venerdì 16 ottobre 2015

L'Abbazia di Montecassino: il "Faro della civiltà occidentale"


SITO TURISTICO                    www.abbaziamontecassino.org
                                                  www.cassinoturismo.com

L'abbazia benedettina di Montecassino si trova in provincia di Frosinone.

Veduta di Montecassino (Museo dell'Abbazia di Montecassino - A.Guglielmelli - XVII sec.)
Veduta di Montecassino (XVIII sec.)

L'abazia fu fondata nel 529 da S.Benedetto da Norcia sopra i resti di un tempio dedicato ad Apollo nell'acropoli romana fortificata di Casinum.

base in porfido (III sec.) che sorreggeva l'ara dei sacrifici alle divinità ed era situata nel boschetto sacro ove ora sorge l'altare maggiore della Basilica (Museo dell'Abbazia)

Le mura dell'acropoli erano collegate con il centro abitato romano, e sono ancor oggi visibili.

resti delle mura romane
Dell'antica città romana rimangono inoltre un teatro di epoca augustea, un anfiteatro del I secolo d.C., tratti di strada lastricata, le Terme Verroniane, il Ninfeo Ponari e il Sepolcro di Ummidia Quadritilla (figlia del console Ummidio Durmio Quadrato), che fece costruire un tempio e l'anfiteatro.

Sembra che S.Pietro, recandosi a Roma, si sia fermato a Casinum e fu il primo a predicare nella zona il Cristianesimo.

Nel medioevo il nome da Casinum venne cambiato in Castellum Sancti Petri, poi dopo la fondazione dell'abbazia in Eulogimenopoli (= città di S.Benedetto) e infine (data la difficoltà di pronunciarlo), fu chiamata S.Germano (dal Santo amico di S.Benedetto).
Solo dopo l'Unità d'Italia divenne Cassino (dall'originale Casinum).

S.Benedetto (XVII sec.) dono di Papa Giovanni Paolo II (1980)- Museo dell'Abbazia
S.Benedetto da Norcia, dopo aver vissuto trenta anni a Subiaco e aver fondato lì tredici monasteri, essendo stato vittima di un tentativo di avvelenamento, si trasferì a Cassino, e sull'altura costruì un oratorio dedicato a S.Giovanni Battista e a S.Martino di Tours (il primo un modello di pratica ascetica e il secondo iniziatore della vita monastica in Gallia).

E' a Cassino che S.Benedetto dettò la regola benedettina ("ora et labora", "prega e lavora", nel 540 circa), è qui che incontrò Totila, re degli Ostrogoti ed è qui che morì il 21 marzo 547 e venne sepolto con i resti della sorella gemella S.Scolastica, morta alcuni giorni prima del fratello.
S.Benedetto è il patrono d'Europa.

L'Abbazia di Montecassino divenne un modello per il monachesimo e uno dei maggiori centri culturali europei nel Medioevo.

una zona non visitabile del monastero (visibile dal chiostro Bramantesco)

L'abbazia fu distrutta e saccheggiata dai Longobardi nel 584 e i monaci ripararono a Roma per un secolo, trasferendo con loro, o disperdendo in altre abbazie, le spoglie del Santo.
Una delle abbazie che si vanta di possedere le reliquie del Santo è l'abbazia di Fleury-sur-Loire a Saint Benoit-sur-Loire vicino a Orleans, in Francia (per chi fosse interessato ho scritto a proposito il post "L'Abbazia di Fleury a Saint Benoit-sur-Loire e l'oratorio bizantino di Saint Germigny des Près" - luglio 2014).

Nel 718 i monaci ritornarono a Montecassino, ma nel 883 l'abbazia fu nuovamente distrutta, questa volta dai Saraceni.
Ucciso in questa occasione l'abate Bertario, i monaci lasciarono un'altra volta il monastero, riparando a Gaeta.

Rocca Janula
Nel 949 i monaci, guidati dall'abate Aligerno, tornano a Montecassino e viene costruita, a difesa dell'abbazia e delle sue terre, la Rocca Janula, i cui resti si possono ancora vedere sull'altura di fronte al monastero.

Rocca Janula
Veduta della Rocca Janula (XIX sec.)

Nel 1071 la chiesa abbaziale fu ricostruita.
L'abate Desiderio, divenuto poi Papa col nome di Vittore III, impreziosì il complesso abbaziale con affreschi e mosaici.

frammenti del pavimento della basilica del 1071
L'abbazia raggiunse il suo apice di prosperità con 200 monaci che si occupavano tra l'altro della realizzazione di manoscritti miniati.


La Terra Sancti Benedicti fu frutto di donazioni di re, imperatori, principi e papi. 

L'abbazia venne assediata dalle truppe imperiali nel 1199 e qui più tardi venne stipulata la pace tra Papa Gregorio IX e l'imperatore Federico II (1230).

Il terzo consistente dannegiamento dell'abbazia avvenne nel 1349 a causa di un terremoto, ma nel 1366 fu di nuovo ricostruita.
Nel XVII secolo la basilica fu ristrutturata con progetto di Cosimo Fanzago.

...l'ultima devastazione dell'abbazia
L'ultima devastante distruzione dell'intero complesso monastico si ebbe il 15 febbraio 1944 alle ore 9.45: l'abbazia fu rasa al suolo dai bombardamenti degli Alleati che la credevano una postazione strategica occupata dai Tedeschi lungo la Linea Gustav.

ricordi del bombardamento del 15 febbraio1944
ricordi del bombardamento del 15 febbraio 1944
i resti del bombardamento del 15 febbraio1944
Fortunatamente, grazie alla mente illuminata di alcuni uomini, le opere custodite nell'abbazia furono portate a Roma dai Tedeschi prima dei bombardamenti.

Finita la guerra, tra il 1848 e il 1956, l'abbazia venne ricostruita interamente:

"dov'era, com'era".


Fu promotore della ricostruzione l'abate Ildefonso Rea e realizzatore del progetto l'ingegnere Giuseppe Breccia Fratadocchi.

busto di Ildefonso Rea - Museo dell'Abbazia
disegni del progetto di ricostruzione
disegni per la realizzazione de pavimenti delle cappelle della basilica
Furono impiegati nella ricostruzione dei 20.000 m² di costruzione anche materiali recuperati dalle macerie.
Il 24 ottobre 1964 Papa Paolo VI riconsacrò la Basilica.
                       
Oggi possiamo rivedere l'abbazia nella sua maestosità, spiritualità e tranquillità, come se uno dei tanti orrori della guerra non fosse accaduto...ma affacciandoci da uno dei suoi chiostri salta subito agli occhi una grande croce disegnata sull'altura prospicente l'abbazia: è il Cimitero di guerra del II corpo d'armata polacca, testimone insieme a quello tedesco e a quello del Commonwealth, delle quattro battaglie di Cassino (gennaio/maggio 1944).

Cimitero di guerra polacco
Incominciamo ora la visita del sito.

portale principale dell'abbazia
Ci accoglie il portale dell'ingesso principale dell'abbazia, sotto la cosiddetta Torre Romana, che ospitava S.Benedetto.
Sul portale lo stemma dell'abbazia e la scritta PAX.

facciata del portale principale
Varcato il cancello d'ingresso e salendo una rampa, si giunge ad un'altra facciata del monastero dove vi è l'ingresso per i visitatori.

ingresso per i visitatori
facciata del monastero (appartamenti dei monaci)

Si entra quindi nel primo dei tre chiostri visitabili sullo stesso livello, comunicanti tra loro quasi a formare un unico chiostro.
La fuga degli archi regala splendide prospettive.

passaggio tra il chiostro d'ingresso e il chiostro bramantesco
Il chiostro d'ingresso occupa lo spazio dove un tempio sorgeva il primo oratorio dedicato a S.Martino di Tours.

gallerie del chiostro d'ingresso
chiostro d'ingresso
chiostro d'ingresso
chiostro d'ingresso
galleria del chiostro d'ingresso
Al centro del chiostro tra piante verdi e rose si trova il gruppo bronzeo di S.Benedetto morente, di Attilio Selva (1952), donato dal cancelliere tedesco K.Adenauer.

gruppo bronzeo di S.Benedetto morente (si racconta che S.Benedetto morì in piedi, sorretto dai suoi monaci)
Su una parete di una delle gallerie del chiostro si trova il mosaico raffigurante Cristo tra la Madonna e S.Martino disegnato da Frate Vignarelli.

mosaico di Cristo tra la Madonna e S.Martino
Si passa poi nel secondo chiostro, d'impianto rinascimentale, il chiostro bramantesco.


Quello originale fu disegnato dal Bramante nel 1595.
E' largo 30m ed è lungo 40m, scalinata compresa.

chiostro bramantesco
acquaforte del Chiostro bramantesco - A.Renard (XVIII sec.)
acquerello su carta del Chiostro bramantesco - Louis Jean Desprez (XVIII sec.)

Chiude il chiostro verso la valle del Liri la cosiddetta Loggia del Paradiso, che offre un bel panorama.
Il disegno è di Antonio da Sangallo il Giovane (1513).

Loggia del Paradiso
Loggia del Paradiso
Loggia del Paradiso






















Al centro del chiostro si trova una cisterna ottagonale sormontata, con colonne corinzie, da una trabeazione.

cisterna ottagonale con trabeazione del chiostro bramantesco
Ai piedi della scalinata vi erano due statue settecentesche: S.Benedetto e S.Scolastica.

statua di S.Benedetto
statua di S.Benedetto
La statua di S.Benedetto, opera di Padre Campi di Carrara (1735), scampò ai bombardamenti del 1944.

statua di S.Scolastica
La statua di S.Scolastica, copia dell'originale, rappresenta la Santa con una colomba: si racconta che a S.Benedetto apparve una colomba che portava in cielo l'anima della sorella.

colombe bianche ai piedi della statua di S.Scolastica
...e qui, sotto la statua della Santa, vere colombe bianche giocano con bambini...

Accanto al chiostro bramantesco vi è il chiostro del Collegio.

terzo chiostro del primo livello del monastero
terzo chiostro del primo livello del monastero
fontana centrale del terzo chiostro del primo livello del monastero
Al centro di questo chiostro si trova una grande fontana, e sotto ai suoi portici si trova l'uscita del Museo dell'Abbazia e l'Erboristeria.

Tornando su nostri passi e salita la lunga scalinata del chiostro Bramantesco, ci si affaccia, attraverso un portale fanzaghiano, sul cosiddetto chiostro dei Benefattori,.

antiportico del chiostro dei Benefattori con statue di Urbano V (P.Campi di Carrara) e Clemente XI (Maratta di Padova)
Il disegno del chiostro è attribuibile ad Antonio da Sangallo il Giovane (1513).

chiostro dei Benefattori
chiostro dei Benefattori
gallerie del quadriportico del chiostro dei Benefattori
Prende il nome dalla presenza delle 24 statue di Santi, Papi e Sovrani che sono stati munifici verso l'abbazia.

pozzo e statue settecentesche (S.Benedetto e la Madonna o la Madre Claudia Abondatia Regardati) del chiostro dei Benefattori
La Basilica di Santa Maria Assunta e S.Benedetto Abate presenta una facciata  a salienti (cioè una successione di spioventi a differenti altezza), terminanti con volute con pinnacoli.

facciata della basilica
Presenta un finestrone rettangolare e un timpano triangolare con stemma abbaziale (un leone e una torre tra due cipressi).

stemma dell'abbazia riprodotto su una consolle della basilica
La basilica ha in facciata tre porte bronzee.

La porta centrale fu eseguita a Costantinopoli nell'XI secolo per volere dell'abate Desiderio, ed è formata da 36 formelle recanti incisi i possedimenti dell'abbazia.

Portale centrale della basilica (XI sec.)
incisioni sul portale centrale della basilica
portale della basilica medievale (1066) con riproduzione fotografica della porta in bronzo ancora presente in sito
particolare del portale centrale medievale
 Le porte laterali, opera di P.Canonica (1951) che rappresenta le scene della vita di S.Benedetto e le quattro distruzioni subite dall'abbazia, sono state un dono del Presidente della Repubblica Italiana Luigi Enaudi.

porta in bronzo laterale (P.Canonica - 1951)
particolare di un'anta di una delle porte laterali (P.Canonica - 1951)
portale laterale originale (Museo dell'Abbazia)
L'imterno della basilica è stato ricostruito su disegno originario seicentesco, con materiale recuperato dalle macerie.
Le linee stilistiche seguite per la ricostruzione sono quelle attribuite allo scultore ed architetto del XVII secolo C.Fanzago, che operò a Montecassino.
Quasi interamente la decorazione pittorica, costituita da affreschi e tele, è andata perduta.

navata maggiore della basilica
navata maggiore della basilica vista dal presbiterio
La basilica, a croce latina, è divisa in tre navate da colonne tuscaniche intervallate da lesene corinzie.

colonne tuscaniche e paraste corinzie
La navata maggiore ha una volta a botte lunellata, decorate con stucchi.
Oggi la volta è vuota, mentre un tempo era decorata con affreschi di scuola napoletana settecenteschi (L.Giordano).

volta a botte lunellata della navata maggiore della basilica
pavimento in marmo policromo intarsiato
Le navate laterali sono più basse e presentano otto cappelle.

Cappella di S.Giovanni Battista (Battesimo di Cristo di B.Long - 1975)
Originariamente le cappelle erano ornate da tele della scuola pittorica napoletana del 1700 (F.Solimena, F.de Mura, P.De Matteis), i cui bozzetti sono oggi conservati nel Museo dell'Abbazia.

Nella navata destra si trova la Cappella del Santissimo Sacramento, con tabernacolo originale del XVIII secolo, scampato ai bombardamenti, opera di Nicola Salvi (lo stesso architetto della famosa Fontana di Trevi a Roma).

Cappella del Santissimo Sacramento
tabernacolo della Cappella del Santissimo Sacramento (Nicola Salvi - XVIII sec.)
Ultima Comunione di S.Benedetto (S.Conca - XVIII sec.)

Sulla controfacciata si trova il grande affresco della Gloria di S.Benedetto opera di P.Annigoni (1979), grande 40m², che ha sostituito il grande affresco perduto di Luca Giordano che raffigurava la Consacrazione della Basilica del 1071.

Gloria di S.Benedetto (P.Annigoni - 1979)
Si possono individuare nell'affresco tre Papi: Papa Gregorio Magno (della stessa gens Anicia di S.Benedetto), Papa Paolo VI (che riconsacrò la basilica nel 1964) e Papa Vittore III (che era stato abate di Montecassino prima di divenire Papa).
In basso sulla destra si trova l'autoritratto dell'artista.
Nelle semilunette sono rappresentati Abramo e Mosè.

Il grande portale in marmo nero d'Africa che si trova al termine della navata sinistra si apre sugli ambienti riservati ai monaci.
Le colonne tortili sono in breccia di Sicilia.
La parte  superiore del portale termina con un altorilievo di Madonna tra gli angeli di A.Ciampi (XVIII secolo).

portale per accedere agli ambienti monastici
particolare del portale: Madonna tra angeli (A.Ciampi - XVIII sec.)
Sull'altra navata si trova invece il portale della Sagrestia.
L'ovale con la scultura di Cristo Benedicente è di A.Campi.

portale della Sagrestia

Una scala con balaustra precede il presbiterio.
Sono posti sulla balaustra alcuni putti in bronzo scampati al bombardamento.

accesso al presbiterio
putti in bronzo
Al centro del presbiterio si trova l'altare maggiore in marmi policromi.

particolare delle decorazioni dell'altare maggiore
L'altare accoglie le spoglie di S.Benedetto e di S.Scolastica che originariamente erano state poste nel primo Oratorio di S.Giovanni Battista.

tomba di S.Benedetto e S.Scolastica
Sulla lastra di marmo nera c'è la scritta:
"come non furono separati nello spirito durante la loro vita, allo stesso modo i loro corpi non furono separati nella morte".
In una nicchia sotto la lastra vi è un dipinto in rame del Cavalier d'Arpino, raffigurante la Sepoltura di S.Benedetto e S.Scolastica, rimasto illeso nei bombardamenti.

Conficcata nei gradini dell'altare, vicino alla tomba dei Santi, è stato trovato un proiettile d'artiglieria inesploso.

proiettile d'artiglieria inesploso trovato vicina alla tomba
Nella sovrastante cupola con tamburo e lanterna(disegnata da O.Torriani nel 1603), gli affreschi di B.Corenzio del XVII secolo andati perduti sono stati sostituiti da quelli di P.Annigoni (1982): S.Benedetto alla finestra della Torre Romana, S.Benedetto indica il luogo di sepoltura di S.Scolastica, S.Benedetto morente è sorretto dai monaci e la Madonna Assunta tra i Santi Giovanni e Benedetto.

cupola della basilica
affreschi di P.Annigoni nella cupola della basilica
Nei tondi del tamburo sono raffigurati i Fondatori degli ordini monastici che hanno seguito la Regola benedettina.
Nei pinnacoli sono raffigurati le allegorie della Castità, Povertà, Stabilità e Obbedienza (i voti professati dai monaci). 

Castità (P.Annigoni)
Sulla parete sinistra del presbiterio è addossato il Monumento funebre di Piero de' Medici (figlio di Lorenzo il Magnifico e fratello di Papa Leone X, il quale fu anche l'ultimo abate commendatario dell'abbazia quando era cardinale).
Il monumento fu commissionato da Papa Clemente VII.

Monumento funebre di Piero de' Medici
Il disegno del monumento in marmo è di Antonio da Sangallo, mentre le statue di S.Pietro e S.Paolo sono di Francesco da Sangallo (1539).
I rilievi del basamento con scene dei due Apostoli sono di A.Quaranta.
I medaglioni con le raffigurazioni di Sant'Agata e Santa Giustina sono di Antonio da Settignano.

Monumento funebre di Pero de' Medici
Piero de' Medici fu governatore del territorio del cassinese, e morì annegato nel Garigliano (1503), mentre cercava di sfuggire all'esercito spagnolo affiancando l'esercito francese.

Sempre nel presbiterio, sulla parete opposta, trova posto il Monumento funebre di Guido Fieramosca, signore di Mignano e capitano di Carlo V, e fratello dell'eroe di Barletta Ettore.
Il monumento è opera di Giovanni da Nola.
Gli affreschi con i due angeli sul basamento sono di Severo Ierace (XVI secolo).

affresco salvatosi con due angeli (Severo Ierace - XVI sec.)
Molto riccamente decorata con marmi policromi e con intarsi floreali appare la cattedra.

cattedra
L'abside rettangolare è occupata dal coro ligneo del XVII secolo salvatosi solo in parte dai bombardamenti.
Quella presente nella basilica è una copia, che incorpora i resti  originali, eseguita da maestranze fiorentine.
E' costituito da 82 sedili in noce intagliato.
 
coro ligneo
La volta del coro è sta dipinta da R.Stefanelli nel 1984 con affreschi che rappresentano le Predicazioni di S.Benedetto, S.Giovanni e S.Paolo.

volta dell'abside
Sulla parete di fondo si trova il grande organo con più di 5.000 canne, opera di Miscioni di Cuvio.

organo di Miscioni
A destra e sinistra dell'abside si trovano due cappelle.

Sull'altare della Cappella della Pietà si trova una Pietà attribuita a F.Solimena.

Cappella della Pietà
Sull'altare della Cappella della Vergine Maria Assunta si conserva illesa una tela di P.De Matteis (XVIII secolo).

Cappella della Vergine Maria Assunta
Ai piedi del presbiterio due scale con volta a cielo stellato scendono nella cripta della basilica.

accesso alla cripta
E' questo il luogo che è stato meno raggiunto dalla furia delle bombe distruttrici.
Solo la volta centrale fu danneggiata.
Fu realizzata nel 1544 scavando nella viva roccia.

volta della Cappella Centrale della cripta
E' decorata con mosaici policromi e con bassorilievi di granito di Svezia, nello stile mistico della scuola d'arte benedettina tedesca di Beuron, che hanno sostituito nel 1913 gli originali rovinati.

Cappella Centrale della cripta
decorazioni della cripta
decorazioni a mosaico e bassorilievi in granito di Svezia della cripta
decorazioni della cripta
La cripta è divisa in tre ambienti: la Cappella di S.Mauro (discepolo prediletto di S.Benedetto), la Cappella Centrale e la Cappella di S.Placido (anch'egli discepolo di S.Benedetto).

bassorilievi della cripta
Sull'altare della Cappella di S.Placido è raffigurato in bronzo il Santo tra due angeli.
Sulle pareti vi sono raffigurate scene della vita del Santo.
La volta è decorata in mosaico.

ingresso alla Cappella di S.Placido
Cappella di S.Placido : raffigurazione di S.Placido tra due angeli
bassorilievi in granito di Svezia
Sull'altare della Cappella Centrale si trovano le statue in bronzo di S.Benedetto e S.Scolastica (1959), che hanno sostituito quelle in avorio, legno e argento andate distrutte.
Nelle nicchie le statue giacenti dei due Santi.

testa in avorio della statua di S.Scolastica posta un tempo nella cripta (Museo dell'Abbazia)
Sull'altare della Cappella di S.Mauro è raffigurato il Santo che benedice i poveri e gli ammalati con la Croce.

(non abbiamo potuto visitare la cripta come avremmo voluto in quanto si stava celebrando una funzione religiosa...peccato!)


Usciti dalla basilica sulla destra si trova l'iteressante Museo dell'abbazia, che custodisce importati reperti ed oggetti appartenuti al monastero...ma questo fa parte di un altro post: "Il Museo dell'Abbazia di Montecassino".

Orario: 21 marzo/1 novembre   8.30/19.00
             2 novembre/20 marzo   9.00/12.30   15.30/17.00
Costo chiesa:   GRATIS


CONCLUSIONI
L'Abbazia di Montecassino è stata chiamata il "Faro della civiltà occidentale" per la sua importanza religiosa e culturale durante i secoli, e anche la "Città martire" per aver subito gli ingenti bombardamenti del 1944.
Oggi, come una fenice, è risorta per la quarta volta dalle ceneri, o meglio come è scritto nel suo motto
"Succisa Virescit" ("tagliata, ricresce")
...ed è meta di pellegrini e turisti che numerosi la visitano.
Non si può che ammirarne la maestosità e la ricchezza di decorazioni che l'hanno resa celebre nei secoli, la maniacale opera di ricostruzione e quell'aria di spiritualità che la pervade.



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