giovedì 19 maggio 2016

Roma: la Chiesa di S.Passera, la Santa che non esiste


Santa Passera non è una Santa cristiana, ma è l'appellativo di un'antica chiesa di Roma, posta lungo la riva destra del Tevere, dove il fiume disegna un'ansa.

La chiesa, che fronteggia la Basilica di S.Paolo fuori le Mura posta sull'altra riva del fiume, si trova ubicata sulla Via Magliana, la via moderna che ricalca l'antica Via Portuensis, che in antico da Porta Portuensis conduceva a Portus, sul litorale romano.

La Via Portuensis era la via consolare costruita nel I secolo d.C. per incrementare i collegamenti commerciali e militari con il nuovo porto fatto costruire sul litorale nel 42 d.C. dall'imperatore Claudio.
Prima della costruzione di questa via, veniva usata per collegare Roma al porto di Ostia la Via Campana, che costeggiando la riva destra del Tevere, dal Campus Salinarum Romanorum (dove oggi si trova l'Aereoporto Leonardo da Vinci a Fiumicino), giungeva sino ai depositi di sale posti sull'Aventino.
La sua vicinanza al Tevere la rendeva spesso impraticabile a causa delle piene del fiume, e quindi fu necessaria la costruzione di una nuova via, la Via Portuensis appunto, in una posizione più sicura.

Gli antichi Romani potevano costruire le loro sepolture al di fuori della città e le costruivano lungo le vie per poter essere visibili e perpetuare così il ricordo dei loro defunti.
Quindi anche sulla Via Campana si trovavano alcune sepolture e tra queste il mausoleo del II/III secolo d.C.
Su questa struttura funeraria s'innestò nel V secolo un oratorio e in seguito nell' VIII secolo venne trasformato in chiesa, ampliata poi nel XIII secolo.

sezione longitudinale dei tre livelli dell'edificio (disegno messo gentilmente a disposizione dall'esperta guida)
assonometria cronologica dell'edificio (disegno messo gentilmente a disposizione dall'esperta guida)

Ma andiamo per ordine.
Nel 407 i monaci Grimoaldo e Arnolfo portarono a Roma (per salvarle dalle incursioni saracene), le salme di due martiri di Alessandria d'Egitto: il medico e monaco Ciro e il soldato Giovanni di Edessa suo discepolo.

I due martiri cristiani avevano subito il martirio per decapitazione a Canopo nel 303 durante le persecuzioni di Diocleziano (284/305).
Essi infatti avevano portato conforto a quattro donne cristiane che erano state arrestate per la loro fede (Teodosia, Teotista, Eudossia e Atanasia), e che subirono poi per questo con loro il martirio. 

S.Cirillo, il patriarca di Alessandria d'Egitto, portò i due Santi martiri nella chiesa di Menouthis, l'attuale Abukir.

Quando i monaci Grimoaldo e Arnolfo arrivarono  Roma, vennero accolti nella casa in Trastevere di Teodora, una ricca matrona romana vedova.
La donna, che possedeva delle terre nella zona in cui sorge la chiesa a cui  dedico questo post, sognò i Santi martiri che le chiedevano di riposare nell'oratorio che ella aveva fatto erigere lungo il fiume nell'antico mausoleo romano del II secolo.

Fu così che quell'oratorio, dedicato inizialmente a S.Prassede (con la reliquia di un braccio della Santa donato dal Papa), divenne il luogo di sepoltura e di venerazione dei due martiri egiziani.

Fu così che in quella chiesetta di campagna vennero sepolte, in un luogo segreto, le spoglie di S.Abbaciro, corruzione di Abbàs Cyrus (= Padre Ciro), storpiato nei secoli in S.Appacero, S.Pacero, S.Pacera e infine, come ci è giunto a noi, in S.Passera, chiamata col nome di una Santa che quindi non esiste dal 1376!

La testa di S.Ciro fu riposta in un'urna d'argento sull'altare della chiesa.

Questa è la leggenda che si è scoperto avere delle contraddizioni temporali.
Comunque il culto di questi due martiri è testimoniato a Roma nel VII secolo dagli affreschi presenti nella Chiesa di S.Maria Antiqua al Foro Romano che li ritraggono a destra dell'abside (707/768).

Nel 1059 la Chiesa di S.Passera risulta essere in possesso delle monache benedettine della Chiesa di S.Ciriaco in Via Lata.

Nel 1608 si compirono degli scavi  nei sotterrani dell'oratorio medievale per la ricerca delle reliquie dei martiri, ma senza esito: si trovarono ossa umane, ma non vi fu la certezza che fossero proprio quelle dei Santi cercati.
Si dice che le reliquie furono traslate nella Chiesa del Gesù Nuovo a Napoli, davanti alla Basilica di S.Chiara.

Ma veniamo ora alla descrizione della Chiesa di S.Passera.
L'edificio consta dunque di tre aule sovrapposte: chiesa, cripta corrispondente al precedente oratorio medievale e tomba ipogea romana.

Davanti all'ingresso della chiesa, rivolto verso il fiume, si trova una doppia rampa di scale simmetriche che conducono ad una terrazza.

scale simmetriche e facciata della chiesa
I resti della facciata del mausoleo romano, andati a far parte della facciata della chiesa, ricordano quelli del Tempio del Dio Rediculo della Caffarella, anch'esso del II secolo d.C.: muratura in laterizio con poca malta tra un sottile mattone e l'altro, e finestrelle decorate con cornici fittili.

lacerti di muratura laterizia romana nella facciata della Chiesa di S.Passera
cornici fittili intorno alle finestre del mausoleo romano
Sopra al portale d'ingresso si trova una finestra con grata decorata a motivi geometrici.

L'abside, rivolta verso Via della Magliana, presenta una bifora con colonnina e capitello corinzio, che fu tamponata per ricoprire internamente il catino absidale con affreschi.
Le mensole che decorano l'abside saranno appartenute al mausoleo romano, come anche i resti marmorei che si trovano al limitare del piccolo giardino vicino alla chiesa. 

abside della Chiesa di S.Passera
bifora tamponata dell'abside della chiesa
mensole romane che decorano l'abside
resti marmorei del mausoleo
resti marmorei del mausoleo
resti marmorei del mausoleo
L'interno della chiesa è a pianta rettangolare, con unica navata e con un piccolo presbiterio corrispondente alla zona absidale.
Il tetto è a capriate lignee.

navata della chiesa e abside
navata della chiesa
L'altare poggia su una pedana che include lastre marmoree con iscrizione in latino.

altare con pedana in marmo
iscrizione della pedana dell'altare
Per gli arredi liturgici (leggio, seduta del celebrante, tabernacolo) sono stati riutilizzati resti architettonici di epoca antica.

lastra in marmo come leggio
colonna in marmo per il tabernacolo


colonna per l'altare e frammenti architettonici come seduta

Le pareti presentano ancora affreschi del VIII/IX e XIII secolo.

affreschi del IX e XIII secolo della Chiesa di S.Passera
Guardando il catino absidale, sulla parete sinistra della chiesa, sono ancora visibili una teoria di cinque Santi orientali, raffigurati in stile bizantino (VIII/IX secolo): S.Basilio di Cesarea, S.Nicola di Mira (conosciuto meglio come S.Nicola di Bari), S.Gregorio di Nazianzo, S.Crisogono e S.Epifanio.

teoria di Santi orientali
particolare dell'affresco di VIII/IX secolo: S.Crisogono e S.Epifanio
particolare dell'affresco di VIII/IX secolo: S.Basilio, S.Gregorio e S.Nicola
Questa rappresentazione di Santi è analoga a quella che si ritrova negli affreschi della Chiesa di S.Maria Antiqua al Foro Romano., dove il Cristo siede in trono tra una schiera di Santi Occidentali e una di Santi orientali.



Sopra alla teoria di Santi si trova una raffigurazione poco decifrabile di altri Santi.

parete della chiesa con altri affreschi di Santi sopra la teoria di Santi
altri affreschi sopra la teoria di Santi
Gli affreschi della parete opposta sono andati persi durante lo scoppio della vicina polveriera il 23 aprile 1891, che arrecò danni alla chiesa: la parete fu quindi demolita e poi ricostruita.

Le decorazioni dell'abside si possono dividere in tre fasce orizzontali:

decorazioni del catino absidale
 - nella fascia bassa è raffigurato un velario, un tendaggio drappeggiato.

velario dell'abside
- nella fascia intermedia sono state dipinte nel XV secolo varie figure (da sinistra
  a destra): un frate (S.Antonio da Padova o S.Francesco) con inginocchiati
  i due committenti degli affreschi, S.Giacomo con la conchiglia del pellegrino,
  una Madonna con Bambino, l'Arcangelo Michele vestito con abiti in stile
  bizantino, S.Ciro, il Cristo Benedicente, e S.Giovanni discepolo di S.Ciro.

S.Antonio da Padova (o S.Francesco), S.Giacomo, Madonna con Bambino e committenti
Madonna con Bambino,  Arcangelo Michele e S.Ciro
S.Ciro, Cristo Benedicente e S.Giovanni (discepolo di S.Ciro)
- nella fascia alta vi sono raffigurati il Redentore tra foglie di palme e attorniato
  da S.Paolo, S.Giovanni Battista, S.Pietro e S.Giovanni Evangelista.

parte alta dell'abside con Redentore e Santi
S.Pietro e S.Giovanni Evangelista
S.Giovanni Battista e S.Paolo
Sempre nella Chiesa di S.Maria Antiqua al Foro Romano si ritrova una rappresentazione di S.Ciro molto simile a quelle presenti nella Chiesa di S.Passera.

affresco di S.Abbaciro (vestibolo di Santa Maria Antiqua nel Foro Romano - VII sec.)
Nella Royal Library del Castello di Windsor si trova un acquarello che riproduce l'affresco del catino dell'abside della Chiesa di S.Passera.



L'arco intorno all'abside è anch'esso decorato da: S.Prassede, S.Pudenziana, l'Agnus Dei, e i simboli degli Evangelisti (l'aquila di S.Giovanni, il volto umano di S.Matteo, il leone di S.Marco e il vitello di S.Luca, alati e con un libro aperto).

S.Prassede
S.Pudenziana


S.Giovanni (discepolo di S.Ciro)
Agnus Dei
vitello (simbolo di S.Luca) e volto umano (simbolo di S.Matteo)
aquila (simbolo di S.Giovanni)
L'insieme degli affreschi dell'abside furono rimaneggiati in epoca barocca con l'aggiunta per esempio di un baldacchino sopra la Vergine.


Si può accedere poi ai resti del sottostante oratorio del V secolo tramite un ambiente di servizio adiacente ad esso, ricavato in epoca successiva, il cui ingresso si trova lungo la parete laterale meridionale dell'edificio, ad un livello inferiore rispetto alla chiesa.

lato meridionale dell'edificio di culto
ingresso agli ambienti annessi all'oratorio medievale
accesso all'oratorio medievale
Si può notare infatti che sul lato sud dell'edificio vi sono alcuni archi, appartenenti ad un porticato che serviva da sostegno e veniva utilizzato come riparo dai pellegrini, che furono poi tamponati nel IX/X secolo.

archi tamponati dell'antico porticato
Con la costruzione della chiesa l'oratorio, che inizialmente doveva accogliere la popolazione rurale e coloro che transitavano lungo il fiume, divenne la cripta della chiesa.

L'ambiente del II secolo d.C. si compone di quattro vani in laterizio, intercomunicanti.

ambienti intercomunicanti del mausoleo romano
ambiente centrale dell'oratorio medievale
reperto in pietra di una Deposizione
Nel primo ambiente si possono notare ancora nella volta le impronte del cannucciato e delle corde che furono usate per la costruzione di questa copertura.

ambiente più grande del mausoleo romano
impronte sulla volta del cannucciato e delle corde usate per costruirla
Un'entrata al mausoleo romano era a questo livello, rivolta verso la strada, interrata poi quando si costruì l'abside della chiesa superiore.
Resta comunque internamente il passaggio tamponato, dove vennero affrescate due figure oggi poco leggibili.

ingresso del mausoleo rivolto verso la Via Portuensis
affresco con figura nell'ingresso del mausoleo
affresco con figura nell'ingresso del mausoleo























Sulla parete a destra di questo passaggio chiuso si possono intravvedere cinque figure, di cui tre si può dedurre siano vescovi per i copricapi che portano.

"aguzzando la vista" si possono vedere tre figure di vescovi
Diametralmente opposto a questo ambiente si apriva un ingresso verso il fiume, che venne preceduto da un piccolo vano nel VIII/IX secolo per arginare le piene del fiume.
Sull'arco d'ingresso originale, vi è ancora un'iscrizione in latino che recita:
"CORPORA SANCTI CYRI RENITENT HIC ATQUE JOANNIS/QUAE QUONDAM ROMAE DEDIT ALEXANDRIA MAGNA"
"Qui risplendono i Santi corpi di Ciro e Giovanni che un giorno la grande Alessandria dette a Roma". 
iscrizione sull'arco d'ingresso all'oratorio medievale
Dall'ambiente centrale dell'oratorio medievale s'accede, tramite una ripida scala, alla camera sepolcrale ipogea romana del II/III secolo d.C., nella quale si pensa abbiano riposato le spoglie dei due martiri egiziani.

ambiente dell'oratorio medievale con scala d'accesso al sepolcro del III secolo
discesa al sepolcro romano
vano sepolcrale del III secolo d.C.
Quest'ambiente prendeva luce da un'apertura nella volta.

apertura nella volta del sepolcro romano di III secolo
La camera sepolcrale fu divisa da una controparete per ricavare altri spazi sepolcrali.
Gli antichi affreschi che decoravano l'ambiente, a causa delle piene del Tevere e della ricerca delle reliquie, sono quasi del tutto scomparsi.
Rimane un intonaco bianco delimitato da fascioni e partiture semicircolari e quadranti rossi, nei quali erano raffigurati soggetti funerari.

pitture del sepolcro romano di III secolo
pitture del sepolcro romano di III secolo
pitture del sepolcro romano di III secolo
Si potevano distinguere il ciclo della Dea Dike (nella mitologia greca Dike era la dea della Giustizia), un uccello e un pugile (di cui rimangono solo parte delle gambe) nella parete nord, e nella parete sud linee rosse e una pecora.

resti della raffigurazione di un pugile (gambe)
Nella volta erano invece raffigurate stelle a sei e a otto punte.

decorazione con stella del soffitto della camera ipogea
La Vergine col Bambino del XIII secolo qui presente fu rubata nel 1968.
L'ambiente che dopo le ricerche dei martiri fu interrato nel 1706, fu riscoperto solo nel 1904.

CURIOSITÀ: questa chiesetta antica, che fino a soli pochi anni fa si trovava in aperta campagna, ha ispirato il regista Pier Paolo Pasolini per il suo film "Uccellacci e uccellini" (1966).

www.comitatocatacombedigenerosa.it
Orario: la chiesa si può trovare aperta alle 10.30 della domenica, in occasione della celebrazione della S.Messa, o durante visite guidate organizzate.
Costo:GRATIS con l'associazione "Comitato catacombe di Generosa"

Calendario 2016 visite guidate (assocazione "Comitato catacombe di Generosa"):
21 maggio 2016 ore 16.30
24 settembre 2016 ore 16.30
19 novembre 2016 ore 15.30
Chiusa in luglio e agosto

CONCLUSIONI
L'aspetto che più colpisce visitando questo piccolo luogo di culto è la continuità della sua frequentazione durante i secoli, come edificio funerario, oratorio e infine come chiesa meta di pellegrinaggio.
Nascosta tra costruzioni recenti, immersa nel traffico di una via ancor oggi molto trafficata, ha saputo conservare quel fascino dell'antico non sempre riscontrabile nel caos di una grande città come Roma.


5 commenti:

Unknown ha detto...

Salve,
l'articolo è veramente interessante. Per caso è ancora possibile visitare la chiesa?
Grazie in anticipo della risposta

Raffaella ha detto...

Salve Claudio, dal sito da me riportato, risulta che una visita sarà effettuata il 22 aprile 2017 alle 16.30.
Ti consiglio di contattare i responsabili di questo sito.
A presto

Unknown ha detto...

Grazie mille!

Unknown ha detto...

Raffaella... è stato detto da alcuni che soprattutto i nomi dei due monaci traslatori delle reliquie di Ciro e Giovanni, con i loro nomi così marcatamente longobardi, nonché l'assurdo storico delle incursioni saracene ascritte al V secolo, mentre si sa che iniziano perlopiù intorno al nono, fanno pensare di posporre l'azione della traslazione appunto al nono, anche perché la Teodora matrona vedova che aveva la chiesetta di Santa Passera come possedimento, nei pressi del Tevere e delle catacombe di Generosa, riceva in "regalo" DAL PAPA un braccio di Santa Pudenziana, che notoriamente fu sepolta nella catacomba di Priscilla sulla Salaria, e lì rimase insieme a sua sorella Prassede e suo padre Pudente, Novato e Savinilla, fino a quando non le tira fuori da lì PAPA PASQUALE (primo ovviamente) più o meno nell'anno 817. Guarda caso papa Pasquale, che adorava sua madre TEODORA, e che le fece costruire tutta per se una cappella in Santa Prassede, la cappella di San Zenone, svuota le catacombe di Priscilla sulla Salaria, e nella chiesa di Santa Passera verrà poi posta la reliquia di Santa Pudenziana, e le due sante sono affrescate entrambe nella piccola chiesa. Ma questa matrona Teodora... non potrebbe essere la madre di Pasquale primo? Altrimenti quale altro papa, in un'epoca in cui ancora non era in uso regalare reliquie, si prende la briga di togliere un braccio a Santa Pudenziana e regalarla a Teodora (una Teodora del quinto secolo) e lasciare poi il resto in situ fino alla traslazione di papa Pasquale? ciao :-)

Raffaella ha detto...

Come ho detto nel post, sull'origine della chiesa e delle sue reliquie si hanno notizie leggendarie con contraddizioni temporali e quindi ogni supposizione è lecita.
Io non sono un'esperta in materia e quindi posso solo che trovare affascinanti le tue tesi.

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