Sono trascorsi quasi duemila anni dalla costruzione nel 123 d.C. del mausoleo funebre fatto erigere dall'imperatore
Publio Elio Traiano Adriano, per se e per la sua famiglia, lungo la riva destra del Tevere.
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statua dell'imperatore Adriano (Parco della Mole Adrianea) |
Durante questi diciannove secoli di storia questo monumento romano ha subito molte modifiche strutturali e cambiamenti d'utilizzo, da sepolcro imperiale a castello fortificato, da palazzo rinascimentale a oscura prigione, giungendo infine ai giorni nostri in veste di museo.
Non essendo mai stato abbandonato, è divenuto quindi la quinta scenografica delle vicende che hanno caratterizzato l'evoluzione della città.
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Ritratto di Adriano (II sec.d.C.) |
Il
Mausoleo di Adriano fu realizzato dall'architetto Demetriano (si pensa anche che il progetto fu realizzato dallo stesso imperatore), in quella zona fuori dalle mura della città chiamata
Ager Vaticanum (le sepolture romane infatti dovevano essere collocate fuori dalla cinta muraria).
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Mausoleo di Adriano/Castel Sant'Angelo e Pons Aelius/Ponte Sant'Angelo |
Sul fiume fu appositamente costruito il
Pons Aelius (
Ponte Elio, oggi
Ponte Sant'Angelo), per congiungere il
Mausoleo di Adriano con il
Campo Marzio.
Era un ponte a più arcate in travertino e ricoperto in marmo, con piloni coronati da colonne sormontate da vittorie alate in bronzo.
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Ponte Elio/Ponte Sant'Angelo |
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Ponte Sant'Angelo (Pons Aelius) |
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Ponte Sant'Angelo (Pons Aelius) |
Il mausoleo venne terminato un anno dopo la morte dell'imperatore (139 d.C.) dal suo successore Antonino Pio.
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plastico dei resti delle murature romane pertinenti il Mausoleo di Adriano |
Avendo subito molti rimaneggiamenti e trasformazioni, il mausoleo si è prestato a varie supposizioni di come potesse essere all'epoca della sua costruzione.
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ricostruzione del Mausoleo di Adriano (secondo Luigi Canina - XIX sec.) |
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plastico del Mausoleo di Adriano (secondo Mariano Borgatti - inizio XX sec.) |
Queste sono le ipotesi più accreditate.
Il mausoleo era alto circa 48m.
La base del mausoleo, a pianta quadrata di 86m per lato e alta 10m, era ricoperta da marmo lunense, con decorazioni a lesene con scanalature e rilievi.
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resti della muratura romana del basamento del Mausoleo di Adriano |
Il
basamento esterno era decorato con un fregio con bucrani e con i nomi degli imperatori sepolti nel mausoleo.
Da un angolo della cinta muraria proviene il capitello angolare con
fregio a bucrani che fino al XV secolo si trovava nel suo sito originario.
Frammenti della decorazione del basamento esterno sono conservati nel
Giretto Coperto o Galleria Archeologica posto al quarto livello del monumento.
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frammento del fregio con bucrani e ghirlanda del basamento del mausoleo (II sec.d.C.) |
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frammento della cornice con modanatura del basamento del mausoleo (II sec.d.C.) |
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testa di toro e rilievo con testa di ariete provenienti dal basamento esterno del mausoleo |
Al basamento quadrato era sovrapposto un tamburo cilindrico, alto circa 20m, e con diametro di 64m.
Era stato realizzato in
opus cementitia, blocchi di tufo, travertino e peperino, ed era rivestito da lastre di marmo.
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tamburo del Mausoleo di Adriano |
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muratura romana in tufo e peperino del Mausoleo di Adriano |
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muratura romana in tufo e peperino del Mausoleo di Adriano |
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muratura romana in tufo e peperino del Mausoleo di Adriano |
La muratura romana del tamburo è visibile percorrendo il cosiddetto
Ambulacro di Bonifacio IX, un corridoio anulare scoperto, posto tra la cinta muraria e la base cilindrica del mausoleo.
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parte dell'Ambulacro di Bonifacio IX |
Questo corridoio fu ricavato nel XIV secolo dall'architetto Niccolò Lamberti abbattendo le coperture delle
celle radiali che servivano come scuderie e magazzini e, nel medioevo, come prigioni.
Venne creato così un fossato interno che isolava e rendeva il sito (trasformato già all'epoca in roccaforte), più difficile da espugnare militarmente.
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resti delle celle radiali del Mausoleo di Adriano |
Parte dei setti radiali sono ancora individuabili.
Il cilindro centrale della tomba era infatti collegato alla cinta quadrata esterna da una serie di muri disposti a raggiera, che formavano 67 ambienti con copertura voltata ad un'altezza di 8m, ma diversi per dimensioni.
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resti delle celle radiali del Mausoleo di Adriano |
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celle radiali |
Lungo questo corridoio sono ora collocati i resti delle decorazioni del monumento sepolcrale di epoca romana e di quello difensivo e residenziale di epoca papale.
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frammenti delle statue che decoravano il Mausoleo di Adriano (a destra ritratto di Antinoo - II sec.d.C.) |
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Testa virile (II sec.d.C.) |
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frammenti decorativi del Mausoleo di Adriano |
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elementi decorativi del monumento in epoca papale |
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elementi decorativi del monumento in epoca papale |
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elementi decorativi del monumento in epoca papale |
Lungo il corridoio, in prossimità dell'ingresso est del castello, si possono incontrare resti del
lastricato adrianeo, costituito da grandi blocchi marmorei, che pavimentava questo livello del mausoleo.
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pavimentazione romana del mausoleo |
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lastricato marmoreo adrianeo |
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Sopra al tamburo del mausoleo vi era un tumulo con cipressi (così come il
Mausoleo di Augusto), circondato da statue in marmo, e poi sopra ancora un tempietto cilindrico circondato da colonne.
Probabilmente sulla sommità del mausoleo vi era una quadriga in bronzo, guidata da
Helios il dio del Sole, e una statua dell'imperatore Adriano.
Agli angoli del basamento vi erano altre statue: cavalli e uomini, anch'esse in bronzo.
L'ingresso al
mausoleo si trovava sul lato rivolto verso il Tevere, con un ingresso a corridoio (
dromos) lungo 12m, costituito da blocchi squadrati di travertino e con un arco che riportava il nome dell'imperatore.
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ingresso del dromos |
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dromos (visto dall'esterno del monumento)
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dromos (visto dall'atrio romano) |
Tramite una scala moderna in ferro si accede oggi al cosiddetto
atrio romano, che risulta oggi tre metri al di sotto del livello attuale d'ingresso.
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atrio romano |
L'ambiente dalla pianta quadrangolare era rivestito da marmo giallo antico (di cui oggi rimangono solo i fori dei perni metallici che reggevano le lastre).
Qui si trovava un'enorme statua di Adriano, collocata in una nicchia semicircolare, oggi vuota.
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nicchia dell'atrio romano che conservava una statua di Adriano |
Forse la testa di questa statua è quella conservata oggi nella
Rotonda dei
Musei Vaticani.
La porta nella nicchia rettangolare della parete sinistra dell'atrio, era l'accesso al rudimentale ascensore papale fatto costruire da Clemente XII nel 1734, che dall
'atrio romano poteva condurre due persone sino alla
Sala di Apollo nel
Castello.
E' oggi posto in questo ambiente un plastico ricostruttivo del mausoleo, realizzato da Mariano Borgatti primo direttore del museo di
Castel Sant'Angelo.
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plastico del Mausoleo di Adriano (M.Borgatti) |
Molto suggestiva da percorrersi è poi la
Rampa elicoidale, che partendo alla destra dell'atrio romano conduce al
nucleo centrale del mausoleo.
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ingresso alla Rampa elicoidale |
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Rampa elicoidale |
La rampa è alta 6m e larga 3m ed ha una copertura a botte.
L'areazione e l'illuminazione di questa galleria erano garantite da quattro grossi pozzi a forma di piramide tronca.
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pozzo d'areazione e illuminazione della Rampa elicoidale |
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pozzo d'areazione e illuminazione della Rampa elicoidale |
Ad uno dei quattro pozzi d'areazione corrispose poi la cosiddetta
cella "San Marocco", chiamata così da Bucardo cerimoniere dei Borgia, da un disegno fatto sulle pareti raffigurante San Marocco.
I prigionieri venivano calati in essa dall'alto e lo spazio era così limitato che il prigioniero poteva stare solo piegato, non potendo stare né in piedi e né sdraiato.
Qui venne rinchiuso anche Benvenuto Cellini il quale storpiò il nome della cella da "San Marocco" in "Sammalo".
Anche Cellini disse di aver lasciato un disegno nella sua cella durante la sua prigionia durata circa un anno: un
Dio Padre con un Cristo Risorto, del quale si leggono oggi solo poche tracce.
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"Sammalo" vista dalla Rampa elicoidale |
Rimangono anche tracce del pavimento a mosaico bianco e nero che formava una cornice intorno ad una pavimentazione centrale in travertino della
Rampa elicoidale.
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cornice a mosaico del pavimento della Rampa elicoidale |
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lastre di travertino che ricoprivano la parte centrale del pavimento della Rampa elicoidale |
Sotto il pavimento correva una fogna che raccoglieva le acque piovane raccolte dal tumulo sovrastante.
Nel medioevo porzioni di questa fogna furono usate come ossari.
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resti della fogna romana del mausoleo |
E' probabile che il rivestimento delle pareti della rampa fosse in lastre di marmo, sormontate ad una certa altezza da una cornice.
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passaggi interni di epoca romana del Mausoleo di Adriano (in rosso: dromos, atrio romano, rampa elicoidale, secondo vestibolo, Sala delle Urne e accesso alla sommità del monumento) |
Dopo aver compiuto un giro completo di 360°, salendo di un livello all'interno del tamburo cilindrico (10m circa), la rampa arrivava ad un
secondo vestibolo, di minori dimensioni rispetto a quello sottostante, interamente ricoperto in marmo (di cui si possono vedere le impronte dei conci asportati nel sottostante materiale cementizio).
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secondo vestibolo |
Sovrasta il vestibolo uno sfiatatoio, dall'alto del quale si poteva controllare il passaggio nella rampa.
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sfiatatoio del secondo vestibolo |
Al termine della
Rampa elicoidale, all'ingresso del
secondo vestibolo, venne creato il vano intermedio dell'ascensore papale.
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vano intermedio dell'ascensore papale |
Dal
secondo vestibolo in antichità si poteva proseguire in due direzioni opposte:
- o verso la sala sepolcrale (
Sala delle Urne), posta nel nucleo del mausoleo,
- o verso la sommità del monumento, tramite una scala demolita nel '300, dove si
trovavano il tumulo e il tempio.
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scala che conduceva al livello superiore del monumento |
La
Rampa elicoidale prosegue oggi con la
Rampa diametrale, il taglio trasversale del mausoleo romano, opera di Niccolò Lamberti (1389/1404), che venne usato per adattare il mausoleo in fortezza, sotto il papato di Bonifacio IX.
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Rampa diametrale |
Militarmente questo corridoio permetteva l'accesso nascosto e sopraelevato alla fortezza.
Essendo stata chiusa la
Rampa elicoidale, divenne quindi questo l'unico accesso alla struttura militare e agli appartamenti papali sino al XV secolo.
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uscita sul ponte levatoio della Rampa diametrale |
L'attuale passerella di ferro sostituisce un
ponte levatoio sorvegliato, che collegava la
Rampa diametrale con il camminamento esterno.
Sulla muratura vi sono ancora i segni dell'argano che veniva azionato per sollevare il ponte levatoio.
Il ponte levatoio si ergeva ad un'altezza di 15m rispetto al livello dei basolati romani.
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argano del ponte levatoio |
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porta d'ingresso esterna al ponte levatoio |
La
Rampa diametrale scendendo conduce infatti al
Corpo di guardia.
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Corpo di guardia con armi in asta (mazzapicchio, partigiana, alabarda e corsesca) |
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elmi chiamati "morioni" |
La
Rampa diametrale salendo conduce invece alla cosiddetta
Sala delle Urne,
il luogo in cui furono deposti i corpi dell'imperatore Adriano, della
sua famiglia e dei suoi successori, appartenenti alla famiglia degli
Antonini: Vibia Sabinia, moglie di Adriano, e il loro figlio adottivo Lucio
Elio Cesare, di Antonino Pio con
sua moglie Faustina Maggiore e i loro tre figli, di Marco Aurelio con Commodo e altri tre dei suoi 14 figli,
di Settimio Severo con sua moglie Giulia Domna e i figli Geta e Caracalla.
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ingresso alla Sala delle Urne |
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Sala delle Urne |
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uscita dalla Sala delle Urne e proseguimento della Rampa diametrale verso il Cortile dell'Angelo |
Nel 932 si svolse nella Sala delle Urne un avvenimento alquanto eccentrico: Marozia già amante di papa Sergio III, moglie di Alberico I marchese di Spoleto e poi di Guido di Toscana, volle qui celebrare il suo terzo matrimonio con Ugo di Provenza. Durante il pranzo nuziale però, il figlio di primo letto Alberico
II, apparve a Castel
Sant'Angelo, costringendo Ugo alla fuga e impadronendosi del potere.
Marozia invece finì i suoi giorni in una cella di Castel
Sant'Angelo.
Quando la cella non venne più usata come ambiente sepolcrale, divenne una prigione dove i detenuti venivano fatti morire di fame e di sete nell'oscurità.
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lucernario/pozzo d'areazione della Sala delle Urne |
La sala era decorata con marmi (i numerosi fori nelle pareti testimoniano la presenza dei ganci che sorreggevano le lastre marmoree) e aveva un soffitto con travature in bronzo.
Le nicchie quadrangolari ad arco e con banchina di quest'ambiente a pianta quadrata custodivano le urne della famiglia imperiale.
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una nicchia per le sepolture nella Sala delle Urne |
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una nicchia per le sepolture nella Sala delle Urne |
In una nicchia vi è appesa una lapide con le parole che lo stesso Adriano aveva rivolto alla sua anima in punto di morte:
ANIMVLA VAGVLA BLANDVLA
HOSPES COMESQUE CORPORIS
QVAE NVNC ABIBIS IN LOCA
PALLIDVLA RIGIDA NVDVLA
NEC VT SOLES DABIS IOCS
"Piccola anima smarrita e soave,
compagna e ospite del corpo,
ora t'appresti ad ascendere in luoghi
incolori, ardui e spogli,
ove non avrai più gli svaghi consueti."
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iscrizione funebre di Adriano |
L'urna sepolcrale di Adriano fu profanata da Alarico nel 409 e venne usata come sepolcro per Innocenzo II (1143).
Si pensa che la vasca in porfido rosso del fonte battesimale in
S.Pietro in Vaticano fosse stata il coperchio del sarcofago che accolse i resti dell'imperatore Adriano, divenuta poi la tomba di Cinzio, amico di Gregorio VII e prefetto di Roma.
Le due
bocche di fuoco che furono ricavate negli stipiti della porta romana della
Sala delle Urne erano usati per far fuoco contro gli eventuali assalitori, che fossero riusciti ad entrare nell'interno della fortezza.
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una delle due bocche di fuoco negli stipiti della porta romana della Sala delle Urne |
La
Rampa diametrale prosegue oltre la
Sala delle Urne con una
cordonata che giunge fino al
Cortile dell'Angelo, al terzo livello del monumento.
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cordonata cinquecentesca proseguimento della Rampa diametrale oltre la Sala delle Urne |
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cordonata cinquecentesca proseguimento della Rampa diametrale oltre la Sala delle Urne |
In epoca romana sopra alla
Sala delle Urne, all'interno di una
torre cilindrica, vi era un'altra
Sala (detta attualmente
Sala di Giustizia), e al di sopra di questa una
Sala terminale, che venne divisa in epoca medievale in due ambienti: la
Sala del Tesoro e la
Rotonda.
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plastico del Mausoleo di Adriano con le sale interne sovrapposte |
Al livello della
Sala delle Urne (secondo livello del monumento), nello spessore della muratura adrianea, si trovano alcuni ambienti ricavati dai papi per conservare l'olio e il grano, adiacenti alle cosiddette
Prigioni storiche (con accesso tramite una scala dal
Cortile di Alessandro VI).
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ingresso alle Prigioni storiche nel Cortile di Alessandro VI |
In due grandi ambienti
, le cosiddette
oliare, trovano posto (oggi cementate nel pavimento), 83 grandi giare in terracotta per conservare l'olio, utile sia in cucina che per l'illuminazione, ma anche usato come arma difensiva durante gli assedi: l'olio bollente veniva gettato dalle feritoie sopra al nemico.
Cinque grandi fosse circolari, poste lungo un corridoio curvilineo, costituivano i
silos per immagazzinare il grano e cereali, riserve alimentari in caso d'assedio.
Sullo stesso corridoio si aprono alcune anguste celle, dalle porte basse, note come
Prigioni storiche. Esse
hanno rinchiuso anche personaggi celebri come Benvenuto Cellini che,
segregato in una cella più confortevole del castello, riuscì ad evadere
nel 1538 calandosi da una latrina, ma ripreso nuovamente, venne qui
condotto, in una di queste celle (la già citata cella chiamata
"Sammalo").
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latrina dalla quale evase Benvenuto Cellini |
A proposito delle prigioni di
Castel Sant'Angelo bisogna aprire una parentesi.
Infatti furono in esse rinchiusi illustri personaggi:
- nel X secolo Papa Giovanni X, vi fu prima rinchiuso e poi strangolato
- nel XV secolo il barone Stefano
Porcari, che era stato arrestato nel tentativo di strappare la città al papa
- nel XVI secolo Beatrice Cenci, che era stata accusata e poi giustiziata per parricidio
-
nel XVIII secolo Giuseppe Balsamo, più noto come Conte di Cagliostro,
che venne accusato e condannato a morte per le sue idee massoniche (che
però alloggiò nella cosiddetta "Cagliostra", considerata una "prigione
di lusso")
- durante il Risorgimento gli umanisti Bartolomeo Sacchi detto il Platina e Pomponio Leto, e molti altri patrioti accusati di
complotto contro il potere temporale
Queste carceri sono
conosciute anche per il musical
"Rugantino", il cui protagonista fu imprigionato dopo
essere stato accusato dell’omicidio del suo rivale in amore e giustiziato dal celebre boia
Mastro Titta.
A Castel Sant’Angelo venne anche
ambientato l’ultimo atto della "
Tosca" in cui Mario Cavaradossi,
personaggio inventato da Giacomo Puccini, fu imprigionato e giustiziato.
Chiusa parentesi.
Questi ambienti furono quindi ricavati e ampliati durante il papato di Alessandro VI nel XV secolo, mentre le tre
cisterne d'acqua qui scavate, sembrano risalire ad epoca adrianea, quando servivano a mantenere la vegetazione del tumulo arboreo del monumento funebre.
Le cisterne si trovano in corrispondenza dei tombini in travertino posti in quello spazio che prese poi il nome di
Cortile di Alessandro VI.
Anche le
oliare venivano riempite dall'alto tramite tre tombini in travertino, con anello per aprirli, posti nello stesso cortile.
Per riempire i
silos si usavano invece aperture poste sul pavimento di cinque stanzette ad essi sovrapposte.
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Cortile di Alessandro VI con tombini in corrispondenza delle cisterne romane sottostanti |
Le cisterne, comunicanti tra loro, venivano alimentate dalle acque del Tevere (a quel tempo ancora potabili!), e l'acqua veniva da esse attinta tramite il pozzo in marmo, con stemma di Alessandro VI Borgia, presente nel cortile.
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pozzo nel Cortile di Alessandro VI |
In epoca romana il monumento era circondato da una cancellata di bronzo con frequenti pilastri.
Una
coppia di pavoni gemelli affrontati, in lega di rame dorati, che
decoravano insieme a molti altri questa cancellata, sono oggi conservati
all'interno del Braccio Nuovo Musei Vaticani, dopo aver fatto parte dal 1704 della fontana del Cortile della Pigna. I pavoni furono rinvenuti durante gli scavi fatti effettuare da papa Alessandro Borgia. |
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copia dei pavoni in bronzo che decoravano la cancellata del Mausoleo di Adriano (Cortile della Pigna - Musei Vaticani) |
La
pigna in bronzo invece è stata ritrovata presso le
Terme di Agrippa.
I pavoni, simbolo solare, erano l'emblema della famiglia di Adriano: gli occhi disegnati sulla coda di questi uccelli erano considerati divini e perciò questi animali avevano una funzione di guardiani.
Dopo il loro restauro, i pavoni originali sono stati sostituiti nel cortile da due copie in bronzo non dorato.
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particolare di un pavone |
L'area in cui Adriano volle far costruire la sua tomba si trovava, come ho già detto, fuori dalle mura della città.
Ma già nel 271 l'imperatore Aureliano, costruendo la cinta muraria che prende da lui il nome, inizia la trasformazione del mausoleo in fortezza, includendolo nel circuito murario per respingere l'eventuale nemico proveniente da nord.
A partire dal 403 invece la zona fu compresa all'interno delle mura per volere di Onorio, imperatore d'Occidente.
Un ruolo difensivo fondamentale la fortezza lo acquisì nel IV secolo
contro i Goti di Alarico che saccheggiarono e rubarono le urne del sepolcro.
Nel VI secolo durante la guerra greco-bizantina a nulla valse l'estremo tentativo di difendersi dei Bizantini, guidati da Narsete, asserragliati nella fortezza, che arrivarono a gettare anche le
statue greche e le lastre di marmo che decoravano il monumento funebre romano
contro gli assalitori: i Goti guidati da Totila conquistarono la mole adrianea e le zone
limitrofe, alle quali diedero il nome di "burg", ovvero "villaggio" nella loro lingua (e da qui il nome di
Borgo che ancora oggi ha questa zona).
Da allora il mausoleo assunse la funzione di postazione difensiva della città, per la sua posizione strategica di controllo all'accesso settentrionale dell'Urbe posta oltre il Tevere, e per la sua vicinanza alla
Basilica Vaticana: divenne così un
Castellum.
Per poter assumere questa funzione, il
castellum subì
numerosi interventi, per un lasso di tempo lungo mille anni, dalla dotazione di mura merlate fino ai
lavori compiuti da Antonio da Sangallo il Vecchio per papa Alessandro VI
nel XV secolo.
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Veduta laterale del ponte e di Castel Sant'Angelo con la Porta S.Pietro (Maestro dell'Ala d'Uccello - XVI sec.) |
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Veduta di Ponte Elio e di Castel Sant'Angelo (G.B.Piranesi - XVIII sec.) |
Il nome di
Castellum Sancti Angeli invece fu dato al monumento nel IX secolo per la diffusione in quell'epoca della leggendaria apparizione avvenuta nel VI secolo (29 agosto 590, durante il papato di Gregorio I Magno), dell'Arcangelo Michele che, proprio sulla
Mole Adrianea, rifoderò la sua spada fiammeggiante mentre era in corso una processione religiosa di tre giorni verso la tomba di S.Pietro, per chiedere la fine di un'epidemia di peste che devastava la città.
Per ricordare quell'avvenimento prodigioso che aveva posto fine alla peste, fu costruita (forse dove oggi si trova la
Sala Rotonda), la
Cappella Sancti Angeli usque ad Coelos ("fino alle nubi").
Venne anche collocata sulla sommità del castellum una statua in legno dell'Arcangelo Michele, che venne poi nei secoli sostituita da altri esemplari.
La statua lignea, deteriorata dalle intemperie, venne sostituita da una in marmo che fu distrutta nel 1379 durante un assedio, e una nuova in marmo con ali in bronzo venne posta al suo posto.
Distrutta anche questa da un fulmine, che fece esplodere una polveriera nel 1497, venne posta sulla sommità una statua in bronzo dorato, fusa nel 1527 per ricavarne cannoni.
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Arcangelo Michele (Raffaello da Montelupo - Cortile dell'Angelo) |
Fu la volta della statua in marmo con ali in bronzo di Raffaello da Montelupo, che fu trasferita nel 1753 nel cosiddetto Cortile dell'Angelo, dopo essere stata conservata in un nicchione del pianerottolo della cordonata cinquecentesca della Rampa diametrale.
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Arcangelo Michele di Peter Anton von Verschaffelt (P.L.Bombelli XVIII sec.) |
Quella attuale è stata realizzata in bronzo da Peter Anton von Verschaffelt nel 1752 e posta sopra un basamento di travertino.
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Arcangelo Michele (Peter Anton von Verschaffelt) |
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Arcangelo Michele (Peter Anton von Verschaffelt) |
Castel Sant'Angelo fu nei secoli la residenza di famiglie nobili, pontefici e truppe imperiali.
Nel X secolo fu la dimora di Alberico I di Spoleto e di sua moglie Marozia, figlia di Teofilatto il quale, come
senator romanorum, governò di fatto Roma.
Poi il
Castellum passò alla famiglia dei Crescenzi che ricostruirono e alzarono un torrione centrale.
Nel XI secolo, durante la
Lotta per le Investiture, papa Gregorio VII rimase per due anni chiuso nel castello assediato da Enrico IV, aspettando che i Normanni con a capo Roberto il Guiscardo lo portassero in salvo.
Nel XII secolo la fortezza passò poi agli Orsini.
Nel 1277 Giovanni Gaetano Orsini divenne papa col nome di
Niccolò III, collocato da Dante Alighieri nell'ottavo girone infernale riservato ai simoniaci (
Divina Commedia -
Inferno - Canto XIX).
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Papa Niccolò III |
Egli trasferì in parte la sede pontificia in
Castel Sant'Angelo, avendo spostato la sede apostolica dal
Palazzo Lateranense al
Vaticano.
Niccolò III incaricò i suoi architetti di creare per questo il primo camminamento protetto tra
Castel Sant'Angelo e il
Vaticano, che potesse essere una via di fuga per il papa verso la residenza più difficile da espugnare tra le due sedi papali.
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Passetto di Borgo verso il Vaticano |
Inizialmente questo "corridoio", chiamato dai Romani "Corridore", e noto poi come "
Passetto di Borgo", ricalcava il muro che Totila fece erigere per difendere il suo campo militare durante l'assedio posto al castello nel VI secolo.
Per realizzare il
Passetto (lungo 800m e al quale si poteva accedere dal
Bastione S.Marco) vennero sfruttate le mura difensive di Papa Leone IV (IX secolo).
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Bastione S.Marco e inizio del Passetto di Borgo (visti dai giardini di Castel Sant'Angelo) |
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Bastione S.Marco e inizio del Passetto di Borgo (visi da Castel Sant'Angelo)
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Durante il XV e XVI secolo (sotto i pontificati di Bonifacio IX e di Alessandro VI), il
Passetto venne alzato creando un camminamento di ronda merlato e un passaggio nel muro al livello di quello precedente.
Era collegato con il Bastione S.Marco tramite una porta con ponte levatoio e saracinesca di ferro.
Venne anche dotato di torri quadrilatere esterne.
I fornici furono creati nel XVI secolo per farvi passare sotto la strada.
Nel 1527 grazie al
Passetto di Borgo Clemente VII poté porsi in salvo a
Castel Sant'Angelo, dove rimase assediato per sette mesi, durante il
Sacco di Roma dei Lanzichenecchi di Carlo V.
Si racconta che il papa si fece crescere la barba per rendersi irriconoscibile in caso di fuga, e dopo di lui tutti i papi che lo seguirono fino a Paolo IV.
Tra i difensori del castello durante questo episodio storico vi furono anche Benvenuto Cellini e il suo aiutante lo scultore Raffaello da Montelupo, che manovravano le artiglierie.
Niccolò III fece anche erigere sulla sommità del castello la
Cappella di S.Michele, al posto di quella fatta costruire da Bonifacio IV.
Nel 1379 il castello venne quasi distrutto dal popolo che combatté le truppe francesi, incaricate da papa Urbano V di presidiarlo.
Durante questo assedio dal castello fu sparato il primo colpo di cannone.
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Papa Bonifacio IX |
Nel 1395 fu papa
Bonifacio IX Tomacelli ad iniziare i primi restauri del castello con l'aiuto di Niccolò di Piero Lamberti d'Arezzo.
Oltre al già citato
ambulacro circolare scoperto, che corre ai piedi del corpo cilindrico del mausoleo entro il basamento quadrato, lo scultore e architetto attuò dei miglioramenti alla struttura difensiva del castello: venne chiuso l'accesso all'
Atrio romano e alla
Rampa elicoidale, creando un accesso con ponte levatoio e allungando la
Rampa diametrale sino alla
Sala delle Urne (vedere più in alto la descrizione di questo nuovo ingresso).
Inoltre fu ricostruita la
Cappella dell'Arcangelo Michele.
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Papa Niccolò V |
Fu papa
Niccolò V a fare costruire due torrette, tra il ponte sul Tevere e il portale d'accesso, e tre dei quattro
Bastioni, progettati per difendere meglio il castello dalla forza d'urto delle armi da fuoco, da poco introdotte negli assalti armati.
Furono portati a termine durante il suo papato i torrioni rotondi negli angoli nord-est, sud-est e nord-ovest del basamento romano.
I tre bastioni avevano un coronamento a mensoloni di mattoni, merlatura guelfa e caditoie.
Papa Niccolò V è l'artefice anche della prima residenza papale al castello, e del rifacimento del
Ponte Sant'Angelo, crollato durante il Giubileo del 1450, con l'ampliamento antistante il ponte, per migliorare il deflusso dei pellegrini.
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Alessandro VI Borgia |
Lo stato attuale del castello si deve a Papa
Alessandro VI Borgia.
L'architetto che si occupò di rafforzare le strutture difensive della fortezza fu Antonio da Sangallo il Vecchio, che fece costruire i quattro
Bastioni, posti agli angoli del basamento romano, che presero il nome dai quattro Evangelisti.
I quattro torrioni ottagonali inglobarono quelli cilindrici costruiti da Niccolò V e vennero poi modificati durate i vari pontificati.
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Bastione S.Matteo |
Il
Bastione S.Matteo è posto sull'angolo sud-ovest del recinto del
Mausoleo di Adriano.
E' l'unico torrione che non venne portato a termine nel progetto di
Niccolò V di dotare il castello di un apparato difensivo adeguato alle nuove armi da fuoco.
Fu quindi realizzato da mastro Santo di Giovanni sotto papa
Alessandro VI, mezzo secolo più tardi rispetto agli altri tre torrioni realizzati da Niccolò V.
Pio IV Medici elevò più tardi il coronamento del bastione, sino all'altezza della
Marcia Ronda.
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Bastione S.Matteo |
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terrazzamento del Bastione S.Matteo |
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postazione da sparo del Bastione S.Matteo |
Proseguendo in senso antiorario lungo la
Marcia Ronda, dopo aver oltrepassato il punto in cui si trovava il ponte levatoio, si giunge al
Bastione S.Giovanni, sull'angolo sud-est della cinta difensiva.
Fu realizzato in epoca borgiana dal Maestro Filippo.
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Bastione S.Giovanni |
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Bastione S.Giovanni visto esternamente da est |
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Bastione S.Giovanni visto esternamente da sud |
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costruzioni adiacenti al Bastione S.Giovanni |
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interno di un ambiente del Bastione S.Giovanni |
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interno di un ambiente del Bastione S.Giovanni |
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Bastione S.Giovanni visto dal Bastione S.Luca |
Questo bastione ha un aspetto diverso rispetto agli altri tre, in quanto è stato ricostruito nel Novecento da Mariano Borgatti (primo direttore del museo di Castel Sant'Angelo),per accogliere il
Museo del Genio Militare.
E' per questo che si può notare all'interno del bastione di papa Alessandro VI Borgia, un torrione cilindrico che ripropone quello di Niccolò V, e nella torretta la ricostruzione cinquecentesca di una
bottega da armaiolo, realizzata per il museo.
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bottega di armaiolo |
Sull'angolo nord-est del castello si trova il
Bastione di S.Luca, che in fase borgiana servì da modello per gli altri bastioni, ed è delle stesse dimensioni del
Bastione S.Marco.
Venne realizzato dal "Maestro Antico".
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Bastione S.Luca |
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Bastione S.Luca (a destra) e Bastione S.Giovanni (a sinistra) |
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Bastione S.Luca visto dall'alto del castello |
Fu modificato per adattarlo all'artiglieria pesante durante il papato di Urbano VIII da Giulio Buratti, con la direzione di Vincenzo Maculano da Fiorenzuola.
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terrazzamento del Bastione S.Luca |
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terrazzamento del Bastione S.Luca |
Addossata a questo bastione si può notare l'
Armeria di Clemente X, un edificio a tre livelli costruito nel XVI secolo, che termina con un timpano curvilineo, con due volute laterali.
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ultimo livello dell'Armeria di Clemente X (vista dalla Marcia Ronda) |
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Armeria di Clemente X / Cappella dei Condannati (vista dal Cortile delle Fucilazioni) |
Nel 1675, come riporta l'iscrizione marmorea ad essa affissa, papa
Clemente X Altieri intraprese dei lavori di adattamento a prigione dell'edificio (piano intermedio), che mantenne nel livello superiore una funzione di armeria.
L'edificio presentava al pian terreno un portico a cinque campate voltate che fungeva da deposito delle polveri.
Questo ambiente si affaccia su un grande slargo dell'
Ambulacro di Bonifacio IX, dove si pensa avvenissero le esecuzioni capitali non pubbliche,
il cosiddetto
Cortile di Clemente X o
Cortile delle Fucilazioni.
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Cortile delle Fucilazioni |
La cosiddetta
Campana della Misericordia, posta vicino alla statua dell'Arcangelo Michele sulla sommità del castello, annunciava le esecuzioni capitali con i suoi rintocchi.
Provengono da uno scavo dell'area effettuato durante il Novecento la vera del pozzo e la panchina che si trovano in questo cortile.
Il pianterreno dell'
Armeria di Clemente X venne trasformato tra la seconda metà del Settecento e il terzo decennio dell'Ottocento nella
Cappella dei Condannati perché qui coloro che dovevano essere giustiziati si raccoglievano in preghiera, o
Cappella del Crocifisso per il Crocifisso dipinto che anticamente era posto sull'altare (
oggi la cappella è chiusa al pubblico).
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Cappella dei Condannati |
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altare della Cappella dei Condannati |
Originariamente il
Bastione di S.Marco, posto sull'angolo nord-ovest del recinto del
Mausoleo di Adriano, era costituito dal torrione poligonale di Alessandro IV nel quale sporgeva quello cilindrico antecedente di Niccolò V.
Il bastione venne elevato da
Pio IV Medici sino a nascondere il torrione di Niccolò V.
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Bastione S.Marco e Passetto di Borgo |
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Bastione S.Marco |
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sommità del Bastione S.Marco |
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sommità del Bastione S.Marco |
Il
Bastione S.Marco conteneva al suo interno 16 celle radiali cannoniere poste su due livelli ed era il punto di collegamento col
Passetto di Borgo.
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celle radiali all'interno del Bastione S.Marco |
In una delle celle fu ricostruita la
Mola del castello.
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ricostruzione della Mola del castello |
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ricostruzione della Mola del castello |
Pio IV fece anche costruire, addossata a questo bastione, una costruzione su più piani che doveva fungere da prigione, che divenne una caserma, e poi un dormitorio, e che infine oggi ospita la biblioteca del museo.
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ex prigione e ingresso alla rampa per accedere al Passetto di Borgo e alla Marcia Ronda |
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ingressi all'ex prigione lungo la Marcia Ronda |
Una rampa elicoidale venne addossata al torretta di Niccolò V per poter accedere alla cosiddetta
Marcia Ronda.
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rampa elicoidale addossata al Bastione S.Marco |
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resti della prima struttura del Bastione S.Marco |
I quattro
bastioni sono collegati tra loro dalla
Marcia Ronda, un camminamento merlato che corre lungo la sommità della cortina muraria esterna del castello, che veniva percorsa dai soldati per sorvegliare nelle quattro direzioni la struttura.
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Marcia Ronda e Bastione S.Matteo |
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Marcia Ronda vista dall'alto del castello |
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Marcia Ronda vista dall'esterno del castello |
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Marcia Ronda |
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tratto coperto della Marcia Ronda in prossimità del Bastione S.Marco |
Durante il pontificato di
Alessandro VI venne anche costruito all'imboccatura del
Ponte Sant'Angelo al posto delle torrette quadrate di Niccolò V, un
torrione cilindrico (
Torre Borgia), rivestito di travertino e decorato con un fregio con bucrani e festoni, a ricordare le decorazioni del
Mausoleo di Adriano.
Furono aggiunte durante questo pontificato le decorazioni a cornici bianche e beccatelli in mattoni su mensoloni in travertino che rifiniscono il tamburo, con cannoniere e fuciliere.
In parte queste decorazioni vennero distrutte da un fulmine, e quelle che si vedono oggi sono state rifatte da
Alessandro VII.
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decorazioni del tamburo fatte realizzare da Alessandro VII |
Sono di Alessandro VI il grande stemma marmoreo sorretto da due Vittorie alate (o angeli) e l'epigrafe dei restauri del 1495 (ve ne era una su ogni lato del castello), rivolti verso la città.
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stemma di Alessandro VI sorretto da Vittorie alate |
Alessandro VI trasformò il castello in una sontuosa reggia con affreschi, giardini e fontane.
Viene anche costruita una cinta muraria esterna e fatte convogliare le acque del Tevere in un fossato scavato intorno alle mura dell'edificio.
Dopo il
Sacco di Roma del 1527 anche
Castel Sant'Angelo venne restaurato da papa
Paolo III Farnese, che volle ampliare e affrescare gli appartamenti papali del castello.
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Paolo III Farnese |
Nel 1547 Paolo III fece anche realizzare la cosiddetta
Cordonata di Paolo III, la scalinata che partendo accanto all'ingresso del castello sale sino alla
Marcia Ronda.
Questa cordonata sostituì quella antecedente realizzata da Bonifacio IX.
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Cordonata di Paolo III |
I due busti collocati in nicchie lungo la cordonata rappresentano Adriano e un togato (II secolo d.C.).
Nel XVI secolo venne fatto realizzare da
Paolo IV Carafa un terrapieno intorno al castello per difenderlo meglio dai colpi dei cannoni.
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Paolo IV Carafa |
Dopo che una piena del fiume nel 1557 distrusse questa
cinta difensiva pentagonale, ne venne realizzata un'altra in muratura da Francesco Luparelli da Cortona, per volere di
Pio IV Medici che temeva un attacco turco (1561).
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Pio IV Medici |
Sotto il pontificato di Pio IV venne costruito anche il cosiddetto
Giretto coperto (1555/1559), un corridoio anulare che costituisce una parziale copertura del cammino di ronda quattrocentesco, fatto costruire da Alessandro VI.
Serviva a potenziare il giro di ronda della parte alta del castello.
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arcate del Giretto coperto |
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Giretto coperto |
Arcate in muratura permettono l'affaccio verso l'esterno del castello.
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arcate del Giretto coperto |
Le porte che si aprono lungo questo corridoio, sormontate dalla scritta "
Pius IIII Pont.Max.", permettono l'accesso al secondo piano dell'edificio semicircolare che trova al suo primo livello nel
Cortile di Alessandro VI.
Queste salette, in comunicazione tra loro, sono servi come ambienti di servizio dell'artiglieria e poi trasformate in carceri che ospitavano personaggi di riguardo.
(
chiuse al pubblico, le salette vengono aperte solo per mostre)
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ingresso di una saletta di Pio IV |
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ingresso ad una cella di Pio IV |
Lungo il corridoio sono invece esposti elementi architettonici appartenuti al
Mausoleo di Adriano.
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Urbano VIII Barberini |
Nel 1628 papa
Urbano VIII Barberini fece demolire la sfarzosa dimora e il torrione posto tra il castello e il ponte sul Tevere, fatti costruire da Alessandro VI, per evitare che ostacolassero il flusso del fiume.
Le nuove opere di fortificazione includevano il rafforzamento dei bastioni, occultando le loro precedenti fasi architettoniche.
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Veduta di Castel Sant'Angelo e del Ponte con corteo papale (P.Mortier - XVIII sec./ copia di G.B.Falda - XVII sec.) |
Sotto Urbano VIII avvenne anche lo spostamento dell'ingresso del castello sul lato destro della facciata rivolta verso il Tevere tramite il
Portale Barberiniano, realizzato su progetto dell'architetto Buratti (attualmente sulla facciata orientale del monumento), che andava a sostituire il portale realizzato da Silvestro Peruzzi sotto il papato di Pio IV.
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facciata orientale di Castel Sant'Angelo con Portale Barberiniano |
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Portale Barberiniano |
Nel 1657 venne costruito il cosiddetto
Giretto scoperto da
Alessandro VII Chigi.
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Alessandro VII Chigi |
Si può giungere a questo corridoio dai bellissimi affacci sulla
Basilica di S.Pietro, mediante due cordonate che salgono dal
Cortile dell'Angelo.
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cordonata che dà accesso al Giretto scoperto |
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cordonata che sale dal Cortile dell'Angelo |
Dalle arcate del giretto si può ammirare la
Basilica di S.Pietro e volendo anche sedersi ai tavolini del bar/ristorante qui allestito.
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Giretto scoperto |
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ristorante/bar con affaccio sulla Basilica di S.Pietro |
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panorama dalle arcate del Giretto scoperto |
Lungo questo emiciclo occidentale dell'edificio si affacciano quattro sale del secondo livello della cosiddetta
Armeria, che si trova sul lato ovest del
Cortile dell'Angelo.
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Cortile dell'Angelo e Armeria (a sinistra della foto) |
In questo edificio a servizio dei soldati che si occupavano di sorvegliare la parte alta del castello, vi sono vani comunicanti e un ambiente che doveva essere una cucina.
Le sale dell'
Armeria Superiore custodiscono armi storiche provenienti dagli scavi effettuati in
Castel Sant'Angelo e nel
Mausoleo di Adriano che raccontano la storia del monumento.
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vetrine dell'allestimento museale |
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vetrine dell'allestimento museale |
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petto da trincea a prova di botta, fodero da pugnale lanzichenecco, spada lanzichenecca e cotta di maglia di ferro a "grano d'orzo" |
I cimeli militari qui raccolti sono solo una piccola parte dei seimila reperti che fanno parte della collezione (che comprende anche pezzi provenienti dal
Castello di Gradara).
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divisa garibaldina e cofanetto con pistola appartenuto a Giuseppe Garibaldi |
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terzetta a ruota composita (dal Castello di Gradara - XVII sec.) |
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corsaletto composito da piede, spada da lato, pugnale da duello, gancio da spada (XVII sec.) |
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cannone da murata (XIX sec.) |
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bombardella a braga (XV sec.) |
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archibugio a ruota detto "Archibugio Farnese" (XVI/XVII sec.) |
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particolare della cassa dell'archibugio a ruota detto "Archibugio Farnese" con decorazione del carro del sole guidato da Apollo (XVI/XVII sec.) |
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particolare dei due cani a forma di fauci di drago dell'archibugio a ruota detto "Archibugio Farnese" (XVI/XVII sec.) |
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stendardo dei Bombardieri di Castel Sant'Angelo (XVII sec.) |
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spada a tazza semisferica traforata, mezza armatura da carabino svizzero, buttafuori, morione e petto da trincea a prova di botta (XVI/XVII sec.) |
Chiude l'esposizione museale la ricostruzione dello studio del Maresciallo Armando Diaz con la sua scrivania, una statuetta in bronzo di Ettore Ximenes che lo ritrae e un pannello riproducente il
Bollettino della Vittoria da lui firmato.
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riproduzione dello studio del Maresciallo Armando Diaz |
I due emicicli (
Giretto coperto e
Giretto scoperto), collegano le entrate diametralmente opposte dell'appartamento papale, e sono separati dalla
Loggia di Giulio II e dalla
Loggia di Paolo III (delle quali parlerò nel secondo post che dedicherò agli appartamenti papali di
Castel Sant'Angelo).
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Veduta del Tevere con Castel Sant'Angelo e S.Pietro (Anonimo - XVII/XVIII sec.) |
Una guarnigione stabile di circa cinquecento uomini era stanziata al castello.
Vi erano quattro corpi di guardia, magazzini per la fabbricazione delle polveri, un’armeria, una fonderia per cannoni e otto polveriere.
Inoltre il castello possedeva silos per il grano, mulini e una cella sotterranea per immagazzinare la neve per la conservazione dei cibi.
Era provvisto anche di un ospedale e di tre cappelle.
Nel XVIII secolo, durante l'occupazione napoleonica, la guarnigione di Castel Sant'Angelo dovette arrendersi ai Francesi che scalpellarono gli stemmi papali dai muri, e dipinsero con i colori del tricolore francese la statua bronzea dell'Angelo.
Furono poi le truppe borboniche del Regno di Napoli ad occupare e depredare il castello sino al ritorno del Papa.
La struttura dell’edificio adrianeo fu riscoperta in
epoca relativamente recente, quando nel 1823 una guardia papale,
il maggiore Bavari, calandosi con una fune da una botola, raggiunse la
Rampa elicoidale, l’accesso principale della struttura romana, colma di detriti.
Fino al 1870
Castel Sant'Angelo ebbe la funzione di carcere, e durante il Risorgimento furono molti i prigionieri politici rinchiusi tra le sue mura.
Entrato nel Demanio dello Stato con l'Unità d'Italia rimase una caserma e un carcere militare fino al 1901.
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Castel Sant'Angelo dopo l'Unità d'Italia (G.Brizeghel - XIX sec.) |
Dopo l'Unità d'Italia furono apportati a Roma dei cambiamenti urbanistici che riguardarono anche l'innalzamento dei muraglioni lungo il Tevere.
Per questo due bastioni delle mura pentagonali del castello vennero abbattuti e abbattuta la cortina frontale tra i
bastioni S.Giovanni e S.Matteo, e furono interrati i fossati lungo il perimetro dell'edificio.
Nel 1911 fu la sede dell
'Esposizione Internazionale di Roma.
Nel 1934 furono realizzati i
Giardini di Castello da Spaccarelli, che ricalcano la forma della cinta muraria pentagonale di Pio IV e il fossato di difesa.
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Giardini di Castello |
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Giardini di Castello |
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Giardini di Castello |
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iscrizione che commemora la creazione dei Giardni di Castello |
Il castello conservò durante gli anni delle due
Guerre Mondiali opere d'arte come i cavalli bronzei della
Basilica di S.Marco a Venezia.
Oggi il
Mausoleo di Adriano/Castel Sant'Angelo è divenuto un museo e un monumento storico.
http://www.castelsantangelo.com
http://castelsantangelo.beniculturali.it
Orario: 9.00/19.30
Costo: 10€
GRATIS la I domenica del mese
Le Prigioni, il Passetto di Borgo e la Stufetta di Clemente VII sono visitabili in occasioni particolari o su richiesta scritta
CONCLUSIONI
Non è molto facile orientarsi cronologicamente nella visita di questo monumento per le modifiche strutturali e decorative apportate durante i secoli.
Spero quindi di non avervi confuso ulteriormente le idee.
I pannelli esplicativi che si incontrano durante i percorso di visita aiutano comunque molto nella comprensione del monumento.
In questo post ho cercato di raccontare il cambiamento dell'edificio da sepolcro imperiale romano a fortezza, riservandomi la descrizione degli appartamenti papali in un altro post integrativo a questo.
3 commenti:
Spettacolare
Ciao, cara Raffaella ti volevo dire la grande Pigna che si trova nel Cortile della Pigna in Vaticano non proviene dal Mausoleo di Adriano, ma era stata ritrovata nel medioevo presso le Terme di Agrippa a Campo Marzio, vicino al Tempio di Iside, di cui con molta probabilita´ faceva parte, si pensa esattamente era parte della decorazone di una fontana del Tempio.
Grazie Marie per aver notato l'errore! Provvedo subito a correggere!
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