lunedì 7 gennaio 2019

Napoli: Complesso Monumentale di Santa Chiara (la Basilica)


Il Complesso monastico di S.Chiara rappresenta il miglior esempio di gotico di Napoli.
In particolare si parla di "gotico provenzale" che attinge dall'architettura romanica cistercense e dalle costruzione fatte realizzare per gli ordini mendicanti.
Nel 1310, per volere del re Roberto d'Angiò e della seconda moglie Sancia di Maiorca, iniziarono i lavori di costruzione di una cittadella francescana, un complesso monastico racchiuso da mura costituito da una basilica e da due monasteri contigui ma separati, uno femminile per le clarisse e l'altro maschile per i frati minori francescani.

Basilica di S.Chiara
Fu questo uno dei primi complessi monastici costruiti nell'attuale zona del centro storico, ma che all'epoca era considerata una zona periferica (detta "fuori gli horti"), tra il Decumano Inferiore (l'attuale Via Benedetto Croce) e le mura tardoromane.

I regnanti erano devoti a S.Francesco d'Assisi e a S.Chiara.
Inoltre re Roberto voleva costruire una chiesa che fungesse da cappella di corte dove celebrare tutti gli avvenimenti importanti della casata e luogo di sepoltura della famiglia reale.

I lavori di costruzione furono affidati a Gagliardo Primario e poi a Lionardo di Vito.
La chiesa, dedicata inizialmente al Sacro Corpo di Cristo o Dell'Ostia Santa (dedica suggerita dal Miracolo Eucaristico di Bolsena avvenuto nel 1264), fu aperta al culto nel 1330 e consacrata ufficialmente nel 1340.

Queste date provengono dalle quattro iscrizioni angioine a grandi lettere gotiche poste su tutte le facciate tra il basamento e il primo livello del campanile della basilica.
Le iscrizioni sono state riposizionate in maniera errata cronologicamente nel '400/'500 dopo il crollo che subì il campanile a causa del terremoto del 1456 che risparmiò solo il basamento in travertino.

iscrizione della storia del Complesso monastico di S.Chiara posta sul campanile
iscrizione della storia del Complesso monastico di S.Chiara posta sul campanile
Il campanile, che sorge staccato sulla sinistra della chiesa, fu innalzato a partire del 1338, ma non venne mai portato a termine.

campanile della Basilica di S.Chiara (visto dal sagrato della chiesa)
Dopo il crollo fu rialzato e completato nel 1604.
Si presenta a pianta quadrata su tre ordini separati da cornicioni marmorei.
Il primo livello è stato realizzato in blocchi di pietra, mentre il secondo e il terzo livello in mattoncini con lesene tuscaniche (quello inferiore) e ioniche (quello superiore) in marmo.

campanile della Basilica di S.Chiara (visto dall'esterno del complesso monastico)
Tra il secondo e il terzo ordine corre una trabeazione decorata con triglifi e metope con anche i simboli francescani delle braccia incrociate.
Il campanile fu teatro di battaglie:le truppe spagnole vi posizionarono le loro artiglierie per contrastare la rivolta di Masaniello (1647/1648), mentre fu bombardato sempre dagli spagnoli quando in esso si erano asserragliati i Carafa durante la Congiura di Macchia (1701).
Ma ritorniamo alla storia della basilica.
Si racconta che re Roberto chiese al figlio Carlo di dargli un giudizio sulla chiesa che aveva fatto costruire e che questi gli rispose che sembrava una grande stalla con le mangiatoie ai lati.
Dopo la fondazione, la storia della basilica e dell'annesso complesso monastico continuò senza grandi cambiamenti nei secoli successivi.
Il 29 agosto 1344 fu incoronata in questa basilica la regina Giovanna I (nipote di re Roberto), e la stessa regina fu portata in questa chiesa nel 1382 per mostrare agli increduli che fosse realmente morta, assassinata per volere del cugino usurpatore Carlo III.
Il 14 agosto 1571 don Giovanni d'Austria ricevette da Pio V  il bastone di comando della coalizione cristiana della flotta della Lega Santa contro i Turchi Ottomani che finì con la vittoria nella Battaglia di Lepanto.
Il cambiamento stilistico drastico della basilica avvenne nel XVIII secolo per una voglia di rinnovamento in stile barocco.

foto della Basilica di S.Chiara in stile barocco
Queste modifiche furono attuate da Domenico Antonio Vaccaro a partire dal 1742.
Nella basilica furono allargate le finestre della navata, la copertura a capriate fu celata da una volta ad arco decorata con stucchi, furono creati due arconi che divisero l'aula dal presbiterio da un lato e dal coro dei frati aggiunto nella zona della controfacciata dall'altra, le pareti vennero rivestite di marmi colorati e decorazioni in legno dorato.
Alla decorazione pittorica parteciparono con le loro opere Francesco de Mura, Sebastiano Conca, Giuseppe Bonito e molti altri artisti.
Poi passarono altri due secoli in cui furono approntati poche modifiche e alcuni restauri, fino a giungere alle 13,30 del 4 agosto 1943 quando i bombardamenti aerei degli Alleati sulla città colpirono anche la Basilica di Santa Chiara e l'incendio che durò due giorni la ridusse alle sole mura perimetrali, cancellando in maniera definitiva la sua decorazione barocca e danneggiando la più antica decorazione trecentesca.

foto della Basilica di S.Chiara dopo il bombardamento
foto della Basilica di S.Chiara dopo il bombardamento
Molti conoscono la canzone "Munastero 'e Santa Chiara" (Galdieri-Barberis 1945), che descrive l'animo dei Napoletani per la grande perdita di una delle chiese da loro più amate.
La chiesa venne ricostruita a partire dal 1944 sotto la direzione di Mario Zampino in stile gotico provenzale come era originariamente.
La chiesa venne riaperta al culto il 3 agosto 1953, dieci anni dopo la sua distruzione.


L'ingresso al complesso monastico avviene ancor oggi attraverso due portali che si congiungono con mura al campanile.

mura del complesso monastico tra il campanile e l'ingresso minore su Via S.Chiara
Il portale gotico del XIV secolo posto davanti alla facciata della basilica presenta un arco ribassato e una lunetta priva di decorazione, con unghia aggettante di lastre di peperino.

ingresso al complesso monastico su Via Benedetto Croce
ingresso al complesso monastico (visto dal sagrato della chiesa)
La facciata a capanna in tufo della basilica è preceduta da un pronao in piperno a tre arcate ogivali (quello centrale più alto presenta lo stemma di Sancia), con copertura costituita da volte ogivale.

facciata della Basilica di S.Chiara
facciata a capanna della Basilica di S.Chiara
La porta maggiore presenta le fasce laterali costituite da marmi pietrasanta, porfidi e brecce gialle.
Sull'architrave si nota lo stemma di Sancia.

facciata della Basilica di S.Chiara con pronao e porta maggiore
Il rosone fu reinserito nella facciata nel restauro dopo i bombardamenti.
Si presenta come un cerchio dal diametro di 8m nel quale trovano posto sei cerchi più piccoli, contenenti a loro volta cerchietti trilobati.
Sopra al rosone si trova un oculo trilobato.
 
rosone della facciata e stemma di Sancia
rosone della facciata
rosone visto dall'interno della basilica
L'interno della basilica è a navata unica (29 X 82m ed alta 46m) con presbiterio senza abside.

navata della Basilica di S.Chiara
navata della basilica vista dal presbiterio
L'aula è coperta con un tetto a capriate di cemento armato (in origine di legno), tranne che nella zona presbiterale dove si trova una volta botte.
L'aula è affiancata sui lati lunghi da 10 cappelle sormontate da una tribuna e da alte bifore (16m).

cappelle laterali con tribuna e bifore
bifore della navata
bifora della navata
bifora della navata






















La zona del presbiterio presenta quattro oculi e una quadrifora archiacuta in parte coperta dal Monumento funebre di re Roberto d'Angiò.

parete del presbiterio con quattro oculi e una quadrifora
quadrifora del presbiterio
Il pavimento in marmi policromi riproduce quello settecentesco (andato distrutto con il bombardamento del 1943), realizzato da Ferdinando Fuga (1762).

pianta del pavimento della Basilica di S.Chiara
Nel centro della navata è stato realizzato un grande stemma angioino/aragonese.

pavimento della navata (Ferdinando Fuga - 1762)
particolare del pavimento
stemma angioino/aragonese disegnato sul pavimento
Lungo le pareti della controfacciata sono presenti due monumenti funebri.
Dando le spalle all'ingresso a sinistra si trovano i resti del Sepolcro della famiglia Penna (XV secolo), opera di Antonio Baboccio da Piperno.

Sepolcro della famiglia Penna (Antonio Baboccio di Piperno - XV sec.)
Il monumento fu smembrato nel 1627 e trasformato in altare.
Il Sarcofago di Antonio Penna fu tolto in quell'occasione e spostato nella seconda cappella destra.
Rimane quindi in sito il baldacchino su colonne e una lastra sepolcrale che venne murata nella parete (sulla destra del monumento), che prima ricopriva i resti di Giovanni e Onofrio Penna.

lastra sepolcrale terragna di Giovanni e Onofrio Penna
Il baldacchino è sorretto da due semicolonne (parte posteriore) e da due colonne con decorazione fitomorfa poggianti su leoni (parte anteriore).

semicolonna e colonna del baldacchino
leone che sorregge una colonna fitoforme del baldacchino
Sul frontone sono stati raffigurati il Cristo Redentore Benedicente affiancato da un'Annunciata e dall'Arcangelo Gabriele.

frontone del baldacchino: Cristo Redentore, l'Annunciata e l'Arcangelo Gabriele
Sulla parete di fondo del baldacchino è stata affrescata dall'anonimo Maestro di Penna una Vergine adorata da Giovanni e Onofrio.

Vergine col Bambino adorata da Giovanni e Onofrio Penna
Più in basso sono stati affrescati la Trinità e due Santi.
 
Trinità con due Santi
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Sull'altro lato dell'ingresso si trova il Sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo (autore ignoto del XV secolo).

Sepoltura di Agnese e Clemenza di Durazzo
Le due principesse angioine qui sepolte erano le figlie di Carlo d'Angiò duca di Durazzo e sorelle della regina Margherita di Durazzo.
Questo monumento funebre un tempo si trovava nel presbiterio, accanto a quello della loro madre Maria di Durazzo.
Fu qui ricollocato dopo l'ultimo restauro della basilica.

Le due statue della Fede e della Carità, come cariatidi sembrano reggere il monumento.

particolare del Sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo: Fede e Carità
Sulla facciata del sarcofago è rappresento un Compianto sul Cristo morto.
Alle estremità del sarcofago si trovano due Angeli.

particolare del Sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo: sarcofago con Compianto sul Cristo morto/ Angeli / principesse giacenti
particolare del Sepolcro di Agnese e Clemenza di Durazzo: timpano con Cristo Benedicente
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Passiamo ora a visitare le 20 cappelle laterali della Basilica illuminate da due monofore in quelle a destra e da trifore nelle cappelle a sinistra.

monofora di una cappella a destra
trifora di una cappella a sinistra
trifora di una cappella a sinistra
trifora di una cappella a sinistra
trifora di una cappella a sinistra

Nelle cappelle dagli ingressi costituiti da archi ribassati si trovano esposti i monumenti funebri di personaggi di famiglie nobili napoletane, realizzati dal XIV al XVII secolo.
Nella prima cappella destra si trova un calco in gesso dell'altare maggiore gotico della basilica sormontato da un moderno Crocifisso.
Sulle pareti laterali sono elencati sul lastre di bronzo i nomi dei Caduti napoletani della Terza Armata della Prima Guerra Mondiale e il testamento spirituale di Emanuele Filiberto di Savoia duca d'Aosta.

prima cappella destra
calco in gesso dell'altare maggiore gotico della basilica
elenco dei Caduti napoletani della Terza Armata della Prima Guerra Mondiale
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La seconda cappella destra è la Cappella di Sant'Agnello Abate.

Cappella di S.Agnello Abate
Sulla parete di fondo si trova un affresco che rappresenta un vescovo, forse Sant'Agnello Abate, di autore ignoto (forse di scuola giottesca) del XIV secolo.
L'affresco si trovava originariamente nel monastero.

S.Agnello Abate (autore ignoto di scuola giottesca - XIV sec.)
Sulle pareti laterali della cappella trovano posto due sarcofaghi: a sinistra la Tomba di un Cavaliere dell'Ordine del Nodo (prende il nome dallo stemma del pomo dello stocco e dovrebbe essere dallo stemma del corpetto un cavaliere della famiglia di Diano), a destra il Sarcofago di Antonio Penna (XIV secolo) opera di Antonio Baboccio da Piperno che si trovava nel baldacchino del monumento funebre a destra in controfacciata.

Tomba del Cavaliere del Nodo (XIV sec.)
Sul sarcofago un bassorilievo raffigura la Madonna col Bambino e i Santi anacoreti Paolo, Antonio e Onofrio e i Santi Girolamo, Giovanni Battista e Ignazio di Antiochia.

Sarcofago di Antonio Penna (Antonio Baboccio - XIV sec.)
particolare del Sarcofago di Antonio Penna (Antonio Baboccio - XIV sec.) non pertinente al sarcofago sottostante
bassorilievo del Sarcofago di Antonio Penna (Antonio Baboccio - XIV sec.): Madonna col Bambino e i Santi Paolo, Antonio, Onofrio, Girolamo, Giovanni Battista e Ignazio di Antiochia
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La terza cappella destra è la Cappella di S.Benedetto Abate.

Cappella di S.Benedetto Abate
Sulla parete di fondo si trova l'affresco trecentesco che raffigura un abate, forse S.Benedetto Abate.

S.Benedetto Abate (XIV sec.)
Sulla parete destra trova posto il Sarcofago Del Balzo, privo di lastra superiore.
Sul sarcofago, posto su tre coppie di colonnine, un bassorilievo raffigura la Madonna col Bambino, due cavalieri, S.Caterina d'Alessandria, S.Pietro, Santo Stefano e un Santo ignoto.

Sarcofago Del Balzo
Sulla parete sinistra è invece sistemato un Sarcofago della famiglia Del Balzo il cui fronte presenta archetti nei quali sono scolpiti S.Paolo, S.Giovanni Battista, Cristo, S.Giovanni Evangelista, S.Giacomo, mentre lateralmente il sarcofago vede raffigurato S.Antonio abate e S.Paolo.

Sarcofago della famiglia Del Balzo
Sempre sulla parete sinistra si trova il Monumento funebre di Carlo e Teofilo Mauro, dove in medaglioni sono scolpiti ad altorilievo i busti dei due marchesi.
Sopra i medaglioni si trova lo stemma dei Mauro.
L'autore del monumento è forse Gaetano Salomone seguace di Sammartno.

Monumento funebre di Carlo e Teofilo Mauro (attr. Gaetano Salomone - XVIII sec.) e stemma dei Mauro
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La quarta cappella destra è la Cappella di S.Pietro d'Alcantara.

Cappella di S.Pietro d'Alcantara
Il quadro sulla parete di fondo è l'opera di un artista ignoto e raffigura l'Estasi di S.Pietro d'Alcantara.

Estasi di S.Pietro d'Alcantara (autore ignoto)
Sulla parete destra, posto su tre coppie di colonnine, è posizionato il Sarcofago di una nobildonna, opera del cosiddetto Maestro Durazzesco.
Sulla cassa sono raffigurati a bassorilievo la Madonna col Bambino, S.Francesco e S.Chiara.

Sarcofago di nobildonna (Maestro Durazzesco)
Sulla stessa parete si trova il Cenotafio di Giuseppe Carbonelli raffigurato a mezzobusto (autore ignoto del XVII secolo).

Cenotafio di Giuseppe Carborelli (autore ignoto - XVII sec.)
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La quinta cappella destra è la Cappella di S.Antonio.

Cappella di S.Antonio (con resti della decorazione geometrica trecentesca alle pareti)
Sulla parete sinistra il Monumento funebre di Iacopo Carbonelli.

Monumento funebre di Iacopo Carbonelli (autore ignoto - XVII sec.)
Sul pavimento lo stemma della famiglia Carbonelli di Letino.

stemma famiglia carbonelli di Letino
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La sesta cappella destra è la Cappella del SS.Sacramento.

Cappella del SS.Sacramento
Un autore ignoto ha dipinto nel XVI secolo la tavola della Madonna delle Grazie posta sulla parete di fondo della cappella.
Le raffigurazioni dei Santi Bartolomeo, Diego e Antonio da Padova sono state aggiunte alla tavola in un momento successivo.

Madonna delle Grazie (autore ignoto - XVI sec.)
Sulla parete sinistra si trova un frammento scultoreo raffigurante il Bacio di Giuda opera attribuita a un seguace dei fratelli Bertini.
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La settima cappella destra è la Cappella di S.Chiara.

Cappella di S.Chiara
E' stato staccato dal monastero e affisso sulla parete di fondo di questa cappella l'affresco trecentesco che raffigura S.Chiara con devoti, opera di autore ignoto del XIV secolo.

S.Chiara con devoti (autore ignoto - XIV sec.)
Il quadro posto sulla parete sinistra rappresenta la Morte di S.Chiara opera di Pietro Bardellino discepolo di Francesco De Mura (XVIII secolo).

Morte di S.Chiara (Pietro Bardellini - XVIII sec.)
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L'ottava cappella destra è la Cappella della Natività.

Cappella della Natività
Posto sull'altare della cappella si trova un'Adorazione dei Pastori opera di Marco Pino da Siena (XVI secolo).
Nella predella sono raffigurati un'Annunciazione, S.Francesco che riceve le stimmate e S.Gerolamo in penitenza.

Adorazione dei Pastori (Marco Pino da Siena - XVI sec.)
Sulla parete sinistra è posto un frammento del Monumento funebre di Ludovico di Durazzo (figlio primogenito di Carlo di Durazzo e Maria di Calabria), morto in tenera età, opera di Pacio Bertini (XIV secolo).

frammento del Monumento funebre di Ludovico di Durazzo (Pacio Bertini - XIV sec.)
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La nona cappella destra è la Cappella del Beato Modestino priva di decorazioni tranne che la statua del Santo a cui la cappella è dedicata.
La porta del fondo della cappella si apre sul chiostro piccolo o dei frati.

Cappella del Beato Modestino
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La decima cappella destra è la Cappella dei Borbone, una delle due cappelle rimaste con struttura e decorazione di epoca barocca.

Cappella dei Borbone
Fu Carlo III a volere nel 1742 che almeno in veste provvisoria questa cappella della Basilica di Santa Chiara custodisse le spoglie della casata dei Borbone.
Nel trecento infatti questa cappella era dedicata a S.Ludovico di Tolosa fratello di re Roberto d'Angiò: probabilmente era qui posta la tela di Simone Martini S.Ludovico incorona re Roberto oggi al Museo Nazionale di Capodimonte.
La tela cinquecentesca che si trova sopra l'altare raffigura l'Incredulità di S.Tommaso, opera di Girolamo Macchietti.

Incredulità di S.Tommaso (Girolamo Macchietti - XVI sec.)
Sul lato sinistro della cappella si trova il Sarcofago di Filippo di Borbone, primogenito demente di Carlo III, morto all'età di trent'anni di vaiolo.
Il sarcofago e il basamento del monumento funebre sono stati realizzati su disegno di Ferdinando Fuga da Giovanni o Stefano Attigiati.
I putti invece, che reggono la targa commemorativa con dedica di Carlo III al figlio Filippo, sono opera di Giuseppe Sammartino (1777).
Bernardo Taducci ha dettato l'epigrafe.

Sarcofago di Filippo di Borbone
Sul lato opposto della cappella si trova il Sarcofago di Maria Cristina di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele I di Savoia e Maria Teresa d'Asburgo, moglie del re delle due Sicilie Ferdinando di Borbone.
Morì a ventitré anni dando alla luce Francesco II.

Sarcofago di Maria Cristina di Savoia e altre sepolture della famiglia dei Borbone
Ritratto di Maria Cristina di Savoia
Sono sepolti in questa cappella anche Ferdinando I e Francesco II, originariamente sepolti in un locale adiacente al coro dei frati.
Quando la basilica fu danneggiata dai bombardamenti le salme furono trasferite nella Chiesa di S,Francesco di Paola e poi quando finirono i restauri furono riportate qui e posizionate in questa cappella.
Membri della famiglia dei Borbone qui sepolti: Ferdinando I, Francesco I con la prima moglie Maria Clementina d'Asburgo e la seconda moglie Maria Isabella di Spagna, Maria Teresa d'Asburgo-Teschen (seconda moglie di Ferdinando II), Francesco II con la moglie Maria Sofia di Baviera e la figlia Maria Cristina Pia (l'ultimo re dei Borbone fu qui tumulato insieme alla moglie e alla figlia nel 1984 dopo essere stati sepolti nella Chiesa dello Spirito Santo dei Napoletani a Roma dove erano stati in esilio).

L'ultimo membro della famiglia ad essere stato tumulato in questa cappella fu il principe Ferdinando Maria di Borbone-Due Sicilie (2008).

stemma della famiglia dei Borbone sul pavimento della cappella
Sul pavimento della cappella la botola d'accesso al cripta dove sono sepolti i Borbone porta lo stemma della casata e i nomi di coloro che qui riposano.
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Sul pilastro alla sinistra della Cappella dei Borbone si trova un frammento d'affresco sopravvissuto ai bombardamenti che raffigura la Madonna del cucito, attribuita a scuola senese.

Madonna del cucito (scuola senese - 1370 circa)
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La mia visita continua nel presbiterio dove sono presenti alcuni monumenti funebri della famiglia reale angioina.
Sul lato destro del presbiterio si trovano il Sepolcro di Carlo di Calabria e  il Sepolcro di Maria di Valois, seconda moglie di Carlo di Calabria morta nel 1331.

lato destro del presbiterio
Il Monumento funebre di Maria di Valois, un tempo creduto quello che accoglieva i resti di Giovanna I regina di Napoli e nipote di re Roberto, accoglie invece le spoglie della madre, Maria di Volois.
Il monumento è attribuito a Tino di Camaino, almeno negli angeli reggicortina e nella statua giacente.

Monumento funebre di Maria di Valois (Tino di Camaino e aiuti - XIV sec.)
Alle due estremità del sarcofago sono raffigurati un'Annunciata e un Angelo.
Sotto gli archetti scolpiti del sarcofago si sono identificati i personaggi di Maria di Valois, Giovanna I, Maria di Durazzo, Maria d'Angiò e Carlo Martello; sulle facce laterali S.Chiara e S.Elisabetta.
Le due cariatidi raffigurano la Temperanza e la Carità.
Sulla cuspide è rappresentata una Madonna col Bambino.
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Alla sinistra del Sepolcro di Maria di Valois si trova il Sepolcro di Carlo d'Angiò duca di Calabria.
Anche questo monumento fu realizzato da Tino di Camaino e aiuti, utilizzando anche marmi antichi di spoglio provenienti da Terracina e da Roma.

Sepolcro di Carlo d'Angiò duca di Calabria (Tino di Camaino e aiuti - XIV sec.)
Sulla faccia frontale del sarcofago sono scolpiti a bassorilievo il Duca sul trono con i funzionari ecclesiastici e laici che gli rendono omaggio.
Il duca è in veste di Vicario e Gran Giustiziere del Regno; ai suoi piedi, forse un lupo e forse un agnello, s'abbeverano alla stessa ciotola.

particolare del Sepolcro di Carlo d'Angiò duca di Calabria (Tino di Camaino e aiuti - XIV sec.)
Le cariatidi reggisarcofago poggianti su leoni raffigurano la Giustizia, la Fortezza, la Temperanza, la Prudenza, la Fede, la Speranza, la Carità e un'ottava figura non ben identificata.
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Dietro l'altare maggiore si trova il Monumento funebre di re Roberto d'Angiò fatto realizzare ai fratelli Giovanni e Pacio Bertini tra il 1343 e il 1345 dalla nipote Giovanna I (erede al trono) .

Monumento funebre di Roberto d'Angiò (XIV sec.)
Figure allegoriche delle Virtù (Speranza, Giustizia, Fortezza e Temperanza) sorreggono il sarcofago con bassorilievo che raffigura al centro re Roberto su seggio vescovile.
Alla sua destra sono raffigurati con le proprie insegne araldiche la regina Sancia (seconda moglie di re Roberto) la nipote Giovanna I e Ludovico, il suo secondogenito.
Alla sinistra del re trovano posto le raffigurazioni della sua prima moglie Violante d'Aragona, Carlo di Calabria e Maria di Valois.
Nelle facce laterali del sarcofago sono stati raffigurati Ludovico di Durazzo e Carlo Martello (figlio di Carlo di Calabria) e le due figlie Marie di Carlo Martello.

sarcofago e giacente del Monumento funebre di Roberto d'Angiò

Sulla lastra del sarcofago re Roberto giacente è raffigurato con il saio francescano.
Sullo sfondo del monumento sono rappresentate le Arti liberali del Trivio e del Quadrivio (Grammatica, Dialettica, Retorica, Musica, Geometria, Aritmetica e Astronomia).

Nella parte più alta del monumento re Roberto è seduto in trono e sotto i suoi piedi ha trovato posto l'iscrizione di Petrarca:
"CERNITE ROBERTUM REGEM VIRTUTEM REFERTUM"
("Guardate re Roberto ricco di Virtù").
particolare del Monumento funebre di Roberto d'Angiò: re Roberto in trono e iscrizione di Petrarca
Il bombardamento del 1943 ha distrutto la parte terminale del monumento.

Monumento funebre di Re Roberto d'Angiò prima dei bombardamenti

Alcuni frammenti del monumento si trovano esposti nel Museo dell'Opera nel chiostro del Complesso Monumentale di S.Chiara adiacente la basilica: la testa della Madonna, re Roberto inginocchiato davanti a S.Francesco e un frammento delle cortine del tendaggio.

frammenti del Monumento funebre di Roberto d'Angiò: testa della Madonna, re Roberto inginocchiato davanti a S.Francesco e cortine del tendaggio (Museo dell'Opera - Complesso Monumentale di S.Chiara)
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Nella parte sinistra del presbiterio si trova il Monumento funebre di Maria di Durazzo, prima moglie di Carlo di Durazzo (poi moglie di Roberto Del Balzo conte di Avellino e infine di Filippo d'Angiò principe di Taranto) e sorella di Giovanna I.

Monumento funebre di Maria di Durazzo


Il baldacchino è sorretto da colonne tortili.
Il sarcofago poggia anteriormente su due figure di Virtù (Speranza e Carità) poste su leoni stilofori.
Il sarcofago è decorato con una Madonna col Bambino in posizione centrale, affiancata dai Santi Paolo, Caterina d'Alessandria, Maria Maddalena, S.Pietro.
Alle estremità del sarcofago si trovano la Vergine Annunziata e l'Arcangelo Gabriele.
Sulle facce laterali sono raffigurati S.Giorgio e un celebrante.
Al di sopra del sarcofago è raffigurata la defunta giacente.

particolari del Monumento funebre di Maria di Durazzo: sarcofago, giacente e Crocifissione
Sulla lastra del sarcofago è scolpita una Crocifissione.
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L'altare maggiore, opera trecentesca di autore ignoto, è composto da sedici colonnine tortili con capitelli diversi.
Al di sotto degli archetti trilobati dovevano trovar posto delle statuette, di cui rimangono in sito solo le basi (le quattro statuette superstiti si trovano esposte nel Museo dell'Opera nel chiostro del Complesso Monumentale di S.Chiara adiacente la basilica).

Sono presenti all'estremità dell'altare anche due stemmi della regina Sancia retti da angeli.

altare maggiore (XIV sec.)
Il Crocifisso ligneo posto sopra all'altare risale al XIV secolo.

Crocifisso ligneo (XIV sec.)
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Dietro la parete di fondo del presbiterio si trova nella parte alta il Coro delle Clarisse (di cui parlerò in un altro post).
Riprendiamo la visita della navata e delle cappelle sinistre, partendo dalla decima, quella più vicina al presbiterio.
La decima cappella sinistra è la Cappella dei Martiri Francescani.

Cappella dei Martiri Francescani
Sulla parete di fondo della cappella si trova un rilievo cinquecentesco diviso in tre riquadri dove sono raffigurati Santi Martiri Francescani: S.Acurzio, S.Bernardino da Siena e S.Ottone.

I Martiri Francescani S.Aurenzio, S.Bernardino da Siena e S.Ottone
Sulla parete sinistra trova posto il rinascimentale Sarcofago di Marco e Paride Longobardi (autore ignoto).

Sarcofago di Marco e Paride Longobardi (autore ignoto - 1558)
Decorano il monumento due stemmi, una lapide con due angioletti dormienti, Cristo Risorto e i simboli del Golgota sul basamento.

particolare del Sarcofago di Marco e Paride Longobardi: lapide con angioletti dormienti
particolare del Sarcofago di Marco e Paride Longobardi: Cristo Risorto
Sulla parete destra invece troviamo il neoclassico Sarcofago di Felicia Longobardi de la Cruz Ahedo e di Francesco de Vito Piscicelli sormontato dalla figura allegorica della Fede.

Sarcofago di Felicia Longobardi de la Cruz Ahedo e di Francesco de Vito Piscicelli (1853)
Sulla botola del pavimento si trova lo stemma famigliare.

stemma famigliare (XVII sec.)
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La nona cappella sinistra è la Cappella di S.Maria Francesca.

Cappella di S.Maria Francesca
Sulla parete di fondo si trova collocato un fregio con tre nicchie che racchiudono Cristo, la Vergine e S.Giovanni attribuito al cosiddetto Maestro Durazzesco.

Fregio con Cristo morto, la Vergine e S.Giovanni (Maestro Durazzesco)
Sulla parete sinistra è posto il Sarcofago di Giovanni Battista Sanfelice e di altri membri della famiglia Sanfelice come riporta la sottostante lapide.
Il duca di Rodi Garganico fu deposto in un sarcofago romano del III/IV secolo d.C. ritrovato nelle sue proprietà e custodito inizialmente nel castello di San Felice.
Sul sarcofago è raffigurato il mito cantato nell'Iliade e nelle Metamorfosi di Ovidio di Protesilao e Laudamia.

Sarcofago di Giovanni Battista Sanfelice (III/IV sec.d.C.)
Sul lato destro della cappella si trova incassato nella parete il bassorilievo ottocentesco con il Profilo di Giustina Monforte moglie di Filippo Sanfelice.

Profilo di Giustina Monforte (XIX sec.)
Sul pavimento si trova incastonato uno stemma della famiglia Sanfelice.

stemma della famiglia Sanfelice sul pavimento della cappella
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L'ottava cappella sinistra è la Cappella di S.Maria degli Angeli.

Cappella di S.Maria degli Angeli
Sulla parete di fondo si trova un fronte di un trecentesco sarcofago con tre tondi nei quali sono raffigurati la Madonna col Bambino, S.Caterina d'Alessandria e un Santo.

visuale parziale di uno dei tre tondi del frammento di sarcofago trecentesco: Santo
visuale parziale di uno dei tre tondi del frammento di sarcofago trecentesco: S.Caterina d'Alessandria
Sulla parete sinistra si trova il Sarcofago di Catello de Vito Piscicelli con lapide e medaglione del defunto di profilo.
Nella lunetta lo stemma nobiliare.

Sarcofago di Catello de Vito Piscicelli
Sulla parete destra invece trova posto il Sarcofago di Antonio de Vito Piscicelli sempre con lapide e medaglione con profilo del defunto, e nella lunetta stemma famigliare.

Sarcofago di Antonio de Vito Piscicelli
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La settima cappella sinistra è la Cappella di S.Francesco d'Assisi.

Cappella di S.Francesco d'Assisi
La decorazione marmorea delle pareti della cappella e a stucco della volta con cassettonato con lacunari ottagonali (arcone) e quadrangolari (crociera) dipinti in bianco, rosso e azzurro, risale al XVII secolo quando il nobile di Capua Girolamo del Balzo la fece rimodellare: rosette, decorazioni geometriche, costoloni con motivi vegetali.

volta a cassettoni della cappella
volta: puttini (Belisario Carenzio)
Nelle lunette della volta sono raffigurate scene della vita di S.Francesco: Impressione delle stimmate e l'allegoria dell'Umiltà francescana.

lunetta della volta: Umiltà francescana (Belisario Carenzio)
lunetta della volta: Impressione delle stimmate (Belisario Carenzio)
Una statua di S.Francesco è racchiusa in una nicchia della parete di fondo (opera del 1600 di un seguace del Caccavello).

S.Francesco (seguace del Caccavello - 1600)
Ai lati dell'altare, racchiusi in medaglioni, vi sono i Ritratti di Battista e Beatrice del Balzo (a destra) e i Ritratti di Isotta e Girolamo del Balzo (a sinistra).

Ritratti di Isotta e Girolamo del Balzo
Ritratti di Battista e Beatrice del Balzo
Sulla parete sinistra si trova il Sarcofago di Raimondo del Balzo.

Sarcofago di Raimondo del Balzo (XIV sec.)
Le statuette delle tre Virtù Giustizia, Fortezza e Mansuetudine sorreggono il sarcofago sul cui fronte è raffigurato il defunto posto su un palco con sei falconieri.

particolare del Sarcofago di Raimondo del Balzo: Giustizia, Fortezza e Mansuetudine
particolare del Sarcofago di Raimondo del Balzo: Raimondo del Balzo e sei falconieri
 Sul sarcofago è posta la statua giacente del defunto e sopra di questa una Madonna col Bambino (opera di artista toscano).

particolare del Sarcofago di Raimondo del Balzo: giacente e angeli reggicortina
particolare del Sarcofago di Raimondo del Balzo:Madonna col Bambino
Sulla parete destra vi è invece il Sarcofago di Isabella Apia, moglie di Raimondo del Balzo.
Il monumento funebre è speculare a quello del marito morto lo stesso anno.

Sarcofago di Isabella Apia (XIV sec.)
Le figure delle cariatidi che sorreggono il sarcofago raffigurano la Fede, la Prudenza e la Speranza.
Sul sarcofago è rappresentata la defunta con le sue damigelle.

particolare del Sarcofago di Isabella Apia: Fede, Prudenza e Speranza
particolare del Sarcofago di Isabella Apia: Isabella del Balzo con damigelle
particolare del Sarcofago di Isabella Apia:giacente e angeli reggicortina
particolare del Sarcofago di Isabella Apia: Madonna col Bambino
Le epigrafi poste sulle pareti ricordano alcuni membri della famiglia del Balzo e la loro discendenza da uno dei re Magi.

un'epigrafe della cappella
La lastra con stemma sul pavimento indica il luogo di sepoltura di Girolamo del Balzo e dei suoi congiunti.

stemma del Balzo e luogo di sepoltura della famiglia
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Nella sesta cappella sinistra fu aperto forse nel Cinquecento l'ingresso laterale della basilica.

sesta cappella sinistra trasformata in ingresso laterale
ingresso laterale della basilica
frammento di affresco cinquecentesco: Padre Eterno
resti dell'ogiva della trifora originaria
ingresso laterale della basilica visto dall'esterno con portale e scalinata in marmo realizzati in epoca barocca
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Nella quinta cappella sinistra è posto un presepe.

quinta cappella sinistra
presepe
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La quarta cappella sinistra è la Cappella di S.Giuseppe operaio.

Cappella S.Giuseppe operaio
Quella che fu la decorazione in stile barocco della cappella fu commissionata da Baldassarre Cito Filomarino di Torrecuso, presidente e consigliere di Stato, all'architetto Gaetano Barba ed eseguita dal Maestro Antonio Di Lucca.
I due neoclassici Monumenti funebri di Carlo e Baldassarre Cito furono commissionati a Giuseppe Sammartino (1787), ma quello di Baldassarre fu eseguito da Angelo Viva.
Quel che resta di questa cappella barocca è conservato nel Museo dell'Opera del Complesso Monastico di S.Chiara.

in alto: stemma dell'altare della Cappella Cito Filomarino / in basso: due stemmi della Cappella Cito Filomarino (Museo dell'Opera del Complesso Monastico di S.Chiara)
Sulla parete destra della cappella si trova un affresco trecentesco post-giottesco raffigurante Cristo Portacroce e un Santo.

Cristo Portacroce e Santo (XIV sec.)
La lapide del pavimento è effigiata con lo stemma della famiglia Cito.

Stemma della famiglia Cito di Torrecuso
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La terza cappella sinistra è la Cappella del Sacro Cuore di Gesù.

Cappella del Sacro Cuore di Gesù
La cappella presenta sulla parete di fondo un frammento dell'antica decorazione post-giottesca ad affresco raffigurante una Madonna col Bambino racchiusa in un cerchio.

Madonna col Bambino (XIV sec.)
Sulla parete sinistra si trova il quattrocentesco Sarcofago di Raimondo de Cabannis.
Il sarcofago è retto da colonnine tortili e porta alle estremità due stemmi famigliari.
Sul fronte, racchiuso in un clipeo di una croce ansata è raffigurato Cristo morto, mentre la Vergine e Giovanni Evangelista sono stati rappresentati in nicchiette trilobate.
Sul coperchio è stato scolpita statua giacente del defunto in abiti militari.

Sarcofago di Raimondo de Cabannis (XIV sec.)
Sulla parete destra vi è adagiato il Sarcofago di Perrotto de Cabannis, figlio di Raimondo.
La decorazione del sarcofago vede la raffigurazione di un Compianto.

Sarcofago di Perrotto de Cabannis (XIV sec.)
Il sarcofago manca del coperchio.
Sulla parete di fondo è incassata una lastra sepolcrale con giacente in abiti militari.

lastra sepolcrale con giacente
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La seconda cappella sinistra è la Cappella dei Miracoli Antoniani.

Cappella dei Miracoli Antoniani
Sulla parete sinistra è posto il Sarcofago di Drugo Merloto poggiate su due colonnine lisce.
Sulla cassa sono realizzati a bassorilievo cinque ottagoni con stemmi uguali.
La statua giacente del defunto in abiti militari è inclinata.
Alle spalle della statua sono raffigurati in losanghe quadrilobate il Cristo Redentore, S.Francesco e S.Ludovico d'Angiò (fratello di re Roberto).

Sarcofago di Drugo Merloto (XIV sec.)
Il monumento funebre termina nella parte superiore con una Madonna col Bambino tra due Santi e Drugo Merloto in ginocchio.

particolare del Sarcofago di Drugo Merloto: Madonna col Bambino, due Santi e Drugo Merloto (in alto) / Cristo Redentore, S.Francesco d'Assisi e S.Ludovico d'Angiò
Sulla parete destra vi si trova il trecentesco Sarcofago di Niccolò Merloto.
Sul sarcofago sono stati raffigurati la Vergine col Bambino, Sant'Agnese, S.Paolo, S.Caterina e S.Pietro.

Sarcofago di Niccolò Merloto (XIV sec.)
Sulla parete è murata la lapide funeraria di Isabella d'Alneto, madre di Drugo Merloto.

lastra tombale di Isabella d'Alneto (XIV sec.)
Sulla parete di fondo si possono individuare frammenti di pittura trecentesca a trifogli.

frammento pittura trecentesca della cappella
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La prima cappella sinistra è dedicata ai Caduti della Seconda Guerra Mondiale e a Salvo d'Acquisto, il carabiniere napoletano che durante la guerra si sacrificò eroicamente per salvare la vita di 22 ostaggi dei tedeschi: la sua tomba si trova lungo la parete destra della cappella.

Prima Cappella sinistra
Sarcofago di Salvo d'Acquisto
Sulla parete di fondo si trova una Deposizione opera di Lelio Gelli (1953).

Deposizione (Lelio Gelli - 1953)


http://www.monasterodisantachiara.it
Orari basilica: 7.30/13.00  16.30/20.00


CONCLUSIONI
La Basilica di S.Chiara fu la chiesa che custodì le spoglie degli Angioini.
Le dinastie che si alternarono al comando della città non seguirono questa tradizione.
Solo i Borbone ricominciarono a seppellire i loro congiunti in questa basilica.
Alcune decorazioni della basilica trecentesca recuperate dall'incendio del bombardamento del 1944 (fregio del coro dei frati, pulpito, decorazioni di monumenti funebri o cappelle) sono esposti nel Museo dell'Opera del Complesso monastico di S.Chiara.
Visitare il museo aiuta a comprendere meglio come doveva essere in passato la basilica.


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