sabato 26 ottobre 2019

Villa Barbaro a Maser, capolavoro del Palladio


In provincia di Treviso, sui Colli Asolani, sorge una delle ville progettate da Andrea Palladio entrate nel 1996 insieme ad altri suoi capolavori nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco: è Villa Maser.

Villa Maser
La villa è anche chiamata Villa Barbaro, dal nome della famiglia dei due committenti.
Daniele e Marcantonio Barbaro chiesero infatti ad Andrea Palladio di realizzare la loro residenza di campagna (al posto di un edificio medievale), in una loro proprietà già appartenuta alla famiglia Pisani e poi alla famiglia Giustinian.
Daniele Barbaro, umanista e  patriarca di Aquileia, dopo la morte di Giangiorgio Trissino era divenuto il mentore di Andrea Palladio, e con il grande architetto si recò nel 1554 a Roma per la preparazione della traduzione del trattato "De Architettura" di Vitruvio, nella cui edizione alcune tavole furono illustrate dallo stesso Palladio.
Marcantonio Barbaro era invece ambasciatore della Repubblica di Venezia ed introdusse Andrea Palladio negli ambienti veneziani.
I due fratelli si rivolsero al Palladio nel 1550 per la progettazione della villa nella loro tenuta agricola, e l'architetto realizzò per loro una villa a mezza costa che, oltre ad assolvere una funzione di rappresentanza, fosse funzionale per l'attività rurale qui svolta.
Casa padronale e barchesse per la prima volta furono allineati in un'unica unità architettonica.
pianta di Villa Maser (Palladio Museum - Vicenza)
modellino di Villa Maser (Palladio Museum - Vicenza) vista frontalmente
modellino di Villa Maser con ninfeo (Palladio Museum - Vicenza) vista lateralmente
Il corpo centrale padronale è infatti affiancato su due lati da barchesse con porticati, adibite a granai al piano superiore e a scuderie al piano inferiore, e terminanti alle estremità con colombare al piano superiore.

barchessa Est
Le barchesse sono costituite dunque da due piani e hanno un porticato a 8 arcate con mascheroni che decorano le chiavi di volta e nelle nicchie tra le arcate poste sotto le colombare vi sono statue di divinità.

barchessa Ovest
barchessa Est
mascherone della chiave di volta del porticato della barchessa
mascheroni e nicchie con statue del porticato della barchessa
Le colombare, dove si trovavano piccioni viaggiatori, erano adibite a conservare la cacciagione, i prodotti e gli arnesi agricoli.

porticato della barchessa
Le colombare presentano due meridiane: la meridiana della colombara Ovest segna l'ora e l'inizio delle stagioni, mentre la meridiana della colombara Est è un calendario zodiacale e indica ogni mese l'entrata del Sole nel corrispondente segno zodiacale.

colombara Ovest
colomdara Est
Il corpo centrale, ispirato ai templi romani e posto su un basso podio, sporge in avanti rispetto alle costruzioni laterali.

facciata del corpo centrale di Villa Maser
La facciata mostra analogie con il Tempio di Portuno a Roma: quattro semicolonne ioniche giganti reggono la trabeazione con epigrafe dedicatoria, sormontata da un timpano con decorazioni a stucco.

Nel timpano, al centro dell'Allegoria della Pace e dell'Armonia realizzata a stucco da Alessandro Vittoria (allievo del Sansovino), compare lo stemma dei Barbaro con aquila bicipite e tiara papale.

Allegoria della Pace e dell'Armonia e stemma della famiglia Barbaro (Alessandro Vittoria)
Al centro un balconcino con balaustra e con arco a tutto sesto decorato con una ghirlanda di frutta.
Le finestre del piano terra presentano frontoni curvilinei, mentre le finestre del piano nobile hanno timpani triangolari.

facciata laterale del corpo centrale della villa
La facciata presenta un'ampia scalinata preceduta da quattro statue di divinità dell'Olimpo.





Davanti all'edificio vi erano un tempo giardini disegnati da siepi, mentre oggi sono stati sostituiti da semplici parterre.

giardino di Villa Maser
giardino di Villa Maser
Il piano terra del corpo padronale era adibito ad uso agricolo.
Dai portici delle barchesse si può accedere tramite alcuni scalini al piano nobile del corpo padronale.
Per visitare le sale si devono indossare sulle proprie scarpe delle grosse "pantofolone".

Negli interni non si possono scattare foto (peccato!), perciò non mi posso soffermare nella descrizione del ciclo di affreschi di Paolo Veronese che decora il piano nobile (1560/1561), volto ad esaltare l'armonia del cosmo espressa attraverso pace, amore e fortuna.

Sono sei le sale del piano nobile affrescate: la Sala a crociera (che costituisce l'ambiente centrale), la Stanza di Bacco e la Stanza del Tribunale d'Amore (poste rispettivamente a Ovest e ad est verso la facciata), la Stanza del cane, la Stanza della lucerna, e la Sala dell'Olimpo dalla quale si poteva accedere a destra verso l'Appartamento di Daniele Barbaro, e a sinistra verso l'Appartamento di Marcantonio e Giustiniana Barbaro.
Tra finte architetture sono stati affrescati alcuni trompe l'oeil: una bimba s'affaccia da una porta-finestra, un paggio è appoggiato ad una finta porta (Stanza del cane), da una balaustra affrescata nel soffitto (Sala dell'Olimpo) si affacciano Giustiniana Giustiniani, la nutrice e i tre figli Alvise, Almorò e Daniele.
Tra gli affreschi, in fondo alla successione di stanze, compare anche l'autoritratto di Paolo Veronese in abiti da gentiluomo rientrato dalla caccia con i suoi cani.
Il Veronese ha anche ritratto come una dama col ventaglio in mano la moglie Elena Caliari.
Gli stucchi delle sale interne si devono ad Alessandro Vittoria.
Vi è anche un ipotetico ritratto scolpito nella pietra di Andrea Palladio che sembra una maschera.

Per la pendenza del terreno, dagli ambienti del piano nobile rivolti verso il colle si poteva accedere al ninfeo, una fontana con peschiera, dal cui frontone semicircolare allungato, decorato con bucrani, frutti, trofei e festoni, zampillava acqua.

ninfeo di Villa Maser
Nelle dieci nicchie a esedra o rettangolari del ninfeo vi sono statue che raffigurano dei dell'Olimpo e dei boschi, realizzate alcune da Alessandro Vittoria, altre da suoi aiuti.
Sotto ogni statua compare una scritta che elogia le virtù morali e ammonisce contro i vizi.

telamone, nicchie con statue di divinità e decorazioni del ninfeo
telamone, nicchie con statue di divinità e decorazioni del ninfeo
I quattro telamoni che sorreggono la bassa trabeazione sono invece attribuiti allo stesso Marcantonio Barbaro, scultore dilettante.

telamoni del ninfeo (attr. Marcantonio Barbaro)
Sulla chiave di volta dell'entrata della finta grotta si trova lo stemma della famiglia Barbaro.

stemma Barbaro sull'ingresso alla grotta del ninfeo
In fondo alla grotta sgorga acqua da una brocca tenuta in mano da una divinità fluviale.
Quest'acqua riforniva la villa, le fontane e tutta la tenuta.

La villa continua al di là della strada con un'esedra semicircolare nel cui centro è posta la fontana di Nettuno, opera di Alessandro Vittoria.
Dopo l'esedra, dietro ad un cancello, inizia un lungo viale alberato.

Villa Maser vista dalla strada
cancello dell'ingresso principale della villa (con installazione moderna)
cancello del viale alberato dopo l'esedra con la fontana del Nettuno
fontana del Nettuno
fontana del Nettuno (Alessandro Vittoria)
La villa venne ultimata nel 1577, ma intorno al 1580 Andrea Palladio realizzò per Marcantonio Barbaro un tempietto che doveva essere un oratorio privato e allo stesso tempo chiesa parrocchiale per la piccola comunità di Maser.
Tempietto Barbaro
Il Tempietto Barbaro, posto alla destra della fontana del Nettuno, ha una pianta circolare ed è costituito dalla combinazione di un cilindro e di una croce greca.

Tempietto Barbaro
facciata del Tempietto Barbaro
Nel fregio del tempietto, oltre al nome del committente Marcantonio Barbaro e la data 1580, porta scritto anche il nome del Palladio, che per quest'ultima sua opera s'ispirò oltre che al Pantheon di Roma, anche al Mausoleo di Romolo sulla Via Appia.

modellino del Tempietto Barbaro (Palladio Museum - Vicenza)
pianta del Tempietto Barbaro (Palladio Museum - Vicenza)
 La cupola della chiesa è sorretta da quattro grossi pilastri ed affiancata da due campanili.
Il tempietto non è visitabile.

scorcio laterale del Tempietto Barbaro
cupola e campanili del Tempietto Barbaro
Le due statue che affiancano la scalinata del tempietto, opere di Orazio Marinali, raffigurano la Fede e la Carità.

Fede (Orazio Marinali)
Carità (Orazio Marinali)
Dalla famiglia Barbaro Villa Maser passò alla famiglia Trevisan e poi ai Basadonna e ai Manin.
Nel 1838 la comprò Giovanbattista Colferai e nel 1850 l'acquistò l'industriale Sante Giacomelli che fece costruire la cantina storica.
Durante la prima guerra mondiale la villa fu la sede del Comando del generale Squillaci.
Nel 1934 la villa venne acquistata dal conte Giuseppe Volpi che la restaurò.
Ancor oggi la villa è abitata da Vittorio Dalle Ore, marito di una sua nipote.

Villa Maser possiede anche una notevole collezione di carrozze composta da 30 veicoli del XIX e XX secolo.
Al momento della nostra visita era temporaneamente chiusa.

Nel giardino circolano alcuni cagnolini...se per caso si ha paura dei cani basta telefonare per poter svolgere una visita senza difficoltà.

CURIOSITÀ: nella Villa Moser è stato girato nel 1968 il film "Amanti" diretto da Vittorio De Sica ed interpretato da Marcello Mastroianni e da Faye Dunaway.

http://www.villadimaser.it
Orari: aprile/ottobre           martedì/sabato                            10.00/18.00
                                           domenica e festivi                       11.00/18.00
           novembre/marzo     sabato, domenica e festivi           11.00/17.00

CHIUSO dal 9 dicembre 2019  al 7 febbraio 2020
Costo: 9€

CONCLUSIONI
Villa Maser è uno dei capolavori di Andrea Palladio.
Rappresenta l'archetipo di una villa ideale raccordata con il paesaggio.
L'ingresso attuale della villa, che avviene attraverso alcuni annessi rurali abbelliti da rose rampicanti, glicini e bignonie, introduce nella dimensione agreste della villa...

ingresso attuale di Villa Maser
annessi rurali all'ingresso della villa
bellissimi rampicanti sugli annessi rurali
accesso alla villa dal portico della colombara
 ...ma entrati all'interno della villa si cambia pagina e l'aspetto bucolico lascia il passo allo splendore delle decorazioni del Veronese.
Si racconta che Andrea Palladio morì proprio a Villa Maser mentre stava terminando di sovrintendere ai lavori di costruzione del tempietto.


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