domenica 1 maggio 2016

Roma: l'Appartamento della Principessa Isabelle nel Palazzo Colonna


Continua la mia visita nel Palazzo Colonna all'interno del cosiddetto Appartamento della Principessa Isabelle, nel pian terreno dell'aristocratica residenza romana.

Questo appartamento prende il nome da colei che lo ha abitato sino al 1984 (anno della sua morte), la Principessa Isabelle Sursock Colonna, moglie del Principe Marcantonio VII Colonna, Principessa di Paliano e con ben 36 titoli nobiliari.

Principessa Isabelle Sursock Colonna
Marcantonio Colonna
Venuta in Italia dal Libano negli anni Venti, appartenente ad una famiglia di banchieri molto ricchi di origini bizantine, la principessa era una donna colta e raffinata.

Devota alla Santa Sede, tanto da ottenere la cittadinanza vaticana, seppe imbastire intese diplomatiche durante gli anni oscuri del Fascismo.

La Principessa dava a palazzo ricevimenti per l'alta società romana.
Gran dama di corte, esigente e autoritaria, dopo la caduta della monarchia si trovò a sostituire Maria Josè come "regina supplente".
L'ultimo ballo che diede a Palazzo Colonna fu nel 1968 in occasione dei 18 anni della nipote Laurenzia, con valletti in polpe (livrea settecentesca) e al quale parteciparono 2000 persone. 

Il suo appartamento però amava aprirlo solo ai suoi amici più stretti.

L'appartamento occupa l'ala quattrocentesca del palazzo, che includeva il palazzo residenza di Papa Martino V Colonna, che venne restaurato prima dal cardinal Pietro Riario e poi dal cardinale Giuliano della Rovere.

Sono di questo periodo gli affreschi di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio della volta della Sala della Fontana.

Nel cinquecento l'appartamento ospitò il cardinale Carlo Borromeo, fratello di Anna Borromeo che sposò Fabrizio Colonna nel 1560.
Il cardinal Borromeo risedette nell'appartamento per quattro anni, portando delle migliorie ancora presenti nella Sala del Baldacchino, per le quali spese 10.000 scudi.

Anche il cardinale Ascanio Colonna, probibliotecario della Biblioteca Vaticana, visse in queste stanze.

Nella seconda metà del Seicento le sale vennero decorate da Crescenzio Onofri, Gaspard Dughet, Gaicinto Gimignani, Carlo Cesi, dal Cavalier Tempesta e dal Pomarancio.

Solo parte dell'appartamento conserva l'antico pavimento "alla veneziana" (presente oggi nella Sala della Fontana), in quanto la Principessa Isabelle lo fece sostituire con marmo orientale.

L'appartamento è rimasto come la sua ultima padrona di casa lo aveva allestito, con gli stessi arredi e le stesse fotografie.

La prima sala dell'appartamento che si visita è chiamata Sala del Baldacchino, per la presenza di un baldacchino con il simbolo della famiglia.

Sala del Baldacchino
baldacchino con altare e arazzo con stemma dei Colonna
 Gli affreschi della volta sono di Francesco Corallo.

decorazione della volta della Sala del Baldacchino
Nel soffitto della sala si trova lo stemma di Carlo Borromeo, nipote di Papa Pio IV, che visse tra queste mura, e anche la statuetta della Madonnina in alabastro qui esposta, porta una scritta sulla quale si ricorda che il cardinale era solito pregare davanti a questa immagine mariana.

stemma di Carlo Borromeo nel soffitto della Sala del Baldacchino
Madonnina in alabastro
Tra i ritratti presenti nella sala spicca quello di Maria Mancini, moglie di Lorenzo Onofrio Colonna, opera di Carlo Maratta.

Ritratto di Maria Mancini come Armida (C.Maratta)
Maria Mancini era la nipote del Cardinal Mazzarino e durante il suo soggiorno parigino, ospite della corte francese, era riuscita a fare innamorare Luigi XIV.
Ma il re, pur innamorato di lei, dovette sposare l'Infanta di Spagna e lei invece fu costretta a sposare Lorenzo Onofrio Colonna.

A Roma Maria Mancini con il marito, amante del teatro e delle arti, davano nel loro palazzo balli in maschera, come di moda alla corte francese.
Fuggita in abiti da uomo dal palazzo del marito, dopo avergli dato tre figli, si vide chiudere dal coniuge tutti i salotti d'Europa nel tentativo di convincerla a tornare, ma lei accettò di fare ritorno a Roma solo dopo la morte di Lorenzo.

Lorenzo Onofrio Colonna
Anche il Ritratto di Marcantonio II Colonna, opera di Sustermans Justus, trova spazio in questa sala. 

Ritratto di Marcantonio II Colonna (Sustermans Justus)
Il Ritratto di Lucrezia Tomacelli è di Pourbus Frans il Giovane.

Ritratto di Lucrezia Tomacelli (Pourbus Frans il Giovane)
Gentiluomo seduto alla scrivania con lettera in mano (pittore francese del XVIII secolo)
Gentiluomo in corazza con bastone di comando (pittore francese delXVII secolo)
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Si passa poi nella seguente Sala del Vanvitelli, così chiamata per la notevole raccolta di ben 37 vedute del pittore olandese Gaspar van Wittel, meglio noto come Gaspare Vanvitelli.

Sala del Vanvitelli
Sala del Vanvitelli
Sala del Vanvitelli
Vanvitelli era venuto a Roma per eseguire topografie del corso del Tevere, aiutato nel compiere rilievi precisi dalla camera ottica.
Questo lavoro gli diede l'opportunità di realizzare circa 100 quadri nel corso di cinquant'anni che illustravano la Roma moderna tra il '600 gli inizi del '700, una "Roma Sparita" oramai.

Venezia vista dal Bacino di S.Marco (Vanvitelli)
Palazzo del Quirinale (Vanvitelli)
Piazza Navona (Vanvitelli)
Castel Sant'Angelo verso S.Pietro (Vanvitelli)
Trinità dei Monti (Vanvitelli)
Villa Medici (Vanvitelli)
Piazza del Popolo (Vanvitelli)
Napoli con il molo di S.Vincenzo (Vanvitelli)
Genazzano (Vanvitelli)
Palazzo del Quirinale (Vanvitelli)
Basilica di S.Pietro (Vanvitelli)
Castel Sant'Angelo verso Trinità dei Monti (Vanvitelli)
Ponte Rotto verso l'Aventino (Vanvitelli)
E' in questa sala esposta la più grande collezione privata al mondo di dipinti di questo artista.
Negli appartamenti privati della famiglia Colonna vengono conservate altre sei opere del Vanvitelli.
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Si passa dunque alla Sala Rosa, sala che prende il nome dal colore della tappezzeria delle pareti.

Sala Rosa
Vengono esposte nelle quadrerie di questa sala opere di maestri nordici, tra le quali quelle di piccolo formato su rame di Jan Brueghel il Vecchio, chiamate anche le "formiche" per le figure umane piccolissime da sembrare insetti.

Cristo nel Limbo (Jan Brueghel il Vecchio)
Plutone, Proserpina e Orfeo (Jan Brueghel il Vecchio)
Enea condotto dalla Sibilla Romana agli Inferi (Jan Brueghel il Vecchio)
Incendio di Troia con veduta fantasiosa di Roma (Jan Brueghel il Vecchio)
Sempre opera dell'artista fiammingo è l'Adorazione dei Magi.

L'Adorazione dei Magi (Jan Brueghel il Vecchio)
Gaspard Dughet, chiamato anche Gaspad Poussin per la parentela con Nicolas Poussin, insieme a Carlo Maratta, che ha eseguito le figure, sono gli autori del Paesaggio con Giudizio di Paride che ritrae Maria Mancini e Lorenzo Onofrio Colonna nei costumi di Venere e Paride.

Paesaggio con Giudizio di Paride - Lorenzo Onofrio Colonna, Maria Mancini e le sue sorelle (Gaspard Dughet con figure di Carlo Maratta)
Di Dughet sono in questa sala anche raccolte alcune vedute della campagna romana.

Paesaggio con castello fortificato su un promontorio e due pescatori (Dughet)
Ma nella sala vi sono esposti anche quadri di altri artisti che illustrano paesaggi bucolici o con monumenti antichi.

Colosseo visto dal colle Oppio (Frans van Lint Hendrik)
Parco di una villa romana con statua di Ercole (Jan Frans Van Bloemen e Placido Costanzo per le figure)
Parco di una villa romana con vaso pentelico (Jan Frans Van Bloemen e Placido Costanzo per le figure)
Di Antonio Tempesta (detto il Tempestino) è la Caccia al leone con una tigre morta in primo piano, e di Louis De Caulllery la Festa in un parco.

Caccia al leone con una tigre morta in primo piano (A.Tempesta)
Festa in un parco (Louis De Caullery)
Di Maarten de Vos sono le quattro rappresentazioni di allegorie delle stagioni, mentre Giovanni Antonio Galli, detto lo Spadarino, è l'autore del Carro Allegorico (Venere) e il Carro Allegorico (Curiosità).

Allegoria dell'Inverno - Allegoria della Primavera (Maarten de Vos)
Allegoria dell'Estate - Allegoria dell'Autunno (Maarten de Vos)
Carro Allegorico (Castità) - Spadarino
Carro Allegorico (Venere) - Giovanni Antonio Galli
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Eccoci giunti nella Sala dei Palafrenieri o Sala delle Feste.

Sala delle Feste o Sala dei Palafrenieri
Sala delle Feste o Sala dei Palafrenieri
Questa sala nel '500 era l'atrio d'ingresso del palazzo e la porta di quell'epoca è nascosta dietro un arazzo.

arazzo che nasconde l'originale ingresso al palazzo
Poi nel '600  la sala fu decorata da Giacinto Gimignani per celebrare le nozze di Lorenzo Onofrio Colonna e di Maria Mancini.
Si possono infatti notare i simboli araldici delle due famiglie riuniti in un unico stemma: una colonna antica e una coppia di pesci.

stemma con i simboli araldici della famiglia Colonna e della famiglia Mancini
Le nozze della coppia avvennero nel 1661 e anche nel soffitto di questa sala che celebra questa unione, sono rappresentati in un angolo i due pesci simboli dei Mancini, che divengono un segno zodiacale, e la colonna dei Colonna incoronata dalla Gloria, in un altro, affiancando Amore.

soffitto della Sala delle Feste
i due pesci simbolo araldico dei Mancini nel soffitto della Sala delle Feste
Amore nel soffitto della Sala delle Feste
Nel 1663, per la nascita del loro primogenito Filippo II, l'artista Schor realizzò un letto da parata composto da una conchiglia fluttuante, che date le dimensioni ingombranti, fu poi smembrato.
Rimane di quel letto solo una traccia in una consolle conservata nel palazzo.

Del principino è presente nella sala la culla intagliata e dorata, a forma di nave .

culla scolpita e intagliata per Filippo II Colonna
Nel pavimento a marmi policromi del '900 vi sono raffigurati i simboli della famiglia Colonna: la sirena, la colonna e gli scudi con le mezzelune dei Turchi sconfitti a Lepanto nel 1571.

pavimento in marmi policromi della Sala delle Feste
Originariamente il pavimento di questa sala era in cotto, come si può notare nelle raffigurazioni a tempera delle pareti.
Sulle pareti sono decorate vedute che danno l'illusione di poter accedere all'esterno attraversando un portico.

decorazione delle pareti della Sala delle Feste
decorazione delle pareti della Sala delle Feste
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Si visita ora la Sala della Fontana, sala che prende il nome da una fontana con base di età romana e bacino del '400.

Sala della Fontana
Sala della Fontana
fontana con base di epoca romana e bacino del '400
La volta di questa sala venne affrescata da Bernardino di Betto detto il  Pinturicchio nel '400, quando questa parte del palazzo era abitata da Giuliano della Rovere (divenuto poi Papa col nome di Giulio II).

soffitto della Sala della Fontana
La decorazione è composta da un sistema geometrico in monocromo azzurro con decori in oro, all'interno del quale vi sono grottesche, che riportano alla decorazione scoperte in quell'epoca nella sepolta Domus Aurea, con soggetti pagani e cristiani.
E' una serie di pinnacoli e vele con candelabri sullo sfondo di finti mosaici dorati.

decorazione di vele e pinnacoli della Sala della Fontana
particolare della decorazione con Giuditta con la testa di Oloferne
particolare della decorazione con monocromo in azzurro e oro
particolare delle decorazioni del Pinturicchio nella Sala della Fontana
Nel '600 la decorazione fu completata con la rappresentazione di battaglie nelle lunette.

lunette con scene di battaglia
lunetta con scena di battaglia
lunetta con scena di battaglia
Crescenzio Onofri si dedicò alla decorazione delle pareti.
La sala conserva ancora il pavimento "alla veneziana" originale.

decorazione parietale della Sala della Fontana
Viene qui conservato il coccodrillo in porfido che decorava il Tempio di Serapide, vestigia romana sulla quale sorse Palazzo Colonna.

coccodrillo in porfido (dal Tempio di Serapide)
Uno degli oggetti più importanti qui conservati è un orologio notturno dipinto da Filippo Lauri con Caronte che traghetta le tre sorelle Mancini al di là del fiume Stige.

orologio notturno
E' esposta in questa sala una parte del Polittico Roverella, parzialmente distrutto da un ordigno nel XVIII secolo e smembrato oggi in più musei (la parte centrale con Madonna con Bambino si trova alla National Gallery di Londra; la cimasa con il Compianto è al Louvre di Parigi; un frammento dello scomparto laterale con S.Giorgio è alla Fine Arts Gallery a S.Diego; nella predella: la Circoncisione è alla Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, l'Adorazione dei Magi è al Fogg Art Museum di Camridge, e la Fuga in Egitto è al Metropolitan Museum di New York), nella quale sono raffigurati S.Maurilio, S.Paolo e Bartolomeo Roverella, opera di Cosmè Tura.

ricostruzione del Polittico Roverella
S.Maurilio, S.Paolo e Bartolomeo Roverella (dal Polittico Roverella di Cosmè Tura)
E' anche esposto nella sala insieme ad altri ritratti un Autoritratto di Sofonisba Anguissola.

Autoritratto di Sofonisba Anguissola
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Segue la Sala del Tempesta così chiamata per le marine tra linee architettoniche e telamoni che decorano le pareti della sala, eseguite nel 1667/1668 da Pieter Mulier, meglio noto come Cavalier Tempesta.

Sala del Tempesta
Sala del Tempesta
Giovanni Battista Magni, detto Modanino, è l'artista che ha dipinto i telamoni e i vascelli delle marine.

marine del Cavalier Tempesta
Telamone di Giovanni Battista Magni
Le grottesche cinquecentesche del soffitto sono opera del Pomarancio.

grottesche cinquecentesche del Pomarancio
soffitto con stemma dei Colonna e Turchi sottomessi nella Sala del Tempesta
Nella sala si trova un divano doppio chiamato "confidenza".

divano "confidenza"
L'ambiente è reso più intimo e vivo da numerose foto di famiglia e dal ritratto di Marcantonio VII Colonna, marito della Principessa Isabelle.

Ritratto di Marcantonio VII Colonna
Principessa Isabelle Colonna nella Sala del Tempesta
Il lampadario di questa sala è in cristallo di Boemia. 

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La sala seguente prende il nome di Sala del Dughet per le decorazioni eseguite dall'artista Gaspard Dughet, detto anche Gaspard Poussin.

Sala del Dughet
Le illusioni create dalla architetture prospettiche di un portico colonnato immaginario sono notevoli.
Sembra di poter effettivamente uscire all'esterno per ammirare il panorama circostante.

decorazioni pittoriche di G.Dughet
decorazioni pittoriche di G.Dughet
decorazioni pittoriche di G.Dughet
Anche in questa sala le grottesche e lo stemma della famiglia Colonna furono dipinti dal Pomarancio.

soffitto della Sala del Dughet
grottesche del Pomarancio
stemma Colonna al centro del soffitto della Sala del Dughet
particolare del soffitto con Turchi sottomessi da Marcantonio Colonna nella battaglia di Lepanto
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La Sala Rossa è così chiamata per il colore delle sue tappezzerie.

Sala Rossa
Questa sala nel '500 era la biblioteca del Cardinale Ascanio Colonna.
Il cardinale, protobibliotecario della Biblioteca Vaticana, aveva qui raccolto 7.000 volumi, che nel 1740 confluirono nella biblioteca del Vaticano.

Poi la sala divenne la camera da letto di Maria Mancini e Lorenzo Onofrio Colonna.
La camera era composta da due alcove separate da una porta.

ingresso di un'alcova
alcova della Sala Rossa
Gli affreschi delle alcove sono opera di Crescenzio Onofri.

affresco di Crescenzio Onofri in un'alcova
affresco di Crescenzio Onofri in un'alcova
Nel '900 venne trasformata in una sala da pranzo, collegata con il piano superiore da una scala.

soffitto della Sala Rossa
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L'ultima sala visitabile dell'appartamento è la Sala del Mascherone.

Sala del Mascherone
La sala prende il nome da un mascherone che con un sarcofago romano strigilato del II secolo formano una fontana che un tempo veniva adoperata come lavatoio.

sarcofago e mascheroni romani del II sec.

pavimento della Sala del Mascherone
Su una parete è posto tra due erme maschili romane un pannello in opus sectile con la Dea Roma e la Lupa Capitolina (IV secolo d.C.), proveniente forse da Tempio di Serapide.

erme e pannello in opus sectile
pannello in opus sectile con Dea Roma e Lupa Capitolina
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Prima di concludere la visita si passa in un ambiente voltato di servizio dove sono collocate iscrizioni antiche e livree degli inservienti del palazzo.

ambiente con livree e iscrizioni antiche
iscrizione antica
Attraversando il cortile interno di origine quattrocentesca, il più antico dei due presenti all'interno della residenza, in cui nel 1500 il cardinal Ascanio Colonna aveva fatto tamponare le arcate, si può risalire alla terrazza che dà accesso alla Sala Grande del palazzo.

cortile interno del palazzo
arcate quattrocentesche tamponate e sostituite da finestre

http://www.galleriacolonna.it
Orario: sabato mattina   9.00/13.15
             visite guidate in italiano incluse nel biglietto alle 10.00, alle 11.00 e alle 12.30
Costo:   Galleria  15€
             visita accompagnata all'Appartamento Principessa Isabelle + Galleria  25€
             visita accompagnata al giardino + Galleria 20€
             visita Galleria + Appartamento Principessa Isabelle + giardino  30€


CONCLUSIONI
Durante la visita all'appartamento quattrocentesco del palazzo si può avvertire sin da subito la continuità con il passato che queste sale racchiudono.
Le decorazioni antiche hanno nei secoli assistito al susseguirsi di personaggi illustri delle casate della Rovere e Colonna, e fino a pochi anni fa alla vita privata della Principessa Isabella, che ha saputo conservare le bellezze artistiche del palazzo, arricchendole con eleganza e raffinatezza.
 


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