sabato 9 marzo 2019

Napoli: la rinascimentale Cappella Pontano, un monumento "da leggere"


Se nel centro storico di Napoli, dichiarato Patrimonio Universale dall'Unesco, si percorre Via dei Tribunali si nota un edificio che sembra nelle forme un tempio antico, costruito in piperno, la pietra grigia vulcanica usata localmente.

E' la Cappella Pontano, la rinascimentale cappella funeraria gentilizia fatta costruire da Giovanni Pontano.

Giovanni Gioviano Pontano
Il Pontano fu uno dei più grandi umanisti del XV secolo.
Nacque a Cerreto di Spoleto e studiò all'Università di Perugia.
Divenne il favorito di corte di Ferrante I d'Aragona, "segretario minore", maestro e precettore di Alfonso duca di Calabria, principe ereditario aragonese.
Fu autore di molte opere letterarie scritte soprattutto in latino.
Fu anche il fondatore di una delle Accademie d'Italia più prestigiose, l'Accademia Pontaniana, frequentata dai più importanti personaggi della cultura rinascimentale (Jacopo Sannazzaro, Alessandro d'Alessandro, Pietro Bembo, Gerolamo Seripando), e dove egli prese il nome di Gioviano.
Perse purtroppo la protezione degli Aragonesi perché si dichiarò amico di Carlo VIII di Francia (che fu per poco tempo re di Napoli col nome di Carlo IV), quando questi scese in Italia e prese il posto dell'esiliato re.
Davanti alla torre campanaria della Chiesa di S.Maria Maggiore alla Pietrasanta il Pontano aveva il suo palazzo (demolito nel 1926 per potervi costruire un edificio scolastico), a pochi passi da quella cappella, dedicata alla Vergine e a S.Giovanni Evangelista, che volle fosse eretta in memoria della prima moglie Adriana Sassona (morta nel 1490), membro di una ricca famiglia napoletana.

La cappella divenne poi la cappella funeraria di tutti i membri della sua famiglia, compreso lui (morto a 77 anni nel 1503), e dei suoi più cari amici (Pietro Golino, detto il Compatre che perse moglie e due figli).

L'attribuzione della realizzazione della cappella è incerta: fu forse disegnata da Francesco di Giorgio Martini da Siena, o forse dal monaco olivetano Giovanni Giocondo da Verona, o forse ancora da Andrea Ciccione (i cui disegni nelle mani del Pontano erano stati realizzati molti anni prima che la cappella fosse eretta).

da sinistra: Cappella Pontano, Cappella SS.Salvatore e Chiesa di S.Maria Maggiore alla Pietrasanta
La cappella che rispetta i canoni vetruviani del tempietto, si trova posizionata sul Decumano Massimo dell'antica Neapolis, ed è connessa tramite la Cappella del SS.Salvatore alla Chiesa di S.Maria Maggiore alla Pietrasanta (la prima chiesa di Napoli dedicata alla Vergine, sorta sull'antico tempio romano dedicato a Diana).

La cappella era anticamente chiamata anche "Ad Arcum" per i due archi che sorreggevano l'adiacente torre campanaria della Chiesa di S.Maria Maggiore alla Pietrasanta.

torre campanaria della Chiesa di S.Maria Maggiore alla Pietrasanta/ a destra della foto l'istituto scolastico che è stato costruito al posto del palazzo di Pontano
La cappella è posta su un alto podio.
Le tre facciate che affacciano sulla strada sono scandite da lesene scanalate con capitelli compositi, sormontati da trabeazione.

facciata  della Cappella Pontano su Via dei Tribunali
La cappella presenta due ingressi ornati di marmo, posti uno sulla facciata meridionale e l'altro sulla facciata orientale, sui quali si trovano pannelli con dediche, la data dell'inizio della costruzione della cappella e le armi della famiglia del Pontano (un ponte con due archi) e quelle della famiglia della moglie Adriana (Ercole che uccide il leone).

ingresso sulla Piazzetta Pietrasanta
L'ingresso su Via dei Tribunali è affiancato da candelabra marmoree.

ingresso su Via dei Tribunali
iscrizione dedicatoria sull'ingresso di Via dei Tribunali con stemma della famiglia Pontano
Sulle facciate si aprono anche piccole finestre, con ornie in marmo.
Le finestre sono affiancate da dodici epigrafi in greco e in latino con intenti religiosi e morali, scritte dallo stesso Pontano.

epigrafi che affiancano le finestre della facciata su Via Tribunali
L'interno della cappella è costituito da due vani sovrapposti: quello sotterraneo funge da cripta.
Il vano superiore a pianta rettangolare è ricoperto da una volta a botte.

interno della Cappella Pontano
L'altare del XVIII secolo contiene la reliquia pagana dell'osso del braccio di Tito Livio, giunta a Napoli con l'amico di Pontano l'umanista Antonio Beccadelli (detto il Panormita dalla sua città natale Palermo), dopo la missione diplomatica portata a termini a Padova (1452).

altare barocco della Cappella Pontano con dedica di Pontano rielaborata da Martorelli
In una nicchia dietro l'altare si trovano affreschi che raffigurano la Vergine col Bambino con S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista, attribuiti a Francesco Cicino da Calazzo (un discepolo di Antoniazzo Romano), che lavorò tra il 1491 e il 1504 a Napoli.


Vergine col Bambino con S.Giovanni Battista e S.Giovanni Evangelista (Francesco Cicino da Calazzo - XV sec.)
Il pavimento è piastrellato con maioliche realizzate nel 1492 da una bottega napoletana: gli elementi ottagonali sono formati da un tozzetto centrale quadrato circondato da quattro piccoli esagoni.
Nella parte centrale sono raffigurate le armi dei Pantano e della famiglia della moglie.
Negli esagoni sono rappresentati motivi geometrici e naturali, profili di uomini, animali e cartigli con le scritte AVE MARIA; PANTANUS FECIT, ADRIANA SAXONA, LAURA BELLA.
Le decorazioni cromatiche delle maioliche risentono di influenze islamiche, bizantine e valenzane.

antico pavimento maiolicato della Cappella Pontano
pavimento maiolicato della Cappella Pontano: nuove maioliche realizzate ad imitazione delle antiche
Sulle pareti, la cui decorazione pittorica originale si limita oggi a un lacerto, furono posti gli scritti e gli epigrammi in latino e greco in memoria della famiglia Pontano rimosse dal pavimento da Giacomo Martorelli durante il restauro della cappella voluto da Carlo di Borbone nel 1759.

lacerto di affresco parietale con decoro architettonico della Cappella Pontano
Queste lapidi, collezionate o ispirate al mondo classico e dettate dal Pontano, fanno della piccola e sobria cappella un antiquarium.

Otto epitaffi in latino esprimono il dolore del pontano per la perdita della moglie e due dei suoi tre figli: Francesco Lucio, Lùcia Marzia e Lucillus, il figlio naturale morto a 50 giorni, avuto da un'amante conosciuta ad Argenta, che l'umanista chiamava Stella.

a sinistra: epigrafe che Pontano scrisse in memoria della moglie Adriana Sassona
epigrafi antiche
in alto: epigrafe del Pontano in memoria della figlia Lùcia Marzia /in basso: lastra tombale di Lùcia Marzia Pontano
in alto a sinistra: epigrafe scritta dal Pontano in memoria del figlioletto Lucio Francesco / in alto a destra e in basso: epigrafi in greco forse provenienti dallo scavo dell'adiacente Chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta e trascrizione in latino di Martorelli
Nel capolavoro "De amore coniugali" del Pontano sono comprese 12 Naeniae dedicate al figlioletto Lucio Francesco (morto nel 1498).

CURIOSITÀ: alle 8 del mattino del giorno del solstizio d'estate, un raggio di sole entra dal rosone della cappella e colpisce un punto sul pavimento vicino alla parete, dove originariamente era posta la lapide ottagonale della moglie di Pontano.

La cappella cadde in stato d'abbandono col trascorrere del tempo.
Fu adibita a sagrestia, abitazione, negozio di fruttivendolo e persino dopo la seconda guerra mondiale a deposito di bare di un'agenzia funebre.
Fu resa fruibile al pubblico dopo restauro nel 1992.

/www.polopietrasanta.com/complesso/
Orario: lunedì/venerdì     10.00/20.00
             sabato/domenica 10.00/21.00
Costo: GRATIS

CONCLUSIONI
La Cappella Pontano è considerata una delle testimonianze più importanti del Rinascimento meridionale.
La cappella è allo stesso tempo un antiquarium, un tempio, un edificio sepolcrale.
E' stata definita "un libro di pietra" perché conserva numerose epigrafi raccolte o scritte dallo stesso Pontano.
E' quindi un sito da visitare sia per il suo valore artistico che culturale e letterario.



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