lunedì 7 gennaio 2019

Napoli: il Complesso Monumentale di S.Chiara (il Museo dell'Opera e l'Area Archeologica)


Uno dei siti monumentali più importanti di Napoli, e quindi da non dimenticare di visitare, è
il Complesso Monumentale di S.Chiara.

Oltre la Basilica, il Chiostro Grande, la Biblioteca e un Presepe napoletano (di cui ho parlato in altri post), è possibile visitare all'interno del sito anche il Museo dell'Opera e l'Area Archeologica annessa.
Volendo poi approfondire la conoscenza del sito e dei resti dell'opera di Giotto in questi luoghi, si può partecipare ad una visita speciale all'interno dei locali del monastero abitualmente chiusi al pubblico perché aree riservate alla clausura delle monache.

Il Museo dell'Opera è stato aperto al pubblico al piano terra del braccio occidentale del Chiostro Grande di S.Chiara nel 1995.

una sala del Museo dell'Opera
Il museo è stato creato per poter raccogliere e mostrare ciò che si è riusciti a salvare dall'incendio che il bombardamento aereo del 4 agosto del 1943, durante la seconda guerra mondiale, ha bruciato e devastato nella Basilica di S.Chiara.

fistula acquaria di piombo del complesso termale con l'iscrizione CAECINE ALBINI (nome del concessionario dell'acqua)
Nelle quattro sale che compongono il museo è percorsa la storia di quest'area del centro storico di Napoli dall'antichità al XX secolo.

Il primo ambiente del museo dopo l'ingresso è chiamato Sala dell'Archeologia.

Qui sono raccolti i reperti rinvenuti durante i restauri degli anni '50 che comprendono parte di un edificio termale esteso anche all'area esterna al museo, sino al muro di cinta.

strutture termali all'interno della Sala Archeologica del museo (ambiente con ipocausto)
strutture termali all'interno della Sala Archeologica del museo
strutture termali all'interno della Sala Archeologica del museo
Tra le testimonianze archeologiche raccolte in questa prima sala ci sono una colonna scanalata in marmo cipollino di età imperiale rinvenuta durante gli scavi di questa sala (1991), una fistula acquaria iscritta pertinente il complesso termale romano, materiali di reimpiego che furono adoperati per costruire la basilica e alcuni dei suoi monumenti funebri.
Sono anche conservati frammenti ceramici venuti alla luce durante gli scavi dell'area conventuale e dell'area archeologica delle terme romane, usate come "sversatoio": anfore romane e frammenti di vasellame di uso quotidiano nel monastero (XIII/XIX secolo).

colonna di età imperiale
capitello corinzio romano(II/III sec.d.C.) e anfore per olio e vino (IV sec.d.C.)
pannello a decorazione vegetale (III secolo d.C.)
fusto di colonna rilavorato / base configurata con protome taurine per tripode, candelabro o vasca (I/II sec.d.C.)
frammenti di vasellame ceramico rinvenuti negli scavi dell'area archeologica e nel complesso monastico
frammenti di vasellame ceramico rinvenuti negli scavi dell'area archeologica e nel complesso monastico
frammenti di vasellame ceramico rinvenuti negli scavi dell'area archeologica e nel complesso monastico
frammenti di vasellame ceramico rinvenuti negli scavi dell'area archeologica e nel complesso monastico

Ci si può spostare quindi nell'area esterna del museo per visitare l'Area Archeologica delle terme romane, costruite nel I secolo d.C. e rimaste in uso sino al IV secolo d.C.

Area Archeologica esterna al museo
Queste terme romane, tra le più complete rinvenute a Napoli (900mq), sorgevano al di fuori della cinta muraria, ad Ovest della città greco-romana, in quello che doveva essere un quartiere residenziale con edifici pubblici.
In un secondo tempo le terme vennero inglobate nella cinta muraria costruita nel 440 d.C. quando la città si era espansa.

fasi costruttive dell'area archeologica dal I al XVII secolo
Articolati su due settori paralleli: una piscina (natatio) e un lungo corridoio in un settore, e gli ambienti termali veri e propri nell'altro (il laconicum, i tepidaria, il frigidarium).

La piscina, originariamente coperta, era servita ad est da un corridoio il cui muro costeggiava il lato porticato di una probabile palestra (area archeologica interna al museo).

banchina della piscina (a sinistra) e corridoio  (a destra)
Sul lato ovest invece la piscina era costeggiata da un canale pertinente ad una diramazione dell'acquedotto del Serino (area archeologica esterna).
Il canale è in opera reticolata con ammorsature in tufo.

resti di un braccio dell'acquedotto del Serino
Sul lato corto meridionale si trovano gli scalini che permettevano l'entrata in acqua.

banchina e scalini di discesa in acqua della piscina
A occidente della piscina si trovano i resti delle strutture dell'ipocausto con suspensoria a colonnine cave dei tepidaria (bagni mediamente caldi), e una sala circolare con nicchie angolari identificabile con il laconicum (bagni di sudore ad aria calda e secca).

laconicum
Gli ambienti termali sono su due livelli: tramite un vestibolo adiacente al laconicum, si poteva accedere dal piano terra al piano ipogeo di servizio.

vestibolo e accesso agli ambienti ipogei delle terme
vestibolo (ambiente con scala moderna) tra il frigidarium e il laconicum
Accanto al vestibolo, nella parte settentrionale delle terme, sorgeva l'ambiente più imponente di queste terme, probabilmente identificabile con il frigidarium per la sua posizione a Nord e per la mancanza di strutture di riscaldamento (era infatti un ambiente per i bagni di acqua fredda).
Altre ipotesi dicono che potrebbe essere stato invece un ninfeo.

Quest'ambiente a pianta rettangolare presentava nella parete meridionale tre nicchie: una centrale rettangolare, fiancheggiata da due nicchie circolari.

parete meridionale del frigidarium
Sulla parete opposta invece presentava tre grandi arcate che furono tamponate in un secondo tempo quando questo ambiente fu trasformato in una cisterna a due navate.

frigidarium/cisterna
arcate tamponate del frigidarium/cisterna
Il calidarium invece potrebbe essere stato a sud del laconicum in un'area non ancora esplorata.

In epoca tardoantica nel vestibolo dell'accesso originale alla piscina (sul suo lato breve meridionale), fu aggiunta una vasca ottagonale.
Fu costruita in mattoni di tufo e oggi è divisa in due da un muro.

resti della vasca ottagonale
resti della vasca ottagonale
Una seconda vasca rettangolare absidata fu costruita nella stessa epoca in quello che in origine doveva essere un tepidarium.

vasca rettangolare absidata tardoantica (sotto la passerella)
lato absidato rivestito in marmo della vasca rettangolare absidata
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Rientrati nelle sale del museo si prosegue la visita.
La seconda sala del museo è la Sala della Storia.

Sono qui esposti pannelli, foto e reperti che aiutano a spiegare le vicende del complesso monastico nei secoli.

plastico della cittadella francescana di S.Chiara
Si trovano qui i busti processionali in legno di coloro che vollero la costruzione della cittadella francescana di S.Chiara: Re Roberto d'Angiò e la Regina Sancia di Maiorca (XIX secolo).

busto processionale della Regina Sancia di Maiorca (XIX sec.)
busto processionale di Re Roberto d'Angiò (XIX sec.)
E' qui esposta la ruota del convento che rappresentava l'unico contatto con il mondo esterno per le monache.
Era posta in un vano presso l'ingresso del convento e venne rimossa nel 1960.

ruota del convento
Nel centro della sala si trova il calco in gesso di una colonna anteriore del ciborio, realizzato nell'Ottocento.
Le colonne del ciborio trecentesco erano state realizzate ad imitazione di quelle sveve della Chiesa di S.Maria del Monte in Puglia.
Quando il ciborio a "pergula" fu disfatto nel Cinquecento, le colonne furono utilizzate come sostegno al ciborio posto sull'altare.

calco in gesso di una colonna tortile del ciborio (XIX sec.)
Di questo antico ciborio a "pergula" rimangono pochi frammenti tra i quali un capitello con foglie d'acanto, aquile e teste femminili.

resti del ciborio a "pergula" (XIII sec.)
 Sono anche esposti elementi decorativi del chiostro grande maiolicato e delle sue fontane.

elementi decorativi del chiostro grande maiolicato
Sono presenti anche alcune statue lignee tra le quali due angeli reggifiaccola seicenteschi posti un tempo sulla balaustra della Scala Santa, e un S.Michele Arcangelo.

statue lignee
Angelo reggifiaccola (XVII sec.)
Angelo reggifiaccola (XVII sec.)
S.Michele Arcangelo
Alcune foto poi riproducono le immagini del sito prima e dopo i bombardamenti del 1943, e le fasi di ricostruzione.

immagini fotografiche
uno dei pannelli della sala
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La terza sala è chiamata la Sala dei Marmi, che occupa quello che anticamente era un camerone di lavoro delle monache.

Vengono infatti qui esposti stemmi nobiliari, statue e decorazioni marmoree delle cappelle laterali della basilica.

frammenti della balaustra e di una scultura di scrivano che decoravano il Monumento funebre di Antonio e Onofrio Penna (Antonio Bamboccio)
frammenti del Monumento sepolcrale della famiglia Mascambruno (scultore napoletano - XVII sec.)
coppia di stemmi della famiglia Cito Filomarino (Antonio di Lucca - XVIII sec.) e stemma dell'altare della cappella Cito Filomarino (XVII sec.)
Monumenti funebri di Carlo e Baldassarre Cito Filomarino (Giuseppe Sammartino - XVIII sec.)
Si trovano qui in mostra anche i resti dell'altare del XIV secolo, opera dei fratelli Bertini e di uno scultore napoletano.

foto storica dell'altare del XIV secolo
Era costituito da una mensa che poggiava su archetti ogivali trilobati, all'interno dei quali si trovavano sculture di Santi, Apostoli e profeti.
Rimangono solo quattro delle statuine che lo decoravano.


Sono presenti in questa sala anche i frammenti del pulpito della chiesa trecentesca.

frammenti del pulpito (XIV sec.)
Originariamente il pulpito in marmo, attribuito ad uno scultore napoletano, era posto sul pilastro dell'ultima cappella di sinistra ed era a pianta pentagonale sorretto da colonne poggianti su leoncini stilofori.
foto storica del pulpito
Quando il pulpito in epoca barocca fu spostato sull'ottavo pilastro sinistro della stessa parete, la cassa divenne quadrangolare.

Quel che rimane di questo antico pulpito sono frammenti di due capitelli, alcuni leoncini stilofori, frammenti di tre bassorilievi e il bassorilievo già eliminato nel rifacimento barocco.
Questo pannello raffigura il martirio di Faustina prima torturata e poi decapitata sotto gli occhi del marito l'imperatore Massenzio che assisteva alla scena dalla finestra del castello.

leoncini stilofori del pulpito (XIV sec.)

Anche i resti del  monumento funebre di re Roberto d'Angiò che non sono potuti essere ricollocati perché troppo frammentari sono riuniti in questa sala.

frammenti del Monumento funebre di re Roberto d'Angiò: testa della Madonna, Re Roberto inginocchiato davanti a S.Francesco e cortine del tendaggio (Giovanni e Pacio Bertini - XIV sec.)
foto storica del Monumento funebre di Re Roberto d'Angiò prima del bombardamento

Interessante anche il frammento di una tavola con bassorilievo della Crocifissione di Tino di Camaino e bottega (XIV secolo).
La parte liscia di questo frammento fu riutilizzato per scolpirvi le cortine del Monumento funebre di Agnese e Clemenza di Durazzo.

Crocifissione (Giovanni e Pacio Bertini - XIV sec.)
Sono anche qui conservati i trecenteschi frammenti di 10 delle 11 tavole scolpite a bassorilievo del fregio sulla Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria, opera di Giovanni e Pacio Bertini (1345).
Sotto ogni rappresentazione dei pannelli si trova una didascalia in caratteri franco-gallici.

fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
fregio della Vita e martirio di S.Caterina d'Alessandria (Giovanni e Pacio Bertini - 1345)
La collocazione di questi pannelli (commissionata dalla famiglia Marnella) all'interno della basilica è incerta: forse in controfacciata sopra alla porta principale della chiesa come raccordo delle tribune, o forse delimitavano il coro dei frati nel presbiterio prima che il coro fosse trasferito nel vestibolo d'ingresso (nartece) della chiesa (XVI/XVII sec.).

collocazione in controfacciata del fregio nella basilica barocca di S.Chiara

Trovano posto in questa sala anche alcuni manufatti in tarsie di marmi policromi.

parasta con teca per l'olio Santo e frammento di parasta (XVIII sec.)
urna portacroce (XVI sec.) con i simboli della Passione
Nella sala sono conservati anche i resti in marmo delle balaustre delle terrazze sulle quali affacciavano le celle delle monache che non potevano usufruire del portico del chiostro.

balaustra delle terrazze con bassorilievo con Madonna col Bambino
Le balaustre a colonnine erano decorate con stemmi delle casate delle monache che abitavano le celle o da bassorilievi a temi religiosi.

bassorilievo con stemma e bassorilievo con Annunciazione delle balaustre delle terrazze delle celle delle monache (XVII sec.)
bassorilievi con motivi vegetali o stemmi delle balaustre delle terrazze delle celle delle monache (XVII sec.)
bassorilievi con stemmi delle balaustre delle terrazze delle celle delle monache (XVII sec.)
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La quarta sala. chiamata Sala dei Reliquiari, occupa il piano soppalcato della precedente sala.

reliquiari
Sono esposti in questa sala i reliquiari portati in salvo dalle monache durante i bombardamenti.

reliquiario di S.Agostino (Maestranze napoletane - XVII sec.) / base (XVIII sec.)
reliquiario in argento di S.Bartolomeo apostolo (1470)
busti reliquiari lignei policromi
busti reliquiari lignei policromi
reliquiario di sant'Orsola
reliquiario di S.Apollonia
reliquiario di S.Tecla
cofanetto portareliquie di S.Lorenzo (1729)
cofanetto portareliquie in ambra e avorio con raffigurazioni di Santi vescovi ( maestranze polacche - XVII sec.)
Trovano posto in questa sala anche alcuni paramenti liturgici.

paramenti liturgici
drappo processionale con S.Chiara e S.Francesco (manifattura napoletana - XVII sec.)
velo di baldacchino con Trinità che incorona la Vergine (manifattura napoletana - XVII sec.)
Tra le statue lignee qui conservate un Ecce Homo di Giovanni Merliano da Nola (1519/1520), un S.Giovanni dolente attribuito a Giovanni Bertini (XIV secolo), un S.Antonio da Padova (XVI sec.).

Ecce Homo (Giovanni Merliano da Nola -1519/1520) / S.Giovanni dolente (Giovanni Bertini - XIV sec.)
In questa sala è possibile anche vedere la tipologia delle stanze delle clarisse professe al servizio delle Clarisse coriste, con la scala di collegamento tra le celle e il piano superiore.

"sottocella" dove abitava la monaca servitrice
"sottocella" dove abitava la monaca servitrice

http://www.monasterodisantachiara.it
Orario: lunedì/sabato   9.30/17.30
            domenica        10.00/14.30
Costo: 6€


CONCLUSIONI
La visita del Complesso monastico di S.Chiara non è completa se non si spende un po' del proprio tempo nelle sale del Museo dell'Opera e nell'area archeologica annessa.
I reperti conservati in questo museo, corredati da interessanti spiegazioni, sono un valido aiuto nella comprensione di questo importante sito.

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