lunedì 7 gennaio 2019

Napoli: Complesso Monumentale di S.Chiara (Percorso "Giotto esce dalla Clausura")


Dopo aver visitato nel Complesso Monumentale di S.Chiara la Basilica, il Chiostro Grande maiolicato, il Museo dell'Opera con l'annessa area archeologica delle terme romane, la Biblioteca Provinciale Francescana e il Presepe...
... abbiamo approfondito ulteriormente la conoscenza di questo importante sito storico e artistico di Napoli, potendo compiere una visita guidata all'interno di quegli ambienti del convento di solito chiusi al pubblico, e scoprire l'opera qui ancora presente di Giotto e della sua scuola.


Il tour era chiamato "Giotto esce dalla Clausura" e permetteva di visitare il Vestibolo affrescato, il Coro delle Clarisse, il Vestibolo maiolicato, la Sala del Crocifisso, la Sala Maria Cristina di Savoia.

La visita è iniziata nel Chiostro Grande maiolicato, accedendo al convento tramite la "Scala Regia" posta sul lato settentrionale del chiostro.

Salita la scalinata, costruita in epoca barocca per poter collegare l'oratorio interno con il dormitorio, si è giunti al Vestibolo affrescato o atrio dell'oratorio.

"Scala Regia" con visuale sul Chiostro Grande maiolicato
Le pareti e la volta di quest'ambiente di passaggio furono affrescate tra il XIV e XVI secolo con Santi Martiri, Scene di Martirio, Scene dall'Apocalisse di S.Giovanni, un'Annunciazione, l'Adorazione dei Pastori e le Virtù.

volta del Vestibolo affrescato
volta del Vestibolo affrescato
Vestibolo affrescato: Annunciazione / Adorazione dei Pastori
Vestibolo affrescato: Scene di Martiri e Santi
Di questi l'affresco più antico raffigura S.Cristoforo rappresentato con Cristo bambino sulle spalle (XIV secolo).
Parte dell'affresco è ridotto a sinopia.

S.Cristoforo (XIV sec.)
Un'intera parete è occupata da un Giudizio Universale attribuito ai pittori manieristi Cesare Smet e Pietro Torres.
Nell'affresco vengono rappresentati la Seconda venuta di Gesù, la separazione dei beati dai dannati, S.Chiara e S.Francesco.

Giudizio Universale (Pietro Torres e Cesare Smet)
Dal Vestibolo affrescato si può accedere al Coro delle Clarisse tramite un bel portale marmoreo del XIV secolo.

portale d'accesso al Coro delle Clarisse
Il portale è fiancheggiato da 6 colonne (tre per lato), decorate con tralci, grappoli e foglie, poste sul dorso di quattro leoncini.

colonne con elementi vegetali del portale
leoncini e colonne del portale
Il portale è stato realizzato con frammenti scultorei del Trecento (colonne, lunetta ogivale e Agnus Dei).
L'architrave invece è del XVIII secolo.

lunetta ogivale del portale con Agnus Dei
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Si entra quindi nel Coro delle Clarisse, posizionato alle spalle del presbiterio della basilica.

Coro delle Clarisse
Il coro fu realizzato da Leonardo Vito che diede a questa grande sala a pianta rettangolare (30,6 X 18,5m), divisa in tre navate da due pilastri polistili, un aspetto di sala capitolare.

Le tre navate non hanno la stessa altezza: la navata centrale raggiunge i 24m mentre quelle laterali sono alte 18m. 

Coro delle Clarisse
Dopo i danni subiti nel bombardamenti del 4 agosto 1943 la sala è stata restaurata ridandole quell'austero stile originale, che era stato cambiato col trascorrere dei secoli con le aggiunte, soprattutto eseguite dopo il XVI secolo, di decorazioni pittoriche.

parete che divide il Coro delle Clarisse dalla basilica
Dai restauri degli anni '50 del secolo scorso sono emersi frammenti di un affresco in cui gli esperti hanno rivelato la mano artistica di Giotto e della sua bottega.
Giotto fu chiamato a Napoli da re Roberto d'Angiò per divenire pittore di corte nell'ultimo periodo della sua vita artistica (Giotto aveva all'epoca sessant'anni).
Il pittore fiorentino aveva già affrescato la Basilica di S.Francesco ad Assisi, le chiese francescane di Rimini e Padova, e aveva lavorato nella Basilica di S.Croce a Firenze.
Dopo un anno di permanenza in città divenne un "familiare" del re, e il sovrano angioino arrivò a concedergli una pensione.
Non rimangono di lui molte sue opere in questa città, ma dalle fonti si sa che lavorò nella città partenopea tra il 1328 e il 1333 circa, frequentando l'ambiente raffinato composto dell'élite culturale della corte napoletana.
Il grande pittore con la sua bottega ebbe una grande influenza sui pittori locali e il suo stile fu esportato anche in Francia in quanto in quell'epoca la Provenza era soggetta alla dominazione angioina.
Testimonianze dell'arte del maestro rimangono a Castel Nuovo e nel Complesso Monumentale di S.Chiara.
Dallo studio delle fonti, Giotto avrebbe infatti affrescato la Basilica di S.Chiara con Storie dell'Antico e del Nuovo Testamento e l'Apocalisse distrutte tra il 1604 e il 1611.

I lacerti di affresco venuto alla luce sulla parete che divide il Coro delle Clarisse dal presbiterio della basilica rappresentano un Compianto sul Cristo morto e una Crocifissione.

Crocifissione / Compianto sul Cristo morto (Giotto e/o bottega - 1328/1330)
Sono anche affiorati su questa stessa parete frammenti di un affresco che raffigura stalli, quasi a voler far proseguire quelli lignei scolpiti nel Trecento, presenti un tempo nella sala.

frammento di raffigurazione di stalli (scuola giottesca - XIV sec.)
frammento di affresco trecentesco sopra la porta

 Nella sala sono presenti frammenti scultorei che provengono dal complesso monastico.

frammenti scultorei e opere pittoriche esposte nel Coro delle Clarisse
in alto: Santo martire tra stemmi dei Sanseverino e Marzano (XIV sec.) / a destra: leoncini stilofori (XIV sec.), frammento di bassorilievo con S.Giovanni Battista (XIV sec.), capitello e decorazioni scolpite
in alto: Redentore raffigurato in una mandorla (XIV sec.) e frammenti di lastra di sarcofago con raffigurazione di S.Pietro e S.Giovanni Battista sotto archetti con colonnine tortili (XIV sec.) /al centro: pannelli con tarsie marmoree (XII sec.) / in basso: frammenti di un pluteo altomedievale
sulle mensole: S.Francesco, S.Caterina d'Alessandria, S.Chiara (XVI sec.) / bassorilievi: S.Chiara mette i fuga i Saraceni da Assisi e S.Francesco riceve le stimmate (1607 - Francesco Cassano)
su pilastrini di piperno: Cariatidi (provenienti da monumenti funebri)
su pilastrini di piperno: Cariatidi (provenienti da monumenti funebri)
colonnine tortili, capitello, puntali di cuspide, latra tombale / a destra: bassorilievi con Santo,S.Ludovico di Tolosa, S.Antonio da Padova
Annunciazione (XV sec.)
Vergine in trono (XV sec.)
Crocifissione (XIV sec.)
Cristo celebra la Messa tra due Apostoli (affresco staccato trecentesco)
In un arcosolio con fondo affrescato con stemma di Sancia e gigli angioini, ricavato nella parete tra il Coro delle Clarisse e la basilica, è posta l'incompiuta statua giacente di re Roberto d'Angiò.

statua giacente di re Roberto d'Angiò (XIV sec.)
La statua, opera di uno dei fratelli Bertini, proviene dal sepolcro provvisorio del re angioino.
Il viso presenterebbe le vere sembianze del sovrano visto che venne preso da un suo calco funerario.

Al di sopra dell'arcosolio si trova il Crocifisso ligneo attribuito a Francesco Mollica (XVIII sec.).
Il Crocifisso è posto nella parte della quadrifora tamponata per addossare in basilica il Monumento funebre di re Roberto d'Angiò alla parete.

Crocifisso (XVIII sec.)
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Usciti dal Coro delle Clarisse, dal Vestibolo affrescato si può dare un'occhiata al Vestibolo maiolicato, attraversato dalle monache per raggiungere la "Scala Regia".

ingresso al Vestibolo maiolicato
L'alto zoccolo delle pareti del vestibolo è ricoperto con maioliche (azulejos) del XVIII secolo.

Vestibolo maiolicato
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Ridiscesa la "Scala Regia" ci si sposta sul lato Est del Grande Chiostro maiolicato per entrare nella cosiddetta Sala del Crocifisso.

Sala del Crocefisso
Il grande ambiente rettangolare (un tempo diviso da una doppia fila di pilastri), conserva su una delle due pareti corte una trecentesca Crocifissione di scuola giottesca.

Crocifissione (scuola giottesca - XIV sec.)
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Si passa poi direttamente nella Sala Maria Cristina di Savoia, sala così chiamata da quando, in occasione dei cento anni dalla morte della regina Maria Cristina di Savoia, sepolta nella Basilica di S.Chiara, si è allestita in questo ambiente una mostra a lei dedicata con suoi cimeli (1936).

Sala Maria Cristina di Savoia
Sala Maria Cristina di Savoia
Questa sala era in origine un ambiente di lavoro delle Clarisse, e venne dedicata al culto quando la basilica dopo i bombardamenti bellici era inagibile (1943/1953).

Questa sala, oggi sala conferenze, conserva su i suoi lati corti due Crocefissioni.

Una Crocifissione è attribuita ad un artista di scuola giottesca.

Crocifissione (scuola giottesca - XIV sec.)
L'altra Crocifissione è attribuita al Maestro delle Vele della Basilica Inferiore, che aveva lavorato ad Assisi, e quindi in contatto con Giotto.

Crocifissione (Maestro delle Vele della Basilica Inferiore - XIV sec.)
particolare della Crocifissione (Maestro delle Vele della Basilica Inferiore - XIV sec.)
particolare della Crocifissione (Maestro delle Vele della Basilica Inferiore - XIV sec.)
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La visita si è conclusa nell'ex parlatorio del convento dove è ancora presente la porta decorata con fasce di marmi policromi e sormontata da una conchiglia scolpita del XVII secolo, realizzata da maestranze locali.
La porta è affiancata da aperture con grate metalliche con decorazioni simili. 

grata del parlatorio delle monache
Sulle pareti dell'ambiente vi sono frammenti di affreschi con decorazione a grottesche.

affreschi a grottesche del parlatorio
affreschi a grottesche del parlatorio
Il convento costruito per le Clarisse già dal 1340 ospitava 200 monache, e alla fine del '500 se ne contavano più di 600.
Ma nel 1924 le Clarisse erano divenute poche e perciò monache e frati Minori Francescani si scambiarono i conventi: da quel momento gli ambienti intorno al chiostro e il chiostro stesso non furono più luoghi di clausura e poterono essere aperti al pubblico.


http://www.monasterodisantachiara.it
Orari: variabili - consultare il sito per le date e gli orari delle visite guidate
Costo:  12€
ATTENZIONE: prenotazione obbligatoria con pagamento anticipato richiedendo le coordinate via e-mail o acquistando il biglietto in loco in biglietteria.


CONCLUSIONI 
La visita guidata alla quale abbiamo partecipato è stata interessante ed esaustiva grazie alla preparazione della dottoressa che ci ha condotto alla scoperta dei luoghi nei quali sono conservate le testimonianze dell'arte giottesca a Napoli.
Anche se non vedo sul sito ufficiale del monastero il calendario di visita per il 2019 spero che continui anche quest'anno questo tour guidato (se siete interessati vi conviene telefonare per chiedere informazioni).
Per approfondire inoltre la conoscenza del Complesso Monumentale di S.Chiara vi suggerisco questo link dal quale ho appreso molte delle notizie scritte nei miei post su questo fantastico sito, e dal quale potrete apprenderne molte altre:
http://www.academia.edu/7137422/Monumenti_in_navigazione_la_basilica_di_S._Chiara_in_Napoli_testo_redatto_nel_2001_http_spazioinwind.libero.it_orpheo2001_



2 commenti:

Maria ha detto...

Grazie per questo bel servizio fotografico abbastanza inedito.

Raffaella ha detto...

Grazie per il complimento Maria!

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