sabato 19 gennaio 2019

Napoli: la Chiesa del Gesù Nuovo, gioiello del barocco napoletano


Affacciata su Piazza del Gesù Nuovo, la piazza attraversata dalla cosiddetta "Spaccanapoli" (l'antico Decumano Inferiore che divide la città tra Nord e Sud), sorge la particolare Chiesa del Gesù Nuovo o Chiesa della Trinità Maggiore.

Piazza del Gesù Nuovo
Sulla stessa piazza, dove in epoca angioina si trovava la porta d'ingresso della città (trasportata nella prima metà del '500 in prossimità di Via Toledo), si erge il più celebre degli obelischi napoletani, la Guglia dell'Immacolata, innalzata per volere del gesuita Francesco Pepe su progetto di Giuseppe Genoino.

Guglia dell'Immacolata
La guglia barocca, alta 34m, fu eretta nel 1747 con i soldi raccolti dai cittadini napoletani.

Le sculture marmoree e i bassorilievi che la decorano furono realizzate da Matteo Bottiglieri e Francesco Pagano.
Decorano la guglia le statue di  S.Francesco Saverio, S.Francesco in Regis, S.Francesco Borgia, Sant'Ignazio di Loyola, i bassorilievi della Nascita della Vergine,  della Presentazione al Tempio, dell'Annunciazione, dell'Incoronazione e i medaglioni di S.Luigi Gonzaga e di  S.Stanislao Kostka.

particolari scultorei della Guglia dell'Immacolata
particolari scultorei della Guglia dell'Immacolata
Sulla sommità si erge la statua in rame dell'Immacolata, opera di Francesco Pagano, che ogni anno viene ornata di un mazzo di rose dai pompieri l'8 dicembre (come accade alla presenza del Papa alla statua dell'Immacolata posta sulla colonna di Piazza Mignanelli a Roma).

Immacolata (Francesco Pagano)
CURIOSITÀ: per un effetto ottico, a seconda della luce della giornata, la statua dell'Immacolata vista di spalle può apparire come la raffigurazione dell'immagine della Morte.
Insieme alla Chiesa del Gesù Nuovo, alla Casa Professa dei Gesuiti e al Palazzo delle Congregazioni, la Guglia dell'Immacolata fa parte della cosiddetta "Insula Gesuitica".

Ma veniamo alla storia e alla descrizione della Chiesa del Gesù Nuovo, la più importante chiesa costruita dai Gesuiti a Napoli.

Chiesa di S.Gesù Nuovo
La chiesa in origine era stata intitolata all'Immacolata, ma fu quasi da subito appellata Chiesa del Gesù Nuovo per distinguerla dalla Chiesa del Gesù Vecchio posta in Via Paladino (zona del Nilo), costruita in precedenza.
La Chiesa del Gesù Nuovo è un esempio di come un palazzo privato possa essere trasformato in un edificio ecclesiastico.
In origine infatti sull'area occupata dalla chiesa era stato costruito il Palazzo Sanseverino, che l'architetto Novello da San Lucano aveva realizzato nel 1470 per volere di Roberto Sanseverino, principe di Salerno.
Una targa in latino posta sull'estremità sinistra della facciata lo testimonia:
"Novello da San Lucano, architetto egregio, per più ossequio che per mercede innalzò questo palazzo al Principe di Salerno, suo signore e precipuo benefattore. Anno MCCCCLXX"
In questo ricco palazzo, con sale affrescate e un giardino splendido, furono ospitati tra i grandi personaggi che frequentarono queste mura anche lo scrittore Pietro l'Aretino e l'imperatore Carlo V (1536). 

La famiglia dei Sanseverino fu una delle più potenti famiglie nobili del periodo aragonese.
Il conte Roberto Sanseverino, per aver combattuto a fianco di re Ferrante d'Aragona nella guerra tra Aragonesi e Angioini, aveva ottenuto il titolo di principe di Salerno (portando via il feudo agli Orsini), e il privilegio di battere moneta.
L'Ammiraglio del Regno di Napoli Antonello Sanseverino, figlio di Roberto, fu invece tra i promotori della Congiura dei Baroni contro il re Ferdinando I d'Aragona e per questo dovette fuggire e si vide confiscare i beni.
La famiglia Sanseverino ritornò in possesso del palazzo dopo che il figlio Roberto ottenne il perdono del re di Spagna.
Ma il figlio di questi, Ferdinando Ferrante, si oppose all'introduzione a Napoli dell'Inquisizione spagnola, e la famiglia si vide nuovamente confiscare il palazzo, che venne messo in vendita e acquistato nel 1584 dai Gesuiti.
Il Palazzo Sanseverino venne quindi ristrutturato e adattato a chiesa dai confratelli gesuiti Giuseppe Valeriano e Pietro Provedi.
La chiesa venne consacrata nel 1601.

Del fastoso palazzo nobile vennero conservati il basamento, le mura laterali e la particolare facciata.

facciata del Palazzo Sanseverino oggi Chiesa del Gesù Nuovo
La facciata è caratterizzata da bugne a punta di diamante in piperno, sulle quali i tagliatori di pietra incisero strani segni, sette lettere in alfabeto aramaico alte 10cm, che sono state interpretate recentemente come note musicali: la facciata a bugnato infatti rappresenterebbe un pentagramma sul quale leggere una melodia musicale rinascimentale per strumenti a plettro (mandola e strumenti affini), che segue i canoni gregoriani.
Un codice armonico si può anche leggere sulla facciata di Palazzo Farnese a Roma.

bugne della facciata con segni
La melodia, da leggersi da destra a sinistra e dal basso verso l'alto, è stata trascritta per organo e intitolata "Enigma".
Ha una durata di circa 45 minuti.

Il caratteristico bugnato ha fatto sorgere la leggenda che servisse ad attirare energie positive all'interno del palazzo, ma essendo stato fatto qualche errore nel posizionamento delle pietre, l'energia positiva fosse stata rivolta verso l'esterno dell'edificio, e ciò spiegherebbe la sequenza di sciagure che il palazzo e la chiesa subirono (confische, crolli, bombe...).

CURIOSITÀ: la facciata a bugnato della Chiesa del Gesù Nuovo, insieme al basamento della Guglia dell'Immacolata, è stata effigiata sul retro della banconota da 10.000 lire (detta "Macchiavelli" perché sul fronte presenta il Ritratto di Macchiavelli di Andrea del Castagno conservato al la National Gallery di Washington), emessa tra il 1976 e il 1984.

La facciata della chiesa presenta tre portali.
Il portale centrale rinascimentale è ancora quello originale del XIV secolo anche se vi sono stati aggiunti gli stemmi dei Sanseverino e della principessa Isabella Feltria della Rovere, due colonne di granito rosso con capitelli corinzi, e il timpano spezzato con angeli e stemma dei Gesuiti (IHS) in epoca barocca (opere dei fratelli scultori Pietro e Bartolomeo Ghetti).

portale centrale della facciata della Chiesa del Gesù Nuovo
timpano del portale centrale della facciata della Chiesa del Gesù Nuovo
Anche i portali laterali sono cinquecenteschi anche se la decorazione dei battenti fu aggiunta nel XVII/XVIII secolo.

portale laterale della facciata della chiesa con stemma della principessa Isabella Feltria della Rovere
Sulla facciata si aprono anche due finestre laterali ed una centrale sulla sommità, opere di Costantino Marasi (1598).

finestrone centrale della facciata (Costantino Marassi - 1598 )
Due volute raccordano la sommità con gli ordini inferiori.
Sono presenti anche alle estremità della facciata due stemmi: uno della famiglia Sanseverino (a destra) e uno di Isabella Feltria della Rovere (principessa di Bisignano e benefattrice nella costruzione della chiesa e moglie di Niccolò Berardino Sanseverino).

stemma di Isabella Feltria della Rovere e voluta della facciata della Chiesa del Gesù Nuovo
La chiesa (66m X 53m) presenta una pianta a croce greca, con tre navate divise da pilastri e dieci cappelle laterali.
navata centrale della Chiesa del Gesù Nuovo
controfacciata della chiesa
Varcato l'ingresso laterale della chiesa si è subito colpiti dallo sfarzo delle decorazioni barocche, dai preziosi marmi policromi che rivestono le pareti e il pavimento e dagli affreschi eseguiti da artisti importanti che arricchiscono l'interno di questo edificio religioso.

pavimento a marmi policromi
marmo policromi alle pareti della chiesa
pavimento navata laterale sinistra
Voltando le spalle all'altare maggiore si può ammirare il grande affresco al centro della controfacciata intitolato la Cacciata di Eliodoro dal Tempio di Gerusalemme realizzato da Francesco Solimena nel 1725.

controfacciata: Cacciata di Eliodoro dal Tempio di Gerusalemme (Francesco Solimena - 1725)
particolare della controfacciata: Cacciata di Eliodoro dal Tempio di Gerusalemme (Francesco Solimena - 1725)
particolare dell'affresco con nome dell'autore e data di realizzazione
Gli affreschi delle controfacciate laterali sono invece stati realizzati da artisti della scuola del Solimena.

La volta a botte della navata centrale è stata affrescata da Belisario Corenzio con soggetti che hanno per tema il Nome di Gesù.

volta navata centrale: Nome di Gesù (Belisario Corenzio - 1638)
volta navata centrale: Nome di Gesù (Belisario Corenzio - 1638)
volta navata centrale: Nome di Gesù (Belisario Corenzio - 1638)
volta navata centrale: Nome di Gesù (Belisario Corenzio - 1638)
A causa del terremoto del 1688 la volta della navata centrale fu ridipinta in parte da Paolo De Matteis: i due riquadri centrali della Circoncisione di Gesù e S.Michele Arcangelo che precipita i demoni.

Circoncisione di Gesù (Paolo De Matteis - 1688)
S.Michele Arcangelo che precipita i demoni (Paolo De Matteis - 1688)
 La cupola che si trova all'incrocio tra navata centrale e il transetto fu costruita e rifatta quattro volte.

cupola della Chiesa del Gesù Nuovo
La prima cupola originaria crollò nel 1688 a causa di un terremoto.
Arcangelo Guglielmelli si occupò del suo rifacimento e Paolo De Matteis la ridecorò con la Gloria della Vergine.
Ma ben presto la cupola si presentò pericolante e fu abbattuta nel 1775... la chiesa rimase chiusa trent'anni.
Una falsa cupola schiacciata venne poi rifatta dall'ingegnere Ignazio di Nardo dal 1786 al 1790.
Infine fu ricostruita in cemento armato, ornata da un controsoffitto cassettonato prospettico nel 1973. 
cupola con cassettonato prospettico e finestre con lunette
Sui pennacchi della cupola sono rimaste le raffigurazioni dei Quattro Evangelisti affrescati da Giovanni Lanfranco nel 1638, mentre la decorazione con il Paradiso dello stesso artista è andata ovviamente perduta nel rifacimento della cupola.

S.Giovanni Evangelista (Giovanni Lanfranco - 1638)
S.Matteo Evangelista (Giovanni Lanfranco - 1638)
S.Marco Evangelista (Giovanni Lanfranco - 1638)
S.Luca Evangelista (Giovanni Lanfranco - 1638)
Il presbiterio fu realizzato da Cosimo Fanzago.

presbiterio della Chiesa del Gesù Nuovo
La volta del presbiterio fu decorata da Massimo Stanzione con Storie Mariane.  che presero il posto degli affreschi di Belisario Corenzio perduti nell'incendio del 1639.

volta del presbiterio
volta del presbiterio: Storie mariane (Massimo Stanzione)
volta del presbiterio: Storie mariane (Massimo Stanzione)
volta del presbiterio: Storie mariane (Massimo Stanzione)
volta del presbiterio: Storie mariane (Massimo Stanzione)
volta del presbiterio: Storie mariane (Massimo Stanzione)
L'altare maggiore con marmi e gemme preziose risale al 1857 ed è opera di Raffaele Postiglione su progetto di Giuseppe Grossi.

altare maggiore
L'altare è decorato con sei medaglioni con busti di Santi che hanno glorificato l'Eucarestia (da sinistra): Santa Giuliana di Liegi, San Stanislao Kostka, Beato Lanfranco di Canterbury, San Tommaso d'Aquino, San Francesco Borgia e San Gaetano Thiene.
I due busti centrali (cioè quelli del Beato Lanfranco e di San Tommaso d'Aquino) sono di Costantino La Barbera, mentre gli altri quattro sono di Gennaro Calì.

Più in basso si trovano tre bassorilievi in bronzo che rappresentano (da sinistra) la Cena di Emmaus, la riproduzione dell'Ultima Cena di Leonardo da Vinci (entrambe di Gennaro Calì) e la Promessa dell'Eucarestia a Cafarnao, di Salvatore Irdi.
Sullo stesso livello, ai due lati estremi, i busti di San Paolo e San Cirillo di Gerusalemme, anche questi di Gennaro Calì.
Infine, ai due lati del bassorilievo dell'Ultima Cena, le statuine di Aronne e Melchisedek, di Giuseppe Sorbilli.

Il tabernacolo in malachite porta l'iscrizione "DEUS ABSCONDITUS HEIC" ("Dio è qui nascosto").

Vergine Immacolata (Antonio Busciolano - 1859)
Nella nicchia dell'abside, attorniata da sei colonne monolitiche in alabastro, si trova la statua marmorea della Vergine Immacolata, opera di Antonio Busciolano, posta su un globo di lapislazzuli sorretto da angeli.
Ai lati della Vergine Immacolata vi sono le statue di S.Paolo (a destra) e S.Pietro (a sinistra), opera di Antonio Busciolano.
I due altorilievi raffiguranti S.Francesco Saverio (a destra) e Sant'Ignazio di Loyola (a sinistra) sono opera di allievi di Domenico Antonio Vaccaro.

Sempre nella zona absidale, su portali in marmo, si trovano due cantorie con due organi seicenteschi, posti uno di fronte all'altro, e due coretti in marmo rosso.

zona absidale con tribuna d'organo e coretto
organo parete destra
organo parete sinistra
coretto sinistro
coretto destro
Quasi appoggiato al pilastro che divide la navata maggiore dalla navata laterale destra in corrispondenza dell'intersezione con il braccio destro del transetto, si trova il pulpito rivestito in marmi policromi. 
 
pulpito
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La navata laterale sinistra è affiancata da quattro cappelle (la terza in corrispondenza del transetto è più grande delle altre) e termina con una cappella che funge da abside della navata.

navata laterale sinistra
Gli affreschi della Trinità con Angeli e Santi Martiri della cupoletta della prima campata e i pennacchi della stessa con Quattro Santi crocifissi sono opera di Belisario Corenzio.

volta e pennacchi della prima campata della navata laterale sinistra
La volta e i pennacchi della seconda campata della navata sinistra sono stati decorati da Belisario Corenzio con Scene della Vita di Cristo e di Maria e con Allegorie delle Virtù (1605).

volta e pennacchi della seconda campata della navata laterale sinistra
La volta e i pennacchi della quarta campata della navata sinistra sono stati dipinti con il Passaggio del Mar Rosso e Quattro Profeti da Giovanni Battista Beinaschi.

volta della quarta campata della navata sinistra
Passaggio del Mar Rosso (Giovanni Battista Beinaschi - 1684/1685)
Daniele (Giovanni Battista Beinaschi - 1684/1685)

Isaia (Giovanni Battista Beinaschi - 1684/1685)
Ezechiele (Giovanni Battista Beinaschi - 1684/1685)
Geremia (Giovanni Battista Beinaschi - 1684/1685)
 
La prima cappella della navata laterale sinistra è la Cappella dei Santi Martiri.
Nel Seicento Costantino Marasi ha realizzato la decorazione in marmo di questa cappella, mentre gli affreschi sono stati dipinti da Belisario Corenzio.

Cappella dei Santi Martiri
Affreschi della Cappella dei Santi Martiri: Storie di Martiri (Belisario Corenzio)
decorazione marmorea della cappella (Costantino Marasi)
Le statue di Santo Stefano (parete sinistra) e di San Lorenzo (parete destra) furono scolpite rispettivamente da Girolamo D'Auria e da quest'ultimo insieme a Tommaso Montani
La pala d'altare rappresenta la Madonna col Bambino e i Santi Martiri ed è opera di Giovanni Bernardo Azzolino.

Madonna col Bambino e Santi Martiri (Giovanni Bernardo Azzolino)
La statua lignea dell'Angelo Custode è un'opera attribuita ad Aniello Stellato e a Orazio Bonocore (1605/1642). 
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La seconda cappella è la Cappella della Natività o Cappella Fornaro.

Cappella della Natività
Gli affreschi della cappella sono stati eseguiti da Belisario Corenzio (1601), che ha dipinto, sull'arcone (da sinistra): l'Adorazione dei Magi, l'Annuncio ai Pastori e l'Adorazione dei Pastori e, sulle semilunette (da sinistra): Davide e Isaia.
Il rivestimento marmoreo a pannelli, la decorazione plastica e la balaustra sono opera di Mario e Costantino Marasi.

Affreschi della Cappella della Natività (Belisario Corenzio - 1601). Sull'arcone (da sinistra): Adorazione dei Magi, Annuncio ai Pastori, Adorazione dei Pastori / Sulle semilunette (da sinistra): Profeta DavidProfeta Isaia
Le statue che decorano la cappella sono di Michelangelo Naccherino il Sant'Andrea (a sinistra) e di Pietro Bernini il San Matteo con l'Angelo (a destra), di Tommaso Montani il San Gennaro (a sinistra) e il San Niccolò (a destra), della bottega del Naccherino il San Giovanni Battista (parete sinistra) e di Girolamo D'Auria il San Giovanni Evangelista (parete destra).

lato sinistro dell'altare: S.Andrea (Michelangelo Naccherino) / lato sinistro dell'altare in alto: S.Gennaro (attr.Tommaso Montani) / lato destro dell'altare: S.Matteo e l'Angelo (Pietro Bernini) / lato destro dell'altare in alto: S.Niccolò (Tommaso Montani)
I cinque Putti sono invece opera di Giovan Maria Valentini e Francesco Cassano.
Nel timpano è racchiusa una Madonna col Bambino attribuita a Girolamo Imparato.

Putti (Giovan Maria Valentini e Francesco Cassano) / Madonna col Bambino (attr.Girolamo Imparato)
La pala d'altare raffigura una Natività ed opera di Girolamo Imparato (1602).

Natività (Girolamo Imparato - 1602)
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I due Cappelloni del transetto sono dedicati ai Santi Fondatori dell'Ordine Gesuita: Sant'Ignazio di Loyola e S.Francesco Saverio. 
transetto destro
transetto sinistro

La terza cappella della navata sinistra, progettata da Cosimo Fanzago, è il Cappellone di Sant'Ignazio di Loyola che costituisce anche la cappella di fondo del transetto sinistro.

Cappellone di Sant'Ignazio di Loyola
La decorazione plastica e la mensola furono realizzate da Cosimo Fanzago, Costantino Marasi e Andrea Lazzari.
Paolo De Matteis ha decorato il riquadro centrale della volta e le semilunette del finestrone con Sant'Ignazio compie la veglia d'armi e Storie di Sant'Ignazio (1698).

volta della cappella
riquadro centrale della volta: Sant'Ignazio compie la veglia d'armi (Paolo De Matteis)
semilunette del finestrone (Paolo De Matteis)
La decorazione del resto della volta e della parete di fondo con Storie di Sant'Ignazio (1637) sono opera di Belisario Corenzio.

Storie di Sant'Ignazio (Belisario Corenzio - 1637)
Storie di Sant'Ignazio (Belisario Corenzio - 1637)
Sull'altare della cappella si trova la pala Madonna col Bambino in trono tra i Santi Ignazio e Francesco Saverio di Paolo De Matteis.

Madonna col Bambino in trono tra Sant'Ignazio e Francesco Saverio (Paolo De Matteis)
Questa tela, proveniente dalla Chiesa di Monteoliveto (Taranto), ha sostituito l'opera di Girolamo Imparato Visione di Sant'Ignazio posta oggi sulla parete destra della cappella.

Visione di Sant'Ignazio (Girolamo Imparato)
Sulla parete sinistra si trova invece una Santissima Trinità e Santi attribuita a  Agostino Beltrano.

Santissima Trinità e Santi (attr. a  Agostino Beltrani)
Ai lati dell'altare le due statue raffiguranti David e Geremia sono opera di Cosimo Fanzago.

David (Cosimo Fanzago)
Geremia (Cosimo Fanzago)























Nella parte alta della parete di fondo del cappellone si trovano tre dipinti: a sinistra la Madonna col Bambino e Sant'Anna di autore ignoto campano del XVI secolo (che ha sostituito Sant'Ignazio che scrive gli Esercizi Spirituali, opera di Jusepe de Ribera andata perduta nel bombardamento del 1943), al centro la Gloria di Sant'Ignazio di Jusepe de Ribera e a destra  Papa Paolo III approva la regola di Sant'Ignazio di Jusepe de Ribera.

Madonna col Bambino e Sant'Anna (autore ignoto campano del XVI sec.)
Gloria di Sant'Ignazio (Jusepe de Ribera)
Papa Paolo III approva la regola di Sant'Ignazio (Jusepe de Ribera)
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La quarta cappella è la Cappella del Crocifisso e di S.Ciro o Cappella Carafa, disegnata da Dioniso Lazzari.

Cappella del Crocifisso e S.Ciro
Sotto l'altare si trova la tomba di S.Ciro di IV secolo, medico, eremita e martire vissuto nel III secolo.

altare della Cappella del Crocifisso e S.Ciro con tomba di S.Ciro (IV sec.) e stemma della famiglia Carafa
Sull'altare si trova un gruppo scultoreo in legno dipinto raffigurante il Crocifisso tra la Madonna Addolorata e S.Giovanni Evangelista, opera di Francesco Mollica (seconda metà del Cinquecento).

Crocifisso tra la Madonna Addolorata e S.Giovanni Evangelista ( Francesco Mollica - seconda metà del Cinquecento)
Ai lati del gruppo scultoreo sono poste le statue di S.Ciro (a sinistra) e S.Giovanni Edesseno (a destra).

La porta in legno intarsiato, posta sul lato destro della cappella, è opera di Marco Tipaldi (fine Seicento).
In un'urna romana posta dinnanzi alla porta si trovano le reliquie di S.Giovanni soldato, un compagno di S.Ciro, proveniente dall'area della Villa di Melecrinis a Napoli.

porta lignea intagliata (Marco Tipaldi - fine Seicento) e urna romana con reliquie di S.Giovanni soldato
Gli affreschi sulla volta della cappella, con Storie della Passione di Cristo, e sulle semilunette del finestrone, con Angeli con i Simboli della Passione, sono di Giovan Battista Beinaschi.

Volta della cappella: Storie della Passione di Cristo e semilunetta del finestrone: Angelo con Simbolo della Passione (Giovan Battista Beinaschi - 1684/1685)
Volta della cappella: Storie della Passione di Cristo e semilunetta del finestrone: Angelo con Simbolo della Passione (Giovan Battista Beinaschi - 1684/1685)
Dal lato sinistro della cappella si può accedere ad uno spazio adiacente alla Sacrestia sulle cui pareti e volta  sono conservati molti exvoto.

exvoto
exvoto
exvoto
exvoto
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La cappella che funge da abside alla navata laterale sinistra è la Cappella di S.Francesco De Geronimo o Cappella Ravaschieri.

Cappella di S.Francesco De Geronimo
L'altare del 1737 è stato firmato da Giuseppe Bastelli ed è sormontato da un gruppo scultoreo che raffigura la Predicazione di S.Francesco De Geronimo di Francesco Jerace (1932).

altare della Cappella di S.Francesco De Geronimo (Giuseppe Bastianelli - 1737) con gruppo scultoreo delle Predicazioni di S.Francesco De Geronimo (Francesco Jerace - 1932)
Nel reliquiario posto sotto l'altare è conservato un braccio di S.Francesco de Geronimo, Santo gesuita vissuto tra il XVII e XVIII secolo.

reliquiario di S.Francesco De Geronimo
Sulle due pareti laterali della cappella si trovano due reliquiari lignei, intagliati, dipinti e dorati (lipsanoteche), con circa 70 busti e con le due statue di Francesco Saverio e Sant'Ignazio di Loyola, realizzati da Giovan Domenico Vinaccia (nel corso della nostra visita il reliquiario posto sulla parete destra della cappella era coperto per restauro).

lipsanoteca (Giovan Domenico Vinaccia)
particolare della lipsanoteca con statua di Sant'Ignazio di Loyola
I marmi della cappella furono disegnati da Domenico di Nardo, Pietro Padua e Giovan Battista Gallone.
L'affresco della volta della cappella con Angeli e Serafini è di Francesco Solimena (1677), mentre la Madonna con S.Francesco de Geronimo è opera di Giuseppe Petronsio (1842).

arcone: Madonna con S.Francesco de Geronimo (Giuseppe Petronsio - 1842)/ Angeli e Serafini (Francesco Solimena)
Le semilunette del finestrone con Giuditta e Giaele sono state realizzate da Ludovico Mazzanti (prima metà del Settecento).

semilunette del finestrone: Giuditta e Giaele (Ludovico Mazzanti - prima metà del Settecento)
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La navata laterale destra presenta volte affrescate.

La volta della cupola della prima campata fu affrescata da Giuseppe Simonelli con i Simboli della Passione, mentre nei pennacchi furono ritratti i Dottori della Chiesa da Giovanni Bernardino Azzolino.

affreschi prima campata navata destra: Simboli della Passione (Giuseppe Simonelli) volta / Dottori della Chiesa (Giovanni Bernardino Azzolino) pennacchi
Nella seconda campata la cupoletta venne decorata con il Sacrificio di Aronne da Gaetano D'Apuzzo (1790), che ha sostituito un affresco di Luca Giordano andato distrutto nel terremoto del 1688, mentre le Quattro eroine del Vecchio Testamento dei pennacchi furono realizzate da Luca Giordano.

affreschi seconda campata della navata destra: Sacrificio di Aronne (Gaetano D'Apuzzo - 1790) cupola / Eroine del Vecchio Testamento (Luca Giordano) pennacchi
La volta della quarta campata della navata laterale destra presenta un affresco di Angelo Mozzillo: I Tre fanciulli nella fornace (1793).

I Tre fanciulli nella fornace (1793)


La prima cappella della navata laterale destra è la Cappella di S.Carlo Borromeo.

Cappella di S.Carlo Borromeo
La pala d'altare di Giovanni Bernardino Azzolino rappresenta l'Estasi S.Carlo Borromeo (1619/1620).

Estasi di S.Carlo Borromeo (Giovanni Bernardino Azzolino - 1619/1620)
Giovanni Bernardino Azzolino ha dipinto anche gli affreschi della volta della cappella.
La decorazione marmorea della cappella è di Costantino Marasi e Vitale Finelli.

Gli Angeli del timpano sono di Cosimo Fanzago.

Angeli (Cosimo Fanzago)
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La seconda cappella è la Cappella della Visitazione e anche detta Cappella di S.Giuseppe Moscati.

Cappella della Visitazione
La cappella è infatti dedicata al Professore Giuseppe Moscati canonizzato da Papa Giovanni Paolo II nel 1987.
S. Giuseppe Moscati nacque a Benevento nel 1880 e dopo aver conseguito la laurea in medicina a Napoli divenne Primario all'Ospedale degli Incurabili e docente universitario di Biochimica.
Dedicò alla sua vita all'assistenza dei malati e dei più poveri.
Morì a soli 47 anni e dopo tre anni dalla morte fu tumulato in questa chiesa.
Sotto l'altare si trovano le sue spoglie racchiuse in un'urna di bronzo realizzata da Amedeo Garufi.
Sul fronte dell'urna vi sono tre bassorilievi che illustrano la vita del Santo medico, insegnante e devoto cristiano.

urna di S.Giuseppe Moscati (Amedeo Garufi)
Alla sinistra dell'altare è stata posta la statua di bronzo che ritrae S.Giuseppe Moscati realizzata da Luigi Sopelsa (1990).

S.Giuseppe Moscati (Luigi Sopelsa - 1990)
Sull'altare si trova una Visitazione opera di Massimo Stanzione.

Visitazione (Massimo Stanzione)
La decorazione marmorea della cappella venne realizzata da Cosimo Fanzago.
Sull'arcone della cappella sono state dipinte da Luca Giordano tre Storie di S.Giovanni Battista, mentre nelle semilunette lo stesso artista ha ritratto S.Giuseppe e il Profeta Isaia (1687).

Storie di S.Giovanni Battista (Luca Giordano) arcone / S.Giuseppe e il Profeta Isaia (Luca Giordano) semilunette
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La terza cappella della navata destra è posta sulla parete di fondo del transetto destro ed è il Cappellone di S.Francesco Saverio che predicò il Cristianesimo in India, Giappone e nell'Arcipelago Malese.

Cappellone di S.Francesco Saverio
Giuliamo Finelli, Donato Vannelli e Antonio Solaro hanno realizzato la decorazione del cappellone.
Michelangelo Naccherino si è occupato della realizzazione delle statue che decorano la cappella, ma le statue di Sant'Ambrogio e di Sant'Agostino sono opera di Cosimo Fanzago (1618).

Sant'Ambrogio (Cosimo Fanzago -1618)
Sant'Agostino (Cosimo Fanzago -1618)
Sull'altare marmoreo realizzato da Giuliano Finelli trova posto un'Estasi di S.Francesco Saverio di Giovan Bernardo Azzolino.

altare del Cappellone di S.Francesco Saverio (Giuliano Finelli)
Estasi di S.Francesco Saverio (Giovan Bernardo Azzolino)
San Francesco Saverio trova il Crocifisso in mare, S.Francesco Saverio caricato dalle croci e S.Francesco Saverio battezza gli indiani (1690/1692) sono le tele realizzate da Luca Giordano che decorano il cappellone.

S.Francesco Saverio trova il Crocifisso in mare (Luca Giordano - 1690/1691)
S.Francesco Saverio caricato dalle croci (Luca Giordano - 1690/1691)
S.Francesco Saverio battezza gli Indiani (Luca Giordano - 1690/1691)
Sulla parete destra del cappellone è posizionata la tela di Fabrizio Santafede che raffigura la Madonna del Rosario e Quindici Misteri.

Madonna del Rosario e Quindici Misteri (Fabrizio Santafede - fine Cinquecento)
Ludovico Mazzanti ha dipinto la tela La Vergine Bambina con Sant'Anna, San Giuseppe, San Gioacchino, San Francesco De Geronimo e San Ciro posta sulla parete sinistra del cappellone.


La Vergine Bambina con Sant'Anna, San Giuseppe, San Gioacchino, San Francesco De Geronimo e San Ciro
(Ludovico Mazzanti - 1720)
Sulla volta si trovano un ciclo di affreschi sulla Vita di S.Francesco Saverio opera di Belisario Corenzio e Paolo De Matteis.
Il riquadro centrale della volta con la Predicazione di S.Francesco Saverio è stato dipinto da Paolo De Matteis.

Miracoli di S.Francesco Saverio e Figure Allegoriche (Belisario Corenzio - 1637)
Miracoli di S.Francesco Saverio e Figure Allegoriche (Belisario Corenzio - 1637)
Miracolo di S.Francesco Saverio (Belisario Corenzio - 1637)
Miracolo di S.Francesco Saverio (Belisario Corenzio - 1637)

volta: Predicazione di S.Francesco Saverio (Paolo De Matteis)
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Sulla sinistra del cappellone si apre l'ingresso ad un oratorio dove sono conservate le memorie di S.Giuseppe Moscati.
Sono qui raccolti numerosi exvoto.

exvoto e ingresso alla Cappellina dedicata a S.Giuseppe Moscati
Cappellina dedicata a S.Giuseppe Moscati
exvoto e ritratto di S.Giuseppe Moscati
exvoto
Gli oggetti appartenuti al Santo esposti nelle vetrine lungo le pareti ripercorrono la vita e l'attività del medico.

vetrina con oggetti appartenuti a S.Giuseppe Moscati
Inoltre in due stanze sono raccolti gli arredi originali del suo studio e della sua camera da letto, donati ai Gesuiti dalla sorella del medico.
 
ricostruzione con arredi originali dello studio medico di S.Giuseppe Moscati
ricostruzione con arredi originali della camera da letto di S.Giuseppe Moscati
E' anche qui esposta la bomba inesplosa che cadde sulla navata centrale della chiesa durante i bombardamenti del 4 agosto 1943.  

bomba inesplosa caduta il 4 agosto 1943
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La quarta cappella della navata destra è la Cappella di S.Francesco Borgia, terzo generale della Compagnia di Gesù.

sotto l'arcone la Cappella di S.Francesco Borgia
La cappella, distrutta nel terremoto del 1688, fu ricostruita nel Settecento.
La pala d'altare con San Francesco Borgia in preghiera davanti al Santissimo Sacramento è opera di Sebastiano Conca.

Gli affreschi sono di Angelo Mozzillo (gli Angeli della volta) e di Antonio Gamba (le Virtù delle semilunette).
L'altare marmoreo è opera di Giuseppe Astarita e Mario Gioffredo.

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La cappella che funge da abside della navata laterale destra è la Cappella del Sacro Cuore o Cappella Carafa.
La cappella era stata precedentemente dedicata alla Santissima Trinità.

Cappella del Sacro Cuore
La decorazione marmorea è opera dei fratelli Mario e Costantino Marasi.
Sull'altare, il Sacro Cuore è stato realizzato da Manifattura parigina (1904).
Gli affreschi con Storie degli Angeli dipinte sulle pareti, sulle semilunette e sulla volta sono stati realizzati da Belisario Corenzio (1605).


Orario: 7.00/13.00   16.00/20.00


CONCLUSIONI
La Chiesa del Gesù Nuovo, chiesa dallo stile architettonico rinascimentale ma dalle rifiniture barocche, è a giusta ragione considerata una delle chiese più belle di Napoli.
La sua facciata la rende un edificio particolare.
Entrati al suo interno poi, si rimane un attimo disorientati nella ricerca di dove gettare l'occhio per iniziare la visita.
La ricchezza delle sue decorazioni, che hanno visto impegnati artisti di grande talento, la rendono così importante artisticamente che non si può rimanere indifferenti.
Voglio ringraziare moltissimo il Sig. Gaetano Silvestri Campagnano che gentilmente mi ha fatto notare alcune inesattezze scritte nel post, e che sono andata prontamente a correggere.


1 commento:

Anonimo ha detto...

come sempre...contributo fotografico ineccepibile. Meglio di una Treccani. Grazie!

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