lunedì 12 gennaio 2015

Sorano, la "Matera Toscana"


SITO TURISTICO                             www.sorano.toscana.it

Sorano è un borgo del grossetano ed è una delle "Città del Tufo", insieme a Sovana e Pitigliano.

La sua storia ha inizio con gli Etruschi, che hanno lasciato necropoli e insediamenti, seguiti dai Romani, di cui rimangono numerosi colombari.

Collegiata di S.Nicolò e Fortezza Orsini a Sorano
Nel IX secolo Sorano entra a far parte della Contea Aldobrandesca, costituita dall'Imperatore Ludovico II, che vedrà la fine della sua dinastia solo nel 1312, ben 450 anni più tardi.

Con il matrimonio di Anastasia (figlia di Margherita ultima contessa Aldobrandeschi), con Romano Orsini, Sorano divenne un baluardo difensivo di questa antica e nobile famiglia romana, che dovette difendersi nelle lotte contro la Repubblica di Siena.

i tetti di Sorano
Successivamente fu Cosimo I de' Medici a prendere il ruolo di amico-nemico di Siena, dopo la caduta di questa repubblica, e a costringere gli Orsini a fortificare Sorano, la loro seconda residenza dopo Pitigliano.

La città fu più volte attaccata sino al 1604 anno in cui passò sotto la giurisdizione dei Medici e più tardi dei Lorena (1737), sotto i quali l'economia della città migliorò notevolmente.

Torre dell'Orologio e Fortezza Orsini
Sorano si erge su uno sperone tufaceo.
A causa di numerose frane il borgo appare in parte abbandonato.
casa franata

casa franata






















Vicoli e scalinate, a volte un po' impervie, scendono a valle dove scorre il fiume Lente.

...scale che s'incrociano
...giochi di archi


...case costruite lungo il ripido crinale
...case che si sviluppano verticalmente
...passaggi nella roccia


...palazzi e case medievali
Le case che compongono il borgo sono medievali, e al loro interno presentano una planimetria particolare: i piani su cui si sviluppano non sono tutti allo stesso livello, ma collegati tra loro da scale.

...case in mattoni di tufo
...case scavate nella roccia
 

...scorcio pittoresco (peccato per l'antenna satellitare!)
...loggette
...scale esterne delle case e passaggi


...vedute suggestive
Qualunque via o viottolo prendi, puoi scoprire scorci inattesi di grande fascino...
archetti, cortili, loggette, ballatoi e scalette si susseguono in maniera casuale e articolata, creando un pittoresco dedalo di case arrampicate lungo la parete tufacea, con cantine scavate nella roccia.

Per questa sua somiglianza con i Sassi di Matera, Sorano è stata chiamata la "Matera Toscana".

 Le mura medievali della città sono a tratti inglobate nelle pareti di alcune case.
Alla città di accedeva tramite due porte ancora presenti: la Porta di Sopra o Arco del Ferrini , e la Porta dei Merli o Porta di Sotto.

Porta dei Merli
La Porta dei Merli nella parte settentrionale della città, sotto il Masso Leopoldino.

Porta dei Merli vista dall'interno del borgo
stemmi araldici sulla Porta dei Merli



E' sovrastata dagli stemmi araldici di Cosimo II de' Medici e di Nicolò IV Orsini (quello sotto).





Sono ancora presenti le aperture dove scorrevano le catene del ponte levatoio.



Una larga scala percorribile anche dai cavalli sale sino all'abitato.





La Porta di Sopra è invece posta a meridione della città, sotto la Fortezza Orsini.

Porta di Sopra o Arco del Ferrini
Porta di Sopra vista da fuori del borgo
Porta di Sopra vista da dentro il borgo






















La porta è preceduta da una piazza racchiusa da un lato da una loggia, dalla quale si ha una veduta sulla valle.

piazza con la loggia vista dalla Fortezza Orsini

Dalla porta parte Via Salvi la via principale di Sorano.

negozio d'artigianato in via Salvi
palazzetto in via Salvi




antica Sinagoga su via Salvi




















Tra botteghe artigianali si trova sulla destra venendo dalla porta, la Sinagoga della Comunità ebraica di Sorano, ora trasformata in spazio espositivo.


mostra d'arte nell'ex Sinagoga
Come a Pitigliano anche a Sorano i Medici avevano istituito un ghetto, in cui si trovava un'atra Sinagoga e il Forno degli Azzimi.
Ora la Comunità ebraica si è dispersa.
ingresso del ghetto
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A breve distanza sorge la Collegiata di S.Nicolò, chiesa del XIII secolo rifatta quasi completamente nel XVI e nel XVIII secolo.

Collegiata di S.Nicolò
portale della Collegiata






















L'interno è a croce latina.

altare maggiore con coro ligneo della Collegiata di S.Nicolò
Custodisce un fonte battesimale e un'acquasantiera del XVI secolo e opere di Aldi e Vanni.

acquasantiera del '500
cappella con le vesti e la croce di Papa Giovanni Paolo II
fonte battesimale del XVI secolo
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All'estremità nord-occidentale di Sorano si trova il Masso Leopoldino, struttura fortificata facente parte del sistema difensivo del borgo.

Masso Leopoldino
Di epoca medievale, viene anche chiamato Rocca Vecchia in quanto anteriore alla costruzione della Fortezza Orsini.

Masso Leopoldino
Nel XIX secolo subì dei crolli e i lavori di ripristino furono pagati dal Granduca Leopoldo.
Fu per questo che la fortezza cambiò il suo nome in Masso Leopoldino.

Masso Leopoldino visto dal Palazzo Orsini
Sulla sua sommità si trova la Torre dell'Orologio, torre medioevale d'avvistamento e rifugio per la popolazione, con campana.

Torre dell'Orologio e Palazzo orsini
Torre dell'Orologio
Masso Leopoldino






















La terrazza panoromanica ha preso il posto della chiesa di Santa Caterina tardo medievale, crollata con le frane del XIX secolo.

terrazza del Masso Leopoldino
Di fronte alla scala di accesso al Masso Leopoldino si trova il cosiddetto Cortilone, grande edificio per il deposito di granaglie fatto costruire dagli Orsini (XVI secolo) per i periodi di assedio al borgo.

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Dalla parte opposta del borgo, si trova la Fortezza Orsini.

Fortezza Orsini vista dal borgo
La parte più antica della fortezza (XII secolo) è costituita dalla rocca medievale Aldobrandesca, ristrutturata dagli Orsini per divenire la loro seconda residenza dopo quella di Pitigliano.
Il resto della fortificazione fu invece costruito nel Cinquecento.

fossato tra la rocca Aldobrandesca e i camminamenti fortificati
camminamenti fortificati e Fortezza Orsini
accesso alla fortezza cinquecentesca
Una porta munita di ponte levatoio (sostituito ora da un ponte in muratura) si apriva nella parte bassa della fortezza, al centro di un massiccio torrione quadrato posto tra i due bastioni angolari: il bastione S.Pietro con stemma angolare, rivolto verso Roma, dove vi era un mulino per macinare le granaglie. e il bastione S.Marco quello in direzione di Venezia, dove si fabbricava la polvere da sparo.

bastione S.Marco
bastione S.Pietro
L'arco della porta è costituito da bugne e al di sopra di essa vi è un'arme monumentale con i leoni Aldobrandeschi, le barre e le rose della famiglia Orsini e l'orso araldico.

porta d'accesso alla fortezza
arme monumentale






















Una rampa di scale coperte porta al piazzale posto tra la rocca Aldobrandesca e la fortificazione cinquecentesca costituita da un edificio dal restauro neoclassico (dove si trova la biglietteria).

Questo piazzale, sostenuto per due lati da muraglioni, era il campo di allenamento dei soldati.

Della fortificazione si possono visitare i camminamenti sotterranei scavati nella roccia, da dove i soldati potevano difendere il borgo.
Qui alloggiavano i soldati e vi si trovavano anche le prigioni e l'armeria.
Al primo livello si trovavano le stalle e il porcile.

scale dei sotterranei
scale dei sotterranei


camminamento sotterraneo
camminamento sotterraneo
aerazione dei sotterranei

















stalle
Un ponticello e un torrione rotondo precedono la zona residenziale della fortezza.

ingresso al castello
ingresso alla rocca Aldobrandesca/Orsini







Sul torrione è stata posta una lapide sulla quale sono elencati i titoli di Nicolò IV Orsini, conte di Pitigliano, Sovana e Nola.

Palazzo Orsini visto dalla fortificazione
Palazzo Orsini visto dal borgo
scalinata che porta al borgo









Si accede quindi in un secondo cortile con portici e con una ripida scala scavata nella roccia che congiunge il castello al borgo.



loggiato del secondo cortile
secondo cortile (e ingresso all'Hotel ubicato nel castello)
decorazione nel secondo cortile
Su questo cortile si trova la cappella di S.Barbara, ad uso della famiglia comitale.

cappella di S.Barbara
ingresso al castello






















Accanto si trova l'ingresso alla zona residenziale dove è stato allestito il piccolo  Museo del Medioevo e Rinascimento con materiali ritrovati nei cosiddetti "butti", pozzi dove venivano gettati, durante il medioevo, i materiali di scarto delle abitazioni.

ingresso al Museo
Museo


sala espositiva del museo
materiali provenienti dai "butti" del castello

Nello studio del conte Nicolò IV della torre ottagonale, sono venuti alla luce gli unici affreschi della residenza (del XVI secolo).

affresco con uccelli
resti di affresco dello studio
Sono anche raffigurate le note della canzone "Io mi son giovinetta" di Boccaccio (IX giornata del Decamerone).

canzone del Decamerone "Io mi son giovinetta"

Altri affreschi ancora, raffigurano scene mitologiche o bacchiche.

affresco dello studio
affresco dello studio

Orario: visite guidate alle 11.00-15.30-17.00
Costo:  4€ 
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ENOSTERIA                                       L'OTTAVA RIMA
                                                            www.cantinaottavarima.com
                                                            Via del Borgo, 25
                                                            349 8024196 - 0564 633584

GIUDIZIO
ingresso all'enosteria

Non è facilissimo trovare questo locale posto ai piedi del borgo, ma basta chiedere (per esempio al gentilissimo signore del negozio vicino alla Collegiata) e saranno lieti di aiutarvi a raggiungerlo.





zona degustazione dell'Ottava Rima
In un'antica cantina scavata nel tufo si trovano le due piccole sale dall'atmosfera affascinante di questo luogo un po' fuori dal tempo e dai canoni classici della ristorazione.

sala scavata nel tufo
discesa alla cantina
sala d'ingresso dell'enosteria


"L'Ottava Rima"
Questa enoteca/osteria è attenta ai prodotti locali e propone presidi slow food provenienti solo dalla Maremma.

Nel menù sono evidenziati la provenienza dei prodotti e l'appartenenza all'eccellenza maremmana: il palamita del mare toscano, lo "Sfratto dei Goym" di Pitigliano e Sorano, la bottarga di Orbetello e la carne di razza maremmana.

fonduta di formaggi con "pera picciola"
fagioli toscani con cipolla
lasagnetta di melanzane e ricotta
"I Pescatori di Orbetello" con crostino e involtino di palamita, humus di ceci alla bottarga e alicette marinate
"Sfratto dei Goym" e dolce di ricotta e castagne
I piatti buoni nella loro semplicità, sono accompagnati da ottimi vini di produzione locale o birre artigianali, consigliati dall'attento e competente titolare.
I piatti in ceramica portano il motto del locale:
"Non ad crapulam sed ad corpus et animum pascendum"
E per concludere laCarta dei caffè.




CONCLUSIONI
E' facile a Sorano lasciarsi catturare dai suoi mille scorci pittoreschi, calandosi in un epoca passata.
Molto è stato fatto, ma credo che molto si debba ancora fare per recuperare edifici fatiscenti crollati per le frane, che completerebbero il quadro di un borgo già così affascinante.
Come è avvenuto a Sovana, che è di Sorano una frazione, questo borgo dovrebbe mettere quella marcia in più migliorando le sue strutture di ricezione, per divenire un luogo con più scelta per il turista, cercando di mantenere inalterato il sapore del tempo ritrovato.

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