La Basilica abbaziale di S.Giustina a Padova domina la grande piazza chiamata Prato della Valle, non lontana dalla famosa Basilica del Santo.
Basilica abbaziale di S.Giustina e Prato della Valle |
La basilica attuale è quella del XVI secolo, ma si contano altre tre costruzioni precedenti.
Il primo luogo di culto fu eretto dopo l'editto di Milano (313) per custodire e onorare il corpo di S.Giustina, protomartire cristiana, secondo la leggenda agiografica, uccisa per volere dell'imperatore Massimiano il 7 ottobre del 304.
CURIOSITÀ: la più antica attestazione del culto di S.Giustina si trova a Ravenna nella Chiesa di sant'Apollinare Nuovo, dove S.Giustina è raffigurata nel mosaico che raffigura il Corteo delle Vergini.
S.Giustina (Corteo delle Vergini della Chiesa di Sant'Apollinare Nuovo - Ravenna - VI sec.) |
La prima chiesa fu costruita nel VI secolo, durante il regno di Teodorico, sulla tomba della Santa dal patrizio Venanzio Opilione, prefetto del pretorio d'Italia ostrogoto, e personaggio illustre alla corte di Ravenna.
Si è trovato un timpano triangolare che sovrastava una porta d'accesso alla basilica (che si conserva oggi nel Sacello di S.Prosdocimo), con iscrizione che attesta la costruzione della basilica primitiva a Rufus Venantius Opilio, console nel 504.La Basilica opilioniana cimiteriale era probabilmente a tre navate divise da colonne in marmo greco e absidata.
basilica opilioniana |
Dal 1014 si attesta la presenza nella basilica dei monaci benedettini e di un monastero.
basilica romanica |
Durante le invasioni barbariche le reliquie dei Santi sepolti nella basilica erano state nascoste: S.Massimo Vescovo, S.Giuliano, S.Felicita e i Santissimi Innocenti vennero esumati nel 1052, mentre si ritrovarono i corpi di S.Daniele diacono e martire nel 1075, quello di S.Giustina nel 1174 e quello di S.Luca Evangelista nel 1177.A causa del terremoto del 1117 la basilica crollò.
basilica gotica |
Venne costruito un cenobio con quattro chiostri.
L'abate Ludovico Bardo nel XV secolo fondò la Congregazione cassinese.
basilica alla fine del XV secolo |
Inizialmente la basilica rinascimentale venne progettata da Girolamo da Brescia (1501), ma per problemi costruttivi il progetto venne abbandonato.
Parteciparono succedendosi vari architetti: Sebastiano da Lugano, Andrea Briosco (1517), Andrea Moroni, Andrea da Valle (1520).
Infine la basilica venne consacrata nel 1606.
Ma la facciata rimase incompiuta.
facciata e campanile della Basilica abbaziale di S.Giustina |
Posta su un podio, è preceduta da una breve scalinata.
I tre portali hanno battenti in bronzo moderni.
portale centrale |
portale laterale sinistro |
aquila: simbolo di S.Giovanni |
bue: simbolo di S.Luca |
leone: simbolo di S.Marco |
uomo: simbolo di S.Matteo |
un grifo stiloforo |
cupole con statue e croci della Basilica abbaziale di S.Giustina |
E' alto 82m.
Nella cella campanaria, aperta da due monofore per lato, vi sono 7 campane del XVIII secolo.
Al di sopra della cella campanaria vi è un tamburo ottagonale con cupola di lamine di piombo.
campanile della Basilica abbaziale di S.Giustina |
L'interno della basilica è a croce latina (118,5 X 82m) e in forme rinascimentali.CURIOSITÀ: per le sue misure la Basilica abbaziale di S.Giustina era considerata all'epoca della costruzione la chiesa più grande della Serenissima, ed oggi è considerata la 7° chiesa in Italia per lunghezza.
Sul pavimento della navata centrale della Basilica di S.Pietro sono incise le dimensioni delle 26 chiese più grandi al mondo: la Basilica di S.Giustina è la 19° dopo la Cattedrale di Anversa (Belgio) e prima della Cattedrale di Ferrara e della Cattedrale di Esztergom (Ungheria).
Il pavimento a disegni geometrici fu realizzato tra il 1608 e il 1615 in marmo blu, giallo e rosso di Verona, con aggiunte di marmo greco della basilica primitiva.
La basilica è divisa in tre navate da 26 pilastri.
Presenta una complessa copertura: la navata centrale è coperta da tre catini che non sporgono però all'esterno (il tetto esterno è infatti a capanna), la crociera è sovrastata da 8 cupole (quella centrale più alta delle altre e con lanterna), e le volte a botte delle navate laterali.
catini della navata centrale della basilica |
In mezzo alla navata centrale si trova un Crocifisso ligneo del XV secolo.
navata centrale |
Le prime 6 cappelle di ogni navata sono a pianta quadrata con copertura a botte, mentre le altre 4 (una si trova in fondo alla navata, una nel transetto e una tra queste ultime) sono absidate.
navata laterale destra |
Cappella della Conversione di S.Paolo |
La pala d'altare di questa cappella raffigura la Conversione di S.Paolo attribuita a Paolo Veronese e allievi.
Conversione di S.Paolo (attr. Paolo Veronese e allievi - 1589) |
La tela proviene dalla distrutta Chiesa delle Terese.
Conversione di S.Paolo (Gaspare Diziani) |
La seconda cappella è la Cappella di Santa Geltrude.
Struttura architettonica di Alessandro Tremignon.
Sull'altare si trova la pala di Pietro Liberi raffigurante L'Estasi di Santa Geltrude.
Cappella di Santa Geltrude - L'Estasi di Santa Geltrude (Pietro Liberi - 1678/1679) |
La terza cappella è la Cappella di S.Gerardo Seagredo.
Struttura architettonica di Alessandro Tremignon.
La pala d'altare, opera di Johann Carl Loth, raffigura il Martirio di S.Gerardo Seagredo.
Cappella di S.Gerardo Segraedo - Martirio di S.Gerardo Seagredo (Johann Carl Loth - 1674) |
La quarta cappella è la Cappella di Santa Scolastica.
Struttura architettonica di Alessandro Tremignon.
Luca Giordano ha dipinto la pala d'altare che rappresenta la Morte di Santa Scolastica.
Cappella di Santa Scolastica - Morte di Santa Scolastica (Luca Giordano - 1674) |
La quinta cappella è la Cappella di S.Benedetto Abate.
Cappella di S.Benedetto Abate - S.Benedetto accoglie S.Placido e S.Mauro (Jacopo Palma il Giovane - 1618) |
I Corbarelli hanno intarsiato l'altare.
La tela sulla parete destra che raffigura S.Benedetto riceve il re Totila a Montecassino è opera di Giovanni Battista Maganza.
S.Benedetto riceve il re Totila a Montecassino (Giovanni Battista Maganza - 1616) |
S.Benedetto consegna la regola agli ordini monastici e cavallereschi (Claudio Ridolfi - 1616) |
La sesta cappella è la Cappella dei Santi Innocenti.
Cappella dei Santi Innocenti |
Il paliotto d'altare del 1675 è opera dei Corbarelli.
Giovanni Comin ha realizzato S.Rachele affranta, S.Giacomo Minore e S.Giovanni sono forse opera di Michele Ongano (1679), gli Angeli sono opera di Michele Ongano (quello di sinistra) e di Orazio Marinali (quello di destra).
La teca contiene i resti di tre vittime di Erode Ascalonita, che dal 1562 al 1674 erano custodite nell'altare del Santissimo.
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La settima cappella è la Cappella di Sant'Urio.
La cappella è dedicata a Sant'Urio, il prete custode della Chiesa dei Santi Apostoli a Costantinopoli dalla quale portò sino a Padova le reliquie di S.Luca Evangelista, S.Mattia e l'icona raffigurante la Vergine (conservate ancor oggi in questa basilica).
Cappella di Sant'Urio |
Struttura architettonica di Alessandro Tremignon.
I Corbarelli hanno realizzato l'altare, mentre le statue di Sant'Urio, San Tommaso e di San Taddeo sono di Bernardo Falcone (1682).
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La Cappella di S.Mattia Apostolo occupa in transetto destro.
Cappella di S.Mattia Apostolo |
arca di S.Mattia Apostolo (Giovanni Francesco de Surdis - 1562) |
La Missione degli Apostoli (Giovanni Battista Bissoni - 1631) |
I Santi Cosma e Damiano salvati dall'Angelo (Antonio Balestra - 1718) |
tabernacolo |
Un'arcata quattrocentesca, i cui rilievi sono stati forse realizzati da artisti vicini a Bartolomeo Bellano, introduce al cosiddetto Corridoio dei Martiri.
passaggio tra la Cappella di S.Mattia Apostolo e il Corridoio dei Martiri |
Il Corridoio dei Martiri, voltato a crociera, presenta una decorazione risalente al XVI/XVII secolo.
Corridoio dei Martiri |
ambiente ottagonale con il Pozzo dei Martiri |
cupola del Corridoio dei Martiri (Giacomo Cerruti - 1750) |
cupola del Corridoio dei Martiri (Giacomo Cerruti - 1750) |
Pozzo dei Martiri |
La beata Giacoma nel 1269, inginocchiandosi in quel punto della chiesa, aveva fatto accendere dodici candele intorno al pozzo, facendo scoprire nel fondo le ossa di alcuni Martiri.Qui si può anche vedere, sotto una lastra di vetro che lo protegge, un lacerto del pavimento a mosaico della basilica paleocristiana opilioniana (V/VI secolo).
mosaico pavimentale a foglie d'acanto della basilica paleocristiana |
Sul fondo dell'ambiente, su quella che era la fiancata della chiesa originale, si trova un altare cinquecentesco con una tela di Pietro Damiani raffigurante il Ritrovamento del pozzo dei Martiri con l'accensione delle dodici candeline.
altare cinquecentesco con Ritrovamento del pozzo dei Martiri con l'accensione delle dodici candeline (Pietro Damiani) |
Le statue in terracotta ai lati della porta che immette nel Sacello di S.Prosdocimo raffigurano S.Pietro e S.Paolo e sono opera di Francesco Segala.
L'artista realizzò in totale 11 statue per decorare la cappella, ma le rimanenti sono oggi conservate nel monastero.
corridoio lungo la parete meridionale della basilica paleocristiana con le statue di S.Pietro e S.Paolo (1564) |
gabbia della Cassa di S.Luca Evangelista |
ambiente voltato e affrescato |
particolare degli affreschi dell'ambiente voltato e affrescato |
particolare degli affreschi dell'ambiente voltato e affrescato |
Sacello di S.Prosdocimo |
S.Prosdocimo di origini elleniche fu apostolo di S.Pietro e il primo vescovo di Padova. E' raffigurato come un giovane vestito con tunica e palio in un clipeo posto dietro l'altare che contiene i resti del Santo (VI secolo).Il sacello è a croce greca inscritta in un quadrato, in cui s'innestano quattro corte braccia con copertura a botte.
Il braccio orientale è absidato.
La parte centrale del sacello è invece sormontata da una cupola emisferica con pennacchi.
copertura con cupola emisferica del Sacello di S.Prosdocimo |
Un sarcofago romano di marmo pario forma l'altare del sacello.
Quando nel 1564 fu trovato sotto il pavimento, il sarcofago conteneva i resti di due vescovi: questi vennero traslati altrove, e al loro posto venne posto il corpo di S.Prosdocimo.
Nel paliotto è raffigurato S.Prosdocimo giacente affiancato da due Angeli cerofori.
altare del Sacello di S.Prosdocimo |
I due capitelli alle estremità sono però rinascimentali.
Corre sulla pergula un'iscrizione:
"In nome di Dio: in questo luogo sono state collocate le reliquie dei Santi Apostoli e di moltissimi Martiri, i quali si degnino di pregare per il fondatore e per tutto il popolo fedele".
pergula |
timpano della porta che immetteva nella basilica opilionana (V/VI sec.) |
doppio pluteo (VI sec.) |
Ritornando sui propri passi, e rientrando tramite la Cappella di S.Mattia Apostolo nella navata laterale destra, si visita la nona cappella di questa navata: la Cappella di S.Massimo.
Cappella di S.Massimo |
Struttura architettonica di Alessandro Tremignon.
Il gruppo scultoreo con S.Massimo e i Putti sopra l'arca sono opera di Michele Fabris, gli Angeli vennero realizzati da Enrico Meyring, S.Giacomo Maggiore è stato realizzato da Giovanni Comin, mentre S.Bartolomeo è stato scolpito da Bernardo Falcone.
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Sul fondo della navata destra si apre la decima cappella, la Cappella della Pietà, realizzata interamente da Filippo Parodi nel 1689.
Cappella della Pietà |
L'altare è in marmo bianco di Carrara e bronzo.
Sull'ancona è posto il gruppo scultoreo della Pietà, affiancato dalle statue di S.Giovanni e della Maddalena.
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Una scalinata monumentale porta al presbiterio sotto il quale si trova una cripta.
presbiterio e altare maggiore |
Giovanni Francesco De Surdis ha scolpito il busto di Vitaliano (nicchia a destra) e il busto di Opilione (nicchia a sinistra) ai lati della scalinata.
Pietro Paolo Corbarelli è l'artista che ha realizzato il prezioso altare in madreperla, perle, lapislazzuli, coralli e tarsie marmoree (1637/1643), su disegno di Giovan Battista Nigetti.
Sotto l'altare si trova il corpo di S.Giustina.
Il portacero pasquale in bronzo è opera di Arrigo Minerbi (1953).
altare maggiore (Pietro Paolo Corbarelli - 1637/1643), cero pasquale (Arrigo Minerbi - 1953), organi con cantorie (Ambrogio Dusi - 1653) e stalli del coro |
Sul fondo dell'abside si trova una ancona in pietra e legno dorati in oro zecchino, in stile corinzio.
Realizzata nel 1576, è opera di Giovanni Manetti, forse su disegno di Michele Sanmicheli.
Ospita la tela che raffigura il Martirio di Santa Giustina di Paolo Veronese, l'opera più grande che l'artista abbia realizzato.
ancona (Giovanni Manetti, forse su disegno di Michele Sanmicheli - 1576) /Martirio di Santa Giustina (Paolo Veronese - 1575) |
Nelle nicchie tra queste tele sono state poste le statue in marmo di Sansone e di Davide (XVII secolo).
Richard Taurigny ha realizzato il leggio, il dossale e il coro cinquecentesco in stile corinzio (1558/1566).
Gli 88 stalli in noce sono finemente intagliati a basso e altorilievo con figurazioni dell'Antico Testamento e della Vita di Cristo, suggerite da Eutichio Cordes, monaco di S.Giustina.
Sui due sedili liturgici sono stati raffigurate scene dalla vita si S.Pietro e S.Paolo.
Sul cassone del leggio sono rappresentate scene della Vita di S.Giustina e la statua della Santa.
La visita continua nella navata sinistra.
navata laterale sinistra |
Cappella del Santissimo Sacramento |
Angeli e Apostoli adorano il Santissimo Sacramento (Sebastiano Ricci - 1700) |
L'altare di questa cappella accolse tra il 1562 e il 1674 i corpi dei Santi Innocenti.
Il tabernacolo fu realizzato per la precedente Cappella del Santissimo nel 1656 da Pier Paolo Corbarelli su disegno di Lorenzo Bedogni.
Venne poi inserito sull'altare in stile barocco veneziano finito nel 1674 da Giuseppe Sardi.
Il paliotto è opera di Antonio Corberelli.
Carlo Trabucco ha realizzato le sei statuine in bronzo sull'altare, di Giusto Le Court sono i due grandi Angeli in marmo, mentre Michele Fabris e Alessandro Tremignon hanno realizzato le altre opere scultoree.
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Segue la Cappella del beato Arnaldo da Limena, dedicata all'abate lasciato morire in carcere dal tiranno Ezzelino da Romano.
Cappella del beato Arnaldo da Limena |
I Corbarelli realizzarono il paliotto con raffigurazioni di strumenti e spartiti musicali, tralci fioriti e foglie.
Le statue dei Santi Pietro e Paolo sono opera di Orazio Marinali e Michele Fabris.
La statua del Beato Arnaldo posta sopra l'arca e gli Angeli vennero realizzati da Bernardo Falcone.
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Ci si trova ora nel transetto sinistro che accoglie la Cappella di S.Luca Evangelista.
Transetto sinistro: Cappella di S.Luca Evangelista |
Arca di S.Luca Evangelista (1313) |
S.Luca Evangelista, originario di Antiochia, fu un medico e il collaboratore di S.Paolo, scrisse un Vangelo e gli Atti degli Apostoli, si ricorda come colui che dipinse il volto di Cristo e della Madonna. Morto a Tebe i suoi resti furono portati a Costantinopoli nella Basilica dei Dodici Apostoli nel IV secolo e poi trasportati nel monastero di S.Giustina a Padova.CURIOSITÀ: nella Cattedrale di S.Vito a Praga si trova il cranio di S.Luca Evangelista perché l'imperatore Carlo IV di Lussemburgo, re di Boemia, se lo fece consegnare dai monaci nel 1354.
Parte di una costola sinistra fu invece donata al Metropolita Hieronymos di Tebe nel 2000.
L'arca in marmo serpentino e marmo veronese si trovava prima nella Cappella gotica fatta costruire da Gualpertino Mussato.
Le otto specchiature sono in alabastro orientale scolpite ad altorilievo con Angeli, Simboli di S.Luca e S.Luca intento a scrivere.
L'arca è sostenuta da quattro colonne (due in granito e due tortili in alabastro) e da un gruppo scultoreo di Angeli in marmo greco.
L'altare è stato realizzato nel XVI secolo.
Il coro ligneo è moderno.
Ambone e portacero sono opera di Giancarlo Milani.
altare e coro della Cappella di S.Luca Evangelista |
Madonna costantinopolitana (copia attr. ad Alessandro Bonvicino - XVI sec.) / cornice e Angeli (Amleto Sartori - 1960/1961) |
E' probabilmente l'immagine mariana più antica di Padova anche se gli studi dicono che sia stata realizzata nel XII secolo e non nel VI secolo, come si pensava per essere sfuggita alla persecuzione iconoclasta a Costantinopoli.Sulle pareti sono poste due dipinti raffiguranti la Strage degli Innocenti (Sebastiano Galvano) e il Martirio dei Santi Cosma e Damiano (Antonio Balestra).
Strage degli Innocenti (Sebastiano Galvano - XVI sec.) |
Martirio dei Santi Cosma e Damiano (Antonio Balestra - 1718) |
La cappella seguente è la Cappella di S.Felicita.
Cappella di S.Felicita |
L'altare è stato in parte realizzato da Orazio Marinali (1632).
Le statue raffigurate sono: S.Marco, S.Simone, due Angeli e S.Felicita.
Nel paliotto, realizzato dai Corbarelli, è anche raffigurata la facciata della Basilica di S.Giustina.
Accanto si trova la Cappella di S.Giuliano.
Cappella di S.Giuliano |
L'altare, decorato con la statua di S.Giuliano, è opera di Giovanni Comin, mentre le statue di Sant'Andrea e S.Matteo sono opera di Bernardo Falcone.
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Proseguendo si trova la Cappella di S.Mauro Abate.
Cappella di S.Mauro Abate |
L'ancona barocca in marmo bianco e nero di Genova racchiude la tela S.Mauro in gloria invocato dagli infermi, opera di Valentin Lefevbre (1670/1673).
S.Mauro in gloria invocato dagli infermi (Valentin Lefebvre - 1673) |
La cappella seguente è la Cappella di S.Placido.
Cappella di S.Placido |
L'ancona ospita la tela di Luca Giordano che raffigura il Martirio di S.Placido e dei suoi compagni.
Martirio di S.Placido e dei suoi compagni (Luca Giordano - 1676) |
Segue la Cappella di S.Daniele Levita.
Cappella di S.Daniele Levita |
Antonio Zanchi ha realizzato la pala del Martirio di S.Daniele.
Martirio di S.Daniele (Antonio Zanchi - 1677) |
La seconda cappella della navata sinistra partendo dall'ingresso è la Cappella di S.Gregorio Papa.
Cappela di S.Gregorio Papa |
S.Gregorio Papa invoca la Vergine per la cessazione della peste (Sebastiano Ricci - 1700) |
La prima cappella dall'ingresso è la Cappella di S.Giacomo Minore.
Cappella di S.Giacomo Minore |
Il prospetto dell'altare è stato realizzato, seguendo la scuola dei Corbarelli, con marmi a paragone.
Martirio di S.Giacomo (Carlo Caliari) |
Elena Lucrezia Cornaro Piscopia (Università di Padova) |
I beni del monastero vennero trafugati e i 3/4 di questi vennero spediti in Francia.
E' per questo che il Polittico di S.Luca di Andrea Mantegna (1453/1454) si trova oggi alla Pinacoteca di Brera a Milano.
Altri dipinti si trovano in altri musei.
Alcuni sono anche conservati ai Musei Civici agli Eremitani a Padova.
Madonna col Bambino in trono tra i Santi Benedetto e Giustina (Giampietro Silvio - dal Monastero di S.Giustina - Musei Civici agli Eremitani) |
Madonna col Bambino e i Santi Benedetto, Giustina, Prosdocimo, Scolastica (Girolamo da Romano detto Romanino - dal Coro Vecchio della Basilica di S.Giustina - Musei Civici agli Eremitani) |
Deposizione di Cristo dalla croce con il Padre Eterno in gloria, i Santi Benedetto e Giustina / busti di Profeti (Girolamo Tessari - dal Monastero di S.Giustina - Musei Civici agli Eremitani) |
Martirio di S.Giustina (Veronese - dalla Galleria abbaziale di S.Giustina - Musei Civici agli Eremitani) |
Il monastero divenne un ospedale militare e poi una caserma.
Nel 1909 fu eletta basilica minore da papa Pio X.
Nel 1923 venne rioccupata in parte dai monaci.
Oggi è proprietà statale.
http://www.abbaziasantagiustina.org/storia
Orari: estivo feriale 7.30/12.00 15.00/20.00 festivo 6.30/13.00 15.00/20.00
invernale feriale 8.00/12.00 15.00/17.00 festivo 8.00/13.00 15.00/20.00
CONCLUSIONI
La Basilica abbaziale di S.Giustina fu una delle maggiori abbazie della cristianità.
Ebbe una notevole biblioteca con 80.000 volumi: i più importanti manoscritti furono però spediti a Parigi.
Oggi viene visitata per le reliquie di Santi e Martiri e per le importanti opere d'arte conservate nelle numerose cappelle.
Per la sua storia antica e spirituale è una dei luoghi che più rappresentano la città di Padova.
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