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Sorano è un borgo del grossetano ed è una delle "
Città del Tufo", insieme a Sovana e Pitigliano.
La sua storia ha inizio con gli Etruschi, che hanno lasciato necropoli e insediamenti, seguiti dai Romani, di cui rimangono numerosi
colombari.
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Collegiata di S.Nicolò e Fortezza Orsini a Sorano |
Nel IX secolo Sorano entra a far parte della Contea Aldobrandesca, costituita dall'Imperatore Ludovico II, che vedrà la fine della sua dinastia solo nel 1312, ben 450 anni più tardi.
Con il matrimonio di Anastasia (figlia di Margherita ultima contessa Aldobrandeschi), con Romano Orsini, Sorano divenne un baluardo difensivo di questa antica e nobile famiglia romana, che dovette difendersi nelle lotte contro la Repubblica di Siena.
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i tetti di Sorano |
Successivamente fu Cosimo I de' Medici a prendere il ruolo di amico-nemico di Siena, dopo la caduta di questa repubblica, e a costringere gli Orsini a fortificare Sorano, la loro seconda residenza dopo Pitigliano.
La città fu più volte attaccata sino al 1604 anno in cui passò sotto la giurisdizione dei Medici e più tardi dei Lorena (1737), sotto i quali l'economia della città migliorò notevolmente.
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Torre dell'Orologio e Fortezza Orsini |
Sorano si erge su uno sperone tufaceo.
A causa di numerose frane il borgo appare in parte abbandonato.
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casa franata |
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casa franata |
Vicoli e scalinate, a volte un po' impervie, scendono a valle dove scorre il fiume Lente.
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...scale che s'incrociano |
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...giochi di archi |
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...case costruite lungo il ripido crinale |
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...case che si sviluppano verticalmente |
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...passaggi nella roccia |
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...palazzi e case medievali |
Le case che compongono il borgo sono medievali, e al loro interno presentano una planimetria particolare: i piani su cui si sviluppano non sono tutti allo stesso livello, ma collegati tra loro da scale.
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...case in mattoni di tufo |
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...case scavate nella roccia |
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...scorcio pittoresco (peccato per l'antenna satellitare!) |
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...loggette |
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...scale esterne delle case e passaggi |
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...vedute suggestive |
Qualunque via o viottolo prendi, puoi scoprire scorci inattesi di grande fascino...
archetti, cortili, loggette, ballatoi e scalette si susseguono in maniera casuale e articolata, creando un pittoresco dedalo di case arrampicate lungo la parete tufacea, con cantine scavate nella roccia.
Per questa sua somiglianza con i
Sassi di Matera, Sorano è stata chiamata la "
Matera Toscana".
Le mura medievali della città sono a tratti inglobate nelle pareti di alcune case.
Alla città di accedeva tramite due porte ancora presenti: la
Porta di Sopra o Arco del Ferrini , e la
Porta dei Merli o Porta di Sotto.
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Porta dei Merli |
La
Porta dei Merli nella parte settentrionale della città, sotto il
Masso Leopoldino.
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Porta dei Merli vista dall'interno del borgo |
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stemmi araldici sulla Porta dei Merli |
E' sovrastata dagli stemmi araldici di Cosimo II de' Medici e di Nicolò IV Orsini (quello sotto).
Sono ancora presenti le aperture dove scorrevano le catene del ponte levatoio.
Una larga scala percorribile anche dai cavalli sale sino all'abitato.
La
Porta di Sopra è invece posta a meridione della città, sotto la
Fortezza Orsini.
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Porta di Sopra o Arco del Ferrini |
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Porta di Sopra vista da fuori del borgo |
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Porta di Sopra vista da dentro il borgo |
La porta è preceduta da una piazza racchiusa da un lato da una loggia, dalla quale si ha una veduta sulla valle.
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piazza con la loggia vista dalla Fortezza Orsini |
Dalla porta parte
Via Salvi la via principale di Sorano.
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negozio d'artigianato in via Salvi |
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palazzetto in via Salvi |
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antica Sinagoga su via Salvi |
Tra botteghe artigianali si trova sulla destra venendo dalla porta, la
Sinagoga della Comunità ebraica di Sorano, ora trasformata in spazio espositivo.
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mostra d'arte nell'ex Sinagoga |
Come a Pitigliano anche a Sorano i Medici avevano istituito un
ghetto, in cui si trovava un'atra
Sinagoga e il
Forno degli Azzimi.
Ora la Comunità ebraica si è dispersa.
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ingresso del ghetto |
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A breve distanza sorge la
Collegiata di S.Nicolò, chiesa del XIII secolo rifatta quasi completamente nel XVI e nel XVIII secolo.
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Collegiata di S.Nicolò |
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portale della Collegiata |
L'interno è a croce latina.
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altare maggiore con coro ligneo della Collegiata di S.Nicolò |
Custodisce un fonte battesimale e un'acquasantiera del XVI secolo e opere di Aldi e Vanni.
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acquasantiera del '500 |
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cappella con le vesti e la croce di Papa Giovanni Paolo II |
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fonte battesimale del XVI secolo |
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All'estremità nord-occidentale di Sorano si trova il
Masso Leopoldino, struttura fortificata facente parte del sistema difensivo del borgo.
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Masso Leopoldino |
Di epoca medievale, viene anche chiamato
Rocca Vecchia in quanto anteriore alla costruzione della Fortezza Orsini.
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Masso Leopoldino |
Nel XIX secolo subì dei crolli e i lavori di ripristino furono pagati dal Granduca Leopoldo.
Fu per questo che la fortezza cambiò il suo nome in
Masso Leopoldino.
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Masso Leopoldino visto dal Palazzo Orsini |
Sulla sua sommità si trova la
Torre dell'Orologio, torre medioevale d'avvistamento e rifugio per la popolazione, con campana.
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Torre dell'Orologio e Palazzo orsini |
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Torre dell'Orologio |
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Masso Leopoldino |
La terrazza panoromanica ha preso il posto della
chiesa di Santa Caterina tardo medievale, crollata con le frane del XIX secolo.
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terrazza del Masso Leopoldino |
Di fronte alla scala di accesso al Masso Leopoldino si trova il cosiddetto Cortilone, grande edificio per il deposito di granaglie fatto costruire dagli Orsini (XVI secolo) per i periodi di assedio al borgo.
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Dalla parte opposta del borgo, si trova la
Fortezza Orsini.
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Fortezza Orsini vista dal borgo |
La parte più antica della fortezza (XII secolo) è costituita dalla rocca medievale Aldobrandesca, ristrutturata dagli Orsini per divenire la loro seconda residenza dopo quella di Pitigliano.
Il resto della fortificazione fu invece costruito nel Cinquecento.
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fossato tra la rocca Aldobrandesca e i camminamenti fortificati |
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camminamenti fortificati e Fortezza Orsini |
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accesso alla fortezza cinquecentesca |
Una porta munita di ponte levatoio (sostituito ora da un ponte in muratura) si apriva nella parte bassa della fortezza, al centro di un massiccio torrione quadrato posto tra i due bastioni angolari: il
bastione S.Pietro con stemma angolare, rivolto verso Roma, dove vi era un mulino per macinare le granaglie. e il
bastione S.Marco quello in direzione di Venezia, dove si fabbricava la polvere da sparo.
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bastione S.Marco |
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bastione S.Pietro |
L'arco della porta è costituito da bugne e al di sopra di essa vi è un'arme monumentale con i leoni Aldobrandeschi, le barre e le rose della famiglia Orsini e l'orso araldico.
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porta d'accesso alla fortezza |
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arme monumentale |
Una rampa di scale coperte porta al piazzale posto tra la rocca Aldobrandesca e la fortificazione cinquecentesca costituita da un edificio dal restauro neoclassico (dove si trova la biglietteria).
Questo piazzale, sostenuto per due lati da muraglioni, era il campo di allenamento dei soldati.
Della fortificazione si possono visitare i
camminamenti sotterranei scavati nella roccia, da dove i soldati potevano difendere il borgo.
Qui alloggiavano i soldati e vi si trovavano anche le prigioni e l'armeria.
Al primo livello si trovavano le stalle e il porcile.
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scale dei sotterranei |
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scale dei sotterranei |
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camminamento sotterraneo |
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camminamento sotterraneo |
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aerazione dei sotterranei |
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stalle |
Un ponticello e un
torrione rotondo precedono la zona residenziale della fortezza.
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ingresso al castello |
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ingresso alla rocca Aldobrandesca/Orsini |
Sul torrione è stata posta una lapide sulla quale sono elencati i titoli di Nicolò IV Orsini, conte di Pitigliano, Sovana e Nola.
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Palazzo Orsini visto dalla fortificazione |
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Palazzo Orsini visto dal borgo |
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scalinata che porta al borgo |
Si accede quindi in un
secondo cortile con portici e con una ripida scala scavata nella roccia che congiunge il castello al borgo.
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loggiato del secondo cortile |
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secondo cortile (e ingresso all'Hotel ubicato nel castello) |
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decorazione nel secondo cortile |
Su questo cortile si trova la
cappella di S.Barbara, ad uso della famiglia comitale.
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cappella di S.Barbara |
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ingresso al castello |
Accanto si trova l'ingresso alla zona residenziale dove è stato allestito il piccolo
Museo del Medioevo e Rinascimento con materiali ritrovati nei cosiddetti "
butti", pozzi dove venivano gettati, durante il medioevo, i materiali di scarto delle abitazioni.
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ingresso al Museo |
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Museo |
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sala espositiva del museo |
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materiali provenienti dai "butti" del castello |
Nello
studio del conte Nicolò IV della torre ottagonale, sono venuti alla luce gli unici affreschi della residenza (del XVI secolo).
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affresco con uccelli |
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resti di affresco dello studio |
Sono anche raffigurate le note della canzone "
Io mi son giovinetta" di Boccaccio (IX giornata del
Decamerone).
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canzone del Decamerone "Io mi son giovinetta" |
Altri affreschi ancora, raffigurano scene mitologiche o bacchiche.
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affresco dello studio |
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affresco dello studio |
Orario: visite guidate alle 11.00-15.30-17.00
Costo: 4€
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ENOSTERIA L'OTTAVA RIMA
www.cantinaottavarima.com
Via del Borgo, 25
349 8024196 - 0564 633584
GIUDIZIO
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ingresso all'enosteria |
Non è facilissimo trovare questo locale posto ai piedi del borgo, ma basta chiedere (per esempio al gentilissimo signore del negozio vicino alla Collegiata) e saranno lieti di aiutarvi a raggiungerlo.
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zona degustazione dell'Ottava Rima |
In un'antica cantina scavata nel tufo si trovano le due piccole sale dall'atmosfera affascinante di questo luogo un po' fuori dal tempo e dai canoni classici della ristorazione.
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sala scavata nel tufo |
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discesa alla cantina |
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sala d'ingresso dell'enosteria |
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"L'Ottava Rima" |
Questa enoteca/osteria è attenta ai prodotti locali e propone
presidi slow food provenienti solo dalla Maremma.
Nel menù sono evidenziati la provenienza dei prodotti e l'appartenenza all'eccellenza maremmana: il
palamita del mare toscano, lo "
Sfratto dei Goym" di Pitigliano e Sorano, la
bottarga di Orbetello e la carne di
razza maremmana.
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fonduta di formaggi con "pera picciola" |
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fagioli toscani con cipolla |
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lasagnetta di melanzane e ricotta |
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"I Pescatori di Orbetello" con crostino e involtino di palamita, humus di ceci alla bottarga e alicette marinate |
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"Sfratto dei Goym" e dolce di ricotta e castagne |
I piatti buoni nella loro semplicità, sono accompagnati da ottimi vini di produzione locale o birre artigianali, consigliati dall'attento e competente titolare.
I piatti in ceramica portano il motto del locale:
"Non ad crapulam sed ad corpus et animum pascendum"
E per concludere laCarta dei caffè.
CONCLUSIONI
E' facile a Sorano lasciarsi catturare dai suoi mille scorci pittoreschi, calandosi in un epoca passata.
Molto è stato fatto, ma credo che molto si debba ancora fare per recuperare edifici fatiscenti crollati per le frane, che completerebbero il quadro di un borgo già così affascinante.
Come è avvenuto a Sovana, che è di Sorano una frazione, questo borgo dovrebbe mettere quella marcia in più migliorando le sue strutture di ricezione, per divenire un luogo con più scelta per il turista, cercando di mantenere inalterato il sapore del tempo ritrovato.
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