venerdì 9 gennaio 2015

Sovana e la sua necropoli etrusca


SITO TURISTICO                                            www.sovana.altervista.org
CENTRO INFORMAZIONI TURISTICHE       Palazzo Pretorio

Siamo in Toscana, in Maremma, in provincia di Grosseto, in una zona di origine tufacea, dove da sempre l'uomo ha costruito le sue dimore scavandole in una roccia vulcanica facilmente lavorabile: il tufo.

Dalle abitazioni rupestri alle tombe etrusche, dalle case medievali costruite con mattoni di tufo alle fortezze e ai borghi costruiti sugli speroni tufacei, dai colombari alle vie di comunicazione (le cosiddette "vie cave"), questa landa collinare, rocciosa e allo stesso tempo verdeggiante, ha fondato la sua storia su questo materiale presente in abbondanza nella zona.

Qui la natura e la storia si sono fuse e si fondano armoniosamente.

Il tufo, pur essendo così friabile, è riuscito a sopravvivere agli attacchi degli uomini e alle erosioni del tempo e delle intemperie.

case medievali di Sovana
Sovana insieme a Sorano e a Pitigliano è una delle città del tufo.

Sovana è anche considerata uno dei Borghi più belli d'Italia.

Il suo nome deriva dall'etrusco "suf" ovvero "terra verde".
L'antica Suana fu abitata dagli Etruschi dal VII al III secolo a.C.
Di questo periodo rimane la necropoli scavata nel tufo a due chilometri dall'abitato.

Sovana divenne poi una città romana, dopo la presa di Vulci nel 280 a.C. da parte dei Romani.
Nel V secolo divenne sede vescovile.

case antiche del borgo
Nel 594 fu presa dai Longobardi.
Ceduta a Papa Adriano I dai Franchi, divenne poi nel IX secolo dominio del ducato degli Aldobrandeschi, famiglia lucchese di origini longobarde.
Gli Aldobrandeschi eressero a Sovana un castello.

Tra il 1014 e il 1028 nacque a Sovana da una famiglia di umili origini (suo padre faceva il falegname) Ildebrando di Soana, colui che divenne Papa con il nome di Gregorio VII (1073).
Suo padre apparteneva però ad un ramo della famiglia Aldobrandeschi.
La madre invece aveva una parentela con la potente famiglia Pierleoni.
Per questo ricevette una buona educazione.
Gregorio VII





Divenuto papa dopo una carriera ecclesiastica attiva tesa a contrastare il potere dell'imperatore sulla Chiesa, arrivò a scomunicare Enrico IV che dovette sottoporsi a Canossa, dove il papa era in visita al castello della contessa Matilde, all'umiliazione di aspettare tre giorni in atto di penitenza che Gregorio VII gli togliesse la scomunica.
L'imperatore poi quattro anni più tardi si vendicò assediando il papato.
Gregorio VII  condotto a Salerno come ospite/prigioniero, qui morì nel 1085.






A Sovana una targa in via Duomo ricorda la casa natale di Papa Gregorio VII, ricoperta in tufo.

casa natale di Papa Gregorio VII
Per successione ereditaria Sovana passò poi agli Orsini (XIII e XIV secolo).
Nel 1410 fu attaccata e saccheggiata dai Senesi.
Con la caduta di Siena in mano ai Medici di Firenze nel  XVI secolo, Sovana venne inglobata nel Granducato di Toscana.

Inizia così un declino che porterà la città ad uno stato d'abbandono per secoli: "La città di Geremia",  la città che muore, così veniva chiamata all'epoca.

Oggi il borgo restaurato ha mantenuto il fascino dell'epoca medioevale alla quale sembra essersi fermato.

Via del Duomo
Alle due estremità del borgo lastricato in cotto a mattoncini a spina di pesce si trovano da un lato la Rocca Aldobrandesca (luogo del potere temporale) e dall'altro il Duomo (luogo del potere spirituale).

La Rocca Aldobrandesca, sorta sulle fondamenta di un castello fatto erigere dagli Aldobrandeschi nell'XI secolo, è situata nel punto più accessibile della città, per poterla difendere dalle invasioni.

Rocca Aldobrandesca vista dall'abitato
Abbandonata nel XII secolo fu restaurata dai Senesi nel XV secolo e poi da Cosimo I che la fece rinascere a nuovo splendore.

Perduta la sua importanza militare sotto il Granducato di Toscana, la rocca fu nel XVII secolo smantellata.
Rimane quindi in piedi la porta e la torre, oltre che parti di mura.

Rocca Aldobrandesca
Oggi appare costituita da un torrione posto sopra le mura perimetrali.
Alla sua base si trovano resti di mura etrusche in blocchi di tufo (opus quadratum), romane in conci di tufo e rinascimentali.

mura perimetrali
Dalla rocca percorrendo via del Pretorio chiamata un tempo via di Mezzo, affiancata da case medievali, si arriva alla piazza principale di Sovana.

via del Pretorio (o via di Mezzo)
 Su Piazza del Pretorio si trovano quasi tutti gli edifici  più importanti del borgo.

Piazza del Pretorio

Arrivando dalla rocca, a sinistra si trova la chiesa di S.Mamiliano che fu la prima cattedrale di Sovana.

sulla destra chiesa di S.Mamiliano
scavi del pavimento della chiesa





Dalle fondamenta di opus quadratum e opus reticulatum appare chiaro che la chiesa sorse su un precedente edificio prima etrusco e poi romano.
Sono stati infatti ritrovati resti di terme romane.











abside della chiesa di S.Mamiliano
La cripta risale al X secolo.
Per un certo periodo tra il XV e il XVIII secolo custodì le spoglie di S.Mamiliano, vescovo di Palermo morto nel 460.

resti delle decorazioni della chiesa di S.Mamiliano

L'interno è ad unica navata e doppia abside.

Dopo il crollo del XVIII secolo la chiesa venne abbandonata.
Nel 2003 è stata restaurata e adibita a museo.

navata della chiesa e allestimento museale
Il Museo di Sovana allestito dunque nella chiesa mette in evidenza le strutture pavimentali con alcune tombe.

materiale etrusco proveniente da tombe
statuette etrusche femminili e maschili
ex voto etruschi






















Le teche espongono materiale di origine etrusca ritrovato nelle tombe della zona e nelle vie cave: vasi, ex voto e statuette.

Sono anche esposte due statuette in piombo, una maschile e l'altra femminile, raffigurate con le mani legate dietro la schiena, e recanti i nomi scritti sulle gambe.

statuette in piombo (viste davanti)
statuette in piombo (retro)






















Fanno parte di quelle statuette inerenti alle pratiche magiche: sono legati come prigionieri, in quanto prigionieri di una maledizione.
Le statuette del III secolo a.C. furono trovate in una tomba del VI secolo a.C. , e si presume perciò che fossero state depositate nella tomba ben trecento anni dopo la sepoltura...forse un amore maledetto?

Durante gli scavi del pavimento della chiesa è venuto alla luce il cosiddetto "Tesoretto": contenute in una olla vi erano 498 monete d'oro fior di conio, solidi d'oro coniati sotto Leone I e Antemio (V secolo), provenienti da diverse zecche, con ritratti di numerosi imperatori.

"Tesoretto"
Potrebbe essere il "Tesoro di Montecristo" citato da A.Dumas nei suoi racconti, che leggende popolari dicono essere sepolto nella chiesa di S.Mamiliano sull'isola di Montecristo dove S.Mamiliano morì; probabilmente però il tesoro della leggenda era sepolto nella chiesa che custodiva le reliquie del santo, appunto quella di Sovana.

Orario: 4 aprile/2 novembre     10.00/13.00  15.00/18.00
             weekend di novembre, ponte dell'Immacolata, 26 dicembre/6 gennaio
                                                  10.00/13.00  14.00/16.00
             chiuso il mercoledì       (tranne ad agosto e festivi)
Costo:   2€
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L'edificio accanto alla chiesa di S.Mamiliano, di cui ne ingloba parte del campanile, è il Palazzo Bourbon del Monte, fatto costruire da Cosimo I nel XVII secolo.

Palazzo Bourbon del Monte
portale sotto il portico del palazzo







Sulla facciata severa vi si aprono finestre modanate e un portico che un tempo era una loggia pubblica (XVI secolo), sulla quale s'innalzò poi il palazzo.
Fu la residenza dei marchesi Bourbon del Monte, famiglia feudataria di S.Martino sul Fiora,  e poi fu sede degli uffici pubblici.








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Adiacente a questo palazzo si trova la chiesa di S.Maria Maggiore.

campanile di S.Maria Maggiore





La chiesa risale al XII/XIII secolo.
Sia accede al suo interno tramite il portale posto sul fianco destro della chiesa.

L'originale portale d'ingresso si chiuse quando venne costruito il Palazzo Bourbon, insieme anche alle tre monofore che si aprivano sul fianco destro.

L'attuale campanile a vela ha sostituito quello originale scomparso dopo il XVII secolo.







L'interno è a tre navate divise da pilastri ottagonali e ampie arcate.
Il soffitto è a capriate.
Si notano nell'architettura elementi di transizione tra il romanico e il gotico.

interno della chiesa di S.Maria Maggiore
Il bel ciborio preromanico in pietra del VIII/IX secolo qui custodito, è l'unico che si ritrova in Toscana.

ciborio preromanico
Di fattura molto elegante, con il suo marmo bianco spicca nel contesto della chiesa.

ciborio preromanico
Ha decorazioni vegetali, animali e geometriche altomedioevali: rosoni, foglie, grappoli d'uva racchiusi in cerchi, colombe e pavoni.

decorazioni del ciborio preromanico
altare sotto il ciborio





Capitelli d'imitazione corinzia sostengono il baldacchino intagliato, sormontato a sua volta da un tronco di piramide ottagonale coronata.
Sotto al ciborio è posto l'altare con esili colonnine.























Sulle pareti della chiesa vi sono alcuni affreschi.
Sulla parete della navata sinistra la cappella è stata interamente affrescata da artisti di scuola umbro-laziale.

cappella affrescata
affresco della cappella
"Eterno benedicente" sulla volta della cappella della chiesa di S.Maria Maggiore

Nella navata destra altri affreschi del primo cinquecento: alla sinistra della porta d'ingresso una "Crocifissione con Santi" (umbro-laziale) e in un incavo dall'altro lato dell'ingresso una "Madonna in trono con Bambino tra S.Barbara e Santa Lucia".

"Crocifissione con Santi"
"Madonna in trono con Bambino e S.Barbara e S.Lucia"
Nell'imbotte si trovano raffigurati "S.Sebastiano" e "S.Mamiliano".

"S.Mamiliano"
"S.Sebastiano"






















Sulla parete accanto un dipinto raffigura la "Trinità".

"Trinità"
In un altro incavo si trova una "Crocifissione tra S.Antonio e S.Lorenzo".

"Crocifisione tra S.Antonio e S.Lorenzo"
Anche qui nell'imbotte sono raffigurati due santi: "S.Sebastiano" e "S.Rocco".

"S.Rocco"
"S.Sebastiano"






















In fondo alla chiesa vi sono due cippi romani d'epoca repubblicana che anticamente si trovavano nella piazza.

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Isolato in mezzo alla piazza si erge il Palazzo Comunale o Palazzetto dell'Archivio, e divide Via del Duomo da Via di Sotto.

Palazzo Comunale, Via di Sotto (a sinistra della foto) e Via del Duomo (a destra)
Risale al XII secolo. Dopo il 1411 fu la residenza del giusdicente.
Nel XVII secolo divenne la sede dell'archivio della comunità (da qui deriva il suo nome).

La facciata è costituita da un campanile a vela con una tettoia sotto il timpano.
Tre piccole finestre si aprono sotto ad un orologio.

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Continuando il giro della piazza troviamo la Loggia del Capitano, una struttura a portico composta da due archi poggianti su un unico pilastro.

Palazzo Pretorio (a destra) e Loggia del Capitano (a sinistra)
Cosimo I de' Medici nel 1570 vi fece affiggere il suo stemma.

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Segue poi il romanico Palazzo Pretorio costruito tra il XII e XIII secolo.

Palazzo Pretorio
colonna per i bandi pubblici



Sulla sua facciata sono affissi nove stemmi di capitani e commissari che in questo palazzo ebbero la loro sede di governo nel periodo della signoria di Siena e dei Medici (XV/XVII secolo).





E' ai Senesi che si devono il portale e le finestre rettangolari.
Sull'angolo dell'edificio vi è la colonna sulla quale si affiggevano i bandi pubblici.
Il Palazzo servì anche da carcere.





Nell'antica sala delle udienze del pianterreno vi è un affresco del XVI secolo raffigurante una "Madonna in trono con Bambino tra Santi" di scuola senese.

"Madonna in trono con Bambino e Santi" nel Palazzo Pretorio"
 Vi è anche la ricostruzione del frontone della Tomba Ildebranda.

ricostruzione del frontone della Tomba Ildebranda
Orario: 10.00/13.00  15.00/19.00
             chiuso il giovedì

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Percorrendo Via del Duomo, fiancheggiata da case medievali e con loggiati, ci si può dirigere verso la chiesa principale di Sovana.

Via del Duomo
La Cattedrale di S.Pietro e S.Paolo sorge al limitare del borgo, circondata dal verde.

Cattedrale di S.Pietro e S. Paolo
abside della Cattedrale




Venne costruito all'epoca di papa Gregorio VII nel XI/XII secolo su una chiesa più antica, di cui rimangono la cripta e resti nel portale.

Dal viale delimitato da cipressi che porta all'ingresso della cattedrale si nota per prima cosa l'abside con lesene in marmo e coronata da archetti.











fiancata della Cattedrale
Sulla fiancata si trova il portale che un tempo era provvisto di portico, si trova in questa posizione perché venne spostato per costruire il palazzo episcopale addossato alla facciata.

portale della Cattedrale
Pilastri, sormontati da teste leonine con fauci spalancate in pietra lavica, sorreggono un arco in cui è scolpita una figura umana.
Questi pilastri sono scolpiti: in quello di destra è rappresentato un cavaliere armato (forse S.Martino), cerchi che si intersecano, motivi floreali e animali; in quello di sinistra si riconoscono dal basso una sirena con due code, una croce con braccia che si avvolgono a spirale, un volto umano, due pavoni che si abbeverano ad una fonte ed altri motivi floreali ed animali.

parte superiore del portale
Accanto ai pilastri colonnine sottili a treccia e a spirale con capitelli corinzi, e stipiti che sormontano un'architrave.
La lunetta è invece composta da plutei preromanici.

palazzo episcopale
L'ingresso alla cattedrale avviene attraverso il palazzo episcopale.

interno della cattedrale verso l'altare
interno della cattedrale verso l'antica facciata
L'interno è diviso in tre navate con volte a crociera poggianti su pilastri cruciformi a due colori.

pilastri cruciformi dicromi
pilastri cruciformi dicromi


volte a crociera
Le arcate della navata destra sono a sesto acuto (gotiche), mentre quella della navata sinistra sono a tutto sesto (romaniche).
Sui capitelli vi sono rappresentati  motivi geometrici e floreali.
Solo il capitello del secondo pilastro di sinistra è istoriato con scene bibliche.

capitello raffigurante Abramo con le mogli
capitello raffigurante Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre
capitello a disegni geometrici
Davanti alle scale del presbiterio vi è un fonte battesimale del XV secolo in travertino.

fonte battesimale
Nella parete di fondo vi è un affresco rappresentante la "Trinità" proveniente dalla chiesa di S.Mamiliano.

"Trinità"
L'altare di epoca moderna è stato rivestito con una stoffa che riproduce un tessuto in seta d'influenza bizantina che fu donato alla Cattedrale di Sens nel XIII secolo.

altare maggiore
La cupola è sferoidale.

cupola sferoidale
La cripta è a cinque navate con sei colonne dai capiteli lisci.

cripta della cattedrale
cripta
Una teca barocca custodisce i resti di S.Mamiliano.

teca di S.Mamiliano nella cripta
Orario:  inverno 10.00/13.00   15.00/18.00
              estate     9.00/13.00    15.00/20.00
Costo:    ingresso libero con libera offerta


Parco Archeologico "Città del Tufo"
 


Fanno parte di questo parco naturalistico e archeologico le città di Sorano, Sovana e Vitozza.


Si distinguono più zone archeologiche: a Sovana sono due i settori visitabili, posti a circa due chilometri dall'abitato, che s'incontrano percorrendo la strada provinciale verso S.Martino sul Fiora.

sito archeologico
Tra la vegetazione di macchia mediterranea sono visibili tombe etrusche del periodo che va dal VII al I secolo a.C.
Si distinguono in tombe a fronte colonnata (simile ad un tempio), ad edicola, a dado, a semidado, a falsodado (simili a case), e a camera (le più arcaiche).

tombe a semidado
Alla visita di queste tombe si aggiungono le cosiddette "vie cave", dei percorsi tortuosi, stretti e alti, scavati a cielo aperto nel tufo.

via cava
Le ipotesi delle funzioni di queste vie sono varie: vie di comunicazione, o incanalamento per le acque piovane, o passaggi strategici per contrastare i nemici, o strade rituali verso le necropoli?

Primo settore (da noi visitato): è quello più monumentale (III/II secolo a.C.).

La scoperta di questa necropoli ad opera dell'archeologo inglese Ainsley risale al 1843.

Questo settore vede susseguirsi, per un chilometro e mezzo circa, file di tombe a dado e semidado, intramezzate da tombe a tempio con fronte colonnata e tombe ad edicola.

Dopo la biglietteria si sale sino ad incontrare la Tomba Ilbebranda, la tomba più monumentale del sito archeologico.

Tomba Ildebranda
Fu scoperta nel 1924 e prende il nome dal papa Gregorio VII, al secolo Ildebrando di Soana, il più illustre cittadino di Sovana.

pianta e prospetto della tomba Ildebranda
Si tratta di una tomba del III/II secolo a.C. del tipo a tempio colonnato di tipo etrusco italico.

ricostruzione della tomba Ildebranda
Interamente ricavata nella pareti tufacea, la tomba è costituita da una camera sepolcrale sotterranea (non visitabile), a pianta cruciforme e a soffitto displuviato, preceduta da un dromos (corridoio esterno).

dromos della tomba Ildebranda
La parte superiore è costituita da un monumento funebre un tempo policromo, con 12 colonne scanalate e rastremate (6 frontali e 3 per ogni lato, di cui solo una sopravvive), con soffitto a lacunari, finta cella ("naos"), e affiancato da due scale ripide.

parte superiore della tomba Ildebranda
scale scavate nel tufo della tomba
Un fregio a rilievo era decorato con grifi affiancati alternati a rosette, trattenuti per la coda da una figura femminile. 

foto della decorazione del fregio e del timpano
I tre timpani erano decorati con girali vegetali in origine a colori sgargianti.
Le colonne presentano capitelli con protomi umani femminili e maschili e foglie d'acanto.

Un dromos ortogonale al monumento conduce ad un'altra camera a pianta cruciforme, con soffitto a cassettoni  e una banchina su tutti i lati.
Questa tomba faceva parte di un altro monumento funebre.

dromos della tomba
soffitto a cassettoni della tomba


camera funeraria cruciforme (e inondata d'acqua!)
Altre tombe semplici dei "clientes" del defunto sono poste tutt'intorno all'area.

tombe semplici dei "clientes"
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Tornati sui propri passi, si procede verso destra per incontrare a poca distanza la Tomba dei Demoni Alati.

Tomba dei Demoni Alati
E' la tomba che in ordine cronologico è stata scoperta per ultima (2005).
La decorazione si è conservata grazie ad un crollo che ha fatto cadere il frontone sul terreno, e la terra poi lo ha ricoperto per secoli. 

decorazioni crollate della Tomba dei Demoni Alati
E' una tomba ad edicola del III secolo a.C.
Appare come un blocco cubico ricavata nel tufo decorato con rilievi scultorei.
Nella nicchia vi è una statua rappresentante il defunto semisdraiato sul Kline (letto funebre) con una patera di libagioni nella mano destra.

statua policroma del defunto nella Tomba dei Demoni Alati
Vi sono anche due demoni alati femminili (vanth) con fiaccole per accompagnare il defunto.

demone alato femminile
Sul frontone invece c'è un demone marino alato con due code pesciformi (identificabile in Scilla o Tritone).

Demone marino alato (Scilla o Tritone)
coda pesciforme del demone marino alato
Completavano la decorazione due leoni in tufo.

leone di tufo della Tomba dei Demoli Alati
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Proseguendo per il sentiero si giunge alla Tomba Pola, all'estremità ovest della necropoli.

Tomba Pola
dromos della Tomba Pola
Anche questa è una tomba a tempio e risale al III secolo a.C.
Delle otto colonne rastremate che si trovavano sull'alto podio, ne rimane solo una.
Il soffitto è a lacunari.

Un lungo dromos conduce alla camera sepolcrale a pianta cruciforme (non visitabile).


entrata alla camera sepolcrale della Tomba Pola
prospetto della Tomba Pola
spaccato della Tomba Pola






















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A questo punto si ritorna indietro e si prosegue verso est.

via cava di Poggio Prisca
via cava di Poggio Prisca
E' qui che si entra in un luogo incantato, dalla luce soffusa e dai riflessi verdastri creati da licheni e muschi: si è giunti alla via cava di Poggio Prisca.

via cava di Poggio Prisca
La ricca vegetazione costituita da felci, rovi e radici che penzolano dall'alto crea un ambiente molto suggestivo.

La via termina su campi coltivati, e qui bisogna tornare indietro fino ad incontrare il cartello che indica il sentiero per la Tomba del Tifone.

Tomba del Tifone
Tomba del Tifone






Questa tomba ad edicola risale al IV secolo a.C.
Il timpano è decorato con protome femminile circondata da fiori e foglie.
Erroneamente s'identificò il personaggio con Tifone, un mostro marino con code di serpente (e da questo errore deriva il nome della tomba).











Il soffitto è a cassettoni decorati con losanghe.

soffitto a cassettoni con losanghe
prospetto della Tomba del Tifone












Sulla destra della nicchia rettangolare una stretta e ripida scala scavata nel tufo conduce alla sommità dove si trovava l'ara portacippo.


















Alla sinistra della Tomba del Tifone si trovano tre tombe a semidado.

tre tombe a semidado
Fa parte del parco archeologico anche la via cava chiamata Cavone , ma per le abbondanti piogge non è praticabile.
Non ci rimane quindi che riguadagnare l'uscita.

www.leviecave.it
Orario:  29 marzo/ 5 ottobre      10.00/19.00
              6 ottobre/2 novembre   10.00/18.00
              weekend di novembre, festa dell'Immacolata e 26 dicembre/6 gennaio
                                                    10.00/17.00
Costo:    5€
durata della visita 40' circa
ATTENZIONE: indossare scarpe comode!

Il secondo settore del parco archeologico di Sovana con la Tomba della Sirena, l'ex chiesa di S.Sebastiano e la via cava di S.Sebastiano, si trova a 200 m dal primo (ma noi non l'abbiamo visitato).


CONCLUSIONI 
Il tranquillo borgo di Sovana ha saputo risorgere come una fenice dalle ceneri, ed è riuscito con grazia a divenire un polo turistico.
Fiori alle finestre e pedonalizzazione fanno si che il tempo qui si sia fermato.
La piacevole atmosfera che si respira nel borgo non viene disturbata nemmeno dalla discreta presenza di negozi d'antiquariato o di artigianato locale.
Il tufo infatti continua ad essere un materiale utilizzato per realizzare oggetti d'arte e di uso comune.

negozio di antiquariato a Sovana
negozio di oggetti in tufo
negozio con fioriere in tufo

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bellissimo articolo, grazie!

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