venerdì 1 maggio 2020

Treviso: la Chiesa di S.Nicolò, l'edificio religioso più grande della città


La Chiesa di S.Nicolò, uno dei capolavori lombardo-gotici realizzati dagli Ordini Mendicanti nel Veneto, è l'edificio religioso più grande di Treviso.
Con le sue dimensioni supera infatti anche il Duomo.

La chiesa si trova a Sud-Ovest del centro storico cittadino, sulla riva sinistra del Sile, all'interno delle antiche mura.
I frati domenicani furono presenti a Treviso già dal 1221.
Vennero mandati in questa città per combattere l'eresia catara.
Il Comune diede loro un contributo pubblico perché costruissero la loro chiesa e il loro convento, ed essi si stabilirono in quell'area della città dove già sorgeva una cappella dedicata a S.Nicolò di Mira.
Nel 1282 la prima chiesa (49 X 14m) era già costruita.
E' stato il più antico esempio di chiesa a navata unica del Veneto ed era perpendicolare a quella attuale.

Nel convento dei domenicani si era formato Nicolò Bocassini, che divenne Maestro Generale dell'Ordine (1296) e poi legato pontificio in Polonia e in Ungheria, e poco prima di salire al soglio pontificio col nome di Benedetto XI, destinò 25.000 fiorini per l'ampliamento del complesso monastico.
Per finire i lavori il papa elargì poi col suo testamento altri 48.000 fiorini.

CURIOSITÀ: Si dice che papa Benedetto XI avesse pensato di trasferirsi con tutta la corte a Treviso e per questo avesse finanziato i lavori di costruzione della chiesa.
Egli fu l'ultimo papa prima della cattività avignonese, e c'è chi dice che morì per essere stato avvelenato da fichi secchi che gli erano stati offerti...forse a Perugia dove aveva spostato la sede pontificia non si sentiva protetto.

Nel 1303/1304 venne così demolita quasi completamente l'antica chiesa per costruirne una nuova, su progetto di Frà Benvenuto della Cella.
I lavori s'interruppero nel 1318 per una trentina d'anni a causa di varie calamità (caduta della torre campanaria e peste).
Vennero quindi ripresi tra il 1351 e il 1354 per poi essere di nuovo interrotti.
Sotto la Repubblica di Venezia nel 1389 venne terminata la facciata.

Nel 1797 la chiesa fu occupata dalla guarnigione francese.
Nel 1810 con il decreto napoleonico venne tolto ai domenicani il complesso monastico, che venne affidato allo Stato e trasformato in un magazzino (vennero perciò distrutte e rubate numerose opere).
Nel 1839 il complesso monastico ritornò alla Curia che vi creò un seminario vescovile.
La chiesa, dopo un restauro, ritornò al culto nel 1850.

Nel 1856 le superfici interne della chiesa furono coperte in calce, alzato il tetto tutto allo stesso livello elevando la facciata dove venne aperta una trifora.
Il soffitto originariamente a capriate fu sostituito con uno a carena di nave rovesciata, e il pavimento venne realizzato in marmo nero, bianco (i colori dell'Ordine) e rosso (come il sangue versato dal martire S.Pietro da Verona).

Durante la prima guerra mondiale la chiesa fu nuovamente trasformata in magazzino militare.
Durante i bombardamenti aerei del 1944 durante la seconda guerra mondiale furono danneggiati il tetto, il pavimento, le vetrate e il campanile, ma fortunatamente alcuni capolavori che erano stati trasferiti furono salvati.

Tra il 1945 e il 1960 fu asportato dalle superfici interne lo strato di calce che le ricopriva, riportando alla luce l'aspetto originale in laterizi dell'antica chiesa.
La struttura della chiesa è in stile gotico d'oltralpe, ma presenta lesene e cornici ad archetti pensili tipici dell'architettura romanica padana.
campanile (coperto da ponteggi) e absidi della Chiesa di S.Nicolò
La Chiesa di S.Nicolò è realizzata in cotto, interrotta solo da elementi in pietra d'Istria (portali, rosoni, cornici delle finestre absidali, colonnine che dividono gli archi).

elementi decorativi esterni della chiesa
La chiesa è a croce latina (88 X 27,50m - nella crociera è larga 38,32m - è alta 33m).
Presenta altissime absidi con slanciate monofore.

La superficie esterna dei fianchi della chiesa è suddivisa da lesene, entro le quali si trovano coppie di finestre delle navate laterali e le finestre singole della navata centrale.
 
in basso: coppia di finestre monofore della navata laterale (vista dall'interno della chiesa) / in alto: finestra bifora della navata centrale (vista dall'esterno della chiesa)
in basso: coppia di finestre monofore della navata laterale (vista dall'interno della chiesa) / in alto: finestra bifora della navata centrale (vista dall'interno della chiesa)
esterno del transetto sinistro
portale laterale
fianco della chiesa visto dal chiostro
La facciata a salienti è tripartita da contrafforti.

facciata della Chiesa di S.Nicolò
Nella facciata si trova un rosone ornato da terrecotte e finisce ad angolo acuto nella parte sommitale.

rosone e trifora sommitale della facciata della Chiesa di S.Nicolò
L'altissimo campanile, quadrangolare e coronato da una loggia con trifora nel lato breve e quadrifora sul lato lungo, è impostato sul transetto destro.

La chiesa ha tre navate e un transetto con cinque cappelle parallele, le tre centrali con absidi poligonali.

interno della Chiesa di S.Nicolò
navata laterale sinistra
navata laterale destra
Le navate sono divise da 12 grandi colonne cilindriche (sei per parte), poste su basi modanate.

base modanata con decorazione a palmetta di una colonna
Dieci colonne sono state realizzate in laterizio, mentre le due anteriori in pietra d'Istria.
Il numero delle colonne ricorda quello degli Apostoli.

La navata centrale e i transetti sono coperti da tetto ligneo ottocentesco a carena di nave rovesciata, mentre le navate laterali sono voltate a crociera.

tetto a carena di nave rovesciata della navata centrale
tetto a carena di nave rovesciata della navata centrale
In origine la metà della navata centrale era occupata dal coro dei frati, smontato solo nel Seicento.
Sul tramezzo del coro vi erano due pulpiti.
Il pulpito in pietra della chiesa attuale si trova sulla quarta colonna dall'altare maggiore della navata laterale destra.

pulpito
pulpito
Le colonne sono state affrescate nel XIV secolo da Tommaso da Modena e da artisti della sua scuola.
Sulla prima colonna della navata sinistra (partendo dall'ingresso principale), si trovano raffigurati la Madonna col Bambino tra S.Domenico e S.Francesco.
Sono opera di un seguace di Tommaso da Modena.

prima colonna navata sinistra: Madonna col Bambino tra S.Domenico e S.Francesco (seguace di Tommaso da Modena - fine 1300 )
Madonna col Bambino (seguace di Tommaso da Modena - fine 1300 )
S.Domenico (seguace di Tommaso da Modena - fine 1300 )
S.Francesco riceve le stimmate (seguace di Tommaso da Modena - fine 1300 )
Sulla seconda colonna della navata sinistra (partendo dall'ingresso principale), Tommaso da Modena ha raffigurato S.Girolamo, S.Romualdo, S.Giovanni Battista e Sant'Agnese.

seconda colonna navata sinistra: S.Girolamo, S.Romualdo, Sant'Agnese e S.Giovanni Battista (Tommaso da Modena - 1354)
S.Giovanni Battista (Tommaso da Modena - 1354)
Sant'Agnese (Tommaso da Modena - 1354)
S.Romualdo (Tommaso da Modena - 1354)
S.Girolamo (Tommaso da Modena - 1354)
Sulla terza colonna della navata sinistra un allievo di Tommaso da Modena ha realizzato una Madonna in trono col Bambino e S.Nicolò.

Madonna in trono col Bambino e S.Nicolò (allievo di Tommaso da Modena - metà XIV sec.)
Sulla quarta colonna della navata sinistra è raffigurata la Madonna del parto tra un Santo Domenicano (S.Domenico o S.Tommaso d'Aquino) e S.Francesco, opera di pittore veneto.

Madonna del Parto e S.Francesco (pittore veneto - 1360 ca.)
Madonna del Parto e Santo Domenicano (pittore veneto - 1360 ca.)
_____

Sulla prima colonna della navata destra (partendo dall'ingresso principale della chiesa), è raffigurato S.Michele Arcangelo, commissionato con lascito testamentario da Margherita Brusega nel 1348.

S.Michele Arcangelo
Sulla seconda cappella della navata destra (partendo dall'ingresso principale della chiesa), venne affrescata un'altra Madonna del Parto con S.Tommaso d'Aquino.
Al momento della nostra visita le abili mani di una restauratrice la stavano portando ad una rinnovata bellezza (oggi è di nuovo esposta al pubblico).

Madonna del Parto con S.Tommaso d'Aquino (XIV sec. - foto che sostituiva l'opera originale)
Sulla stessa colonna è anche raffigurato un Santo Vescovo che benedice un devoto.

Santo Vescovo che benedice un devoto (XIV sec.)
Sulla terza colonna della navata destra (dove è anche addossato il pulpito), si trovano gli affreschi raffiguranti un Santo Vescovo, S.Cristoforo e altri affreschi coperti in parte dal pulpito.

Santo Vescovo
S.Cristoforo
Sulla sesta colonna della navata destra (la più vicina alla Cappella Maggiore), si trova raffigurato S.Martino.

S.Martino
 _____

Nella prima campata della navata destra, partendo dall'ingresso principale, si trova il rinascimentale Altare di S.Rocco (1490).

Altare di S.Rocco (1490): statua di S.Rocco e tavole con S.Saba e S.Sebastiano (Giovanni di Giacomo da Padova)
E' composto dalla statua lignea policroma di S.Rocco e da due tavole raffiguranti S.Saba e S.Sebastiano, opere di Giovanni di Giacomo da Padova.

Proseguendo lungo la navata, sulla parete sono appese le tele di S.Rocco e gli appestati di Giacomo Lauro, la Vergine addolorata e Sant'Alberto Magno di Antonio Zanchi, Cristo, Vergine e i Santi Domenico e Francesco di Francesco da Ponte Bassano.

S.Rocco e gli appestati  (Giacomo Lauro - 1604)
Vergine addolorata e Sant'Alberto Magno (Antonio Zanchi)
Cristo, Vergine e i Santi Domenico e Francesco (Francesco da Ponte Bassano - 1899)
Segue l'Altare di Cristo Risorto, della famiglia Bressa, e proviene dalla scomparsa Chiesa di S.Chiara.
L'altare rinascimentale, opera lombardesca a forma di trittico, è in marmi scolpiti, intarsiati e niellati.
Lo decorano le tre statue di Cristo, la Madonna e S.Giovanni, opere attribuite a Lorenzo Bregno (XVI secolo). 

Altare di Cristo Risorto: Cristo, Madonna e S.Giovanni (attr. Lorenzo Bregno - XVI sec.)
Subito dopo sulla parete si trovano le tele Santi Domenicani di Antonio Zanchi, il Miracolo di S.Domenico di Stefano Paoluzzi, il Cenacolo attribuito a Giustino Menescardi e Sant'Agostino in cattedra opera di Palma il Giovane.

Santi Domenicani (Antonio Zanchi - XVII sec.)
Miracolo di S.Domenico (Stefano Paoluzzi - XVII sec.)
 Cenacolo (attr.Giustino Menescardi - XVIII sec.)
Sant'Agostino in cattedra (Palma il Giovane - XVI sec.)
Segue sulla parete il grande affresco raffigurante S.Cristoforo, alto circa 12m.

S.Cristoforo (Antonio da Treviso - XV sec.)
Nella campata seguente si trovano la porta d'accesso alla Sacrestia e un grande organo del 1600 rifatto nel 1778 da Gaetano Callido, il più famoso organaro veneto del '700.

organo e affreschi
organo e cantoria
L'organo meccanico con due tastiere presenta una cassa classicheggiante, cantorie e sportelli dipinti su entrambi i lati da Giacomo Lauro con scene della Vita di papa Benedetto XI.

sportello dell'organo: Vita di papa Benedetto XI (Giacomo Lauro)
sportello dell'organo: Vita di papa Benedetto XI (Giacomo Lauro - 1600 ca)
Sotto all'organo si trovano affreschi del XIV secolo di scuola veneta e emiliana.

Madonna e Santi ( scuola veneta e emiliana - XIV sec.)
Madonna in trono col Bambino e San Tommaso d'Aquino (scuola veneta e emiliana - XIV sec.)
Santo vescovo che benedice un cavaliere / Santi (scuola veneta e emiliana - XIV sec.)
______

Si è giunti ora nel transetto destro.

transetto destro
Altare transetto destro
Sull'altare del transetto destro si conserva una Pietà in pietra policroma (già della "Scuola dei Tedeschi" che qui aveva sede), opera cinquecentesca di arte tirolese.

Pietà (arte tirolese - 1415)
La Madonna dell'Umiltà, realizzata accanto all'altare, è un affresco tardo gotico.
Nell'affresco, mutilo nella parte destra, compaiono anche S.Giovanni Battista e un altro Santo, coperti durante la nostra visita per i restauri in corso.

Madonna dell'Umiltà (XV sec.)
______

Sull'altare della Cappella Monigo, la cappella a destra della cappella maggiore, si trova la pala dell'Incredulità di S.Tommaso, opera attribuita al cosiddetto Maestro dell'Incredulità, un ignoto seguace di Giovanni Bellini, e anche a Sebastiano del Piombo.

Incredulità di S.Tommaso / Ritratti dei preposti della Commisseria Monigo (Maestro dell'Incredulità - XVI sec.)
Nella parte inferiore della pala sono raffigurati i Ritratti dei preposti della Commisseria Monigo, che si occupava di attribuire alla ragazze povere una dote.

Sulla parete destra della cappella sono raffigurati S.Margherita d'Ungheria e l'Adorazione dei Magi con S.Giovanni Battista, S.Nicola e Santa Caterina d'Alessandria, realizzati da pittori della cerchia di Bartolo di Fredi nel XIV secolo.

S.Margherita d'Ungheria / Adorazione dei Magi con S.Giovanni Battista, S.Nicola e Santa Caterina d'Alessandria (cerchia di Bartolo di  Fredi - XIV sec.)
Gli affreschi di due Madonne e di Santi sulla parete sinistra sono invece di autore veneto del XIV secolo.

a sinistra: Madonna col Bambino in trono tra i Santi Giovanni Battista, Nicola e Romualdo /a destra: Madonna col Bambino in trono tra Sant'Agostino, S.Giovanni Battista e Santa Caterina da Siena (pittore veneto del XIV sec.)
_____

Le opere della Cappella Maggiore al momento della nostra visita erano coperte da ponteggi per il restauro, ed è per questo che non ho foto da mostrarvi, ma le menzionerò lo stesso per coloro che potranno visitare la chiesa a restauri terminati.

Cappella Maggiore
La conca absidale gotica poligonale è divisa in sette fasce da colonnine che dalla volta scendono a formare vele.
Presenta anche finestre molto alte.

conca absidale della Cappella Maggiore
Il presbiterio è sopraelevato e la scalinata d'accesso è racchiusa da balaustra in pietra con raffigurazioni sacre.

balaustra del presbiterio
raffigurazione sulla balaustra del presbiterio
raffigurazioni della balaustra del presbiterio
L'altare in commisso di preziosi marmi e madreperla è stato realizzato nel 1666 da Antonio Burrini.
Al centro vi è raffigurata l'Ultima Cena.

altare della Cappella Maggiore (Antonio Burrini - 1666)
Angelo ceroforo dell'altare maggiore
Angelo ceroforo dell'altare maggiore
La pala d'altare inquadrata in una cornice in legno intarsiata, dipinta e dorata, raffigura una Sacra Conversazione, opera iniziata da fra' Marco Pensaben (che lasciò incompiuta l'opera andandosene da Treviso per ragioni sconosciute) e terminata da Gerolamo Savoldo (1520/1521).

Sono rappresentati la Madonna col Bambino, Benedetto XI e i Santi Nicolò, Domenico, Tommaso d'Aquino, Girolamo e Liberale.

Sulla parete sinistra della cappella si trova il rinascimentale Monumento funebre di Agostino Onigo (1500 ca.).
Sul doppio sarcofago racchiuso in un ovale marmoreo, si trova la statua del senatore romano togato affiancato da due paggi reggi scudo.
Il monumento è decorato con fregi, vasi classici, armi, cornici e da due Paggi d'armi.
La parte scultorea è stata attribuita a Giovanni Buora o ad Antonio Rizzo, mentre l'attribuzione di quella pittorica ad arazzo è dibattuta: forse la realizzò Lorenzo Lotto o forse la bottega di Girolamo e Pier Maria Pennacchi.
Sulla parete destra si trova invece il barocco Monumento di Benedetto XI, opera di Giovanni Comin (1693).
______

Le cappelle a sinistra della Cappella Maggiore, a causa dei lavori di carotaggio previsti per un miglioramento statico e antisismico della chiesa, erano al momento della nostra visita parzialmente visitabili.

Cappella del Battistero: cappella absidata alla sinistra della Cappella Maggiore
altare della Cappella del Battistero
affreschi e dipinto della parete sinistra della cappella alla sinistra della Cappella Maggiore
affreschi e dipinto della parete sinistra della cappella alla destra della Cappella Maggiore
Una tavola che doveva trovarsi nella seconda cappella a sinistra della Cappella Maggiore l'ho ritrovata lungo la navata laterale sinistra (Madonna col Bambino in trono tra S.Pietro e S.Paolo). Forse spostata per tutelarla meglio in questa occasione?

Cappella del Santissimo (cappella nel transetto sinistro)
Madonna col Bambino e Santi Cristoforo, Giacinto e Rocco (Marco Vecellio)
dipinto sulla parete sinistra della cappella del transetto sinistro
______

Anche sulle pareti della navata laterale sinistra si trovano appese opere del XVI/XVII secolo.

Madonna del Rosario (Andrea Vicentino - 1590 ca.)
Madonna col Bambino in trono tra S.Pietro e S.Paolo (attr. Alvise Vivarini - 1598 o Andrea da Murano - 1500 ca.)
S.Pietro guarisce lo storpio (Carlo Ridolfi - 1659)
Segue un altare con una statua policroma di Madonna col Bambino ed ex-voto.

altare con Madonna col Bambino ed ex-voto
Proseguendo vi sono appese alla parete altre tele.

L'Imperatore Eraclio che porta la Croce (Pietro Della Vecchia - 1640)
Beato Enrico Susone e l'Addolorata (Giovanni Carboncino - XVI sec.)
Madonna tra i Santi Nicolò, Rocco, Sebastiano e Matteo
Miracolo del Beato Enrico Susone che estrae pani dal costato di Cristo (Giovanni Carboncino - XVII sec.)
Poi sulla parete vi è un affresco del XV secolo che raffigura S.Nicola.

S.Nicola (XV sec.)
Sull'ingresso laterale posto lungo la navata laterale sinistra si trova un affresco composto da due pannelli raffigurante un'Annunciazione di anonimo trevigiano del seconda metà del XVI secolo.
L'affresco proviene dalla demolita Chiesa di S.Margherita.

Annunciazione (anonimo trevigiano della seconda metà del  XVI sec.)
Dopo l'affresco vi è una grande tela raffigurante la Crociata contro gli Albigesi, opera di Giacomo Petrelli.

Crociata contro gli Albigesi (prima attr. Giacomo Petrelli/ ora attr. a Daniel van den Dijck)
Nella prima campata della navata, vicino alla contraffacciata, si trova il barocco Altare del Rosario, opera realizzata in marmo e stucco da Giovanni Grassi.

Altare del Rosario (Giovanni Grassi)
Altare del Rosario (Giovanni Grassi)
La statua della Madonna col Bambino venne realizzata da Leonardo Comin, mentre le statue di S.Domenico e di S.Caterina sono opera di Orazio Marinali.

Altare del Rosario: Madonna col Bambino (Leonardo Comin) / S.Domenico e S.Caterina (Orazio Marinali)
Altare del Rosario
Altare del Rosario
_____

Le opere poste sulla controfacciata sono: I Misteri Dolorosi (a sinistra) e I Misteri Gloriosi (a destra), opere di Sante Peranda, e le raffigurazioni dei Profeti Joele, Osea, Ezechiele.

controfacciata
al centro: Misteri Dolorosi (Sante Peranda - 1625)
I Misteri Gloriosi (Sante Peranda)
Profeta Ezechiele (attr.Bartolomeo Orioli o Andrea Vicentino)
Profeta Joele (Palma il Giovane)
Profeta Osea (Andrea Vicentino)
Sibilla libica (Palma il Giovane)
portale dell'ingresso principale della chiesa
Chi visita la Chiesa di S.Nicolò si deve recare anche a visitare la Sala Capitolare dell'ex convento domenicano, trasformato dal 1841 in Seminario Vescovile Maggiore.

facciata della Chiesa di Nicolò (a sinistra) / ingresso al Seminario vescovile (al centro)
La Sala Capitolare si affaccia sul chiostro minore, costruito nella seconda metà del Duecento ma il cui aspetto risale al XVI secolo.

Chiostro minore e Chiesa di S.Nicolò
Chiostro minore
una galleria del chiostro
Questo chiostro di forma quadrata è infatti stato realizzato nel 1523.
Al centro del chiostro si trova un pozzo.

chiostro con pozzo centrale
decorazione pittorica di un portale lungo una galleria del chiostro
decorazione pittorica lungo una galleria del chiostro
Nel chiostro sono conservate alcune lapidi funerarie che prima si trovavano nel pavimento della chiesa.
La più antica lapide appartiene al priore Francesco Massa da Belluno (XIV secolo).

lapidi funerarie lungo una galleria del chiostro
lapidi funerarie e decorazione pittorica lungo una galleria del chiostro
Esternamente la Sala Capitolare presenta un portale e bifore della seconda metà del Duecento.

Sala Capitolare lungo il chiostro
Sala Capitolare lungo una galleria del chiostro
bifora della Sala Capitolare (XIII sec.)
portale della Sala Capitolare (XIII sec.)
Tre intere pareti della Sala Capitolare, e parte della quarta, conservano, al di sotto del suo soffitto ligneo, un ciclo di affreschi realizzati da Tommaso da Modena nel 1351/1352, come riporta sul muro un'inscrizione sul muro a destra del portale.

iscrizione a caratteri gotici con autore e data del ciclo di affreschi della Sala Capitolare
Sotto una fascia decorativa a fogliami sono stati dipinti 40 personaggi illustri dell'Ordine domenicano, tra i quali vi figurano teologi, cardinali, beati, papi (Innocenzo V e Benedetto XI) e Santi domenicani (S.Domenico, S.Tommaso d'Aquino, S.Alberto Magno e S.Pietro martire).

interno della Sala Capitolare
tetto ligneo dipinto e fascia a fogliame delle pareti della Sala Capitolare

Ecco i personaggi illustri che si potevano vedere durante la nostra visita:

da sinistra: il teologo e cardinale Guglielmo Marsfeld (creato cardinale da Benedetto XI) , il cardinale Matteo Orsini, il cardinale Pierre Godin
da sinistra: il cardinale Bonifacio da Pisa, il cardinale Giovanni de Molendini, il cardinale Gèrard de Daumar de la Garde (Maestro Generale dell'Ordine dei Predicatori)
da sinistra: il cardinale Jean de Moulins (e Maestro dell'Ordine dei Predicatori), frate Guido Maramaldi da Napoli, frate Maurizio Csak d'Ungheria, il vescovo Agostino Casotti di Traù, frate Giacomo da Venezia...
da sinistra: il cardinale Latino Malabranca, il cardinale Ugo di Billom (mentre soffia nel pennino prima di scrivere), il cardinale Nicolò Bocassino (futuro papa Benedetto XI), il cardinale Nicolò Alberti (conosciuto anche come Nicolò da Prato, creato cardinale da Benedetto XI), il cardinale Gualtiero Winterboume, il cardinale Nicolò di Rouen (Nicolas De Frèauville con una lente d'ingrandimento), il cardinale Tommaso Anglico, e il già citato cardinale Guglielmo Marsfeld
S.Alberto Magno
 Ogni personaggio ritratto di tre quarti è inquadrato in una nicchia-studiolo.
 I personaggi, seduti al proprio scrittoio, sono intenti a studiare, scrivere, leggere o meditare.

Non mancano particolari curiosi, come la prima raffigurazione nella storia degli occhiali da vista, indossati dal cardinale Hugues de Saint-Cher (chiamato anche Ugo di Provenza), o la lente usata per leggere dal cardinale francese Nicolas de Fréauville.

Ugo di Provenza con i primi occhiali da vista raffigurati nella storia dell'arte
Le raffigurazioni, alte circa 150 cm, sono molto realistiche e dettagliate.
I nomi dei personaggi e la sintesi dei meriti che li caratterizzavano sono riportati sulle lesene che separano gli studioli.
Non viene ritratto il personaggio reale, ma piuttosto i tratti fisionomici riportano gli stati psicologici, i sentimenti e gli umori di costui.
I volti sono quelli dei frati del convento, ritratti probabilmente dal vero.

Sotto la raffigurazione degli illustri personaggi è affrescata una finta tappezzeria a finte specchiature marmoree e medaglioni polilobati, che riportavano al loro interno scritte con la suddivisione in province e conventi dell'Ordine domenicano, oltre all'elenco dei maestri generali.
Il ciclo venne forse commissionato da Fra' Fallione da Vazzola in occasione del Capitolo generale dell'Ordine che però poi non si svolse più qui a Treviso.
Le nicchie-studiolo dipinte convergono verso una Crocifissione tra i Santi Pietro e Paolo (in parte perduta a causa di un ordigno bellico nel 1944), affrescata in stile bizantino-romanico nella seconda metà del Duecento sulla parete non interamente occupata dal ciclo di affreschi.
Tra il soffitto e la fascia a fogliame della parete sottostante si trovano delle tavolette simili ad icone, raffiguranti il volto di Cristo, la Vergine, Angeli, Profeti con cartigli e figure oranti, tra i quali S.Domenico e S.Francesco.

quello che si poteva scorgere della parete di fondo della Sala Capitolare dove si trovano la Crocifissione e le tavolette iconiche
Durante la nostra visita purtroppo la Crocifissione e parte del ciclo dei Personaggi illustri domenicani erano in fase di restauro e perciò abbiamo potuto ammirare gli affreschi solo parzialmente.


http://www.sannicolotreviso.it/
Orari chiesa: 8.30/12.00   15.30/18.00
                      no visite domenica mattina durante le funzioni religiose
Orari Sala Capitolare:  8.00/18.00
Costo: offerta di 1€

CONCLUSIONI
La Chiesa di S.Nicolò costituisce uno dei monumenti medievali più importanti di Treviso, mentre il  ciclo di affreschi propagandistico raffigurante i Personaggi illustri dell'Ordine domenicano della Sala Capitolare è una delle innovazioni che Tommaso Barisini, detto Tommaso da Modena, ha apportato nella pittura del Trecento.
Per queste ragioni consiglio di visitare questo luogo, e se lo farete potrete meglio di noi godere di queste bellezze, perché sicuramente i lavori di restauro saranno terminati.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

bravissima. Grazie

Raffaella ha detto...

Grazie a te per aver letto e apprezzato il mio post.

Andrea S. ha detto...

davvero interessante, grazie

Raffaella ha detto...

Grazie a te Andrea per il commento.

Posta un commento