martedì 17 luglio 2018

Roma: la Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio


Sul colle Aventino sorgono alcune tra le chiese più belle di Roma, e accanto alla Basilica di S.Sabina si erge la Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio, anch'essa una basilica minore.

Non si hanno certezze sulla data della sua origine ma si pensa che sia stata costruita come oratorio tra il III e IV secolo d.C.

Il luogo di culto fu inizialmente dedicato a S.Bonifacio, patrizio romano martirizzato a Tarso di Cilicia (attualmente in Turchia), al tempo di Diocleziano e Massimino.
Bonifacio era l'amministratore della ricca matrona Aglae (il cui nome fa pensare appartenesse ad una famiglia di origini greche), rimasta vedova senza figli nel fiore degli anni, che qui abitava nel suo palazzo e che inviò il suo amministratore in Oriente alla ricerca di reliquie cristiane, per riparare ad una vita di peccato condotta insieme a lui.
Giunto a Tarso Bonifacio non nascose la sua fede cristiana e non essendo morto sotto le torture fu infine decapitato.
Il suo corpo tornato a Roma fu sepolto in una necropoli della Via Latina, ma Aglae volle costruire nel suo palazzo un tempio che lo ricordasse.
La chiesa venne poi associata a S.Alessio solo dopo sei secoli ad opera di Onorio III (1217), quando la dedica a S.Bonifacio decadde e la chiesa venne intitolata a S.Alessio.

Esistono tre versioni della vita di S.Alessio, vissuto tra il IV e il V secolo:

- secondo la leggenda siriaca Alessio, ricco patrizio nato a Costantinopoli e figlio di Eufemiano e Aglae, la sera delle sue nozze lasciò Costantinopoli e partì per la Siria spinto dalla vocazione cristiana, e condusse una vita da mendicante a Edessa dove aiutò i più bisognosi.
Rivelò solo in punto di morte le sue nobili origini al sacerdote della chiesa sul cui sagrato morì.

- secondo la versione greco-bizantina S.Alessio era nato a Roma ma non morì a Edessa. Dopo aver passato diciassette anni in Oriente infatti, l'icona della Madonna della chiesa davanti alla quale Alessio mendicava ordinò al sacrestano di accogliere nella chiesa quel sant'uomo.
Non amando il fatto di essere riconosciuto santo dagli abitanti del luogo, Alessio salpò alla volta di Tarso; i venti però lo fecero approdare al porto di Ostia. Fu così che Alessio si ritrovò nella sua città natale e andò a mendicare alla casa paterna dove nessuno lo riconobbe, ma gli offrirono alloggio sotto ad una scala del palazzo, dove visse per altri diciassette anni. In fin di vita scrisse le sue memorie su un rotolo, che gli fu ritrovato tra le mani quando morì; le campane di Roma si misero a suonare autonomamente e una voce incitava a cercarlo. Solo gli imperatori Arcadio e Onorio poterono sfilargli il rotolo dalle mani e apprendere la sua storia.

- secondo la versione latina del X secolo (inserita poi nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine), a togliere il rotolo dalle mani del Santo fu il papa (e non gli imperatori), alla presenza dei suoi genitori ignari di averlo ospitato e affranti per non averlo riconosciuto. Su questa casa poi venne eretta la basilica.
La vita di S.Alessio ha ispirato menestrelli, fu messa in versi da poeti, è stata soggetto di molte opere pittoriche.
Nella basilica inferiore di S.Clemente vi sono affreschi che illustrano la Vita di Sant'Alessio.
In Francia si usa far cominciare la letteratura francese in volgare d'oil con il poema di Thibaud Vita di Sant'Alessio.
La storia di Sant'Alessio è anche stata musicata da Stefano Landi su libretto del cardinale Giulio Rospigliosi (futuro papa Clemente IX), rappresentata nel 1632 nel teatrino di Palazzo Barberini, allestita con scene di Pietro da Cortona dal cardinale Francesco Barberini.                                                                                                                          Nel 1638 Pietro da Cortona realizzò il dipinto Morte di S.Alessio mentre nel 1649 Georges de La Tour dipinse il Ritrovamento del corpo di S.Alessio.                              Nella Chiesa di S.Agnese in Agone (Piazza Navona), si trova raffigurata la Morte di Sant'Alessio, rilievo opera di Giovanni Francesco Rossi, nella Cappella di Sant'Alessio.
CURIOSITÀ: Sant'Alessio oltre ad essere il protettore dei mendicanti, è il Santo deputato a fornire i numeri del gioco del lotto nella tradizione romana.
Nel 937 Alberico II donò ad S.Addone alcune case vicino alla basilica e nacque così il primo convento sotto il monastero benedettino di Cluny.
Benedetto VII nel 977 affidò questa basilica ad una comunità di monaci Basiliani sia di rito bizantino che latino, rifugiatisi a Roma insieme a Sergio, arcivescovo di Damasco, per sfuggire ai Saraceni.
Nel XII secolo il monastero venne ricostruito dalla famiglia dei Crescenzi e restaurato da papa Onorio III Savelli nel 1216.
Nel 1426 Martino V concede agli Eremiti di S.Girolamo dell'Osservanza la basilica, che venne da loro restaurata.
Dopo un un altro intervento di restauro avvenuto a fine Cinquecento  e l'elevazione della basilica a titolo cardinalizio, nel 1750 il convento fu ampliato e la facciata fu rifatta sotto progetto prima di Giovanni Battista Nolli e poi di Tommaso De Marchis e con il finanziamento del cardinale Angelo Maria Querini.
La basilica fu poi restaurata nuovamente tra il 1852 e il 1860 dai Padri Somaschi, trasferitisi qui dalla Chiesa di S.Nicola ai Cesarini, per concessione di Pio IX.
abside e campanile della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio (visto dal Giardino di S.Alessio)
La facciata della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio si trova un po' arretrata rispetto alla strada.
E' infatti preceduta dall'ala meridionale del convento che costeggia la via e tramite cui, attraversando un portale, si accede ad un cortile d'ingresso.

facciata sulla strada dell'ala meridionale del Convento dei Santi Bonifacio e Alessio
portale d'accesso al quadriportico della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio
controfacciata dell'ala meridionale del Convento dei Santi Bonifacio e Alessio
In questo cortile che ha sostituito l'antico quadriportico della basilica, si trova una fontanella decorata con  una guglia gotica nella quale sono raffigurati i due Santi titolari.

fontanella del cortile d'ingresso con guglia gotica con raffigurazione dei Santi titolari
Davanti alla facciata barocca si erge un portico del XVII secolo a due piani, ispirato a quello della Chiesa dei SS.Apostoli.

portico a due piani della facciata della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio
Il portico presenta 5 arcate separate da semicolonne in calcare giallo scuro, inserite in pilastri.
L'arcata centrale è più grande e coronata da un frontone triangolare.

Nel piano superiore del portico si aprono cinque finestre, alternate a lesene corinzie.
Una balaustra con urne funerarie fiammanti in marmo, decorate con maschere e leoni, coronato il portico.

La facciata termina con un timpano triangolare con oculo, sormontato da una croce.

Sulla destra della facciata si trova il campanile romanico a cinque ordini con doppie bifore, fatto costruire da Onorio III.
campanile della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio
Il campanile presenta un alto piano inferiore intonacato.
Una cornice dentellata segna i piani e completa l'ultimo livello.

campanile romanico della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio
Sotto il portico si trova la statua in gesso di papa Benedetto XIII realizzata nel 1752 ed eretta dal cardinale Angelo Maria Querini per celebrare il completamento del riordino barocco.

statua di Benedetto XIII (1752)
dedica della statua di papa Benedetto XIII
Il portale d'ingresso della chiesa, risalente all'epoca di Onorio III, presenta una cornice cosmatesca.

portale d'ingresso della basilica
particolare della cornice cosmatesca del portale della basilica
Gli altri due ingressi alla basilica, in corrispondenza delle navate laterali furono chiusi per creare una cappella.

portico della basilica con un ingresso murato
L'interno della basilica con pianta a T è suddiviso in tre navate da pilastri con paraste corinzie scanalate e presenta un transetto rialzato sopra la cripta.

navata centrale della basilica
La navata centrale presenta un soffitto ottocentesco a botte, con quattro finestre a lunetta incassate su ciascun lato e una decorazione a cassettoni in bianco, blu e oro realizzata da Michele Ottaviani.

volta a botte della navata centrale
decorazione della volta della navata centrale
decorazioni in bianco, blu e oro
Il pavimento conserva ancora qualche decorazione musiva cosmatesca.

pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco


pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco


pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco


pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
pavimento cosmatesco
Sul pavimento della navata centrale, vicino all'altare maggiore, si trova la duecentesca pietra tombale del diacono Pietro Savelli, la cui famiglia aveva sull'Aventino una rocca.

pietra tombale di Pietro Savelli (diacono - 1288)
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Al centro del transetto si trova un ciborio cinquecentesco commissionato dal cardinale Giovanni Vincenzo Gonzaga.
Il ciborio ha una cupola emisferica con otto costole, sorretta da colonne di marmo greco.
Ogni lato del ciborio presenta un timpano con teste di angeli alati.

ciborio cinquecentesco
ciborio cinquecentesco
ciborio cinquecentesco
La calotta del ciborio è decorata con i Quattro Evangelisti.

decorazione pittorica con Evangelisti della calotta del ciborio
L'altare maggiore, dedicato a S.Bonifacio, conserva dietro una grata le reliquie dei Santi titolari.
Fu realizzato nel XVIII secolo da Tommaso De Marchis.

altare maggiore
altare maggiore con grata con le reliquie dei Santi Bonifacio e Alessio
La volta dell'abside con l'immagine del Redentore con due angeli e i pennacchi della crociera con gli Evangelisti furono realizzati nell'Ottocento da Carlo Gavardini.

volta dell'abside (XIX sec. -  Carlo Gavardini)
pennacchi della volta della crociera con Evangelisti (XIX sec. -  Carlo Gavardini)
Nell'abside si trovano gli stalli dei monaci Geronimici.

stalli dei monaci Geronimici
Al centro del coro si trova un'iscrizione del XIII secolo che ricorda le reliquie presenti nella chiesa.

stalli: iscrizione con elenco delle reliquie presenti nella chiesa e colonnine cosmatesche
L'iscrizione è incorniciata da due delle 19 colonnine in marmo con decorazione cosmatesca che decoravano la chiesa duecentesca.
Sulla colonnina di destra si può leggere il nome dell'autore: Giacomo di Lorenzo.
Queste colonnine in origine si trovavano nella Basilica di S.Bartolomeo all'Isola.
Le 17 colonnine mancanti si dice che siano state portate via da Napoleone.
Davanti agli stalli si trova un modellino della basilica.

modellino della basilica
Nel presbiterio si trovano altri resti del pavimento cosmatesco.

pavimento cosmatesco nel presbiterio
pavimento cosmatesco nel presbiterio
pavimento cosmatesco nel presbiterio
Nel pavimento del transetto  si trovano alcune pietre tombali.

pietra tombale di Lupo de Olmedo (fondatore dei Monaci Girolamiti dell'Osservanza - 1433)
pietra tombale del cardinale Vincenzo Gonzaga (primo cardinale della basilica - 1591)
pietra tombale in ricordo di Fabrizio Guidi di Bagno (marchese di Montebello morto servendo il re Filippo IV nelle Fiandre, padre del cardinale Gianfrancesco Guidi di Bagno, )
                                    Nel transetto si trovano anche due cappelle.
La cappella del transetto settentrionale è la Cappella di S.Girolamo Emiliani.

Cappella di S.Girolamo Emiliani con stemma del cardinale Gianfrancesco Guidi da Bagno
Nel Seicento era questa la cappella funeraria della famiglia Guidi da Bagno.
La fece realizzare nel 1638 il cardinale Gianfrancesco Guidi da Bagno del quale si conserva la tomba, opera di Domenico Guidi, in un sacello nell'ingresso della sagrestia.

Nel XVIII secolo fu restaurata da Carlo Murena.
Fu decorata da Michele Ottaviani.
Nel 1850 la cappella fu dedicata a S.Girolamo Emiliani, fondatore dei Somaschi.
decorazioni della volta della Cappella di S.Girolamo Emiliani
decorazione della Cappella di S.Girolamo Emiliani
altare della Cappella di S.Girolamo Emiliani
La pala d'altare raffigura S.Girolamo Emiliani presenta un orfano alla Madonna ed è una copia fotografica dell'originale trafugato nel 2006.
L'opera rubata era stata realizzata da Carlo Gavardini.

copia fotografica di S.Girolamo Emiliani presenta un orfano alla Madonna (XIX sec. - Carlo Gavardini)
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La cappella che si trova nel transetto meridionale prende il nome di Cappella della Madonna dell'Intercessione o Cappella di Carlo IV, così chiamata perché il re di Spagna la fece abbellire durante il periodo di esilio nel convento (1814).
La cappella fu costruita invece dall'abate Angelo Porro (1674).

Cappella della Madonna dell'Intercessione
In questa cappella è conservata la veneratissima Icona della Madonna di Sant'Alessio o Madonna dell'Intercessione, l'icona dipinta a Bisanzio e venerata dal Santo ad Edessa, che la tradizione vuole essere stata trasportata a Roma da Sergio di Damasco nel X secolo.

Madonna di Sant'Alessio o dell'Intercessione (XII/XII sec.) circondata da una raggiera a stucco dorato
L'icona invece sarebbe stata realizzata da un pittore romano tra il XII e il XIII a tempera su tela e fissata su una tavola di legno.
E' della tipologia Aghiosoritissa, dall'icona del Santuario nel quale era conservata l'Aghia Soros, l'Urna Sacra che conteneva la cintura della Vergine.

Sull'altare marmoreo si trova un tabernacolo cinquecentesco realizzato con pregiati marmi differenti.


altare marmoreo e tabernacolo cinquecentesco
Nella cappella si trova un rilievo raffigurate il Riconoscimento e benedizione del corpo di S.Alessio, con la rappresentazione di papa Innocenzo I, dell'imperatore Onorio III e dei famigliari del Santo.

Riconoscimento e benedizione del corpo di S.Alessio
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Passiamo ora nella navata laterale destra, dal transetto verso la controfacciata.
Sulla parete si trova il monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese, (1695), opera di A.Fucigna su progetto di Giovan Battista Contini.

monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese (1695)
Originariamente il  monumento si trovava nella Chiesa di S.Lucia dei Ginnasi, demolita negli anni '30.

particolare del monumento funebre della principessa Eleonora Boncompagni Borghese (1695)

Segue la Cappella del Crocifisso con pala d'altare anonima del XVIII secolo che raffigura una Crocifissione.

Cappella del Crocifisso con Crocifissione (anonimo - XVIII sec.)
Poi si trova il monumento funebre di Antonio Mancini, pittore impressionista.
E' opera di Antonio Muñoz (XX secolo).

monumento funebre di Antonio Mancini
lastra tombale di Antonio Mancini
Sulla controfacciata, alla fine della navata, si trova il monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII secolo), che fu titolare della basilica.

monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII sec.)
lastra tombale del cardinale Metello Bichi (XVII sec.)
particolare del monumento funebre del cardinale Metello Bichi (XVII sec.)
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Passando ora ad osservare la navata laterale sinistra, nella controfacciata si trova la Cappella di Sant'Alessio.

Cappella di Sant'Alessio
Qui si trova la Scala Santa e la chiesa titolare di Sant'Alessio, realizzata in legno e stucco da Andrea Bergondi, allievo del Bernini, nel XVIII secolo.

decorazione della Cappella di Sant'Alessio
statua di Sant'Alessio (Andrea Borgondi - XVII sec.)
Sant'Alessio con la croce e il bordone da pellegrino giace sotto la scala in legno della casa paterna, sotto la quale la tradizione vuole che abbia vissuto per diciassette anni e dove morì.
I gradini della scala sono conservati in una teca di vetro e dorature.

teca contenente la scala in legno della casa di Sant'Alessio
Proseguendo lungo la navata, nella prima campata si trova il monumento funebre di Cesare Fanti.
Il monumento a piramide del XIX secolo presenta due urne cinerarie, alcuni profili, stemmi gentilizi e il busto di un uomo in armatura con spada.
Anche questo monumento funebre proviene dalla demolita Chiesa di S.Lucia dei Ginnasi.

monumento funebre di Cesare Fanti

Proseguendo, sopra al monumento funebre di Domenico Savarè, procuratore generale dei Somaschi, si trova la tela S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine di Jean-François de Troy.

S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine (Jean-François de Troy - 1748) e
monumento funebre di Domenico Savarè
La tela ha lo stesso soggetto di quella che si trova nella Cappella del transetto sinistro perché questo dipinto si trovava nella Chiesa di S.Nicola dei Cesarini, chiesa appartenuta ai Somaschi e poi demolita.

Nella quarta campata l'altare è sormontato dalla pala S.Girolamo con S.Marcella, opera romana del XVIII secolo.

S.Girolamo con S.Marcella (opera romana - XVIII secolo)
Nella seguente campata è appesa una tela che ritrae ancora S.Girolamo Emiliani introduce gli Orfani alla Vergine.

S.Girolamo Emiliani introduce gli orfani alla Vergine
Nel passaggio tra la navata laterale sinistra e il transetto si trova a parete il monumento funebre di Giuseppe Brippio, l'umanista autore nel XV secolo del poema "La Leggenda di Sant'Alessio".
L'epigrafe sotto la pietra tombale ricorda l'amore dell'umanista per la poesia.

monumento funebre di Giuseppe Brippio (XV sec.)
iscrizione del monumento funebre di Giuseppe Brippio (XV sec.)
Tra la navata centrale e la navata laterale sinistra si trova il pozzo della cosiddetta casa di Sant'Alessio, profondo 5m., al quale seconda la tradizione attingeva l'acqua il Santo, e che per questo è stato un richiamo per molti fedeli.

pozzo della casa di Sant'Alessio
pozzo della casa di Sant'Alessio
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La Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio possiede sotto il transetto una cripta romanica, l'unica cripta di quell'epoca presente a Roma.

ingresso alla cripta
ingresso alla cripta
 La cripta rappresenta infatti quel che resta della chiesa prima del rifacimento del XIII secolo.

cripta romanica
cripta romanica
E' presente nella cripta un altare a baldacchino sotto il quale si trova una colonna che la tradizione vuole sia quella alla quale fu legato S.Sebastiano durante il suo martirio.

altare della cripta con colonna di S.Sebastiano
decorazione ad affresco del baldacchino dell'altare della cripta
affreschi del baldacchino dell'altare della cripta
Sono inoltre qui conservate le reliquie di Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury e confidente di re Enrico II d'Inghilterra.
Dopo che Thomas Becket venne nominato primate d'Inghilterra, il 29 dicembre 1170 fu fatto uccidere nella cattedrale di Canterbury da quattro cavalieri del re, colpevole di aver difeso l'autonomia e i privilegi della Chiesa, ed essere così divenuto da amico a nemico di Enrico II.
Quando Thomas Backet venne a Roma per sfuggire al suo arresto, fu ospitato nel Convento dei SS.Bonifacio e Alessio.
La cripta della basilica fu consacrata nel 1218 per il centenario della nascita dell'arcivescovo, che era stato canonizzato nel 1173.
Nel 1872 alcune reliquie qui conservate furono donate al vescovo di Edimburgo.

Oltre ad affreschi di Santi aggiunti nel XVII secolo, sulle pareti della cripta vi sono raffigurati l'Agnus Dei e i simboli degli Evangelisti risalenti al XII secolo.

Santa
Santa


Santa
Santa
Santo


Santo
Santo


 Davanti all'altare si trova anche, in continuazione di un sedile in muratura che corre lungo il perimetro della cripta, una cattedra.

cattedra
cattedra

Orario: estivo       8.30/12.30   15.30/20.00
            invernale  8.30/12.30    15.30/18.30

Sulla destra della basilica, tra il Convento di S.Sabina e il Convento di S.Alessio, si trova l'ingresso al Giardino di Sant'Alessio d'impianto ottocentesco.
Giardino di Sant'Alessio
L'area faceva parte dei possedimenti della Congregazione Somasca di S.Alessio, consegnato al Comune di Roma nel 1877.

L'area verde costituisce una terrazza panoramica sulla città.

panorama dalla terrazza del Giardino di Sant'Alessio
panorama dalla terrazza del Giardino di Sant'Alessio
Sul muro sinistro è stata posta qui nel 1937 una fontanella proveniente dal cortile seicentesco dello scomparso Palazzo Rusticucci-Accoramboni (un tempo in Via della Conciliazione), come scritto sulla vaschetta.

fontanella proveniente dallo scomparso cortile del Palazzo Rusticucci-Accoramboni
scritta sulla vaschetta della fontanella
Nel 1954 è stata posta nel giardino la statua di S.Giovanna d'Arco, donata dall'autore Maxime Real del Sarte.

S.Giovanna d'Arco (Maxime Real del Sarte)

Orario: 7/tramonto


CONCLUSIONI
Non tutti i visitatori della Basilica dei Santi Bonifacio e Alessio conoscono la sua storia legata a leggende e tradizioni, un po' confuse e intrigate, che orbitano intorno ai Santi ai quali la basilica è dedicata.
Ho trovato interessante e affascinante ricercare notizie riguardo alla vita di questi due uomini, considerando naturalmente la non ufficialità dei dati riportati e l'alone di mistero e di credenza popolare che li circonda.
Ogni chiesa ha la sua storia e le sue opere d'arte da ammirare, ma penso che bisognerebbe conoscere anche le tradizioni o le leggende che come in questo caso le fanno da cornice.
Molti futuri sposi scelgono questa chiesa per le proprie nozze, e magari non sanno che proprio Sant'Alessio lasciò la sua promessa sposa (anche se forse imposta dai genitori), la notte delle nozze!



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