sabato 16 giugno 2018

Borgogna: il Castello di Cormatin, "soggiorno di fascino, arte e delizie"


Siamo di nuovo in Francia, nella Borgogna del Sud, nel dipartimento Saona e Loira, per visitare un affascinante castello posto tra Cluny e Tournus: lo Chateau de Cormatin.
"Un soggiorno di fascino, arte e delizie"
 Così lo definì Alphonse de Lamartine che qui passò molto del suo tempo.

Questo castello ha una lunga storia e ha ospitato personaggi famosi nell'ambito politico e culturale.
Le sue origini risalgono al XII secolo quando i Blè, nobile famiglia già dal 1022, divennero i signori di Cormatin.
stemma della famiglia du Blè
Nel 1280 Henri du Blè costruì una casa fortificata per controllare la via che portava all'Abbazia di Cluny.
Nel 1560 la famiglia du Blè, tramite matrimonio, acquista la baronia di Uxelles, una delle terre più nobili della Borgogna.
Durante le guerre di religione Antoine du Blè d'Uxelles partecipò per vent'anni alle campagne militari contro i protestanti e divenne padrone della Borgogna del Sud in nome della Lega Cattolica.
Poi si comportò da voltagabbana e portò la riva destra della Saona sotto l'autorità di Enrico IV.
Divenne per questo gesto il governatore di Chalon sur Soane, considerata allora una roccaforte strategica.
Nel 1605 Antoine du Blè diede inizio alla costruzione del castello in stile rinascimentale, mantenendo l'assetto medievale della casa fortificata come fondamenta.
Alla sua morte gli successe il figlio Jacques, che a Parigi era divenuto uno dei favoriti della Corte della regina Maria de' Medici.
Egli sposò nel 1617 Claude, figlia di un influente uomo dell'epoca, Raymond Phélypeaux, Tesoriere di Risparmio e Segretario di Stato.
L'anno seguente venne nominato marchese.
Nel 1628 gli viene affidato l'incarico di porsi alla testa di 12000 uomini e di andare in soccorso del duca di Mantova  per conquistare il Monferrato.
Sconfitto sulle Alpi da Carlo Emanuele di Savoia per mancanza di denaro, cibo e munizioni, fu costretto a ritirarsi.
Poi, per riscattarsi dal rovinoso epilogo, unitosi alle truppe del re nell'assedio di Privas (nel dipartimento di Ardèche), si lanciò in un attacco spericolato e venne ucciso (1629).
Nel 1722 Nicolas du Blè, ultimo discendente della casata, maresciallo di Francia, governatore dell'Alsazia e membro del Consiglio di reggenza alla morte di Luigi XIII, fu costretto all'esilio per essersi opposto all'alleanza con l'Inghilterra.
La proprietà passa al nipote ed erede Henri-Camille de Beringhen, governatore di Chalon, primo scudiero del re Luigi XV.
Il marchesato fu poi lasciato alla figlia naturale Sophie Verne, il cui marito Pierre Dezoteux partecipò alla Guerra d'Indipendenza Americana, e fu colui che portò dall'America e introdusse nel giardino del castello i tulipani della Virginia e i cipressi calvi della Louisiana.
Durante la cosiddetta "Grande Paura", lo smarrimento e il panico verificatosi nelle campagne poco dopo la Rivoluzione del 1789, i rivoltosi che volevano bruciare il castello vennero placati in cambio dei barili di vino conservati nelle cantine della proprietà.
Venduto nel 1809 ad un militare della Rivoluzione, Etienne Maynaud de Lavaux, il castello fu da questi ceduto ad un industriale lionese che volle trasformare l'ala meridionale in una manifattura indiana.
I lavori malfatti di trasformazione fecero crollare questa parte del castello.
Alphonse de Lamartine
Nel 1812 il poeta, romanziere e politico Alphonse de Lamartine, che frequentava il castello e che qui incontrava i suoi amici politici, sedusse Nina Dezeteux, la figlia dei proprietari, e moglie del conte Pierreclau.
Dalla loro relazione nacque un figlio.
Quando Lamartine era ospite al castello scrisse il suo programma "repubblicano e socialista".
In ricordo nel 1849 fu posta nel cortile una statua che rappresenta la Seconda Repubblica, che venne poi decapitata.

Seconda Repubblica
In seguito eredita il castello Henri de Lacretelle.
Nel 1888 nacque al castello il famoso romanziere Jacques de Lacretelle. 
Nel 1898 la proprietà venne venduta a Raoul Gunsbourg, direttore dell'Opera di Montecarlo.
Fu così che il castello divenne il palcoscenico estivo del mondo dello spettacolo e della politica.
Qui si svolgeva il "Concorso musicale Cormatin", presieduto dal compositore e pianista Jules Massenet: interpreti prestigiosi erano chiamati a cantare in opere e operette rappresentate nel parco del castello.
Tra i personaggi ospitati al castello si ricordano le attrici Sarah Bernhardt e Cécile Sorel, i tenori Enrico Caruso e Francesco Tamagno, il basso Feodor Ivanovic Chaliapine, il soprano Nelly Melba.
Raoul Gunsbourg per stupire i suoi ospiti fece realizzare stanze e salottini in stile bizantino, rinascimentale, Luigi XIV.
Seguì un periodo di cinquant'anni in cui il castello cadde in stato d'abbandono.
Nel 1980 fu acquistato dagli attuali tre proprietari e restaurato.
Dopo aver percorso un viale fiancheggiato da alberi e attraversato un primo canale, si raggiunge la bassa corte che precede il castello.

viale d'ingresso alberato
canale prima della bassa corte
bassa corte
Il castello, circondato da un fossato riempito d'acqua, è costituito da tre ali poste a ferro di cavallo intorno ad una corte.
E' raggiungibile tramite un ponte in legno poggiante su strutture in pietra.

bassa corte e fossato del castello
fossato del castello
ponte sul fossato del castello e corte
ponte sul fossato del circonda il castello
 La cittadella di Chalon sur Saone ha ispirato la costruzione delle facciate esterne, che mantengono un certo rigore militare.

L'ala settentrionale s'ispira alla facciata meridionale del Palazzo di Lussemburgo a Parigi, fatto costruire da Maria de' Medici: un avancorpo centrale con frontone e due padiglioni angolari con torrette.

facciata esterna dell'ala settentrionale
l'avancorpo con frontone e i padiglioni laterali della facciata esterna dell'ala settentrionale
L'ala occidentale fu abbassata dopo l'incendio del 1812, mentre l'ala meridionale nel 1815 subì il crollo a seguito della trasformazione in fabbrica (al suo posto oggi vi è una terrazza).

ala occidentale
Sul lato orientale, distrutto nel XVII come segno di fedeltà a Luigi XIV, si trovava un bastione con ingresso monumentale e ponte levatoio che attraversava un fossato largo 26m.
Sui muri vi erano cannoniere pronte a sparare contro eventuali assalitori.

ricostruzione del castello nel XVII secolo
Agli angoli del castello si trovano quattro padiglioni con torrette a strapiombo.
Gli alti tetti erano ricoperti di lastre di ardesia.

ricostruzione del castello dopo il crollo dell'ala meridionale
ali del castello che s'affacciano sulla corte con facciate in stile "rustico francese" 
Nella corte con pozzo sono stati aggiunti nel 1624 i tre portali (solo due sono arrivati sino a noi), ideati da Salomon de Brosse, architetto di Maria de' Medici.
La pietra utilizzata è un calcare con ossidi di ferro che le fanno assumere una colorazione particolare.

corte
angolo Nord-Ovest della corte
Il portale dell'ala settentrionale, preceduto da cinque scalini, è composto da una campata dorica sormontata da un'edicola con frontone che inquadra un busto decapitato.

portale dell'ala settentrionale
Il portale dell'ala occidentale con quattro colonne ioniche è invece sormontato dal busto di Enrico IV.

portale dell'ala occidentale con busto di Enrico IV

La visita guidata inizia all'interno dell'ala Nord, dove si trova la grande "scala vuota alla moderna", una scala a vuoto centrale su pianta quadrata, la più antica che si sia conservata in Francia.

"scala vuota alla moderna"
"scala vuota alla moderna"
"scala vuota alla moderna"
La scala su quattro livelli (alta 20m e larga 9m) è stata costruita in pietra.
E' stata ripresa da quella costruita l'anno prima (1623) da Salomon de Brosse nel Palazzo di Lussemburgo (andata distrutta nel XIX secolo).

tipi di scale: medievale (a sinistra) e diritta rinascimentale (a destra)
tipi di scale: "vuota alla moderna" (a sinistra) e "scala alla francese" (a destra)
I muri interni sono stati sostituiti da arcate.
Caratteristici sono gli archi rampanti e notevoli le balaustre.

balaustre della scala

Si sale al primo piano dove ci attendono le sale riarredate da Raoul Gunsbourg nel XIX secolo, quegli ambienti che non avevano conservato la loro decorazione originale, e che vennero allestiti in stile gotico, bizantino, rinascimentale, Luigi XIV.

Uno di questi è il Salone-Biblioteca.

Salone-Biblioteca
Salone-Biblioteca
Salone-Biblioteca
Salone-Biblioteca
soffitto con travi lignee dipinte del Salone -Biblioteca
Questa sala fu ridecorata, insieme ad altre, nel periodo in cui era proprietario del castello Raoul Gunsbourg.
Gli arredi rispecchiano lo stile della Belle Epoque, con mobili di colore nero, cuscini, pesanti tendaggi e tavoli coperti di tappeti.

particolari decorativi del Salone-Biblioteca
particolari decorativi del Salone-Biblioteca
particolari decorativi del Salone-Biblioteca
particolari decorativi del Salone-Biblioteca
Campeggia nella sala il grande quadro di Feyen Perrin intitolato "Ronde Antique" ("Girotondo antico"), esposto al Salone delle Belle Arti nel 1863, e acquistato da Gunsbourg nel 1909.

Ronde Antique (Feyen Perrin - 1863)
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La camera che poi si visita è quella in cui è stato posto il letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine.
Fu comprato dagli attuali proprietari una trentina di anni fa.

camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine
camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine
camera con letto appartenuto ad Alphonse de Lamartine
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Ridiscesi al piano terra si visitano l'Appartamento del marchese e l'Appartamento della marchesa, separati da un pianerottolo, e composti ognuno da un'Anticamera, una Camera da letto, un Gabinetto e un Guardaroba.                                                                        Sono queste le cosiddette "Salles dorées" ("Sale dorate"), realizzate tra il 1627 e il 1628 da Jacques du Blè.
Il primo ambiente dell'Appartamento della marchesa è l'Anticamera.


Anticamera con soffitto in legno dipinto dell'Appartamento della marchesa
Le pareti di questa sala, dove ci si fermava prima di essere ricevuti nella camera da letto della marchesa, sono ricoperte da un rivestimento in legno detto "d'altezza" (è l'unica in Francia che si sia conservata interamente), dipinta in rosso, considerato il colore dell'autorità reale, e in blu, che simboleggia il cielo, l'origine di questa autorità.

rivestimento in legno "d'altezza" nell'Anticamera dell'Appartamento della marchesa
I pannelli in legno sono decorati con paesaggi e con le figure di Minerva, Diana (rappresentano le funzioni difensive del re), un giovane alfiere (il coraggio) e il vecchio re Salomone (la saggezza).

pannello con paesaggio
pannello con paesaggio


pannello con paesaggio

pannello con paesaggio
Diana
Minerva


giovane alfiere

re Salomone
Sul camino si trova un medaglione, inquadrato da trofei militari, che raffigura il Ritratto di Luigi XIII, con uno sfondo nel quale si riconosce la Chiesa di Notre-Dame a Parigi

camino dell'Anticamera
Ritratto di Luigi XIII
In un riquadro è rappresentata una candela accesa che brucia una mosca e la frase latina "comburit incautos" ("brucia gli impudenti"): la frase, per il contesto storico in cui fu realizzata la sala, era rivolta ai protestanti.
Lungo le pareti sono sistemate sedie tedesche del 1650.
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Si accede quindi alla Camera da letto della marchesa.
Qui si svolgevano durante la giornata attività sia private che pubbliche.

Camera da letto della marchesa
Camera da letto della marchesa
Il letto è messo in un angolo per creare più spazio, mentre si usava un tavolo pieghevole rimovibile per consumare i pasti.

letto della marchesa
arazzo del letto
tavolo pieghevole per consumare i pasti
Le iniziale C e P individuabili ovunque in questo ambiente sono quella della marchesa Claude Philyppeaux.

iniziali CP sul camino della camera
Lungo il perimetro della sala si trova una bassa boiserie decorata con simboli di fecondità: frutta e fiori.
Al di sopra di questo, le pareti venivano rivestite di materiali diverse a seconda della stagione: seta d'estate, arazzi di lana in inverno.

Il soffitto in legno alla francese è dipinto in blu di lapislazzuli (simbolo della fedeltà), decorazioni in rilievo oro e bianco, cesti e mazzi di fiori.

soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa
soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa
soffitto alla francese della Camera da letto della marchesa
Sul camino, posto al centro della parete, si trova un quadro che rappresenta Venere che prende da Vulcano le armi per il figlio Enea (Quintin Varin prima del 1626).

Venere che prende da Vulcano le armi per il figlio Enea (Quintin Varin prima del 1626)
Nella torretta con accesso dalla camera vi era stata ricavata  una piccola cappellina.

cappellina ricavata in una torretta
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Nell'angolo vicino al camino si apriva la porta del Guardaroba dove venivano conservati gli abiti della marchesa, vi si trovavano la vasca da bagno in rame o in legno e la seggetta per i propri bisogni naturali.


Guardaroba con vestiti, vasca da bagno e seggetta
Qui inoltre venivano depositati i materassi delle cameriere della marchesa, che dormivano solitamente in anticamera; se era particolarmente freddo, a volte era permesso loro di dormire nella camera della marchesa, riscaldata dal camino.
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Il Gabinetto della marchesa, un luogo intimo e privato dove rilassarsi e leggere, non venne terminato a causa della morte del marito Jacques de Blè.

Gabinetto della marchesa
La ventiduenne marchesa infatti, per espiare i peccati del marito morto in guerra, si ritirò in una camera dell'ala meridionale del castello allestita per il lutto con drappi neri sulle pareti e sul letto, e dove visse per il resto della sua vita (morì quando aveva 36 anni).
soffitto alla francese del Gabinetto della marchesa
Il rivestimento in legno risale al XVII secolo, mentre la decorazione pittorica fu fatta realizzare da
Raoul Gunsbourg nel XIX secolo.

rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa
rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa
rivestimento in legno (XVII sec.) e decorazione pittorica (XIX sec.) del Gabinetto della marchesa
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Si visitano poi due ambienti che collegavano i due appartamenti dei coniugi, e che dovevano stupire gli ospiti.
Il primo ambiente è il cosiddetto Gabinetto degli Specchi, una "stanza delle curiosità" in voga nel XVII secolo.

Gabinetto degli specchi
Non era questa una sala dove venivano raccolti oggetti dal valore scientifico, ma bensì simbolico: un mondo in miniatura che rappresentasse la potenza del suo proprietario sul tempo e sullo spazio.

decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto
decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto
decorazione del rivestimento e raffigurazioni paesaggistiche della gabinetto
Erano qui raccolti animali impagliati, animali esotici, bronzi, conchiglie dell'Oceano Indiano, porcellane provenienti dalla Cina, minerali, monete e statue antiche.

porcellane cinesi, carapaci di tartarughe, conchiglie, strumenti musicali antichi...
rostro di squalo sega, coccodrillo e conchiglie
collezione di minerali
Il Ritratto di Jacques du Blè marchese di Uxelles è posto sul camino, chiamato alla corte di Maria de' Medici "il pagello rosso della regina" ("le Rousseau de la Reine") per i suoi capelli rossi.

camino con Ritratto di Jacques du Blè
Sulla volta sono raffigurati amorini di gusto italiano che richiamano quelli realizzati nel Palazzo di Lussemburgo a Parigi (questo soffitto chiamato "a cielo" fu introdotto a Parigi  nella residenza della regina da Orazio Gentileschi).
Non mancano simboli alchemici: il bambino al centro del soffitto sparge rose: la "Rosea" è un elemento necessario nell'Alchimia.

soffitto in legno decorato e dipinto con putti
putto di gusto italiano
putto di gusto italiano
putto che sparge rose
Gli specchi che decorano l'ambiente molto probabilmente sono stati aggiunti in epoca successiva, dato che all'epoca di Luigi XIII gli specchi erano ancora molto costosi.
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Il secondo ambiente che doveva stupire gli ospiti era il Gabinetto di S.Cecilia o Gabinetto del marchese.

Gabinetto di S.Cecilia
Gabinetto di S.Cecilia
Questo "studiolo" è in Francia tra i più lussuosi e meglio conservati risalenti al XVII secolo.
Pittori di origine fiamminga realizzarono la decorazione floreale.

decorazione floreale del Gabinetto di S.Cecilia
 Lungo le pareti sono raffigurate le quattro Virtù necessarie alla rigenerazione dell'anima.

La Forza Morale
La Giustizia
La Prudenza
La Temperanza
La raffigurazione del Grano mistico (celebrazione dell'anima), rimanda al nome della casata ("blè" in francese significa "grano")

Sul camino si trova un medaglione che raffigura Marco Curzio che si getta con il cavallo nel fuoco degli inferi (=l'uomo accecato dalle proprie passioni si autodistrugge).
Sempre sul camino si trova il quadro che raffigura S.Cecilia (attribuito a Orazio Gentileschi), patrona della musica e personificazione dell'Armonia.
Più sopra ancora vi è la raffigurazione della Fenice (=l'anima rinasce dopo la morte).

camino/medaglione: Marco Curzio si getta con il cavallo negli Inferi/ S.Cecilia (attr.Orazio Gentileschi)/ Fenice
S.Cecilia (attr. Orazio Gentileschi)
L'abbondante doratura delle decorazioni, rimasta originale, unita ai lapislazzuli usati per le decorazioni blu, serviva ad amplificare la poca luce delle candele.

decorazione del soffitto
decorazione del soffitto
decorazione del soffitto
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Quella che nel XVII secolo era l'Anticamera del marchese, venne trasformata in Cucina durate la Rivoluzione francese.

Cucina
Cucina
Durante questo periodo infatti, la moglie di Pierre Dezoteux (il proprietario del castello a quell'epoca), temeva le reazioni dei rivoluzionari, in quanto suo marito, capo di stato maggiore delle truppe regie, comandava la rivolta della Bretagna contro la repubblica. Per questo con i suoi sei figli e due domestici si era trasferita qui e conduceva una vita più modesta.
L'originale cucina era infatti collocata nell'ala sud del castello, lontana dagli ambienti fin ora descritti, per le conseguenze che avrebbe provocato un incendio.

braciere con quattro "potager" per la cottura delle zuppe
mobile con utensili da cucina
particolari della cucina
pentole in rame, vasi in terracotta e lavabo in pietra
necessario per stirare
tostatore per caffè o orzo
Questa cucina rimase in funzione sino al 1970, anche se il camino di un'anticamera non era adatto a metterci le pentole!

camino della cucina
Si sono conservati la catena del focolare dove venivano appesi i paioli, il girarrosto per le carni, il braciere  per cuocere le zuppe a fuoco lento.

camino con girarrosto
parte del meccanismo del girarrosto
La cucina con i fornelli fu aggiunta nel XIX secolo.
Al 1902 risale il quadro con i campanelli, alimentato con l'elettricità prodotta dal mulino del castello.

quadro con i campanelli
Bellissimi gli utensili in rame di tutte le forme ed usi appesi alle pareti.

pentole in rame
pentole in rame
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L'ultima stanza visitabile seguendo la guida del castello è la Camera da letto del marchese.

Camera da letto del marchese
Camera da letto del marchese
Come d'uso nel XVII secolo, anche in questa camera erano appesi alcuni arazzi che narravano le gesta di Ercole.
I due arazzi di Bruxelles che si trovano oggi nella camera facevano parte di una serie di otto realizzata su modelli del pittore Charles Le Brun per Nicolas Fouquet, Sovrintendente delle Finanze di Luigi XIV.

arazzo: Meleagro che parte per la caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e Polluce (su cartoni di Charles Le Brun)
arazzo: Meleagro che parte per la caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e Polluce (su cartoni di Charles Le Brun)
E' raffigurato Meleagro che parte per la caccia per uccidere il cinghiale di Calidonio con l'aiuto di Castore e Polluce.
Sul camino della camera si trova il Ritratto di Luigi XIV.

camino della Camera del marchese
Ritratto di Luigi XIV
I dieci dipinti che raffigurano Imperatori romani a cavallo sono attribuiti a Stradanus (XVI secolo), e provengono dalla famosa collezione dei Gonzaga di Mantova.
Fu Carlo Gonzaga-Nevers a regalarli alla vedova di Jacques du Blè per avergli prestato aiuto durante la guerra di successione e la riconquista del Monferrato.

Imperatori romani a cavallo (attr. a Stradanus - dalla Collezione Gonzaga)
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Terminata la visita guidata si può continuare a scoprire il castello con la visita libera di quegli ambienti ristrutturati da Raoul Gunsbourg nel XIX secolo.
Si visita la Cappella, la cosiddetta Camera di Cécile Sorel (dal nome dell'attrice che frequentava il castello), la Sala da pranzo gotica, la Camera-salone "Rinascimento spagnolo".

Cappella
Camera Cécile Sorel
letto della Camera Cécile Sorel
soffitto della Camera Cécile Sorel
foto di Cécile Sorel
Sala da pranzo gotica
camino e stufa della Sala da pranzo gotica
mobile della Sala da pranzo gotica
servizio da tè nel mobile della Sala da pranzo gotica
Camera-salone "Rinascimento spagnolo"
camino della Camera-salone "Rinascimento spagnolo"
soffitto della Camera-salone "Rinascimento spagnolo"
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Ma la visita del castello non è ancora finita...ci si sposta ora nei sotterranei, dove giunge la scala "vuota alla moderna". Vi si giunge però dalla corte, discendendo alcuni scalini.
ingresso ai sotterranei
ingresso ai sotterranei
arrivo della scala "vuota alla moderna" nei sotterranei
Nei sotterranei si trovano le cantine e le prigioni.
Il signore del luogo poteva amministrare la giustizia dei reati minori: furti, bracconaggio, ebrezza molesta... 
cantina
ambienti dei sotterranei
forno dei sotterranei
ingresso ad una cella delle prigioni
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La tenuta comprende un parco di 12 ettari e lo Chateau de Cormatin è conosciuto anche per i suoi giardini.

Anche i giardini, come il castello, hanno subito nei secoli varie trasformazioni.
Vennero creati nel 1620 ma trasformati nel 1785 in giardini "all'inglese".
Nel 1815 poi, per riempire il fossato di terra, vennero distrutti.
Sopravvissero solo pochi esemplari di alberi: 130 tigli lungo il fiume, 7 cipressi calvi e una quercia tricentenaria.
sulla destra della foto la quercia tricentenaria
Solo nel 1988/1989 si sono liberati dalla terra i fossati, e tra il 1990 e il 1993 si sono ricreate le aiuole di stile barocco, il labirinto e i boschetti.



 Questo aforisma è inciso su una lapide all'ingresso dei giardini, un invito a riflettere.
"C’est nous que doivent traduire et la pierre et la plante pour que nous puissions nous promener en nous-même"
Friedrich Nietzsche (da "La Gaia Scienza")
("Siamo noi che dobbiamo tradurre e la pietra e la pianta per poterci far passeggiare in noi stessi").
Nel cosiddetto "Giardino dei cinque Sensi", che ha un'estensione di 7000 mq., si può riflettere sulla posizione dell'uomo nella creazione:

- il parterre davanti agli appartamenti d'onore rappresenta il Paradiso Terrestre con Adamo ed Eva, con la fontana della vita con il melo della Conoscenza. L'arte topiaria si sbizzarrisce dando forme geometriche o di animali alle piante.

parterre
aiuole fiorite del parterre
aiuole fiorite del parterre
parterre
parterre visto dal castello
facciata esterna dell'ala settentrionale del castello e fontana della vita e il melo della Conoscenza
fontana della vita e sullo sfondo il "Paradiso Terrestre" con le statue di Adamo ed Eva
tartarughe tra le ninfee nella fontana della vita
arte topiaria
arte topiaria
arte topiaria
arte topiaria
arte topiaria
arte topiaria
arte topiaria
- il labirinto, circondato da un canale, è la rappresentazione simbolica delle prove che la vita ci pone davanti dopo il peccato originale. E' costituito da 3000 piante di bosso (45m di lato).

labirinto e parterre
- il belvedere-voliera, realizzato dall'architetto O.Mercey, rappresenta il premio celeste destinato a chi ha superato le prove della vita. La cupola in ferro battuto realizzata nel 1990 simboleggia con i suoi cuori intrecciati l'unione delle anime con Dio nel Paradiso.
Dalla voliera, che racchiude qualche uccellino, si può ammirare il castello e il giardino che lo circonda.

voliera
ponte sul canale per accedere al labirinto e alla voliera
"FESTINA LENTE" ("Affrettati lentamente") all'ingresso della voliera/labirinto
raffigurazione di un uccello all'ingresso della voliera
scala a chiocciola nella voliera
uccellini della voliera
interno della voliera
cupola della voliera
castello visto dalla voliera
labirinto visto dalla voliera
All'interno della tenuta si possono trovare anche un piccolo specchio d'acqua, posto dietro la facciata ovest del castello, un tappeto verde e un teatro all'aperto circondato da alberi messi in file parallele.
Il canale che percorre la tenuta è lungo 220m.

parco
tappeto verde
un braccio del canale
fossato del castello, specchio d'acqua e quercia tricentenaria
Passando sotto un arco di una costruzione rustica della bassa corte, si accede all'orto del castello.

edificio della bassa corte
edificio della bassa corte
arco d'accesso all'orto
calesse con sfondo del castello
orto
orto e castello
orto
orto
orto
Con maestria non formale sono state qui create delle opere d'arte naturali, utilizzando piante commestibili: fiori e verdure formano, con le loro infinite forme e colori, un reticolo di una trentina di aiuole quadrate.









Passeggiando tra la vegetazione di questo "Potager", ti aspetti che da un momento all'altro quegli ortaggi si ingigantiscano o si tramutino in una carrozza come nelle fiabe!
 La pietra della costruzione della casa colonica accanto alla quale è posto l'orto, rende l'insieme affascinante, e ottima è la scelta di porvi qui un angolo dove potersi riposare e rifocillare.




http://www.chateaudecormatin.com/
Orario:
aprile/15 giugno                  10.00/12.00    14.00/17.30
16 giugno/14 settembre      10.00/12.00    14.00/18.00
14 luglio/17 agosto             10.00/18.00
15 settembre/12 novembre  10.00/12.00   14.00/17.30
Costo: 10€  visita guidata al castello in francese (1 ora) + Parco + sala 1900 + Ala Ovest + Cantine
             6€   Parco + sala 1900 + Ala Ovest + Cantine
dettagliata guida cartacea in italiano da richiedere alla guida

CONCLUSIONI
Attraversando la Borgogna sono molti i piccoli borghi e i castelli che s'incontrano lungo il cammino.
Avendo programmato la sosta a Cluny nel nostro viaggio per raggiungere Parigi, abbiamo pensato di cogliere l'occasione di visitare i dintorni di questa cittadina borgognona che già avevamo visitato in passato.
Chateau de Cormatin si è rivelato una gradita sorpresa, con le sue sfarzose e ben conservate sale in stile Luigi XIII e il gusto un po' kitsch delle sue sale 1900.
I giardini poi ci hanno regalato un momento di piacevole relax in mezzo alla natura. 
Complimenti ai proprietari del castello che hanno saputo riportarlo a nuova vita e hanno valorizzato in modo egregio questo sito storico!


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