sabato 2 novembre 2019

Villa Emo, esemplificazione della villa-fattoria palladiana


Un'altra delle ville realizzate da Andrea Palladio entrata nel 1996 nella lista dei Patrimoni dell'Umanità dell'Unesco si trova in provincia di Treviso, a Fanzolo di Vedelago, vicino a Castelfranco Veneto: è Villa Emo.

modellino di Villa Emo (Palladio Museum - Vicenza)
prospetto di Villa Emo (Palladio Museum - Vicenza)
La villa prende il nome dalla famiglia che la fece costruire e nelle cui proprietà rimase per quasi 450 anni.
La famiglia Emo, proveniente dalla Grecia o da Vicenza, si era stabilita a Venezia nel X secolo, ed era entrata nel patriziato veneziano già dal 1297 (vi rimasero fino al 1797 anno della caduta della Repubblica).
Nel XIV secolo un ramo della casata si spostò nell'entroterra veneto, acquistando terreni nella podesteria di Castelfranco.
Fu Leonardo Emo senior che introdusse nel 1518 in queste terre (e per la prima volta nel Veneto), la coltivazione del granoturco, che incrementò la ricchezza famigliare.
Leonardo Emo, uomo molto eloquente, fece una brillante carriera politica nelle magistrature civili e militari.
Fu invece Leonardo Emo junior, che aveva ereditato dal nonno Leonardo senior la tenuta agricola nel trevigiano, a chiedere ad Andrea Palladio di realizzare la sua residenza che, terminata prima del 1570, divenne il fulcro dell'azienda agricola che si estendeva a Nord della Via Postumia, antica strada romana.

L'ordinata trama del territorio agricolo circostante (derivata dalla centuriazione di età romana), con tracciati ortogonali sottolineati da filari di pioppi, strade e viali, divenne lo sfondo per le prospettive palladiane.

L'inizio della costruzione della villa si posiziona cronologicamente tra il 1556 e il 1559.
Andrea Palladio, come per la coeva e non distante Villa Maser, adottò un modello di villa-fattoria ispirata all'architettura antica.

facciata anteriore di Villa Emo
Vista dall'alto la tenuta si sviluppa lungo due direttrici perpendicolari: la villa (orizzontale) e un viale che un tempo era alberato (verticale).

direttrici di Villa Emo
direttrice orizzontale della villa
direttrice verticale vista dalla loggia del corpo centrale
Anche qui il grande architetto progettò un'architettura sobria adatta alle esigenze agricole, ma nello stesso tempo rappresentativa.
La villa ha un prospetto simmetrico: un corpo centrale padronale affiancato da due barchesse porticate.

corpo centrale affiancato dalle barchesse
scorcio del corpo centrale e della barchessa orientale
Ognuna delle due barchesse è ritmata da 11 arcate a tutto sesto poggianti su pilastri con basi e capitelli costituiti da dadi parallelepipedi.

barchessa occidentale
arcate del portico della barchessa orientale
portico della barchessa orientale e sul fondo quello della barchessa occidentale
porticato della barchessa orientale visto da una stanza del corpo centrale
Originariamente, come previsto nel progetto del Palladio, le barchesse erano separate dal corpo centrale da tre campate.
Nel Settecento, quando si volle trasformare la villa in residenza nobiliare dove passare le vacanze, le barchesse furono unite al corpo centrale forse da Francesco Muttoni.

pianta di Villa Emo (Palladio Museum - Vicenza)
Le barchesse, destinate agli usi agricoli, terminano con torri più elevate adibite a colombare, dove si allevavano piccioni per scopo alimentare o vendita.

Nello stesso periodo si realizzò nella barchessa occidentale un oratorio a pianta rettangolare dedicato a S.Giovanni Battista.

portale con timpano in pietra dell'Oratorio di S.Giovanni Batista (a destra della foto)
Il portale dell'oratorio è architravato e presenta un timpano in pietra, sormontato da una nicchia.
Sul tetto della barchessa si trova una piccola campana.

Il primo piano della barchessa orientale non è visitabile, come anche tutta l'ala occidentale.

Per accedere al piano nobile del corpo centrale si passa attraverso tre sale del piano terra della barchessa orientale.
In queste sale con camini sono appese alle pareti alcune tele a soggetto paesaggistico con cornici in stucco.

sale a cannocchiale del piano terra della barchessa orientale
sala del piano terra della barchessa orientale
sala del piano terra della barchessa orientale
sala del piano terra della barchessa orientale
Il corpo centrale, aggettante rispetto alle barchesse, è a pianta quadrata.

facciata del corpo centrale di Villa Emo
Presenta infatti in facciata un pronao classico tetrastilo di ordine dorico, con colonne in laterizio intonacato.

colonne doriche del pronao
Il frontone triangolare è decorato con due Vittorie alate che reggono lo stemma gentilizio degli Emo.
E' opera di Alessandro Vittoria.

frontone della facciata: Vittorie alate e stemma Emo (Alessandro Vittoria)
Le finestre sono prive di cornici.
Davanti alla facciata è posta una rampa d'accesso in pietra, larga come il pronao (unicum nell'opera palladiana), utilizzata per essiccare i prodotti al sole e facilitarne il trasporto nei granai.

rampa d'accesso
rampa d'accesso
Internamente il corpo centrale è suddiviso su tre piani: piano terra con le cucine, piano nobile abitazione del signore, e sottotetto a uso della servitù e granaio.

Dopo aver attraversato nella barchessa orientale le tre stanze del piano terra già citate, si sale al piano nobile del corpo centrale.

Gli interni del piano nobile sono divisi in tre sezioni: due sezioni laterali identiche composte da tre stanze ognuna, e una parte centrale composta da loggia, vestibolo e salone che si affaccia sulla campagna del retro della villa.
Oltre alla simmetria precisa e le proporzioni matematiche applicate nell'architettura del Palladio, ci attende ora lo sfarzoso ciclo di affreschi a soggetto mitologico realizzato da Giambattista Zelotti, seguace del Veronese, realizzato probabilmente per il matrimonio di Leonardo Emo con Cornelia Grimani celebrato il 12 giugno 1565.
Nel ciclo pittorico, diviso in tre registri (basamento, zona centrale e fregio), sono stati raffigurati episodi pagani tratti dalle "Metamorfosi" di Ovidio, ma anche episodi della Storia romana e soggetti cristiani.
Sono rappresentate le allegorie che esaltano il controllo delle passioni e le pratiche delle virtù coniugali.

Salite le scale che conducono al piano nobile, sembra accoglierci il trompe-l'oeil di un Moro che esce da una porta.

trompe-l'oeil di un Moro
Il percorso di visita in senso antiorario inizia entrando nel cosiddetto Camerino delle grottesche orientale, che occupa una posizione simmetrica rispetto al Camerino delle grottesche occidentale.

Camerino delle grottesche orientale
Camerino delle grottesche orientale
Il camerino è così chiamato perché si trova nella zona orientale del piano nobile e perché le sue pareti sono decorate a grottesche.
Nella parete Ovest è raffigurata l'Allegoria della Bilancia, mentre sulla parete Est sono rappresentati il Tempo e la Poesia.

decorazione a grottesche con Allegoria della Bilancia della parete Ovest del  Camerino delle grottesche orientale
Nei due riquadri delle pareti Nord e Sud compaiono raffigurazioni uguali, ma in posizione invertita sulla parete opposta.
Sono rappresentati i simboli terrestri (di Proserpina) e i simboli acquatici (di Anfitrite).

Allegoria dell'Acqua con Anfitrite
Allegoria della Terra con Proserpina
Il soffitto del camerino è originale ed è composto da tabelle in legno decorate con pitture.

soffitto in legno (XVI sec.) con lampada (XVIII sec.) del Camerino delle grottesche orientale
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Sulla destra del Camerino delle grottesche orientale (a settentrione della villa) si accede alla Stanza di Venere (simmetrica rispetto alla Stanza di Ercole).

Stanza di Venere
Finte cornici inquadrano le finestre e le porte della stanza.
Le parete sono suddivise da finte colonne ioniche, il cui basamento è decorato da marmo dipinto.
E' finto anche l'architrave a cornici sottili.
Protagonista delle decorazioni pittoriche di questa stanza è Venere.
Sulla parete che conduce al salone principale della villa, è raffigurato il busto di Venere a monocromo.

busto a monocromo di Venere (sulla porta a destra della foto)
Sulle altre pareti vi sono dipinte tre grandi scene che illustrano il mito di Venere a partire dal caminetto dove Venere è ferita da Amore, poi Venere dissuade Adone dalla caccia (entro l'arcata a Nord della parete occidentale), e infine Venere sostiene Adone morente (nell'arcata meridionale della parete occidentale).

Venere è ferita da Amore
Venere dissuade Adone dalla caccia
Venere sostiene Adone morente
Due Vittorie alate sono rappresentate nei pennacchi degli archi.

pennacchi: Vittorie alate
In una finta cartouche posta sopra alla porta verso il Camerino delle grottesche è dipinto S.Girolamo penitente, che induce a pensare al pentimento e alla penitenza coloro che si lasciano travolgere dai sensi come Venere.

S.Girolamo penitente
Il camino con cornice in marmo rosso e maioliche decorate con motivi geometrici in giallo, bianco e azzurro è cinquecentesco.

camino della Stanza di Venere (XVI sec.)
Il lampadario in vetro di Murano è del XVIII secolo.

lampadario di vetro di Murano della Stanza di Venere (XVIII sec.)
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Si passa ora nel Salone Centrale, un ambiente a pianta quadrata posto a settentrione della villa.

Salone Centrale: parete Ovest
Salone Centrale: parete Est
Salone Centrale: parete Nord
Salone Centrale: parete Sud
Le pareti sono dipinte con finte colonne scanalate corinzie.
Le porte d'accesso alle altre due sale si trovano negli intercolumni.
Sopra queste due porte sono raffigurati episodi della storia romana tratti dalla raccolta "Exempla" dello scrittore latino Valerio Massimo: Scipione restituisce al padre e al fidanzato la principessa prigioniera (parete occidentale) e L'uccisione di Virginia (parete orientale).

Scipione restituisce al padre e al fidanzato la principessa prigioniera
L'uccisione di Virginia
Sono questi due episodi esempi del "buon governo" e del "mal governo".

Nelle finte nicchie sono raffigurati a monocromo: sulla parete orientale Giove (che rappresenta l'elemento "fuoco") e Giunone (che rappresenta l'elemento "Aria"), mentre sulla parete occidentale Nettuno (che rappresenta l'elemento "Acqua") e Cibele (che rappresenta l'elemento "Terra").
Figure di Prigioni sono dipinti sotto le raffigurazioni di queste divinità/elementi, per ricordare i successi militari di alcuni membri della famiglia Emo.

Nettuno e Prigione
Cibele e Prigione
Giunone e Prigione
Giove e Prigione
Sul sottostante basamento sono dipinti a monocromo Scene di Trionfi romani.

Scena di trionfo romano
Scena di trionfo romano
Scena di trionfo romano
Scena di trionfo romano
Due finte colonne corinzie, con timpano decorato con due figure femminili distese Allegorie della Pace e della Prudenza, sembrano sostenere l'arcata che mette in comunicazione nella parete meridionale il Salone Centrale con il Vestibolo.

Allegorie della Pace e della Prudenza
Ai lati delle colonne, dipinte a monocromo violetto, sono raffigurati L'amore di Apollo per Dafne (che simboleggia la vittoria della castità sulla passione dei sensi) e la Gara poetica tra Apollo e Pan (che simboleggia la vittoria della ragione sui sensi).

Sotto due monocromi sono dipinte due finte finestre nei cui timpani sono raffigurati a monocromo i busti di Antonino Pio e Giulio Cesare.

monocromo con L'amore di Apollo per Dafne e busto di Antonino Pio
monocromo con Gara poetica tra Apollo e Pan e busto di Giulio Cesare
 Anche sulla parete Nord nei timpani sono dipinti i busti di Ottaviano e Pompeo.

busto di Pompeo
busto di Ottaviano
Sulla parete Nord si trova appeso lo stemma ligneo intagliato, dorato a foglia d'oro e dipinto, che un tempo era collocato sullo specchio poppiero della nave ammiraglia di Angelo Emo.

stemma famiglia Emo
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Dal Salone Centrale si può accedere alla Stanza di Ercole, posta nella parte occidentale del corpo centrale della villa.

Stanza di Ercole
Stanza di Ercole
Anche questa sala è decorata con finte colonne ioniche scanalate poste su un basamento decorato a finto marmo.
Anche finestre e porte presentano finte cornici.

Stanza di Ercole
La sala, decorata con scene delle gesta di Ercole per trasformarsi da uomo in dio (tratte dalle Metamorfosi di Ovidio), presenta tre grandi raffigurazioni.
Sulla parete orientale si trovano Ercole abbraccia Dejanira e Ercole scaglia in mare Lica.
Sulla parete occidentale Ercole sul rogo.
A monocromo nei pennacchi degli archi vi sono stati raffigurate le personificazioni dei Fiumi.

Ercole abbraccia Dejanira
Ercole scaglia in mare Lica
Ercole sul rogo
Sopra la porta che conduce al Salone Centrale è raffigurata l'Allegoria della Fama, attorniata dagli attributi di Ercole.

Allegoria della Fama
Sopra la porta che conduce al Camerino delle grottesche occidentale è dipinta una finta cartouche con la raffigurazione sacra del Noli me tangere.

Noli me tangere
Il camino cinquecentesco ha una cornice in marmo viola ed è foderato da maioliche a motivi geometrici viola, bianchi e blu.

camino della Stanza di Ercole (XVI sec.)
Nella stanza si trova un pianoforte in radica di noce costruito nel XIX secolo a Vienna da Ludwig Schnabel, appartenuto alla famiglia Testani.

pianoforte Ludwig Schnabel (XIX sec.)
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Segue il Camerino delle grottesche occidentale.

Camerino delle grottesche occidentale
Simboli di questo ambiente, decorato come l'analogo orientale a grottesche, sono il Fuoco o vaticinio e l'Aria o Priapo.

Fuoco
Anche in questo camerino è raffigurata la grottesca della Bilancia (parete orientale rivolta verso il vestibolo), del Tempo (parete orientale) e della Poesia (parete occidentale). 

grottesca della Bilancia
grottesca del Tempo
Anche qui il soffitto del camerino è originale ed è composto da tabelle in legno decorate con pitture.

soffitto in legno (XVI sec.) con lampada (XVIII sec.) del Camerino delle grottesche occidentale
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Proseguendo il percorso antiorario si entra nella Stanza delle Arti, nella zona meridionale dell'ala occidentale della villa.

Stanza delle Arti
Sulle pareti sono raffigurate sei Allegorie delle Arti.
Nella parete settentrionale: Allegoria dell'Astronomia e Allegoria dell'Architettura.

parete settentrionale: Allegoria dell'Astronomia  (a sinistra) e Allegoria dell'Architettura (a destra)
Allegoria dell'Astronomia
Allegoria dell'Architettura
Nella parete orientale: Allegoria della Musica e Allegoria della Scultura.

parete orientale: Allegoria della Musica (a sinistra) e Allegoria della Scultura (a destra)
Allegoria della Musica
Allegoria della Scultura
Nella parete meridionale: Allegoria della Poesia e Allegoria della Pittura.

parete meridionale: Allegoria della Poesia (a sinistra) e Allegoria della Pittura (a destra)
Allegoria della Poesia
Allegoria della Pittura
Putti che giocano a cavalcioni su ghirlande di fiori e frutta decorano il fregio della stanza, sorretto da finte colonne corinzie scanalate.
Anche qui il basamento e le cornici delle finestre e delle porte sono in finto marmo.

fregio con Putti
fregio con Putti
fregio con Putti
Inoltre al centro della parete orientale è raffigurata a monocromo l'Allegoria dell'Estate, mentre al centro della parete occidentale, sopra al camino, è raffigurata a monocromo l'Allegoria dell'Inverno.

Allegoria dell'Inverno
Allegoria dell'Estate
Sulla parete settentrionale è raffigurata in un quadretto una Sacra Famiglia: l'esercizio delle arti permette di far vivere i valori famigliari.

Sacra Famiglia
Anche i questa stanza si trovano un lampadario di vetro di Murano e un caminetto cinquecentesco con cornice in marmo e foderato in maioliche.

lampadario di vetro di Murano della Stanza delle Arti (XVIII sec.)
caminetto della Stanza delle Arti (XVI sec.)
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Si accede quindi alla Loggia, una sorta d'ingresso al piano nobile per chi saliva direttamente dalla rampa posta di fronte, e attraversava gli spazi tra le quattro colonne doriche.

Loggia
rampa d'accesso alla Loggia e prospettiva verso l'ingresso della villa
Le pareti della Loggia sono anch'esse affrescate.
Quattro finte colonne doriche scandiscono la parete settentrionale: due di esse affiancano la porta d'accesso alla villa.

porta d'accesso alla villa e prospettiva verso la campagna sul retro
 In un rettangolo posto sopra la porta è raffigurata Cerere.

Cerere
Affiancano Cerere in due conchiglie il busto di Giunone e il busto di Callisto.

busto di Giunone
busto di Callisto
Dal II libro delle Metamorfosi di Ovidio è tratto il Mito dell'amore tra Giove e la ninfa Callisto raffigurato sulle pareti orientale e occidentale.

Sulla parete occidentale è raffigurato Giove che seduce Callisto, mentre sulla parete orientale è rappresentato Giunone che punisce Callisto tramutandola in orsa.

parete occidentale: Giove che seduce Callisto e ingresso alla Stanza delle Arti
parete orientale: Giunone che punisce Callisto e ingresso alla Stanza di Io
La Loggia ha un soffitto ligneo a cassettoni decorati da rosoni.

soffitto a cassettoni lignei della Loggia
pavimento della Loggia
particolare del pavimento della Loggia
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Alla destra della Loggia, nell'ala orientale della villa, si trova la Stanza di Giove e Io.

Stanza di Giove e Io
La stanza è scandita da finte colonne corinzie su basamento in finto marmo, e anche in questo ambienti sono finte le cornici di porte e finestre.

Stanza di Giove e Io
Il tema degli affreschi della stanza, l'Amore tra Giove e Io, è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio.
Nella parete settentrionale sono raffigurati Giove seduce Io e Giove tramuta Io in giovenca.

Giove seduce Io
Giove tramuta Io in giovenca
Sulla parete meridionale troviamo Giunone consegna Io ad Argo e Mercurio addormenta Argo.

Giunone consegna Io ad Argo
Mercurio addormenta Argo
CURIOSITÀ: se osservate bene il piede di Io della scena in cui la ninfa viene sedotta da Giove, noterete che ha sei dita.

particolare del piede a sei dita di Io
Nella parete occidentale Mercurio decapita Argo e Giunone scopre l'uccisione di Argo.

Mercurio decapita Argo
Giunone scopre l'uccisione di Argo
Dipinte a monocromo troviamo nella parete orientale sopra il caminetto l'Allegoria della Primavera, e l'Allegoria dell'Autunno dipinta sulla parete occidentale.

Allegoria della Primavera
Allegoria dell'Autunno
Sulla parete meridionale è raffigurato il busto di Giunone dipinto a monocromo.

busto di Giunone
Nel quadretto sopra la porta che conduce nella parete settentrionale al camerino delle grottesche orientale è dipinto un Ecce Homo.

Ecce Homo
Il camino con cornice grigia, e maioliche decorate con figure, scene di mesi e mestieri in bianco, azzurro, è cinquecentesco.

Molto bello è il lampadario in vetro di Murano.

lampadario di vetro di Murano (XVIII sec.)
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Rimane da visitare solo il Vestibolo posto in posizione centrale rispetto agli altri ambienti: da qui si può infatti accedere ai due Camerini, al Salone Centrale e alla Loggia.

Vestibolo
Sulle pareti laterali troviamo due porte, di cui solo una è vera e porta ai disimpegni, mentre l'altra è dipinta.
 porta finta e porta vera su una delle pareti laterali del Vestibolo
Nei locali di disimpegno sono collocate due scale: in quello occidentale vi è una scala in legno che conduce al soppalco, nel disimpegno orientale è invece collocata una scala a chiocciola per scendere nelle cucine o salire nel sottotetto adibito a granaio e alloggio della servitù.

scala a chiocciola
scala a chiocciola
In due finte nicchie sono raffigurate due finte statue in bronzo che rappresentano l'Allegoria della Concordia coniugale e l'Allegoria della saggia amministrazione dei beni domestici.

Allegoria della Concordia coniugale
Allegoria della saggia amministrazione dei beni domestici
Nella volta a botte del Vestibolo è dipinto un pergolato con al centro un Amorino alato con rose rosse (simbolo della passione) e bianche (simbolo della purezza).

volta del Vestibolo
volta del Vestibolo con Amorino alato
particolare del pavimento del Vestibolo
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Recandosi sulla parte posteriore della villa si può notare quanto più semplice sia questa facciata.

facciata posteriore del corpo centrale della villa
facciata posteriore della villa con corpo centrale e barchessa occidentale terminante con colombara
giardino Nord
La doppia scala che dal giardino posteriore porta al Salone Centrale non è una scala originaria.

doppia scala d'accesso al Salone Centrale del piano nobile
scala posteriore
affaccio sul giardino posteriore
Da qui si vedono anche i 26 comignoli allineati su tetto.

comignoli sul tetto della barchessa
comignoli sul tetto della barchessa
ingresso alla colombara orientale
Ritornando sulla parte anteriore del giardino della villa si vede la sua attuale sistemazione in parterre con aiuole geometriche delineate da siepi, e decorate da statue lungo i viali e da grandi vasi agli angoli dei parterre.

scorcio del giardino con siepi e statue
scorcio del giardino con siepi e statue
viale con statue
parterre con statue
parterre con statue
Queste statue del XVI secolo furono collocate negli anni Venti del XX secolo e provengono da un'altra proprietà ereditata da Carlo Emo Capolista, Villa Contarini Vernier.

Flora
Bacco
Venere
grande vaso ornamentale
Il cognome Capodilista venne aggiunto nel 1810 da Leonardo Emo a quello della sua famiglia in quanto, in seguito al matrimonio con Beatrice Capolista, aveva ereditato tutte le ricchezze del suocero.

Durante la prima guerra mondiale la villa fu la sede del Comando inglese e ospedale militare, mentre durante la seconda guerra mondiale fortunatamente non fu requisita per scopi militari.

Tra gli illustri personaggi che vennero ospitati in villa ci furono il futuro Edoardo VIII e la futura regina d'Italia Maria Josè.

Ultimo proprietario della famiglia Emo fu Marco Emo Capodilista.
La villa venne venduta nel 2004 alla Banca di Credito Cooperativo...e recentemente è stata venduta ad un privato.

CURIOSITÀ: sono stati girati a Villa Emo il film "Don Giovanni" diretto da Joseph Lesey e il film "Il gioco di Ripley" diretto da Liliana Cavani.

https://www.villaemo.org/
Orari: aprile/settembre   lunedì/venerdì  10.00/18.00   sabato, domenica e festivi  10.00/18.00
          ottobre/marzo       lunedì/venerdì  10.00/17.30   sabato, domenica e festivi  10.00/17.30
Costo:  10€         villa + parco
             1,50€      parco

CONCLUSIONI
Anche Villa Emo è un viaggio nella bellezza dell'arte.
Non mi stancherei mai di visitare le ville progettate da Andrea Palladio e decorate da altrettanti valenti artisti suoi contemporanei.
Ogni stanza ti stupisce per la sua ricchezza pittorica, contrapposta alla linearità delle formule riproposte dal grande architetto nelle sue opere.
Villa Emo è il punto d'arrivo di Andrea Palladio, della ricerca di una nuova tipologia di residenza in campagna, dove in un linguaggio nuovo ispirato all'architrettura antica, il grande architetto ha tradotto in forme nuove le necessità di una vita agreste.

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