venerdì 1 luglio 2016

La Certosa di Trisulti


Il gioiello certosino della Certosa di Trisulti si trova nel Lazio, a Collepardo nel frusinate.

Nell'antichità quest'area era conosciuta per l'abbondanza delle sue piante e delle sue erbe, e lo storico tedesco Febronio chiamava questo territorio "Orto del Centauro Chirone", maestro di Esculapio, dio della medicina.

Nel 983 S.Domenico abate (conosciuto anche come S.Domenico da Foligno o S.Domenico da Sora) si trasferì in questa zona e qui visse da eremita per tre anni.
Fu per sua volontà che venne costruita intorno all'anno 1000, tra le querce della Selva d'Ecio, la Chiesa di S.Bartolomeo, di cui rimangono vicino alla certosa alcuni ruderi.

ruderi dell'antico complesso benedettino di S.Domenico da Foligno
Papa Innocenzo III (Lotario dei Conti di Segni), nato da queste parti, volle invece far costruire nel 1204 il successivo complesso monastico, che fu affidato ai monaci certosini nel 1208.

La nuova chiesa in stile gotico, dedicata alla Vergine Assunta, S.Bartolomeo apostolo e S.Bruno (quest'ultimo fondatore dei certosini), fu consacrata nel 1211.

Dotato di buone difese naturali e posto in un'area non soggetta alle incursioni dei Saraceni, nei suoi otto secoli di storia non fu mai colpito da distruzioni.
Fu invece ampliato e trasformato in parte in forme barocche.

Nel 1947 la certosa venne affidata alla Congregazione di Casamari.

Il nome "Trisulti" deriverebbe dal nome del distrutto duecentesco Castello di Tres saltibus (appartenuto ai Colonna), posto in quest'area tra tre valichi ("tre salti"), che conducevano verso il Regno di Napoli, l'Abruzzo e i possedimenti della Chiesa.

L'ingresso alla certosa avviene, al centro di una torre affiancata da due costruzioni più basse, tramite un portale ad arco a tutto sesto con semicapitelli di ordine tuscanico.

ingresso alla Certosa di Trisulti
La chiave di volta dell'arco è decorata con una foglia centrale e  due cordoncini attorcigliati dai quali si alza una conchiglia.

portale d'ingresso della certosa
Sopra al portale si trova il busto di S.Bartolomeo (opera di Jacopo Lo Duca, allievo di Michelangelo), sormontato da una caditoia.

busto di S.Bartolomeo (Jacopo Lo Duca)
Nel XVI/XVII secolo la zona era infestata di briganti e la torre d'ingresso fungeva da torre d'avvistamento: la certosa, circondata da mura, aveva una guarnigione di soldati e la caditoia serviva a cercare di fermare le intrusioni.

caditoia posta sopra l'ingresso principale della certosa
Nell'androne si trovano la portineria, la liquoreria dove sono in vendita prodotti realizzati dai monaci, e due targhe che riassumono in poche righe le notizie sulla certosa.
 
liquoreria

Al piano superiore si trova il Seminario.

Seminario
portici del Seminario
Sopra un secondo arco che immette verso una cordonata, è raffigurata in un dipinto murale una Madonna della Provvidenza: la Madonna col Bambino, angeli e monaci certosini che distribuiscono elemosine ai fanciulli bisognosi (opera di F.Balbi).

Madonna della Provvidenza ( F.Balbi - XIX sec.)
Al di sotto del dipinto sono raffigurati due cartigli con versi dedicati alla Provvidenza di Dio e un'invocazione a Maria, e la data di esecuzione.

cartiglio con invocazione a Maria

cartiglio con versi dedicati alla Provvidenza di Dio





Varcato l'arco si scende ora lungo una rampa cordonata che costeggia a destra gli orti dei monaci e la biblioteca, e a sinistra il giardino della farmacia.

cordonata (vista dal basso)
cordonata (vista dall'alto)
 La biblioteca conserva 25.000 volumi.

ingresso alla biblioteca
Negli orti dei monaci si trova una piscina con pesci e una statua della Madonna in preghiera.

orti e piscina
piscina
pesci della piscina
Nelle acque gelide di questo bacino i monaci s'immergevano in segno di penitenza.

Preceduta da un giardino all'italiana, si erge la farmacia settecentesca, vero gioiello della certosa.
Nel loggiato dell'edificio che la ospita si trova un dipinto murale che rappresenta l'Immacolata Concezione (F.Balbi).

Immacolata Concezione (F.Balbi - XIX sec.)
All'interno dell'edificio

corridoio che divide le sale dell'edificio della farmacia
Il corridoio separa la sala dell'antica farmacia da un sala d'attesa detta Salottino del Balbi.

ingresso del Salottino del Balbi
Salottino del Balbi
La stanza prende il nome dall'artista che l'ha decorata nei suoi minimi particolari: nello schienale del divano ha inserito un suo piccolo dipinto, le sovrapporte con angioletti e la decorazione con nature morte della porta sono state da lui disegnate.
 
divani del Salottino del Balbi
sovrapporte e ante della porta sono opera del Balbi
portefinestre con decorazione murale del Salottino del Balbi
Anche il soffitto ligneo a cassettoni dipinti con fiori è una sua opera.

soffitto a cassettoni dipinti del Salottino del Balbi
Il pavimento è decorato da un litostroto: cuori si alternano a cerchi, e in medaglione circondato da scritta vi è una clessidra alata.

litostroto nel Salottino del Balbi
Sulla parete di fondo è rappresentato un monaco certosino che esce da una porticina.
E' don Benedetto Ricciardi, che diresse la spezieria dal 1839 al 1863.

Don Benedetto Ricciardi (F.Balbi)
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La sala di fronte al Salottino del Balbi è l'antica sala della farmacia settecentesca, sopraelevata nel 1763/1770 sopra l'originale spezieria.

ingresso alla farmacia
porta interna della farmacia


farmacia della Certosa di Trisulti
Colpisce subito la ricchezza delle sue decorazioni pittoriche.
La volta a crociera fu dipinta in stile pompeiano (come era divenuto di moda dopo i primi scavi compiuti a Pompei nel 1748), da G.Manco nel XVIII secolo: cornicioni in rilievo liscio e dorato racchiudono personaggi e scene di tema mitologico, allegorico e pagano.

volta della farmacia
particolare della volta in stile pompeiano
Nel fregio che corre lungo la parte bassa della volta sono raffigurati paesaggi ed animali esotici.
Tra grottesche e trompe-l'oeil si distinguono Giove sull'aquila, Mercurio con in mano il caduceo, Giunone sul trono e pavone, Diana con la faretra.

volta della farmacia: Giunone sul trono e il pavone - fregio: elefante
volta della farmacia: Giove sull'aquila, Mercurio e Diana - fregio: rinoceronte
 Una figura alata che guarda dentro uno specchio rappresenta la Prudenza.

figura alata allo specchio: la Prudenza
Figure fantastiche sorreggono quadretti nei quali sono rappresentati tra gli altri Apollo che suona la lira, lo Scorticamento di Marsia, Enea con Ascanio e Anchise e il Giudizio di Paride.

volta della farmacia: Scorticamento di Marsia
volta della farmacia: Apollo che suona la lira
volta della farmacia: Giudizio di Paride
volta della farmacia: Enea con Ascanio e Anchise
Nell'ovale centrale della volta è raffigurata Aurora che guida un carro trainato da cervi, mentre al suo passaggio tre amorini spargono rose.

ovale centrale della volta della farmacia: Aurora
Lungo le pareti si trovano le scansie settecentesche di G.Kofler, sulle quali trovano posto vasi del XVII/XIX secolo contenenti erbe, unguenti, droghe e sostanze medicamentose.

scansie e sedile ligneo della farmacia
decorazione con cornici ricoperte in oro zecchino delle scansie della farmacia
armadio della farmacia
barattoli e vasi con etichette negli armadi della farmacia
Molti dei vasi e delle etichette apposte su di essi, furono disegnati da F.Balbi.

ampolla etichettata
ampolla etichettata


brocca della farmacia
Anche le pareti, la parte bassa delle ante, gli sguinci delle finestre e i pannelli delle vetrine sono dipinti.

vaso, brocca e ampolle dipinti nella parte bassa della porta finestra (F.Balbi)
albero e uccello che sorreggono vasi da farmacia nello sguincio a destra della finestra (F.Balbi)
uccelli e girali nelle ante delle finestre
 Il bancone fu decorato da G.Manco.

bancone della farmacia
Il sedile in legno intagliato posato lungo le pareti risale al XVIII secolo.

Il pavimento in marmitte di granaglie ha motivi geometrici e un tondo con l'emblema dei farmacisti (XVII secolo).

pavimento della farmacia con emblema dei farmacisti
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Riusciti sul corridoio si possono ammirare gli scaffali in legno con scatole in faggio che contengono erbe essiccate, i dipinti murali di F.Balbi e un orologio a pendolo del Settecento ancora funzionante, con un monito e la raffigurazione di Dio che segue con gli occhi lo spettatore.

armadi lungo il corridoio
armadio con scatole di faggio per le erbe medicamentose
dipinto murale lungo il corridoio: brocca e satiro su colonna (F.Balbi)
dipinto murale lungo il corridoio: animali, alberi da frutta e la caricatura della povertà e dell'egoismo
orologio con raffigurazione di Dio che muove gli occhi
monito scritto sull'orologio
vaso da farmacia
albarello






















Lungo la parete del Salottino di Balbi è stato dipinto dall'artista anche il centauro Abante, il personaggio dal ghigno inquietante e dagli zoccoli caprini, metà uomo e metà cavallo citato nelle Metamorfosi di Ovidio, dipinto con ramarro sul petto e posto al di sopra del quadrato del SATOR, il palindromo SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS ritrovato su molti reperti archeologici.
Ancor più in basso Balbi commenta: ” Ma il cambiar di natura è impresa troppo dura”.

il centauro Abante, il quadrato del SATOR e il monito di Balbi
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Usciti dall'edificio della farmacia non si può non soffermarsi ad ammirare il giardino all'italiana con un'esplosione di opere di arte topiaria, che lasciano solo stretti passaggi al visitatore che vuole entrarvi.

giardino all'italiana della farmacia
arte topiaria nel giardino della farmacia
Questo giardino era il luogo dove originariamente i monaci coltivavano le loro erbe officinali.

giardino della farmacia
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Continuando a scendere la cordonata, verso destra ci si dirige verso il piazzale principale della certosa.

rampa verso la piazza principale della certosa
Sulla sinistra della rampa si trova un pilastro sormontato da un leone in pietra che faceva parte del protiro demolito nel 1768 per costruirvi la facciata attuale della chiesa.

leone in pietra su pilastro con la croce simbolo della Chiesa
Il pilastro è scolpito con quattro simboli: un coltello che ricorda il martirio di S.Bartolomeo, una croce che simboleggia la Chiesa, l'aquila simbolo imperiale di Federico II e una ruota che rappresenta il potere nel tempo.

pilastro con il simbolo imperiale dell'aquila e con il coltello simbolo del martirio di S.Bartolomeo
Sulla destra, lungo il muro, trova posto una meridiana con la scritta "POST TENEBRE SPERO LUCEM".

meridiana
Ci si trova ora davanti alla foresteria romanico-gotica che ha preso il nome di Palazzo di Innocenzo III, dal papa che fece costruire la certosa e che usava trascorrere qui le sue estati.

Palazzo di Innocenzo III
Il palazzo è porticato e alla destra della facciata si trova una fontanella formata da una vasca semicircolare sormontata da una lapide (datata 1532 aggiunta alla fontana nel XIX secolo), da un mascherone, da una croce e da un dado con fiore centrale in marmo e pietra.

fontanella
iscrizione del 1532
Sulla sinistra del palazzo vi apre un portale del XVIII secolo con stipiti modanati e trabeazione retta da due mensole a riccio, sotto la quale vi è un'iscrizione.

portale del XVIII secolo
Circondano la piazza la chiesa, il Palazzo di Innocenzo III, la Sala Capitolare e la terrazza con l'affaccio sulla vallata.

piazza principale della certosa
Il perimetro della terrazza sulla vallata è decorato da motivi architettonici in pietra e da un'altra fontanella.

fontanella e motivo architettonico della terrazza
panorama sulla vallata
La Sala Capitolare durante la nostra visita era chiusa (inaccessibile da anni), cosi come il Refettorio, i due chiostri della certosa (quello piccolo con il cimitero dei monaci e quello grande porticato e rinascimentale) e la Sacrestia della chiesa (forse perché in corso lavori di restauro!?).

ingresso alla Sala Capitolare con il dipinto murale dell'Ecce Homo (XIX secolo)
Al centro della piazza si trova una fontana del 1737.

fontana centrale della piazza principale della certosa
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Entriamo ora nella chiesa, dedicata alla Vergine Assunta, a S.Bartolomeo e a S.Bruno, originariamente era in stile gotico ma venne rimaneggiata in stile barocco nel XVIII secolo.

Chiesa della Vergine Assunta, S.Bartolomeo e S.Bruno
La facciata a due ordini della chiesa è stata rifatta in stile neoclassico nel 1798 dall'architetto pontificio di origine senese Paolo Posi.
 
facciata della chiesa
portale d'ingresso della chiesa
L'ordine superiore della facciata è arretrato.

facciata della chiesa
Il campanile in mattoni e terminante a cuspide, ha tre quadranti d'orologio con una sola lancetta, che segnano solo i minuti .
Per sapere l'ora bisogna ascoltare i rintocchi delle campane.

campanile della chiesa
L'interno della chiesa è diviso in due parti da un tramezzo, che separa la parte della chiesa riservata ai conversi da quella riservata ai padri.

interno della chiesa diviso dal tramezzo
porta del tramezzo
Sul lato del tramezzo rivolta verso la zona dei conversi vi sono due altari, sotto i quali riposano le spoglie in cera di due cavalieri delle crociate: sotto l'altare sinistra vi è S.Bonifacio, sotto l'altare destro S.Benedetto.

tramezzo con gli altari dei cavalieri crociati
I due altari erano sovrastati da due tele attribuite al Cavalier D'Arpino, che vennero trafugate e sostituite poi da due dipinti di Venceslao Pagnutti (XIX secolo): S.Michele Arcangelo (altare destro) e S.Giovanni Battista (altare sinistro).

S.Giovanni Battista (V.Pugnatti - XIX sec.)
S.Michele Arcangelo (V.Pugnatti - XIX sec.)
La volta a botte è stata dipinta da Giuseppe Caci nel 1683 con una Gloria del Paradiso (o Gloria dei Santi).

volta della navata della chiesa
volta del coro dei Padri
volta del coro dei Padri
volta del coro dei conversi
particolare della Gloria del Paradiso (G.Caci - XVII sec.)

Nella controfacciata della navata sono rappresentati lo stemma di papa Innocenzo III e angeli reggicortina (opera di ambito laziale del XVIII secolo).

I due cori della chiesa sono opere i certosini: il coro dei conversi è di Fra Stefano (XVII secolo), mentre il coro dei Padri è del Mastro Jacobo Franzese (XVI secolo).

coro dei conversi
particolari del coro dei conversi






coro dei Padri
particolare del coro dei Padri
particolare del coro dei Padri
S.Paolo (coro dei Padri)
S.Pietro (coro dei Padri)


leggio del coro dei Padri
Lungo le pareti della navata e nel presbiterio vi sono dipinti che raffigurano scene del Vecchio Testamento e della Vita dei certosini.

Nella navata riservata ai conversi trovano posto: il Martirio dei sette fratelli Maccabei (F.Balbi - XIX secolo), il Massacro dei frati Certosini a Londra o Strage degli Innocenti (F.Balbi - XIX secolo) e la Fondazione della Certosa di Trisulti (Fra F.David - XVIII secolo)

parete sinistra del coro dei conversi: Martirio dei sette fratelli Maccabei (F.Balbi - XIX sec.)
parete destra del coro dei conversi: Massacro dei frati Certosini a Londra o Strage degli Innocenti (F.Balbi - XIX sec.) - ovali (F.Balbi - XIX sec.): Beato Dioniso detto l'Estatico (a sinistra) e Beato Oddone abate e confessore (a destra)
controfacciata del coro dei conversi: Fondazione della Certosa di Trisulti (Fra f.David - XVIII sec.)
Nel coro dei Padri si trova: Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (F.Balbi - XIX secolo)

parete sinistra del coro dei Padri : Mosè fa scaturire l'acqua dalla roccia (F.Balbi - XIX sec.) - ovali (F.Balbi - XIX sec.): Beato Nicolò Albergati vescovo e cardinale (a sinistra) e S.Anselmo vescovo di Belly (a destra)

Nel presbiterio si trovano: S.Bartolomeo scorticato vivo (opera di ambito laziale - XVI secolo) a cui fa pendant nella parete opposta la Decapitazione di S.Bartolomeo (opera di ambito laziale - XVI secolo), Papa Urbano II riceve S.Bruno nel Palazzo del Vaticano (G.Battelli - XIX secolo) e S.Bruno appare in sogno a Ruggero I (G.Battelli - XIX secolo).

parete destra del presbiterio: S.Bartolomeo scorticato vivo (opera di ambito laziale - XVI sec.)
parete sinistra del presbiterio: Decapitazione di S.Bartolomeo (opera di ambito laziale - XVI sec.)
parete destra del presbiterio (in alto): Papa Urbano II riceve S.Bruno nel Palazzo del Vaticano (G.Battelli - XIX sec.)
parete sinistra del presbiterio (in alto): S.Bruno appare in sogno a Ruggero I (G.Battelli - XIX sec.)

Sulla parete di fondo del presbiterio si trova il dipinto della Madonna col Bambino che richiama i primi certosini di Grenoble a perseverare nella vita religiosa alla presenza di S.Pietro (G.Bittelli - XIX secolo).

Madonna col Bambino che richiama i primi certosini di Grenoble a perseverare nella vita religiosa alla presenza di S.Pietro (G.Bittelli - XIX secolo)
Sulla stessa parete, appoggiati a due finestre chiuse da grate vi sono due busti in terracotta che rappresentano Sant'Ambrogio e Sant'Agostino del XVIII secolo.

Sant'Agostino (XVII sec.)
Sant'Ambrogio (XVII sec.)






















L'altare maggiore, opera di Francesco Benedetto Fortini (XVIII secolo), è composto da marmo verde antico, marmo veneto, e pietre preziose offerti dagli Asburgo.

altare maggiore
La pala d'altare, opera di V.Manenti, rappresenta la Madonna col Bambino tra S.Bartolomeo e S.Bruno (XVII secolo).

Madonna col Bambino tra S.Bartolomeo e S.Bruno (V.Manenti - XVII sec.)
L'ambra del timpano del tabernacolo con il gruppo in bronzo che rappresentava il Battesimo di Cristo attribuito al Bernini, sono stati rubati.
Sullo sportello in bronzo del tabernacolo, opera di Mattia Venturesi (XVIII secolo), è rappresentata l'Ultima Cena.

Nell'arco presbiterale è stata dipinta da G.Caci una Trinità con la Madonna.

arco presbiterale: Trinità con la Madonna (G.Caci - XVII sec.)
Nella volta del presbiterio è raffigurato Dio Padre tra angeli (G.Battelli).

volta del presbiterio: Dio Padre tra angeli (G.Battelli - XIX sec.)
Sulla sinistra del presbiterio si apre la porta della Sacrestia, mentre sulla destra si trova l'accesso alla Cappella delle Reliquie o Cappella di S.Bruno (durante la nostra visita chiuse).

accesso alle cappelle della chiesa
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Ritornando nel coro dei conversi abbiamo potuto accedere, salendo pochi gradini, alle cappelle laterali della chiesa.

Si entra direttamente nella Cappella del Rosario.

Cappella del Rosario
Nel soffitto, in riquadri con cornici in stucco, sono raffigurati i cinque Misteri Gloriosi: l'Incoronazione della Vergine, l'Assunzione di Maria, la Pentecoste, l'Ascensione di Cristo e la Resurrezione di Cristo.

soffitto della Cappella del Rosario con i cinque Misteri Gloriosi
Nella pala d'altare è rappresentata una Madonna col Bambino tra S.Domenico e S.Rita (opera di ambito romano del XIX secolo).

pala d'altare: Madonna col Bambino tra S.Domenico e S.Rita (opera di ambito romano - XIX sec.) - timpano: Beato Nicolò Albercati  (opera di ambito romano - XVIII sec.)
Il paliotto dell'altare è di manifattura romana.
Nel timpano del dossale si trova la raffigurazione del Beato Nicolò Albercati (opera di ambito romano del XVIII secolo).
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La prima cappella a sinistra di questi quattro ambienti comunicanti, è la Cappella dell'Immacolata.

ingresso alla Cappella dell'Immacolata
La decorazione delle pareti della cappella è composta da motivi a meandro e specchiature geometriche con angioletti e ghirlande di fiori, finte paraste, finto tendaggio e monogramma mariano.

Cappella dell'Immacolata: finte paraste, ghirlande di fiori e angioletti
Cappella dell'Immacolata: finto tendaggio
Nel dipinto sopra l'altare è raffigurata un'Immacolata Concezione, opera di Fra Francesco David (XVII secolo).

Immacolata Concezione (Fra Francesco David - XVII sec.)
Sulla volta della cappella stuccatori hanno raffigurato una Colomba dello Spirito Santo e cherubini (XVII secolo).

volta della Cappella dell'Annunziata: Colomba dello Spirito Santo e cherubini (XVII sec.)
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Riattraversata la Cappella de Rosario due passaggi ad arco ai lati dell'altare immettono nella successiva Cappella di S.Carlo Borromeo.

Cappella di S.Carlo Borromeo
S.Carlo Borromeo comunica gli appestati è il dipinto posto sull'altare (opera di ambito romano - XVII secolo).

S.Carlo Borromeo comunica gli appestati (opera di ambito romano - XVII sec.)
Nel timpano del dossale si trova invece raffigurata la Madonna di Vicovaro (G.Manco - XVIII secolo).

Madonna di Vicovaro (G.Manco - XVIII sec.)
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L'ultimo dei quattro ambienti è la Cappella del Crocifisso, una piccola sala con sedili lignei lungo le pareti.

Cappella del Crocifisso
Sopra l'altare una rappresentazione della Crocifissione.
Sulle vele della volta sono raffigurati angioletti con i simboli della Passione.

volta della Cappella del Crocifisso
Sulla parete destra S.Maria Maddalena di G.Manco (XVIII secolo).

S.Maria Maddalena (G.Manco - XVIII sec.)
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Per concludere la visita del complesso certosino, alla destra della chiesa si trova allestito un presepe meccanico.


ingresso al presepe
presepe della Certosa di Trisulti
presepe della Certosa di Trisulti

Orario: aprile/settembre   9.30/12.00     15.30/18.00
             ottobre/marzo      9.30/12.00     15.30/17.30


CONCLUSIONI
La Certosa di Trisulti ha rischiato di essere lasciata all'abbandono, ma i ponteggi dei lavori che abbiamo visto in corso alla farmacia testimoniano che qualcosa di positivo sta accadendo.
Sarebbe davvero un peccato lasciare che una grande testimonianza dell'architettura certosina possa essere perduta per l'incuria dovuta alla mancanza di fondi economici per la tutela e recupero del luogo.
Mi piacerebbe ritornarci e vedere finalmente aperti i locali che alla mia visita erano interdetti!
Speriamolo!


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