domenica 8 luglio 2018

Roma: il chiostro, la Cappella di S.Domenico e il Museo Domenicano di S.Sabina all'Aventino


Oltre alla Basilica di S.Sabina e all'area archeologica che si trova nei suoi sotterranei (da me già descritti in due post separati), fanno parte del tour guidato di questo complesso religioso anche il chiostro del convento, la cella di S.Domenico trasformata in cappella da Gianlorenzo Bernini e il Museo Domenicano.
Dal portico dell'ingresso principale, che ricalca l'antico nartece, si può accedere al convento e al chiostro della basilica.
Chiostro del convento di S.Sabina
Il chiostro duecentesco, il più grande di Roma, è di forma quadrangolare con gallerie su tutti i quattro lati.

Chiostro del convento di S.Sabina
Le gallerie sono divise in campate da pilastrini in mattoni a base quadrata.
Vi sono 7 campate sui lati lunghi e 6 campate sui lati corti.

una galleria del chiostro
una galleria del chiostro
Le gallerie sono aperte verso il giardino centrale del chiostro tramite polifore con 103 colonnine realizzate con marmi antichi: sullo stilobate poggiano in alternanza colonnine singole o binate.

colonnine e pilastrini quadrati del chiostro
polifora del chiostro
colonnine semplici o binate
Le colonnine singole presentano capitelli a stampella, mentre quelle binate hanno capitelli a nenufari (fiori di loto stilizzato).

capitelli con fiori di loto stilizzati
colonnina singola con capitello a stampella
Alcune colonnine, per sorreggere il peso della sovraelevazione cinquecentesca, sono state incorporate in mattoni.

murature di rinforzo tra colonne e pilastri
Nella costruzione del chiostro furono riutilizzati elementi antichi come lapidi o una vasca di granito verde proveniente da una domus.

elemento di riuso
elemento di riuso
elemento di riuso
vasca in granito verde incassata nella muratura (in basso a sinistra della foto)
Due intelaiature di finestre gotiche sono state poste su pilastrini nella galleria d'ingresso, mentre una bifora fa parte integrante della parete.

intelaiatura di finestra gotica posta sotto una galleria del chiostro
intelaiatura di finestra gotica posta sotto una galleria del chiostro
bifora di un ambiente di una galleria del chiostro
La lunetta affrescata che si può notare nel chiostro faceva parte di un ciclo decorativo seicentesco presente un tempo nella basilica. 

lunetta con affresco del XVII secolo
Antonio Muñoz ha ripristinato il pozzo di marmo al centro del chiostro.

pozzo del chiostro
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Dal chiostro si entra nel convento e al piano rialzato si visita quella che fu la cella di S.Domenico.
ingresso alla Cappella di S.Domenico
La cella e la stanza antistante (anticamera) nel 1669 furono trasformate per volere di Clemente IX in una cappella.

Cappella/Cella di S,Domenico
Su un cartiglio posto nell'anticamera è riportato l'anno e il nome Clemente IX, che fece realizzare la cappella e che era solito passare i giorni della Quaresima nel convento.

cartiglio con il nome di Clemente IX e l'anno della realizzazione della cappella
Questa cappella barocca è l'ultimo lavoro realizzato da Gianlorenzo Bernini, in collaborazione con uno dei suoi più famosi collaboratori: Mattia de Rossi.

Le pareti dell'anticamera della cappella sono interamente ricoperte da marmi policromi, con paraste scanalate di ordine ionico.

decorazione marmorea dell'anticamera della cella
paraste scanalate ioniche dell'anticamera della cella
Su una trabeazione continua s'innesta la volta a botte.

volta a botte dell'anticamera della cappella
Lo spazio della cella vera e propria presenta invece pareti intonacate e una copertura a soffitto con travi di legno (per mantenerne la sacralità).

Cella di S.Domenico
altare con tarsie marmoree
Sull'altare in marmo è raffigurato S.Domenico in preghiera.

S.Domenico in preghiera
Per dare luce alla cappella fu aperta una finestra sopra la porta dell'anticamera che rimane un po' nascosta.

finestra aperta per dare luce alla cappella
Nella parte centrale della volta è rappresentata l' Apparizione della Madonna a S.Domenico affrescata da Ludovico Giminiani.
La Vergine consegna il rosario a S.Domenico.

Apparizione della Madonna a S.Domenico (Ludovico Giminiani)
Ai lati dell'affresco due lunette presentano mazzi di gigli, emblemi di S.Domenico.
I settori laterali della volta presentano invece decorazioni a ghirlande di foglie e ghiande di quercia (simboli dello stemma di Clemente IX Rospigliosi) e lacunari.

decorazione della volta con mazzi di gigli, lacunari e festoni con foglie di quercia e ghiande
La tradizione vuole che in questa cella si svolse un Colloquio tra S.Domenico, S.Francesco d'Assisi e Angelo Carmelitano, come raffigurato nella lunetta.

Colloquio tra S.Domenico, S.Francesco d'Assisi e Angelo Carmelitano (Ludovico Giminiani)
Anche il pavimento della cappella è in marmo e presenta la stella a otto punte, simbolo araldico di Clemente IX.

pavimento marmoreo della cappella
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Il percorso guidato si conclude nell'ex dormitorio medievale dei frati dove è stato allestito dal 2012 il Museo Domenicano.

Il dormitorio, l'ambiente più antico del convento, è stato costruito nel XIII secolo sopra il nartece della basilica.

Nel muro occidentale del grande ambiente si possono ancora notare la teoria di arcate a tutto sesto del portico sottostante.

arcate del nartece della chiesa inglobate nella muratura dell'ex dormitorio
Sulla parete opposta, quella che confina con la controfacciata della basilica, è ancora posta la cosiddetta "finestrella di S.Domenico", dalla quale i frati potevano vedere S.Domenico in preghiera nella chiesa durante la notte.

"finestrella di S.Domenico"
veduta dell'interno della basilica dalla "finestrella di S.Domenico"
Un tratto di scala ancora presente nell'ambiente mostra che il dormitorio era posto su più livelli.
L'ambiente era coperto in origine da un tetto spiovente.

Nel Novecento questo ambiente divenne un piccolo museo che raccoglieva le memorie dell'Ordine dei Predicatori: le antiche arcate erano state trasformate in tre vetrine che raccoglievano i reperti degli scavi archeologici effettuati nell'area della basilica.

Oggi sono qui raccolti sculture, dipinti e oggetti liturgici che raccontano la storia dell'Ordine dei Domenicani dal Duecento alla seconda metà dell'Ottocento.

Accolgono il visitatore i resti delle transenne delle finestre della chiesa in stucco gessoso trovate murate ancora in situ.
Sono servite da modello per quelle che furono ripristinate nello scorso secolo da Antonio Muñoz.

transenna originale della basilica
transenna originale della basilica


transenne attuali delle finestre della navata centrale della basilica
Il museo è diviso in sette sezioni.
Nella prima sezione si ricorda S.Domenico il fondatore dell'Ordine dei Predicatori.

frammento di pilastrino con statuetta di S.Domenico o giovane domenicano (XIII sec. - bottega di Arnolfo di Cambio)
S.Domenico riceve dai Santi Pietro e Paolo il bastone e il Vangelo della predicazione (XVII sec. - pittore ignoto)
S.Domenico (copia da Tiziano - XVI sec.)
S.Domenico e il miracolo dei pani (XIII/XIV sec.)
Nella seconda sezione si ricordano gli uomini celebri appartenenti all'Ordine dei Domenicani: Santi, martiri, e pontefici dei frati Predicatori.

S.Pietro martire (pittore toscano - XV sec.)
S.Vincenzo Ferrer, Cristo giudice e il committente (Antoniozzo Romano - XV sec.)
S.Pio V e il miracolo del Crocifisso (Domenico Maria Muratori - 1740)
Crocifisso in avorio (scultore tosco-romano - XVI sec.)
Martirio di S.Pietro Sans i Jordà vescovo e martire (pittore ignoto - XVIII sec.)
busto di papa Benedetto XIII (scultore romano - XVIII sec.)

La terza sezione è dedicata alle donne Domenicane.

S.Caterina da Siena (attr. Luca Leyda - XVI sec.)
Due sono le opere importanti che un tempo ornavano la basilica alle quali è dedicata la quarta sezione:

- la Madonna del Rosario del Sassoferrato (1643), fu commissionata dalla principessa di Rossano
  benefattrice di S.Sabina, e doveva rimpiazzare il dipinto attribuito a Raffaello dell'absidiola della
  Cappella del Rosario, la cappella familiare dell'Auxia oggi scomparsa.

Madonna del Rosario (Sassoferrato - 1634)
- la Madonna del Rosario di Giovanni Maria Morandi (1686), realizzata per la Cappella di 
  S.Caterina e sostituita oggi dalla copia del dipinto con soggetto analogo del Sassoferrato.

Madonna del Rosario (Giovanni Maria Morandi - 1686)

La quinta sezione è stata dedicata agli episodi della Vita di Cristo.

Annunciazione (attr. Domenico Carnevali - XV sec.)
Madonna col Bambino (pittore ignoto - XVII sec.)
Adorazione dei Magi (pittore ignoto - XVII sec.)
Incredulità di S.Tommaso (scuola del Guercino - XVII sec.)
S.Michele scaccia i demoni (pittore ignoto - XVIII sec.)

Nella sesta sezione sono esposte sculture legnee.

Madonna col Bambino (scultore nordico - XVI sec.)
Santi martiri Serafia, Teodolo, Alessandro ed Evenzio (scultore romano - XVII/XVIII sec.)
Madonna col Bambino (scultore nordico - XVI sec.)

La settima sezione comprende oggetti e paramenti liturgici e un modellino di idrocronometro.

paramento liturgico

Una finestra incornicia come un quadro il campanile romanico della vicina Chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio.

campanile della Chiesa dei Santi Bonifacio e Alessio (vista dal museo)

Questi siti annessi alla basilica sono visitabili, insieme anche all'area archeologica posta nei sotterranei della basilica, tramite una visita guidata organizzata da una delle tante associazioni culturali romane o rivolgendosi all'associazione CIRCUITO APERTO che si occupa della gestione delle visite
http://www.circuitoaperto.it/?p=santa_sabina


CONCLUSIONI 
Come si può capire la Basilica di S.Sabina con le sue memorie storiche e artistiche merita una visita approfondita.
In un solo sito si possono percorrere molti secoli di storia, dall'epoca regia romana ai giorni nostri, passando per il periodo che ha visto nascere l'Ordine dei Domenicani.
La Basilica di S.Sabina quindi non è solo una delle chiese più gettonate dai futuri sposi per celebrare il loro matrimonio, ma un luogo da visitare con tranquillità e interesse.

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