mercoledì 2 ottobre 2019

Vicenza palladiana: Andrea Palladio e la famiglia Valmarana

Questa tela si trova nella Foresteria di Villa Valmarana ai Nani, proprietà di una delle famiglie nobili più importanti di Vicenza.
E' uno dei pochi e forse il più antico ritratto di Andrea Palladio, attribuito all'amico Giovan Battista Maganza.
Nel cartiglio, che l'architetto tiene in mano insieme al compasso, si legge
"Andrea Palladio Architetto Vicentino 1576".
Questo farebbe pensare che il dipinto fu realizzato quattro anni prima della morte del grande architetto.

Andrea Palladio, nato scalpellino e divenuto tra i più importanti architetti di tutti i tempi, oltre alla sua bravura e genialità, deve la sua fortuna ad alcuni personaggi del suo tempo che hanno saputo cogliere le sue doti e dargli modo di esprimere la sua capacità innovativa.

Tra coloro che hanno avuto la capacità di comprenderlo e la possibilità di sostenerlo, fornendogli importanti commissioni private e pubbliche, vi furono soprattutto tre esponenti di nobili, potenti e ricche famiglie vicentine: Girolamo Chiericati, Giovanni Giorgio Trissino e Giovanni Alvise Valmarana, che nel 1549 avevano promosso e sostenuto il progetto del Palladio per le Logge della Basilica.

Questo post è dedicato alle opere del Palladio che la famiglia Valmarana chiese di progettare e realizzare al grande architetto a Vicenza.
La famiglia Valmarana è una delle famiglie più antiche di Vicenza.
Si dice che discendano dalla gens Maria romana.
Il loro titolo di conti risale al Sacro Romano Impero (1031).
Per aver elargito 100.000 ducati alla Serenissima a sostegno della Guerra di Candia, divennero nel 1658 Patrizi Veneti.
Presero il nome dal piccolo centro dei Colli Berici avuto in feudo dal vescovo di Vicenza.
I membri della famiglia Valmarana che commissionarono alcune opere al Palladio sono ritratte nel dipinto di Giovanni Antonio Fasolo (1553/1554) Ritratto della famiglia Valmarana (oggi al Museo Civico Palazzo Chiericati).

Ritratto della famiglia Valmarana (Giovanni Antonio Fasolo - 1553/1554 - Museo civico di Palazzo Chiericati)
Nel quadro sono ritratti nove dei dodici figli nati da Alvise e Isabella Valmarana (da sinistra a destra):

- il capofamiglia Giovanni Alvise ritratto in veste da camera, letterato e fondatore dell'Accademia dei Costanti.
Aveva conosciuto Andrea Palladio nel 1543 quando l'architetto, con la regia del Trissino, aveva progettato le strutture effimere per l'entrata a Vicenza del vescovo Niccolò Ridolfi, e ne aveva appoggiato, come già detto, il progetto per le Logge della Basilica nel 1549
- tiene la mano di Alvise la figlia Deianira

- Leonardo cavalca un cavalluccio.
Essendo stato principe dell'Accademia Olimpica (anche Andrea Palladio ne era membro), fu immortalato in veste di imperatore in una statua posta nel Teatro Olimpico, progettato dallo stesso  Palladio.
E' lui che commissionerà la costruzione su progetto del Palladio della Cappella Valmarana nella Chiesa di Santa Corona, lui che aprirà al pubblico i Giardini Valmarana (oggi chiamati Giardini Salvi) commissionati dal padre Giovanni Alvise (chiamato anche Gian Luigi), con la Loggia Valmarana attribuita al Palladio, ed è lui che terminerà la Villa Valmarana a Lisiera di Bolzano Vicentino, commissionata dallo zio paterno Giovan Francesco Valmarana e progettata sempre dal Palladio.
Leonardo Valmarana (Teatro Olimpico)
- seguono Margherita, Ascanio e Isotta che tengono in mano spartiti musicali

- poi sono ritratti Penelope di profilo e Antonio in abito nero che allunga la mano verso la madre

- infine la madre Isabella Nogarola che tiene in braccio l'ultimo nato Massimiliano.
E' lei che commissionerà la costruzione su progetto del Palladio di Palazzo Valmarana.

Iniziamo proprio da Palazzo Valmarana in Corso Fogazzaro, anch'esso inserito nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco dal 1994 in quanto opera di Andrea Palladio.

Palazzo Valmarana Braga lungo Corso Fogazzaro
Il 14 dicembre 1565 la vedova Isabella Nogarola stipulò con l'impresario Pietro di Nanto la costruzione del suo palazzo, dove vi era già dal 1483 una proprietà di famiglia.
Questo ci è pervenuto dalla medaglia di fondazione dell'edificio.
Andrea Palladio deve subito risolvere il problema di non potersi estendere in larghezza a causa dell'esistenza di due edifici tra i quali la facciata del palazzo deve prendere corpo.
Per ovviare a ciò, l'architetto sposta il Salone d'onore del piano nobile parallelamente alla facciata, facendolo affacciare sul cortile e posizionandolo sull'atrio del palazzo. 
pianta di Palazzo Valmarana Braga
facciata di Palazzo Valmarana Braga
sezione di Palazzo Valmarana Braga
 Un grandioso portico ionico colonnato affaccia sul cortile.

colonnato ionico del cortile
cortile di Palazzo Valmarana Braga visto dall'atrio
trabeazione del colonnato
La facciata del palazzo su Corso Fogazzaro è invece caratterizzata dall'ordine gigante di sei lesene di ordine composito che occupano i due piani dell'edificio, e che reggono un attico sporgente.
Le lesene poggiano su un basamento incorniciato da bugne rustiche.

facciata di Palazzo Valmarana Braga
Solo i pilastri d'angolo del palazzo raggiungono il cornicione del pian terreno, e vengono sostituiti al piano nobile da due statue di guerrieri con stemmi dei Valmarana.
Le statue, come telamoni, reggono il cornicione aggettante dell'attico.

pilastro d'angolo della facciata di Palazzo Valmarana Braga
particolare della facciata di Palazzo Valmarana Braga: statua di guerriero con stemma Valmarana
particolare della facciata di Palazzo Valmarana Braga: statua di guerriero con stemma Valmarana
Le finestre delle campate esterne del piano nobile terminano con un frontone triangolare.
Alle estremità della facciata le finestre del pian terreno e del piano nobile sono più piccole.

particolare della facciata di Palazzo Valmarana Braga: finestre alle estremità più piccole e con timpano triangolare
Il portale centrale ad arco è ornato sulla centina con sculture.

portale di Palazzo Valmarana Braga
decorazione scultorea del portale
Decorano la facciata quattro altorilievi realizzati da Domenico Fontana, che vi ha raffigurato Fatti della Storia romana.

bassorilievi con Fatti della Storia romana (Domenico Fontana)
Nel Settecento venne in visita al palazzo l'imperatrice Maria Teresa d'Austria.
Durante la seconda guerra mondiale il palazzo è stato gravemente danneggiato dai bombardamenti e venne venduto a Vittor Luigi Braga Rosa che lo fece restaurare.
Dell'antica decorazione interna del palazzo rimane solo al piano terra il cosiddetto Studiolo del conte, decorato da Giambattista Zelotti e Lorenzo Rubini.
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La Cappella Valmarana si trova nella cripta della Chiesa di Santa Corona a Vicenza, già dal 1482 spazio sepolcrale della famiglia Valmarana.

ingresso alla Cappella Valmarana
Fu probabilmente progettata da Andrea Palladio nel 1576 in occasione della morte di Antonio Valmarana.
La mancanza di documenti non può però accertarlo, mentre è certo che Leonardo Valmarana, fratello di Antonio, fece traslare le spoglie dei genitori e dei fratelli in questo sacello nel 1597, come si legge nella lapide sepolcrale pavimentale e sull'architrave dell'edicola dell'altare.

lapide sepolcrale della famiglia Valmarana
La costruzione della cripta era stata finanziata dalla famiglia Valmarana che aveva apposto su quattro capitelli pensili e sulla volta lo stemma familiare.

Nella cripta vi sono due cappelle.
A sinistra la Cappella della Spina con tre statue (opere attribuite a Girolamo Pittoni - 1530 circa), raffiguranti il Redentore, S.Luigi de re di Francia e il beato Bartolomeo da Breganze, vescovo di Vicenza al quale il re francese aveva donato la reliquia della Santa Spina qui conservata.

cripta: Cappella della Spina
altare della Cappella della Spina: Redentore, Luigi IX re di Francia e il beato Bernardino da Breganze (Girolamo Pittoni - 1530 circa)
A destra della cripta si trova invece la Cappella Valmarana, progettata dal Palladio pensando al tablinio delle antiche case romane.
Negli stessi anni Palladio realizzerà a Venezia la Chiesa del Redentore con cappelle laterali simili agli spazi  qui realizzati.

pianta della Cappella Valmarana
Il vano mediano, biabsidato ai lati, è coperto da una volta a crociera.
Le absidi sono invece coperte da catini.

Agli angoli dello spazio centrale si trovano quattro lesene corinzie ripiegate a libro.
Queste reggono una cornice modanata sulla quale poggia la volta.

Corrono lungo tutto il perimetro della cappella tre fasce di pietra, poste a quote diverse: la prima si trova all'altezza delle lesene, la seconda a livello della mensa dell'altare, e una terza è posta all'altezza del collarino delle semicolonne dell'edicola posta intorno all'altare.

un'abside e prima fascia di pietra che percorre il perimetro della cappella
L'altare, la cui costruzione è attribuita a Francesco Albanese e al figlio Giambattista, è infatti inquadrato da un'edicola retta da due semicolonne corinzie e con timpano triangolare.

mensa dell'altare
timpano triangolare dell'edicola dell'altare con stemma dei Valmarana e iscrizione sull'architrave con dedica della cappella, nome di chi l'ha fatta realizzare (Leonardo Valmarana) e data della costruzione
La pala d'altare rappresenta l'opera di Alessandro Maganza l'Apparizione della Madonna a S.Giacinto, Santo al quale la cappella è dedicata.
Il tabernacolo è seicentesco.

Apparizione della Madonna a S.Giacinto (Alessandro Maganza) e tabernacolo seicentesco
Il pavimento in cotto bicromo è cinquecentesco.

pavimento bicromo della cappella (XVI sec.)
A dare luce alla cappella vi sono i quattro oculi rotondi realizzati nei pinnacoli degli archi che introducono alle absidi laterali e le due finestre rettangolari poste sul fondo delle absidi.

oculi e finestra della cappella

Orari:   martedì/domenica
            settembre/giugno  9.00/17.00    luglio/agosto  10.00/18.00
                                                                sabato            10.00/17.00
Costo:  3€
Consiglio la  MUSEUM CARD  15€   valida 7 giorni
(TEATRO OLIMPICO + MUSEO CIVICO-PINACOTECA PALAZZO CHIERICATI + TEMPIO DI S.CORONA + MUSEO NATURALISTICO ARCHEOLOGICO + PALLADIO MUSEUM + GALLERIE D'ITALIA - PALAZZO LEONI MONTANARI + MUSEO DIOCESANO + MUSEO DEL RISORGIMENTO E DELLA RESISTENZA)
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La Loggia Valmarana è un'opera che viene attribuita a Palladio, ma non essendoci documenti che ne attribuiscono la paternità, non vi è certezza che sia stato proprio l'illustre architetto a curarne il progetto.

Loggia Valmarana
Nonostante forse sia stato un allievo del grande maestro il fautore della costruzione, la Loggia Valmarana è stata comunque posta tra i siti palladiani entrati nella lista dell'Unesco dei Patrimoni dell'Umanità.

La Loggia Valmarana si trova all'interno dei giardini pubblici del centro storico cittadino, chiamati oggi Giardini Salvi.

Giardini Salvi
Quest'area, posta al confine con le antiche mura medievali della città, fu acquistata dalla famiglia Valmarana nel Cinquecento insieme al Castello scaligero (smantellato nel XVIII secolo), che divenne il loro palazzo.

Torrione del Castello scaligero e ingresso ai Giardini Salvi (sulla sinistra della foto)
La Loggia Valmarana si affaccia su quello che era il letto della roggia Seriola, il canale che dopo aver attraversato la città finiva nel fiume Bacchiglione.

Seriola con Loggia Valmarana
ponticello sulla Seriola dei Giardini Salvi
E' un edificio che poggia su arconi sorretti da pilastri che emergono dal corso d'acqua.
Il suo fronte è esastilo, scandito cioè da sei colonne tuscanico-doriche in cinque intercolumni architravati (di cui quello mediano più ampio).
La costruzione è coronata sui tre vani centrali da un frontone triangolare.

Il lato occidentale della loggia si apre sul giardino con un'apertura ad arco.

lato occidentale della loggia con apertura ad arco
 I tre ambienti del lato posteriore dell'edificio si saldano con i resti delle mure scaligere.

mure medievali alle quali la Loggia Valmarana si salda
Sull'iscrizione del fregio è scritto che l'opera è stata realizzata per volere di Leonardo Valmarana nel 1592.
Ma probabilmente la data si riferisce ai lavori dell'apertura al pubblico dei giardini.
La loggia venne infatti voluta da Giovanni Alvise Valmarana (certi testi lo riportano con il nome Gian Luigi), come punto d'incontro di intellettuali e accademici.
Il parterre all'italiana venne invece creato da Giacomo Valmarana, zio di Leonardo.

I giardini, con un'estensione di 12.000 mq, furono poi chiusi per due secoli, e nell'Ottocento vennero trasformati in un giardino all'inglese da Giuseppe Jappelli.
Acquistati dal Comune nel 1907, furono riaperti al pubblico nel 1909.

Tra le statue che decorano il giardino vi sono quelle di uomini illustri e la riproduzione dell'Ercole Farnese.

busto di Giangirgio Trissino e riproduzione della statua dell'Ercole Farnese
Il portale d'accesso ai giardini, un arco costruito nel 1645, è attribuito a Baldassarre Longhena, il quale nel 1649 costruì nel parco anche l'altra loggia che da lui prende il nome, commissionata dai figli di Leonardo Valmarana.
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Come sopra riportato, Andrea Palladio progettò per Giovanni Francesco Valmarana, fratello di Alvise, Villa Valmarana a Lisiera di Bolzano Vicentino in provincia di Vicenza che venne portata a termine dal nipote Leonardo.

Inoltre i cugini Giuseppe e Antonio Valmarana, membri di un lato collaterale della nobile famiglia, chiesero a Palladio di progettare nel 1540 la loro Villa Valmarana a Vigardolo di Monticello Conte Otto (in provincia di Vicenza), che verrà realizzata tra il 1542 e il 1546.

Pur non avendola commissionata personalmente, anche la più conosciuta e spettacolare villa progettata da Palladio, Villa Almerigo Capra detta la "Rotonda", è entrata a far parte delle proprietà della famiglia Valmarana.


CONCLUSIONI
Sono molti i capolavori che il grande maestro ha realizzato a Vicenza per la famiglia Valmarana.
Le opere del Palladio hanno dato lustro a questa importante famiglia vicentina, e la commissione di una così illustre famiglia ha dato visibilità e notorietà al grande architetto.
Uno scambio che ha arricchito il patrimonio di una così bella città.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Great! Thanks

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