sabato 2 aprile 2016

Roma: la Casina dele Civette a Villa Torlonia


Ancora vi parlerò di una una visita in un edificio di Villa Torlonia...il più particolare, il più eclettico, il più fiabesco: la Casina delle Civette.

Quando Alessandro Torlonia ereditò dal padre Giovanni la tenuta di Villa Torlonia, incaricò l'architetto Giuseppe Jappelli, già celebre creatore di giardini all'inglese, di strutturare il parco della villa.
Fu così che vennero creati viali, vialetti, una collinetta artificiale e dietro a questa, una costruzione simile ad uno chalet, la cosiddetta Capanna Svizzera.

Casina delle Civette
La nuova costruzione aveva una forma ad L, presentava un corpo poligonale aggiunto, murature a vista in mattoni e pietre, tetti dalle falde spioventi ricoperte da grigie lastre di ardesia e scale e balaustre in legno.

Alla morte di Alessandro Toirlonia, la villa passò alla figlia Annamaria andata in sposa a Giulio Borghese.
Successivamente la proprietà venne ereditata dal figlio Giovanni jr che incaricò nel 1909 l'architetto Enrico Gennari di trasformare la Capanna Svizzera in un "Villaggio Medioevale".
Fu in questa occasione che venne aggiunto un nuovo corpo nella parte nord.

Casina delle Civette
Poi, nel 1914 l'architetto Venuto Venuti innalzò e collegò al corpo centrale mediante una piccola galleria in legno, un basso edificio adibito a magazzino che si trovava vicino alla casina, dando vita ad una dependance della residenza.

passaggio aereo in legno tra Casina delle Civette e dependance
L'ampliamento della parte meridionale della casina si deve all'architetto Vincenzo Fasolo, che lo realizzò nel 1917 aggiungendo anche un portico voltato.

portico voltato
Vennero poi inserte le vetrate policrome che caratterizzano fortemente l'insieme decorativo.
Furono realizzate dal Laboratorio Picchiarini con i cartoni preparatori di artisti che furono i fautori dello stile liberty romano: Duilio Cambellotti, Umberto Bottazzi, Vittorio Grassi, Paolo Paschetto e lo stesso Cesare Picchiarini.

capitello con civetta
La costruzione prese l'aspetto attuale e la denominazione di Casina delle Civette per le sue decorazioni, che insistentemente richiamano il soggetto della civetta.

soprapporta con vetrata con civette
Il principe Giovanni jr, dal carattere introverso e amante dell'esoterico, si volle trasferire a vivere negli ambienti intimi della casina, cedendo successivamente in affitto il Casino Nobile alla famiglia di Benito Mussolini.

Il principe morì senza eredi diretti nel 1938.
Nel 1944 le truppe anglo-americane occuparono la villa e arrecarono alla casina ingenti danni.

A causa di un lungo periodo d'abbandono e dell'incendio scoppiato nel 1991, la Casina delle Civette, nel frattempo acquistata dal Comune con il resto di Villa Torlonia (1977), dovette essere restaurata e venne trasformata poi nel Museo della Vetrata Artistica e nella Biblioteca delle Arti Applicate, aperti al pubblico nel 1997.

Torrette, bow-windows, loggette, balconi, portici, pinnacoli caratterizzano l'esterno della casina.

particolari esterni della Casina delle Civette

particolare esterno della Casina delle Civette

particolare esterno della Casina delle Civette

torretta della Casina delle Civette
I tetti sono stati coperti da vari materiali: rame, lastre di ardesia, tegole a forma di squama in cotto smaltato dai colori vivaci e dagli accostamenti cromatici insoliti, coppi di giunzione a foglie d'acanto.

tetto policromo del Bagno del principe della Casina delle Civette
tetto policromo
Lo stile liberty si riconosce esternamente oltre dalle bellissime vetrate (che non hanno subito danni perché erano state fortunatamente tolte e messe in sicurezza), anche per l'uso del ferro battuto delle lanterne d'illuminazione, e per l'uso della ceramica dei tetti e della lunetta soprapporta.

lanterna in ferro battuto

Veniamo ora alla visita degli ambienti interni articolati sui due piani della casina.

Varcato un piccolo portico ci si immette nella Hall.

Hall della Casina delle Civette
Come già detto, quest'ambiente non faceva parte dell'originale Capanna Svizzera: la parete che ci si trova davanti entrando, era la parete esterna di questa iniziale costruzione, di cui mantiene il portico, le finestre ad arco e la decorazione a finto bugnato.
La scala in legno posta nella hall è sorretta da una colonna in cipollino.

finestra ad arco dalla quale s'intravede la decorazione delle pareti della Hall
Il passaggio tra il parco e l'interno è considerato nelle decorazioni di questo ambiente: i trifogli e i festoni di frutta su fondo verde scuro delle pareti, richiama la decorazione delle maioliche policrome del pavimento, della ditta Richard Ginori.

piastrelle del pavimento della Hall (Richard Ginori)
Sulla parete sinistra è appeso un cartone della vetrata I Guerrieri o Visione eroica di Duilio Cambellotti (la vetrata si trova al Museo Boncompagni Ludovisi, una delle sedi della Galleria Nazionale d'Arte Moderna), che fu esposta nel 1912 alla Prima Mostra della Vetrata Artistica.

cartone per la vetrata I Guerrieri o Visione eroica (D. Cambellotti)
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Si entra ora nel cosiddetto Fumoir, un ambiente usato dal principe per fumare.
Al centro della sala è stata posta una vetrata a soggetti biblici di Paolo Paschetto proveniente dalla casa dell'artista.

Fumoir con vetrata a soggetti biblici della casa di Paolo Paschetto
L'ambiente, molto luminoso, prende luce dalle vetrate decorate con ghirlande di rose e nastri (Cesare Picchiarini), di un bow-window aggiunto nel 1910.

bow-window del Fumoir con vetrate a ghirlande di rose e nastri
Alle pareti sono appesi bozzetti dello stesso autore: L'aurora soave e l'alba rugiadosa, Il gabbiano, Rose e nastri, per le vetrate della Chiesa Metodista di Via Firenze, Fortitudo, Labor, Pax e Fiamma, e per le vetrate Rose, nastri e farfalle per il balcone delle rose del piano superiore della stessa casina.

Il gabbiano (P.Paschetto)
bozzetto: L'aurora soave e l'alba rugiadosa (P.Paschetto)
bozzetto: Rose e nastri (P.Paschetto)
bozzetti: Vetrate della Chiesa Metodista di Via Firenze (P.Paschetto)
bozzetti: Rose, nastri e farfalle (P.Paschetto)
bozzetto: Rose, nastri e farfalle (P.Paschetto)
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Si entra poi nel cosiddetto Salottino delle 24 Ore, di forma ottagonale a pagoda dipinto a roseto da Giovanni Capranesi.
Originariamente questa era una cucina rustica.

Salottino delle 24 Ore
Sulla volta, divisa in otto spicchi, è raffigurato un roseto scandito da elementi architettonici, e figure di fanciulle danzanti rappresentanti le ore.

particolare delle Ore danzanti e delle comete nella volta del Salottino delle 24 Ore
particolare delle Ore danzanti e delle comete nella volta del Salottino delle 24 Ore
Nel rosone centrale a stucco sono rappresentate rose.
Le rose e le comete che compaiono nella volta sono i simboli dello stemma dei Torlonia.

rosone centrale in stucco con rose della volta del Salottino delle 24 Ore
 Nella cornice compaiono fenici in stucco.

fenici in stucco nella cornice della volta
Il mosaico centrale del pavimento con Venere e Marte, proviene dal pavimento della Galleria del Casino dei Principi.

mosaico di Venere e Marte nel Salottino delle 24 Ore
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Si visita poi la Stanza dei trifogli, un ambiente in cui i trifogli sono protagonisti: negli stucchi del soffitto e del vano che era destinato ad accogliere un divano, nelle plafoniere circolari in ferro battuto e nel pavimento in graniglia verde-azzurra e giallo-ocra.
Il camino ottocentesco in marmo, con decorazioni a grottesche, è la copia di uno rinascimentale.

camino ottocentesco della Stanza dei trifogli
pavimento con motivi a trifoglio della Stanza dei trifogli
vano per il divano con decorazioni in stucco di trifogli nella Stanza dei trifogli
stucchi del soffitto della Stanza dei trifogli con decorazioni a trifoglio
plafoniere in ferro battuto della Stanza dei trifogli con motivi a trifoglio
Appesa ad una parete vi è la vetrata Ali e fiamme di Paolo Paschetto

vetrata: Ali e fiamme (P.Paschetto)
Sono qui esposti anche i bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour, di Paolo Paschetto.

bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour (P.Paschetto)
bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour (P. Paschetto)
bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour (P. Paschetto)
Nelle vetrate policrome di questa stanza sono rappresentati gli stemmi dei Torlonia sormontati da cimieri piumati.

vetrate della Stanza dei trifogli con stemmi dei Torlonia
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Un piccolo ambiente con altri bozzetti per le vetrate della Chiesa Valdese di Piazza Cavour appesi alle pareti introduce all'ambiente successivo.

bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour (P. Paschetto)

bozzetti di vetrate per la Chiesa Valdese di Piazza Cavour (P. Paschetto)
Il pavimento di questo ambiente di passaggio a grisaglia a rosa fu disegnato da Umberto Bottazzi.

Sala da pranzo e ambiente di passaggio (dietro la porta a vetri)
Le pareti della Sala da pranzo sono rivestite da una boiserie intagliata con bacche d'alloro e fronde, ed ha inserti in legno chiaro che formano nastri.

boiserie della Sala da pranzo
 Questi nastri sono contornati da quadrati in ottone.
Gruppi di spighe in ottone dividono i pannelli.

tondi porta piatti, mensole e decorazioni della boiserie della Sala da pranzo
I tondi della cornice in alto della boiserie un tempo contenevano piatti in ceramica con rappresentazioni di paesi.
Sulle piccole mensole invece poggiavano un tempo soldatini di piombo.

boiserie con porta piatti che incornicia una porta
Anche i tondi sul fregio in stucco con motivi a foglia di alloro e bacche del soffitto contenevano piatti in ceramica.
Intorno ai tondi vi erano piccole lampade.

fregio del soffitto della Sala da pranzo
Nelle vetrate delle finestre e delle porte, e della porta a vetri ad arco sono rappresentati tralci d'uva e foglie (Laboratorio Picchiarini).

vetrata della Sala da pranzo (vista dall'esterno)
vetrata della Sala da pranzo (vista dall'interno)
vetrata di una porta della Sala da pranzo
I bozzetti per vetrate esposti in questa sala sono di Umberto Bottazzi.

bozzetto: I tulipani (U.Bottazzi)
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Si entra poi nella Stanza del chiodo, la stanza usata dal principe come studio.

Stanza del chiodo
Il nome le deriva dalla grande finestra con tralci di vite con grappoli d'uva, opera di Duilio Cambellotti, la cui forma ricorda appunto un chiodo.
Il tema decorativo della vite si ripete anche negli stucchi del soffitto.

particolare della vetrata della Stanza del chiodo
vetrata detta "a chiodo" vista dall'esterno
Appesi alle pareti vi sono bozzetti per vetrate di Duilio Cambellotti, tra i quali anche quello della finestra "a chiodo", e cartoni preparatori per altre vetrate presenti al piano superiore della casina (Peonie gialle e rondini della Sala delle rondini), e alcune scomparse (L'alba, il giorno e la notte - Ciliegie).
Il bozzetto Le gazze fu la causa di diverbi tra il principe e l'autore, per motivi di valutazione economica dell'opera.

bozzetto: Vetrata detta "Il chiodo" (D.Cambellotti)
Le gazze (D.Cambellotti)
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L'ultima saletta da visitare al piano terra della Casina delle Civette è la cosiddetta Stanza delle civette, dal soggetto che compare nelle vetrate.

vetrata della Stanza delle Civette
Nella finestra tripartita,opera di Duilio Cambellotti, appaiono infatti due civette sopra tralci di edera e nastri.

particolare con civetta della vetrata
In origine questo ambiente era rivestito con una boiserie in stile impero (andata perduta), e dal soffitto scendeva un drappeggio.

I frammenti di vetrate presenti nella sala sono prove del Laboratorio Picchiarini.

frammenti di prova di vetrate (C.Picchiarini): Cavallo o Nubi invernali - rondini in volo (D.Cambellotti)
frammenti di prova di vetrate (C.Picchiarini): I guerrieri  e Le civette nella notte (D.Cambellotti)
Il frammento con la civetta era la prova per la vetrata, andata perduta, della Stanza da letto del principe al piano superiore della casina.

Sono sempre qui presenti i bozzetti per la vetrata L'albero e Le lucciole di Duilio Cambellotti.
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E' arrivato il momento di salire al primo piano dell'edificio per continuare la visita delle altre sale.

Il primo ambiente del percorso è il Bagno del principe.

Bagno del principe
Rimangono solo poche maioliche con ninfee (ditta Villeroy e Boch) del suo rivestimento parietale, che sono state raggruppate insieme e qui esposte.

maioliche del Bagno del principe(Villeroy e Boch)
Le due credenze con vetrinette pensili, con vetro smaltato con figure nude, sono opera di Duilio Cambellotti.

credenza con vetrinetta pensile (D.Cambellotti)
credenza con vetrinetta pensile (D.Cambellotti)
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Si passa quindi nell'attigua Camera da letto del principe, chiamata anche Stanza dei pipistrelli per la presenza di animali notturni come pipistrelli e civette.
Camera da letto del principe con testata di letto e tavolo-consolle
Arredano la camera una testata da letto in legno di castagno intagliato , una consolle con specchiera e un tavolo-consolle, comunque appartenuti alla Casina delle Civette.

Sono andati perduti i mobili decorati con animali notturni che arredavano la camera:  il letto con pomelli a forma di civette, i lumi da tavolo a forma di civette, la brocca per l’acqua a forma di civetta, la stoffa da parati con un disegno di civette stilizzate.

Dal soffitto, colorato in azzurro scuro come un cielo notturno, pende un lampadario in ferro battuto a foglie d'edera (o di papavero), con corona decorata da pipistrelli in volo.

soffitto della Camera da letto del principe con lampadario in ferro battuto
corona con pipistrelli del lampadario nella Camera da letto del principe
La bow-window della camera fungeva da studiolo.
Le sue vetrate con Civette nella notte (di cui rimane, come già detto, un frammento di prova nella Stanza delle Civette), sono andate perdute.

bow-window della Camera da letto del principe
Vetrate e bozzetti esposti in questa sala sono di Diulio Cambellotti (bozzetti per le vetrate con gli uccelli della Scala delle Stagioni), Umberto Bottazzi (I cigni e le vetrate per "Casa Zingone" al centro della camera) e Vittorio Grassi (L'Idolo).

bozzetti per le vetrate con gli uccelli della Scala delle Stagioni (D.Cambellotti)
I cigni (U.Bottazzi)
L'Idolo (V.Grassi)
vetrate per "Casa Zingone" (U.Bottazzi)
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Lo stretto Balcone delle rose, adiacente alla Camera da letto del principe, e che si affaccia sulla parte meridionale del parco, è chiuso da vetrate con soggetto di rose, nastri e farfalle, opera di Cesare Pischiarini su disegno di Paolo Paschetto.

Balcone delle rose
vetrate del Balcone delle rose
Le rose delle vetrate con le comete rappresentate nel pavimento in granaglia "alla veneziana", rimandano ai simboli araldici dei Torlonia.

particolare di una vetrata del Balcone delle rose
particolare di una vetrata del Balcone delle rose
Il balcone si apre su un terrazzino coperto da una loggetta sorretta da colonnine in marmo cipollino, i cui capitelli ricordano gli occhi di una civetta.

Balcone delle rose
terrazzino del Balcone delle rose con colonnine dai capitelli a occhi di civetta
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Tanto piccolo quanto ricco di decorazioni è il Salottino dei Satiri, di forma ottagonale, costituendo la sommità del corpo che al piano inferiore della casina  ospita l'ottagonale Salottino delle 24 Ore.

corpo ottagonale che ospita il Salottino delle Ore (pian terreno) e il Salottino dei Satiri (piano superiore)
Lungo il bordo dell'occhialone aperto sulla lanterna del cupolino sotto il quale si trova quest'ambiente, è posta la decorazione in stucco con piccoli satiri che denomina il salottino.

occhialone della lanterna del Salottino dei Satiri
Satiri in stucco che decorano l'occhialone della lanterna del Salottino dei Satiri
Sui lati del cupolino atri tre occhialoni sono decorati da vetrate a grappoli d'uva e foglie d'edera, opera di Duilio Cambellotti.

un occhialone con vetrata del Salottino dei Satiri
Il pavimento a mosaico riprende il tema delle foglie d'edera.

pavimento a mosaico con foglie d'edera del Salottino dei Satiri
Gli stucchi che corrono lungo le pareti raffigurano anch'essi tralci d'edera e lumachine.
Del lungo sedile in legno intagliato che correva lungo le pareti se ne è conservato solo una parte.

parte del sedile originale del Salottino dei Satiri
Una porta-finestra in vetro con decorazioni d'edera e nastri, permette l'accesso ad un minuscolo terrazzino in legno, coperto da un cupolino rivestito da boiseries le cui decorazioni ripropongono quelle degli stucchi interni.

porta-finestra con vetrata a foglie d'edera e nastri del Salottino dei Satiri
balconcino, lanterna e occhialone del Salottino dei Satiri
balconcino con parapetto e cupolino intagliati e colonnine dai capitelli a forma di lunachine del Salottino dei Satiri
Le colonne che sorreggono il cupolino hanno capitelli a forma di lumachine.

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Accanto al Salottino dei Satiri si trova, addossata alla costruzione della casina, la Scala delle Quattro Stagioni, che conduce dal piano superiore direttamente all'esterno.

Scala delle Quattro Stagioni vista dall'esterno
La stretta scala prende il nome dalle vetrate che decorano una sua fiancata, dedicate appunto alle Quattro Stagioni, eseguite su progetto di Vincenzo Fasolo.

Scala delle Quattro Stagioni
La vetrata che rappresentava l'Inverno è andata perduta.
La vetrata della Primavera non è originale, è stata rifatta dalla Vetreria Giuliani seguendo i bozzetti che oggi sono appesi nel corridoio davanti alla scala.

bozzetto delle vetrate per la Scala delle Quattro Stagioni (attribuito a V.Fasolo)
Ogni stagione la si può individuare da un cartiglio, uno stemma e tralci di fiori e frutta.

Autunno (V.Fasolo)
Estate (V.Fasolo)
Primavera (V.Fasolo)
Nei quattro sopraluce romboidali sono inserite vetrate di Duilio Cambellotti che hanno come soggetto gli uccelli migratori: Le rondini, I tordi, Le allodole e Le sule bassane.

sovrapporta visto dall'esterno della casina
soprapporte della Scala delle Quattro Stagioni
Le allodole (D.Cambellotti)
Le Rondini (D.Cambellotti)
Le sule bassane (D.Cambellotti)
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La Stanza degli ospiti è la stanza che ora s'incontra nel percorso di visita.
Anche se così chiamata ospitò raramente degli ospiti.

vetrata a disegno geometrico (C.Picchiarini)
vetrata a disegno geometrico (C.Picchiarini)
Oggi sono esposti in questo ambiente due vetrate a disegno geometrico di Cesare Picchiarini.

bozzetti di vetrate di Cesare Picchiarini
bozzetti di vetrate di Cesare Picchiarini
Alle pareti vi sono appesi bozzetti dello stesso maestro vetraio, il quale tra l'altro ogni anno tagliava a mano libera dei tondi in vetro, gelosamente conservati e qui esposti.
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La decorazione che denomina la Stanza delle rondini è composta sia dalle tre  vetrate con tale soggetto della piccola bow-window (opera del Laboratorio Picchiarini), che dagli stucchi che, ai quattro angoli del soffitto, rappresentavano le fasi della vita delle rondini.

vetrate della Stanza delle rondini viste dall'esterno
vetrate della Stanza delle rondini
particolare delle vetrate della Stanza delle rondini
particolare delle vetrate della Stanza delle rondini
 Di questi nidi ne sono stati ricostruiti solo tre.

stucco con nido di rondine
stucco con nido di rondine
stucco con nido di rondine
Anche la decorazione pittorica perduta del soffitto rappresentava un volo di rondini.
Le porte-finestre del balconcino che si apre sul parco, hanno vetrate stilizzate.

una porta-finestra della Stanza delle rondini
Questa stanza fu un'aggiunta voluta da Vincenzo Fasolo nell'ampliamento della Capanna Svizzera.
Cartoni preparatori per vetrate di Paolo Paschetto e Duilio Cambellotti sono appesi alle pareti.

cartoni preparatori per vetrate nella Stanza delle rondini (Paolo Paschetto e Duilio Cambellotti)
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Ritornando indietro e riattraversando la Stanza degli ospiti, si visita poi il Bagno degli ospiti.

Bagno degli ospiti
Questo piccolo bagno, costituito da un ambiente quadrangolare dal quale si accede ad una loggia, è ancora rivestito in parte di maioliche con grappoli d'uva gialla nella parte alta delle pareti, e con un disegno decò nella parte bassa.

maioliche del Bagno degli ospiti
Nelle tre vetrate della loggia, di difficile attribuzione, sono raffigurati un lago con cigno (in quella centrale), iris e tife (in quelle laterali).

vetrate del Bagno degli ospiti(vista dall'esterno)
vetrate del Bagno degli ospiti
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Le mattonelle di graniglia di cemento con disegni di ciclamini (ideate da Umberto Bottazzi e realizzate dalla ditta Vianini), ha ispirato il nome dell'ambiente successivo: la Stanza dei ciclamini.
Nelle mattonelle del bordo del pavimento invece sono state raffigurate le foglie di questi fiori.

I Pavoni (U.Bottazzi)
La bella vetrata a lunetta I pavoni di Umberto Bottazzi fu realizzata nel 1912 per la Prima Mostra della Vetrata Artistica.

particolare della vetrata I Pavoni (U.Bottazzi)
Esposti in questa sala sono anche alcuni bozzetti realizzati nel Laboratorio Picchiarini.

bozzetti per vetrate del Laboratorio Picchiarini
bozzetti per vetrate del Laboratorio Picchiarini
bozzetti per vetrate del Laboratorio Picchiarini
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Seguono due corridoi ortogonali tra loro.
Il secondo corridoio si affaccia con aperture ad arco sulla Hall.

corridoio con aperture sulla Hall
Su un lato corto del secondo corridoio si trova il Bagno del principe già visitato. Sull'altro invece si trova una breve scala e un passaggio sospeso con copertura e rivestimento in legno, e vetrate a "tondi di vetro soffiato" di Cesare Picchiarini, che congiunge la casina con la dependance, dove si trova oggi la Biblioteca delle Arti Applicate.

passaggio per accedere alla dependance
La dependance era occupata un tempo dalle stalle per gli animali da tiro e il magazzino per gli attrezzi.
Quando venne soprelevata accolse le abitazioni del personale e i servizi.
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Le ultime due salette, comunicanti tra loro, sono denominate le Stanze della torretta, perché addossate alla torretta d'ispirazione medievale.

scaletta della torretta
Nella prima stanzetta trova posto una vetrata a disegni geometrici della ditta Giuliani.

vetrata a disegni geometrici (ditta Giuliani)
Nella seconda stanzetta vi è esposta la vetrata La Fata di Duilio Cambellotti, con i relativi schizzi e cartone.

La Fata (D.Cambellotti)
particolare della vetrata La Fata (D.Cambellotti)
schizzo de La Fata (D.Cambellotti)

http://www.museivillatorlonia.it/casina_delle_civette
Orario:  martedì/domenica   9.00/19.00
Costo: 6€
           9,50€   Casina delle Civette + Casino Nobile


CONCLUSIONI
Una visita insolita è quella che si compie alla Casina delle Civette, dove si è immersi nei colori, nella fantasia, e nella bellezza delle sue opere d'arte, qui riunite a testimoniare quel periodo d'inizio XX secolo, chiamato liberty o art decò.
La sua architettura, complessa e ricca, ci fa soffermare sui suoi minimi particolari, proiettandoci in un mondo di fiaba...quasi quasi ti aspetteresti d'incontrare Hansel e Gretel, o veder volare, dalle vetrate nelle quali sono rappresentati, uccelli notturni o gioiose rondini.
Sembra che ogni elemento zoomorfo abbia un suo preciso significato, voluto ed interpretato da una personalità enigmatica come si diceva avesse il proprietario di questa residenza un po' incantata.



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