio incontra nel limbo i poeti dell'antichità.

Dante che con Virgilio incontra nel limbo i poeti dell'antichità (P.Paoletti)
Al centro della sala si trova la statua della Danzatrice con dito al mento, una copia di autore sconosciuto della cosiddetta "Danzatrice Manzoni" del Canova, oggi scomparsa.
Questa statua ornava una nicchia della Tribuna della Fontana nel parco della villa.

Danzatrice con dito al mento (autore ignoto)
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La volta affrescata con un finto pergolato dà il nome alla prossima saletta: la Stanza a "Berceau".

Stanza a "Berceau"
Lo stemma dei Torlonia circondato da puttini, un tempo occupava la parte centrale del soffitto.
Sono andate perse anche le decorazioni delle pareti con rappresentazioni di vedute di Giovan Battista Caretti.

volta della Stanza a "Berceau"
particolare della decorazione con traforo della volta della Stanza a "Berceau"
Oggi la sala conserva tre dei dieci rilievi in stucco eseguiti da Antonio Canova per decorare le pareti della Sala da Ballo (al tempo Salle à manger).
I rilievi furono rimossi da Giovan Battista Caretti per trasformare ed adibire a nuovo uso la sala, per volere di Alessandro Torlonia nel 1832.

Danza dei Feaci (A.Canova)
Morte di Priamo (A.Canova)
Socrate che beve la cicuta (A.Canova)
Questi rilievi superstiti furono ritrovati nel 1997 nei sotterranei del Teatro della villa, durante dei lavori di ristrutturazione.
Altri esemplari simili a questi sono conservati nel Museo Correr di Venezia o fanno parte collezione delle Assicurazioni Generali.______

Nella sala seguente priva di decorazione sono esposti pannelli che raccontano la storia di Villa Torlonia, dei suoi proprietari e dei restauri eseguiti negli ultimi anni per riportarla ai suoi splendori, corredati di disegni e foto dell'epoca.

sala documentativa
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Segue il Portico, progettato dal Valadier per collegare le due ali del palazzo.

Portico
Ampie porte vetrate tra colonne di ordine tuscanico in travertino illuminano il passaggio e regalano una visuale sulla parte meridionale del parco.
Nelle portefinestre sono inseriti dei vasi in ferro che servivano a decorare con fiori il passaggio.

portefinestre tra colonne del Portico
portico visto dall'esterno del Casino Nobile
Sono esposte in questo ambiente le statue di:

- Athena Parthénos (collocata forse nel parco della villa, nel Tempio di Minerva demolito nel 1910), copia romana del II/III secolo d.C. della statua realizzata da Fidia per il Partenone di Atene nel V secolo a.C.
 
Athena Parthénos (II/III sec.d.C.)
- Cerere o statua del tipo "Grande Ercolanense", del II secolo d.C., collocata nel parco della villa vicino alle Scuderie Nuove.

Cerere (II sec.d.C.)
Le due opere antiche furono restaurate da B.Cavaceppi nel XVIII secolo.
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All'altro capo del Portico si trova un'altra saletta adibita a sala video.

La visita continua nella cosiddetta Camera di Psiche.

Camera di Psiche
volta a padiglione della Camera di Psiche
La sala prende il nome dalle decorazioni pittoriche dei sette riquadri della volta a padiglione, rappresentanti la Storia di Psiche, ispirate dagli affreschi di Raffaello nella Villa Farnesina, eseguiti qui da Pietro Paoletti.

Amore e Giove (P.Paoletti)
Psiche e Amore dormiente (P.Paoletti)
Psiche davanti a Venere (P.Paoletti)
Psiche e Giove (P.Paoletti)
 Nel centro della volta Mercurio introduce Venere al cospetto di Giove.

Mercurio introduce Venere al cospetto di Giove (P.Paoletti)

I riquadri sono inserti tra le grottesche realizzate da Giovan Battista Caretti.

Al centro della sala trova spazio la statua di Diana cacciatrice, opera di Ercole Dante della scuola di Bertel Thorvaldsen (XIX secolo).
La statua in marmo di Carrara era posizionata nel parco della villa tra il Casino dei Principi e le Scuderie Vecchie.

Diana cacciatrice (XIX secolo - Ercole Dante della scuola di Bertel Thorvaldsen)
Sono qui esposte anche la statuetta in gesso di un Satiro di Bartolomeo Cavaceppi (XVIII secolo), calco di una statuetta in marmo oggi presente a Villa Albani, e una Testa di donna in marmo di Carrara dell'Atelier Cavaceppi, trovata nei sotterranei del Teatro della villa.

Satiro (Bartolomeo Cavaceppi - XVIII secolo)
Testa di donna (Atelier Cavaceppi)
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La sala successiva chiamata Sala dei poeti e degli artisti, come ben si può intuire, prende il nome dai 32 ritratti in stile neo-rinascimentale, eseguiti da Pietro Paoletti, all'interno di una dipinta architettura in stile gotico con prospettive e sfondati.

Camera dei poeti e degli artisti
finte architetture gotiche nella Camera dei poeti e degli artisti
Camera dei poeti e degli artisti
ritratti della Camera dei poeti e degli artisti (da sinistra: Jacopo Tintoretto, Antonio Pordenone e Vittore Carpaccio)
Ogni medaglione porta il nome del personaggio rappresentato.

Michelangelo Buonarroti
Raffaello Sanzio
Tiziano Vecellio
Antonio Correggio
Leonardo da Vinci
Torquato Tasso

Dante Alighieri

Francesco Petrarca

Ludovico Ariosto

Non mancano i ritratti di due illustri personaggi femminili, muse ispiratrici di Dante e di Petrarca: Beatrice Portinari e Laura De Sade.

Beatrice Portinari
Laura de Sade
Nel medaglione dedicato a Giorgio Vasari, posto sopra la finestra, è stato ritratto Carlo Torlonia, fratello morto prematuramente di Alessandro Torlonia.

Giorgio Vasari con le sembianze di Carlo Torlonia
 La sala era un tempo decorata anche da vedute e vetri colorati alle finestre.

E' esposta nella sala la cosiddetta Diana gabina, replica in ghisa del XIX secolo dell'antica statua in marmo Diana di Gabii  (oggi al Museo del Louvre a Parigi), ritrovata da Gavin Hamilton negli scavi dell'antica città di Gabii per volere di Marcantonio IV Borghese (1792).

Diana gabina (XIX sec.)
La statua decorava il parco della villa ed era posta nelle vicinanze del Villino Medievale.
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Visitiamo ora la sala centrale e più importante del pian terreno: la Sala da Ballo.

Sala da Ballo
La sala ha un'altezza di due piani.
Come è stato già detto, era adibita a Salle à manger nell'originale progetto di Valadier e poi venne trasformata, per volere di Alessandro Torlonia, in sala per le feste da Giovan Battista Caretti.

Sala da Ballo
Vennero così aggiunte le due tribune laterali per l'orchestra, poggianti su colonne scanalate in marmo di Carrara dai capitelli molto lavorati.

colonne scanalate con capitelli molto lavorati delle tribune laterali
una tribuna laterale della Sala da Ballo
soffitto con stucco bianco e dorato del sotto tribuna
soffitto sotto le tribune
particolare del soffitto sotto le tribune
I soffitti delle tribune sono in lacunari in stucco bianco e dorato con girali, amorini e figure alate.

soffitto a lacunari di una tribuna
L'architrave in stucco e dorature con rappresentazioni di amorini è opera di Pietro Galli.

architrave della Sala da Ballo (P.Galli)
Le pareti sono in marmoridea (scaiola mescolata e plasmata), che imita il giallo antico.
Un pavimento di marmi policromi ha sostituito quello originale a mosaico, imitante quello famoso a tema nilotico di Palestrina, rimosso nel 1888.

volta della Sala da Ballo
Nella volta, affrescata da Domenico Trojetti e Leonardo Massabò, sono rappresentate le Storie di Amore in tondi ed esagoni.

Nascita d'uno dei Numi (D.Trojetti)
Il Nume che rapisce il fulmine di Giove (D.Trojetti)
Il Nume che fugge in braccio alla Terra (D.Trojetti)
Nume presentato alle principali divinità (D.Trojetti)
Amore sublimato dalle Ninfe (L.Massabò)
Ganimede e Amore che giocano a dadi (D.Trojetti)
Giove e Amore (D.Trojetti)
Amore disarmato da una Ninfa (D.Trojetti)
Amore dona il cinto a Venere (D.Trojetti)
Nelle lunette, un tempo occupate da specchi, sono stati invece raffigurati da Leonardo Massabò il Volo delle Tre Grazie e il Volo delle Dodici Ore, mentre da Francesco Coghetti il Parnaso.

lunetta: Volo delle Dodici Ore - ottagoni: Amore disarmato dalla castità (sinistra), Amore che trionfa su tutti gli dei (al centro) e Amore che trionfa sulla Forza e viene coronato dalla Bellezza (destra) - (Leonardo Massabò)
lunetta: Volo delle Tre Grazie - ottagoni: Amore che fugge da Imene ed è ascoltato da Venere (sinistra), Giove e Amore (centro) e Amore che tenta di sedurre la Castità (destra) - (Leonardo Massabò)
Parnaso (Francesco Coghetti)
Sul monte Parnaso sono stati raffigurati intorno ad Apollo personaggi illustri di varie epoche: Omero, Dante e Beatrice, Francesco Petrarca, Ludovico Ariosto, Torquato Tasso, Vittorio Alfieri, Isacco Newton, Galileo Galilei, Keplero.

Due sono le sculture esposte in questa sala:

- un Togato, una statua in marmo del I secolo d.C. che fu restaurata da B.Cavaceppi e che fu trovata in una nicchia della Tribuna con Fontana nel parco della villa.

Togato (I sec.d.C. - restauro di B.Cavaceppi)
- un'Afrodite, una statua in marmo del II/III secolo d.C., restaurata da B.Cavaceppi, che era collocata in una nicchia dei Finti Ruderi nel parco della villa. 

Afrodite (II/III sec.d.C. - restaurata da B.Cavaceppi)
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Usciti dalla Sala da Ballo verso l'Ingresso, un piccolo ambiente accoglie la scala in marmo, opera di Giovan Battista Caretti, che conduce al piano superiore.

ambiente che ospita la scala del Casino Nobile
scala del Casino Nobile
scala del Casino Nobile


decorazione della scala
scala
La ringhiera a balaustre in bronzo cesellato, con stelle comete che richiamano lo stemma della famiglia Torlonia, è di Filippo Ghirlanda.

particolare della ringhiera della scala
Qui è esposto un Torso di Herakles su un'erma moderna (II/III secolo d.C. e restaurato da B.Cavaceppi nel XVIII secolo), che occupava una delle nicchie esterne del Teatro della villa.

Torso di Herakles su un'erma moderna (II/III secolo d.C.- restaurato da B.Cavaceppi)
Salendo la scala, sul pianerottolo intermedio, si noti una delle bocchette dell'impianto di riscaldamento del palazzo.
 

bocchetta dell'impianto di riscaldamento
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PRIMO PIANO

Il primo ambiente in cui si entra saliti al primo piano è la cosiddetta Anticamera, aperta sulla terrazza del pronao della facciata principale del palazzo.

Anticamera
affaccio sulla terrazza del pronao
Sulla volta a cassettoni monocromi sono stati rappresentati da Decio Trabalza l'Aurora, il Giorno e la Notte .

volta a cassettoni monocromi dell'Anticamera
Notte (D.Trabalza)
Giorno (D.Trabalza)
Aurora (D.Trabalza)
particolare del fregio con stemmi dei Torlonia sulla sovrapporta dell'Anticamera
Sono qui riuniti tre busti virili acefali in marmo: due di essi, che ornavano la balaustra del Casino dei Principi, appartenevano alla Collezione Cavaceppi., mentre il terzo è un originale del II secolo d.C.

busto virile loricato (XVIII sec. - Atelier Cavaceppi)
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La visita può continuare sia a destra che a sinistra dell'Anticamera, in quanto le due ali del palazzo non comunicano, come nel pian terreno, nella facciata meridionale, e quindi si deve tornare sui propri passi per visitare poi l'altra ala.

Noi andiamo verso destra, nell'ala orientale, entrando nella Sala di Bacco.
In questa sala, dalla forma ottagonale e polilobata, le decorazioni sono molto ricche.

Sala di Bacco
Giovan Battista Caretti si è occupato di dipingere grottesche con testine e piccoli paesaggi.

grottesche e paesaggi nella volta della Sala di Bacco (G.B.Caretti)
particolare delle testine dipinte sulle pareti della Sala di Bacco (G.B.Caretti)
grottesche e paesaggi della Sala di Bacco (G.B.Caretti)
Francesco Podesti invece ha dipinto tra di esse tre cicli di affreschi: le Storie di Bacco (nella parte alta delle pareti, delle nicchie e nella volta), le Stagioni  e i Tre Continenti.

nel medaglione della volta Storie di Bacco (F.Podesti)
nel medaglione della volta Storie di Bacco (F.Podesti)
nel medaglione della volta Storie di Bacco: Bacco presentato a Giove da Cibele (F.Podesti)
nel medaglione della volta: Storie di Bacco (F.Podesti)
nicchia: Storie di Bacco (in alto) - I Tre Continenti : Europa (in basso)
parete: Storie di Bacco (in alto) - Stagioni: Estate (in basso)
nicchia: Storie di Bacco (in alto) - Stagioni: Inverno (in basso)
parete: Storie di Bacco (in alto) - Stagioni: Primavera (in basso)


nicchia: Storie di Bacco (in alto) - I Tre Continenti: Africa (in basso)
Storie di Bacco
I Tre Continenti: Africa (F.Podesti)
Stagioni: Autunno (F.Podesti)
Stagioni: Estate (F.Podesti)
Essendo crollata la parte centrale del soffitto di questa sala, nel restauro reso necessario è stato riproposto il disegno geometrico ma è stato lasciato vuoto il riquadro nei quale vi era raffigurato Bacco che ritrova Arianna a Creta.

volta della Sala di Bacco
Un mosaico policromo con raffigurato Ercole bambino che strozza i serpenti ricopre la parte centrale del pavimento della sala.

mosaico del pavimento della Sala di Bacco: Ercole bambino che strozza i serpenti
particolare del mosaico della Sala di Bacco
marmi policromi del pavimento della Sala di Bacco
Intorno al mosaico centrale vi sono intarsi di marmi colorati e nelle nicchie altri piccoli mosaici con i simboli delle fatiche di Ercole.
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Si accede quindi alla Camera gotica.

Camera gotica
La decorazione ad affresco della finta architettura di una loggia con finte vetrate è opera di Giovan Battisti Caretti.

Nei due tondi del soffitto, a cuspidi e intagli, Pietro Paoletti ha rappresentato scene tratte dalla "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso.

Armida rapisce Rinaldo addormentato (P.Paoletti)
Armida tra i Pastori (P.Paoletti)
Il pavimento in marmo richiama i motivi gotici della stanza.

pavimento a disegni gotici
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Il piccolo ambiente successivo è chiamato Gabinetto di Venere dalla raffigurazione della Toletta di Venere, opera di Luigi Cochetti, rappresentata in un riquadro al centro del soffitto dipinto a cassettoni.

soffitto dipinto a cassettoni con Toletta di Venere (L.Cochetti)
Dalla Casina Valadier provengono i due mobili ottocenteschi che arredano l'ambiente.

mobile ottocentesco
mobile ottocentesco






















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Ultimo ambiente che si visita in quest'ala del primo piano del palazzo è una Camera da letto, simmetrica ed arredata nello stile di quella terminale dell'ala occidentale del palazzo.

Camera da letto dell'ala orientale
decorazione del soffitto della Camera da letto
Della decorazione della camera è rimasta solo quella del soffitto a finto baldacchino con al centro raffigurata la Toletta di Venere di Pietro Paoletti.

Toletta di Venere di Pietro Paoletti.
I mobili appartenuti alla famiglia Torlonia sono in stile barocco genovese XVII secolo).

mobili in stile barocco ligure della Camera da letto
particolare della testata del letto
Questa camera da letto divenne, nel periodo in cui la famiglia di Benito Mussolini ebbe in affitto il palazzo (1925/1943), la camera di Donna Rachele.

La terrazza con vetrate che congiungeva le due camere da letto fu smantellata per volere di Mussolini per crearvi due bagni padronali.
 
terrazza di congiunzione delle due ali del palazzo e finestra a lunetta della Sala da Ballo
Nel recente restauro del palazzo i bagni sono stati tolti per ridare alla finestra centinata della sottostante Sala da Ballo, l'illuminazione naturale originale.
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Ritornati indietro sui nostri passi sino all'Anticamera, si visita ora l'ala occidentale del palazzo.

Il primo ambiente, speculare alla Sala di Bacco, è la Sala di Alessandro.
 
Sala di Alessandro
Questa era la sala da pranzo del palazzo, quando la Salle à manger del pian terreno fu trasformata in Sala da Ballo.
Le consolle in marmo e legno intarsiato e dorato lungo le pareti infatti avevano un uso di servizio.

consolle lungo la Sala di Alessandro
La sala prende il nome dal soggetto delle decorazioni: affreschi, stucchi, statue in marmo rimandano alle gesta di Alessandro il Macedone, un'allusione elogiativa ad Alessandro Torlonia.

Nelle nicchie delle pareti si trovano le statue di Apollo e di nove Muse.

nicchie della Sala di Alessandro con statue di Muse: Melpomene, Tersicore ed Erato
statua di Apollo
Il fregio in stucco, copia di quello in marmo presente nel palazzo del Quirinale, è opera di Berthel Thorvaldsen.
Rappresenta il Trionfo di Alessandro a Babilonia.

particolare del fregio in stucco con Trionfo di Alessandro a Babilonia (B.Thorvaldsen)
Artisti della cerchia di Thorvaldsen e di Pietro Tenerani hanno affrescato sulle pareti Figure Allegoriche e Putti che richiamano gli attributi dell'eroe macedone.

Figura Allegorica con putti  (allievi del Thorvaldsen)
Figura Allegorica (allievi del Thorvaldsen)
Putto (allievi del Thorvaldsen)
Nella volta Francesco Coghetti ha raffigurato Scene della vita di Alessandro.

volta della Sala di Alessandro con Scene della vita di Alessandro (F.Coghetti)
Alessandro entra a Babilonia (F.Coghetti)
Battaglia di Isso (F.Coghetti)
Battaglia di Granico (F.Coghetti)
 Il pavimento, opera di Carlo Senni, è un mosaico del tipo "all'etrusca".

mosaico "all'etrusca" e stemma Torlonia della Sala di Alessandro
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Si visita poi la Sala Egizia.


La decorazione della sala s'ispira a soggetti che riportano all'antico Egitto.
Giovan Battista Caretti ha dipinto architetture che imitano il basalto, colonne e geroglifici che incorniciano riquadri nei quali Luigi Fioroni ha rappresentato le Storie di Cleopatra.

Incontro tra Antonio e Cleopatra (L.Fioroni)
L'incoronazione di Antonio e Cleopatra (L.Fioroni)
Cleopatra inginocchiata davanti ad Antonio (L.Fioroni)
nel riquadro a destra della finestra: impersonificazione del Nilo (L.Fioroni)
La parte interna delle porte di questa sala è decorata con geroglifici.

Anche sul pavimento in marmo bianco e bardiglio, con intarsi in giallo antico che riproducono geroglifici, sono inseriti due riquadri a mosaico con scene ispirate alla Storia di Antonio e Cleopatra.

pavimento in marmo e mosaico della Sala Egizia
mosaico del pavimento della Sala Egizia: Incontro tra Cleopatra ed Antonio
mosaico del pavimento della Sala Egizia: Cleopatra inginocchiata davanti ad Antonio
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Si passa quindi nella cosiddetta Stanza di passaggio, un piccolo ambiente che, durante il soggiorno di Mussolini nella villa, fungeva da boudoir.

Le pareti in quel periodo furono ricoperte da carta da parati.
Si è trovata durante i restauri la decorazione di un fregio con decorazioni ad affresco.

Oggi nella stanza sono esposti quei frammenti della decorazione della Cappella di Sant'Alessandro, realizzata da Giovan Battista Carettii nel 1835, ma demolita nel 1903.
Questi reperti furono ritrovati nei sotterranei del Teatro della villa nel 1997.

formella con puttini (forse di C.Aureli)
lunetta con Madonna e Santi (forse di C.Aureli)
paliotto con due angeli (forse di C.Aureli)
frammenti di pavimento cosmatesco (XIX sec.)
formella con angelo (forse di C.Aureli)
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Ultimo da visitare in questo piano del palazzo è la Camera da letto dell'ala occidentale.

Camera da letto
Simmetrica alla camera da letto dell'altra ala, questa camera appartenuta a Giovanni jr Torlonia, ospitò poi Mussolini .

La decorazione di Giovan Battista Caretti imita anche in questa camera un drappeggio di un baldacchino.

drappeggio dipinto nel soffitto della Camera da letto (G.B.Caretti)
In un tondo al centro della volta è stato dipinto da Pietro Paoletti Il Sonno portato in volo dai Sogni (i figli Morfeo, Icelo e Fantaso).

Il Sonno portato in volo dai Sogni (P.Paoletti)
L'arredo della camera di stile barocco genovese è originale.

letto (XX sec.)

camino e consolle (XX sec.)








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Finisce qui la visita del primo piano del Casino Nobile e del Museo della Villa.

lucernario del vano scala
decorazione monocroma del lucernario della scala
                    

SECONDO PIANO

La visita può continuare salendo al secondo piano, piano riservato alla servitù come i seminterrati del palazzo.
Durante la residenza alla villa della famiglia Mussolini, in questo piano avevano le loro camere i figli del Duce.

In questo piano è stato allestito l'altro museo del Casino Nobile: il Museo della Scuola Romana, che raccoglie le opere di artisti che hanno lavorato a Roma nel periodo a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale.


sala espositiva del Museo di Scuola Romana
sala espositiva del Museo di Scuola Romana
Le opere e gli artisti qui esposti si possono suddividere in più correnti:

- Realismo magico: Antonio Donghi, Francesco Trombadori, Riccardo
  Francalancia, Ferruccio Ferrazzi.

da sinistra a destra: Melograni e colombe - Natura morta - Il corridoio dei Papi (F.Trombadori)
Ritratto di Elena Micucci (F.Trombadori)
Paese d'Abruzzo (F.Trombadori)
Nudo di donna (F.Trombadori)
Valle violata (A.Donghi)
Gru sul Tevere (R.Francalancia)
Ritratto di Gustavo (R.Francalancia)
Natura morta con tazzine (A.Donghi)
Pioggia d'autunno (a sinistra - F.Ferrazzi) - Diavoleria (al centro - F.Ferrazzi) - Domenica o Nudo all'aperto (a destra - F.Ferrazzi)

- "Scuola di Via Cavour”: Mario Mafai, Antonietta Raphaël.

Modello (M.Mafai)
Lezione di Piano (M.Mafai)
Leda e il cigno (A.Raphaël)
La danza (A.Raphaël)
Le tre sorelle (A.Raphaël)
Miriam che dorme (A.Raphaël)
pittori tonali degli anni Trenta: Corrado Cagli, Giuseppe Capogrossi,
   Emanuele Cavalli, Roberto Melli, Guglielmo Janni.

Il giorno di S.Giovanni (C.Cagli)
Nudo e corazza (G.Capogrossi)

pitori del linguaggio “realista”: Alberto Ziveri, Fausto Pirandello, Renato
   Guttuso, il giovane Renzo Vespignani.

Treni a Portonaccio (a sinistra) - Periferia con gazometro (a destra) - (R.Vespignani)
Ragazza seduta con grembiule rosso (R.Guttuso)

Per la scultura sono presenti: Pericle Fazzini, Mirko Basaldella, Leoncillo Leonardi e un maestro dell’incisione come Luigi Bartolini.

sculture di A.Raphaël, P.Fazzini e L.Leonardi
Una rosa rosso scarlatto (L.Bartolini)
E poi ancora, provenenti dalla donazione della Collezione Ingrao Guina, opere del nostro dopoguerra di Mario Mafai, Mirko Basaldella, Corrado Cagli, Renato Guttuso, Luigi Bartolini, Mino Maccari, Nino Bertoletti, Alberto Burri, Giulio Turcato, Sebastian Matta, Pietro Consagra.
 
due opere Senza Titolo (R.Guttuso)
Senza Titolo (in alto - R.Guttuso) - Sacra Famiglia (in basso - R.Guttuso)
Falconiere (C.Cagli)
Lungo il Lungue Bungo (C.Cagli)
Oro e Nero (A.Burri)
E non mancano autoritratti di artisti.

autoritratti di artisti
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Testimonianza dell'occupazione delle truppe anglo-americane di Villa Torlonia e del Casino Nobile  (1943/1947), sono i graffiti anonimi di uccelli, danzatrici  e musicisti, lasciati sui muri di una sala di questo piano.

sala con graffiti del periodo anglo-americano
graffito
graffito

E qui finirebbe la visita del Casino Nobile...ma c'è anche da ricordare che durante la residenza di Benito Mussolini nel palazzo, egli volle farsi costruire un bunker (mai finito) e un rifugio antigas e antiaereo nei sotterranei.

bunker di Mussolini
Oggi, dopo essere stati messi in sicurezza, si possono visitare... ma questo è tutto un altro post!
(http://www.sotterraneidiroma.it/focus/bunker-mussolini)

www.museivillatorlonia.it
Orario:                martedì/domenica   9.00/19.00
Costi:  9,50€        Casino Nobile + Casina delle Civette
           7,50€        Casino Nobile
           6€             Casina delle Civette
           4€             audioguide


CONCLUSIONI
La possibilità di una visita a questi musei nel "museo" non è conosciuta a molti, neanche a chi abita a Roma.
Consiglio quindi, a chi non conoscesse la residenza di una delle famiglie aristocratiche romane che sono state tra le più ricche di opere d'arte per le loro possibilità economiche, di visitare in generale Villa Torlonia con il suo parco e i suoi edifici di gusto eclettico, e in particolare il Casino Nobile.
Credo che per molti risulterà una gradita sorpresa, anche per scoprire un tassello della nostra storia più recente.


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