mercoledì 6 maggio 2020

Treviso: la Fontana delle Tette e la Fontana dei Tre Visi

"NOI TROVAMMO TREVIGI, NEL CAMMINO,
CHE DI CHIARE FONTANE TUTTA RIDE
E DEL PIACER D'AMOR, CHE QUIVI E' FINO".
                                                                 Fazio degli Uberti (Dittamondo - libro III cap.94/96)


targa con parole tratte dal "Dittamondo" di Fazio degli Uberti posta vicino alla Fontana delle Tette
Così Fazio degli Uberti, esule poeta fiorentino, descriveva  nel Trecento Treviso e le sue fontane.

All'interno delle mura di Treviso, "città d'acque", ci sono oggi 33 fontane.
Le due fontane forse più caratteristiche sono la Fontana delle Tette e la Fontana dei Tre Visi.

Fontana delle Tette
La Fontana delle Tette, o meglio la copia dell'originale fontana cinquecentesca, si trova nel cortile di Palazzo Zignoli, nella Galleria della Strada Romana che collega la Piazzetta della Torre alla Calle del Podestà (Vicolo Podestà).

Vicolo Podestà con ingresso alla Galleria della Strada Romana (a destra)
cortile di Palazzo Zignoli con la Fontana delle Tette
Quella che i turisti curiosi vanno a fotografare è infatti una copia realizzata dallo scultore peruviano Miguel Miranda Quinones nel 1989, a cura di un privato cittadino.

La fontana in pietra d'Istria è formata da una vasca a forma di conchiglia e da un busto nudo di donna che regge con le mani il seno dai cui capezzoli zampilla acqua.

Fontana delle Tette
Sul muro del cortile che oggi accoglie la copia della fontana si trova una targa che riporta le parole che descrivono la fontana e la sua storia, scritte nell'Ottocento dal medico trevigiano Matteo Sernagiotto:

targa che descrive la Fontana delle Tette
Infatti la fontana originale, risalente al 1559 e commissionata dal podestà della Repubblica di Venezia Alvise Da Porto dopo una forte siccità, si trovava in una nicchia alla base del Palazzo Pretorio in Via Calmaggiore.
La fontana originale era alimentata dalle acque del Cagnan sollevate alle chiuse del Ponte di Pria mediante una "roda mata".
Ma da quella fontana sino al 1797 (anno in cui cadde il dominio della Serenissima), sgorgava da una mammella vino bianco e dall'altra vino rosso, offerti gratuitamente per tre giorni, ogni volta che veniva eletto un nuovo podestà.
Danneggiata all'inizio dell'Ottocento dai soldati napoleonici che la presero a fucilate perché rappresentava il potere del podestà veneziano, la fontana venne rimossa e dispersa.
Fu l'abate Luigi Bailo a ritrovarla nel XIX secolo ed a inserirla nel Museo di Casa da Noal.

Il busto originale della fontana si trova oggi custodito in una teca sotto il portico di Palazzo dei Trecento.

originale scultura della Fontana delle Tette (sotto il portico del Palazzo dei Trecento)
CURIOSITÀ: La Fontana delle Tette è considerata un luogo portafortuna: se si esprime un desiderio ponendo le mani sul seno della scultura, si hanno buone probabilità che venga realizzato!

______

La Fontana dei Tre Visi, posta in Via Bailo davanti al Municipio (Ca' Sugana), richiama la possibile origine etimologica fantasiosa della parola "Treviso".

Fontana dei Tre Visi
Si racconta che  il fondatore di Treviso fosse stato un un nobile profugo della guerra di Troia, che avrebbe costruito il primo nucleo abitativo dove si trovava una torre confinaria di Padova, coronata da una scultura di fanciulla con tre teste e "tre visi".
Oltre a nascere da questa leggenda, il nome della città di Treviso potrebbe derivare dal:
- celtico "TARVOS" = toro
- gallico "TREV" = villaggio di legno
- latino "TER VISUS" = tre colline (Piazza dei Signori, Piazza Duomo e Sant'Andrea), sulle quali si andarono formando i primi nuclei della romana Tarvisium.

E' una fontana trifronte, ovvero è composta da tre visi d'uomo posti su un solo torso.
L'erma di cui è composta è la copia ottocentesca di quella perduta, un tempo posta sulla scalinata del Palazzo dei Trecento.

Fontana dei Tre Visi
La parte inferiore è circolare.
L'acqua sgorga dalle bocche di quattro teste leonine (simbolo della forza dell'elemento liquido).

Fontana dei Tre Visi

CONCLUSIONI
In una città conosciuta da scrittori e artisti per i suoi suggestivi panorami, in cui le case e gli alberi si specchiano nei suoi corsi d'acqua, non potevano mancare fontane alimentate da queste acque, che sapessero raccontare la storia di Treviso attraverso aneddoti e leggende.


Nessun commento:

Posta un commento