domenica 17 marzo 2019

Napoli: la Chiesa di S.Giovanni a Carbonara


La trecentesca Chiesa di S.Giovanni a Carbonara, dedicata a S.Giovanni Battista, venne costruita vicino a Porta Capuana in un'area al confine nord-orientale della città greco-romana che all'epoca era considerata "extra moenia".

Era questo il luogo in cui in epoca romana sorgevano il Tempio di Marte e il Tempio di Mercurio, e dove si svolgevano i "ludi gladiatori neapoli", ovvero i giochi d'iniziazione alla guerra.

Per secoli i detriti e il fango provenienti dalle zone collinari si riversavano con le piogge in questa vallata per poi finire in mare.
L'area veniva usata come "discarica": qui venivano gettati infatti i rifiuti dati poi alle fiamme.
Per questo motivo il luogo era detto "ad carbonetum" e da qui il nome "a Carbonara" con il quale la chiesa è conosciuta.

Quest'area fuori le mura di Napoli era il luogo in cui si svolgevano in epoca angioina tornei e giostre cavalleresche.
Nel 1343 Francesco Petrarca, dopo aver assistito a questi cruenti combattimenti insieme alla corte angioina, scrisse al cardinale Colonna riportando nella sua lettera la sua disapprovazione.
I tornei in questo luogo furono aboliti solo quarant'anni dopo.

Tra il 1330 e il 1343, anno dell'inizio della costruzione della chiesa, Gualtiero Galeota fece dono di alcuni suoi terreni e proprietà che possedeva in questa zona ai monaci agostiniani.
I lavori di costruzione della chiesa continuarono fino al 1418.

L'ampliamento della chiesa agli inizi del Quattrocento fu voluto da re Ladislao di Durazzo che voleva essere sepolto in questa chiesa e creare qui il pantheon della famiglia d'Angiò.
Il re fece costruire anche un chiostro (andato perduto).

La chiesa è anche legata alla nobile famiglia Caracciolo, sia del ramo di Vico che del ramo del Sole, che fecero costruire grandiose cappelle.
Con una donazione di Concia Caracciolo si costruì un secondo chiostro, il Chiostro della Porteria.

A metà Quattrocento venne costruita la Cappella di Somma che portò all'eliminazione della facciata della chiesa e allo spostamento dell'ingresso sul lato destro del luogo di culto.

Nel 1570 il cardinale Girolamo Seripando volle costruire un terzo chiostro e una biblioteca.
La Chiesa di S.Giovanni a Carbonara non sorge isolata.
ingresso al complesso monumentale della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara
Il complesso monastico è costituito infatti da una sovrapposizione di strutture architettoniche comprendenti:

- la rinascimentale Cappella di S.Monica posta sul lato destro dell'abside della chiesa, sorta nel Quattrocento per volere della famiglia Sanseverino, e che è divenuta la facciata della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara da quando questa non ne ha più una propria.
Il portale gotico è decorato con statue di Santi e presenta nel timpano un affresco con la Vergine in Gloria attribuito a Leonardo da Besozzo.

facciata della Cappella di S.Monica
portale della Cappella di S.Monica
particolare del portale della Cappella di S.Monica: Santi
particolare del portale della Cappella di S.Monica: Vergine in Gloria (attr.Leonardo da Besozzo)
- la cinquecentesca Cappella Seripando, voluta dal cardinale Girolamo Seripando, posta a sinistra dell'ingresso della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara, staccata da questa e con ingresso autonomo.

facciata della Cappella Seripando
ingresso della Cappella Seripando
- la settecentesca Chiesa della Consolazione degli Afflitti a Carbonara, posta sotto alla Chiesa di S.Giovanni a Carbonara (l'ingresso è posto tra le due rampe dello scalone) e per questo funge da cripta.
ingresso della Chiesa della Consolazione degli Afflitti a Carbonara
- la Chiesa della Pietatella a Carbonara, attigua al complesso architettonico, fondata nel XIV secolo anche se l'aspetto non lo direbbe a causa dei restauri ottocenteschi.
Nell'ospedale fondato insieme alla chiesa nel 1383 venivano portati, per essere soccorsi, i feriti dei tornei e delle giostre che si tenevano in quest'area.

ingresso della Chiesa della Pietatella a Carbonara
Nel 1707, per ovviare al dislivello con la strada sottostante e per collegare le varie cappelle con la chiesa, l'architetto Ferdinando Sanfelice progettò lo scalone monumentale in piperno a doppia rampa (a tenaglia)

scalone monumentale della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara
scalone monumentale della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara
Il convento divene nel XVII/XVIII secolo una delle scuole più frequentate dai rampolli delle famiglie nobiliari napoletane e fu qui fondata una scuola per i servi dei nobili.
Con la soppressione degli ordini monastici durante il periodo borbonico il complesso ospitò una scuola militare  che divenne con l'Unità d'Italia la Caserma Garibaldi.
La chiesa fu bombardata nel 1943 durante la seconda guerra mondiale, e i restauri effettuati eliminarono le aggiunte ottocentesche che erano state apportate.

Dopo aver percorso lo scalone ci si trova in un piazzale dove si apre l'ingresso laterale della chiesa con un portale gotico della prima metà del Quattrocento con pilastri ornati con gli stemmi dei d'Angiò-Durazzo e dei Caracciolo del Sole.

fianco laterale della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara con ingresso
portale d'ingresso della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara
decorazione dei pilastri del portale
Nell'affresco della lunetta del portale sono stati raffigurati da Leonardo da Besozzo Sant'Agostino e S.Tommaso.

lunetta del portale: Sant'Agostino e S.Tommaso
Le nicchie vuote laterali al portale contenevano prima le statue di una Madonna col Bambino e di S.Caterina.
L'interno della chiesa è a croce latina con navata unica e sette cappelle: cinque nella navata (due sul lato sinistro e tre sul lato destro), una in controfacciata e una in zona absidale.
navata della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara
Il soffitto della navata è a capriate lignee, mentre l'abside presenta una copertura a crociera.

soffitto a capriate lignee
Varcato l'ingresso della chiesa e volendo compiere un percorso in senso orario, sul muro a sinistra dell'ingresso si trova appesa una tavola con un Angelo Annunciante e S.Giovanni Battista, opera realizzata da Giovanni da Gaeta (XV secolo).

Angelo Annunciante e S.Giovanni Battista (Giovanni da Gaeta - XV sec.)
Segue sempre appesa al muro la lastra tombale di Galeazzo d'Itri (XV secolo).

lastra tombale di Galeazzo d'Itri (XV sec.)
La cappella che si trova subito dopo è la Cappella d'Eboli di Castropignano.

Cappella d'Eboli di Castropignano
Si scorge l'ipogeo aperto che custodiva i resti della famiglia.

entrata e lastra dell'ipogeo funerario
Sulle pareti laterali della cappella furono sistemati il monumento funebre di Francesco d'Eboli (XVIII secolo) e il monumento funebre di Zanobia Revertera (XVIII secolo).

monumento funebre di Francesco d'Eboli (ignoti autori napoletani - XVIII sec.)
monumento funebre di Zanobia Revertera (ignoti autori napoletani - XVIII sec.)
____

Sulla controfacciata troviamo in posizione centrale l'arco che conduce alla Cappella di Somma.

arco d'ingresso della Cappella di Somma affiancato dall'Altare della Purificazione (sinistra) e l'Altare del Carmine (destra)
A sinistra dell'arco si trova un altare marmoreo che presenta bassorilievi con la Purificazione opera di Annibale Caccavello (XVI secolo).

altare (autore ignoto) con Purificazione (Annibale Caccavello - 1596)
Il nella parte bassa dell'altare si trova il sarcofago di Biagio Marsicano (XVI secolo).

sarcofago di Biagio Marsicano (XVI sec.)
Alla destra dell'arco si trova l'altare della Madonna del Carmine.
La statua della Madonna col Bambino è opera di Michelangelo Naccherino, mentre la raffigurazione del Padre Eterno fu realizzata da Tommaso Malvito.

altare della Madonna del Carmine (Ludovico Righi e Felice de Felice - 1601) / Madonna col Bambino (Michelangelo Naccherino - 1601) / Padre Eterno (Tommaso Malvito - 1601)
Come si è detto un arco con portale monumentale permette in controfacciata di entrare nella Cappella di Somma.

Cappella di Somma
Questa cappella fu eretta tra il 1557 e il 1566 su disegno di Annibale Caccavello e Giovanni Domenico D'Auria.

altare della Cappella di Somma
Giovanni Domenico D'Auria realizzò l'altare e la parte inferiore del rilievo dell'Ascensione della Vergine, mentre Annibale Caccavello la parte superiore di questo bassorilievo e il monumento funebre di Scipione Somma, committente della cappella.

altare: Ascensione della Vergine (Annibale Caccavello e Giovanni Domenico D'Auria - XVI sec.)
monumento funebre di Scipione Somma (Annibale Caccavello - XVI sec.)
La volta e le pareti furono affrescate con Storie della Vita e della Passione di Cristo e Profeti da autore napoletano ignoto nel XVI secolo.

Storie della Vita di Cristo: Resurrezione (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Disputa di Gesù con i Dottori del Tempio (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Presentazione al tempio (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Adorazione dei Re Magi (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Adorazione dei Pastori (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Visitazione (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Annunciazione (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Vita di Cristo: Pentecoste (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Passione di Cristo / Presentazione di Maria al Tempio /Matrimonio della Vergine (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Passione di Cristo / Matrimonio della Vergine / Fuga in Egitto (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Passione di Cristo (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
Storie della Passione di Cristo (autore napoletano ignoto - XVI sec.)
CURIOSITÀ: al centro del soffitto della cappella fu affrescato un occhio iscritto in un triangolo, in cui si è voluto vedere un richiamo alla massoneria in quanto simbolo di Dio Architetto dell'Universo.

soffitto: occhio iscritto in un triangolo
____

Proseguendo il percorso di visita sul lato sinistro della cappella si trovano la lastra tombale di Angelillo Manco, opera di Antonio Baboccio da Piperno (1421 ca.) e l'affresco che illustra le Storie di S.Nicola da Tolentino di autore ignoto  del XV secolo.

lastra tombale di Angelillo Manco (Antonio Baboccio da Piperno - 1421 ca.)
Storie di S.Nicola da Tolentino (autore ignoto - XV sec.)

A metà navata, posto d'innanzi all'ingresso della chiesa, si trova l'altare/cappella Miroballo.

Altare/Cappella Miroballo
L'altare in marmo, dedicato a S.Giovanni Battista e commissionato da Antonio Miroballo (capostipite di una famiglia di banchieri, vescovo della città di Lettere e presidente della Regia Camera Sommaria), fu realizzato alla fine del '400 ed è attribuito a Jacopo della Pila e a Tommaso Malvito.
L'altare è iscritto in un arco a tutto sesto concluso da un coronamento che porta ancora le tracce della doratura e della pittura azzurra originale.
 
Altare/Cappella Miroballo
Nella parte bassa dell'altare si trovano tre bassorilievi nei quali sono raffigurati putti reggenti festoni con fiori (i due laterali) e Cristo nel sepolcro con la Vergine e S.Giovanni Evangelista (riquadro centrale).

particolare dell'altare: Cristo nel sepolcro con la Vergine e S.Giovanni Evangelista
All'interno dell'arco, nella parte centrale si trova la statua di S.Giovanni Evangelista, realizzata da Giovanni da Nola, affiancato dalle Virtù cardinali (Temperanza, Fortezza, Giustizia e Prudenza).

particolare dell'altare: S. Giovanni Evangelista (Giovanni da Nola)
particolare dell'altare: Giustizia (sinistra) e Temperanza (destra)
particolare dell'altare: Fortezza (sinistra) e Prudenza (destra)
Nella parte superiore è raffigurata la Madonna in trono col Bambino affiancata da Antonio Miroballo con la moglie presentati da S.Giovanni Battista e da S.Giovanni Evangelista.

particolare dell'altare: Madonna in trono col Bambino affiancata da Antonio Miraballo e S.Giovanni Battista (sinistra) e la moglie di Miroballo con S.Giovanni Evangelista (destra)
Nella parte più alta dell'altare è raffigurato Cristo benedicente in un cerchio sorretto da due Angeli, sovrastato dalla statua di S.Michele e affiancato dalle statue di S.Pietro e di S.Paolo.

particolare dell'altare: Cristo benedicente /Angeli / S.Michele / S.Pietro / S.Paolo
Le colonne che sorreggono l'arco sono sostenute da due leoni.
Sopra questi sono raffigurati a bassorilievo due Angeli che sorreggono lo stemma della famiglia Miroballo.

particolare dell'altare: leone / Angelo con stemma dei Miraballo
Nella facciata frontale della colonna sinistra vi sono le statue di S.Gregorio e S.Girolamo, mentre nella facciata laterale si trova il sepolcro di Antonio Miroballo (pronipote di colui che ha fatto realizzare l'altare), con il busto a mezzorilievo opera di Lorenzo Vaccaro (XVII secolo).

particolare dell'altare: S.Gregorio
particolare dell'altare: S.Girolamo
particolare dell'altare: sepolcro di Antonio Miroballo (Lorenzo vaccaro - XVII sec.)
Nella facciata frontale della colonna destra vi sono le statue di Sant'Agostino e Sant'Ambrogio, mentre nella facciata laterale sono rappresentati in basso Tobia e l'Angelo, nel centro S.Monica e il Battesimo di Cristo (in basso), Sant'Antonio da Padova e la Decollazione del Battista (in alto).

particolare dell'altare: Sant'Agostino
particolare dell'altare: Sant'Ambrogio
particolare dell'altare: Tobia e l'Angelo
particolare dell'altare: S.Monica / Battesimo di Cristo
particolare dell'altare: Sant'Antonio da Padova / Decollazione del Battista
CURIOSITÀ: anche in questo altare si sono voluti vedere simboli della Massoneria, tra i quali l'aquila nella decorazione delle colonne, l'unico uccello a poter fissare il sole.
____

La visita prosegue con l'altare marmoreo con la Madonna del Rosario.

Altare della Madonna del Rosario
Decio Tramontano è l'artista che ha dipinto la Madonna del Rosario posta sull'altare.

Madonna del Rosario (Decio Tramontano)

Segue la Cappella Recco.

La cappella era detta anche Cappella del Presepe, in quanto era qui conservato un presepe del 1478, opera di Pietro e Giovanni Alamanno, commissionata da Jaconello Pipe aromatico del duca di Calabria.
Facevano parte del presepe 41 figure (oggi ne rimangono solo 14) che vennero prima conservate in questa cappella e poi nel Museo di S.Martino.

Presepe della Chiesa di S.Giovanni a Carbonara (Pietro e Giovanni Alamanno - 1478 - Museo Nazionale di S.Martino)
Oggi la cappella ospita quel che resta delle maioliche quattrocentesche che rivestivano il pavimento della chiesa.

maioliche quattrocentesche della chiesa
maioliche quattrocentesche della chiesa
Da questa cappella si può scorgere uno dei tre chiostri del convento.

chiostro
____

Continuando lungo la navata verso l'abside, sul lato destro della cappella, si trova l'altare della Madonna delle Grazie, sul quale è posta la statua della Madonna delle Grazie realizzata da Michelangelo Naccherino.

Altare della Madonna delle Grazie (Michelangelo Naccherino - 1578)
____

Si è giunti quindi nell'area absidale introdotta da un arco ogivale.

Ai lati dell'arco sono posizionate due statue: a destra la statua di Sant'Agostino e a sinistra la statua di S.Giovanni Battista, opere di Annibale Caccavello realizzate per la Cappella Recco.

Sant'Agostino (Annibale Caccavello)
S.Giovanni Battista (Annibale Caccavello)
L'area absidale è occupata interamente dall'imponente Monumento funebre di re Ladislao di Durazzo, il mausoleo dedicato dalla regina Giovanna II al fratello morto per avvelenamento quando aveva solo 37 anni.

Monumento funebre di Ladislao di Durazzo (Andrea Guardi da Firenze e artisti toscani - 1414/1428)
Re Ladislao, soprannominato "Re bambino", regnò dal 1386 al 1414, e il suo detto era "Aut Caesar, aut nihil" ("o tutto o niente") perché il suo sogno era quello di vedere un'Italia unita. 
Il monumento di gusto tardo-gotico, realizzato tra il 1414 e il 1428 e attribuito ad Andrea Guardi da Firenze e una bottega di artisti toscani, è alto 18m.
E' diviso in quattro ordini e in cinque fasce verticali.

Le pareti poste dietro al monumento sono state affrescate con motivi geometrici.

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: affresco a motivi geometrici
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: affresco a motivi geometrici
Alla base del monumento sono state scolpite quattro Virtù (Temperanza, Fortezza. Prudenza e Magnanimità), che fungono da cariatidi per l'ordine superiore.

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: Virtù e affresco a motivi geometrici
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: Virtù e affresco a motivi geometrici
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: Temperanza (sinistra) e Fortezza (destra)
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: Prudenza (sinistra) e Magnanimità (destra)
Al secondo ordine si trovano le statue di Re Ladislao e di Giovanna II seduti in trono sotto un'edicola con arco a tutto sesto, affiancati da altre Virtù poste sotto archi trilobati.

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: re Ladislao, Giovanna II e Virtù
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: re Ladislao e Giovanna II
La  parete frontale dietro il secondo registro è affrescata con i simboli del casato angioino, mentre le pareti laterali sono state affrescate con le figure di S.Giovanni Battista e di Sant'Agostino da Leonardo da Besozzo.
I timpani delle edicole trilobate sono decorati con stemmi del casato.

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: S.Giovanni Battista (Leonardo da Besozzo)
particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo:Sant'Agostino (Leonardo da Besozzo)
Il registro superiore è occupato dall'ara sepolcrale del defunto affiancata da un vescovo benedicente (forse S.Ludovico da Tolosa) e da due diaconi (nonostante re Ladislao fosse morto scomunicato).
Il sarcofago è decorato dalle figure di Ladislao, Giovanna II, e da Carlo III e Margherita di Durazzo (genitori di Ladislao e Giovanna).

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: sarcofago di re Ladislao con
re Ladislao, Giovanna II, Carlo III e Margherita di Durazzo / giacente / vescovo e due diaconi / Madonna col Bambino, S.Giovanni Battista e Sant'Agostino
Il baldacchino è decorato da due Angeli con lo scudo dei Durazzo.
Al di sopra del baldacchino si trovano le statue della Madonna col Bambino affiancata da S.Giovanni Battista e Sant'Agostino.

Sull'ultimo livello si trova infine la statua equestre di re Ladislao che sguaina la spada.
Sotto la statua è scritto "Divus Ladislaus".

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo: statua equestre di re Ladislao
Le figure di quattro telamoni, di  Apostoli, Profeti e monarchi decorano i quattro pilastri del monumento

particolare del Monumento funebre di Ladislao di Durazzo:Angeli reggicortina / Apostoli e Profeti (pilastri) / re Ladislao, Giovanna II, Carlo III e Margherita di Durazzo (sarcofago)
Davanti al monumento funebre di Ladislao di Durazzo si trova l'altare maggiore a balaustra (1746) e sotto questo un pavimento a marmi policromi.

presbiterio con altare maggiore a balaustra
Nella parte destra dell'abside si trova una tavola dipinta da Giorgio Vasari che raffigura una Crocifissione.
L'opera fu dipinta per la Cappella Seripando nel 1545.

Crocifissione (Giorgio Vasari - 1545)
Giorgio Vasari aveva dipinto per la Sacrestia di questa chiesa 16 tavole con Storie del Vecchio testamento ed Episodi della Vita del Battista oggi conservate a Napoli al Museo di Capodimonte.
____

Nella zona absidale si aprono due cappelle rinascimentali di due rami della famiglia Caracciolo: la Cappella Caracciolo di Vico e la Cappella Caracciolo del Sole.

Tra le statue delle Virtù/Cariatidi del monumento funebre di Ladislao di Durazzo si trova il passaggio per la cappella posta alle spalle dell'abside: la Cappella Caracciolo del Sole.

La cappella di gusto toscano, circolare e a pianta ottagonale, venne commissionata da Sergianni Caracciolo, gran siniscalco del Regno ed anche amante della regina Giovanna II.
Egli voleva che questa fosse la sua cappella gentilizia.
Sergianni Caracciolo fu ucciso nel 1432 durante una congiura di palazzo, e si vociferava che fosse stata addirittura la regina a comandarne l'eliminazione.
Il monumento funebre di Sergianni Caracciolo fu commissionato da suo figlio Troiano Caracciolo nel 1441 ed è attribuito ad Andrea Guardi da Firenze.

monumento funebre di Sergianni Caracciolo (Andrea Guardi da Firenze ed altri - 1441)
Alla base del monumento si trovano cinque Virtù in armi che reggono la cassa decorata con due geni alati, che sorreggono a loro volta lo stemma famigliare.

particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Virtù-Cariatidi
particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Virtù-Cariatidi
particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Virtù-Cariatidi
particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: sarcofago con figure in armi, geni alati e stemma / iscrizione commemorativa
 Sul sarcofago poggia un'iscrizione commemorativa composta da Lorenzo Valla e la figura eretta del defunto, affiancata da due leoni con elmo.

particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Re Ladislao / leone
particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Re Ladislao / leone
Le due colonne laterali del monumento sono decorate con figure di Virtù (Magnanimità, Prudenza, Fede e Temperanza) e due statuette che rappresentano un'Annunciazione.

particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Magnanimità / Prudenza /Angelo Annunciante
particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: Fede / Temperanza / Annunciata
Sulla fascia laterale del monumento è raffigurato un S.Michele in armi.

particolare del monumento funebre di Sergianni Caracciolo: S.Michele (fascia laterale)

La lastra sepolcrale di Marino Caracciolo nel pavimento davanti al monumento funebre di Sergianni Caracciolo, custodisce i resti di colui al quale, alla morte di Troiano Caracciolo, passò la cappella. 

La cappella fu affrescata nel XV secolo.
La decorazione pittorica della cappella è divisa da cordoni che su colonne s'innalzano sino al centro della cupola formando otto spicchi triangolari curvilinei.

uno degli spicchi in cui è divisa la decorazione pittorica della cappella
La decorazione pittorica si può dividere orizzontalmente in tre ordini.
La parte bassa delle pareti è decorata a motivi geometrici e con sei scene rettangolari con raffigurate Storie Eremitiche di padri agostiniani.

Storie eremitiche dei padri agostiniani (Perinetto da Benevento)
Storie eremitiche dei padri agostiniani (Perinetto da Benevento)
Storie eremitiche dei padri agostiniani (Perinetto da Benevento)
Storie eremitiche dei padri agostiniani (Perinetto da Benevento)
Le scene furono dipinte da Perinetto da Benevento, la cui firma appare scritta su una vasca dipinta in una scena: "PERINECT(US) DE BENIVETO PINXIT".


Storie eremitiche dei padri agostiniani : particolare della fontana con firma dell'autore Perinetto da Benevento

Il secondo ordine della decorazione pittorica, realizzata da Leonardo da Besozzo, illustra nell'area della controfacciata della cappella cinque scene della Vita della Vergine.

controfacciata della Cappella Caracciolo del Sole
Sull'ingresso della cappella è stata affrescata l'Incoronazione della Vergine, a sinistra di questa un'Annunciazione e una Natività di Maria, e a destra la Morte della Vergine e la Presentazione di Maria al Tempio.

Incoronazione della Vergine (Leonardo da Besozzo)
Morte della Vergine (Leonardo da Besozzo)
Annunciazione (Leonardo da Besozzo)

Presentazione di Maria al Tempio (Leonardo da Besozzo)
Nascita di Maria (Leonardo da Besozzo)
CURIOSITÀ: Sergianni Caracciolo, con vestito e cappello blu, appare sulle scale della scena della Natività.
Nella donna accanto alla donna che tiene tra le braccia Maria appena nata, sarebbe da individuarsi Caterina Filangeri, la moglie di Sergianni, e il bambino vicino a lei sarebbe il piccolo Troiano.
Nella stessa scena l'uomo all'estrema sinistra che rivolge lo sguardo verso lo spettatore sarebbe invece l'autoritratto dell'artista.

Natività di Maria: ritratti di Sergianni Caracciolo, Margherita Filingeri, Troiano Caracciolo e autoritratto di Leonardo Besozzo
Gli affreschi rappresentano un documento iconografico della Napoli del '400: furono infatti raffigurati gli usi e i costumi dell'epoca di esecuzione.

Il terzo ordine della decorazione pittorica presenta la raffigurazione di Santi realizzati da Andrea da Fabriano che si alternano a cinque monofore gotiche.

 monofora della cappella / Santi (Andrea da Fabriano)
monofora della cappella / Santi (Andrea da Fabriano)
Santo (Andrea da Fabriano)
Santi (Andrea da Fabriano)
Santo (Andrea da Fabriano)
Santo (Andrea da Fabriano)
Santi (Andrea da Fabriano)
Tra i Santi Andrea da Fabriano ha anche dipinto dietro il monumento funebre di Sergianni Caracciolo due figure di Vir illustris.

Vir illustris (Andrea da Fabriano)
La cupola fu danneggiata più volte e crollò a causa della guerra ed è per questo che manca di decorazioni pittoriche.

cupola della cappella
La cappella conserva un pavimento maiolicato realizzato da manifattura locale tra il 1440 e il 1445.
Le piastrelle, decorate con motivi zoomorfi, fitomorfi, con ritratti di donne e di uomini,compongono ottagoni che s'intrecciano tra loro.

pavimento maiolicato della Cappella Caracciolo del Sole
La cappella venne usata per un certo periodo dai monaci come coro della chiesa.Quest'ambiente sembra essere stato anche adibito a riunioni massoniche: la scritta scalfita sulla parete vicino all'ingresso con la frase "ANTICO E ACCETTATO", le parole con cui venivano accolti i nuovi adepti della loggia massonica, ne proverebbe la funzione.
_____

A sinistra dell'altare maggiore si apre con un arco marmoreo la Cappella Caracciolo di Vico, realizzata tra il 1499 e il 1516 per una delle famiglie più potenti del viceregno spagnolo.
Alle basi delle colonne dell'arco si trovano gli stemmi nobiliari della famiglia.

Cappella Caracciolo di Vico
La cappella voluta da Galeazzo Caracciolo (condottiero della Corona d'Aragona) e progettata da un anonimo che fu influenzato dai lavori del Bramante e del Sangallo, è a pianta circolare.

Le pareti interne presentano quattro grandi arcate, intervallate da otto colonne doriche ad altre quattro arcate più piccole.

Nelle arcate maggiori sono posti l'ingresso, l'altare e due sepolcri, mentre nelle arcate minori trovano spazio le statue di S.Pietro, S.Paolo, S.Giovanni Evangelista e Sant'Andrea della scuola di Giovanni da Nola (XVI secolo).

Sant'Andrea (scuola di Giovanni da Nola - XVI sec.) / busto di Lucio Caracciolo (Girolamo Santacroce)
S.Pietro (scuola di Giovanni da Nola - XVI sec.) / Marcello Caracciolo (Girolamo D'Auria - 1573)
S.Paolo (scuola di Giovanni da Nola - XVI sec.) / Carlo Maria Caracciolo (Ercole Ferrata - 1643)
 S.Giovanni Evangelista (scuola di Giovanni da Nola - XVI sec.) / busto di Carlo Andrea Caracciolo (Giuliano Finelli - 1643)
La cappella presenta una cupola a lacunari con lanternino.
Nel tamburo otto finestre s'alternano ad altrettante nicchie in cui sono poste statue in gesso con raffigurati Apostoli, opera della scuola di Giovanni da Nola (XVI secolo).

cupola della Cappella Caracciolo di Vico
particolare della cupola: Apostoli (Giovanni da Nola - XVI secolo)
particolare della cupola: Apostoli (Giovanni da Nola - XVI secolo)
particolare della cupola: Apostoli (Giovanni da Nola - XVI secolo)
Il pavimento ad intarsi marmorei ha un disegno geometrico radiale.

pavimento intarsiato della cappella
In controfacciata due putti reggicartiglio, opera di Annibale Caccavello, reggono un'iscrizione con la data in cui furono terminata la cappella e il nome di Nicolantonio Caracciolo come prosecutore dei lavori avviati dal padre.

controfacciata della cappella: arco d'ingresso con iscrizione e stemmi famigliari
iscrizione sul portale
L'altare in marmo della cappella, detto Altare dell'Epifania, è stato realizzato nel 1516 circa a due mani da Diego De Siloé e Bartolomé Ordoñez.

altare dell'Epifania (Diego De Siloé e Bartolomé Ordoñez - 1516 ca.)
La raffigurazione a bassorilievo del Cristo morto è opera di Diego De Siloé.
Gli altorilievi della predella illustrano al centro S.Giorgio che uccide il Drago (Diego De Siloé) e accanto a questo riquadro i busti di S.Luca e S.Marco (Bartolomé Ordoñez).

particolare dell'Altare dell'Epifania: Cristo morto / predella: S.Giorgio che uccide il drago (al centro - Diego De Siloé), S.Luca e S.Marco (Bartolomé Ordoñez)
Sopra la predella si trova il riquadro che illustra l'Adorazione dei re Magi (Bartolomé Ordoñez).
Questo riquadro ha la particolarità di divenire, dal basso verso l'alto, da altorilievo a bassorilievo.

particolare dell'Altare dell'Epifania: Adorazione dei Magi (Bartolomé Ordoñez) / S.Pietro (Giovanni da Nola) / S.Giovanni Battista (Girolamo Santacroce - 1517)
Ai lati di questo riquadro vi sono due statue: un S.Pietro, scolpita da Giovanni da Nola e un S.Giovanni Battista realizzata da Girolamo Santacroce.

CURIOSITÀ: la statua in marmo di Carrara del S.Giovanni Battista fu trafugata nel 1977 ma quarant'anni dopo è stata riconosciuta da un antiquario che l'ha restituita spontaneamente in Belgio.

Bartolomé Ordoñez ha anche scolpito a stiacciato le scene poste sotto le nicchie che contengono le statue: in una è raffigurato il Sacrificio di Abramo e nell'altra il Sacrificio di Mosè.

Infine Diego De Siloé ha scolpito nel timpano dell'altare il rilievo di S.Giovanni al centro affiancato da S.Sebastiano e S.Matteo.

La cappella conserva il monumento funebre di Nicolantonio Caracciolo (a destra dell'altare) e il monumento funebre di Galeazzo Caracciolo (a sinistra dell'altare).
I due monumenti funebri furono realizzati in marmo rosato da Annibale Caccavello e Giovanni Domenico D'Auria.

Il monumento funebre di Nicolantonio Caracciolo presenta alla base due tritoni bifidi a lato di un'iscrizione commemorativa.
Ai lati dei tritoni sono scolpiti gli stemmi nobiliari di famiglia Caracciolo del Sole.
I tritoni come cariatidi sorreggono la cassa con fregi.
Al di sopra della cassa si trova la statua eretta del defunto racchiusa in una nicchia.
Ai lati di questa altre due nicchie ospitano statue raffiguranti Virtù.
Al di sopra di queste nicchie sono scolpite figure allegoriche distese.
Nel timpano è raffigurata un'aquila.

monumento funebre di Nicolantonio Caracciolo (Annibale Caccavello e Giovanni Domenico D'Auria)
Il monumento funebre di Galeazzo Caracciolo presenta la stessa tipologia architettonica essendo stato, perché antecedente, modello per quello appena descritto.
Le Virtù Carità e Fedeltà affiancavano la statua del defunto: la statua della Fedeltà fu infatti trafugata.
Nel timpano è rappresentato l'Eterno.

monumento funebre di Galeazzo Caracciolo (Annibale Caccavello e Giovanni Domenico D'Auria - 1557)
_____

Rimangono da visitare le due cappelle e l'altare posti sulla parete destra della chiesa andando dalla zona absidale verso l'ingresso della chiesa.

La prima cappella è detta Cappella del Crocifisso.

Cappella del Crocifisso
L'altare della cappella apparteneva alla Cappella Caracciolo del Sole.
Al suo interno, sulla parete sinistra si trova il monumento funebre di Fabio Caracciolo duca di Martina, opera cinquecentesca di autore ignoto.

monumento funebre di Fabio Caracciolo (autore ignoto - XVI sec.)
_____

Segue la Cappella Argento o Cappella dei Re Magi.

Cappella Argento
Sulla parete sinistra della cappella si trova il monumento funebre di Gaetano Argento (1730), opera di Francesco Pagano su progetto di Ferdinando Sanfelice.

monumento funebre di Gaetano Argento (Francesco Pagano - 1730)
_____

Subito dopo, prima dell'ingresso, si trova l'altare Rocco, opera in cui si nota la mano di Tommaso Malvito ed di altri artisti.
La Madonna col Bambino e Santi è di autore ignoto del XVI secolo.

Altare Rocco (Tommaso Malvito e altri autori) /Madonna col Bambino e Santi (autore ignoto - XVI sec.)


Orari: lunedì/sabato   8.00/12.00   16.30/20.30
           domenica        8.00/14.00


CONCLUSIONI
La Chiesa di S.Giovanni a Carbonara è uno scrigno di capolavori e rappresenta il passaggio tra l'arte gotica e l'arte rinascimentale a Napoli.
E' inoltre considerato tra i luoghi più interessanti della città per quel che riguarda i simboli esoterici e massonici nascosti nelle sue cappelle e sui suoi monumenti.
E' quindi un posto un po' magico ricco di bellezze artistiche, ma defilato rispetto ai siti raggiunti di solito dai turisti.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

OTTIMO LAVORO COME SEMPRE RAFFAELLA. GRAZIE DI TUTTO. PATRIZIA

Raffaella ha detto...

Grazie Patrizia per il tuo commento e per seguire il mio blog.

Posta un commento