Continuando a percorrere la storia del colle Palatino, dopo aver passeggiato e visitato i ruderi dell'età arcaica e tardo repubblicana di Roma (vedere il post "Il Palatino, il colle sul quale nacque Roma"), si possono visitare le rovine delle residenze imperiali che gli imperatori che si sono susseguiti dopo Augusto hanno costruito, ampliato o abbellito.
Tiberio, Caligola, Nerone, Domiziano, Tito e Vespasiano, Adriano, Settimio Severo sono stati gli imperatori che hanno soggiornato in questi palazzi (Domus Tiberiana, Domus Gai, Domus Transitoria e Domus Aurea, Domus Flavia e Domus Augustana, Domus Severiana).
il Palatino in età imperiale (II secolo d.C.) |
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L'imperatore Tiberio (figlio naturale di Livia e adottivo di Augusto) costruì il primo vero palazzo imperiale aggiungendo alla Casa di Augusto altri fabbricati nell'area verso il Campidoglio, tra il Tempio della Magna Mater e le pendici del Foro Romano: la Domus Tiberiana.
sostruzioni della Domus Tiberiana (viste dal Foro Romano) |
Erano una serie di stanze voltate forse assegnate al personale di guardia.
Il basamento era attraversato da gallerie che mettevano in comunicazione i vari settori del palazzo e i vari quartieri del Palatino.
In una di queste fu assassinato l'imperatore Caligola nel 41 d.C.
Una di queste gallerie era il cosiddetto Criptoportico Neroniano, che collegava la Domus Aurea agli altri palazzi imperiali.
Sembra però essere anteriore all'età neroniana (I secolo d.C.).
Criptoportico Neroniano |
Criptoportico Neroniano |
Era lungo 130m, illuminato da finestre a bocca di lupo, ed era decorato con stucchi bianchi raffiguranti amorini ed elementi decorativi.
Le copie di alcuni frammenti sono state sostituite agli originali sulla volta.
copia degli stucchi della volta del Criptoportico Neroniano |
criptoportico tra la Domus Tiberiana e la Domus Flavia |
Caligola (Atrium Gai) la ampliò verso il Foro, Domiziano ricostruì la facciata verso il Foro dove probabilmente vi era la Guardia Pretoriana (dove nel VI secolo sorse la chiesa di S.Maria Antiqua).
Nell'VIII secolo la Domus Tiberiana divenne la residenza di Papa Giovanni VII.
sostruzioni della Domus Tiberiana viste dal Foro Romano |
chiesa di S.Maria Antiqua e Domus Tiberiana |
Sono venuti alla luce un portico colonnato e una vasca polilobata in marmo.
E' recente l'apertura della terrazza sulla residenza di Tiberio che regala uno spettacolare panorama su tutto il Foro Romano.
terrazza sulla Domus Tiberiana |
sulla terrazza della Domus Tiberiana |
sostrutture della terrazza della DomusTiberiana |
panorama sul Foro dalla terrazza della Domus Tiberiana |
La vasca con gradini interni e rivestita con intonaco, era forse usata per la piscicoltura.
fontana ovale della Domus Tiberiana |
Alcune condutture idriche in piombo portano il nome dell'imperatore Claudio che adottò Nerone, figlio della sua seconda moglie, la nipote Agrippina.
In questo palazzo Nerone fu eletto imperatore a diciassette anni e vi passò i primi anni del suo regno.
Domus Tiberiana in secondo piano |
costruzioni degli Horti Farnesiani |
logge degli Horti Farnesiani |
giardini degli Horti Farnesiani |
giardino degli Horti Farnesiani |
portico davanti al ninfeo della pioggia |
Si può ancora vedere il ninfeo della pioggia, una sala semisotterranea dipinta e con una fontana incrostata di pietre colorate.
Nel corridoio dinnanzi alla sala vi erano statue e decorazioni provenienti dagli scavi dell'area.
Quando i Farnese vendettero gli Horti ai Borbone, le statue furono portate a Napoli.
Successivamente iniziò un periodo di declino e la zona finì per divenire area coltivata da contadini.
Nel 1861 gli Horti vennero venduti a Napoleone III che a sua volta lo vendette al Governo italiano nel 1870.
ninfeo della pioggia degli Horti Farnesiani |
Ninfeo degli Specchi |
particolare delle decorazioni di una nicchia del ninfeo |
Il ninfeo semicircolare a forma di grotta prende il nome dalle statue dei satiri poste nelle sue nicchie, che sorreggevano specchi.
L'acqua scendeva a pioggia dalla volta, oggi scomparsa, ricoperta di pietre colorate e smalti, dalle basi delle nicchie e da fori nel pavimento a mosaico.
Il ninfeo è forse opera di Pirro Ligorio.
ingresso monumentale su Via di S.Gregorio |
L'ingresso monumentale agli Horti Farnesiani fu spostato su Via di S.Gregorio in occasione degli scavi, e costituisce uno degli ingressi al Palatino.
Dalla Domus Tiberiana provengono alcuni reperti in mostra al Museo Palatino.
pannello con opus sectile parietale dalla Domus Tiberiana (Museo Palatino) |
statua di Afrodite detta Charis dalla Domus Tiberiana (Museo Palatino) |
Le successive fasi di ampliamento del palazzo imperiale le dobbiamo a Nerone, che con la Domus Transitoria collegò il Palatino ai giardini di Mecenate sull'Esquilino.
Questo palazzo era ricco di ninfei, di intarsi colorati sulle pareti, di volte affrescate, e tutto aveva un aspetto lussuoso.
Sono pochi i resti di questo palazzo, perché nel 64 d.C. un incendio devastò tutto il Palatino e Nerone così fece erigere la Domus Aurea.
Al Museo Palatino sono esposti alcuni lacerti degli affreschi del IV stile pompeiano con scene e soggetti mitologici e bellissime tarsie marmoree.
affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
affreschi del IV stile della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
tarsia marmorea della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
tarsie marmoree della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
tarsie marmoree della Domus Transitoria (Museo Palatino) |
Successivamente Domiziano lo prolungò sino sul Palatino, a servizio degli edifici da lui costruiti.
resti dell'Acquedotto Claudio |
arcate dell'acquedotto portato da Domiziano sul Palatino |
Domiziano costruì a partire dall'81 d.C. la sua reggia sul Palatino su progetto dell'architetto Rabirio, inglobando anche la Domus Tiberiana.
I lavori finirono nel 92 d.C. e questo palazzo venne utilizzato dagli imperatori che vennero dopo Domiziano per 300 anni, sino al trasferimento della corte a Costantinopoli (306/337 d.C.).
Il palazzo di Domiziano, che poggiava su una piattaforma in parte naturale e in parte artificiale, aveva due facciate, una sul Foro Romano e l'altra rivolta verso il Circo Massimo.
facciata della Domus Augustana sul Circo Massimo |
Domus Flavia vista dal Circo Massimo |
Prima venne costruita la Domus Flavia, poi la Domus Augustana e infine lo Stadio.
Domus Flavia (in rosso) e Domus Augustana (in blu) |
Sul lato ovest vi era uno degli ingressi al palazzo, attraverso una sala ottagona, affiancata da ambienti mistilinei.
Ai lati si trovavano ambienti per i banchetti con triclini.
colonne in marmo giallo antico |
peristilio, fontana e Museo Palatino |
peristilio con resti di colonne e capitelli (sul fondo la Loggia Mattei) |
peristilio della Domus Flavia (verso il triclinium) |
peristilio della Domus Flavia (verso l'Aula Regia) |
Qui si svolgevano le salutationes all'imperatore nei giorni di udienza.
Aula Regia |
Il cosiddetto Larario non è sicuro che possa davvero essere stato il luogo del culto domestico dei Lari dell'imperatore.
Sotto il Larario si trova la Casa dei Grifi, una casa repubblicana con decorazioni in stucco che rappresentano due grifi affrontati (chiusa al pubblico).
Larario e ingresso alla Casa dei Grifi. |
esterno della Casa dei Grifi |
Sotto la Basilica invece vi sono resti della casa repubblicana detta Aula Isiaca, con pitture di II stile con soggetti del culto Iside e Serapide (visitabile nella costruzione rinascimentale della Loggia Mattei, solo se c'è disponibilità del personale di custodia) ed un'esedra della Domus Aurea.
Loggia Mattei e fontana ellittica |
triclinium |
pavimento del triclinium |
triclinium |
marmi di rivestimento del triclinium |
Sotto questa sala absidata, con affiancati due ambienti più piccoli, è nascosto il pavimento di due ninfei di cui uno della Domus Aurea di Nerone.
Questi ambienti ricoperti dal palazzo domizianeo furono chiamati alla loro scoperta "Bagni di Livia".
fontana elittica |
resti del pavimento della Domus Aurea |
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Adiacente alla Domus Flavia si trovava la Domus Augustana, la zona privata del palazzo domizianeo.
La Domus Augustana era composta da ambienti piccoli e grandi organizzati intorno a peristili, posti su due piani, uno a livello della Domus Flavia e uno 12 metri inferiore a questa.
Domus Augustana |
Domus Augustana (terzo peristilio) |
Domus Augustana (terzo peristilio) |
peristilio superiore della Domus Augustana |
peristilio superiore |
cortile con vasca a quattro pelte e sala quadrata fiancheggiata da ninfei (a destra) |
ambienti adiacenti l'esedra della facciata |
resti di pittura murale nel cortile |
ninfeo con vasca |
Eracle leontè (Museo Palatino) |
testa di giovane orientale con berretto frigio (Museo Palatino) |
statua femminile detta danzatrice (Museo Palatino) |
Lo Stadio era il settore del palazzo domizianeo posto più a est, che confinava con tutta la Domus Augustana.
Stadio con elemento terminale della spina |
zona più meridionale dello Stadio con recinto |
zona più settentrionale dello Stadio |
I pilastri del piano inferiore erano in mattoni ricoperti di marmo: ne rimangono solo le basi.
basi dei pilastri del portico dello Stadio |
Sul lato lungo orientale si trovava una tribuna emiciclica, posta su tre ambienti aperti verso il circo.
tribuna dello Stadio |
Di questa spina rimangono gli elementi semicircolari terminali.
Forse all'epoca di Teodorico fu aggiunto un recinto ovale nella parte della pista posta a sud.
Dallo Stadio provengono alcune statue conservate nel Museo Palatino.
Ninfa seduta su roccia (Museo Palatino) |
Afrodite tipo Hera Borghese (Museo Palatino) |
Musa tipo Dresda-Zagabria (Museo Palatino) |
Alle spalle di questo ambiente vi erano cisterne rifornite dall'Acquedotto Claudio.
ninfeo e chiesa di S.Bonaventura (dietro) |
Il Paedagogium (non aperto al pubblico) era un edificio dove venivano educati i figli dei servi.
Il nome dell'edificio deriva da alcuni graffiti che riportano nomi greci e la scritta "exit de paedagogio" (usce dal paedagogium).
Era articolato su due livelli.
Le piccole stanze che lo compongono si affacciavano su un cortile porticato, di cui rimane un'unica colonna, affiancata da pilastri moderni che reggono cornici di marmo che però appartenevano alla Domus Augustana.
portico ricostruito del Paedagogium con unica colonna originale rimasta |
Sugli intonaci rimasti sono incisi dei graffiti.
Nel Museo Palatino ne è esposto uno che rappresenta un asino crocifisso e la scritta in greco "Alexamenos adora il (suo) dio".
graffito con la scritta "Alexamenos adora il (suo) dio" dal Paedagogium (Museo Palatino) |
L'altro edificio distaccato, la Domus Praeconium, la "casa degli araldi", prende il nome da un mosaico nel quale è rappresentata una processione di otto araldi, così come sulle pareti dell'edificio.
L'edificio è composto da un cortile porticato e da tre stanze con tetto a volta.
Sull'angolo meridionale del Palatino sorge l'ampliamento della Domus Augustana voluto da Settimio Severo: la Domus Severiana.
Domus Severiana vista dal Circo Massimo |
sostruzioni della Domus Severiana |
Il nome deriva dalla rapprasentazione delle statue dei sette pianeti che decoravano la facciata.
Questa facciata-ninfeo era a più piani di colonne.
Era posta in questa posizione perché i conterranei dell'imperatore Settimio Severo, originario di Leptis Magna nell'Africa romana, potessero essere impressionati arrivando a Roma dopo aver percorso la Via Appia.
posizione dove doveva essere il Septizodium |
Faceva parte delle decorazioni della vasca centrale del Septizodium la Statua di Fiume conservata al Museo Palatino.
Statua di Fiume (Museo Palatino) |
resti delle Terme Severiane sullo sfondo dello Stadio Palatino |
palco sul Circo Massimo |
Orario: 26 ottobre 2014/15 febbraio 2015 8.30/16.00
16 febbraio2015/15 marzo 2015 8.30/16.30
16 marzo 2015/29 marzo 2015 8.30/17.00
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Nell'angolo orientale del Palatino, vicino alla chiesa di S.Sebastiano e alla chiesa di S.Bonaventura, si trovava un gran terrazzamento artificiale rettangolare (conosciuto come Vigna Barberini), un giardino dedicato al dio siriaco Adonis, la cui facciata si apriva sul clivio Palatino, preceduta da scalinate.
terrazzamento di Vigna Barberini con Tempio di Elagabalo (sul fondo della foto il Colosseo) |
basamento del Tempio di Elagabalo e chiesa di S.Sebastiano |
L'imperatore fu assassinato a soli diciotto anni e colpito dalla damnatio memoriae.
Per questo il suo successore Alessandro Severo riconsacrò il tempio a Iuppiter Ultor (Giove vendicatore).
Nel 288 S.Sebastiano, condannato a morte da Diocleziano per essere cristiano, venne trafitto dalle frecce sui gradini di questo tempio, poi miracolosamente scampato alla morte con le cure che gli vennero prestate da Santa Irene, venne nuovamente condannato dall'imperatore alla flagellazione nello Stadio Palatino e successivamente buttato nella Cloaca Maxima.In questo luogo fu quindi eretta nel X secolo la Chiesa di S.Sebastiano nota anche come chiesa di S.Maria in Pallara in ricordo del Palladio custodito nell'antico tempio.
(La leggenda si scontra con il fatto che Diocleziano non risiedette mai a Roma).
chiesa di S.Sebastiano vista dal clivio Palatino |
Clivio Palatino |
arco di Domiziano |
frammento della decorazione dell'arco |
sito dell'arco di Domiziano |
I reperti provenienti dal colle Palatino rinvenuti durante secoli di depredazione e di scavi archeologici, sono esposti dal 1938 nel Museo Palatino, che occupa quello spazio del peristilio della Domus Flavia sul quale era stato costruito il Convento delle Monache della Visitazione.
Museo Palatino |
reperti architettonici nel museo |
galleria del museo |
reperti statuari del museo |
Tra la fine del III secolo e l'inizio del IV, la corte imperiale si trasferì a Costantinopoli, dopo essere stata ospite di questo colle per più di trecento anni.
Durante le invasioni barbariche del V secolo le aree in disuso furono occupate dai re Goti (da Teodorico per esempio) e dagli esarchi bizantini.
Fino al VII secolo ospitò gli imperatori in visita a Roma.
Nell'VIII secolo il colle fu abbandonato.
Poi fu occupato dai Papi e dagli imperatori del Sacro Romano Impero.
Ottone III ne fece la sua residenza (X secolo).
Nel Basso Medioevo fu trasformato in orti, vigne e campi.
Alcune famiglie si impossessarono della zona, tra le quali quella dei Frangipane, che la utilizzò per farne una fortezza vicino alla Via Sacra e inglobando anche l'Arco di Tito.
Vennero anche costruite chiese e conventi.
Poi fu la volta della famiglia Farnese che vi costruì i suoi Horti Farnesiani.
Da allora si sono susseguite campagne di scavo, più o meno corrette, che hanno portato alla luce sempre nuovi ambienti e capolavori d'arte antica.
Orario: ultima domenica di ottobre/15 febbraio 8.30/16.30
16 febbraio/15 marzo 8.30/17.00
16 marzo/ultimo sabato di marzo 8.30/17.30
ultima domenica di marzo/31 agosto 8.30/19.15
settembre 8.30/19.00
1 ottobre/ultimo sabato di ottobre 8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto cumulativo (Foro, Palatino e Colosseo) valido 2 giorni
GRATIS ogni prima domenica del mese
CONCLUSIONI
Il Palatino, culla della civiltà romana, è stato un luogo che ha stupito i suoi visitatori in tutte le epoche, prima con le sue grandiosità e la raffinatezza delle sue decorazioni, e poi per il fascino che i suoi ruderi riescono ancor oggi a trasmettere.
Passeggiare tra le sue rovine è un po' come perdersi nella storia, fatta di intrighi politici, scandali, rivalità, sacralità e vita quotidiana.
Ogni volta che ritorno su questo colle mi sembra di riscoprirlo, e aggiungo nuovi tasselli alla mia conoscenza della grandiosità di Roma.
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