Un capolavoro dell'arte italiana come il Mosè di Michelangelo, e la Tomba di Giulio II nel quale è inserita l'opera, non possono non meritare una visita e un mio post.
Michelangelo a Bologna si presenta a Giulio II (XVII sec. - Anastasio Fontebuoni - Casa Buonarroti - Firenze) |
Furono infatti molti i ripensamenti e i ridimensionamenti che allontanarono l'opera dal disegno iniziale, e che arrecarono a Michelangelo tormento e inquietudine.
Egli stesso definì quest'opera
"La tragedia della mia vita".
Il primo progetto del 1505, da collocarsi nella Basilica Vaticana dove oggi si trova il famoso baldacchino del Bernini, prevedeva un monumento a pianta rettangolare, una piramide scultorea alta 8m, comprendete quaranta statue.
primo progetto della Tomba di Giulio II (1505) |
Nel registro inferiore invece dovevano essere scolpite Vittorie alate e Prigioni (ovvero delle statue di ignudi maschili incatenati, rappresentanti le Province assoggettate allo Stato Pontificio, o le Arti liberali prigioniere dopo la morte del Papa).
Due dei sei famosi Prigioni, le "statue non-finite" scolpite da Michelangelo per la Tomba di Giulio II, sono conservati al Musée du Louvre: lo Schiavo Ribelle e lo Schiavo Morente.
Schiavo morente e lo Schiavo Ribelle (Michelangelo - Musée du Louvre) |
Strozzi, esiliato a Lione a sua volta le offrì al re di Francia.
Vennero poi sistemati in due nicchie nel Château d’Écouen, proprietà di Anne de Montmorency.
Successivamente vennero regalate al cardinale de Richelieu che le portò nel suo château di Poitou.
Gianlorenzo Bernini li vide in questo castello e ne fece un'illustrazione.
Schiavo morente (Michelangelo - Musée du Louvre) |
Schiavo Ribelle (Michelangelo - Musée du Louvre) |
Lo Schiavo Ribelle ricorda molto il Laocoonte, la statua ritrovata durante gli scavi alla Domus Aurea ai quali Michelangelo assistette.
Laocoonte (Musei Vaticani) |
Schiavo Giovane |
Schiavo Atlante |
Schiavo che si sveglia |
Schiavo Barbuto |
Il Genio della Vittoria, realizzato per una nicchia del basamento della tomba, è invece conservato nel Salone dei cinquecento di Palazzo Vecchio, sempre a Firenze, città nella quale le statue furono scolpite.
Genio della Vittoria (Michelangelo Buonarroti - Salone dei Cinquecento - Palazzo Vecchio - Firenze) |
Il vero e proprio catafalco del Papa si sarebbe dovuto trovare all'interno della struttura monumentale.
Giulio II, concentrato sulla realizzazione della Basilica Vaticana, e distolto dai progetti proposti da altri artisti della corte papale, invidiosi di Michelangelo, accantonò il suo interesse per l'opera che il Buonarroti si stava accingendo a realizzare, provocando così la delusione dell'artista e il suo allontanamento da Roma.
Giulio II chiese a Michelangelo di riprendere i lavori della sua tomba, dopo che l'artista realizzò la statua in bronzo del Pontefice da porre sulla facciata della Chiesa di S.Petronio a Bologna (opera andata distrutta).
Giulio II ordina i lavori del Vaticano e di S.Pietro a Bramante, Michelangelo e Raffaello (Horace Vernet 1827/1833 - Musèe du Louvre - soffitto sala Musèe Charles X) |
Nel 1513 Giulio II morì, lasciando l'onere ai suoi eredi di far finire l'opera a Michelangelo.
Non potendo sostenere le spese di un'opera così monumentale, furono apportate delle modifiche al primo progetto, ridimensionandolo.
Il secondo progetto del 1513 prevedeva la riduzione del numero delle statue, un affiancamento del monumento alla parete della basilica, trasformandolo in una monumentale facciata.
Si decise poi di non tumulare più il pontefice all'interno del monumento, che invece riposa insieme allo zio Sisto IV nella Basilica Vaticana.
secondo progetto della Tomba di Giulio II (1513) |
Nel progetto venne aggiunta la statua della Madonna col Bambino racchiusa in una mandorla, sormontata da una volta poggiante su pilastri.
In questo modo il monumento, anche se ridotto in profondità, doveva essere più alto.
Nel terzo progetto del 1516 venne ridotto lo spessore del monumento e il numero delle statue (che scese a venti).
terzo progetto della Tomba di Giulio II (1516) |
La statua del pontefice doveva essere sorretta da due figure, mentre veniva eliminato il catafalco.
Michelangelo però venne di nuovo distolto dalla sua opera, essendo stato incaricato da Leone X di occuparsi della facciata della Chiesa di S.Lorenzo a Firenze, e perciò anche questo progetto fu accantonato.
Il quarto progetto risale al 1526 e doveva essere un'ulteriore semplificazione di quello precedente.
Gli screzi tra gli eredi di Giulio II e Michelangelo aumentarono per l'inadempienza dell'artista agli accordi presi.
Il quinto progetto del 1532 vide la decisione di spostare il monumento funebre nella Basilica di S.Pietro in Vincoli e l'utilizzo di statue già realizzate in precedenza.
quinto progetto della Tomba di Giulio II (1532) |
Paolo III affidò a Michelangelo la decorazione del Giudizio Universale nella Cappella Sistina, e la decorazione della Cappella Paolina.
Così anche questa volta l'artista abbandonò la sua travagliata opera.
Per questo gli eredi di Giulio II gli fecero causa.
Il sesto progetto, e finalmente l'ultimo, fu del 1542 e prevedette la collaborazione di alcuni artisti guidati da Michelangelo per terminare l'opera.
La tomba fu finalmente compiuta nel 1545.
Tomba di Giulio II |
Tomba di Giulio II |
registro superiore del monumento: Sibilla, Madonna col Bambino, Giulio II e Profeta |
Domenico Fancelli ebbe il compito di terminarle.
Sibilla |
Profeta |
Profeta Isaia (Raffaello - Basilica di Sant'Agostino - Roma) |
Giulio II e Madonna col Bambino |
registro inferiore: Rachele, Mosè, Lia ed erme |
Rachele, nella nicchia sinistra, è l'eroina biblica raffigurata incappucciata e con mantello, che rivolge gli occhi al cielo e congiunge le mani nella posizione della Speranza.
Per questo rappresenta l'allegoria della Vita Contemplativa.
In questo caso la Salvezza deriverebbe dalla preghiera.
Rachele |
Lia |
Maddalena (1530 - Polidoro da Caravaggo - Chiesa di S.Silvestro al Quirinale) |
Il Mosè, statua di marmo di Carrara alta 2,32m, posta al centro del registro inferiore nell'ultimo progetto del monumento, venne scolpita tra il 1513 e il 1515, ma subì un ripensamento dell'artista dopo il 1542.
Mosè (Michelangelo) |
Mosè è raffigurato seduto come i maestri antichi ritratti nei bassorilievi romani, con le Tavole della Legge in mano, come S.Giovanni Evangelista di Donatello o appunto il Profeta Isaia di Raffaello.
S.Giovanni Evangelista (Donatello - Museo dell'Opera del Duomo - Firenze) |
Torso del Belvedere (Musei Vaticani) |
Mosè (Michelangelo) |
Il Buonarroti volle distogliere lo sguardo di Mosè dall'altare che conservava le catene di S.Pietro, perché la loro venerazione era legata alla concessione delle indulgenze ai pellegrini in cambio di denaro: il nuovo vitello d'oro.
Contribuì forse a portarlo verso questa decisione l'amicizia con il Cardinale Giovanni Morone, esponente degli Spirituali, accusato di eresia per il suo disprezzo verso le reliquie causa della superstizione, e in particolare verso i "vincoli".
Mosè (Michelangelo) |
Il naso venne quindi ricavato dalla gota sinistra.
Vasari disse che la barba del Mosè era più
"opera di pennello che di scalpello".Sulla testa del Mosè appaiono due corna, derivate dell'errata interpretazione del Libro dell'Esodo (tradotto da S.Gerolamo nella "Volgata"), dove si dice che Mosè scese dal Monte Sinai con in fronte due raggi di luce.
La parola ebraica "karnaim" o "karan" significa "raggi", ma venne confusa con la parola "Keren" che significa "corna".
Durante l'ultimo restauro al quale il Mosè è stato sottoposto, sono emerse delle novità nel campo degli studi che riguardano questo capolavoro del grande Michelangelo.
Si è scoperto infatti che la superficie marmorea è stata trattata da Michelangelo in maniera differente, usando strumenti diversi per ottenere differenti gradi di finitura, di luminosità e tridimensionalità.
Per ottenere una diversa riflessione della luce in alcune parti del corpo del Mosè, Michelangelo ha infatti usato la tecnica "a lustro", procedimento chimico-fisico che adopera fogli di piombo e ossalati (di solito si usava urina di bambino), per ottenere un effetto più lucente e rifrangente della luce.
Altre parti del corpo scolpite furono invece trattate con la pomice e sabbie abrasive.
Altre ancora vennero scolpite solo con calcagnoli, scalpelli corti a due denti.
In origine la Tomba di Giulio II riceveva luce da una finestra posta alla destra del monumento.
Questa finestra venne chiusa nel 1860, e questa chiusura annullò l'effetto studiato da Michelangelo per dare risalto alla sua opera.
Ora dietro quella finestra si trova uno sgabuzzino per scope dell'Università.
finestra murata della basilica |
Il gioco di luce che esalta la bellezza dell'opera, ricostruisce l'aurora, l'alba, il tramonto, il crepuscolo e la luce lunare.
La resa cromatica sfuma dagli arancioni ai rossi.
Michelangelo è ritornato a essere così il grande scultore del marmo... e della luce!
CURIOSITÀ:
Ercole Gonzaga, Cardinale di Mantova, vedendo il Mosè disse:
"Questa sola statua è bastante a fare onore alla sepoltura di papa Giulio".
Viene anche raccontato che Michelangelo, per il realismo della sua opera, colpì il ginocchio del Mosè con un martello ed esclamò:
"Perché non parli?".C'è chi ha voluto vedere nel viso del Mosè il ritratto di Giulio II, e chi quelle di Michelangelo stesso.
Orario della Basilica di S.Pietro in Vincoli: 8.00/12.30 15.00/19.00
Costo: GRATIS
CONCLUSIONI
Se si fosse realizzato il primo progetto del monumento funebre voluto da Giulio II come sua ultima dimora e testimonianza della sua grandezza terrena, sarebbe stata realizzata la tomba scolpita più grandiosa della storia.
E' anche vero però che se Michelangelo avesse lavorato intensamente e in modo continuativo alla Tomba di Giulio II, non ci avrebbe lasciato opere come gli affreschi della Cappella Sistina, il Giudizio Universale o le Tombe Medicee.
La storia ha voluto che andasse così, e non possiamo che godere della bellezza dell'arte che in ogni caso il grande maestro ci ha lasciato!
Consiglio anche a chi conosce già il Mosè di ritornare a visitare quest'opera di Michelangelo, per vederla nella sua nuova e al tempo stesso antica "luce", e scoprirla in una nuova veste, che ne amplifica la bellezza.
4 commenti:
Brava! Il migliore articolo sulla tomba di Giulio II che abbia letto, grazie
Grazie Patrizio!
Ho incontrato il tuo blog perché cercavo una immagine della Maddalena dipinta da Polidoro da Caravaggio, ma mi sono trovato di fronte al suo/tuo articolo qui presente.
Cercavo l'immagine in internet perché sto leggendo un libro di Antonio Forcellino, "Il fermaglio di perla", dove, a un certo punto, Vittoria Colonna si ferma ad ammirare questa Maddalena, che Forcellino descrive bene; però nel libro non c'era l'immagine relativa.
Oltre a trovare l'immagine ho scoperto di essermi imbattuto in un dettagliato, approfondito ed esaustivo articolo ricco di immagini appropriate sulla tomba fatta da Michelangelo per Giulio II (compresi i sei diversi progetti, modifiche, ecc ...), un argomento che mi interessava molto, come parte dei miei dilettanteschi studi sul Rinascimento, e su cui avevo informazioni frammentarie da Wikipedia e qualcosa dai libri.
Con calma l'ho letto tutto e sono anche andato avanti e indietro per capire meglio, mi è piaciuto molto e ora so quasi tutto sulla questione senza bisogno di andare a San Pietro in Vincoli.
Non sono uno che lascia spesso commenti su internet, ma stavolta non ho potuto fare a meno di ringraziarti.
Oggi sono tornato sul tuo blog, nello stesso articolo, per guardare le immagini delle due sculture femminili Lia e Rachele, che Forcellino descrive nel libro più avanti e ho trovato quello che cercavo. Così guardando le immagini e leggendo insieme la descrizione il piacere estetico è aumentato.
Poi ho visto che mi avevi ringraziato del commento e ho pensato di scriverti qualcosa in più per spiegarti come ti ho conosciuto e ringraziarti ancora per il tuo lavoro.
Cordiali saluti, Patrizio Quintili
Grazie Patrizio per la tue bellissime parole...sono immensamente contenta di esserti stata utile e di aver incontrato un estimatore del mio impegno nel voler condividere il bello dell'arte. Cordiali saluti
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