sabato 14 maggio 2016

Roma: Santa Maria Antiqua, la Sistina medievale


Come annunciato da tempo, dopo molti anni di restauro (trent'anni!), ha riaperto al pubblico la Chiesa di Santa Maria Antiqua, all'interno del Foro Romano.
Con molto piacere sono tornata a visitarla nella sua nuova veste accompagnata dalla molto curata e davvero interessante mostra "Santa Maria Antiqua. Tra Roma e Bisanzio" (presente fino all'11 settembre 2016).

Grazie alla tecnologia digitale dell'allestimento di questa mostra, si possono comprendere meglio le stratificazioni pittoriche (circa 250mq) delle pareti della chiesa, che si sono sovrapposte in più fasi durante il periodo che va dal suo insediamento all'interno delle strutture antiche del Foro nel VI secolo, sino al momento del suo abbandono nel IX secolo, a causa del terremoto dell'847.

La Basilica di Sana Maria Antiqua è il più antico monumento cristiano del Foro Romano e la sua importanza risiede anche nell'essere con le sue decorazioni una testimonianza dell'arte greco-bizantina altomedievale, che con l'iconoclastia del 726 d.C. (dottrina all'interno della Chiesa Orientale contro il culto delle icone sacre), venne invece distrutta ampiamente in Oriente.

area del Foro Romano alle pendici del Palatino dove sorge Santa Maria Antiqua 
Santa Maria Antiqua sorse alle pendici nordoccidentali del Palatino, negli ambienti dell'ampliamento della Domus Tiberiana verso il Foro, voluti da Caligola e rifatti da Domiziano, come collegamento tra il Foro e i Palazzo imperiale.

complesso domizianeo con Santa Maria Antiqua visto dalla terrazza del Palatino
Le costruzioni attuate da Caligola andarono distrutte negli incendi del 64 e dell'80 d.C.
Di queste rimane una vasca rettangolare rivestita in marmo nell'Atrio, alla quale si accedeva tramite due scalette, e di cui oggi è stato ricostruito il perimetro.

perimetro della vasca rettangolare realizzata da Caligola tracciato nel pavimento dell'Atrio

Domiziano cambiò l'orientamento dell'area costruendo un complesso costituito da quattro vani comunicanti.

pianta del complesso domizianeo: (1) Rampa imperiale - (2) Quadriportico/Santa Maria Antiqua - (3) Aula Occidentale - (4)  Portico sul lato settentrionale - (5) Oratorio dei Quaranta Martiri
ricostruzione di come potesse essere il complesso di Domiziano
ricostruzione di come appare oggi il complesso di Domiziano
- la grande Aula Occidentale, chiusa su due lati da un portico, con nicchie nelle
  pareti, che forse contenevano statue (identificato come il Tempio del Divo
  Augusto)

ricostruzione di come potesse essere l'Aula Occidentale
Aula Occidentale del complesso di Domiziano
- l'Aula Orientale, un'aula più piccola ad est del complesso con pareti scandite
  da nicchie (identificato come Biblioteca ad Minervam di età domizianea, sulle
  cui pareti erano esposti i diplomi militari)

Aula Orientale (in rosso)
 - un quadriportico voltato che correva intorno ad un cortile con impluvium, e
  accessibile dall'attuale atrio

ricostruzione di come potesse essere il quadriportico con impluvio centrale
- tre vani a sud del quadriportico (il vano di sinistra reca ancora la decorazione
  a riquadrature rosse e tondi di età adrianea). 

Ad est del complesso domizianeo, una Rampa conduceva al palazzo orientale sul Palatino (riaperta da poco dopo un restauro e di cui ho parlato nel post "Nuovi percorsi di visita nel Foro Romano" - dicembre 2015).

in rosso la Rampa per accedere al palazzo imperiale sul Palatino
Santa Maria Antiqua occupa l'Atrio e il Peristilio costruiti da Domiziano nel 81/96 d.C.

L'Atrio divenne il vestibolo della chiesa, il cortile del Peristilio divenne la navata della chiesa, mentre i portici del Peristilio furono trasformati in nartece e navatelle.
Dei tre ambienti a sud del quadriportico, quello centrale divenne il presbiterio mentre gli altri due divennero due cappelle (Cappella di Teodoto e Cappella dei Santi Medici).

Ma andiamo con ordine....
Si accede alla chiesa attraversando l'Aula Orientale domizianea, che come ho detto fu trasformata nel vestibolo di Santa Maria Antiqua.

Aula Orientale del complesso domizianeo/ Vestibolo di Santa Maria Antiqua
Dopo il terremoto dell'847 la chiesa venne sepolta dai crolli delle strutture del Palatino, mentre il vestibolo continuò ad assolvere le sua funzione religiosa per due secoli, in quanto in esso vi si insediò una comunità di monaci latini che lo  trasformarono nella Chiesa di S.Antonio

Troviamo nel vestibolo decorazioni a carattere votivo.

parete orientale del vestibolo di Santa Maria Antiqua
Nella nicchia centrale della parete orientale del vestiboli si ritrova un ciclo della Vita di S.Antonio (X secolo).
Nel pilastro centrale è raffigurato S.Antonio nel deserto della Tebaide.

nicchia centrale della parete orientale del vestibolo
nicchia centrale della parete orientale del vestibolo: "Scene della vita di S.Antonio" (X sec.)
Sempre sulla stessa parete, nella nicchia a sinistra di quella centrale è raffigurata la Vergine in piedi col Bambino in braccio tra un donatore e una donatrice (VIII secolo).
 
nicchia sinistra della parete orientale del vestibolo
nicchia sinistra della parete orientale del vestibolo: "Vergine in piedi col Bambino in braccio tra un donatore e una donatrice" (VIII sec.)
In un clipeo sulla destra di quest'ultima immagine è rappresentata la figura a mezzo busto di vescovo (X/XI secolo).

parete orientale del vestibolo: clipeo con busto di vescovo (X/XI sec.)
iscrizione che ricorda il monaco Leone come donatore di una decorazione pittorica
A sinistra della nicchia destra della parete orientale del vestibolo vi è un'iscrizione che ricorda il monaco Leone donatore di un ciclo pittorico andato perduto (X/XI secolo).

nicchia destra della parete orientale del vestibolo
Nella nicchia sono invece rappresentate tre figure di Santi (IX secolo).

nicchia destra della parete orientale de vestibolo: tre figure di Santi (IX sec.)
All'estrema destra della parete orientale del vestibolo in alto si trovano raffigurati Cristo tra i Santi medici Abbaciro e Giovanni (X secolo), e in basso S.Abbaciro con in mano gli strumenti da chirurgo (VIII secolo).

estrema destra della parete orientale del vestibolo: Cristo tra i Santi medici Abbaciro e Giovanni (X sec.)
estrema destra della parete orientale del vestibolo: S.Abbaciro ( VIII sec.)
Sono esposti lungo questa parete anche elementi architettonici e decorativi della chiesa.

resti architettonici e decorativi di Santa Maria Antiqua: arco di ciborio (VIII sec.), pluteo con maglie annodate e motivi zoomorfi (IX sec.), stipite con tralcio (VIII sec.), cornice con matasse di nastri viminei (VIII/IX sec.)
resti decorativi di Santa Maria Antiqua
Spostandosi sulla parete occidentale dell'atrio (parete opposta), una riproduzione fotografica riporta i pannelli degli affreschi che decoravano questo spazio (VIII/IX secolo), staccati e conservati oggi lungo la Rampa.

parete occidentale del vestibolo di Santa Maria Antiqua
parete occidentale del vestibolo di Santa Maria Antiqua
parete occidentale del vestibolo di Santa Maria Antiqua: Maria Regina in trono con Bambino, papa Silvestro I, due Santi militari, un Santo vescovo, un altro Santo militare e papa Adriano I (VIII sec.)
parete occidentale del vestibolo di Santa Maria Antiqua: due Santi vescovi (IX sec.) - Cristo in trono tra due angeli e donatore inginocchiato (X/XI sec.) - S.Zosimo e Santa Maria Egiziaca (X/XI sec.)
Nella parete nord del vestibolo, a fianco dell'apertura che dà accesso al vestibolo, si trovano due nicchiette: in una sono raffigurate S.Agnese e S.Cecilia (IX secolo) e nell'altra tre Santi in abito militare (IX secolo).

parete nord del vestibolo di Santa Maria Antiqua
nicchietta parete nord del vestibolo: tre Santi in abito militare (IX sec.)
nicchietta parete nord del vestibolo: S.Agnese e S.Cecilia (IX sec.)
L'area del vestibolo fu occupata in epoca tarda da numerose sepolture.
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parete d'ingresso alla chiesa dell'Atrio domizianeo
Si entra quindi nell'antica chiesa tramite una grande apertura centrale della parete nord dell'Atrio domizianeo, che introduceva nel quadriportico del complesso.

interno di Santa Maria Antiqua
La chiesa è divisa in tre navate da quattro pilastri rettangolari di mattoni e da quattro colonne di granito grigio con capitelli marmorei.

colonne della navata destra
capitelli in marmo delle colonne della navata destra
capitello marmoreo
Sulle colonne vi sono ancora i resti di pitture in stucco che le ricoprivano in epoca cristiana.

colonna della navata sinistra con frammenti di pittura
Sulle pareti del pilastro a destra del presbiterio (pilastro sud-ovest) sono dipinte alcune icone fatte dipingere da differenti donatori: la Vergine in trono col Bambino tra angeli (in alto), Santa Solomone e i Maccabei (in basso) e Santa Barbara (a destra), Cristo tra due Santi guerrieri (parete rivolta verso il presbiterio).

pilastro a destra del presbiterio con icone
Vergine in trono col Bambino tra angeli (VII sec.d.C.)
Santa Solomone e i Maccabei (VII sec.d.C.)
Santa Barbara (VII sec.d.C.)
Cristo tra due Santi guerrieri (VII sec.d.C.)

Sul pilastro a sinistra del presbiterio (pilastro sud-est) vi è un dipinto murale che raffigurata un'Annunciazione (VII secolo).
Sovrapposta ad essa ve ne era un'altra, eseguita nell'VIII secolo, oggi staccata e in mostra sul pilastro difronte, a sinistra dell'ingresso della chiesa (pilastro nord-est).

Annunciazione (VIII sec.d.C.)
pilastro a sinistra del presbiterio: Annunciazione (VII sec.d.C.)
Annunciazione sul pilastro a sinistra del presbiterio (VII sec.d.C.)
Sempre sul pilastro sud-est, sulla parete rivolta verso il presbiterio, una pittura murale del VII secolo rappresenta il Cristo tra la Vergine e Giovanni Battista e un donatore (Deesis).

pilastro alla sinistra del presbiterio: Cristo tra la Vergine e Giovanni Battista e un donatore (Deesis)
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Sull'angolo nord-ovest della recinzione murale del basso coro, che occupava la navata centrale della chiesa, è visibile un frammento della decorazione pittorica dell'VIII secolo con Scena di battaglia del Vecchio Testamento.
Lastroni in granito grigio formavano il pavimento. 

recinzione del basso coro con resti del pavimento originale
Scena di battaglia del Vecchio Testamento (VIII sec.d.C.)
Sul lato opposto della recinzione del basso coro, sulla parete sud vicino al presbiterio, è raffigurata invece Giuditta con la testa di Oloferne alle mura di Betulia (VIII secolo d.C.).

Giuditta con la testa di Oloferne alle mura di Betulia (VIII sec. d.C.)
E' in mostra nella navata centrale un frammento di affresco staccato e trasferito su tela, proveniente forse dalla chiesa, raffigurante S.Agata.

S.Agata (VII/VIII sec.d.C.)
All'epoca di papa Giovanni VII sul muro sinistro della recinzione del basso coro, fu posto un ambone in marmo.

posizione nella navata dell'ambone di Giovanni VII
La piattaforma spezzata dell'ambone fu riutilizzata sul pavimento della navata centrale.
La piattaforma, un prisma ottagono di marmo con otto scavi per i perni di fissaggio di otto pilastrini, aveva due scritte, una in latino e l'altra in greco, con identica traduzione "Giovanni servo di Santa Maria".
Tra i pilastrini vi erano le specchiature dei parapetti.

piattaforma dell'ambone con iscrizione in latino
ipotesi ricostruttiva dell'ambone
ipotesi ricostruttiva dell'ambone
Qui si può ancora vedere un frammento della pavimentazione in opus spicatum del complesso domizianeo.

pavimentazione in opus spicatum del complesso domizianeo
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Entrando nella chiesa colpisce subito l'icona della Madonna col Bambino, o Madonna del Conforto, appesa davanti al presbiterio.

presbiterio con l'icona della Madonna del Conforto
Questa immagine sacra del VI secolo (considerata la più antica a Roma), di tipo odigitria (cioè con la Vergine che regge Gesù Bambino sul braccio destro e lo indica col braccio sinistro), faceva già parte della chiesa.
Dopo il terremoto del 847 venne spostata nella Chiesa di Santa Maria Nova (più nota come Chiesa di Santa Francesca Romana), chiesa sempre costruita all'interno del Foro Romano, vicino al Tempio di Venere e Roma.

Madonna del Conforto
L'icona scomparve tra il 1100 e il 1952, per essere poi ritrovata da un restauratore all'interno della chiesa.
Oggi è tornata in prestito al suo luogo di origine dopo ben 12 secoli con una processione lungo la Via Sacra del Foro.

Fanno anche parte dei prestiti concessi per allestire la mostra in corso i ritratti scolpiti di alcuni regnanti coevi alla fondazione di Santa Maria Antiqua, posti nello spazio della chiesa che costituiva il nartece.

ritratto femminile (del tipo Ariadne-Amalasunta - V/VI sec.d.C. - dall'area del Laterano)

ritratto femminile (forse Ariadne - V/VI sec.d.C. - forse da Roma)
ritratto femminile (del tipo Ariadne-Amalasunta - V/VI sec.d.C. - dalla Chiesa di Santa Maria ai Monti)
ritratto femminile (forse di Galla Placidia - V sec. d.C. - da Roma)

frammento di ritratto maschile (VI sec.d.C. - dal Palatino)
medaglione di Teodorico (V sec.d.C. - copia dell'originale)
Anche i quattro mosaici superstiti della decorazione dell'Oratorio di papa Giovanni VII dell'antica Basilica di S.Pietro, un ciclo risalente all'VIII secolo d.C. con episodi del Nuovo Testamento, sono qui esposti temporaneamente nella navata destra della chiesa.
Altri frammenti della decorazione a mosaico della parete orientale dell'Oratorio sono conservati a Mosca, a Firenze e nelle Grotte Vaticane.

mosaici dell'Oratorio di Giovanni VII dell'antica S.Pietro
Vergine col Bambino, Giuseppe e un angelo dall'Adorazione dei Magi (VIII sec.d.C. - oggi a Roma nella Sacrestia di Santa Maria in Cosmedin)
Busto di Cristo dall'ingresso a Gerusalemme (VIII sec. d.C. - oggi a Roma nelle Grotte Vaticane)
Vergine della Natività (VIII sec.d.C. - oggi a Orte nel Museo Diocesano)


Lavanda del Bambino (VIII sec.d.C. - oggi nelle Grotte Vaticane)
Fu infatti papa Giovanni VII, figlio di un custode dei palazzi imperiali, che trasferì dal Laterano sul Palatino l'Episcopio e fece di Santa Maria Antiqua la cappella palatina.

Proseguendo la visita della chiesa, nell'angolo nord-ovest della navata destra, si trova una cappella dedicata alla Vergine col Bambino, che si trova raffigurata in una nicchia della parete nord.

cappella dedicata alla Vergine col Bambino
Vergine col Bambino nella nicchia della parete nord della cappella
Sulla stessa parete, in basso vi sono frammenti di pitture dell'VIII secolo: Daniele nella fossa dei leoni e la mezza figura inferiore di Giovanni VII.

Daniele nella fossa dei leoni e mezza figura inferiore di Giovanni VII
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Sulla parete della navata destra sono dipinte scene prese dal Nuovo Testamento:  Storie della Vergine e di Cristo, tra le quali sono riconoscibili una Natività e il Viaggio dei Magi (VIII secolo - età papa Paolo I).

parete navata destra: Scene della Vergine e di Cristo
parete navata destra: Natività (VIII sec.d.C.)
parete navata destra: Viaggio dei Magi  (VIII sec.d.C.)
Nella nicchia della stessa parete si trova dipinta la Vergine in trono col Bambino in una mandorla, tra Sant'Anna con Maria bambina, e Santa Elisabetta con Giovanni Battista (VIII secolo - età di papa Paolo I)

Vergine in trono col Bambino in una mandorla, tra Sant'Anna con Maria bambina, Santa Elisabetta con Giovanni Battista (VIII sec.d.C. - età di papa Paolo I)
Lungo la navata destra sono sistemati tre sarcofagi:

- un Sarcofago con Vittorie alate che sorreggono un clipeo con ritratto di una defunta (III secolo d.C.), con coperchio ricavato da un fronte di sarcofago strigilato con tabula ansata al centro e due geni funerari

Sarcofago con Vittorie alate che sorreggono un clipeo con ritratto di una defunta (III sec. d.C. - da sotto il pavimento di Santa Maria Antiqua)
coperchio ricavato da un fronte di sarcofago strigilato con tabula ansata al centro e due geni funerari (III sec.d.C. - dall'edicola di Giuturna nel Foro)
- un Sarcofago infantile con Vittorie alate che sorreggono una corona d'alloro (III secolo d.C.)

Sarcofago infantile con Vittorie alate che sorreggono una corona d'alloro (III sec. d.C. - da sotto il pavimento di Santa Maria Antiqua)
- il Sarcofago strigilato di Clodia Secunda con coperchio non pertinente (III secolo d.C.), dedicato da L.Celio Florentino, centurione della decima coorte urbana, alla moglie morta a venticinque anni

Sarcofago strigilato di Clodia Secunda (III sec. d.C. - da sotto il pavimento di Santa Maria Antiqua)
Al termine della navata destra sono sistemati i resti dell'Oratorio di Giovanni VII posto nel primo tratto della più esterna delle due navate settentrionali dell'antica Basilica di S.Pietro in Vaticano.

iscrizione su una decorazione marmorea dell'Oratorio di Giovanni VII dell'antica Basilica di S.Pietro
decorazione marmorea dell'Oratorio di Giovanni VII dell'antica Basilica di S.Pietro
Arrivati alla fine della navata destra, si accede ad uno dei tre ambienti che facevano parte del quadriportico del complesso domizianeo, con funzione di servizio, che venne trasformato poi in diaconicon, il locale tipico bizantino adiacente al presbiterio in cui si conservavano i libri, i vasi e gli arredi sacri della chiesa.

Cappella dei Santi Medici
Quest'ambiente prende oggi il nome di Cappella dei Santi Medici dalle pitture dell'epoca di papa Giovanni VII qui raffigurate: una Teoria di Santi Anargyroi, guaritori che non si facevano pagare per le loro prestazioni, ritratti uno affianco all'altro con i loro astucci per gli strumenti chirurgici, e identificati da iscrizioni.
Nella parte bassa della parete è raffigurato un velario.

Teoria di Santi Medici e velario
particolare della Teoria di Santi Medici
tecnologia digitale: decorazione della parete d'ingresso alla cappella
tecnologia digitale: individualizzazione di Santo e sua iscrizione
Sulla parete di fondo sono rappresentati in una nicchia: S.Cosma, S.Abbaciro, S.Stefano, S.Procopio e S.Damiano.

parete di fondo della cappella con Teoria di Santi Medici
particolare della parete di fondo della cappella con Teoria di Santi Medici
tecnologia digitale sulla parete di fondo della cappella che evidenzia la Teoria di Santi Medici
Probabilmente in questa cappella si praticava l'antico rito di derivazione pagana dell'incubatio: i malati rimanevano sdraiati di fronte alla nicchia con la raffigurazione dei santi medici, accendendo candele e contemplando la loro immagine, sperando di vederli apparire nei loro sogni.
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Dalla Cappella dei Santi Medici si può accedere al presbiterio, ricavato dall'ambiente centrale di fondo del quadriportico domizianeo.

La volta del presbiterio era ricoperta con mosaico a tessere in pasta vitrea prevalentemente blu (IV secolo), come si deduce dal materiale rinvenuto negli scavi.

tessere di mosaico in pasta vitrea
Sulla parete ovest del presbiterio, dall'alto verso il basso, si possono notare:

parete ovest del presbiterio
- un intonaco per il mosaico e il fondo di preparazione per i marmi policromi dell'opus sectile del IV secolo ormai perduti in situ (negli ambienti adiacenti la Rampa imperiale sono esposti frammenti di opus sectile dell'edificio domizianeo non ancora cristianizzato: decorazioni figurate, zoomorfe e vegetali).

parete ovest del presbiterio: intonaco per il mosaico e fondo di preparazione per i marmi policromi dell'opus sectile
frammenti di opus sectile 
testa di giovane uomo in opus sectile (IV sec.d.C.)
- la Vita di Cristo dipinta in due strisce orizzontali

Adorazione dei Magi (in alto) e Gesù che porta la croce (in basso)
- busti degli Apostoli entro clipei

parete ovest del presbiterio: busti degli Apostoli entro clipei
- velari.

parete ovest del presbiterio: velari
Queste decorazioni dell'VIII secolo si sono sovrapposte a strati pittorici precedenti ad eccezione della rappresentazione di S.Anna con Maria bambina.

S.Anna con Maria bambina (VII sec.d.C.)
La parete est del presbiterio segue lo stesso schema decorativo della parete ovest.

Sulla destra dell'originale parete di fondo del presbiterio (prima che venisse ricavata l'abside) si trova la cosiddetta Parete palinsesto, dove si sovrappongono sei strati pittorici di epoche diverse (IV/VIII secolo)

Parete palinsesto
Sul terzo strato pittorico, il più antico leggibile della parete (prima metà del VI secolo), appare Maria Regina del Cielo in trono col Bambino, considerato anche il primo dipinto cristiano nel quale la Vergine è vestita come un'imperatrice (come l'imperatrice Teodora nella Chiesa di S.Vitale a Ravenna).

Maria Regina del Cielo in trono col Bambino (prima metà del VI sec.d.C.)
ricostruzione con tecnica digitale dell'affresco
Del quarto strato pittorico (VI secolo) rimangono frammenti di un'Annunciazione.
Annunciazione (VI sec. d.C.)
ricostruzione con tecnica digitale dell'affresco
Dipinti dopo il 649 (sesto strato pittorico) sono invece S.Basilio e S.Giovanni Crisostomo.

S.Basilio e S.Giovanni Crisostomo (dopo il 649 d.C.)
ricostruzione con tecnica digitale dell'affresco
Tra il 705 e il 707 (ultimo strato pittorico) furono dipinti S.Gregorio Nazianzeno e S.Basilio.

S.Gregorio Nazianzeno e S.Basilio (705/707 d.C.)
ricostruzione con tecnica digitale dell'affresco
L'abside fu ricavata nello spessore del muro romano in una fase successiva rispetto all'originale aspetto della chiesa.

ricostruzione dell'ultima decorazione pittorica dell'abside
Difficile da leggere la decorazione dell'abside, composta da più strati pittorici.
Il Cristo tra i serafini e papa Paolo I introdotto dalla Vergine, appartiene all'ultima stratificazione pittorica.
Un velario a cerchi annodati decora l'emiciclo.

decorazione dell'abside
particolare della decorazione dell'abside
ricostruzione della decorazione pittorica della parte alta dell'abside nell'VIII secolo
ricostruzione della decorazione pittorica della parte bassa dell'abside nell'VIII secolo
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Dal presbiterio, salendo tre gradini, si poteva accedere alla Schola Cantorum.

Schola Cantorum (vista dala navata centrale)
Schola Cantorum (vista dalla navata sinistra)
Schola Cantorum (vista dal presbiterio)
Rimangono ancora due riquadri della decorazione pittorica voluta da papa Giovanni VII, quelli di Davide e Golia e Ezechia morente.

pitture della Schola Cantorum (VIII sec.d.C.)
Schola Cantorum: Davide e Golia (VIII sec.d.C.)
Schola Cantorum: Ezechia morente (VIII sec.d.C.)
Il pavimento della Schola Cantorum è in opus alexandrinum, e risale alla fondazione della chiesa.

pavimento in opus alexandrinum della Schola Cantorum
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Si continua la visita passando da presbiterio nella cosiddetta Cappella del Primicerius Teodoto, dal dignitario della corte papale che commissionò le pitture decorative della cappella durante il pontificato di papa Zaccaria (VIII secolo).

Cappella del Primicerius Teodoto
Quest'ambiente era il terzo vano del fondo del quadriportico domizianeo ed era rivestito nella seconda metà del IV secolo d.C. da una decorazione marmorea in opus sectile.

ricostruzione digitale della decorazione in opus sectile dell'ambiente del complesso domizianeo  nel IV secolo d.C.
costruzione digitale della decorazione in opus sectile dell'ambiente del complesso domizianeo  nel IV secolo d.C.
Nella parte alta della parete della cappella verso la navata sinistra, si notano ancora le finte architetture su fondo bianco appartenenti al complesso domizianeo del I secolo d.C.

finte architetture su fondo bianco (I sec.d.C.)
La parte inferiore della decorazione venne rimossa tra il 741e il 752 (età di papa Zaccaria) per lasciare il posto alle nuove decorazioni ad affresco della cappella funeraria voluta e fondata dal dignitario di corte per sé e per la sua famiglia.

Le pitture sono dedicate a due Santi martiri di origine orientale, il piccolo Quirico (di soli tre anni) e sua madre Giulitta, martirizzati a Tarso sotto l'imperatore Diocleziano, forse nel 304 d.C.

Le scene illustrate sulle pareti mostrano S.Quirico fustigato, trafitto di chiodi, mutilato della lingua per non parlare, in carcere e infine gettato sopra la pietra dove morì.

Martirio di S.Quirico e Giulitta: S.Quirico fustigato (a sinistra), S.Quirico parla con la lingua tagliata (al centro), e S.Quirico e S.Giulitta in carcere (a destra)
Martirio di S.Quirico e Giulitta: S.Quirico e il supplizio dei chiodi (a sinistra) e S.Quirico gettato su una pietra del tribunale (a destra)
Martirio di S.Quirico e Giulitta: S.Quirico condotto al tribunale dai soldati
Martirio di S.Quirico e Giulitta: Santa Giulitta davanti al presule Alessandro
Martirio di S.Quirico e Giulitta: Supplizio di S.Quirico e Santa Giulitta in una padella bollente
Nella parete di fondo della cappella il committente Teodoto è ritratto con il nimbo quadrato dei viventi mentre offre alla Vergine il modellino del suo progetto, ed è identificato da un'iscrizione.

ricostruzione digitale della Madonna col Bambino in trono con papa Zaccaria, S.Pietro, Santa Giulitta, S.Paolo, S.Quirico e Teodoto
parete di fondo della cappella: Madonna col Bambino in trono con papa Zaccaria, S.Pietro, Santa Giulitta, S.Paolo, S.Quirico e Teodoto
da sinistra: Papa Zaccaria, Santa Giuditta e S.Pietro
da sinistra: Madonna in trono col Bambino, S.Paolo, S.Quirico e Teodoto
particolare della parete di fondo : S.Quirico e Teodoto con il modellino della cappella
Ai lati degli ingressi alla cappella sono affrescati: la Presentazione di Teodoto e della sua famiglia alla Madonna e Teodoto implora la protezione di S.Quirico e S.Giulitta.

ricostruzione digitale della Presentazione di Teodoto e della sua famiglia alla Madonna (a destra)
Teodoto implora la protezione di S.Quirico e S.Giulitta
Dall'altro lato dell'ingresso verso la navata sinistra della chiesa sono dipinte quattro figure di Santi: un uomo e tre donne. 

Santi e velario
Entro una nicchia nell'alto della parete di fondo, vi è un Cristo in croce vestito con il colubium, tra la Vergine, S.Giovanni, Longino e un soldato romano.

nicchia della parete di fondo della cappella con Crocifissione
Cristo in croce vestito con il colubium, tra la Vergine, S.Giovanni, Longino e un soldato romano
La rappresentazione della Crocifissione rispecchia il modello di origine siro-palestinese dell'icona conservata nel Monastero di S.Caterina sul Monte Sinai (VIII secolo).

Anche in questa cappella la parte inferiore delle pareti è dipinta con un velario.
 
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Si accede quindi nella navata sinistra della chiesa, la cui parete fu decorata nell'VIII secolo durante il papato di Paolo I.

navata sinistra
Sopra una decorazione pittorica raffigurante un velario, è rappresentata una Teoria di Santi al centro della quale si trova Cristo benedicente con in mano il Vangelo e seduto sopra un trono.

parete navata sinistra: Teoria d Santi e Scene del Vecchio Testamento
Alla sinistra di Cristo trovano posto nove santi e dottori della chiesa greca: Giovanni Crisostomo, Gregorio Nazianzeno, Basilio, Pietro Alessandrino, Cirillo, Epifanio, Atanasio, Nicolao, Erasmo.

Cristo benedicente in trono tra santi e dottori della chiesa greca e della chiesa latina
santi e dottori della chiesa greca
Alla destra di Cristo vi sono invece undici santi e dottori della chiesa latina: Clemente, Silvestro, Leone, Alessandro, Valentino, Abundio, Eutimio, Sabba, Sergio, Gregorio Magno, Bacco.

santi e dottori della chiesa latina
Al di sopra di questa rappresentazione sono raffigurate, in riquadri distribuiti in due file orizzontali, Scene del Vecchio Testamento.

parete navata sinistra: Scene del Vecchio Testamento
Scene del Vecchio Testamento: Banchetto del faraone
Scene del Vecchio Testamento: Giuseppe arrestato e messo in carcere
Scene del Vecchio Testamento: Giuseppe venduto a Putifarre e Giuseppe e la moglie di Putifarre
Scene del Vecchio Testamento: Giuseppe calato nella cisterna
Scene del Vecchio Testamento: Giuseppe racconta il suo sogno al padre e ai fratelli
Lungo la parete si trova un altare con pozzetto per reliquie.

altare con pozzetto per reliquie
Trovano posto lungo la navata sinistra due sarcofagi del II/III secolo d.C., ritrovati sotto il pavimento della chiesa, che vennero reimpiegati e che sono ritenuti le sepolture appartenute a membri del clero e della società civile dell'epoca (VIII/IX secolo).
Il sarcofago detto Sarcofago di Santa Maria Antiqua è ritenuto uno tra i primi ad avere una decorazione con scene bibliche.

sarcofago a vasca con storie di Giona (detto Sarcofago di Santa Maria Antiqua - III sec.d.C. - trovato sotto il pavimento della chiesa)
sarcofago con maschere dionisiache ed eroti che sostengono ghirlande (II sec.d.C. - trovato sotto il pavimento della chiesa)
Nella zona della navata sinistra più vicina all'ingresso della chiesa si trova un passaggio che immette nella Rampa imperiale.

Sulle spesse pareti del passaggio sono affrescate la Discesa di Cristo al Limbo (Anastasis) e la Vergine col Bambino tra Pietro che introduce il donatore e Paolo.

Vergine col Bambino tra Pietro che introduce il donatore e Paolo (età di Giovanni VII)
Discesa di Cristo al Limbo (Anastasis) - (VIII sec.d.C. - età di Giovanni VII)
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Nei locali attigui alla Rampa imperiale sono esposti i materiali rinvenuti negli scavi di Santa Maria Antiqua.

frammenti di affresco
frammenti della decorazione di Santa Maria Antiqua trovati durante lo scavo
Vi si trova anche la ricostruzione dai frammenti ritrovati di una polycandela orientale usata per illuminare la chiesa.

ricostruzione di una polycandela orientale
frammenti dei sistemi d'illuminazione della chiesa
frammenti dei sistemi d'illuminazione della chiesa
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Dopo il terremoto del 846 Santa Maria Antiqua fu abbandonata a causa dei parziali crolli di parti architettoniche del sovrastante palazzo imperiale sul Palatino.
Fu papa Leone IV a decidere di chiuderla trasportando il culto in una nuova chiesa che prese il nome di Santa Maria Nova.

Chiesa di Santa Maria Nova (o meglio nota come Santa Francesca Romana)
La chiesa rimase nascosta sotto le macerie per 1000 anni.

Al di sopra dell'antica chiesa venne costruita nel 1617 la Chiesa di Santa Maria Liberatrice .

la Chiesa di Santa  Maria Liberatrice costruita nel Foro Romano
Il 24 maggio 1702 nell'orto retrostante Santa Maria Liberatrice un capomastro che aveva preso in affitto il campo per cavarne mattoni, portò alla luce il presbiterio di una chiesa, ma non potendosi restaurare fu rinterrato.

acquarello (F.Valesio) che rappresenta il ritrovamento dell'abside di Santa Maria Antiqua (1702)
L'8 gennaio 1900 Giacomo Boni, durante i lavori di demolizione di  Santa Maria Liberatrice, scopre al di sotto della chiesa barocca l'Oratorio dei Quaranta Martiri, e il 22 marzo dello stesso anno viene alla luce la parete absidale con l'Adorazione della Croce.

La cosiddetta Parete del palinsesto si scopre il 5 agosto e il 20 dicembre finalmente appare nella cappella di Teodoto la scritta "SANCTAE DEI GENETRICIS SEMPERQUE VIRGO MARIA QUI APPELLATUR ANTIQUA", che attesta il titolo della chiesa.

planivolumetria degli scavi di Boni (A.Ptrignani)
Era così ricomparsa, dopo secoli d'oblio, quella che verrà chiamata per i suoi affreschi la "Sistina medievale".


http://archeoroma.beniculturali.it/santa-maria-antiqua/
Orari:  marzo/agosto       8.30/18.45
            2 giugno             14.00/18.45
            1/11 settembre     8.30/18.30
Costo: 12€ biglietto combinato Colosseo+ Foro + Palatino
           GRATIS la prima domenica del mese


CONCLUSIONI
Questo nuovo sito del Foro Romano, reso da poco fruibile al pubblico dopo lunghi restauri, sarà una sorpresa per tutti coloro che non lo conoscono, e che resteranno a bocca aperta per la bellezza e la complessità dei suoi dipinti.
La mostra in corso è davvero notevole, moderna e di semplice comprensione coadiuvata dalle nuove tecnologie d'allestimento, che fanno risaltare ancor più la sua importanza artistica.
Un vero gioiello da ammirare!



6 commenti:

Cassio ha detto...

Grazie. Eccellente lavoro hai fatto.

Raffaella ha detto...

Grazie!

Unknown ha detto...

BRAVISSIMA

Raffaella ha detto...

GRAZIE!

Unknown ha detto...

La tua è la migliore descrizione realizzata in ambito digitale del complesso. Grazie per il tuo impegno.
Alberto

Raffaella ha detto...

Grazie Alberto per il tuo apprezzamente. Commenti come questi danno la carica per fare sempre meglio!

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